mercoledì, Giugno 25, 2025
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Il fumo raddoppia l’età biologica

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La ricerca della Insilico Medicine, una compagnia americana con sede nei Johns Hopkins University’s Emerging Technology Centers che si occupa di biotecnologia e intelligenza artificiale, ha evidenziato come uomini e donne che fumano dimostrino in media circa il doppio dell’età biologica se paragonati ai non fumatori.

Lo studio pubblicato su Scientific Reports ha sfruttato l’intelligenza artificiale per analizzare la composizione biochimica del sangue di circa 149 mila adulti, in modo da analizzare l’impatto del fumo e le differenze di età biologica tra fumatori e non fumatori. 

Utilizzando dei modelli di previsione dell’età, è emerso che i fumatori hanno un rapporto di invecchiamento più elevato rispetto a chi non ha questa brutta abitudine.

Sia gli uomini che le donne dimostravano il doppio degli anni rispetto ai non fumatori.

Come evidenzia Polina Mamoshina, ricercatrice senior della compagnia: “Il fumo è un problema reale, che mina la salute delle persone, provoca morti premature ed è spesso la causa di molte gravi malattie. Abbiamo applicato l’intelligenza artificiale per dimostrare che aumenta significativamente l’età biologica”.

Inoltre, i risultati dello studio suggeriscono che l’analisi approfondita degli esami del sangue di routine potrebbe sostituire l’attuale metodo di auto-segnalazione dello stato di fumatore e valutare l’influenza che altri fattori ambientali e stili di vita hanno sull’invecchiamento . 

Il fumo resta la causa primaria del cancro

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Aumentano i numeri del cancro e la causa primaria resta il fumo.

E’ stato presentato infatti il volume sui numeri del cancro. Secondo gli esperti, i numeri sono in linea con quelli del 2017 ma registrano un leggero aumento delle diagnosi tra le donne (5.800 contro le 5.750 nel 2017). Il fumo è il principale fattore di rischio. I cinque tumori più frequenti sono quelli del colon-retto (1.750), mammella (1.650), polmone (1.350), prostata (950) e vescica (900). In calo i decessi.

Lo studio presentato in Regione Liguria è denominato “I numeri del cancro in Italia 2018” ed è stato realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).

Come ha spiegato Lucia Del Mastro, membro del Direttivo Nazionale AIOM: “Anche a livello nazionale si osserva un incremento delle diagnosi fra le donne, dovuto alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta nella popolazione femminile. Il 23% delle liguri è tabagista. I dati contenuti nel libro permettono di impostare programmi efficaci di prevenzione: si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia perché oltre il 40% delle diagnosi, cioè più di 4.780 casi nella Regione ogni anno, è evitabile seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta)”. 

Tra i tabagisti, circa uno su quattro consuma più di un pacchetto al giorno. L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora rilevante. Il 21% dei liguri dichiara che nella propria abitazione è ammesso fumare; questa percentuale scende a un non trascurabile 12% fra coloro che vivono in case in cui sono presenti minori di 14 anni. Purtroppo è ancora scarsa l’attenzione dei clinici nei confronti di queste pericolose abitudini: solo il 24% dei liguri ha ricevuto, da parte di un operatore sanitario, il consiglio di effettuare regolarmente attività fisica, al 46% dei cittadini in sovrappeso o obesi è stato suggerito di perdere peso e solo al 47% dei tabagisti di smettere di fumare.

Riccardo Polosa

Oggi arriva anche il commento del professore Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo: “Che il fumo abbia raggiunto una diffusione epidemica anche tra le donne, era un dato già noto, anche grazie ai report diramati annualmente dal Ministero della Salute. La domanda da porsi é se si stia facendo veramente qualcosa di concreto oltre al semplice monitoraggio del fenomeno.
Quali sono i dati che arrivano dai Centri Antifumo della Regione Liguria? Quanti pazienti vengono assistiti e quanti riescono a smettere? La porta di uscita dal tabagismo è difficile da varcare. La diffusione di strumenti tecnologici alternativi alla sigaretta convenzionale possono essere di aiuto a smettere e a prevenire i tumori.

Prof. Purrello: “Il fumo può causare il diabete”

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Il fumo può causare il diabete. Infatti i fumatori hanno un rischio del 30-40% maggiore di sviluppare la malattia rispetto ai non fumatori e, maggiore è il numero di sigarette fumate al dì, maggiore è il pericolo di divenire diabetici. Per di più i diabetici fumatori hanno una difficile gestione della malattia (minor controllo glicemico) e maggior rischio di complicanze come l’infarto miocardico, la retinopatia o problemi renali. E’ quanto riportato online dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi.

“Si tratta di un dato assolutamente solido – spiega Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania -, di recente è stata condotta una vasta meta-analisi che associava il fumo proprio al rischio di diabete, con un effetto dose-dipendente, cioè con i fumatori pesanti (più di 25 sigarette al dì) che hanno più rischio-diabete dei ‘light smokers’ (non più di 10 ‘bionde’ al dì). Addirittura ci sono indizi tra fumo passivo e diabete”, continua Purrello.

Ci sono alcuni meccanismi che sono stati proposti per spiegare in che modo il vizio del fumo può portare al diabete, afferma l’esperto: la nicotina o qualche suo sottoprodotto sembra avere una azione sulle cellule del pancreas che producono insulina e naturalmente ha anche azione a livello vascolare, creando uno stato di infiammazione cronica che aumenta l’insulino-resistenza (cattivo funzionamento dell’insulina), alla base dell’esordio del diabete.

“Chi non ha il diabete e fuma ha il rischio che il diabete gli venga – ribadisce con forza Purrello. Il fumo è dunque uno di quei fattori modificabili, come la dieta e la sedentarietà, che possono davvero cambiare il corso della salute di una persona. Si può e si deve intervenire – sottolinea il diabetologo – perché è assodato che lo tsunami di casi di diabete sia prevenibile cambiando gli stili di vita”.

E non è tutto, il fumo nuoce anche a chi il diabete lo ha già: i diabetici, che già solo a causa della loro malattia hanno un rischio di infarto e ictus maggiore dei non diabetici, fumando impennano ancora di più il loro rischio cuore. Il paziente diabetico deve acquisire la consapevolezza che smettere di fumare è importante come cambiare alimentazione e fare attività fisica; deve far riferimento ove possibile ai centri antifumo e farsi aiutare anche su questo fronte, conclude Purrello.

Fonte ANSA

Polosa su morte Ferdinando Aiuti: “I peggiori malati di AIDS erano spesso forti fumatori”

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“I peggiori malati di AIDS erano spesso forti fumatori” 

Catania, 10/01/2019 – “Ieri è scomparso Ferdinando Aiuti, un medico, uno scienziato, un Maestro che stimavo molto e che ammiravo per la sua tenacia nella lotta all’AIDS. Ricordo ancora quando mi disse che dovevo insistere nella mia lotta al tabagismo anche perché l’efficacia della terapia antivirale risultava particolarmente modesta nei pazienti che fumavano rispetto a coloro che non fumavano. Anche lui, come noi, combatteva ogni giorno contro le mistificazioni della scienza dovute all’ignoranza o peggio, agli interessi di parte. Ti ricorderemo sempre Ferdinando. Sei stato un esempio per tutti.” 
Così il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo e docente di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania, ricorda il noto scienziato deceduto ieri a Roma. 

Fumo e tecnologia: due nuove frontiere

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La più grande dipendenza che affrontiamo oggi è quella legata alla tecnologia. Abbiamo paura di diventare “Addict” di quasi tutti gli strumenti tecnologici che utilizziamo. Siamo a rischio dipendenza.

Ma se riuscissimo a trasformare la paura in un vantaggio?

Se usassimo la tecnologia per combattere le dipendenze come il fumo?

Ci sono in commercio diversi strumenti tecnologici in grado di aiutarci in questo e prendendo spunto da un articolo appena diffuso dalla lontana America, vi elenchiamo quali potrebbero essere.

Un orologio per monitorare quanto fumi

La motivazione principale per non fumare si ottiene osservando la cronologia del successo. Calcolare la vittoria, il tempo che si è vissuto senza fumo e capire quante sigarette abbiamo risparmiato è un dato importante per trovare una buona spinta per smettere. Se hai un orologio legato al polso che ti dice da quanto tempo non fumi, non rovinerai mai il tuo record e ogni volta che la tua mano si allungherà per una sigaretta, il tuo orologio ti fermerà.

Il sistema di monitoraggio tra cellulare e orologio

Alcune aziende internazionali stanno lavorando a sistemi di monitoraggio frutto della combinazione tra scienza medica e wearable technology. 

Tramite l’uso di dispositivi indossabili e costantemente sincronizzati con il proprio smartphone, si è in grado di tenere sotto controllo tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana e, in alcuni casi, monitorare anche lo stato di salute.

Grazie a all’uso combinato di smartwatch e smartphone, il sistema permette all’utente di monitorare le proprie abitudini sul fumo e il numero di sigarette fumate durante il giorno.



Benvenuto 2019 e STOP fumo!

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Vado in palestra, smetto di fumare, cambio casa, lavoro e marito. Sapevate che smettere di fumare è il “buon proposito” più scelto dalla maggior parte dei fumatori per iniziare il nuovo anno in maniera diversa?

Ebbene si! E’ 1 Gennaio la data più gettonata in assoluto per il “Quit smoking”. L’ultima sigaretta dell’anno, da New York a Tokyo, è da sempre un must, una tendenza riconosciuta che attrae ogni anno sempre più fumatori. Ma guarire dal tabagismo è anche il proposito meno rispettato per l’anno nuovo.

Ciononostante – assicurano i nostri esperti LIAF – i buoni propositi fanno ancora la differenza quando si sceglie di cambiare”.

Oggi vi proponiamo 10 consigli utili per realizzare il vostro grande desiderio: smettere di fumare con successo in questo inizio del 2019!  

1) La motivazione a smettere e l’autoefficacia sono il primo passo, il più importante. 

Le linee guida internazionali sul trattamento del tabagismo hanno dimostrato che maggiore è il supporto di cui dispone un fumatore motivato a smettere, più è alta la probabilità di smettere in modo definitivo.

Michael P. Eriksen ha spiegato infatti: “I fumatori che hanno fiducia nella loro capacità di avere successo hanno molte più probabilità di esito positivo rispetto ai fumatori che si mettono in dubbio o che sono pessimisti sulla la loro capacità di smettere”.

2) Una consulenza medica o psicologica con un esperto antifumo è il secondo passo. 

Sappiamo bene che le tecniche di smoking cessation – utilizzate soprattutto nei numerosi Centri Antifumo dislocati nelle varie aziende ospedaliere italiane – sono fondamentali nella fase di scelta del metodo più efficace per smettere di fumare. “Una serie di studi – spiega il prof. Pasquale Caponnetto dell’Università di Catania – hanno spesso indicato che una forte relazione tra medico e paziente, l’incoraggiamento, l’ascolto, il dialogo ed il supporto professionale di uno specialista assicurano percentuali di successo decisamente più elevate nel raggiungimento dell’obiettivo finale”.

3) Action plan: “It’s a good day!”

imagesMolti studi sulla motivazione a smettere di fumare suggeriscono che tra i primi passi da fare per smettere c’è quello di stabilire il “Count down” per il giorno giusto in cui smettere. Definire una data, un giorno preciso del calendario, e organizzarlo al meglio, sia tecnicamente che soprattutto psicologicamente, è un ottimo stimolo per iniziare il cambiamento. Inoltre, per rendere ancora più efficace il metodo, è opportuno comunicare la notizia del “good day” anche a familiari, amici e colleghi, condividendo con loro il piano di azione e le mosse da seguire per metterlo in pratica.

4) Il Vaping e la sigaretta elettronica 

Passare alla sigaretta elettronica rappresenta secondo i nostri studi un ulteriore metodo efficace per smettere o ridurre di fumare. Combinare il supporto del counselling antifumo alla scelta del tipo di e-cig da utilizzare per un più efficace risultato è un alternativa valida per uscire dalla dipendenza dalla sigaretta classica. Molti Paesi hanno adottato lo strumento come metodo ufficiale nella lotta al tabagismo, e l’Inghilterra ad esempio ha così ridotto il suo tasso di fumatori con percentuali mai viste prime.

Il CoEHAR di Riccardo Polosa 

Inoltre, grazie agli studi condotti dai ricercatori del CoEHAR, il Centro per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania diretto dal prof. Riccardo Polosa è stato possibile dimostrare che le e-cig rappresentano un metodo sicuro anche per far smettere o ridurre di fumare pazienti fumatori affetti da particolari patologie come: ipertensione arteriosa, asma, BPCO, Schizofrenia. Diversi studi hanno inoltre dimostrato che passare dalle normali bionde all’uso di e-cig apporta benefici notevoli nel loro trattamento.

5) La combinazione tra counselling e farmaci

vareniclinaNon tutti riescono a smettere solo grazie alla motivazione a farlo e per questo si ritrovano a fine Gennaio ancora con una sigaretta in mano. Quando si deve intraprendere un percorso di cambiamento per smettere di fumare è importante ricordare che ogni fumatore è un paziente a sé. Ognuno ha le proprie esigenze e necessità per smettere con efficacia. Spetta allo specialista poi consigliare il metodo migliore. In questi casi, di solito, l’utilizzo combinato di farmaci e consulenza one-to-one aumenta il tasso di cessazione del 10% – 25% rispetto al solo counselling . Per i pazienti che non possono smettere di colpo, la prescrizione di farmaci solitamente include: vareniclina, bupropione e la terapia sostitutiva della nicotina come gomme cerotti etc.

6) Smettere di colpo o gradualmente? 

A questa domanda ci sono state diverse risposte nel tempo, la più gettonata pare comunque essere: “smettere di colpo”. Secondo i dati di una ricerca dell’Università di Oxford pubblicata nel 2016 e condotta su un gruppo di fumatori che aveva smesso di fumare, il 49% di chi lo aveva fatto di colpo era ancora astinente dopo 1 anno mentre solo il 39% di chi lo aveva fatto gradualmente ne era rimasto fuori dopo 1 anno. Benché si tratti comunque di dati da leggere in base ai diversi contesti di riferimento, secondo il prof. Riccardo Polosa: “La verità è che bisogna adattarsi alla realtà culturale e agli stili di vita del luogo di riferimento. Gli studi condotti nei nostri centri antifumo hanno spesso dimostrato che per natura ad esempio gli italiani tendono a smettere di fumare gradualmente e lo fanno così con successo”.

7) NRT – Terapia sostitutiva della nicotina

imagesPer i tabagisti l’aspetto più utile della terapia sostitutiva della nicotina è imparare a rinunciare all’atto fisico del fumo evitando i fastidiosi (e spesso duri) sintomi di astinenza. I prodotti attualmente sul mercato come NRT includono: i cerotti, gli spray nasali, le gomme, le compresse sublinguali e gli inalatori.  

8) Terapie alternative come l’ipnosi o agopuntura

UnknownL’ipnosi e l’agopuntura sono ormai terapia alternative al tabagismo ben note ed utilizzate. Il parere dei nostri esperti è comunque positivo, basta precisare che più alto è l’adattamento psicologico al tipo di strumento utilizzato per smettere, più sicuro è il raggiungimento dell’obiettivo. Se i pazienti sono entusiasti di una certa modalità, questo li rende più ricettivi per il successo. Tuttavia è da precisare che tali terapie non vengono riconosciute come efficaci dalle linee guida internazionali.

9) L’alimentazione

cioccolato-1-1900x1583_cQuello che spesso non consideriamo è che alla base dei principi attivi che si trovano in un farmaco ci sono di norma alimenti che si trovano in natura. Come vi abbiamo raccontato in un articolo del Dr. Massimo Caruso, infatti, c’è un gruppo di “alimenti antifumo” che possano effettivamente essere di grande aiuto nell’impresa di liberarsi dal vizio.  Pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate ad esempio contengono nicotina e mangiarli può rappresentare una buona prassi di terapia sostitutiva.

10) “La serenità”

UnknownInfine chiudiamo con una soluzione economica e rilassante: la voglia di fumare si sconfigge con la serenità. Un modo alternativo per smettere di fumare può essere quello di far leva sui meccanismi inconsci e sulla concentrazione di ritrovare serenità. L’importante è pensare fuori dagli schemi abituali che ci hanno abituato a credere che per smettere bisogna soffrire nel nome della forza di volontà. La serenità ci porterà a trovare la soluzione più idonea per smettere ed il metodo più adatto alle nostre esigenze.

Il nuovo logo CoEHAR

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PUBBLICATO IL NUOVO LOGO DEL CENTRO DI RICERCA PER LA RIDUZIONE DEL DANNO DA FUMO DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA

La vincitrice del bando di concorso indetto dall’Università degli Studi di Catania per la realizzazione del logo CoEHAR è Lucia Motta.

Laureata in medicina con una buona conoscenza del settore antifumo, la dott.ssa Motta è l’ideatrice del logo prescelto in forma anonima da una commissione formata da docenti dell’ateneo catanese tra cui il prof. Sebastiano Battiato, il prof. Rosario Faraci e lo stesso direttore del CoEHAR Riccardo Polosa.

“La Giuria ha ritenuto – è scritto nella menzione speciale alla dott.ssa Motta – che il logo sia rispondente a criteri di linearità, semplicità e chiarezza comunicativa, e che sia identificabile e riconoscibile. Il logo peraltro veicola bene l’identità internazionale e accademica del CoEHAR, e la sua missione di proteggere gli individui e le popolazioni dai danni del fumo”. 

Durante la cerimonia inaugurale del CoEHAR, che si è tenuta lo scorso 20 Dicembre presso la Torre Biologica dell’Ateneo catanese, la vincitrice è stata premiata con un assegno di 500,00 euro valido come premio per la realizzazione del logo. Alla premiazione erano presenti anche il Magnifico Rettore Francesco Basile ed una rappresentanza delle istituzioni accademiche.

Laureata in medicina con una buona conoscenza del settore antifumo, la dott.ssa Motta è l’ideatrice del logo prescelto in forma anonima da una commissione formata da docenti dell’ateneo catanese tra cui il prof. Sebastiano Battiato, il prof. Rosario Faraci e lo stesso direttore del CoEHAR Riccardo Polosa.

Durante la cerimonia inaugurale del CoEHAR, che si è tenuta lo scorso 20 Dicembre presso la Torre Biologica dell’Ateneo catanese, la dott.ssa Motta è stata premiata con un assegno di 500,00 euro valido come premio per la realizzazione del logo.

Alla premiazione erano presenti anche il Magnifico Rettore Francesco Basile ed una rappresentanza delle istituzioni accademiche.

“Lo scudo in primo piano rappresenta la protezione che il CoEHAR vuole promuovere, a favore del miglioramento della qualità della vita dell’individuo, tramite le nuove tecnologie contro il fumo, che viene infatti inserito nel logo in contrapposizione allo scudo, tramite il negativo – ha spiegato Lucia durante la premiazione – i colori istituzionali sono ispirati alle sfumature della fiamma, provocata dalla combustione, che riporta al fumo”

Fumo e alcol. La coppia sbagliata.

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Alcol e sigarette, un binomio perfetto ma decisamente negativo per chi ha intenzione di smettere di fumare. Secondo uno studio appena pubblicato, rinunciando a bere alcolici si è più propensi a fumare di meno.

Una cattiva abitudine ed uno stile di vita da cambiare che si potrebbe far rientrare nei buoni propositi per l’anno nuovo. 

A fare emergere il legame tra alcol e fumo sono stati di recente i ricercatori della Oregon State University con uno studio pubblicato sulla rivista Nicotine & Tobacco Research e condotto da Sarah Dermody.

La  chiave della connessione tra le sostanze alcoliche e il fumo sarebbe il cosiddetto ‘metabolismo della nicotina’, che nei bevitori abituali presi in considerazione dalla ricerca, mostrerebbe un importante rallentamento quando si verifica una riduzione anche nell’assunzione di alcol.

Lo studio del team statunitense appare particolarmente rilevante se si considera che circa un adulto su 5 beve e fuma abitualmente. Sorprendentemente, i ricercatori hanno scoperto che consumare meno alcol causa nei soggetti che bevono anche un parallelo rallentamento nel ‘metabolismo della nicotina’, aumentando così le possibilità di eliminare questa triste realtà.

Da un punto di vista clinico, è una cosa positiva perché se qualcuno vuole smettere di fumare, potremmo incoraggiarlo a ridurre il consumo di alcol per favorire il suo piano di disassuefazione dal fumo”, ha aggiunto Dermody.
Fermo restando che i binomi alcol-sigarette o caffè-sigaretta sono ormai calati nelle abitudini sociali dei fumatori che non intendono rinunciare ad un rituale classico. Pertanto, per questi soggetti, sarebbe più opportuno scegliere di passare a soluzioni alternative e meno dannose come appunto le sigarette elettroniche.

Il video shock su fumo e vaping

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Il Ministero della Salute inglese ha avviato una campagna di sensibilizzazione per dire stop al fumo. In un video shock sugli effetti del fumo di tabacco si dimostra come il vaping è per il 95% meno dannoso del fumo.

https://youtu.be/ZR_4PsYksfs

Sono questi i punti fondamentali della Health Harms campaign del Public Health England, un’agenzia governativa del Ministero della Salute inglese,  sui possibili metodi per smettere di fumare, tra cui quello di passare all’utilizzo delle sigarette elettroniche.

L’obiettivo dell’analisi è anche quello di sfatare i dubbi e lo scetticismo che si è diffuso sulla sicurezza delle sigarette elettroniche. Nel video emerge la quantità di catrame che si accumula nei polmoni di un fumatore di sigarette normali rispetto a quelli di un fumatore di e-cig e di un non fumatore. In tre barattoli di vetro sono stati inseriti dei batuffoli di cotone che simulano la reazione degli organi respiratori sottoposti ai differenti tipi di fumo. Nel caso del fumatore, il cotone risulta quasi totalmente annerito, mentre l’effetto della sigaretta elettronica provoca solo una velatura della parete di vetro.

La ricerca del PHE indica una diminuzione del 95% dei danni in caso di utilizzo di e-cig. Il professore Newton ha chiarito che l’obiettivo della campagna lanciata dal Public Health Center è “incoraggiare i fumatori a provare a smettere completamente con l’aiuto di una sigaretta elettronica, o usando altri sostituti della nicotina come cerotti o gomme, perché questi mezzi potrebbero aumentare significativamente le loro possibilità di successo”.

Mentre il dottor Lion Shahab, dell’università di Londra, che appare nel video, ha spiegato che l’esperimento “condotto da noi e altri ha dimostrato che le sigarette elettroniche sono molto meno dannose del fumo e il loro uso a lungo termine è relativamente sicuro”. 

Una delle critiche che è circolata sull’uso delle sigarette elettroniche è che provocherebbero tosse e difficoltà respiratorie nelle persone, a causa del diacetile. Questa sostanza chimica si troverebbe in quantità 100 volte maggiori nelle sigarette ordinarie. Sarebbe tragico se migliaia di fumatori che potrebbero smettere con l’e-cig, rinunciassero a causa di paure sulla sicurezza”.