venerdì, Marzo 29, 2024
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Denti meno bianchi causa fumo? Smettere può invertire il trend

Se fosse proprio quella sigaretta in più ad aver rovinato l’aspetto di un semplice sorriso? Secondo uno studio dei ricercatori del CoEHAR, i denti dei fumatori sono molto meno bianchi rispetto a chi non ha mai fumato. Ma smettere può invertire la tendenza

Sin dall’antichità, la necessità di prendersi cura del proprio sorriso ha richiesto capacità di inventiva e di adattamento: sono giunti fino a noi reperti risalenti all’epoca egizia, e anche precedenti, che ritraggono antiche tecniche odontoiatriche.

Basilari, chiaramente, ma che denotano la volontà di prendersi cura dei propri denti con miscele di erbe e spezie, per contrastare l’alito cattivo e limitare la diffusione di batteri nel cavo orale.

Sebbene esistano testimonianze storiche di precursori dello spazzolino in Cina già attorno al 1500, per ottenere un prodotto più resistente dobbiamo saltare direttamente al XIX secolo.

Eppure, nonostante la lotta per avere denti più bianchi sia stata una vera e propria conquista del genere umano, ad oggi esistono cattive abitudini che ne pregiudicano la salute e il colore.

Quali? Il fumo in primis.

Secondo una ricerca condotta dai ricercatori del CoEHAR, intitolata “Repeatability of dental shade by digital spectrophotometry in current, former, and never smokers“, condotta in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bologna coordinati dal prof. Giovanni Zucchelli, docente di Paradontologia, i denti dei fumatori sono significativamente meno bianchi di quelli dei non fumatori.

Tuttavia, l’aspetto del sorriso migliora dopo aver smesso di fumare.

L’obiettivo finale di migliorare il colore dei denti può diventare un motivo molto più convincente per smettere di fumare, soprattutto tra coloro che ritengono che la questione dell’aspetto dei loro denti sia di fondamentale importanza (aspetto generale rovinato a causa dello scolorimento dei denti e delle macchie di catrame o di tabacco).

In genere, la valutazione del colore dei denti viene eseguita “ad occhio”, mediante il confronto visivo con scale di colore predefinite: un metodo soggettivo ed impreciso.

Durante lo fase di ricerca è stata invece utilizzata la tecnica della spettrofotometria digitale di ultima generazione è stata utilizzata per misurare con grande precisione gli indici di tonalità del bianco dei denti, al fine di confrontarli tra fumatori, ex-fumatori e non fumatori.

Siamo orgogliosi dei risultati della nostra ricerca che dimostrano che i denti dei fumatori sono molto meno bianchi di quelli dei non fumatori. Inoltre, l’indice di tonalità del bianco dentale degli ex-fumatori si è collocato in una posizione intermedia tra fumatori e non fumatori” – spiega il prof. Giovanni Zucchelli, docente di Paradontologia dell’Università di Bologna.

Le discromie dentali causate dal fumo di sigaretta non sono permanenti e il processo può essere invertito smettendo di fumare.

Secondo la ricerca, la spettrofotometria digitale potrebbe risultare vantaggiosa anche per altre valutazioni, in quanto può misurare con precisione le alterazioni nelle tonalità del bianco dei denti.

In termini di salute pubblica, questi studi potrebbero avere un impatto enorme, secondo Riccardo Polosa, professore di Medicina e fondatore del CoEHAR dell’Università di Catania. Le persone che ritengono che problemi quali l’alito cattivo o l’aspetto del proprio sorriso siano questioni importanti, potrebbero essere fortemente influenzate da considerazioni estetiche nella loro decisione di smettere di fumare.

Per esempio, che differenze esistono nel sorriso di chi passa dalle sigarette convenzionali ai prodotti senza combustione? Passando a strumenti a rilascio di nicotina prive di catrame (come sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato) è possibile migliorare la salute orale e il bianco dei denti dei fumatori?

Per dare risposta a queste domande, i ricercatori del CoEHAR stanno conducendo uno studio internazionale che mira a valutare l’impatto dell’utilizzo delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato sulla salute orale e sull’estetica del sorriso su un campione di oltre 600 persone.

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