venerdì, Aprile 19, 2024
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COP9/Riccardo Polosa: “La mancanza di interesse dell’OMS per lo sviluppo globale dei prodotti a rischio ridotto mi preoccupa molto”.

Con l’approcciarsi della nona sessione della Conferenza delle Parti (COP9) della Convenzione Quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la lotta al tabagismo (WHO FCTC) molti temi rimangono indefiniti, tra questi la mancanza di una discussione pubblica sulla riduzione del danno da tabacco e la segretezza degli argomenti che saranno discussi durante il summit.

Si tratterà di un summit basato sulla censura dei media, su un approccio non scientifico, e sull’indifferenza nei confronti dei recenti sviluppi delle politiche di controllo del tabacco a livello internazionale. La FCTC sembra aver perso di vista il suo scopo originale: garantire una vita sana e sicura per tutti, ovunque si trovino nel mondo.

Sviluppato all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 15 anni fa, l’FCTC è un accordo basato sul consenso tra i firmatari e che afferma il diritto di tutti ad avere la migliore salute possibile. Una risposta alla globalizzazione dell’epidemia di tabacco, che prende in esame anche fattori complessi come gli investimenti diretti esteri (IDE), la liberalizzazione e il commercio transfrontaliero.

L’OMS continua a negare l’efficacia dei prodotti per la somministrazione di nicotina a basso rischio come mezzo per combattere il fumo in tutto il mondo, nonostante la riduzione del danno sia anche uno dei principali obiettivi del trattato.

E’ giunto il momento di superare l’influenza dei miliardari filantropi che negli ultimi anni hanno pesantemente condizionato gli organismi di regolamentazione internazionali”

Piuttosto che concentrarsi sulla riduzione del fumo e della dipendenza, la FCTC demonizza infatti i fumatori. Secondo il recente annuncio dell’OMS, non ci sarà una discussione sul tema delle alternative più sicure alla nicotina alla COP9 FCTC di quest’anno, che si svolgerà dall’8 al 13 novembre 2021, e che il dibattito verrà posticipato al prossimo COP10 nel 2023.

L’OMS continua a ignorare le sigarette elettroniche, un dispositivo potenzialmente salvavita che può salvare milioni di vite ogni anno, anche se il tabacco uccide ancora otto milioni di persone all’anno. Alcuni di questi decessi sono direttamente collegati a malattie legate al fumo.

Sulla base di un ragionamento parziale e senza prove scientifiche, l’OMS ha imposto divieti ingiustificati su questi dispositivi salvavita, spingendo i paesi a bandire i sistemi di somministrazione elettronici di nicotina.

I recenti sviluppi nel Regno Unito, tuttavia, hanno cambiato l’approccio verso tali prodotti. In una decisione storica, The Medicines and Healthcare products Regulatory Agency ha dichiarato l’opportunità di utilizzare le sigarette elettroniche come prescrizione per il Sistema sanitario nazionale (NHS).

Uno sviluppo in qualche modo simile è stato osservato negli Stati Uniti, dove la Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente approvato la vendita di sigarette elettroniche come alternativa meno dannosa alle sigarette convenzionali, segnando un momento decisivo per la Riduzione del Danno nel paese.

Il professor Polosa, fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR), è profondamente preoccupato che l’Organizzazione mondiale della sanità non stia considerando i recenti progressi internazionali verso l’adozione di prodotti a base di nicotina senza combustione molto più sicuri rispetto alle bionde tradizionali.

Per l’OMS non è ora di ripensare l’approccio adottato finora sui prodotti alternativi, se persino i governi nazionali stanno cercando di smarcare le loro politiche di salute pubblica dalle direttive dell’OMS? È giunto il momento di superare l’influenza di miliardari filantropi che negli ultimi anni hanno pesantemente condizionato gli organismi di regolamentazione internazionali che interessano la salute di milioni di persone.

Questo è ciò che la medicina clinica ci ha insegnato dopo vent’anni: i pazienti cercano di evitare lo stigma del fumo pur godendo delle caratteristiche rituali e sociali del fumo”

La FCTC trascura tutti i dati scientifici rilevanti e continua ad aderire a una filosofia “smetti o muori”. Tuttavia, questo approccio non è riuscito fino ad ora a raggiungere nessuno degli obiettivi del trattato.

Il professor Polosa contesta l’idea che i fumatori vogliano essere classificati come pazienti che necessitano di farmaci per contrastare la dipendenza dal fumo. E’ molto impegnativo quando si tratta di lavorare con i fumatori, poiché non vogliono pagare per i farmaci e non vorrebbero essere medicati.

La sigaretta elettronica è l’unico metodo sicuro per erogare nicotina senza la tossicità del fumo di sigaretta perchè per i fumatori mantiene il rituale del fumo. Molti fumatori sono inoltre ignari della psicologia che li spinge a voler smettere, ma senza rinunciare alle sigarette.

In futuro, vedremo se altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito su prodotti alternativi più sicuri, constringendo l’OMS ad ammettere i propri errori”

Questo è ciò che la medicina clinica ci ha insegnato dopo vent’anni. “I pazienti stanno cercando di evitare lo stigma del fumo pur godendo delle caratteristiche rituali e sociali del fumo. E questo è un dato di fatto,” ha dichiarato Polosa.

Il CoEHAR e altre autorità sanitarie in Inghilterra, nonché gli organismi di regolamentazione a livello internazionale, hanno confermato che le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette convenzionali.

“Nonostante il Regno Unito abbia adottato le sigarette elettroniche come strumento per frenare l’incidenza del fumo tra i propri cittadini, è allarmante notare come l’OMS continui a commissionare ricerche di scarsa qualità e perpetui campagne di disinformazione contro Londra. In futuro, vedremo se altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito su prodotti alternativi più sicuri costringendo l’OMS ad ammettere i propri errori,” ha affermato Polosa.

Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.

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