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Estate: una buona stagione per smettere di fumare

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Alla fine, l’estate è arrivata!

L’abbiamo aspettata così tanto quest’anno, a causa del lockdown, uscendone cambiati noi e il mondo.

Anche se non sappiamo cosa accadrà domani, sentiamo un’energia nuova dentro di noi, il nostro corpo vuole ritornare ad essere libero a sorridere seppur con mascherina, abbracciarsi e stringersi di nuovo la mano. Complici i colori, il sole caldo che ci riscalda la mente e il cuore, il mare e il cielo blu, i balconi fioriti tutto ciò ci spinge ad una visione ottimista del futuro.

In quest’ottica positiva si è propensi a prendere decisioni importanti, come quella di smettere di fumare.

L’estate infatti è la stagione adatta perché si è più freschi, più caparbi, si adotta un regime alimentare più sano e si comincia a fare attività fisica, due fattori che si sposano perfettamente con la scelta di dire addio alle sigarette.

Le giornate sono più lunghe permettendo di ritagliare spazi per fare attività piacevoli, salutari e gratificanti, ottimi alleati dello stop al fumo. Ne guadagnerà la salute e l’aspetto, il fumo si sa rende la pelle opaca e spenta e fa apparire più stanchi e privi di energia, per non parlare delle tante malattie da fumo correlate.

Inoltre il fumo riduce l’apporto di importanti antiossidanti e antinfiammatori come la vitamina C, la vitamina E, utili per combattere malattie degenerative del cuore, polmoni e cervello. Una buona idratazione (bere molto) facilita l’eliminazione di tossine e d’estate la frutta, verdura e gelati la fanno da padrone.

Scegliere il momento giusto, per avere più probabilità di riuscita con una condizione di ridotto stress emotivo come ad esempio il periodo delle vacanze.

Smettere di fumare fa bene sempre, ma come abbiamo detto, l’estate offre una serie di opportunità che la rendono uno dei momenti migliori per affrontare questo passo.

Il consiglio del prof. Pasquale Caponnetto: “Gustatevi i gelati, l’aria, il sole, la sabbia, il mare, le relazioni ritrovate, assaporate ogni momento delle vostre giornate e ricordatevi che è tutto prezioso. Solo questo può farci capire che non abbiamo bisogno di avvelenarci con le sigarette e che la vita è bella e solare anche senza di esse“.

Fumatori, ex fumatori, non fumatori e svapatori durante il lockdown: un questionario del CoEHAR ci racconta le loro abitudini

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Catania, 17 Giugno 2020

I risultati di un questionario condotto dai ricercatori del CoEHAR su quasi 2000 utenti residenti su tutto il territorio italiano hanno evidenziato una lieve diminuzione nel numero di sigarette fumate dagli italiani durante il lockdown e un aumento delle scorte di sigarette e di liquidi per e-cig da tenere in casa.

Link: https://www.pagepressjournals.org/index.php/hpr/article/view/9124

60 milioni di italiani hanno dovuto adattarsi alle politiche di distanziamento sociale imposte a seguito del diffondersi del COVID-19. I ricercatori del COEHAR, guidati dal Prof. Pasquale Caponnetto, in collaborazione con l’Università di Roma Sapienza e la LIAF Lega Italiana Anti Fumo, hanno pubblicato sulla rivista internazionale Health Psychology Research uno studio dal titolo “Smoking behavior and psychological dynamics during COVID-19 social distancing and stay-at-home policies: A survey, basato su un questionario online, primo nel suo genere, che ha analizzato le risposte di 1825 partecipanti nei giorni in cui l’Italia si trovava ancora nella prima fase del suo lockdown.

I partecipanti della ricerca sono stati divisi in 7 sotto gruppi, a seconda che fossero fumatori esclusivi di sigarette convenzionali, svapatori esclusivi, utilizzatori esclusivi di sigarette a tabacco riscaldato, utilizzatori duali (sia di ecig che di prodotti a tabacco riscaldato), ex fumatori o mai fumatori.

I risultati hanno mostrato in primis una leggera diminuzione nel numero di sigarette fumate, dovuto alla mancanza delle abitudini solitamente correlate all’accensione della sigaretta, alla convivenza con membri della famiglia che non fumano e ai timori generalizzati legati allo sviluppo di forme gravi di COVID-19. In secondo luogo, si è notato un aumento dei comportamenti di accumulo di sigarette e di liquidi per e-cig.

Un comportamento paragonabile a chi ha fatto scorte di generi alimentari durante il lockdown hanno spiegato gli psicologi Marilena Maglia e Lucio Inguscio – seguito alla paura di rimanere senza un bene che, considerato di primaria importanza, ha portato molte persone a fare scorta del bene stesso. La chiusura delle attività ricreative, dei ristoranti e le misure di distanziamento sociale hanno creato condizioni psicologiche di stress e ansia nelle persone, nonché eradicato alcune abitudini, come quelle relative al fumo, aggravando anche situazioni di instabilità emotiva e psicologica”.

Anche molto prima dei risultati del nostro sondaggioha spiegato il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa – era chiaro che una condizione di quarantena forzata, amplificando eventi scatenanti stress e ansia, avrebbe avuto un impatto significativo sulle abitudini dei fumatori e degli svapatori. È ben noto che il consumo di nicotina serve ad allentare tensione, stress e ansia. Sono orgoglioso che il nostro gruppo di ricerca sia stato il primo al mondo a documentare su una casistica cosi importante come un lockdown possa influire sugli stili di vita”.

La maggior parte dei partecipanti si è rivelata essere fumatori di sigarette convenzionali (32%). Gli ex fumatori che hanno partecipato rappresentano il 16% del totale, mentre gli utilizzatori esclusivi di prodotti a tabacco riscaldato ed e-cig sono stati rispettivamente il 4.4% e il 12.3%.

I risultati dell’indagine hanno evidenziato che i fumatori esclusivi di sigarette convenzionali e i consumatori duali di bionde ed elettroniche hanno leggermente ridotto i livelli di consumi quotidiani; è rimasto invece invariato il consumo medio giornaliero degli utilizzatori esclusivi di sigarette convenzionali.

Sebbene da un lato sia stato rilevato un decremento del consumo medio giornaliero, dall’altro si è invece registrato un aumento della quantità di prodotto acquistato che ha interessato principalmente i fumatori di sigaretta convenzionale e di sola sigaretta elettronica.

Inoltre, per quanto riguarda il desiderio di smettere, la categoria cha ha riportato percentualmente di valori più alti è quella dei fumatori.

Infine, il 29.7% degli ex-fumatori ha dichiarato che durante il lockdown avrebbe pensato di ricominciare a fumare e circa il 3% di coloro che non avevano mai fumato avrebbe pensato di iniziare a fumare principalmente sigarette tradizionali.

Un periodo di instabilità come questo, ha aperto una breccia nella possibilità di cambiamento degli esseri umani di tutto il mondo, una ferita feritoia dove i professionisti potranno promuovere stili di vita sani, piacevoli e dai rischi limitati o assenti”ha aggiunto Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica delle dipendenze presso il corso di laurea in psicologia dell’ateneo catanese.

Nonostante il questionario abbia visto una partecipazione maggiore tra le donne e i più giovaniha concluso il presidente della Lega Italiana Antifumo, Ezio Campagnaè interessante notare come sia realistico iniziare a diffondere il messaggio di uno stile di vita più sano, promuovendo i percorsi di smoking cessation ed aiutando gli ex fumatori a non ricadere nel vizio, allontanando invece chi non ha mai fumato dalla possibilità di iniziare e tutelando le nuove generazioni”.

Ho un piccolo nodulo al polmone. Posso svapare?

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Francesco ha 55 anni e svapa da 5. Ha scritto a noi dicendo che grazie alle sigarette elettroniche ha smesso completamente di fumare dopo 42 anni di fumo di sigaretta convenzionale.

Francesco ha anche un nodulo ai polmoni riscontrato qualche anno fa e tenuto sempre sotto controllo dal suo medico specialista. Purtroppo, di recente la tac di Francesco ha anche evidenziato la presenza di “bolle enfisematose”.

La domanda che oggi si rivolge al prof. Riccardo Polosa è: posso continuare a svapare anche in presenza di noduli polmonari?

Questi purtroppo sono i danni cumulativi dovuti a decenni di fumo. E la verità è che difficile poter recuperare quanto perso. Ciò che importa è tenere sempre sotto controllo, con esami periodici, le eventuali problematiche che possono emergere dalla presenza di queste patologie legate ai polmoni.

Il modo migliore per evitare la progressione del danno è di certo smettere definitivamente di fumare o, se non si riesce, passare a prodotti senza combustione e meno dannosi.

In questi casi però, aggiunge il prof. Riccardo Polosa: “sulla base delle mie conoscenze, credo sia meglio non svapare assolutamente di polmone. Meglio tirare di guancia, anche dovendo aumentare la concentrazione di nicotina“.

GFN 2020 – Polosa: “non è probabile che il vaping aumenti il rischio di infezione”

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Che il fumo svolga o meno una funzione protettiva nei confronti dell’infezione, ancora non si sa con certezza e la comunità scientifica non ha ancora preso una posizione univoca. Ma se dovessimo procedere per ipotesi sulla base dei dati che oggi abbiamo a disposizione, sicuramente possiamo affermare che non è probabile che il vaping aumenti il rischio di infezione” – così stamane il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR Centro di Ricerca Internazionale per la Riduzione del Danno da Fumo, ha introdotto l’edizione 2020 del Forum Globale sulla Nicotina che ogni anno si svolge a Varsavia ma che, in ottemperanza alle restrizioni previste dal Covid, per la prima volta si è tenuto online e sarà disponibile sulla piattaforma youtube anche nei prossimi giorni. 

L’evento, iniziato oggi, si concluderà domani e prevede gli interventi di un panel scientifico di elevato prestigio internazionale. Tra loro: Gerry Stimson, David Sweanor, Clive Bates, Marewa Glover, Louise Ross e Konstantinos Farsalinos, e molti altri. 

Segui il programma

In questi mesi si è parlato molto dello stato di salute di fumatori, ex fumatori e vapers e sulle correlazioni esistenti tra fumo e Covid19. Ma è proprio su questo tema e sulla qualità degli studi scientifici condotti in questi ultimi mesi che il prof. Riccardo Polosa ha concentrato il suo intervento di oggi. 

L’approccio di questi mesi ha tenuto conto della difficoltà di ottenere molto spesso dati certi e verificati. Diversi sono gli studi analizzati ma, nello specifico, secondo uno studio francese condotto su un campione di alunni, insegnanti e genitori di un liceo nel nord della Francia, i fumatori hanno probabilità minori di contrarre il COVID-19 o sviluppare forme gravi. Dati simili provengo da uno studio trasversale inglese condotto su un campione di 3802 individui, dei quali 587 risultati positivi al tampone per il COVID19. Paragonando i dati dei risultati positivi con i record elettronici sanitari, i risultati ottenuti sono simili a quelli francesi. Ancora più interessanti – ha aggiunto lo scienziato catanese – sono i dati che provengono da uno studio condotto in Israele, dove l’approccio è notoriamente anti tabagismo e anti vaping. Su 114.545 individui, il 4% è risultato positivo al COVID-19, ovvero 4537 individui. Analizzando i dati medici, i fumatori risultano meno suscettibili all’infezione di circa il 45% rispetto ai non fumatori e il 20% rispetto agli ex-fumatori”.

La necessità e l’urgenza di trovare risposte scientifiche alla pandemia che ha bloccato il mondo intero ha purtroppo, secondo il professore, accelerato il lavoro scientifico ma ha perso di vista il punto più importante: la qualità degli studi. 

Mi rendo conto – ha detto Polosa – che la difficoltà dei ricercatori e degli scienziati è notevole, spaziando dalla mancanza di un numero di studi condotto su un campione abbastanza grande di popolazione sino alla impossibilità di reperire tutti i dati clinici e medici. In soli sei mesi, le riviste scientifiche hanno gestito un numero di pubblicazioni scientifiche sul COVD-19 pari al triplo delle pubblicazioni sulla sigaretta elettronica rese pubbliche in 10 anni. Questo non è sempre sinonimo di qualità. Rispettare gli standard internazionali previsti per lo studio degli strumenti a rischio ridotto invece deve essere una priorità” 

La nuova “malattia” dei più piccoli si chiama “abuso da schermi”

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Oltre 50% in più di tempo speso su digital device, la nuova “malattia” dei più piccoli si chiama abuso da schermi.

Si parla spesso in questo periodo delle possibili soluzioni per la ripartenza delle scuole da Settembre: divisori in plexiglass, frequentazione alternata nelle classi, divisioni in gruppi sono alcune delle possibili iniziative. Un fenomeno però sta prendendo piede in maniera decisa negli ultimi mesi e che potrebbe avere effetti enormi nello sviluppo soprattutto dei più piccoli: l’abuso da schermi.

Una ricerca statunitense segnalata da Axios svela un lato nascosto delle conseguenze della pandemia, a causa delle diverse limitazioni di socialità e dello “smart learning” con lezioni in videoconferenza: i bambini hanno aumentato notevolmente il loro tempo trascorso sui digital device (tv, pc, smartphone e tablet) e questo è dovuto in parte agli strumenti di condivisione delle lezioni ma soprattutto dall’isolamento sociale.

Con le scuole chiuse ed i genitori in smart working, che provano a portare avanti il loro lavoro nonostante alcuni non siano preparati adeguatamente, i bambini, passando molto più tempo a casa e non avendo molto da fare hanno iniziato ad abusare dei digital device: si stima un incremento del 50% del loro tempo passato davanti ad uno schermo rispetto all’inizio dell’isolamento. Le bambine, secondo la ricerca, sono più interessate alle app come TikTok e a quelle conversazionali mentre i bambini sono attratti dai giochi online. Questo utilizzo chiarisce la necessità intrinseca: si tratta infatti di forme di socializzazione che permettono un’interazione continua con i propri amici online o con i personaggi delle loro avventure.

Queste nuove abitudini hanno effetti dannosi sullo sviluppo neuro-cognitivo, l’apprendimento, il benessere, la vista, l’udito e le funzioni metaboliche e cardiocircolatorie. Le particolari luci degli schermi hanno conseguenze anche su tempi e qualità del sonno.

Stimolare la fantasia senza usare il digitale: l’approccio di Lunii “La fabbrica delle storie”

Un trend importante, già confermato dal report di PwC (Kids Digital Media Report 2019) che rivelava come il 40% dei nuovi fruitori di internet fossero bambini dai 6 ai 12 anni, per questo bisogna adottare delle soluzioni che tengano impegnati i più piccoli attraverso una componente interattiva sana, che non comprometta il loro sviluppo evolutivo.

Lunii, la startup focalizzata sul cambiare l’approccio al gioco dei bambini, ha creato “La fabbrica delle storie”, un piccolo dispositivo per i piccoli dai tre anni in su, privo di onde elettromagnetiche e schermi, in grado di sviluppare delle vere e proprie favole attraverso tasti multifunzione che consentono di intervenire nello sviluppo narrativo. Il bambino può infatti selezionare l’eroe che preferisce, il secondo protagonista e l’ambientazione, dando il via allo sviluppo della storia. Si possono ascoltare quarantotto favole ottenibili dai diversi incroci narrativi e se ne possono scaricare di nuove tramite l’applicazione per PC, MAC o Linux Luniistore. Il dispositivo consente l’interazione di cui i piccoli hanno ormai molto bisogno, stimolandone la fantasia e la creatività senza costringerli a tenere lo sguardo incollato ad uno schermo.

“Non è possibile fare finta di nulla sul problema dell’abuso da schermi, come Lunii ci sentiamo direttamente responsabili nella sensibilizzazione su questa tematica e vogliamo dare una soluzione alternativa ai genitori che a causa anche della chiusura di scuole ed attività si ritrovano senza reali alternative per gestire i più piccoli durante lo smartworking” spiega Lorenzo Asuni, Communications Manager di Lunii.

Storie di ex fumatori: il racconto di un “amore” mai cominciato

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Le storie di ex fumatori oggi continuano con le interviste di Gabriella Finocchiaro, la nostra giornalista antifumo sempre sul pezzo.

Tra i suoi ospiti, oggi arriva lo showman catanese, Ruggero Sardo.

Abbiamo chiesto a Ruggero quale fosse la sua esperienza legata al “vizio” del fumo e lui ce l’ha raccontata così:

“La mia storia con la sigaretta? È la storia di un “amore” finito male e cominciato ai tempi della scuola, dove la moda imponeva di fatto il giro di sigaretta, se non fumavi non eri nessuno! Così iniziai anche io ma il solo pensiero di poter dipendere da qualcuno o da qualcosa, figuriamoci da una bacchetta di tabacco di pochi centimetri, mi rendeva detestabile con me stesso e nei confronti degli altri. Una dipendenza che già intuivo mi avrebbe fatto prigioniero per sempre, così con questa consapevolezza smisi di fumare e soprattutto cambiai giro di amici. Negli anni a seguire attorno a me, in tanti, che per un motivo o per un altro cedevano alle lusinghe delle “bionde” ma io restavo fermo nel mio proposito di cedere ad altre “bionde” ben più belle e salutari di una triste sigaretta”.

Ruggero ci ha confessato che da sempre ha visto la sigaretta come qualcosa di triste e che intristisce, che isola, che dà un finto piacere. Conoscendo i vizi, ha sempre saputo purtroppo che non è facile resistervi, ma lui e le sigarette non sono mai andati d’accordo! Era come se ci fosse una incompatibilità di coppia! E che quando deve concedersi una deroga all’ira, preferisce magari 2 o 3 boccate ad un sigaro, in compagnia di un buon cognac in assoluta solitudine!

La storia di Ruggero, più che essere legata al “vizio” del fumo, sembrerebbe essere legata a una personale esperienza, quella di un amore mai cominciato, come lui stesso l’ha definita.

Le storie di ex fumatori nascono per raccontare storie di vita vera di chi è riuscito ad aprire la porta d’uscita dal tabagismo e Ruggero, che non si definisce come ex fumatore ma che capisce allo stesso tempo quanto sia difficile smettere, ha concluso così:

“Non giudico, non lo faccio per forma mentis, e non faccio caccia alle streghe nei confronti dei fumatori ma essendo ormai chiaramente consapevole di quanto il vizio del fumo faccia male mi piacerebbe tanto che le persone a me care non fumassero ma capisco la difficoltà nello smettere soprattutto quando lo si fa da tanti, troppi anni, ecco perché credo la cosa migliore sia proprio non cominciare! Insomma oggi a 45 anni mi vanto di non essere un fumatore, a parte il ricordo della parentesi scolastica, di non essere costretto ad uscire dai locali pubblici, magari in pieno inverno, per fare “2 boccate”, di non essere costretto in piena notte a cercare un distributore automatico per evitare la crisi d’astinenza, di non puzzare come un posacenere in una sala da gioco. In fondo è vero smettere di fumare è complicato ma non cominciare mai è molto più semplice! E soprattutto anche senza sigaretta, oggi nel mio piccolo, sono qualcuno!”

Il Forum Globale della Nicotina 2020 si svolgerà online

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9 Giugno 2020 – Il Forum Globale della Nicotina è il summit che ogni anno mette insieme esperti del tabacco e del vaping per discutere del futuro riguardante i rispettivi settori. Si tiene ogni anno a Varsavia, ma quest’anno, in ottemperanza alle restrizioni previste dall’emergenza Covid-19, si svolgerà online l’11 e il 12 giugno 2020.

Sulla scia della cosiddetta crisi “EVALI” e con la revisione della direttiva europea sui prodotti del tabacco e della nona sessione della Conferenza delle Parti sul Controllo del Tabacco all’orizzonte, il 2020 era già destinato ad essere un anno chiave per la riduzione del danno da tabacco e la scienza della nicotina.

Tuttavia, mentre la pandemia COVID-19 si diffondeva nel mondo, i dibattiti sull’impatto del fumo e dello svapo sulla suscettibilità e la gravità della malattia, insieme alla ricerca sul ruolo potenzialmente protettivo della nicotina, hanno solo accresciuto l’attenzione su questo campo. Gli attacchi alla riduzione del danno da tabacco si stanno intensificando e, ora più che mai, la politica deve essere informata da prove ben formate e guidate dalla scienza.

Le presentazioni dei 30 migliori relatori saranno presentate online e affronteranno argomenti sul tema della Nicotina: scienza, etica e diritti umani.

Saranno esaminati i progressi nella scienza della nicotina, gli argomenti etici a favore della riduzione del danno da tabacco e le questioni relative ai diritti umani per tutti coloro che sostengono il diritto alla salute.

Paddy Costall, co-direttore della conferenza, ha dichiarato:

“Da quando abbiamo iniziato nel 2014, il Forum Globale della Nicotina ha sempre accolto i partecipanti provenienti da una gamma estremamente diversificata di gruppi, professioni e discipline. In poche parole, crediamo nella libertà di espressione, nella libertà di associazione e nella libertà di parola. Nell’ultimo anno, l’intensità degli attacchi contro ricercatori, accademici e professionisti pro-tabacco per la riduzione del danno è aumentata in modo significativo. Come sempre, e forse ancora di più in questo anno critico, il Forum Globale è aperto a tutti con un interesse per la scienza e la politica della nicotina. È aperto a tutti coloro che vogliono ridurre il numero di morti e malattie legate al tabacco in tutto il mondo. Ed è aperto a tutti coloro che riconoscono che il controllo globale del tabacco fallirà senza l’aggiunta strategica della riduzione del danno da tabacco, sotto forma di un accesso diffuso a prodotti di nicotina più sicuri”.

E continua dicendo che:

Non vediamo l’ora di darvi il benvenuto l’11 e il 12 giugno e speriamo di vedere molti di voi a Varsavia, dove abbiamo in programma di incontrarci di nuovo nel giugno 2021″.

I punti salienti del programma riguarderanno:

  • Ultima scienza su nicotina, fumo, svapo e COVID-19 con Konstantinos Farsalinos e Riccardo Polosa;
  • Prospettive sull’etica e la riduzione dei danni con Clive Bates, Marewa Glover, Ethan Nadelmann, Fiona Patten, David Sweanor e Alex Wodak;
  • Michael Russell con Louise Ross;
  • I punti di vista dei consumatori, cosa ci sarà in arrivo nella regolamentazione, garantendo alle comunità emarginate di accedere alla riduzione del danno da tabacco e molto altro ancora.

Chiunque potrà partecipare all’evento, gratuitamente, da qualsiasi parte del mondo.

I partecipanti possono registrarsi ora e iniziare a seguire tutti gli aggiornamenti sul Forum Globale della Nicotina su Twitter e Facebook.

CoEHAR: al via una selezione pubblica per 4 nuovi ricercatori

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Catania, 8 Giugno 2020Al via un bando pubblico per l’affidamento di quattro borse di ricerca a giovani laureati in varie discipline, con scadenza fissata per il 26 Giugno 2020. La selezione rientra nell’ambito delle attività e dei progetti di ricerca avviati dal CoEHAR (Centro per la Riduzione del Danno da Fumo) dell’Università degli Studi di Catania, fondato dal prof. Riccardo Polosa.

Il nuovo progetto di ricerca del CoEHAR, è diretto dalla dr.ssa Renée O’Leary, è altamente innovativo. Il team selezionato lavorerà sulle revisioni degli studi pubblicati, valutandone criticamente la loro qualità e producendo relazioni di elevato spessore scientifico aggiornate in tempo reale e con un linguaggio semplice. Le revisioni sistematiche di questo tipo forniranno ai responsabili politici, agli operatori sanitari e ai consumatori, dati affidabili e aggiornati provenienti da studi di qualità per informare le loro decisioni su politiche e pratiche per ridurre i danni causati dal fumo.

L’obiettivo della ricerca è quello di fornire informazioni sugli effetti sulla salute derivanti dalla sostituzione delle sigarette convenzionali con prodotti alternativi a basso rischio, con particolare riferimento agli effetti nei sistemi cardiovascolare e respiratorio e sulla gestione del peso.

Il progetto di ricerca  che è denominato “Living Systematic Reviews: an innovative method for systematic reviews applied to the research on tobacco harm reduction, with particular reference to cardiovascular effects, respiratory effects and weight management” inizierà a Settembre 2020 e il compenso previsto per il ricercatore è di 26.000 euro/anno. Due di queste borse di studio sono riservate a laureati provenienti da paesi a basso e medio reddito.

La ricerca sulla riduzione del danno da fumo, a differenza di molti altri ambiti di ricerca, coinvolge molteplici professionalità afferenti a settori scientifici diversi. Tra le sfide della ricerca in questo campo vi è infatti quella di trovare, verificare e valutare gli studi che risultano essere imperfetti o addirittura già obsoleti vista l’incredibile quantità di pubblicazioni in atto.

La selezione è aperta sino al 26 Giugno, per maggiori informazioni sul bando: https://www.unict.it/it/bandi/ricerca-e-trasferimento-tecnologico/medclin-conferimento-4-borse-di-ricerca-su-%E2%80%9Cliving

OMS: nove fumatori su 10 iniziano a fumare prima dei 18 anni. Perché?

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Le strategie che oggi vengono utilizzate dall’industria del tabacco e della nicotina contribuiscono alla morte di otto milioni di persone l’anno. Ma ciò che preme maggiormente all’OMS, soprattutto quest’anno e in un periodo molto delicato come questo, è che le industrie che producono i prodotti, hanno continuato a farlo anche quando molte persone rischiavano la vita a causa del Covid-19.

La denuncia da parte dell’OMS scatta dal momento in cui le strategie di marketing cercano di coinvolgere i più giovani, per questo la Giornata Mondiale senza Tabacco celebrata lo scorso 31 maggio, ha avuto come fine quello di informare ed educare gli adolescenti.

Gli adolescenti che vengono visti e considerati come quella fascia d’età più vulnerabile a determinate strategie, come i destinatari più “papabili”.

Da un interessante articolo pubblicato da UN NEWS – Global perspective Human stories apprendiamo la dichiarazione di Ruediger Krech, direttore per la Promozione della Salute presso l’OMS, che afferma:

“Educare i giovani è vitale perché quasi nove fumatori su 10 iniziano prima dei 18 anni. Vogliamo fornire ai giovani le conoscenze per parlare contro la manipolazione dell’industria del tabacco”.

Tale avvertimento nasce dalla particolare premura che è stata rivolta alla delicata questione delle sigarette elettroniche che vengono considerate come uno strumento alternativo per smettere di fumare ma che risultano essere comunque molto dannose perché provocano malattie cardiache e polmonari. Da tenere in considerazione è anche la varietà dei gusti dei liquidi messi a disposizione dal mercato (dalla gomma da masticare a quello di caramelle) che viene offerta e soprattutto prodotta per attirare e coinvolgere tutti quei giovani che non si sono ancora approcciati al fumo. Quasi come se fosse un invito per invogliarli a provare.

Il marketing del tabacco, infatti, si cela anche all’interno dei film, dei videogiochi, delle serie televisive proprio per ammaliare quegli adolescenti che prendono esempio e imitano le abitudini del proprio personaggio preferito, trasmettendo così un messaggio non proprio educativo.

L’OMS ha lanciato un’iniziativa sui social network tanto amati dagli adolescenti, tra questi Tik Tok, fornendo una serie di attività formative attraverso le quali è possibile smascherare l’atto della manipolazione. Come? Mettendosi nel ruolo di chi sta dietro l’industria del tabacco e gestisce questo tipo di mercato.

Anche LIAF da tempo ha avviato un progetto di disseminazione della cultura antifumo nelle scuole, sin dalla più giovane età. I partecipanti alle varie giornate di promozione antifumo si sono sempre dimostrati interessanti e molto coinvolti.

“E’ dalle organizzazioni sociali più territoriali che si deve partire – ha detto il presidente Ezio Campagna – bisogna parlare ai ragazzi ed alle loro famiglie per mostrare tangibilmente i danni causati dal fumo e per evitare che chiunque possa approcciarsi al fumo di sigaretta convenzionale anche solo per una volta”.

Storie di ex fumatori: poiché si ama troppo la vita, si smette di fumare

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Continua il nostro appuntamento con storie di ex fumatori, e oggi è la volta della Senatrice del Movimento 5 Stelle, Cinzia Leone.

La Senatrice Leone che ha alle spalle un passato da ex fumatrice, si ricorda e racconta così:

“La curiosità di sperimentare una sigaretta, allora andavano di moda e tutti i miei compagni fumavano le Merit, risale ai primi anni novanta in concomitanza agli esami di maturità magistrale.

Sono stata una delle ultime della classe a iniziare a fumare, già tutte le mie compagne fumavano e seppur in tante circostanze mi chiedevano: la vuoi una sigaretta? Seguiva il mio puntuale… no, grazie!

Quando iniziò effettivamente a fumare?

Il mio incontro con la sigaretta avvenne in una circostanza di particolare tensione, ansia, preoccupazione: l’esame di maturità magistrale, risponde Cinzia.

Trascorsa la maturità la vita mi ha preservato dei momenti molti belli ed intensi, tanto che dopo pochi mesi s’interruppe questa malsana abitudine.

Iniziarono gli anni dell’università, e così che durante la preparazione dell’esame di matematica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, riaffiorò quell’ansia, quella “debolezza” che trovava conforto sulla sigaretta, sempre le Merit.

E così di nuovo, sostenuto l’esame, misi da parte la sigaretta.

Passarono tanti anni dall’ultima sigaretta, ancora una Merit, addivenendo ad una conclusione che, bisogna superare le proprie ansie, le proprie tensioni, che talvolta mi hanno anche aiutato a crescere a diventare una donna razionale, in dialogo costantemente con me stessa, accogliendo ciò che la vita mi ha voluto riservare dalla gioia delle mie quattro splendide figlie, all’essere Senatrice della Repubblica. Ciò comporta tanta responsabilità, preoccupazione e stress, gli spazi di Palazzo Madama sono corredate da zone per fumatori ma a differenza di 15 anni fa con determinazione e razionalità gestisco il mio sé e dunque, affermo con consapevolezza che non ho mai avuto il vizio del fumo, ci spiega oggi la Senatrice.

A distanza di tutto questo tempo, secondo lei, cos’è che l’ha spinta a smettere di fumare?

Inconsciamente è proprio come se avessi utilizzato la sigaretta in determinati periodi e poi sono riuscita ad abbandonarla, poiché amo troppo la vita non voglio farmi e fare del male, ho rispetto di me stessa e quindi degli altri.

Continuate a seguire le storie di ex fumatori. Un modo come altri di raccontarvi storie di vita vera, di chi è riuscito ad aprire la porta d’uscita dal tabagismo.