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Olanda: Lidl gioca d’anticipo ed elimina il tabacco

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Giocare d’anticipo ed eliminare le sigarette dagli scaffali si può ed è quello che qualche giorno fa ha fatto l’azienda tedesca Lidl, il grande colosso della distribuzione alimentare.

Diversamente dall’Italia, in Olanda è consentita la vendita di prodotti a base di tabacco anche all’interno dei negozi di alimentari, motivo per cui il governo dell’Aia sta cercando di vendere tabacco sempre in meno posti. Da diversi anni, ormai, l’obiettivo del governo olandese è quello di eliminare quello che è uno dei principali canali di approvvigionamento per il fumatore, inserendosi nel più ampio programma di contrasto al fenomeno della dipendenza dal tabagismo.

Procedendo verso questa direzione, i distributori di alimentari olandesi non saranno gli unici ad attuare queste restrizioni, infatti nel 2022 saranno vietati anche i distributori di sigarette e si proseguirà nel 2023 con il vietare pure le vendite di tabacco online. La vendita di sigarette sarà consentita solo nei negozi specializzati.

Una scelta etica importante quella dell’azienda tedesca. La scelta, proveniente dalla predisposizione dello stato olandese a fare smettere di fumare ed eliminare del tutto il fumo, è un grande passo che avrà effetti a livello nazionale e internazionale.

Secondo Tobacco Atlas si stima che in Olanda vi sia ancora una percentuale del 17% di cittadini che sono dipendenti dal tabacco, ma da quanto afferma il Segretario di Stato olandese Paul Blokhuis, si auspica che “questa importante scelta etica possa essere seguita anche dalle altre grandi distributori di alimentari”.

Fumo e allattamento: perché bisogna evitare

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Il fumo, nemico per eccellenza della salute di tutti, lo è soprattutto del feto e della fertilità. Anche l’esposizione al fumo passivo mette in pericolo la salute, la sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini sia prima che dopo la nascita.

Si conoscono, ormai, i rischi che il fumo comporta per le donne in gravidanza, ma sappiamo perché è importante smettere completamente ed evitare di fumare durante l’allattamento?

Sono diverse le ragioni per cui si dovrebbe evitare questa cattiva abitudine ma a maggior ragione nei confronti di una vita che sta per arrivare, smettere di fumare è un obbligo!

Secondo alcuni studi, da 5 a 8 donne su 10 ricadono nella cattiva abitudine del fumo dopo i primi sei mesi dalla nascita del bambino e questo quasi sempre comporta riprendere a fumare proprio durante il periodo dell’allattamento. Le sostanze nocive che vengono rilasciate dalla sigaretta attraversano la placenta e raggiungono il feto, ecco perché si dovrebbe assolutamente evitare di riprendere a fumare.

Quali sono i motivi per cui non si dovrebbe fumare durante l’allattamento?

  • A prescindere dal modo in cui si nutre il bambino appena nato (al seno o con il latte artificiale) il fumare rappresenta un fattore di rischio molto alto. Considerato che il latte materno fornisce le sostanze nutrienti della crescita quali le proteine, i grassi, i minerali ed i carboidrati, è un nutrimento prezioso per il bimbo ed è bene che la madre non fumi. Inoltre, il latte materno nelle donne che fumano risulta avere un minore apporto di vitamine e antiossidanti e ha di conseguenza una minore capacità di proteggere il bambino dagli agenti infettivi.
  • Durante l’allattamento al seno, le quantità di nicotina ed altri prodotti chimici nocivi sono molto elevate e vengono tutte trasferite al bambino attraverso il latte materno. La quantità di nicotina nel latte dipende dal numero delle sigarette che la madre fumerebbe durante il giorno e la stessa quantità accumulata di nicotina nel latte materno è la doppia quantità di nicotina che si trasferisce attraverso la placenta durante la gravidanza.
  • Rispetto agli adulti, gli effetti della nicotina sono maggiori nei neonati perché il tempo di eliminazione di questa sostanza nei più piccoli è superiore. Oltre ai danni molto gravi che possono causare al sistema circolatorio, al fegato e ai polmoni, possono alterare i ritmi del sonno e della veglia.

Per chi non riuscisse a distaccarsi da questa cattiva abitudine, per il bene e la prevenzione del vostro bambino, è consigliabile rivolgersi a degli esperti di smoking cessation.

Cominciare intanto a ridurre il numero delle sigarette fumate durante il giorno per fare in modo che i livelli di nicotina, tabacco e tossine presenti nel sangue e nel latte materno si mantengano bassi. Considerato che ci vogliono 90 minuti circa per la metà della nicotina che avete assunto di lasciare il vostro sistema, attendete il più a lungo prima di allattare ancora. Potrebbe rivelarsi utile indossare una camicia apposita e coprire i capelli. Dopo aver finito lavatevi le mani e il viso e cambiatevi gli indumenti. Questo servirà per ridurre l’esposizione al del vostro bambino.

Registro tumori integrato: domani un convegno a Catania

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Il Registro Tumori Integrato in collaborazione con il Direttore Generale del Policlinico di Catania e in accordo con l’AIRTuM (Assoc. Italiana Registri Tumori) ed il DASOE (Dip. Osservatorio Epidemiologico, Ass Salute Regione Sicilia), ha organizzato per domani martedì 5 ottobre 2021 un convegno aperto non solo agli operatori della salute, ma anche ai decisori politici ed ai comunicatori, con il fine ultimo di “fare sistema” nell’interesse dei cittadini.

I Registri Tumori sono strutture deputate alla raccolta e registrazione di tutti i tumori incidenti in un determinato territorio.
Il ruolo primario di un Registro Tumori è quello di costituire e gestire nel tempo un archivio di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati ed assicurare che la registrazione dei dati avvenga in modo rigoroso e con carattere continuativo e sistematico.

Il convegno che si terrà presso l’Aula Magna della Torre Biologia “Ferdinando Latteri” di Catania si suddividerà in tre moduli fondamentali e fornirà conoscenze sugli strumenti fondamentali per il funzionamento di un registro tumori, sui sistemi di funzionamento e sulle fonti importanti per elaborare i dati di incidenza e di mortalità dei tumori nella popolazione. Saranno inoltre presentati i dati di incidenza e di mortalità delle provincie siciliane che fanno capo al Registro Tumori Integrato di CT-ME-EN, con accenni ai dati di SR e RG, provincie che lavorano in sinergia con il registro di Catania.

Obiettivo primario del convegno sarà quello di sensibilizzare i cittadini, gli operatori sanitari, le istituzioni e il mondo scientifico sull’importanza del Registro Tumori come strumento fondamentale per il monitoraggio dei tumori nella popolazione e per suggerire i più appropriati interventi di prevenzione.

Per maggiori informazioni sul programma dell’evento clicca qui.

ANAFE/CONFINDUSTRIA:Apprezzamenti per la nomina di Freni a Sottosegretario all’Economia

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Abbassare le tasse sia una priorità

Roma, 30 settembre 2021. “Accogliamo con soddisfazione la nomina del nuovo Sottosegretario all’Economia, l’Avv. Federico Freni, al quale rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro e con il quale auspichiamo di poter avviare quanto prima un confronto costruttivo basato su quella stessa competenza, giuridica ed economica, che il nuovo Sottosegretario ha dimostrato di possedere nella sua esperienza professionale”.

Queste le parole di Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE Confindustria (Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico), a seguito della cerimonia di giuramento del neo Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze. “Negli ultimi mesi il Governo Draghi ha dimostrato attenzione al nostro settore economico attraverso la sospensione della maxi-tassa sullo svapo prevista dal precedente esecutivo. In vista dell’avvio della nuova sessione di bilancio, ci aspettiamo continuità con le scelte finora operate al fine di evitare, a partire dal gennaio 2022, il ripristino nonché i già programmati aumenti di un’imposta eccessiva e irragionevole. Senza un nuovo intervento legislativo, infatti, il carico fiscale per il nostro comparto aumenterebbe fino al +300% con ripercussioni letali sul tessuto industriale nazionale e sui consumatori.”

Lo scorso Gennaio la Camera dei Deputati aveva approvato un nuovo piano di accise con aumento progressivo delle imposte sulle e-cig ed, in particolare, il progressivo aumento del 5% dell’accisa per ogni 10ml di liquido fino al 2023.

Una manovra che ha scandalizzato l’intera categoria, in un settore già fortemente tassato e regolamentato, facendo piovere un coro di critiche al governo per una decisione che – di fatto- tassa pesantemente l’unica alternativa scientificamente provata (quelle delle sigarette elettroniche) in grado di ridurre le nefaste conseguenze per la salute della sigaretta convenzionale.

Una realtà, quella dello svapo, che vede in Italia un settore in continua crescita e tra i più dinamici in Europa ed un numero di utilizzatori di sigarette elettroniche in aumento anno dopo anno.

“Serve intraprendere quanto prima un dialogo, serio e programmatico, orientato alla definizione di nuovi e sostenibili equilibri per il gettito erariale creato dal settore, ma anche a tutela della filiera Made in Italy del fumo elettronico che oggi conta oltre 45.000 occupati diretti e indiretti” – ha concluso Roccatti.

Sulla questione anche il presidente della LIAF, Ezio Campagna, che ha dichiarato: “soddisfatti del risultato dello scorso anno, anche quest’anno accogliamo e sosteniamo con entusiasmo l’impresa di Umberto Roccatti. LIAF da anni monitora le attività di regolamentazione sui prodotti senza combustione sia in Italia che all’estero. Le elettroniche sono prodotti considerati a bassissimo rischio rispetto alle sigarette convenzionali.”

“Il Governo deve continuare ad ascoltare la scienza e basare le scelte fiscali sul principio della riduzione del danno. Le elettroniche non sono come le sigarette convenzionali, e come tali devono essere regolamentate diversamente” ha concluso Campagna.

Faccia da fumatore, così il fumo rovina la pelle

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“Faccia da fumatore” con questo termine, in inglese smoker’s face, si identificano tutti coloro che sigaretta in bocca portano i segni evidenti di chi per anni ha fumato.
Tutta la pelle del nostro corpo ne risente, ma il viso in modo particolare, dimostrando dieci anni in più per colpa di un enzima prodotto dal fumo che ne degrada il collagene.

Secondo numerosi studi le polveri sottili e le impurità presenti nell’aria si depositano nell’epidermide penetrando in profondità, valorizzando i segni caratteristici dell’invecchiamento con discromie, colorito spento, rughe e secchezza, messe ancor di più in risalto in chi fuma.

Il cosiddetto stress ossidativo viene combattuto da uno stile di vita sano, sostanze antiossidanti come frutta e verdura di stagione, un’attività fisica costante, una buona qualità del sonno e soprattutto dire stop alla sigaretta.
Uno step fondamentale è la pulizia profonda del viso, la sera prima di andare a dormire, quella beauty routine serale che non va mai trascurata, per eliminare le micro particelle e impurità che si depositano durante l’arco della giornata.

Alcuni componenti del fumo di sigaretta vengono assorbiti così da causare danni al tessuto connettivo e anche di tipo vascolare.

Diminuendo il flusso delle arterie e dei capillari nella pelle c’è il rischio di ischemia cronica del derma. La pelle del viso va protetta tutto l’anno con filtri solari ad alto SPF.

Molte donne che fumano hanno in viso, un acne particolare con pori dilatati e accumuli di grasso, ma il segno più evidente è la bocca dei fumatori con il codice a barre particolarmente evidenziato.

Le fumatrici sembrano più vecchie eppure basta solo smettere per riprendere colorito, risanare occhiaie e rughe, ritrovare un viso più giovane e bello da vedere. I risultati della cessation antifumo regalano la possibilità di motivarsi, dicendo “grazie” allo specchio.

ISPM 2021: premiati a Taormina i futuri project managers dell’Harm Reduction

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Si è conclusa la seconda edizione di ISPM, la Summer School per Project Managers targata CoEHAR ed ECLAT, con la collaborazione eccezionale di PMI Southern Italy Chapter.

Entusiasmo, competenze e voglia di condividere le proprie esperienze: queste le emozioni più gettonate. La settimana appena trascorsa, infatti, è stata ricca di momenti importanti, dalle lezioni in aula, agli eventi serali: i 30 studenti di ISPM 2021 hanno avuto modo di condividere emozioni e conoscenze in una delle location più prestigiose della Sicilia.

Un’edizione che tutti aspettavano con trepidazione, rimandata a causa del diffondersi della pandemia ed ostacolata dalle regole di protezione dal virus in vigore in tutti i Paesi del mondo. Ma la sfida è stata vinta. Lo sforzo organizzativo senza precedenti, le misure di sicurezza standardizzate e la determinazione degli studenti a voler raggiungere Catania hanno avuto la meglio. La seconda edizione di ISPM a Giardini Naxos è stata un successo.

Sette giorni in aula, tra lezioni e progetti, alternati da momenti di socializzazione e condivisione immersi nelle bellezze e nei sapori di Catania e Taormina.

Tra i 30 vincitori del bando per partecipare ad ISPM 2021, solo 10 studenti non sono riusciti a raggiungere fisicamente l’aeroporto di Catania. Tuttavia, anche per loro ISPM è stata la scuola del “problem solving”.

I ragazzi, infatti, hanno presieduto alle lezioni in remoto per tutto il tempo grazie al supporto di personale tecnico specializzato che ha consentito loro di seguire le varie attività e di interagire con i colleghi simultaneamente.

A sottolineare l’alto livello di competenze messe in campo anche quest’anno, la partnerhsip con il PMI Southern Italy Chapter, convalidata dalla presenza della presidentessa Paola Mosca e degli speaker Edoardo Grimaldi, Paolo Fidelbo e Lorenzo Vetrano.

Tra gli altri speakers inoltre: Rosario Faraci, dell’Università di Catania; Huseyin Kebapci, esperto di proprietà intellettuale e Renèe O’Leary, ricercatrice del CoEHAR.

Alcuni momenti di questa seconda edizione di ISPM

Realizzare un progetto in ambito di salute pubblica era il compito dei cinque gruppi di lavoro, da presentare alla fine della settimana.

Sabato 24 Settembre la commissione di valutazione (presieduta dalla presidentessa di PMI-SIC, Paola Mosca e composta dalla coordinatrice di ISPM, Daniela Saitta; dal direttore del CoEHAR, Giovanni Li Volti; dall’amministratore di ECLAT, Antonio Pacino e dallo speaker Huseyin Kebapci) ha ascoltato le presentazioni dei partecipanti ed è rimasta particolarmente impressionata dalla precisione e dall’approfondimento dei temi trattati.

Ma, come spesso accade, il vincitore può essere solo uno: ad aggiudicarsi il premio con il miglior progetto in termini di chiarezza, pianificazione, fattibilità e valutazione è stato il gruppo “Cups and Sticks”.

La cerimonia conclusiva, svoltasi di fronte ai docenti, ai ragazzi e agli esponenti del CoEHAR e di ECLAT, ha segnato il compimento di un percorso impegnativo, ma stimolante: “Tutti i gruppi hanno dimostrato quanto importante sia mettersi in gioco e condividere esperienze con diversi gradi di formazione. È stata una settimana particolarmente impegnativa, ma nessuno si è tirato indietro e tutti i ragazzi hanno portato a termine il proprio progetto, cimentandosi con contenuti nuovi e diversi. ISPM è ormai una realtà consolidata del settore, sinonimo di competenza e internazionalizzazione” – così ha concluso Daniela Saitta.

I vincitori: il gruppo “Cups and Sticks” con la commissione valutatrice

Il fumo danneggia l’udito?

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La correlazione tra il fumo e l’udito è confermata da diversi studi, infatti anche l’apparato uditivo ne risente con diverse patologie e l’esposizione al fumo di sigaretta è uno dei maggiori fattori di rischio per perdere l’udito.

Abbiamo approfondito l’argomento con il prof. Gaetano Paludetti, primario del Dipartimento di Otorinolaringoiatra dell’Università Cattolica di Roma.

Il fumo apporta dei danni al sistema uditivo? Quali e come.

Soltanto nella metà degli anni ottanta l’Organizzazione mondiale della Sanità stimava una prevalenza delle ipoacusie pari a circa 42 milioni di casi nel mondo. Da allora, questo valore si è più che decuplicato e sembrerebbe destinato a superare la soglia dei 900 milioni nelle prossime due o tre decadi.

Negli ultimi anni, la ricerca sperimentale di base e quella clinica hanno permesso non solo di caratterizzare sempre meglio quei fattori di rischio da tempo noti, quali il trauma acustico, l’ototossicità da farmaci, solventi organici volatili o metalli pesanti,  ma anche individuare numerose altre condizioni di rischio legate allo stile di vita generale e/o ai comportamenti individuali voluttuari, come il consumo di alcool, tipo di alimentazione, sedentarietà, fumo di tabacco.

Per quanto attiene alla abitudine tabagica, molti studi hanno dimostrato che in tutte le fasce di età ma in modo particolare in età medio-adulta (48/79 anni), il rischio di ipoacusia neurosensoriale risulta essere da 1,3 a 2,1 superiore nella popolazione dei fumatori rispetto ai non fumatori ed appare correlato alla quantità e durata negli anni dell’abitudine tabagica. Recentemente inoltre, stanno emergendo dati interessanti anche sulla possibilità che l’abitudine tabagica influisca negativamente sull’entità di un danno acustico legato primitivamente ad “altri” fattori di rischio. Ciò sembra particolarmente vero per le ipoacusie indotte da esposizione a trauma acustico.

I dati infatti suggeriscono che nei pazienti con storia di esposizione professionale a rumore, il fumo di sigaretta si associa ad un rischio di ipoacusia da 1.7 a 2,4 volte maggiore rispetto ai non fumatori. Inoltre, la relazione tra questi due fattori di rischio sembra essere di tipo sinergico. Ciò significa che l’azione di uno dei fattori considerati, non solo apporta direttamente una quota di danno al sistema uditivo, ma determina anche una particolare “vulnerabilità” di questo alla simultanea azione dell’altro. Altri Autori hanno studiato l’impatto peggiorativo del fumo di sigaretta sulla più importante causa di ipoacusia neurosensoriale acquisita nell’adulto, la ”presbiacusia”, termine con il quale si indica quella condizione di danno uditivo progressivo legato al fisiologico invecchiamento del sistema uditivo.

Il fumo di sigaretta sembra svolgere un ruolo peggiorativo anche su questa condizione, aggravandone significativamente l’entità del deficit uditivo correlato, in particolar modo quando siano contemporaneamente presenti altri fattori concausali peggiorativi come le patologie del sistema cardiovascolare, le dislipidemie, diabete, obesità, esposizione a sostanze ototossiche o il già citato trauma acustico. I meccanismi alla base del danno cocleare indotto dal fumo di sigaretta non sono ancora definitivamente caratterizzati. La combustione del tabacco comporta la produzione di molteplici molecole organiche reattive e specie radicaliche libere, rapidamente inalate. È verosimile che molte di queste sostanze, una volta assorbite nel torrente ematico, raggiungano il distretto cocleare ove produrrebbero un ampio spettro di danno citolitico su base infiammatoria, ossidativa ed apoptotica. Infatti lo studio dei modelli animali ci ha indicato che il fumo di tabacco induce una condizione disenergetica endococleare comunemente indicata come condizione di “Stress Ossidativo” o ”Squilibrio Ossidoriduttivo”, espressione con cui si indica l’insieme di tutte quelle alterazioni metaboliche che si verificano nelle cellule dei tessuti esposti ad una produzione  eccessiva di agenti ossidanti, come i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) o dell’azoto (RNS). Gli effetti che ne conseguono sono costituiti da numerose alterazioni e fenomeni di morte cellulare a carico di tutte le principali strutture cocleari necessarie per l’udito, tra cui le cellule ciliate, i neuroni del Ganglio Spirale e la Stria Vascularis. È inoltre ipotizzato che l’assorbimento cronico di nicotina possa direttamente turbare la fisiologia cocleare a causa di una alterata sovra-espressione del recettore nicotinico. Infine, altri meccanismi di danno colcare sembrano legati agli effetti ipossiemici e al vasospasmo prodotti dagli elevati livelli di carbossiemoglobina.

A rischio di sordità sono anche i fumatori passivi?

Sembrerebbe proprio di sì. Anche riguardo il rischio di ipoacusia legato all’esposizione passiva al fumo di tabacco abbiamo già numerosi riscontri epidemiologici importanti, in particolar modo per la popolazione in età pediatrica ed adolescenziale, spesso esposta al fumo genitoriale. Nel 2011 nell’Università di New York vennero pubblicati i primi dati relativi ad una possibile associazione tra ipoacusia neurosensoriale e fumo passivo negli adolescenti. Dallo studio di una popolazione in età compresa tra i 12 e i 19 anni, emerse chiaramente che il fumo passivo aumenta l’incidenza di ipoacusia neurosensoriale monolaterale, rispetto a quanto osservato nei soggetti non esposti (11,82% vs 7.53%). Altri studi hanno poi confermato una associazione piuttosto simile anche nella popolazione adulta. In epoca più recente diversi Autori hanno invece focalizzato l’attenzione sul rischio da esposizione a fumo passivo in epoca prenatale e neonatale. Un recente studio condotto nella città di Kobe in Giappone (2018) su 50734 neonati, ha indicato che il rischio di ipoacusia neurosensoriale aumenta di 1,3 volte nei bambini esposti a fumo passivo in epoca post natale (fino ai 4 mesi di vita), di 1,7 volte in quelli esposti in epoca prenatale e di ben 2,4 volte nei bambini esposti in entrambi i periodi.  Riguardo il rischio fetale, non conosciamo ancora in dettaglio il modo in cui l’esposizione passiva interferisce con l’anatomo-fisiologia del sistema acustico. Si presume comunque che il danno uditivo derivi dalla condizione ipossica fetale e da alterazioni della fisiologica architettura placentare indotte dalle molteplici sostanze contenute nel fumo di tabacco.

Alcuni consigli per tutelare l’apparato auricolare.

Questo è un argomento molto complesso. È sempre importante, quando possibile, identificare specifici fattori di rischio individuali, in modo da poter adottare efficaci misure preventive o terapeutiche. Il tema della prevenzione, è da sempre caro all’Otologia sperimentale e clinica e sta trovando pieno supporto nelle recenti stime fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2018) secondo cui almeno il 50% dei pazienti ipoacusici nel mondo “avrebbe potuto” giovarsi di una adeguata prevenzione. Esiste una prevenzione cosiddetta primaria, il cui scopo è quello di prevenire il deficit uditivo prima che questo si manifesti. Nella prevenzione secondaria l’obiettivo è invece quello di identificare il deficit uditivo quanto prima possibile, in modo da minimizzarne i possibili effetti. La prevenzione terziaria ha lo scopo di riabilitare adeguatamente un paziente affetto da ipoacusia permanente.

In ambito preventivo primario, un adeguato counselling genetico in età fertile, lo screening in gravidanza per le infezioni del complesso TORCH, le vaccinazioni obbligatorie e quella anti meningococcica (per la prevenzione delle meningiti), rappresentano per il bambino uno strumento di prevenzione importante. Ridurre le fonti di rumore ambientale, e proteggersi adeguatamente da queste, sono principi validi “sempre” e per “chiunque”.

È bene infine tener conto anche di altri “consigli” generali che, sulla base di quanto abbiamo appreso negli ultimi decenni riguardo la fisiopatologia del sistema uditivo, è importante ribadire. Molti micronutrienti e composti vitamici fra i quali vitamina A, B2, B9, B12, C, D ed E, acidi grassi omega-3, magnesio, selenio e potassio sembrano svolgere un ruolo importante nella preservazione dell’udito. Al contrario, ridotti livelli di HDL, ipercolesterolemia, elevata trigliceridemia e diete alimentari ipercaloriche o eccessivamente ricche di carboidrati e zuccheri semplici si associano ad aumentato rischio di danno uditivo. In generale quindi, è auspicabile controllare periodicamente lo stato di salute generale con particolare riguardo all’assetto cardio-metabolico e alle dislipiedemie.

Favorire uno stile di vita e una dieta sani, evitando regimi dietetici ipercalorici, prediligere l’assunzione di alimenti ricchi di sostanze antiossidanti (frutta, verdure) e minerali (magnesio, potassio, ferro), moderare il consumo di alcolici ed astenersi dal fumo di sigaretta certamente contribuiscono a garantire un elisir di lunga vita dell’udito.

SHARPER 2021: Catania capitale mondiale della ricerca antifumo

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SHARPER (SHAring Researchers’ Passions for Evidences and Resilience), è l’obiettivo dei sette progetti sostenuti dalla Commissione Europea e coordinato dalla società Psiquadro che ha l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella scoperta del mestiere di ricercatore e del ruolo che i ricercatori hanno nel costruire il futuro della società attraverso l’indagine. A coordinare l’edizione catanese della ERN anche per quest’edizione è l’Università di Catania che insieme con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato presente con diversi Istituti dell’Ateneo e con vari enti legate ad UniCT. Un evento in cui ricerca, scienza, tecnologia e intrattenimento hanno costituito l’occasione per dialogare, emozionarsi e divertirsi con i ricercatori e scoprire la passione che li anima.

L’evento che si è svolto a Catania ha segnato il tanto atteso ritorno degli eventi dal vivo, Piazza Università è stata ancora una volta il cuore della manifestazione, con stand, mostre e seminari, anche Palazzo Platamone messo a disposizione dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania ha ospitato stand ma anche momenti di spettacolo, sempre all’insegna della scienza e della ricerca.

Ancora una volta il CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania e la LIAF Lega Italiana Anti Fumo sono stati tra i protagonisti dell’evento.

L’intervista della giornalista Valeria Nicolosi a Giovanni Li Volti, Massimo Caruso e Pasquale Caponnetto, figure di riferimento del centro catanese, ha fatto luce sulle frontiere della ricerca antifumo in Italia e nel mondo.

Lo stesso Caponnetto che ha condotto un mini talk dal titolo “Harm Reduction: dalla dipendenza verso l’indipendenza”, ha spiegato quali sono gli strumenti più efficaci per smettere di fumare secondo gli studi più recenti ed esposto i progetti di internazionalizzazione che il CoEHAR sta conducendo insieme ad altri 100 ricercatori nel mondo.

I ricercatori del CoEHAR presenti presso il Cortile Platamone hanno approfittato dell’evento catanese per invitare tutti i fumatori del territorio etneo a partecipare ai progetti del Centro di Ricerca che aiutano a smettere di fumare definitivamente.

Se vuoi smettere anche tu, invia email a: info@liafonlus.org

CAPHRA:”Bloomberg utilizza milioni di dollari per influenzare le politiche sanitarie nelle Filippine”

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Un dossier della Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (CAPHRA) ha messo in evidenza l’ingerenza di Bloomberg Philantropies nelle politiche anti-fumo del paese asiatico.

Secondo un recente rapporto di CAPHRA, almeno sette ONG filippine avrebbero ricevuto fondi da Bloomberg Philanthropy per demonizzare l’uso della nicotina nel paese. La notizia, arriva dopo la decisione del Parlamento nazionale di indagare sui legami finanziari tra Bloomberg Philanthropies e la FDA delle Filippine nella promozione di politiche contro il fumo e il controllo del tabacco.

Il governo filippino negli ultimi anni ha incontrato tantissime difficoltà per mantenere i servizi sanitari pubblici alla popolazione. La pandemia del 2020 ha colpito il paese su più livelli e, con l’economia ridotta di quasi il 10% nel 2020, il governo è stato costretto nel bilancio nazionale a dare priorità dall’assistenza sanitaria ad altre aree.

“Il Dipartimento della sanità pubblica nelle Filippine è vulnerabile perché soffre di una persistente mancanza di fondi. Quando Bloomberg o le ONG collegate all’organizzazione finanziano progetti legati alla salute pubblica, si mettono in una posizione in grado di influenzare aree chiave come le politiche di controllo del tabacco”, ha dichiarato a LIAF Magazine Nancy Loucas, coordinatrice esecutiva di CAPHRA.

Lo scorso marzo, la Food and Drug Administration delle Filippine ha ammesso di aver ricevuto fondi da un’organizzazione collegata a Bloomberg Philantropy al fine di redigere regolamenti specifici sulle sigarette elettroniche e sui prodotti del tabacco riscaldato, suscitando proteste tra i sostenitori della riduzione del danno da tabacco. A seguito della dichiarazione, in un rapporto approvato da un comitato del governo filippino, i legislatori hanno chiesto un’indagine per dimostrare i collegamenti finanziari tra Bloomberg e la FDA delle Filippine.

Il rapporto, approvato dalla House Committee on Good Government and Public Accountability, ha confermato il collegamento tra FDA e Bloomberg Philanthropies e le loro pratiche illegali. Secondo la legge delle Filippine, Bloomberg e il suo associato alla FDA possono ora essere perseguitati per le loro azioni, anche se pochissimi credono che ciò accadrà.

“Purtroppo, se la FDA delle Filippine o altri rami del governo desiderano seguire l’indicazione di Bloomberg, sono perfettamente in linea con le direttive dell’OMS. Quindi le loro azioni sono giustificate con il pretesto di seguire ciò che suggeriscono gli organismi di regolamentazione internazionali”, ha affermato Loucas.

Questa non è la prima volta che il miliardario americano Michael Bloomberg viene criticato per il suo controverso piano d’azione verso i Paesi a reddito medio basso (LMIC). Per anni, Bloomberg ha trasferito fondi a organizzazioni non profit, università e attivisti per diffondere panico e disinformazione sullo svapo, e spingere i governi a vietare non solo le sigarette combustibili ma anche i prodotti alternativi a basso rischio.

Un precedente articolo dell’ International Network of Nicotine Consumer Organisations (INNCO) ha definito le pratiche seguite da Bloomberg Philanthropies su LMIC come “colonialismo filantropico”, in cui i finanziamenti vengono utilizzati come strumento per spingere i governi a seguire un’agenda particolare.

Tuttavia, il dibattito sulle ecig e sul diritto dei fumatori ad avere alternative più sicure alla sigaretta tradizionale non si limita solo a una questione di salute pubblica, ma si inserisce in un più ampio dibattito di giustizia sociale per i paesi più poveri.

Come ha sottolineato Loucas: “molti responsabili politici dell’Organizzazione mondiale della sanità e di altri organismi internazionali dimenticano che l’obiettivo più importante per la salute pubblica dovrebbero essere le persone. È facile guardare le statistiche o documenti, ma il punto principale è che si tratta delle persone e del loro diritto di fare una scelta informata. La nostra salute non è in vendita”.

Le attività di Bloomberg continuano a sostenere la strategia del “quit-or-die” negando a milioni di persone di allontanarsi da prodotti potenzialmente letali. Un approccio che sconvolge non solo la vita dei fumatori che cercano di smettere dalle sigarette convenzionali, ma lascia indietro i più vulnerabili tra la popolazione mondiale.

“Purtroppo” -come affermato dal coordinatore esecutivo di CAPHRA- “non è una questione di salute pubblica, ma di denaro e di rilevanza”.

GTNF2021/Polosa:”Il libro delle dipendenze deve essere riscritto “

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L’edizione 2021 di GTNF è giunta al termine. Come ogni anno, gli argomenti discussi hanno riguardato un’ampia varietà di temi che vanno dall’innovazione tecnologica al cambiamento guidato dalla scienza nel mondo della riduzione del danno da tabacco.

Tra i relatori dell’edizione 2021, il Prof. Riccardo Polosa, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania e fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR).

Durante la sessione “Open Mic” – che ha affrontato le principali questioni che sostenitori, scienziati e persone del settore stanno affrontando per migliorare le politiche THR in tutto il mondo – il Prof. Polosa ha risposto a diverse domande del pubblico in sala e degli ospiti collegati online.

Tra queste, la minaccia rappresentata dalla disinformazione, il ruolo della ricerca scientifica nel fornire un messaggio chiaro a governi e pazienti, le ragioni dietro la dipendenza da nicotina e la motivazione che spinge i fumatori a continuare nelle loro abitudini.

Il primo intervento del Prof. Polosa si è concentrato sul lavoro del Centro di eccellenza per l’accelerazione della riduzione del danno (CoEHAR) e sulla necessità di tecniche scientifiche chiare per misurare il miglioramento della salute quando i fumatori smettono di fumare.

“Come misuriamo il miglioramento della salute quando si smette di fumare? Al CoEHAR ci concentriamo sulla ricerca di metodi efficaci e innovativi per rispondere a questa domanda”.


Rispondendo a una domanda del pubblico in sala, che chiedeva della confusione e della mancanza di programmi di cessazione e di professionisti da contattare quando un fumatore vuole smettere, il Prof Polosa ha dichiarato:

“Diffondere informazioni scientifiche tra gli operatori sanitari è fondamentale per guidare le persone verso prodotti per la somministrazione di nicotina più sicuri”.

Il Prof. Polosa ha anche discusso del ruolo della nicotina e dell’incomprensione alla base dell’informazione scientifica che ancora oggi, nonostante le numerose evidenze, la “etichetta” come dannosa:

“Penso che semplifichiamo eccessivamente le ragioni alla base delle dipendenze del fumatore. Ogni persona ha una reazione diversa quando smette e ha un approccio diverso durante il programma di cessazione. Credo che il libro delle dipendenze debba essere riscritto”.