giovedì, Marzo 28, 2024
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Abolito il divieto di svapare nei luoghi pubblici

Da oggi si torna a svapare liberamente nei luoghi di lavoro, nei ristoranti, nei bar, nelle pizzerie e al cinema. Ma non nelle scuole. Grazie ad un emendamento presentato nei giorni scorsi dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan (PDL), è stata stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia che estendeva alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per le sigarette convenzionali.
Le norme antifumo nei luoghi pubblici (Legge Sirchia) sono state introdotte per la tutela del non fumatore contro le sostanze tossiche presenti nel fumo passivo . Ma contrariamente al fumo di tabacco, il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non rappresenta un reale pericolo per la salute. Pertanto, non aveva senso estenderle alle sigarette elettroniche. Si è trattato dell’ennesimo caso di irrazionale parificazione della ecig alla “bionda” sulla scia di una maldestra applicazione del principio di precauzione.
Da oggi viene anche ridimensionato il divieto alla pubblicità su stampa, TV, radio e Internet per le sigarette elettroniche (permangono i divieti per i minori).
Quindi aboliti due importanti divieti che hanno contribuito ad innescare la profonda crisi del settore e la inversione del numero di fumatori che hanno ridotto il consumo di tabacco grazie a questo prodotto.
“Il divieto di svapare nei luoghi pubblici – sostiene il Prof. Riccardo Polosa – responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) – è un ostacolo alla diffusione di questo importante strumento di salute pubblica”
“Questo dietrofront è un deciso, importante passo in avanti verso la porta d’uscita dal tabagismo” – è quanto ha dichiarato Polosa.
La svolta sul divieto di svapare e sui limiti alla pubblicità è frutto di iniziative congiunte tra esponenti del governo, esperti del mondo medico-scientifico e associazioni di settore (ANAFE, FIESEL e LIFE) dalla quali è emersa la volontà di garantire ai fumatori una via d’uscita alternativa al fumo di sigaretta.
Ma al di la di queste considerazioni positive, rimane comunque netta la sensazione che questo repentino dietrofront sui divieti nei luoghi pubblici e sulla pubblicità rappresenti solo un contentino per calmierare le giuste istanze dei consumatori e delle associazione di settore. La LIAF ritiene che lo Stato debba fare di più per sostenere e rilanciare un prodotto alternativo che potrebbe aiutare a salvare decine di migliaia di persone dalle patologie fumo-correlate. Per esempio, si potrebbe modificare la norma che estende alle sigarette elettroniche la stessa tassazione (accisa) applicata ai tabacchi lavorati.

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