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Convegno annuale dell’AAAA&I. A Marzo ad Atlanta per parlare di asma e fumo

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Si terrà ad Atlanta, dal 3 al 6 Marzo 2017, l’annuale meeting organizzato dall’American Academy di Allergologia, Asma e Immunologia (AAAA&I) che è l’istituzione di riferimento in America e nel mondo per le malattie allergologiche e immunologiche.

Il tema dell’incontro scientifico del 2017 è: “Diagnosi e Trattamento dell’ipersensibilità ai farmaci”.

Centinaia gli scienziati arriveranno da tutto il mondo per affrontare gli argomenti legati all’Asma e all’allergologia. Insieme a loro, ancora una volta, il nostro responsabile scientifico prof. Riccardo Polosa che, come esperto internazionale in allergologia e cure antitabagiche, ha scritto già numerosi studi sull’asma e sul trattamento della BPCO.

 

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Di seguito l’intervento del prof. Polosa all’AAAAI del 2016 a Los Angeles

“Il fumo di sigaretta convenzionale incide negativamente aggravando i sintomi asmatici, quali difficoltà respiratoria e tosse, e aumentandone la frequenza – ha spiegato Polosa ai colleghi – le terapie farmacologiche di fondo risultano molto meno efficaci negli asmatici che fumano. I nostri studi hanno dimostrato che nei fumatori asmatici che smettono di fumare passando alla sigaretta elettronica sono stati riscontrati notevoli benefici. Infatti, in termini di controllo dei sintomi dell’asma e in alcuni parametri tecnici spirometrici, possiamo affermare che in alcuni pazienti l’asma va meglio”.

Polosa ed il suo team di collaboratori sono titolari di importanti ricerche nel settore dell’immunologia e dell’antitabagismo. Tra i loro studi più noti, si ricorda quello con cui  è stato dimostrato per la prima volta come pazienti allergici che fumavano sviluppassero asma più facilmente rispetto ai non fumatori. Inoltre, ricerche più recenti, condotte all’interno del  progetto europeo U-Biopred sull’asma grave, hanno dimostrato come queste gravi forme di malattia siano più di frequente associate al tabagismo.

image2A parlarne a Los Angeles è stato anche uno dei medici del team di ricerca del prof. Polosa, il dott. Davide Campagna dell’Università degli Studi di Catania che ha presentato i risultati di uno studio sui benefici persistenti e a lungo termine dell’astinenza da fumo nei fumatori asmatici che sono passati alla sigaretta elettronica: “Questo studio prospettico – ha detto Campagna – conferma che l’uso delle elettroniche migliora i risultati oggettivi e soggettivi del trattamento dell’asma e dimostra che gli effetti benefici possono persistere anche nel lungo termine”.  

 

Sydney – Polosa invitato ad intervenire in Senato per valutare l’efficacia delle elettroniche

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Anche il Governo australiano risponde alla richiesta degli scienziati di garantire una maggior tutela per coloro che vogliono smettere di fumare utilizzando la sigaretta elettronica. E’ stata istituita a Sydney una commissione scientifica che interverrà in Senato per proporre l’adozione di politiche antifumo più attente alle esigenze ed alle scelte dei singoli, e all’impatto delle stesse sulla comunità.
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Proprio domani, mercoledì 9 Marzo, si terrà la prima audizione pubblica al Senato australiano convocata da questa commissione che ha lavorato negli ultimi mesi per proporre soluzioni nuove per chi vuole smettere di fumare con le e-cig.

La convocazione ufficiale (vedi foto) è pervenuta anche al  prof. Riccardo Polosa che, in un commento inviato lo scorso Agosto 2015, firmato dallo stesso docente  di concerto con i membri della Lega Italiana Anti Fumo e altri esperti internazionali di tabagismo, aveva invitato il Senato australiano a lasciarsi guidare dalle evidenze scientifiche nell’adozione di misure razionali ed equilibrate capaci di favorire, e non ostacolare, la diffusione delle elettroniche come strumenti utili al miglioramento della salute pubblica.

L’apertura del governo australiano è un importante riconoscimento per anni di ricerca mirata al bene dell’individuo – ha commentato il prof. Polosa – Le evidenze scientifiche dimostrano che alternative potenzialmente più sicure delle sigarette convenzionali possono portare un grande beneficio in termini di salute pubblica. Le preoccupazioni dei governi sono legittime e ulteriori studi sugli effetti di questi dispositivi nel lungo termine sono necessari. Tuttavia, tale rischio potenziale deve essere comparato ai danni certi causati dal fumo di sigaretta in soggetti che già fumano”. 

Gran Bretagna: adesso i Centri Antifumo possono far smettere di fumare con le e-cig

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L’Autorità Sanitaria Nazionale inglese che regola e norma le attività dei servizi britannici di smoking cessation (NCSCT – UK National Centre for Smoking Cessation and Training) ha da pochi giorni autorizzato e incentivato tutti i Centri Antifumo del territorio nazionale a prevedere nei propri percorsi di disassuefazione dal tabagismo anche l’utilizzo delle sigarette elettroniche.

In una nota ai medici specialisti della smoking cessation, e indirettamente ai milioni di svapatori inglesi che per smettere di fumare scelgono di passare al fumo digitale,  l’NCSCT decide di fare il punto della situazione sul fenomeno e-cig, chiarendo dubbi e fornendo raccomandazioni utili ed importanti, noché riassumendo la maggior parte delle evidenze scientifiche oggi più note a sostegno della efficacia e sicurezza delle elettroniche nei percorsi di cessazione e/o riduzione del fumo di tabacco.

La premessa fondamentale – e possiamo dire anche rivoluzionaria – del gesto dell’Autorità Sanitaria inglese è infatti il riconoscimento pubblico delle sigarette elettroniche come strumento alternativo e più sicuro per smettere di fumare.

Alle domande frequenti poste dai pazienti (che spesso sono dubbi dello stesso specialista), come ad esempio “E’ pericolosa la nicotina? Con quale tipo di sigaretta elettronica dovrei iniziare? Posso fumare e svapare nello stesso tempo?”, gli esperti della Sanità Pubblica inglese rassicurano il personale del Centro Antifumo,  con un linguaggio semplice e diretto, affinché sappia come gestire un percorso di disassuefazione dal tabagismo che prevede l’uso di e-cig.


Ecco alcune delle risposte a domande frequenti a cui l’NCSCT ha risposto.

Fa male la nicotina?E’ pericolosa la nicotina?  

La nicotina non provoca malattie fumo correlate, come il cancro o patologie cardiologiche. Queste sono causate da altri prodotti chimici che si liberano dalla combustione del tabacco. La nicotina però provoca dipendenza, ed è questo il motivo per cui la gente continua a fumare pur conoscendo i danni provocati dal fumo di sigaretta. La nicotina nelle sigarette elettroniche è poco pericolosa per gli utenti adulti. Per prevenire l’avvelenamento accidentale dei bambini, il liquido delle sigarette elettroniche deve essere conservato sempre in modo sicuro (come si fa peraltro con i prodotti di pulizia domestica ed i farmaci).

Con quale tipo di sigaretta elettronica dovrei iniziare?

Questa è quasi sempre una scelta di tipo personale. Le sigarette elettroniche di seconda e terza generazione che hanno un serbatoio ricaricabile potrebbero richiedere più tempo per abituarsi, ciononostante la possibilità di provare gusti di liquidi diversi riesce a regalare una sensazione positiva, e generalmente questi tipi di elettroniche possono riuscire a fornire più nicotina rispetto alle sigarette elettroniche di prima generazione. Spesso i rivenditori di e-cig sono anche specialisti del settore in grado di fornire consigli e suggerimenti sulle modalità di scelta. Ma ci sono anche forum su internet dove è possibile leggere le discussioni degli svapatori e capire quali sono i migliori prodotti in commercio.

Va bene a fumare e svapare nello stesso tempo?

Sì. Non ci sono prove che il fumo di sigaretta ed il vaping aumentino i rischi per la salute. Tuttavia, i maggiori benefici per la salute si riscontrano quando il fumatore smette definitivamente di fumare le classiche bionde. I Centri Antifumo proprio in questo riescono a fornire consulenza e sostegno specialistico per aiutare i pazienti ad abbandonare il fumo di sigaretta. Alcune persone riescono a passare al vaping completamente e rapidamente, mentre altri hanno bisogno di più tempo. Potrebbe anche essere necessario provare diversi tipi di sigarette elettroniche e liquidi prima di trovare quello che permette di smettere definitivamente, ma questo è normale.

 

… Presto su LIAF un appello al Ministero della Salute e una proposta per i nostri Centri Antifumo … 

In Inghilterra meno fumatori equivale a più svapatori

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I recenti dati sul fumo diffusi in Inghilterra dallo Smoking Toolkit Study – che si occupa di monitorare la diffusione del tabagismo in Gran Bretagna – hanno dimostrato un aumento esponenziale della percentuale del numero di fumatori che sono riusciti a smettere di fumare. Dal 14% del 2011 si è infatti passati al 23% nel 2016.

Ma la notizia non finisce qui. Secondo gli esperti, sembra infatti esserci una correlazione tra il tasso di successo dei fumatori che hanno abbandonato le sigarette convenzionali e le nuove modalità utilizzate per smettere di fumare.

Prima del 2011, praticamente nessun fumatore in Inghilterra usava le e-cig per smettere di fumare, mentre circa il 30% utilizzava prodotti sostitutivi della nicotina – i cosiddetti NRT (cerotti, gomme, spray, etc). Verso la fine dello scorso anno, invece, solo il 10% dei fumatori utilizzava NRT e circa il 40% usava sigarette elettroniche.

L’utilizzo della sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare sembra dunque, almeno in Inghilterra, aver fatto cambiare rotta all’utilizzo degli NRT, che secondo studi recenti risultano meno efficaci rispetto delle e-cig. Secondo i dati pubblicati, inoltre non solo è aumentato il numero di fumatori che utilizzano l’e-cig ma anche quello degli ex fumatori che utilizzano la sigaretta elettronica a lungo termine. Il tutto accompagnato da una riduzione della prescrizione di farmaci di questo tipo.

Dal momento che la percentuale complessiva di fumatori che hanno deciso di intraprendere un percorso di uscita dal tabagismo non è cambiata tra il 2011 e il 2016, è da evidenziare come l’aumento del tasso di successo coincida irrimediabilmente con l’aumento del consumo di sigarette elettroniche, riscontrato maggiormente proprio negli ultimi cinque anni.

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“A questi preziosi dati bisogna aggiungere che, secondo il recentissimo Report dell’Office for National Statistics sulle abitudini tabagiche degli adulti britannici nel 2014, in Inghilterra il 53% degli svapatori utilizza l’elettronica come alternativa alla bionda ed il 73% di questi riconosce l’e-cig come non nociva per la salute – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico di LIAF – Si tratta di un passaggio concettuale molto importante perché appare evidente come il grande lavoro di informazione scientifica, volto alla formazione di un’opinione pubblica consapevole e basato su dati reali e non su news improvvisate, sia giovato all’intera popolazione composta anche da milioni di fumatori che sono finalmente riusciti a smettere definitivamente”.

 

Internet e Social Media. Come smettere di fumare rimanendo on-line

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Nonostante le stringenti politiche per il controllo del consumo di tabacco in vigore in Italia da pochi giorni, il tabagismo rimane ancora una sfida globale per tutti gli Stati. Diventa quindi necessario attivare delle strategie alternative ed innovative per arginare questo fenomeno.

Secondo diversi studi condotti dai ricercatori del Centro Antifumo del Policlinico Universitario di Catania, proprio in questo ambito innovativo i Social Media possono rappresentare uno strumento promettente per smettere di fumare.

Si tratta di mezzi di interazione tra persone attraverso cui essi creano, condividono e scambiano informazioni in comunità virtuali (forum, blog e social network come Facebook, Twitter e YouTube). Sfruttando i social media, è possibile diffondere velocemente informazioni sanitarie senza costi a milioni di individui generando interazione e influenza sociale attraverso i confini di tutto il mondo. Accedendo a contenuti online tramite computer, smartphone e tablet senza limiti di spazio e tempo si ha il potenziale di consentire un continuo rinforzo del flusso di comunicazione. Questa pervasività, rafforzata dai media tradizionali, ha la possibilità di amplificare gli effetti sui comportamenti umani, incluse le abitudini legate al fumo.

Attraverso l’utilizzo di piattaforme virtuali e social network, ogni individuo ha la possibilità di interagire in maniera diretta offrendo la propria opinione e confrontandola con quella altrui. Tale meccanismo ha un impatto immediato sul ricevente creando così delle reti di supporto particolarmente efficaci soprattutto nell’ambito della disuassefazione tabagica.

In atto non sono stati realizzati significativi studi circa gli aspetti positivi legati all’utilizzo dei social media, nonostante siano stati registrati numerosi aspetti positivi.

“Nella letteratura scientifica – ha specificato il prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna del Policlinico Universitario di Catania e responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo – c’è una prova che le email personalizzate possano essere strumenti utili per smettere di fumare però sarebbe auspicabile integrare attività mediche a supporto per raggiungere l’obiettivo della riduzione/cessazione dal fumo di tabacco”.

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Un altro tipo di spazio virtuale sono i forum, piattaforme in cui, dopo una sottoscrizione, ognuno può discutere, fare domande, scambiare opinioni e offrire aiuto su esperienze specifiche, attività o prodotti. Sono a disposizione centinaia di forum per smettere di fumare, che vengono utilizzati principalmente per chiedere e ricevere consigli in relazione ai tentativi di cessazione.

“Negli ultimi anni – ha aggiunto il prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico di Catania – i forum hanno sperimentato un esponenziale incremento di popolarità a causa della crescita del fenomeno delle sigarette elettroniche”.

Anche le istituzioni della salute hanno iniziato a riconoscere il potenziale dei social network per la promozione e diffusione delle campagna antifumo istituzionali. Un esempio, infatti, è proprio l’ultima campagna antifumo lanciata dal Ministero della Salute e voluta dallo stesso Ministro Beatrice Lorenzin intitolata “Ma che sei scemo? Il fumo fammale” che ha avuto come target primario proprio i giovani e per questo è stata pianificata e realizzata per essere diffusa attraverso internet ed i social media.

Ecco infine, un elenco di azioni che secondo noi possono essere generate e sfruttate attraverso i social network 

  1. Attraverso i siti internet è possibile creare e condividere uno spazio dedicato alle novità, aggiornamenti scientifici, centri antifumo, associazioni, iniziative o pagine personali di esperti;
  2. Promuovere strategie motivazionali per i fumatori;
  3. Creare comunità virtuali per le associazioni di salute, medici, pazienti e fumatori;
  4. Raggruppare pazienti per studi clinici sugli interventi per smettere di fumare;
  5. Fare consulenza virtuale, una modalità dal quale gli specialisti della cessazione del fumo possono seguire i loro pazienti, per esempio, usando le applicazioni di videochiamata online come Skype 

Ciò nonostante, il principale fattore per intraprendere e portare a termine un percorso di smoking cessation è ancora quello di affidarsi a personale medico competente e formato che garantisca al paziente una buona aderenza alle guide lines utilizzando un trattamento integrato e personalizzato affinché egli stesso possa sentirsi supportato ed affiancato nel corso di tutto il programma di cessazione.

 

Un’altra battaglia vinta! Ripristinato il divieto di fumo a Montecitorio

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ROMA, 03 febbraio 2016 – Come ricorderete, lo scorso Marzo, il presidente LIAF prof.ssa Lidia Proietti è stata ospite in Parlamento del deputato del M5S, on. Arianna Spessotto. L’incontro è stato utile per verificare la situazione dei divieti di fumo “applicati ed inapplicati” proprio all’interno delle Aule di Montecitorio, lì dove la Legge Sirchia ebbe i suoi natali e per dire No al fumo nei corridoi del Parlamento Italiano.

In quella sede, la prof.ssa Proietti dichiarò: “Si tratta di una situazione imbarazzante e che ha dell’incredibile. Sarà indispensabile effettuare le dovute valutazioni per programmare azioni ed iniziative volte al rispetto della legge ed alla diffusione di una cultura antifumo tra le stesse istituzioni che, paradossalmente, sono state ideatrici della norma e pertanto sono consapevoli del rischio e dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale”.

Oggi, dopo mesi di battaglie, riceviamo con piacere la notizia della disattivazione dell’area per fumatori localizzata nel corridoio semicircolare retrostante l’Aula di Montecitorio.

A tal proposito, il presidente Proietti, esprime “Apprezzamento e gratitudine per l’ottimo lavoro svolto dall’on. Spessotto che rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta al fumo in tutto il Paese”.

Di seguito, riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’On. Spessotto: 

12642851_473341779525385_6805173348769055014_n“Ci è voluta una minaccia di denuncia in Procura e una segnalazione urgente alla Asl per inosservanza del divieto generale di fumo all’interno della Camera dei deputati, per ottenere finalmente il rispetto della normativa vigente a tutela della salute dei non fumatori anche all’interno di Montecitorio!”. 

Considero la disattivazione dell’area per fumatori localizzata nel corridoio semicircolare retrostante l’Aula un successo solo parziale, considerando che vi sono ancora numerose zone all’interno di Montecitorio, nei corridoi, presso le commissioni e negli uffici legislativi, assolutamente fuori norma e indebitamente utilizzate quali spazi per fumare.

Sia i parlamentari che i dipendenti della Camera sono continuamente esposti al fumo passivo che si diffonde ovunque a causa dell’assenza di un efficace sistema di aerazione oltre che alla mancanza di adeguata separazione tra gli spazi adibiti ai fumatori e quelli limitrofi, con conseguenze gravissime per la salute. In più non ci sono controlli né procedure per sanzionare chi dovesse infrangere il divieto, a differenza di quanto previsto dalla legge.

Siamo di fronte a un paradosso inaccettabile: all’interno della Camera non vigono infatti le stesse regole a tutela della salute dei non fumatori che sono state scritte dallo stesso Parlamento e di cui è richiesta l’applicazione a tutti i cittadini al di fuori del Palazzo!La mia battaglia continuerà fino a che non saranno adottate tutte le misure necessarie per garantire la difesa della salute!”

Da domani le nuove norme antifumo. Il presidente Proietti: “Si ai divieti, ma chi controllerà?”

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CATANIA 01/02/2016 – Ci siamo quasi. Da domani, martedì 2 febbraio, entreranno in vigore le nuove norme previste dal decreto legislativo tabacchi che recepisce la direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo e introduce norme più severe per i fumatori di sigarette convenzionali. Ma non solo.

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Prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF

Tra i tanti provvedimenti, alcuni meritano maggior attenzione di altri: “L’intenzione è buona ma qualche riflessione va fatta. Tutti questi provvedimenti lasciano intravedere un ritrovato e particolare interesse per le politiche antifumo ma se è vero che contribuiscono ad attaccare il ruolo sociale del fumo, è indispensabile istituire commissioni di vigilanza e verificare immediatamente la validità dei controlli per capire anche chi saranno i nuovi vigili antifumo e come opereranno” – ha detto la prof.ssa Lidia Proietti, presidente della Lega Italiana Anti Fumo, commentando le novità introdotte.

Il decreto, ad esempio, prevede il divieto di vendere pacchetti di sigarette da 10 ma si tratta di “un provvedimento che lascia trasparire una totale mancanza di valutazioni scientifiche perché – ha spiegato – vietare la vendita dei pacchetti di sigarette da 10 non aiuterà di certo i fumatori che vogliono smettere. Passare da 20 sigarette al giorno, alla metà (con il pacco da 10) è una delle prime azioni consigliate per alcuni pazienti nella fase di smoking cessation proprio per rendere più efficace il percorso di uscita dal tabagismo”.

Schermata 2016-01-29 alle 09.49.54Per quanto riguarda i limiti alla pubblicità per le sigarette elettroniche: Queste misure – ha invece commentato il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico LIAF e da oggi presidente di un gruppo di lavoro del Comitato Europeo di Normazione – non sembrano, a nostro avviso, tenere conto del ruolo importante che le sigarette elettroniche hanno assunto scientificamente come alternativa valida ed efficace per smettere definitivamente di fumare”.

 

 

Comitato Europeo di Normazione: il prof. Riccardo Polosa eletto presidente del gruppo di lavoro sugli standard per le emissioni delle e-cig

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Bruxelles – Eletto ieri Presidente di un gruppo di lavoro che riunisce cinquanta esperti europei, il prof. Riccardo Polosa inizia da oggi una nuova battaglia all’interno del Comitato Europeo di Normazione (European Committee for Standardization – CEN). Nella capitale belga si è infatti appena concluso – presso la sede CEN – il secondo meeting del tavolo tecnico CEN/TC 437 “Electronic cigarettes and e-liquids” che ha il compito di sviluppare standard tecnici di qualità e sicurezza per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche in Europa in accordo con la Direttiva 2014/40/EU.

Al tavolo tecnico erano presenti le delegazioni degli organi di normazione nazionali di 16 paesi europei, tra cui UNI per l’Italia, rappresentata dal prof. Riccardo Polosa (capo delegazione – Università di Catania) e da Andrea Puglisi (Japan Tobacco International).

Il primo importante passo avanti, in vista dell’imminente adozione della Direttiva Europea sul Tabacco da parte degli Stati Membri dell’UE, è stato l’approvazione di un piano d’azione comune che prevede:

1. L’elaborazione e adozione di una terminologia comune per armonizzare i documenti normativi per standard di qualità e sicurezza;
2. La definizione delle priorità per i gruppi di lavoro dedicati allo sviluppo degli standard di produzione, sicurezza, e qualità;
3. La approvazione di standard sulle etichettature e le informative relative agli ingredienti presenti nei liquidi, per una corretta informazione del consumatore;
4. Lo sviluppo di metodologie dei test di laboratorio da adottare per la misurazione qualitativa e quantitativa dei vapori emessi dalle e-cig.

Per far ciò sono stati costituiti quattro distinti gruppi di lavoro all’interno del CEN/TC 437 a cui è seguita la nomina dei rispettivi Presidenti. Per il gruppo di lavoro europeo sullo sviluppo di requisiti e test per le emissioni provenienti dalle sigarette elettroniche, è stato eletto quasi all’unanimità l’italiano Riccardo Polosa, che si troverà dunque a dover coordinare il lavoro di una cinquantina di esperti da tutta Europa per l’elaborazione dei test tossicologici sulle emissioni provenienti dall’aerosol delle sigarette elettroniche e la definizione dei relativi standard di qualità e sicurezza.

Sono lusingato del risultato di questa votazione ed orgoglioso di rappresentare in questa sede l’ateneo catanese – ha commentato Polosa – si tratta di una grande responsabilità che porterò avanti con tutto l’impegno possibile. Lavorerò affinché le attività di standardizzazione siano più razionalizzate ma al primo posto ci sarà sempre il rispetto per la salute e la soddisfazione dell’utilizzatore finale”.

 

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“Psicopatologia e sigarette elettroniche” – il prof. Caponnetto al Cancer Research UK

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Londra 22/01/2016 – Il prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico di Catania è intervenuto ieri nell’ambito del Forum internazionale sulla ricerca applicata alle sigarette elettroniche tenutosi al Cancer Research Insititute di Londra, l’ente di ricerca più eccellente d’Inghilterra.

“L’efficacia delle sigarette elettroniche per smettere di fumare, la percezione, la psicopatologia e la qualità della vita dei fumatori affetti da schizofrenia” è stato il titolo del suo intervento durante la sessione dedicata alle sigarette elettroniche e salute mentale, condotta insieme alla dott.ssa Deborah Robson del Kings College di Londra.

FullSizeRender“Questo incontro rappresenta un ulteriore riconoscimento internazionale del livello dell’attività di ricerca e di sostegno psicocomportamentale ai fumatori afferenti al Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo, dell’AOU Policlinico Vittorio Emanuele dell’Università di Catania – ha detto il prof. Caponnetto – per tale motivo sono grato per l’accoglienza ricevuta e auspico un presto ritorno in questa sede per portare avanti e diffondere i risultati della ricerca condotta in Italia da tutti i nostri collaboratori”.

Fumo e asma? Connubio malsano

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L’asma è una delle principali cause di disabilità al mondo e la malattia cronica più comune nei bambini e nei giovani adulti, soprattutto a causa della sua insorgenza precoce. Si stima che 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di asma, e si prevede che questo numero aumenterà ancora in questi anni. La situazione, infatti, sembra peggiorare per il fatto che molti pazienti asmatici sono anche fumatori.

Secondo gli studi condotti dai ricercatori della LIAF – Lega Italiana Antifumo tra le cause che possono aggravare la malattia va di certo considerato il fumo di sigarette convenzionali: “Fumo e asma rappresentano un connubio malsano perché il fumo di sigaretta incide negativamente sull’asma e le terapie farmacologiche antiasmatiche di fondo risultano molto meno efficaci in soggetti fumatori” – ha spiegato il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico LIAF e docente di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania.

Il soggetto allergico che fuma ha una più alta probabilità di evolvere verso forme di malattie allergiche ancora più gravi. La novità su questo campo riguarda l’utilizzo delle sigarette elettroniche. Secondo uno studio condotto dai ricercatori LIAF, infatti, i pazienti asmatici che sostituiscono la sigaretta convenzionale con quella elettronica: “Non solo possono smettere definitivamente di fumare o ridurre abbondantemente il numero di sigarette fumate – ha aggiunto Polosa – ma riportano anche un miglioramento sostanziale nei dati delle spirometrie, nella frequenza e nella durata delle esacerbazioni di malattia, e nel controllo dei sintomi respiratori”.

Diverse sono le ragioni per cui molti, troppi pazienti asmatici non riescono a controllare al meglio i loro sintomi. Innanzitutto, forme di malattia severa e presenza di comorbidità, quali il fumo di tabacco e patologie rinosinusali o gastro-enteriche, contribuiscono in modo predominante allo scarso controllo dei sintomi respiratori e al decadimento della qualità di vita globale. Da non sottovalutare anche l’aspetto psicologico, in quanto – come afferma il prof. Pasquale Caponnetto dell’Università degli Studi di Catania: “La scarsa aderenza al trattamento e la dipendenza nicotinica possono essere variamente associate a stati ansioso-depressivi. E’ importante – ha aggiunto – che il medico spieghi i rischi del fumo al paziente asmatico suggerendo un percorso mirato per smettere, così che possa prendere coscienza del problema fumo-asma spesso misconosciuto o sottovalutato”.

In ambito scientifico internazionale il progetto di ricerca più importante sull’asma è sicuramente “U – BIOPRED (Unbiased Biomarkers for the Prediction of Respiratory Disease Outcomes)”, lo studio del quale anche LIAF e l’Università degli Studi di Catania sono partner. Durato già 5 anni, ha reclutato più di 500 soggetti asmatici, allo scopo di raccogliere dati clinici e campioni biologici da utilizzare per scoprire nuove informazioni e identificare diversi sottotipi di asma grave, che potrebbero portare alla creazione di nuovi trattamenti efficaci.

“Attualmente.- come ci spiega il dott. Massimo Caruso, vice-coordinatore del gruppo di ricerca U-BIOPRED dell’ateneo catanese – l’arruolamento dei pazienti e la raccolta di dati clinici e campioni si è conclusa, e adesso i ricercatori stanno lavorando per individuare nuovi biomarkers utili a costruire le impronte digitali non solo della patologia asma grave, ma anche dei singoli pazienti che potrebbero aiutare a formulare nuovi approcci terapeutici mirati e, ci auguriamo, anche su misura per ogni specifico sottotipo di asma, ovvero adatto ad ogni paziente”