venerdì, Aprile 26, 2024
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Il fumo fa invecchiare più velocemente il cervello?

Articolo scritto dalle studentesse dell’Università di Catania, Alessia Cali e Irene Campisano

Il cervello, insieme a cuore, fegato e reni, è uno degli organi più importanti del nostro corpo, poichè ci permette di controllare i pensieri, la memoria e il linguaggio.

Inoltre, è fondamentale per il funzionamento degli altri apparati, per il movimento di braccia e gambe e permette di regolare il respiro e il battito cardiaco.

Ambiente, stili di vita e abitudini non solo permettono di scongiurare o posticipare il rischio di gravi danni al cervello e di patologie degenerative, ma costituiscono le basi per garantire a questo organo di aumentare la propria “aspettativa di vita”, invecchiando in maniera sana.

Diversi studi, i primi dei quali risalgono agli anni ’80, hanno indagato la capacità del cervello di costituire quella che in gergo viene definita “riserva cognitiva”, un insieme di neuroni, sinapsi e connessioni che formano una protezione dalle malattie degenerative e interverrebbero in caso di traumi al cervello.

Si è scoperto che il cervello deve essere inteso come un organo capace di adattarsi e di modificarsi strutturalmente sulla base degli stimoli che subisce.

L’insieme delle nostre abitudini non influisce semplicemente sull’invecchiamento fisico, ma anche su quello del cervello: tra le abitudini che compromettono il funzionamento delle strutture di questo organo, vi è il fumo di sigaretta.

Secondo uno studio pubblicato sul Nature Journal Molecular Psychiatry, tra i tanti effetti negativi provocati dal fumo sul corpo, vi è anche l’assottigliamento dello strato più esterno della materia grigia cerebrale.

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica, dalla quale sono emerse enormi differenze riguardanti aspetti come la memoria e la flessibilità cognitiva tra fumatori abituali e coloro che non avevano mai fumato.

Ricercatori dell’Università di Gent in Belgio e quella di Medicina a Berlino, invece, hanno constatato una riduzione della corteccia cerebrale nei fumatori, in un’area che gli scienziati ritengono collegata ai problemi di dipendenza.

Inoltre, le sostanze nocive del fumo di sigaretta sono responsabili dello sviluppo di aneurismi cerebrali e ictus.

Per i fumatori, il rischio di sviluppare un ictus è 6 volte maggiore rispetto ai non fumatori; in un ex-fumatore, invece, dopo 2 anni dall’ultima sigaretta, il rischio di ictus è calato della metà e, a partire dal quinto anno, è equiparabile a quello di una persona non fumatrice.

Il nostro cervello è il “mezzo” migliore da utilizzare per smettere di fumare.

Testimonianze di ex fumatori dimostrano che grazie alla volontà, all’impegno e al supporto professionale di esperti, smettere di fumare è possibile a qualsiasi età.

Soltanto grazie al nostro cervello, quindi, possiamo riuscire davvero a smettere di fumare!

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