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FDA, decisione storica per il vaping

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L’FDA statunitense ha approvato per la prima volta la vendita di una sigaretta elettronica negli Stati Uniti come strumento meno dannoso rispetto al fumo di sigaretta convenzionale.

Una decisione che, dopo mesi di dibattito acceso tra le autorità di salute pubblica e le aziende produttrici, ha finalmente aperto uno spiraglio verso un dialogo più incisivo tra i decisori pubblici e le autorità scientifiche.

A segnare il goal finale della partita è stata la Vuse, una sigaretta elettronica commercializzata da R.J. Reynolds.

Le autorizzazioni odierne sono un passo importante per garantire che tutti i nuovi prodotti del tabacco senza combustione siano sottoposti alla solida e scientifica valutazione pre-mercato della FDA” – cosi si legge nel comunicato stampa.

Per la prima volta, l’autorità statunitense ha affermato che i prodotti senza combustione: “potrebbero avvantaggiare i fumatori adulti che passano alle elettroniche a ridurre l’esposizione a sostanze chimiche dannose”.

Secondo questo principio, il rischio connesso all’utilizzo da parte dei minori potrebbe essere combattuto con la prevenzione e l’informazione. Sebbene si ribadisca ancora la necessità di continuare con gli studi su questi prodotti, resta ormai evidente che il passaggio al vaping rappresenti una opportunità di salute pubblica per milioni di fumatori di sigarette convenzionali.

Monitoreremo la commercializzazione dei prodotti, compreso se l’azienda non rispetta eventuali requisiti normativi o se emergono prove credibili di un uso da parte di individui che in precedenza non utilizzavano prodotti del tabacco, compresi i giovani” – spiegano le autorità.

In vista delle nuove richieste di approvazione, inoltre, l’FDA ci tiene a precisare che le aziende produttrici devono dimostrare all’agenzia che la commercializzazione dei loro prodotti è appropriata anche come strumento di prevenzione per la salute pubblica.

A riportare la notizia in queste ore tutti i quotidiani più importanti al mondo:

BBC

CNN

New York Times

Inghilterra: il servizio sanitario prescriverà le elettroniche per smettere di fumare

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Catania 29 Ottobre 2021 – Una decisione che potrebbe avere ripercussioni anche al di fuori del Regno Unito. Così oggi le maggiori testate giornalistiche inglesi hanno riportato la notizia che i medici potranno prescrivere le sigarette elettroniche come dispositivi per smettere di fumare. 

The Medicines and Healthcare products Regulatory Agency” ha pubblicato le nuove linee guida che le aziende produttrici di sigarette elettroniche devono conseguire per l’approvazione dei propri prodotti nel Regno Unito. In precedenza i produttori dovevano richiedere una licenza medica per commercializzare elettroniche. Oggi si legge: “I prodotti destinati alla somministrazione di un medicinale possono essere regolamentati come dispositivi medici o medicinali, a seconda della presentazione e dell’uso del singolo prodotto”

Molti commentatori ritengono che questa scelta potrebbe cambiare l’atteggiamento di diffidenza che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e le sue agenzie hanno avuto finora nei confronti dei prodotti alternativi per la somministrazione di nicotina. Essere sponsorizzati dalle Big Tobacco è stata spesso la principale critica mossa dalle agenzie sanitarie internazionali ai sostenitori della riduzione del danno da tabacco in tutto il mondo.

Il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, commentando la notizia ha affermato: Siamo di fronte ad un passo pionieristico verso una più ampia accettazione e adozione di prodotti senza combustione più sicuri per la sostituzione totale della sigaretta. Questo sviluppo positivo nella lotta contro il fumo dovrebbe essere seguito a livello globale da altre autorità sanitarie.

Il National Health Service britannico (NHS) ha affermato che le sigarette elettroniche non sono completamente prive di rischi. Tuttavia, le revisioni di esperti e i dati scientifici disponibili concordano sul fatto che le sigarette elettroniche regolamentate sono decisamente meno dannose della sigaretta convenzionale.

Nel mondo 1,3 miliardi di persone fumano ancora sigarette convenzionali, otto milioni muoiono ogni anno per malattie legate al fumo di sigaretta. L’onere sociale e finanziario per le nazioni è molto alto sia per l’assistenza sanitaria nazionale che per i risultati intrinseci che il consumo di tabacco ha per i cittadini. L’abitudine al fumo continua a mietere vittime per l’esposizione diretta e indiretta alle sigarette convenzionali, mentre resta sfuggente l’adozione di alternative che possano mitigare e, in parte, risolvere il problema.

In Italia si muore meno di cancro ma il vizio del fumo aumenta tra le donne

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I punti salienti che sono emersi dal volume «I numeri del cancro in Italia 2021», censimento ufficiale delle neoplasie nel nostro Paese presentato qualche giorno fa a Roma all’Istituto Superiore di Sanità, confermano la diminuzione della mortalità per cancro più bassa della media europea. Tra le buone notizie: miglioramenti e sopravvivenza soprattutto negli uomini.

Grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica, le percentuali di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi migliorano per tutte le neoplasie attestandosi al 59% negli uomini e al 65% nelle donne. Giordano Beretta, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, ha spiegato che l’analisi della sopravvivenza consente di monitorare la prevenzione e l’efficacia delle terapie, e in Italia aumentano sempre più le persone vive dopo la diagnosi, nel 2020 erano circa 3,6 milioni, il 6% della popolazione, con un incremento del 36% rispetto al 2010.

Qual è la correlazione con il fumo?

Oggi un caso di cancro su tre è dovuto al fumo.

Dai dati raccolti emerge che nel nostro Paese si muore di cancro meno rispetto alla media europea (-13% negli uomini e -10% nelle donne). Dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4% le morti per neoplasie dello stomaco, del 15,6% quelle del polmone, del 14,6% alla prostata e del 13,6% del colon-retto. Aumentano nella popolazione femminile i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6%) e del polmone (+5%), strettamente legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli allo stomaco (-25%), colon-retto (-13,2%), ovaio (-9%) e mammella (-6,8%).

Ad influire sono soprattutto gli stili di vita e le cattive abitudini degli italiani.

Se dovessimo considerare i 34.000 decessi per tumore al polmone, 21.700 per il colon-retto, 12.900 per il pancreas, 12.500 per la mammella e 8.500 per lo stomaco, diremmo che oltre un terzo di queste neoplasie non si svilupperebbe di fronte ad uno stile di vita sano e curato.

Non fumare, fare movimento, seguire una corretta alimentazione sono fondamentali nella lotta ai tumori perché rappresentano l’arma più potente per sconfiggerli.

Quasi il 30% dei cittadini è sedentario. Dal 2008 la sedentarietà nella popolazione adulta è aumentata, in particolare al Sud, dove è passata dal 35% nel 2008 a valori che raggiungono quasi il 45% nel 2019. Più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, ovvero il 31,5% in sovrappeso e il 10,8% obeso, con un trend in crescita per l’obesità, non solo nel Sud ma anche al Nord. La pandemia ha fatto segnare, nel 2020, una battuta d’arresto anche nel calo del numero dei fumatori, progressivamente registrato fra il 2008 e il 2019.

Questo rallentamento è sostenuto in particolare dalle donne con più di 35 anni, fra le quali, per la prima volta dal 2008, si registra un’inversione di tendenza con un aumento, modesto ma non trascurabile, della quota di fumatrici. Anche la quota di chi tenta di smettere di fumare scende dal 36% del 2019 al 31% durante la pandemia, in particolare dal 39% al 31% fra le donne.

A rincuorarci, dal rapporto annuale sui ‘Numeri del cancro’, emerge come – nonostante la furia di Sars-Cov-2 – in Italia oggi si muoia di cancro meno rispetto alla media europea.

Disturbo da uso di sostanze, alcol e fumo in gravidanza. Che fare?

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Da non perdere assolutamente il prossimo 17 novembre, il Webinar dal titolo “Disturbo da uso di sostanze, alcol e fumo in gravidanza. Che fare?”, dal taglio prettamente pratico e con esperti di alto valore ed esperienza, affronterà il tema della gravidanza e degli eventi perinatali nel Disturbo da Uso di Sostanze (DUS).

Il Webinar rientra tra le iniziative di formazione gratuita promosse dall’Unità di Medicina delle Dipendenze di Verona rivolte agli operatori del settore.

Il Servizio di Medicina delle Dipendenze è un servizio pubblico dell’Azienda Ospedaliera di Verona che si occupa di dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali. Il programma terapeutico può essere di tipo ambulatoriale o di ricovero a seconda della specifica situazione. Il Servizio esegue solo ricoveri in regime di elezione: i ricoveri devono pertanto essere adeguatamente programmati.

L’Unità Operativa di Medicina delle Dipendenze è stata fondata nel 2000 dal Prof. Paolo Mezzelani ed attualmente diretta dal Dott. Fabio Lugoboni. Inserita nel Policlinico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona è pienamente operativa dal gennaio 2002 ed è l’unica in Italia ad avere posti letto interamente dedicati alla cura di qualsiasi tipo di dipendenza sia lecita che illecita. 

Informazioni sull’evento:

Moderatori: Fabio Lugoboni Angelo Pietrobelli

  • 14.15: Introduzione
  • 14.30: Disturbo da Uso di Sostanze in gravidanza. Ina Hinnenthal.
  • 14.50: La gestione dell’uso di oppioidi e benzodiazepine in gravidanza e neonatologia. Alessandra Pistelli.
  • 16.10: Uso di alcol in gravidanza e di Disturbo dello Spettro Fetale Alcolico. Patrizia Riscica.
  • 16.30: Il fumo in gravidanza. Biagio Tinghino.
  • 16.50: La gestione di cocaina e cannabinoidi. Brunella Occupati.
  • 17.10: La Depressione Post-Partum. Giuseppe Imperadore.
  • 17.30: Discussione. Discussant: Guido Mannaioni.

Mai pensato di smettere mangiando una mela?

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mela e fumo

Una mela al giorno aiuta a togliere il fumo di torno“: sebbene non sia questa la versione originale del famoso detto popolare, esiste un fondo di verità.

Le proprietà di questo comunissimo frutto, infatti, aiuterebbero i tabagisti a perseverare nella scelta di smettere, riparando allo stesso tempo alcuni danni provocati dal fumo.

Scoperta che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea, riguardante le proprietà di frutta e verdura nei percorsi di smoking cessation.

Secondo questa ricerca, il consumo ortaggi e frutta, in particolare delle mele, contribuisce alla riparazione dei danni polmonari causati dal fumo e interviene nel ritardare il normale invecchiamento di questi organi.

Le origini del frutto

La maturazione avviene tra fine agosto e metà ottobre, nella sua forma perfetta, dolce, succosa e soprattutto ricca di tante proprietà.

Nonostante siano presenti in natura oltre 7000 tipi, se ne possono consumare solo 250.

Ben più sicura la sua origine, identificabile con le zone dell’Asia Occidentale.

La coltivazione delle mele è diffusa in particolare in Cina, dove viene coltivata da oltre 4000 anni, e in Kazakistan, dove non a caso esiste la città di Almaty, letteralmente “il posto delle mele“.

Le sue proprietà

Oltre a polifenoli antiossidanti come il betacarotene e licopene, la mela è ricca di vitamine tra le quali spiccano la vitamina C, la A ed la E, oltre quelle del gruppo B, dalle proprietà idratanti e protettive.

Nella polpa, nella buccia e nei semi si trovano potenti principi attivi dall’azione antiche.

Un valido aiuto soprattutto per chi decide di smettere: questo prezioso frutto contiene sostanze antiossidanti che riescono a disintossicare il corpo rapidamente, attenuando gli effetti dell’astinenza e della dipendenza dalla nicotina.

È ormai noto che chi inizia una dieta a base di frutta e verdura ha più possibilità di smettere di fumare, rispetto agli altri. E allora perchè non farsi tentare da questo frutto?

Del resto, si sa, chi mangia una mela al giorno …

100 esperti contro l’OMS: nuova lettera ai delegati della FCTC

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100 esperti chiedono all’OMS di cambiare l’ostile posizione sulla Riduzione del Danno da tabacco: pubblicata una nuova lettera ai delegati della FCTC (Framework Convention on Tobacco Control dell’OMS).

La lettera in questione inviata dagli specialisti in vista della Cop9 (Ninth Session of the Conference of the Parties) spiega i benefici dell’Harm Reduction e i pericoli che si riscontrerebbero a causa dei divieti.

A firmarla per inviarla ai Capi Delegazione dei Paesi che parteciperanno alla Conferenza, sono cento esperti in Scienza e Politiche di Tabacco e Nicotina che in vista del prossimo 8 novembre, vogliono incoraggiare l’Organizzazione Mondiale della Sanità a promuovere l’inclusione della Riduzione del Danno nell’ambito della Convenzione Quadro sul controllo del tabacco.

Tra i punti più rilevanti sicuramente la spiegazione degli autori che affermano come nell’ultimo decennio l’innovazione abbia permesso di introdurre sul mercato numerosi prodotti che non comportano la combustione di tabacco e l’inalazione di fumo, le sigarette elettroniche prima di tutto.

Sappiamo ormai che il fumo sia responsabile della maggior parte dei decessi dovuti al consumo dello stesso tabacco, mentre i prodotti a rischio ridotto offrono la possibilità di ridurre i danni.

Esistono prove inconfutabili – si legge nella lettera – che i prodotti senza fumo sono molto meno dannosi delle sigarette convenzionali e che possono annullare il fumo a livello individuale e collettivo”.

Ma nonostante le inconfutabili prove, l’OMS continua a ignorare l’importanza dei prodotti a basso rischio e volta le spalle alle strategie di salute pubblica che potrebbero prevenire i danni e milioni di morti legate al fumo.

La lettera impostata su sette punti, affronta tematiche molto importanti e sottolinea l’importanza dello svapo, analizzando inoltre molti degli studi che hanno contribuito a dimostrare l’importanza del vaping per molti ex fumatori.

Le sigarette elettroniche – affermano gli esperti – stimolano a smettere di fumare e potrebbero contribuire agli obiettivi di riduzione delle morti premature”.

Ad accompagnare i sette punti, diverse importanti raccomandazioni:

  1. Fare in modo che la Riduzione del Danno diventi una componente delle strategie globali per raggiungere gli obiettivi in campo di salute;
  2. Valutare adeguatamente i benefici per i fumatori, adolescenti inclusi, e di conseguenza i rischi per chi non può accedervi;
  3. Considerare le conseguenze indesiderate, come l’aumento dei fumatori;
  4. Avviare revisioni indipendentemente dall’OMS e dalla FCTC.

Gli esperti ritengono che sia giunto il momento che la politica globale sul tabacco sfrutti appieno il potenziale della Riduzione del Danno da Tabacco e si augurano che la scienza, la politica e le comunità di professionisti della Salute Pubblica convergano su uno scopo comune per raggiungere la riduzione del carico globale delle malattie legate al tabacco e della mortalità prematura il più rapidamente possibile.

Per scaricare il testo integrale della lettera, clicca qui

Ottobre rosa: smettere di fumare per prevenire il tumore al seno

Anche quest’anno ad ottobre torna il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno per omaggiare e sostenere la ricerca e la prevenzione.

Questa iniziativa nasce nel 1992 negli Stati Uniti, per merito di Evelyn Lauder, la Campagna Nastro Rosa tenta ogni anno di sensibilizzare soprattutto le più giovani su uno dei mali più diffusi nel mondo.

Nel 2020, secondo l’Osservatorio Nazionale, nonostante i casi siano stati 55mila, quasi il 54% degli screening e delle visite previste è stato rimandato o trascurato a causa dell’emergenza dovuta al Covid 19. La pandemia ha portato molte donne a rinunciare o posticipare i controlli di routine ma allo stesso tempo ci ha insegnato che la prevenzione è fondamentale per la salute femminile e che per questo motivo non può più essere rimandata.

A tal proposito, grazie alla giornalista Gabriella Finocchiaro, ne abbiamo parlato con la dottoressa Sara Pettinato, senologa dell’Azienda Ospedaliera Garibaldi e Presidente Commissione Sanità del Comune di Catania.

Non bisogna aspettare il momento giusto, ambulatori e ospedali sono luoghi sicuri e a cui si può accedere con serenità.

In Italia molti ambulatori garantiscono la possibilità di sottoporsi a visite senologiche gratuite e, con l’occasione, diventano un momento di condivisione, dove cercare consigli, trovare materiale informativo e ricevere piccoli consigli da attuare nel nostro quotidiano.

Siete donne fumatrici?

Chi smette riduce enormemente la possibilità di esito positivo da tumore: è stato infatti dimostrato da diversi studi la correlazione tra il fumo di sigaretta convenzionale ed il carcinoma della mammella. Una scelta, quella di smettere di fumare, che deve essere favorita anche da chi ci circonda: gli effetti negativi in termini di decorso patologico possono presentarsi pure a causa del fumo passivo.

I senologi e tutti gli operatori sanitari hanno il dovere di avvertire tutte le loro pazienti sui danni causati dal fumo e sulle possibili strade da intraprendere per uscire dal tabagismo.

Affidarsi ad un centro specializzato in smoking cessation è la prima scelta, il primo vero grande passo. In Italia, sono ormai tantissimi i centri antifumo con personale specializzato che accompagna fumatrici e fumatori verso un percorso di cessazione personalizzato ed efficace. 

Non perdete l’occasione di partecipare a tutte le iniziative di prevenzione che saranno promosse durante il mese di ottobre perché mai come in questo momento, dopo più di un anno di stop forzato per migliaia di visite e di controlli bloccati a causa dell’emergenza sanitaria e delle precauzioni ad essa legate, è dovere di tutti noi tornare a parlare di prevenzione.

STOPTOBER: ti bastano 28 giorni per smettere?

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Torna la campagna antifumo inglese Stoptober, che ha aiutato oltre 2,3 milioni di fumatori britannici a smettere nel corso degli ultimi dieci anni.

Ansia, noia, depressione: mentre nel mondo si torna lentamente a una mai dimenticata “normalità”, sono ancora evidenti gli strascichi psicologici che non riusciamo a superare, causati dai ripetuti lockdown.

Ma allentare le restrizioni significa per molti fumatori ritornare nella stessa routine che era causa della dipendenza da fumo.

E le autorità di salute pubblica inglesi lanciano l’allarme: secondo un recente sondaggio condotto su un campione di 2000 persone in Inghilterra, il ritorno alla normalità potrebbe causare un aumento nel numero di fumatori.

Lavoro e convivialità spaventano i fumatori inglesi

Circa il 47% degli intervistati ha infatti ammesso che il ritorno a situazioni di convivialità con amici e parenti potrebbe indurli a fumare di più.

Stessa percezione avvertita da chi si appresta a tornare in ufficio: il 30% dichiara che sarebbe più incline ad accendersi una sigaretta durante il turno di lavoro.

Numeri che si sommano a quelli rilevati durante la pandemia inglese, quando oltre il 45% dei fumatori intervistati dichiarava di fumare per alleviare la tensione e lo stress dovuti alla situazione.

Un incremento dei fumatori registrato soprattutto nella fascia under 35, come riporta il “University College London Smoking Toolkit Study“.

Nel 2019, il numero di fumatori in questa fascia si attestava intorno al 19%. Nel 2021, si è passati al 24% .

Stoptober: 28 giorni per cambiare

Quest’anno, dunque, la campagna inglese di sensibilizzazione sui danni da fumo assume un ruolo ancora più fondamentale.

Un’iniziativa che si basa sul concetto che se un fumatore riesce a superare l’astinenza e il desiderio per 28 giorni, allora avrà 5 volte più probabilità di riuscire a smettere per sempre.

Un dato che rassicura chi fa fatica a dire no al fumo: oltre i 2/5 di chi vuole smettere ritiene che l’ostacolo principale sia rappresentato dal desiderio di fumare e dalla forza della dipendenza, mentre il 42% imputa un eventuale fallimento allo stress della vita quotidiana.

Per contrastare questa tendenza, Stoptober ha impostato un approccio che si articola su diversi tipi di assistenza: in primis, l’APP ufficiale, che permette di tenere traccia non solo dei miglioramenti, ma anche di ricevere supporto costante e di verificare la quantità di soldi risparmiati non acquistando le sigarette.

I fumatori possono inoltre contare su un bot di Facebook Messenger, una community di sostegno online e un servizio di messaggistica quotidiano.

Chi decide di aderire alla campagna, può avere accesso a un “Personal Quit Plan, che permette di ricevere l’aiuto più consono alle proprie esigenze, mettendo in contato il fumatore con i servizi di cessazione locali.

In merito all’iniziativa, Scott Crosby, Tobacco Control Programme Manager presso Public Health England, ha dichiarato:

Dall’inizio della pandemia, abbiamo registrato un aumento di fumatori nella fascia 18-34 anni. Ecco perché Stoptober quest’anno è più fondamentale che mai. Negli ultimi 10 anni, abbiamo aiutato oltre 2 milioni di fumatori a smettere definitivamente.

Smettere di fumare non migliora solo la vostra salute, ma anche il vostro conto in banca.

Le ricerche dimostrano che se si è in grado di resistere per 28 giorni allora si avranno 5 volte più probabilità di poter smettere del tutto

Hai smesso di fumare ma in auto senti ancora cattivo odore? Ecco i rimedi

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Per molti di noi l’auto è ormai una seconda residenza. Ci passiamo parte delle nostre giornate. Per i fumatori, l’auto è una sorta di bunker. In Italia, la legge impone “il divieto di fumare al conducente di autoveicoli, in sosta o in movimento, e ai passeggeri a bordo degli stessi in presenza di minori di anni diciotto e di donne in stato di gravidanza“. Ciononostante molti fumatori hanno la cattiva abitudine di fumare in macchina, lasciando odori malsani che spesso restano li per mesi. Anche se avete ormai smesso di farlo. Ci sono rimedi per combattere i cattivi odori di fumo in auto?

Si, eccone alcuni:

  • Bicarbonato, versate un cucchiaio di polvere sui sedili, sui tappetini o il cruscotto e strofinate bene. Dopodiché raccogliete il tutto con un panno asciutto o con una aspirapolvere. Lasciare per una notte intera una ciotola con dello zucchero bianco, posizionata sul sedile o sul cruscotto, la mattina seguente noterete come questo ingrediente abbia catturato gli odori e la puzza di fumo. Potete applicare lo stesso procedimento ma con il caffè o con delle bucce di agrumi. Idem per l’aceto bianco o la lettiera per gatti, famosa per l’assorbimento di odori sgradevoli.
  • Diversi sono poi gli spray o mangiafumo in commercio, ad esempio diluendo 2 gocce di olio essenziale all’eucalipto in 200ml di aceto, spruzzandolo nell’abitacolo si ottiene un composto veloce ed efficace. Ma il massimo della sanificazione, drastica, duratura è quella all’ozono, trattamento con il gas 03  naturale, ecologico e disinfettante, neutralizza le particelle di fumo, garantendo aria pulita per lungo tempo.
  • Inoltre, disinfettare gli interni, utilizzando acqua calda e asciugando con un panno profumato.

Olanda: Lidl gioca d’anticipo ed elimina il tabacco

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Giocare d’anticipo ed eliminare le sigarette dagli scaffali si può ed è quello che qualche giorno fa ha fatto l’azienda tedesca Lidl, il grande colosso della distribuzione alimentare.

Diversamente dall’Italia, in Olanda è consentita la vendita di prodotti a base di tabacco anche all’interno dei negozi di alimentari, motivo per cui il governo dell’Aia sta cercando di vendere tabacco sempre in meno posti. Da diversi anni, ormai, l’obiettivo del governo olandese è quello di eliminare quello che è uno dei principali canali di approvvigionamento per il fumatore, inserendosi nel più ampio programma di contrasto al fenomeno della dipendenza dal tabagismo.

Procedendo verso questa direzione, i distributori di alimentari olandesi non saranno gli unici ad attuare queste restrizioni, infatti nel 2022 saranno vietati anche i distributori di sigarette e si proseguirà nel 2023 con il vietare pure le vendite di tabacco online. La vendita di sigarette sarà consentita solo nei negozi specializzati.

Una scelta etica importante quella dell’azienda tedesca. La scelta, proveniente dalla predisposizione dello stato olandese a fare smettere di fumare ed eliminare del tutto il fumo, è un grande passo che avrà effetti a livello nazionale e internazionale.

Secondo Tobacco Atlas si stima che in Olanda vi sia ancora una percentuale del 17% di cittadini che sono dipendenti dal tabacco, ma da quanto afferma il Segretario di Stato olandese Paul Blokhuis, si auspica che “questa importante scelta etica possa essere seguita anche dalle altre grandi distributori di alimentari”.