sabato, Aprile 27, 2024
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Fumo e asma? Connubio malsano

L’asma è una delle principali cause di disabilità al mondo e la malattia cronica più comune nei bambini e nei giovani adulti, soprattutto a causa della sua insorgenza precoce. Si stima che 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di asma, e si prevede che questo numero aumenterà ancora in questi anni. La situazione, infatti, sembra peggiorare per il fatto che molti pazienti asmatici sono anche fumatori.

Secondo gli studi condotti dai ricercatori della LIAF – Lega Italiana Antifumo tra le cause che possono aggravare la malattia va di certo considerato il fumo di sigarette convenzionali: “Fumo e asma rappresentano un connubio malsano perché il fumo di sigaretta incide negativamente sull’asma e le terapie farmacologiche antiasmatiche di fondo risultano molto meno efficaci in soggetti fumatori” – ha spiegato il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico LIAF e docente di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania.

Il soggetto allergico che fuma ha una più alta probabilità di evolvere verso forme di malattie allergiche ancora più gravi. La novità su questo campo riguarda l’utilizzo delle sigarette elettroniche. Secondo uno studio condotto dai ricercatori LIAF, infatti, i pazienti asmatici che sostituiscono la sigaretta convenzionale con quella elettronica: “Non solo possono smettere definitivamente di fumare o ridurre abbondantemente il numero di sigarette fumate – ha aggiunto Polosa – ma riportano anche un miglioramento sostanziale nei dati delle spirometrie, nella frequenza e nella durata delle esacerbazioni di malattia, e nel controllo dei sintomi respiratori”.

Diverse sono le ragioni per cui molti, troppi pazienti asmatici non riescono a controllare al meglio i loro sintomi. Innanzitutto, forme di malattia severa e presenza di comorbidità, quali il fumo di tabacco e patologie rinosinusali o gastro-enteriche, contribuiscono in modo predominante allo scarso controllo dei sintomi respiratori e al decadimento della qualità di vita globale. Da non sottovalutare anche l’aspetto psicologico, in quanto – come afferma il prof. Pasquale Caponnetto dell’Università degli Studi di Catania: “La scarsa aderenza al trattamento e la dipendenza nicotinica possono essere variamente associate a stati ansioso-depressivi. E’ importante – ha aggiunto – che il medico spieghi i rischi del fumo al paziente asmatico suggerendo un percorso mirato per smettere, così che possa prendere coscienza del problema fumo-asma spesso misconosciuto o sottovalutato”.

In ambito scientifico internazionale il progetto di ricerca più importante sull’asma è sicuramente “U – BIOPRED (Unbiased Biomarkers for the Prediction of Respiratory Disease Outcomes)”, lo studio del quale anche LIAF e l’Università degli Studi di Catania sono partner. Durato già 5 anni, ha reclutato più di 500 soggetti asmatici, allo scopo di raccogliere dati clinici e campioni biologici da utilizzare per scoprire nuove informazioni e identificare diversi sottotipi di asma grave, che potrebbero portare alla creazione di nuovi trattamenti efficaci.

“Attualmente.- come ci spiega il dott. Massimo Caruso, vice-coordinatore del gruppo di ricerca U-BIOPRED dell’ateneo catanese – l’arruolamento dei pazienti e la raccolta di dati clinici e campioni si è conclusa, e adesso i ricercatori stanno lavorando per individuare nuovi biomarkers utili a costruire le impronte digitali non solo della patologia asma grave, ma anche dei singoli pazienti che potrebbero aiutare a formulare nuovi approcci terapeutici mirati e, ci auguriamo, anche su misura per ogni specifico sottotipo di asma, ovvero adatto ad ogni paziente”

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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