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Il fumo e i cinque sensi: l’udito

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i cinque sensi fumo udito

Fu Aristotele il primo a descrivere i cinque sensi nel suo De Anima, creando una schematizzazione che è resistita nei corso dei secoli, arrivando fino a noi. Oggi sappiamo benissimo che i sensi sono molti di più e nella lista sono inserite diverse capacita e abilità.

Ma nel mondo scientifico, il numero dei sensi è rimasto invariato, strettamente connesso ad altrettanti organi.

L’esperienza sensoriale é un connubio di diverse percezioni legate a organi diversi, strettamente connessi tra loro. Basti pensare a quando mangiamo: i recettori sulla lingua ci rimandano un determinato sapore, ma in realtà quando pensiamo ad un alimento lo identifichiamo anche per l’odore che emana, oltre che dal sapore che ha.

Tra chi fuma, la sigaretta trasmette precise caratteristiche sensoriali: l’abitudine del fumo è difficile da spezzare proprio per l’insieme strettamente interconnesso di sensazioni che la sigaretta convenzionale provoca. Tutti elementi scatenanti che aumentano il desiderio di fumare e che amplificano l’appagamento che ne deriva.

Finalmente “sento qualcosa di nuovo”! esclamerebbe un fumatore o semplicemente qualsiasi lettore leggendo questo articolo” commenta Pasquale Caponnetto, Docente a contratto di Clinica della Dipendenze DISFOR, Università degli studi di Catania “Il sentire” è strettamente collegato al sentimento umano…… cosa sarebbe un mondo senza il suono di ciò che ci emoziona? Quanti altri pericoli non riusciremo ad identificare senza il nostro prezioso udito? È chiaro che questo potrebbe essere un ulteriore elemento motivazionale in grado di sostenere il fumatore nel suo processo di cambiamento verso una nuova identità libera dal fumo ed i non fumatori a non intraprendere questo percorso”.

Ed è proprio su queste percezioni che i percorsi di smoking cessation insistono, concentrandosi sull’utilizzo di strumenti come la sigaretta elettronica che ricreano l’esperienza del fumo di sigaretta convenzionale diminuendo sensibilmente il danno.

Tornando al riferimento letterario iniziale, cercheremo di offrire una visione a 360° sui singoli sensi e sul tabagismo. E se proprio non il desiderio di una sigaretta non passa, vi proponiamo delle letture per aiutare a svagare la mente casomai il pensiero e la voglia di una sigaretta siano troppo forti da combattere.

L’UDITO

L’udito, come tutti gli altri sensi, riveste nella vita di ognuno di noi molta importanza: basti pensare all’emozione che si può provare ascoltando una canzone che ci  ricorda un primo ballo o una gita in bus con i compagni di scuola.

Se interroghiamo un qualsiasi fumatore, saprà descriverci ad occhi chiusi il suono di un pacchetto di sigarette che viene aperto o quello di un accendino. Suono deboli, ma che rimandano al contrario a una sensazione molto intensa, preludio dell’appagamento.

Sappiamo che il fumo rappresenta un fattore di rischio elevato per una seria di patologie, da quelle metaboliche a quelle vascolari a quelle respiratorie, mentre molto spesso vengono tralasciate eventuali complicazioni legate ad altri organi, dalle prestazioni sessuali sino ai danni all’udito.

Anche i fumatori, come già affermato prima, collegano il senso delludito alla propria dipendenza tabagica associandola quindi a qualcosa di apparentemente piacevole. Ma se si usasse la stessa strategia per ottenere esattamente il contrario? 

Ci spiega Marilena Maglia,Collaboratore di ricerca Università degli Studi di Catania, ricercatrice LIAF/Coehar: “La frase sembrerebbe strana ma se abbinassimo il ricordo della prima sigaretta al suono della tosse provocata da essa probabilmente l’associazione non sarebbe poi così piacevole. Si tratta di utilizzare il nostro prezioso senso, l’udito, non solo per ciò che ci ricorda qualcosa di piacevole ma anche come strumento per attivare campanelli di allarme che ci allontanano dall’accensione della classica sigaretta”. 

Da uno studio inglese condotto su 160,770 pazienti tra i 40 e i 69 anni che analizzava le possibili interazioni tra fattori di rischio quali alcool e fumo sulla perdita dell’udito, è emerso che i soggetti fumatori avevano probabilità più alte, circa il 15%, di sviluppare danni all’udito rispetto ai soggetti non fumatori. 

Ovviamente tali probabilità sono intrinsecamente legate ai livello di fumo, all’età dei soggetti e in generale alle abitudini di vita. Il fumo, però, rappresenta un problema anche per chi vive vicino a tabagisti: il fumo passivo aumenta del 28% le probabilità di incorrere in danni parziali dell’udito.

Anche uno studio coreano sembra attribuire i danni a tali organi ad livelli di consumo di sigarette convenzionali: cifre alte se si analizzano gruppi di età tra i 40 e i 70 anni. 

E cosa possiamo fare se la nostra voglia di smettere di fumare non scende?  Piuttosto che aprire un pacchetto, magari mentre siamo in spiaggia sotto l’ombrellone, perché non optare per un romanzo?

Il nostro consiglio di lettura a tema udito?

NORWEGIAN BLUES, di Levi Henriksen. Un romanzo eccentrico, romantico e avvincente su Jim, discografico di Oslo, tormentato e stanco dei successi discografici mainstream, che, dopo una sbornia, si ferma in una chiesa e improvvisamente si trova immerso in un canto che lo stupisce. Ma chi sta cantando? Tre vecchie star, ritiratasi all’improvviso dalle scene. Ora Jim ha una nuova missione, riportare il trio di ottantenni alla ribalta ripercorrendo la loro storia.

Una lettura avvincente che magari vi distrarrà dalla voglia di fumare una sigaretta.

Consigli per l’estate: la frutta che ti aiuta a smettere di fumare

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L’idea della dieta e di mettersi a dieta è quasi all’ordine del giorno per molti di noi, ma vi siete mai chiesti cosa non deve mai mancare nella dieta di un ex fumatore? Sicuramente, per evitare di prendere peso, gli alimenti antiossidanti sono molto importanti. La frutta in generale aiuta in questo processo, soprattutto in estate.

Poca calorica e molto gustosa, parliamo ad esempio, della fragola un frutto piccolo con un ottima presenza di vitamina C in grado di combattere lo stress ossidativo, giocando un ruolo importante nel turnover epidermico e cellulare per il suo contenuto di acido salicilico ad azione esfoliante e rigenerante. Grazie alla presenza di potassio è utile per attenuare gli inestetismi da cellulite causate dalla ritenzione idrica. Un frutto buono e come abbiamo visto efficace sul nostro organismo e corpo umano.

Non rinunciate però ai carboidrati, prediligete quelli a basso indice glicemico (per esempio ananas, mela, pera, arancia, pompelmo, fragole, frutti di bosco, noci, mandorle, pesche, amaranto) ma senza eccedere con quelli ad alto indice glicemico (per esempio: pane, pasta, succhi di frutta, albicocche, susine, ciliegie, uva, cachi, mandarini, castagne).

L’ex fumatore ha una particolare necessità di vitamina C, per contenere l’effetto ossidante del fumo, ma frutta e verdura servono anche ad avere una dieta in grado di bilanciare gli effetti dell’aumento di peso che derivano dall’abbandono delle sigarette.

In particolare arance, limoni, kiwi, pomodori, broccoli, cavolfiori e peperoni.

Per disintossicarsi il nostro ex fumatore può assumere carote, cetrioli e finocchi, ottimo anche l’ananas ricco di sali minerali e fibre si presta per perdere peso, disintossicarsi e digerire bene, frutti che oltre a depurare l’organismo allontanano dalla dipendenza dalla nicotina.

Per migliorare la circolazione mirtilli e melograno ci aiutano ossigenando il sangue, compromesso dal fumo lungo le arterie, e il limone che alcalinizza il sangue con un forte potere antiossidante. Diversi studi hanno anche dimostrato che una dieta ricca di pomodori e mele, aiuta a riparare i polmoni, provati da anni di dipendenza dal tabacco, contrastando proprio la perdita dell’efficienza polmonare causata sia dalla nicotina che dall’invecchiamento “naturale“ di cellule e tessuti. Infine cercate di eliminare il caffè sostituendolo con il tè, la caffeina per i fumatori significa tornare ad accendersi una sigaretta!

Storie di ex fumatori: oggi vi raccontiamo di Benji, idolo degli adolescenti

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Continua il nostro appuntamento con le storie di ex fumatori. Quella di oggi è la storia di Benji, idolo degli adolescenti, parte duo musicale Benji & Fede che negli ultimi anni ha conquistato le classifiche con i suoi brani, e che ora si è sciolto. In una serie di interviste rilasciate a diversi giornali, Benji ha parlato così della sua storia di ex fumatore.

Di seguito il suo racconto: “Esattamente sei anni fa, uno stile di vita sbagliato e il troppo fumo (sigarette e non solo) mi spedirono per due interminabili settimane intubato in terapia intensiva con una rara malattia chiamata istiocitosi polmonare, la presenza cioè nei polmoni di noduli che tendono a formare cisti. Non mi sono mai sentito così vicino dal perdere tutto quello che stavo inseguendo. Una volta dismesso pesavo 10 kg in meno, non riuscivo a camminare e parlare contemporaneamente e il parere dei medici era chiaro: “Se smetterai di fumare recupererai una vita normale ma dovrai comunque rinunciare all’idea di praticare sport.

(Avevo solo 21 anni). Da quel giorno scattò qualcosa nella mia testa. Cambiai radicalmente stile di vita, adottai abitudini sane e feci una promessa a me stesso: NON AVREI FUMATO MAI PIÙ.

Per me, per la mia famiglia e per tutte le persone che credevano nei mille traguardi che volevo raggiungere. Viviamo in una società che tende a metterci continuamente in competizione, gli uni contro gli altri. A scuola, nel lavoro, nei rapporti. Sempre a sbatterti in faccia chi è più bravo di te. Ma se posso darvi un consiglio (io che di cose da imparare ne ho ancora tantissime): sfidate voi stessi, i vostri limiti, le vostre abitudini e nessun altro. Solo così raggiungerete i risultati più importanti .

Oggi ho corso 25 km (15.5 miglia) e tra poco andrò a farmi una nuotata con la mia ragazza. Ascoltate la vostra testa e lottate per i vostri sogni, non c’è niente che vi farà sentire più vivi.

Piante di tabacco per il nuovo vaccino contro il Covid-19

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pianta di tabacco

Le piante di tabacco, secondo alcuni studi, forniscono validi metodi per produrre i vaccini più rapidamente. I produttori di tabacco, i cui prodotti sono collegati al danno polmonare, hanno iniziato a correre per sviluppare un vaccino contro il Coronavirus.

Medicago Inc., una società di biotecnologia in parte di proprietà del produttore di sigarette rivale Philip Morris International Inc., sta anche sviluppando un vaccino a base vegetale che potrebbe essere disponibile nella prima metà del 2021, se avesse successo. L’idea della sussidiaria di BAT Kentucky BioProcessing è quella di utilizzare piante di tabacco per produrre il vaccino sperimentale, derivato dalla sequenza genetica di Sars-CoV-2. Gli elementi del vaccino si accumulano nelle piante di tabacco entro sei settimane, mentre altri metodi richiedono mesi, secondo la BAT.

Se così fosse, le ipotesi fino ad ora addotte da numerosi studi scientifici sarebbero ancora più confutate. Ciò che importa è trovare un “freno” all’epidemia che sta cambiando le sorti del mondo intero.

Al momento ciò che è opportuno ricordare sempre è che seguire linee guida di comportamento è essenziale per il contenimento del virus. Il miglior modo che abbiamo per confrontarci con questa epidemia rimane sempre quello di fornire linee guida contenitive e terapeutiche che informino sull’evoluzione della malattia.

Fumare per alleviare lo stress, ma la tua salute sessuale è a rischio

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salute sessuale

Secondo le stime, le patologie non trasmissibili quali malattie cardiovascolari, metaboliche oncologiche e respiratorie causano oltre 15 milioni di morti. Per tali patologie, uno dei fattori di rischio più diffusi è il fumo, che nei soggetti maschili è una dipendenza associata a disfunzioni erettili e parametri spermatici alterati.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Endocrinological Investigation, il tabagismo è considerato un fattore di rischio dei disturbi dell’apparato sessuale nei soggetti maschili, come la disfunzione erettile, che affligge circa 100 milioni di persone nel modo, con previsioni che innalzano la cifra a 300 milioni di casi entro il 2025.

I dispositivi a rischio ridotto, come la sigaretta elettronica, sono attualmente oggetto di studio per verificare che il loro utilizzo possa diminuire il danno associato all’apparato riproduttivo. Sebbene per quest’ultimo non siano ancora disponibili i risultati di studi specifici, ricerche preliminari indicano come le ecig provochino minori danni vascolari se paragonate alle sigarette tradizionali.

Il Massachusetts Male Aging Study, il primo studio su larga scala compiuto sulla popolazione riporta che il fumo di sigaretta raddoppia il rischio di sviluppare forme di disfunzione erettile. Nel 2001 una systematic review di 19 studi ha evidenziato come i soggetti maschi fumatori incorrano in disfunzioni erettili più dei soggetti non fumatori di circa il 12.4%.  

La Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità è la prima società scientifica nel mondo” ci spiega Emmanuele A. Jannini, Professore di Endocrinologia e Sessuologia Medica all’Università di Roma Tor Vergata e uno degli autori dello studio “tra quelle dedicate alla salute sessuale e riproduttiva dell’individuo e della coppia, ad aver preso posizione sul tema della riduzione del rischio del fumatore inveterato“.

Ad oggi, non esistono ricerche che ci forniscano dati incontrovertibili sui benefici della sigaretta elettronica nella diminuzione dei disturbi legati alla sessualità o alla fertilità. Se però consideriamo che sia per patologie cardiovascolari e respiratorie sia per l’infertilità o la disfunzione erettile il fumo rappresenta un fattore di rischio rilevante, l’utilizzo di strumenti a rischio ridotto come le ecig, riconosciute come strumenti utili di riduzione del danno, potrebbero diminuire i sintomi legati alla disfunzione erettile.

L’applicazione dei concetti di harm reduction può dunque fornire un valido supporto nel trattamento di queste condizioni cliniche: il tabacco e la nicotina assunte attraverso la sigaretta convenzionale sono riconosciute essere nemici della salute sessuale e riproduttiva. Promuovere percorsi di smoking cessation attraverso dispositivi che possano mantenere intatte le abitudini del fumatore riduce enormemente il danno provocato dalla combustione della sigaretta convenzionale.

Da sottolineare come molto spesso nella lotta la tabagismo la salute sessuale venga relegata in secondo piano: gli operatori che si muovono nelle maglie del tessuto sanitario dovrebbero ricevere informazioni più accurate e godere di una preparazione maggiore in materia di salute sessuale per fornire informazioni più precise a chi si rivolge loro per un aiuto.

Educazioni medica e ricerca scientifica: fornire ai fumatori informazioni precise e dettagliate e convogliarle sui mezzi di informazioni rappresenta ad oggi una grandissima possibilità per aiutare coloro che faticano a smettere di fumare, diminuendo il danno provocato dalla dipendenza da tabacco.

La confusione globale dell’impatto della nicotina sulla salute rende vani gli sforzi per smettere di fumare

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New York, 22 luglio 2020 – Un nuovo studio pubblicato su Drugs and Alcohol Today ha evidenziato quali siano le lotte pubbliche per analizzare gli impatti della nicotina e del tabacco sulla salute. La confusione globale dell’impatto della nicotina sulla salute rende vani gli sforzi per smettere di fumare.

“Perceptions of Nicotine in Current and Former Users of Tobacco and Tobacco Harm Reduction Products from Seven Countries ha analizzato le percezioni di oltre 55.000 consumatori di nicotina in sette paesi diversi.

La pubblicazione “Perceptions of Nicotine” afferma che esistono notevoli divari tra la scienza e la percezione pubblica riguardo al ruolo che la nicotina può svolgere nell’influenzare il comportamento e la salute delle persone. Questo avviene anche se la maggior parte dei ricercatori e dei medici pensano che la nicotina non sia cancerogena e che il danno delle sigarette proviene principalmente da altri componenti trovati nel tabacco, come il catrame.

“Il fatto che la maggior parte dei fumatori non conosca la differenza tra la nicotina e le sigarette è preoccupante per chiunque si impegni nella lotta contro il tabacco”, ha dichiarato la Dott.ssa Sarah Rajkumar, direttrice della Foundation For a Smoke-Free World. “Vorremmo lavorare con gli esperti dei media e della comunicazione per aiutarli a fornire informazioni più chiare sullo stato dell’impatto della nicotina sulla salute. L’obiettivo è quello di educare i responsabili politici sull’importanza dell’affrontare i prodotti di riduzione del danno in modo diverso rispetto al tabacco combustibile”.

Confusione sui rischi per la salute

Un’indagine del 2017 ha rilevato che in molti paesi la maggior parte dei fumatori usa i termini “nicotina” e “sigarette” come se fossero la stessa cosa: ciò suggerisce una mancanza di consapevolezza che il consumo di nicotina che segue l’approccio della riduzione del danno da tabacco (THR) non comporta gli stessi rischi per la salute.

Lo studio esamina anche il Global State of Smoking Poll 2019 di oltre 50.000 consumatori di tabacco attuali ed ex negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India, Grecia, Norvegia, Giappone e Sud Africa. L’indagine ha rivelato che il 65,7% dei partecipanti adulti ritiene che la nicotina provochi il cancro. Questa percezione errata persiste anche tra le persone che avevano smesso di fumare con successo. La maggior parte ritiene che la nicotina fosse dannosa, mentre la percentuale di chi ha smesso perché che credeva che la nicotina fosse la causa primaria del cancro era leggermente superiore a quella degli attuali utilizzatori.

I media contribuiscono alla disinformazione

Per comprendere meglio la fonte dell’affermazione errata la pubblicazione “Perceptions of Nicotine ha anche esaminato il rapporto tra i media e le relazioni pubbliche riguardanti la nicotina nei punti vendita negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India e in Sud Africa tra gennaio 2019 e marzo 2020.

I risultati hanno indicato un punto di vista coerente di copertura mediatica negativa che menziona la nicotina, con quasi un terzo delle storie che fanno riferimento alla natura di dipendenza della nicotina e ai pericoli della dipendenza. Gran parte della pubblicazione includeva un’argomentazione molto limitata sull’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento valido per smettere di fumare, mentre mancava qualsiasi accenno invece sui potenziali usi terapeutici della nicotina. La pubblicazione non menziona, ad esempio, l’uso della nicotina contro il morbo di Parkinson o l’Alzheimer.

Invito alla trasparenza nel dialogo pubblico

Lo studio della Dott.ssa. Rajkumar si conclude con un invito all’azione per migliorare le informazioni sulla nicotina sui prodotti THR (Tobacco Harm Reduction) per garantire che la popolazione globale dei fumatori abbia accesso alle risorse di cui ha bisogno per smettere.

“I dati sul fatto che le percezioni pubbliche della nicotina spesso sia in conflitto con le ricerche scientifiche sono molto chiari “, ha dichiarato il Dr. Derek Yach, presidente della Foundation For a Smoke-Free World. “La disinformazione ostacola l’adozione di strategie valide per smettere di fumare”.

L’articolo “Perceptions of Nicotine” è stato pubblicato come parte di una più ampia edizione speciale di Drugs and Alcohol Today. Le parti aggiuntive coprono una serie di questioni relative al controllo del tabacco e alle strategie di riduzione del danno.

San Raffaele di Milano: fra i malati di Covid-19 ci sono pochi fumatori

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Le continue ricerche dei medici del San Raffaele di Milano confermano che il Sars-cov2 colpisce con meno frequenza i fumatori.

Già lo scorso aprile, grazie alle ricerche di medici come Riccardo Polosa, Konstantinos Farsalinos e Raymond Niaura, i dati scientifici non segnalavano molti fumatori tra i malati di Covid.

Oggi, i medici del San Raffaele, tra cui Giovanni Landoni, Giulia Veronesi e Alberto Zangrillo, confermano che tra i pazienti ricoverati in ospedale a causa del Covid-19, il tasso dei fumatori è molto ridotto.

Questo è quello che emerge dal testo intitolato Recent Exposure to smoking and covid-19 e pubblicato sul Critical Care and Resuscitation. Diverse istituzioni sanitarie ma stessi risultati, anche in Italia.

I ricercatori hanno condotto inoltre un’analisi degli studi disponibili su diverse riviste scientifiche e il risultato è lo stesso:

nei pazienti che hanno sviluppato il Covid-19 e che hanno richiesto terapia intensiva o ricovero in ospedale rispetto alla popolazione generale il tasso di fumo è basso.

Secondo i medici, negli ultimi mesi, il numero delle pubblicazioni delle riviste scientifiche è aumentato e le ipotesi sono tante e varie. Tra queste, la possibilità che la nicotina eserciti un ruolo “protettivo” nei confronti del virus.

Ma come ha sottolineato il prof. Riccardo Polosa durante il GFN 2020, è sulla qualità degli studi scientifici condotti in questi ultimi mesi che bisogna concentrarsi, fornendo dati chiari e ricerche aggiornate.

Da sottolineare però è che anche se tra i pazienti ospedalizzati risultano esserci meno fumatori, non bisogna mai abbassare la guardia, nonostante la necessità e l’impellenza di trovare delle risposte.

Sai davvero cos’è la riduzione del danno da tabacco?

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Nell’ultimo decennio, i dispositivi a basso rischio per sostenere i programmi di riduzione del danno da tabacco hanno sollevato sia opinioni positive sull’efficacia di questi prodotti sia reazioni fortemente contrarie.

Le false dichiarazioni dei media sugli studi delle sigarette elettroniche inducono il pubblico a non credere ai rischi relativi più bassi dei prodotti utilizzati nella tobacco harm reduction. La politica ostruzionista della salute pubblica impedisce ai fumatori che vogliono smettere di avvicinarsi a nuovi metodi che portano benefici in termini di salute.

Ma parlare di riduzione del danno del tabacco significa abbracciare una pluralità di comportamenti, scelte e prodotti che possono confondere. Ma per comprendere appieno l’innovazione dobbiamo considerare un assioma funzionale di base: smettere di fumare non è facile.

Secondo un paper recentemente pubblicato ed elaborato dal Dr. Renée O’Leary e dal Dr. Riccardo Polosa, la tassazione pesante, i divieti normativi, i titoli sensazionali dei media e le percezioni errate sulla nicotina sono le barriere che impediscono alle persone di utilizzare prodotti a basso rischio.

Basta pensare che i tassi di ricaduta sono elevati, dal 75%-80% nei primi sei mesi e dal 30% al 40% anche dopo un anno di astinenza. Raggiungere alti livelli di cessazione nella popolazione del fumo di tabacco è un obiettivo irrealistico perché i tassi di abbandono riusciti sono molto bassi, i tassi di ricaduta sono alti e, inoltre, un certo numero di persone desidera fumare.

Abbiamo approfondito l’argomento con la Dott.ssa Renée O’Leary, autrice del paper e ricercatrice anche del Coehar.

Benvenuta Renée, può dirci qualcosa sull’obiettivo del paper?

Lo scopo di questo paper è quello di rivolgersi a medici e ricercatori argomentando e fornendo una overview generale sulla riduzione del danno da tabacco. Perché pensiamo che sia importante parlare dei benefici e delle barriere che affrontiamo.

Può spiegarci cos’è la riduzione del danno da fumo?

La riduzione del danno da fumo è un modo per sostituire i prodotti a basso rischio, i prodotti a minore esposizione per il fumo. Anche con un basso rischio, fumare è rischioso. Questi prodotti possono ridurre il rischio causato dal fumo da tabacco. La gente trova molto difficile smettere di fumare e anche le persone che hanno smesso, hanno delle ricadute e molto spesso ricominciano a fumare, come abbiamo detto sul paper. È del tutto irragionevole pensare che le persone smettano o che non ricomincino a fumare: è qualcosa che accade difficilmente nella vita reale.

C’è un modo per combattere la recidiva?

Sfortunatamente, come menzionato sul paper, una revisione sistematica dei metodi comportamentali per smettere di fumare ha dimostrato che quest’ultimi non funzionano. Ed è per questo che torniamo a sostituire i prodotti. L’idea è che si può avere una ricaduta, forse a causa di un periodo stressante della tua vita (divorzio, morti, ecc) e sicuramente ci auspichiamo che voi smetteste di nuovo ma fino ad allora possiamo consigliare un prodotto che comporta un rischio minore.

Pensi che questi prodotti e dispositivi saranno più accettati dalla società in futuro?

Vorremmo davvero che diventino più accessibili e accettabili per le persone. Molte persone hanno una percezione errata sulla riduzione del danno e prodotti a basso rischio come le sigarette elettroniche. Quindi combattiamo costantemente la disinformazione.

Parliamo di ciò che conta davvero: la percezione errata della nicotina. Cosa è vero e cosa invece no?

Come abbiamo riportato sul paper, la nicotina in sé crea dipendenza. Ci sono altri componenti del tabacco che creano dipendenza. Ma ritornando alla nicotina, i medici non sono adeguatamente informati su quali sono i rischi reali della nicotina. La nicotina non causa il cancro. Quello che è successo negli ultimi anni è che la nicotina è stata demonizzata e questo accade perché le persone non sono informate correttamente. Ora sappiamo che la nicotina ha degli effetti sullo sviluppo del bambino o induce un basso tasso di natalità. Allo stesso tempo sappiamo che la nicotina non causa cancro o ictus. Il problema è che le persone usano le sigarette per altri scopi: calmarsi, ridurre l’ansia o per noia. Penso che molti adolescenti inizino a fare uso di nicotina perché sono annoiati. C’è stato uno studio in Canada che ha dimostrato che la percentuale più bassa di adolescenti che fumano sono in scuole con i migliori corsi extrascolatistici.

Parliamo di svapo e adolescenti: abbiamo dati sul perché gli adolescenti iniziano a svapare?

No, ma c’è una teoria: il tipo di adolescente che inizia a svapare è il teenager che fuma cannabis, o fuma sigarette o va sullo skate senza casco. Continuo a pensare che la noia sia un fattore determinante per iniziare a svapare.

E l’approccio mediatico?

All’interno del paper citiamo un documento del 2018 dell’Inghilterra che dice che la disinformazione dei media è enorme. Le persone tendono a ignorare gli studi che non si rispecchiano la loro posizione. Non vogliamo uno studio che supporti una singola prova o posizione. Se si sceglie l’approccio THR è necessario sapere quali sono i rischi residui .

ISPM: aperto il bando per la selezione dei partecipanti alla seconda edizione

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Catania, 20 luglio 2020 – La condivisione di esperienze, idee e competenze specifiche crea nuove opportunità concrete di lavoro, amplia le nostre conoscenze e ci rende competitivi nel mondo. Questo è l’obiettivo principale della ISPM – International Summer School on Project Management, la prima scuola al mondo con un focus specifico sulla gestione di progetti in ambito di ricerca antifumo. Organizzata in iniziativa congiunta da ECLAT, spin off dell’Università degli studi di Catania, e dal CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dello stesso Ateneo, la Summer School, come promesso, ha assicurato due contratti di collaborazione per gli studenti che si sono distinti per merito e competenze durante la prima edizione della Summer School. 

L’edizione 2019 ha visto la partecipazione di 15 giovani project manager provenienti da più di 20 Paesi nel mondo e selezionati tramite avviso pubblico da una commissione di esperti del settore. La seconda edizione, ancora una volta totalmente gratuita, offre più opportunità, consentendo a ben 30 giovani professionisti/laureati provenienti da tutto il mondo, selezionati in base a criteri di merito, di partecipare al corso.

La Summer School ha il patrocinio gratuito dell’Università degli Studi di Catania e, come novità della nuova edizione, anche del PMI-SIC, sezione sud Italia del Project Management Institute, la più importante istituzione di Project Manager a livello mondiale, fondata nel 1969 a Philadelphia (USA), con circa 600.000 membri in tutto il mondo.

La scuola estiva internazionale sulla gestione dei progetti applicati alla riduzione del danno da fumo, si terrà anche quest’anno a Giardini Naxos (Taormina, Messina) dal 5 all’11 ottobre 2020.

Il percorso formativo costituisce un’esperienza di formazione unica per affrontare al meglio le sfide del project management, si articolerà in 7 giornate durante le quali si svolgeranno lezioni teoriche, attività pratiche e simulazioni di progetti. Grazie a questo corso, che prevede la partecipazione anche di docenti internazionali esperti del settore, gli studenti saranno in grado di sviluppare, pianificare e coordinare progetti di ricerca soprattutto nel settore medico scientifico della Riduzione del Danno da Fumo, un ambito ancora poco esplorato e che rappresenta una grande opportunità di ricerca e di lavoro.

“Nel riproporre l’opportunità della nostra Summer School, – ha dichiarato il leader di progetto, Daniela Saitta – dopo la prima fortunata edizione, intendiamo contribuire ad allineare la formazione con le richieste del mondo del lavoro. Il percorso che abbiamo messo a punto consente di acquisire strumenti pratici e competenze su un tema cruciale come quello della gestione dei progetti che sta diventando sempre più importante per eseguire attività in modo controllato, ottenendo tutti i risultati attesi nel modo più efficace possibile. Capacità di pianificazione del lavoro, budgeting, gestione delle scadenze, collaborazione con team multidisciplinari, consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, sono tutte sfide che un project manager deve affrontare”.

Il bando per candidarsi scade il 9 Agosto 2020. Per maggiori informazioni link al sito web: https://www.ispm-coehar.org/ispm-2020/ispm-2020-apply-today/

LIAF dona mascherine per i passeggeri dell’aeroporto di Catania e test sierologici gratuiti per i medici siciliani

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Catania, 17 Luglio 2020 – LIAF – Lega Italiana Anti Fumo, da anni impegnata nella lotta contro il tabagismo, ha avviato due importanti iniziative mirate a contrastare la diffusione del coronavirus.

La prima iniziativa, in collaborazione con la governance dell’Aeroporto Internazionale di Catania prevede la distribuzione gratuita di 20 mila mascherine a tutti i passeggeri dell’aeroporto Fontanarossa. La LIAF riconosce l’importanza delle misure di protezione personale come baluardo contro la diffusione del virus e le mascherine sono il primo vero scudo di difesa individuale. 

La seconda iniziativa, in collaborazione con Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania, prevede l’offerta gratuita di 500 test sierologici per i medici e i dentisti catanesi. Lo stretto contatto con malati e pazienti di ogni tipologia espone gli operatori sanitari a un rischio di contagio più elevato rispetto alla gente comune. Grazie al test, si potrà capire a quali rischi si espongono gli operatori sanitari nello svolgimento del loro dovere. 

Ezio Campagna, Presidente di LIAF, si è detto fiero di queste importanti iniziative filantropiche targate LIAF. “La campagna di raccolta delle donazioni anti-COVID è stata generosa con la LIAF. Siamo dunque felici e orgogliosi di investire quanto raccolto in questi mesi per la Sicilia e i Siciliani”. 

Il Prof. Riccardo Polosa, già responsabile scientifico di LIAF ed immunologo di fama internazionale dell’Università degli studi di Catania, ha affermato “Siamo orgogliosi di poter offrire a medici e dentisti una valutazione seria del loro grado di protezione contro il coronavirus per metterli in condizione di poter continuare a lavorare con maggiore serenità. Siamo anche fieri – ha aggiunto Polosa – di poter dotare tanti viaggiatori di mascherine protettive, che servono a dare sicurezza, oltre a essere un modo per riaffermare il diritto a una maggiore libertà di circolazione”.

Questa nuova iniziativa LIAF segue la recente attività di sostegno alla lotta contro il coronavirus iniziata già nel mese di Aprile con l’attivazione della helpline telefonica “LIAF Call Me” che ha fornito assistenza psicologica gratuita a centinaia e centinaia di italiani costretti alla reclusione domiciliare imposta dal lockdown nazionale. In quell’occasione, peraltro, i ricercatori di LIAF hanno avuto modo di valutare le risposte da 1825 partecipanti e tradurle in risultati che sono già stati pubblicati sulla rivista internazionale Health Psychology Research. 

“Siamo davvero grati alla LIAF per l’iniziativa che denota particolare sensibilità – ha dichiarato il presidente SAC, Sandro Gambuzza – e rappresenta un segnale di attenzione verso sé stessi e verso il prossimo e di responsabilità collettiva”.

U di attenzione nei confronti dei passeggeri ha parlato anche l’amministratore delegato SAC, Nico Torrisi. “Il Paese, fortunatamente, ha ricominciato a muoversi e i turisti a viaggiare – ha detto – ed è quindi quanto mai importante fornire ai passeggeri i dispositivi indispensabili che permettano di farlo in tutta sicurezza.

Fa piacere la ventata di ottimismo, ma questo non vuol dire essere irresponsabili”. 

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