venerdì, Aprile 19, 2024
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Italia: Paese modello nella lotta contro il fumo in Europa

Il Parlamento dell’Unione Europea, con una risoluzione del mese di luglio 2007, ha invitato tutti gli Stati del vecchio continente ad adottare in materia di lotta al fumo una normativa simile a quella ‘azzurra’. Il perché è semplice: la legge Sirchia e le sue restrizioni al consumo di sigarette nei luoghi pubblici avrebbero portato nel Bel Paese a una consistente riduzione dei fumatori, dimostrandosi così un vero successo. Diminuire il numero dei fumatori significa inoltre ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari che, spiegano da Bruxelles, sono attualmente il maggior killer in Europa. “La lotta al fumo – sottolinea Roberto Ferrari, direttore della clinica di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria S. Anna di Ferrara e presidente della Società Europea di Cardiologia (ESC) – è una delle priorità per contrastare questi mali”.

In base alle statistiche europee infatti le malattie cardiovascolari sono state nel 2005 la causa del 42% dei decessi avvenuti nei paesi dell’Unione europea. In Italia, ogni anno, circa 240 mila persone muoiono per malattie cardiovascolari, con una incidenza di quattro decessi su 10.

Mentre in Italia, con la nuova legge, il numero dei fumatori si è ridotto del 18-14%, in Francia e Germania il numero di fumatori è stabile o in leggero aumento. Bisogna dire che per questo va anche lodata la serietà e il senso civico degli italiani, che fin da subito si sono adeguati alla legge in maniera rigorosa.

Ma la guerra alle ‘bionde’ non è tutto. “Per cercare di ridurre questi numeri – sottolinea Ferrari – oltre alla lotta al fumo è fondamentale intervenire sugli altri fattori di rischio, ma anche sviluppare e attuare strategie di promozione e prevenzione della salute del nostro cuore. E’ fondamentale ad esempio identificare precocemente i gruppi ad alto rischio e promuovere fin dalla più giovane età campagne educazionali che convincano ad abbracciare un corretto stile di vita”.

Soddisfatto della risoluzione adottata dall’Unione Europea il papà della legge italiana anti-fumo, l’ex ministro Girolamo Sirchia, che però accusa le istituzioni di aver diminuito i controlli sulla corretta applicazione della normativa. “Abbiamo fatto una legge che ha dato buoni frutti – spiega Sirchia – La normativa prevede sistematici controlli sulla sua corretta applicazione in tutti i luoghi interessati, e per questo quando ero ministro venivano stilati rapporti periodici. Ora invece, questi controlli non esistono più o sono assolutamente insufficienti”. E aggiunge: “spero veramente che il messaggio lanciato dall’Unione Europea aiuti a sensibilizzare anche le nostre istituzioni”.

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