sabato, Luglio 27, 2024
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Nuovo studio e-cig: corretto utilizzo, massima efficienza e zero rischi.

Un recente lavoro scientifico, condotto dal gruppo del dott. Konstantinos E. Farsalinos dell’Università di Patrasso e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Addiction”, ha dimostrato che le sigarette elettroniche possono generare aldeidi, sostanze potenzialmente nocive per la salute, solo in condizioni di “tirata a secco”, ossia quando l’atomizzatore non è adeguatamente bagnato dal liquido oppure quando è troppo surriscaldato. 

Le aldeidi vengono prodotte dalle sigarette elettroniche a causa della decomposizione termica dei liquidi derivante da uno scorretto uso della sigaretta elettronica.  Anche se i livelli elevati di aldeidi sono stati associati all’utilizzo di prodotti di nuova generazione ad alto voltaggio, non era chiaro finora in quali condizioni specifiche questi si presentassero. Considerato, peraltro, che per il “vapers” il surriscaldamento derivante dalla “tirata a secco” si traduce in un gusto sgradevole che viene percepito ed evitato dagli stessi. Lo scopo dello studio greco è stato quello di confrontare i livelli di aldeidi tra condizioni normali e condizioni di “tirata a secco”.

Metodologia usata

Durante lo studio due atomizzatori personalizzabili sono stati così preparati: uno, detto atomizzatore A1, aveva un doppio stoppino con conseguente alta alimentazione di liquido e minore probabilità di surriscaldamento ad alti livelli di potenza, mentre l’altro atomizzatore, detto A2, aveva una configurazione convenzionale (con singolo stoppino). Sette svapatori hanno fatto 4 puffate a 6,5 ​​W, 7.5 W, 9 W e 10 W di potenza con entrambe gli atomizzatori e gli è stato successivamente chiesto se si fosse o meno presentato il fenomeno della “tirata a secco”. Gli atomizzatori sono stati poi collegati ad un’apparecchiatura chiamata “smoking machine” con la quale l’aerosol è stato intrappolato e studiato per la presenza di diversi aldeidi come formaldeide, acetaldeide, acetone e acroleina.

Risultati

I risultati di questo studio hanno evidenziato il fenomeno della “tirata a secco” a 9W e 10W esclusivamente con il modello A2 mentre, il modello A1 veniva normalmente utilizzato a tutti i livelli di potenza. Come ipotizzato dai ricercatori, una minima quantità di aldeidi è stata trovata a ogni livello di potenza con il modello A1 ed a 6,5 ​​W e 7,5 W con il modello A2. Da notare che i livelli di aldeidi aumentavano da 30 a 250 volte in condizioni di “tirata a secco”.

In conclusione le sigarette elettroniche possono generare alti livelli di aldeidi in condizioni di laboratorio e se sottoposte a surriscaldamento forzato, ma gli svapatori non sono esposti ad aldeidi durante il normale uso quotidiano, anche con dispositivi ad alta tensione, perché conoscendo bene la loro sigaretta elettronica anche grazie ai preziosi consigli dei vapeshop ed all’esperienza di vaping, evitano il fenomeno della “tirata a secco” caratterizzato inoltre da una pesante sensazione di sgradevolezza.

Anche l’acqua può far male se ne beviamo troppa, quindi la sigaretta elettronica dovrebbe essere utilizzata con l’atomizzatore sempre ben intriso di liquido e con lo stoppino sempre in ottime condizioni ed in tal senso i consigli dei vapeshop sono e saranno certamente di aiuto per vecchi e nuovi svapatori

 

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