martedì, Giugno 24, 2025
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La primavera del sesso: perchè accendiamo una sigaretta subito dopo?

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sesso e fumo sigaretta

Con l’equinozio di primavera, caduto il 20 marzo, si è entrati ufficialmente nella primavera, la stagione del risveglio, celebrata nell’antica Roma durante le festività chiamate Floralia, e dedicate alla dea Flora.

Giornate più lunghe, più luce solare e ormoni in risveglio grazie all’aumento della dopamina: ergo, un risveglio del piacere di accompagnarsi al proprio partner.

Secondo uno studio norvegese, sarebbero più le donne a percepire un’intensità diversa nel desiderio sessuale, a differenza degli uomini, la cui produzione di testosterone sarebbe costante per tutto l’anno. Avviene solo nelle fredde lande del nord o è vero anche nel nostro bel Paese?

Ma soprattutto, come mai molti si accendono una sigaretta dopo aver fumato?

Dammi mille baci, poi cento/poi ancora mille, poi di nuovo cento..” declamava Catullo per la sua Clodia. Un atteggiamento controtendenza rispetto a molti uomini italiani che, finito di fare l’amore, sono scarni di affettuosità verso le proprie compagne. Per non parlare di chi decide di accendersi una sigaretta.

Lamentela giunta anche all’orecchio del Prof. Emmanuele Jannini, ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica all’Università di Roma Tor Vergata, con cui abbiamo cercato di capire quanto l’abitudine di accendersi una sigaretta dopo il sesso in realtà non sia proprio così salutare e rilassante.

Professore, il risveglio della primavera: c’è più voglia di fare sesso e anche più voglia di fumare?

Speriamo di no. Soprattutto perchè la primavera è anche il momento dei pollini e dell’asma e se ci aggiungiamo anche il fumo diventa un’idea estremamente stupida. Anzi la primavera, proprio perché c’è il desiderio di fare l’amore e stare assieme, è il momento ideale per smettere. Sappiamo infatti quanto il fumo, in particolare quello di sigaretta, sia estremamente pericoloso per la salute sessuale.

Perchè nell’immaginario collettivo, l’imagine è quella di accendere una sigaretta dopo il sesso?

Intanto è una immagine hollywoodiana, molto “machista”, con questo cowboy della Marlboro che in realtà sappiamo essere un impotente, proprio perché grande fumatore. Inoltre la sigaretta viene vissuta da molti fumatori come un elemento di distensione e rilassamento: ma se un atto già di per sè estremamente rilassante e piacevole ha bisogno di ulteriore rilassamento significa sostanzialmente che non è stato fatto tanto bene.

Quel gentiluomo che si accende la sigaretta subito dopo, a parte che non è educato perché insulta con il fumo passivo la compagna, è estremamente sbagliato come gesto: sostituirei l’accendersi una sigaretta con un abbraccio, considerando che moltissimi sono gli uomini che, nel periodo in cui non sono più eccitabili, si abbandonano ad altre cose e non continuano l’atto sessuale con quelle modalità che sono estremamente essenziali e molto apprezzate in ambito femminile.

Ci sono donne, molte mie pazienti, che lamentano proprio del fatto che i loro compagni siano refrattari nel momento in cui smettono di fare l’amore. La sigaretta rappresenta un vero e proprio distacco.

Il sessuologo Prof. Emmanuele Jannini

Dunque, quello che si guadagna nell’atto e nella piacevolezza, lo perdiamo accendendo una sigaretta?

Ed è la garanzia di non farlo la seconda volta dal momento in cui la sigaretta provoca una vasocostrizione, contraria a quella vasodilatazione che è necessaria per avere una nuova erezione, svolgendo dunque una specifica azione anti-sessuale. Toglie oltretutto ossigeno all’endotelio, che è l’organo sessuale per eccellenza.

Noi non lo sappiamo, ma facciamo l’amore con l’endotelio, perché è quello che permette l’erezione e la lubrificazione nella donna. La sigaretta invece provoca una incapacità a ripetere l’atto.

C’è un esperimento molto carino che faccio con i miei pazienti: chiedo ai fumatori che vengono da me per fare il doppler al pene, di rimanere cinque ore senza fumare. All’esame, si osserva una circolazione di sangue scarsa, ma sufficiente. Subito dopo, si recano in bagno a fumarsi una sigaretta e dopo soli cinque minuti il loro doppler è praticamente azzerato: i pazienti vedono così con i loro occhi l’effetto della sigaretta sul loro pene.

Sotto tutti i punti dei vista accendersi una sigaretta è una scelta stupida: per le conseguenze sull’asma, per l’identificazione con un simbolismo che non ha senso di esistere e perché non si può rifare sesso ancora.

Abbiamo dati sulle differenze in termini di erezione tra vaping e sigarette convenzionali?

Non ancora. Stiamo cercando di stimolare la ricerca in questa direzione. Posso dirle che la Società Italiana di Andrologia e di Medicina della Sessualità ha prodotto un documento pubblicato che dice specificamente che quando il focus è sulla performance sessuale e sulla salute sessuale in generale, la terapia è di eliminare qualsiasi tipo di tabacco in qualsiasi forma.

Quando abbiamo soggetti refrattari che non cessano comunque l’uso il tabacco, nella logica della riduzione del danno, la società italiana si è pronunciata a favore dell’utilizzo di soluzioni a rischio ridotto, ovviamente in quei soggetti in cui è impossibile agire diversamente.

Cliff Douglas: “Il mio consiglio all’OMS è quello di dire la verità”

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In un comunicato stampa dal titolo “Smetti di fumare per essere un vincitore”, l’OMS ha ribadito la propria posizione anti-svapo in vista del No Tobacco Day 2021. Ha inoltre denunciato come l’industria del tabacco – che promuove le sigarette elettroniche come valida alternativa per smettere di fumare – utilizzi strategie di marketing per catturare l’attenzione dei più giovani.

“Dobbiamo essere guidati dalla scienza e dagli studi scientifici, non dalle campagne di marketing dell’industria del tabacco, la stessa industria che si è impegnata per vendere prodotti che hanno ucciso centinaia di milioni di persone”, ha affermato il direttore generale dell’OMS, il Dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus“Le sigarette elettroniche generano sostanze chimiche tossiche, che sono state collegate a effetti nocivi sulla salute come malattie cardiovascolari e disturbi polmonari”.

Più di 8 milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno per cause legate al fumo. In questo contesto, dovrebbe essere impensabile che la principale organizzazione mondiale per la sanità pubblica abbia un approccio così ostile. 

Soprattutto quando i paesi che hanno assistito ad alcune delle maggiori riduzioni dei tassi di fumo hanno abbracciato strategie di riduzione del danno con successi già ampiamente dimostrati.

Il Giappone, ad esempio, ha registrato un calo di oltre il 40% nelle vendite di sigarette negli ultimi anni, in gran parte a causa dell’adozione su larga scala da parte della popolazione di prodotti che riducono l’esposizione a sostanze chimiche dannose rispetto alle sigarette. Altri esempi degni di nota includono i bassi tassi di cancro ai polmoni della Svezia che ha approvato l’uso dello snus e l’incoraggiamento del Regno Unito a svapare invece di fumare. Il servizio sanitario nazionale del Regno Unito è arrivato al punto di distribuire vaporizzatori gratuiti ai fumatori, una nuova sperimentazione che mira ad aiutare il maggior numero di fumatori possibili, distribuendo negli ospedali uno starter pack per il vaping.

Nel frattempo negli Stati Uniti, dove i tassi di svapo giovanile sono diminuiti, gli studi continuano a contrastare l’idea di un’epidemia di svapo adolescenziale.

“Lo svapo ha già funzionato per molti milioni di fumatori e molti esperti dell’Harm Reduction concordano sul fatto che un approccio sistemico alla riduzione del danno da tabacco potrebbe salvare la vita di centinaia di milioni di fumatori”, Clive Bates, esperto di controllo del tabacco ed ex direttore di Action on Smoking and Health (UK), ha dichiarato a Filter“Invece, i burocrati sanitari dell’OMS ignorano questa enorme opportunità”.

Man mano che la letteratura scientifica sui prodotti a rischio ridotto si rafforza, l’OMS sembra assumere una posizione sempre più insistente contro di loro, invece di accettare le opzioni che sembrano funzionare in diversi paesi in tutto il mondo.

“L’OMS afferma del tutto erroneamente, che il passaggio dal fumo di sigaretta, di gran lunga la principale causa di morte prematura e disabilità, a sigarette elettroniche molto meno dannose – non significa smettere di fumare”. Questo il commento di Cliff Douglas, direttore della University of Michigan Tobacco Research Network e ex vice presidente per il controllo del tabacco dell’American Cancer Society, che ha dichiarato al giornale internazionale Filter.

“La demonizzazione della nicotina da parte dell’OMS in questo modo sembra essere un tentativo di caratterizzare tutti i prodotti del tabacco come più o meno ugualmente dannosi, il che non potrebbe essere più sbagliato”, ha detto Douglas. “Il mio consiglio all’OMS è solo quello di dire la verità.

Royal College of Physicians: inaugurare una nuova fase nella lotta al tabagismo

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A quasi 60 anni dal primo rapporto del Royal College of Physicians sulla correlazione tra tabacco, fumo e salute, un nuovo rapporto dell’eminente centro di studi britannico esamina i progressi compiuti dal Regno Unito in vista del nuovo Piano nazionale anti-fumo.

Troppe generazioni nel Regno Unito sono state, e continuano ad essere, affette dalla dipendenza dal fumo di sigaretta. Per garantire che i nati oggi vivano la loro vita senza tabacco, dobbiamo prendere le misure necessarie per rendere il fumo obsoleto”

“In un’epoca storica in cui la medicina dimostra di essere in grado di risolvere qualsiasi crisi sanitaria che si presenti, questa è la nostra opportunità per fare della dipendenza da fumo e tabacco una storia del passato.” Così il Presidente del Royal College of Physicians Andrew Goddard a commento del rapporto.

Scritto da esperti provenienti da diversi settori e approvato dal Consiglio RCP, questo rapporto di 150 pagine fornisce un resoconto completo di tutti gli aspetti correlati al tabagismo nel Regno Unito. Attraverso i dieci capitoli del report si esaminano meticolosamente le varie dinamiche collegate al fumo nel Paese. Dagli effetti delle misure di controllo del tabacco alle conseguenze della promozione e le azioni di lobbying da parte delle aziende produttrici di sigarette.

Il fumo di tabacco è una piaga per la salute e la società. Le malattie tabacco-correlate, le morti premature, insieme al costo economico sul sistema nazionale a causa del consumo di tabacco toccano tutte le comunità del Regno Unito e sono tipicamente concentrate nelle zone più svantaggiate e vulnerabili della nostra società.”

“Per garantire che i nati oggi vivano la loro vita senza tabacco, dobbiamo adottare tutte le misure necessarie per rendere il fumo obsoleto” ha commentato Sanjay Agrawal Presidente del RCP Tobacco Advisory Group e Professore di Medicina Respiratoria dell’Università di Leicester.

Il report “Smoking and Health 2021: a coming of age for tobacco control” indica senza mezzi termini che- nonostante l’abbattimento del 75% nel numero totale di fumatori dagli anni ’60 ad oggi- il fumo da sigaretta sarebbe già stato eradicato se si fossero seguite alla lettera le politiche sostenute dal RCP nel 1962.

Tra le raccomandazioni, si sottolinea l’assoluta necessità di agire in tutte le dieci aree d’azione descritte minuziosamente dallo studio. In particolare, gli specialisti consigliano un azione globale che abbracci contemporaneamente le priorità descritte non limitandosi solo a misure sanitare che da sole non sarebbero sufficienti per ottenere un risultato a 360 gradi.

A questo proposito il report contiene raccomandazioni sulla politica fiscale, le best practises per eliminare la pubblicità di sigarette da parte dei media, le priorità da seguire per il trattamento della dipendenza da tabacco, la realizzazione di campagne globali per la cessazione, fino ad arrivare allo stabilire una età legale minima per la vendita di prodotti a base di tabacco.

Turchia: l’esempio da non seguire per smettere di fumare

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In Turchia un uomo ha architettato un modo curioso per smettere di fumare ed ha costruito una gabbia che indossa sul capo quando non è in casa per evitare, così, di portare le sigarette alla bocca. Questo avviene ogni giorno, prima di andare al lavoro e dopo aver lasciato la chiave del suo aggeggio a sua moglie e ai suoi figli.

La notizia viene ripresa da Ladbible.com che sottolinea come la decisione sia arrivata dopo che l’uomo, di nazionalità turca, si è reso conto di aver fumato due pacchetti di sigarette ogni giorno da quando aveva 16 anni. Da quando suo padre è morto di cancro ai polmoni, Ibrahim ha quindi deciso che fosse ora di smetterla per la sua salute e per guardare la sua famiglia crescere.

Secondo l’International Business Times, i suoi precedenti tentativi di liberarsi dall’abitudine sono sempre falliti, motivo per cui sua moglie lo sostiene, nonostante fosse inizialmente imbarazzata dalla prospettiva.

La cattiva abitudine del fumo può portare, pur di riuscire nell’intento di eliminarla definitivamente, a metodi troppo estremi come questo concepito in Turchia.

Noi di LIAF vi invitiamo a non prendere in considerazione né tantomeno come esempio da seguire un gesto così aggressivo e vi consigliamo di entrare nel mondo della smoking cessation adottando soluzioni diverse. Negli ultimi anni, l’avvento dei dispositivi a rischio ridotto ha riscontrato un enorme successo e ha dimostrato grande efficacia di risultati, aiutando migliaia di persone a smettere di fumare definitivamente. 

Affidarsi ad un consulente antifumo è il primo step. La consulenza specifica di un esperto di smoking cessation consente di uscire dal tabagismo scegliendo la soluzione più adatta alle singole esigenze di ciascuno e assicura un più veloce raggiungimento dell’obiettivo.

Ricerca CoEHAR tra gli studi di riferimento in Kazakistan per le Politiche di riduzione da danno da fumo

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Lo studio CoEHAR è il primo al mondo a descrivere gli effetti a lungo termine dell’uso quotidiano delle sigarette elettroniche sulla salute dei pazienti con BPCO.

Secondo l’OMS, la BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) nel 2019 è stata la terza causa di morte dopo le malattie coronariche e l’ictus. Tra le cause principali, il fumo da sigaretta.

In Kazakistan, secondo le statistiche ufficiali, l’incidenza della BPCO è di 360-500 casi ogni 100mila abitanti. Tuttavia, nel biennio 2013-2015, è stato condotto uno studio epidemiologico indipendente sulle malattie respiratorie croniche ostruttive CORE (Chronic Obstructive Respiratory Diseases) che ha dimostrato come i casi di BPCO nel paese siano 17 volte superiore ai dati ufficiali e potrebbero raggiungere gli 1,5 milioni di casi.

Una delle scoperte più importanti dello studio del Centro di Ricerca catanese è stata che l’incidenza della BPCO è stata gradualmente ridotta di circa il 40% in chi ha smesso o diminuito in modo significativo il numero di sigarette convenzionali fumate dopo il passaggio alle sigarette riscaldate.

Sono stati infatti osservati miglioramenti costanti nella salute generale e nell’attività fisica in pazienti con BPCO che hanno ridotto significativamente il loro consumo giornaliero di sigarette grazie al passaggio alle sigarette elettroniche.

Ecco perchè la ricerca condotta dal Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, apre nuovi scenari di politiche sanitarie e di Riduzione da danno da fumo nell’ex-repubblica sovietica

Nonostante la dimensione del campione relativamente piccolo, i risultati di questo studio suggeriscono come l’uso a lungo termine dei sistemi di tabacco riscaldato non rappresenta un problema di salute significativo per i pazienti con BPCO. Sebbene questa sia la prima volta che uno studio del genere viene effettuato, i risultati sono sorprendenti” ha affermato il Prof. Polosa.

La conclusione è coerente con la nostra conoscenza della composizione chimica del fumo di tabacco e della patogenesi della BPCO negli ultimi 30-40 anni. Siamo convinti che la sostituzione delle sigarette tradizionali con fonti non combustibili di nicotina e, in particolare, con i sistemi di riscaldamento del tabacco, porterà a miglioramenti significativi” ha poi aggiunto.

Commentando lo studio degli scienziati italiani Bakhyt Tumenova– a capo della Fondazione kazaka Aman-Saulyk impegnata da anni nella promozione di politiche sanitarie e di protezione sociale nel paese– ha sottolineato l’importanza di questo studio per implementare una politica di sostituzione delle sigarette convenzionali con le Ecig e come questo possa inaugurare un nuovo approccio nella prevenzione delle malattie tabacco-correlate tra i fumatori in Kazakistan.

I prodotti a base di tabacco causano una serie di malattie, tra cui il cancro ai polmoni e la BPCO, che possono causare gravi danni alla salute. Quando si utilizza il tabacco tradizionale, il fumatore assorbe non solo la nicotina, ma anche circa 6-8 mila diversi composti chimici che si formano durante il fumo, inclusi più di 100 composti molto pericolosi per la salute.

Questo studio ha confermato ancora una volta che la principale causa di danni ai polmoni negli esseri umani è il fumo di tabacco che si forma durante la combustione. Lo studio italiano ha inoltre dimostrato come i pazienti che sono passati ai sistemi di tabacco riscaldato nonostante abbiano continuato ad assorbire nicotina abbiano migliorato significativamente il decorso della malattia” ha sottolineato la Tumenova.

Tobacco Tax Equity Act: il fallimento della prospettiva USA

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Recentemente approdata al vaglio della Commissione del Senato americano, il “Tobacco Tax Equity Act of 2021” rappresenta l’ennesima iniziativa americana istituita con la motivazione pretestuosa di “salvare le future generazioni dallo spettro della dipendenza tabagica”.

L’iniziativa democratica, capeggiata del senatore Dick Durbin, propone un disegno di legge per aumentare l’aliquota fiscale sulle sigarette, fissandola a uno stesso livello per tutti i prodotti dell’industria del tabacco, sigarette elettroniche incluse.

Avevamo già trattato di una precedente decisione statunitense di istituire un nuovo e complesso sistema di approvazione per la produzione e la commercializzazione di tutti i prodotti contenenti tabacco.

Il nuovo iter da presentare all’FDA ha semplicemente aumentato la disparità tra i colossi dell’industria del tabacco, più avvezzi e con più mezzi disposizione per presentare una domanda efficace, e i piccolo produttori indipendenti di prodotti per il vaping.

La nuova proposta di introdurre un ulteriore scoglio per il mondo dei dispositivi elettronici, questa volta sotto forma di tassa, sembra ignorare completamente i risultati e le evidenze scientifiche che dimostrano, anche negli stessi Stati Uniti, l’efficacia delle sigarette elettroniche nei percorsi di smoking cessation.

Oltre al chiaro intento economico di aumentare le entrate federali, la legge vuole tutelare i più giovani dalle tattiche di adescamento del mondo del tabacco. Certo che, nel corso della storia, tuti gli esempi di proibizionismo non hanno fatto altro che aumentare l’appeal nel confronti di un qualcosa di “vietato”, incentivando la produzione sottobanco e la contraffazione.

Esempio ben noto, la polmonite da svapo che due anni fa negli USA aveva causato diversi morti, dovuta all’utilizzo di liquidi contraffatti e venduti sul mercato nero.

Tassazioni più elevate e leggi cavillose impediscono che prodotti molto più controllati e regolamentati possano affacciarsi sul mercato, favorendo quindi il monopolio dei grandi attori della produzione del tabacco.

L’atteggiamento oscurantista che aleggia sui dispositivi elettronici, che impedisce la diffusione di una corretta informazione scientifica in materia, invia un segnale sbagliato ai fumatori, i quali non si approcceranno dispositivi meno dannosi, ma continueranno a fumare, alimentando un vizio le cui conseguenze sulla salute sono note.

Ma quali sono le motivazioni alla base del dibattito americano sulla chiusura legislativa nei confronti dei prodotti a rischio ridotto?

Abbiamo cercato di chiarire gli aspetti della vicenda con Patricia Kovacevic, Global Legal and Regulatory Strategist.

Lawyer, global regulatory expert

Patricia, come si configura questa nuova iniziativa americana?

Negli USA ci sono state iniziative recenti per discutere la possibilità di introdurre una nuova tassa federale sui prodotti del vaping, e aumentare così anche le tasse esistenti sulle sigarette, oltre a recenti annunci da parte dell’FDA di raggiungere uno standard di produzione per le sigarette al mentolo.

I senatori democratici che hanno introdotto il cosiddetto “Tobacco Tax Equity Act of 2021” hanno invocato, così come da previsioni, la sicurezza dei bambini americani, insieme a maggiori introiti federali. La spesa eccessiva autorizzata dalla nuova amministrazione deve essere compensata con alcune entrate.

Secondo la mia opinione, non ci sarà un supporto sufficiente per questa iniziativa e, inoltre, tassare un prodotto con un profilo di rischio significativamente ridotto in un modo che suggerisca che lo stesso prodotto comporti un rischio per la salute significativo è una forma di intervento governativo sul mercato che manda il messaggio sbagliato ai fumatori, e li rimanda al fumo.

Ci sono molte forme di disinformazione e una di queste è la disinformazione per omissione. Non discutere onestamente e in maniere aperta i potenziali benefici per la salute pubblica di passare dalle sigarette a prodotti chiaramente meno dannosi, significa che le autorità, quelle di salute pubblica in particolare, stanno deludendo i propri cittadini, in qualunque nazione questo avvenga.

Qual è il focus di questi interventi?

Continua a sorprendere tutti noi impegnati nell settore dell’harm reduction come il focus di questi interventi non sia l’indirizzare i fumatori verso opzioni realistiche, immediate, meno dannose e raggiungere obiettivi che davvero siano utili e migliorano la qualità della vita dei fumatori, ma scegliere azioni remote e forse inapplicabili basate essenzialmente sul loro impatto mediatico. 

Ci sono così tante azioni immediate che le agenzie governative possono intraprendere, per incominciare, per fornire informazioni complete, accurate e non fuorvianti che rappresentino il quadro completo e consentano ai consumatori di prendere decisioni informate e riguadagnare la fiducia nei loro governi, ora più che mai. Fiducia che è stata recentemente erosa da misure discriminatorie e soggettive che hanno ripercussioni su tutto il pianeta.

Ricordiamoci che ci vuole molto tempo per ottenere la fiducia e una sola decisione sbagliata per perderla.

No Tobacco Day 2021: a Catania l’evento per i medici italiani

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Torna, come ogni anno ma di nuovo in presenza, l’evento promosso dal CoEHAR dell’Università degli Studi di Catania in occasione del World No Tobacco Day. L’appuntamento è per Lunedì 31 Maggio 2021 dalle ore 9.30 alle 13.30 presso il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania (comparto 8, aula conferenze) per un convegno formativo che sarà visibile anche dalla piattaforma zoom e dai nostri canali social in diretta streaming.

Per l’edizione 2021 il titolo del convegno è “Covid e Fumo: strategie innovative per ridurre i danni correlati al fumo, un momento di riflessione che sarà occasione anche per informare e formare gli operatori sanitari italiani sulle strategie e gli strumenti utili per smettere di fumare.

Si può partecipare al convegno sia online, sia in presenza iscrivendosi dalla piattaforma ECMpa, con la possibilità di richiedere i crediti necessari per la formazione e l’aggiornamento su alcune tematiche specifiche in ambito sanitario.

Un evento speciale che vedrà la partecipazione anche del giornalista de “Le Iene” Matteo Viviani, impegnato in una lunga intervista con il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

L’edizione 2021 del No Tobacco Day del CoEHAR è realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, il Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele e, naturalmente come sempre, con Lega Italiana Anti Fumo e LIAF Magazine che racconterà in diretta tutti i contenuti del convegno con interviste a approfondimenti.

Tra gli speaker del convegno, gli scienziati più noti del Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da Fumo. Tra loro cardiologi, epidemiologi, oncologi, oculisti, dentisti, farmacologi, diabetologi, informatici e avvocati, tutti pronti ad affrontare il tema della riduzione del danno da ogni ambito di ricerca analizzato.

Interventi già confermati:

  • Sindaco della Città Metropolitana di Catania, Salvo Pogliese
  • Direttore Generale AOU Policlinico “G.Rodolico-S.Marco”, Gaetano Sirna
  • Presidente dell’Ordine dei Farmacisti , Giovanni Puglisi
  • Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri, Ignazio La Mantia
  • Presidente UNICEF Italia, Carmela Pace
  • Responsabile dell’U.O. Formazione e Aggiornamento AOU Policlinico “G. Rodolico – San Marco”, Angelo Gambera

INTRODURRANNO I LAVORI

  • Fondatore CoEHAR, Riccardo Polosa
  • Direttore CoEHAR, Giovanni Li Volti
  • Presidente LIAF Lega Italiana Anti Fumo, Ezio Campagna

Matteo Viviani, giornalista de “Le Iene” intervista il prof. Riccardo Polosa

INTERVENTI

  • Aldo Calogero – Strategie per ridurre i danni sulla salute sessuale legati al fumo 
  • Davide Capodanno – Fumo e malattie cardiovascolari
  • Antonio Longo – Patologie oculistiche e fumo
  • Filippo Caraci – Effetti neurobiologici e farmacologici della nicotina
  • Gaetano Bertino – Policlinico Smoke Free (le nuove frontiere)
  • Giancarlo Ferro – Regolamentazione italiana sul vaping
  • Margherita Ferrante – Tossicologia del fumo e dello svapo 
  • Nando Rapisarda – Policy aziendali per far smettere di fumare nei luoghi di lavoro
  • Nello Cimino – Vie urinarie e patologie correlate al fumo
  • Pasquale Caponnetto – Incentivi e motivazioni psicologiche per far smettere di fumare
  • Eugenio Pedullà – Smile Study: gli strumenti utili a ridurre i danni da fumo sulla salute dentale 
  • Gaetano Isola  Gli effetti del danno da fumo sulla salute orale
  • Sebastiano Battiato – Innovazioni tecnologiche per la smoking cessation 
  • Venera Tomaselli – Troina, il case study sul contenimento della pandemia 

Per iscriverti all’evento clicca qui: http://formazione.csmct.it/EcmPA/

FDA statunitense: le ECIG salveranno 400mila vite entro 2052

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Un recente studio americano finanziato dalla U.S Food and Drugs Administration (FDA) e dal National Cancer Institute (NCI) ha dimostrato come i prodotti alternativi alle sigarette aiuteranno a salvare circa 400 mila vite entro il 2052.

E’ un dato di fatto, dal 1964 ad oggi l’incidenza del fumo da tabacco negli Stati Uniti è diminuita tra la popolazione statunitense di oltre il 50% grazie alle politiche di controllo del tabacco e – in particolare- grazie all’aumento delle tasse sulle sigarette, le politiche anti-fumo, le campagne mediatiche contro il tabacco e le restrizioni all’accesso da parte dei giovani.

Tuttavia, potrebbe non bastare. Lo studio della FDA mostra come i modelli di simulazione utilizzati- nonostante indichino una diminuzione costante nell’incidenza del fumo attraverso le politiche attuali- sottolineano come questa prevalenza del tabagismo non scenderà al di sotto del 10% per almeno altri due decenni.

Situazione che però potrebbe modificarsi drasticamente, grazie all’impatto benefico dei prodotti alternativi alle sigarette convenzionali.

Lo studio ha infatti comparato, tramite simulazione, differenti scenari in cui si prendevano in considerazione un lasso di tempo in cui non vi era la diffusione di prodotti alternativi con un altro intervallo in cui questi dispositivi si sono diffusi maggiormente.

Incidenza dei prodotti alternativi alle sigarette convenzionali sui fumatori di sesso maschile a partire dal 2012

In particolare è stato preso in esame il periodo 1993–2012, prima che l’uso di prodotti alternativi diventasse comune, per poi compararlo con il periodo 2012-2018 al fine di valutare l’efficacia di tali dispositivi con la prevalenza generale di fumatori nella popolazione generale.

Incidenza dei prodotti alternativi alle sigarette convenzionali sui fumatori di sesso femminile a partire dal 2012

I risultati del modello hanno quindi suggerito che i prodotti alternativi alla sigaretta convenzionale hanno avuto un ruolo importante nel ridurre l’incidenza del fumo, specialmente nelle fasce di età più giovani.

Per il periodo 2012-2018 i ricercatori hanno stimato come che la prevalenza del fumo negli adulti sia diminuita in termini relativi del 9,7% per gli uomini e del 10,7% per le donne con un impatto maggiore localizzato principalmente nel range di età tra i 18-44 anni.

See Through The Symptoms: la campagna per non trascurare le malattie nei non fumatori

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See Through The Symptoms, la nuova campagna lanciata da tre associazioni britanniche con l’obiettivo di sensibilizzare anche i non fumatori, invita i medici a non trascurare malattie come il tumore del polmone.

Lo scopo della campagna è quello di migliorare la capacità dei medici di base di cogliere i segni precoci del carcinoma polmonare nei non fumatori, e spingerli a considerare il cancro ai polmoni come una diagnosi plausibile anche nelle persone che non hanno mai fumato.

Quando si parla di tumore del polmone si intende una patologia – la settima causa più comune di morte nel mondo- strettamente collegata al fumo. L’85% delle persone che ne soffrono è o è stato un accanito fumatore. Ma resta quel 25% di casi tra i non fumatori.

Il messaggio promosso dalla campagna è: “Se chi fuma rischia molto di più, chi non fuma non è a rischio zero”.

Jenny Abbott, presidente di EGFR Positive UK, una delle tre associazioni coinvolte nel progetto, insieme ad ALK Positive UK e alla Ruth Strauss Foundation, ha spiegato al The Guardian: “il carcinoma polmonare nei non fumatori può essere difficile da diagnosticare, ma l’incidenza della malattia nelle persone che non hanno mai fumato è in aumento. Il fatto che tante persone vengano diagnosticate quando la malattia è a uno stadio avanzato indica che la questione è sottovalutata dai medici di base”.

Tra le voci, anche quella di Silvia Novello, docente di Oncologia Medica all’Università di Torino e presidente di Walce, Women Against Lung Cancer in Europe, associazione di pazienti nata 15 anni fa per sensibilizzare e informare le donne e i medici su un tumore, il carcinoma polmonare, senza differenze particolari tra fumatori e non fumatori.

Ma quali sono gli altri fattori di rischio da non sottovalutare?

Sicuramente oltre al fumo di sigaretta il fumo passivo, che spesso e volentieri non viene considerato come causa ma che in realtà ha un effetto devastante sulla salute.

L’invito della campagna britannica See Through The Symptoms sottolinea inoltre come il tumore al polmone non sia una patologia che colpisce solo gli uomini ma anche le donne, è suggerisce di non abbassare mai la guardia.

TikTok e antifumo: quando i social aiutano

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Sono una piattaforma di svago, di condivisione e di networking. Ma che succede quando i social diventano un luogo dove informarsi e sensibilizzarsi sul tema del fumo?

Ne abbiamo parlato con diversi influencer che trattano il tema del fumo e della prevenzione tra i giovani.

“Dopo un primo periodo dove trattavo vari argomenti, mi sono concentrato sul campo medico con lo scopo di fare informazione scientifica: un’informazione che sia comprensibile a tutte le persone, di ogni estrazione sociale e culturale, così da sfatare miti in ambito medico, rispondendo anche e soprattutto a curiosità che tutti ci siamo domandati almeno una volta nella vita e riportando dati e informazioni corrette sulla realtà scientifica dei fatti”.

Per quanto riguarda il tema del fumo di sigaretta ritengo sia mio dovere come futuro medico sensibilizzare su questo problema troppo sottovalutato soprattutto dai giovani e giovanissimi. Per tale motivo ho deciso di fare vari video che trattassero la tematica del fumo nelle sue varie sfaccettature, dai tipi di dispositivi atti al fumo (sigaretta, sigaro, e-cig e riscaldatori di tabacco) alle patologie che ne possono derivare, passando dagli effetti che le varie sostanze contenute nel fumo comportano sulle varie strutture corporee“.

Federico Previtera, classe 1996, laureando in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia. Il suo profilo TikTok @fedprevitera

“Abbiamo deciso di aprire il progetto Fast Medicine per portare la medicina nella quotidianità del maggior numero di persone possibili, in modo particolare in quella dei più giovani. Ci siamo chiesti quale fosse il modo più innovativo e meno “battuto” per divulgare rapidamente e su larga scala e quindi abbiamo scelto TikTok per la sua popolarità tra i giovanissimi.”

“I pregiudizi erano tanti riguardo questa piattaforma: che posto avrebbero trovato dei video di divulgazione medico-scientifica tra un balletto e l’altro? Poi però ci siamo dovuti ricredere. I ragazzi avevano bisogno di questo tipo di contenuti e noi dovevamo solo convertire il nostro linguaggio, la forma, per renderli adatti a questa piattaforma. La combinazione è stata vincente, e oggi siamo molto fieri di quello che abbiamo creato e della piccola comunità che ci sostiene. Oggi la community dei medici si è allargata su TikTok e siamo felici di farne parte”.

Gabriele e Francesco sono due giovani medici originari di Modena. Il loro canale TikTok è @Fast_medicine

“Sono ormai sei anni che ho smesso di fumare e circa due anni che ho abbandonato anche la sigaretta elettronica. Ho aperto il mio canale su TikTok principalmente perché voglio condividere la mia esperienza e provare a spiegare a quante più persone possibili come sono riuscito a smettere grazie a tre semplici cose: la volontà, un libro e un obiettivo ben fisso in testa“.

Ecco i link ai suoi video su TikTok:

https://vm.tiktok.com/ZMegK3g7p/

https://vm.tiktok.com/ZMegEJmBr/

https://vm.tiktok.com/ZMegKtrUG/

Andrea Sarracino e un ex fumatore. Il suo canale TikTok è @andre.sarracino