sabato, Aprile 27, 2024
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ECLAT: 100.000 visualizzazioni per lo studio che segnò il futuro della THR

Il fumo è il principale fattore di rischio per la salute a livello mondiale. E oltre ad essere una piaga mortale è anche una piaga economica con un impatto fortissimo in termini economici. Nonostante i progressi nelle politiche di contrasto, il fumo continua a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica ed un tema di interesse globale. Una imponente letteratura scientifica ha ormai dimostrato tangibilmente che le sigarette elettroniche e tutti gli strumenti privi di combustione, possono ridurre il danno fumo correlato fino al 95% rispetto al fumo di sigaretta convenzionale.

Ma da dove ha avuto inizio questo filone di ricerca?

In pochi sanno che il primo e più importante studio fatto su una sigaretta elettronica è nato proprio a Catania 10 anni fa, quando nel Centro Antifumo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania il gruppo di ricerca guidato dal prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania decise di valutare l’utilizzo delle sigarette elettroniche su un campione di fumatori che stavano iniziando un percorso di cessazione. Fu proprio allora che Polosa, insieme al prof. Pasquale Caponnetto, intuirono le potenzialità dello strumento e la validità dei protocolli di ricerca.

Nell’estate del 2013, dopo due anni tra arruolamenti e follow-up, vede la luce il primo studio randomizzato controllato sulla sigaretta elettronica. Lo studio ECLAT. Uno studio epocale che forniva per la prima volta l’evidenza che la sigaretta elettronica poteva aiutare a smettere di fumare, anche in coloro che non avevano nessuna voglia di smettere.

Lo studio ECLAT diventa successivamente fonte di ispirazione per ricercatori di mezzo mondo. Già allora, nonostante le limitazioni tecniche dei prodotti da svapo di quel periodo, lo studio dimostrò che alla 52a settimana, l’8,7% dei fumatori che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, laddove il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi aveva smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.

Anche se questi dati oggi potrebbero apparire modesti, è un dato di fatto che lo studio ECLAT sia stato precursore di un filone di ricerca che oggi vede impegnati migliaia di ricercatori in tutto il mondo, segnando un significativo cambio di rotta nella scienza della Riduzione del Danno.

Negli anni, i prodotti senza combustione sono cambiati sia nella forma, sia nel contenuto ma l’obiettivo è rimasto lo stesso: rendere l’esperienza simile a quella del fumo ma cercando di ridurre al massimo i contenuti più dannosi, in primis gli effetti generati dalla combustione. ​Oggi la revisione della letteratura di Cochrane – che incorpora anche lo studio ECLAT – conferma quanto veniva affermato a Catania già dieci anni fa: le sigarette elettroniche sono efficaci nella lotta al fumo. 

In occasione dei 10 anni da questo primo traguardo scientifico, oggi lo studio ECLAT pubblicato su PlosOne conta più di 100.000 visualizzazioni.

Per il prof. Polosa: “Se vogliamo cancellare definitivamente la storia del fumo dobbiamo continuare con la ricerca, incentivando l’innovazione continua e gli studi di valutazione. La riduzione del danno può e sta già salvando milioni di vite. La strada è quella giusta e va percorsa sino alla fine

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