mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Tobacco Tax Equity Act: il fallimento della prospettiva USA

Recentemente approdata al vaglio della Commissione del Senato americano, il “Tobacco Tax Equity Act of 2021” rappresenta l’ennesima iniziativa americana istituita con la motivazione pretestuosa di “salvare le future generazioni dallo spettro della dipendenza tabagica”.

L’iniziativa democratica, capeggiata del senatore Dick Durbin, propone un disegno di legge per aumentare l’aliquota fiscale sulle sigarette, fissandola a uno stesso livello per tutti i prodotti dell’industria del tabacco, sigarette elettroniche incluse.

Avevamo già trattato di una precedente decisione statunitense di istituire un nuovo e complesso sistema di approvazione per la produzione e la commercializzazione di tutti i prodotti contenenti tabacco.

Il nuovo iter da presentare all’FDA ha semplicemente aumentato la disparità tra i colossi dell’industria del tabacco, più avvezzi e con più mezzi disposizione per presentare una domanda efficace, e i piccolo produttori indipendenti di prodotti per il vaping.

La nuova proposta di introdurre un ulteriore scoglio per il mondo dei dispositivi elettronici, questa volta sotto forma di tassa, sembra ignorare completamente i risultati e le evidenze scientifiche che dimostrano, anche negli stessi Stati Uniti, l’efficacia delle sigarette elettroniche nei percorsi di smoking cessation.

Oltre al chiaro intento economico di aumentare le entrate federali, la legge vuole tutelare i più giovani dalle tattiche di adescamento del mondo del tabacco. Certo che, nel corso della storia, tuti gli esempi di proibizionismo non hanno fatto altro che aumentare l’appeal nel confronti di un qualcosa di “vietato”, incentivando la produzione sottobanco e la contraffazione.

Esempio ben noto, la polmonite da svapo che due anni fa negli USA aveva causato diversi morti, dovuta all’utilizzo di liquidi contraffatti e venduti sul mercato nero.

Tassazioni più elevate e leggi cavillose impediscono che prodotti molto più controllati e regolamentati possano affacciarsi sul mercato, favorendo quindi il monopolio dei grandi attori della produzione del tabacco.

L’atteggiamento oscurantista che aleggia sui dispositivi elettronici, che impedisce la diffusione di una corretta informazione scientifica in materia, invia un segnale sbagliato ai fumatori, i quali non si approcceranno dispositivi meno dannosi, ma continueranno a fumare, alimentando un vizio le cui conseguenze sulla salute sono note.

Ma quali sono le motivazioni alla base del dibattito americano sulla chiusura legislativa nei confronti dei prodotti a rischio ridotto?

Abbiamo cercato di chiarire gli aspetti della vicenda con Patricia Kovacevic, Global Legal and Regulatory Strategist.

Lawyer, global regulatory expert

Patricia, come si configura questa nuova iniziativa americana?

Negli USA ci sono state iniziative recenti per discutere la possibilità di introdurre una nuova tassa federale sui prodotti del vaping, e aumentare così anche le tasse esistenti sulle sigarette, oltre a recenti annunci da parte dell’FDA di raggiungere uno standard di produzione per le sigarette al mentolo.

I senatori democratici che hanno introdotto il cosiddetto “Tobacco Tax Equity Act of 2021” hanno invocato, così come da previsioni, la sicurezza dei bambini americani, insieme a maggiori introiti federali. La spesa eccessiva autorizzata dalla nuova amministrazione deve essere compensata con alcune entrate.

Secondo la mia opinione, non ci sarà un supporto sufficiente per questa iniziativa e, inoltre, tassare un prodotto con un profilo di rischio significativamente ridotto in un modo che suggerisca che lo stesso prodotto comporti un rischio per la salute significativo è una forma di intervento governativo sul mercato che manda il messaggio sbagliato ai fumatori, e li rimanda al fumo.

Ci sono molte forme di disinformazione e una di queste è la disinformazione per omissione. Non discutere onestamente e in maniere aperta i potenziali benefici per la salute pubblica di passare dalle sigarette a prodotti chiaramente meno dannosi, significa che le autorità, quelle di salute pubblica in particolare, stanno deludendo i propri cittadini, in qualunque nazione questo avvenga.

Qual è il focus di questi interventi?

Continua a sorprendere tutti noi impegnati nell settore dell’harm reduction come il focus di questi interventi non sia l’indirizzare i fumatori verso opzioni realistiche, immediate, meno dannose e raggiungere obiettivi che davvero siano utili e migliorano la qualità della vita dei fumatori, ma scegliere azioni remote e forse inapplicabili basate essenzialmente sul loro impatto mediatico. 

Ci sono così tante azioni immediate che le agenzie governative possono intraprendere, per incominciare, per fornire informazioni complete, accurate e non fuorvianti che rappresentino il quadro completo e consentano ai consumatori di prendere decisioni informate e riguadagnare la fiducia nei loro governi, ora più che mai. Fiducia che è stata recentemente erosa da misure discriminatorie e soggettive che hanno ripercussioni su tutto il pianeta.

Ricordiamoci che ci vuole molto tempo per ottenere la fiducia e una sola decisione sbagliata per perderla.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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