domenica, Giugno 8, 2025
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Nuovo studio italiano su e-cig ne conferma sicurezza e efficacia

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Entusiasmo per LIAF dopo la notizia della pubblicazione di un ulteriore studio sull’efficacia della sigaretta elettronica come strumento alternativo per smettere di fumare.

I risultati, infatti – come dichiarato dal prof. Ricciardi – suggeriscono che: “La sigaretta elettronica non serve probabilmente per smettere di fumare – ha spiegato – tutt’al più può essere un’alternativa per gli ex fumatori a non tornare a fumare sigarette. Questi primi dati – continua – ci dicono che, nel campione monitorato, si è dimostrata abbastanza sicura. Tra i fumatori di sigaretta elettronica, per ora, infatti, non si sono mostrati effetti avversi di rilievo”.

“Siamo contenti – ha dichiarato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF – di comprendere che la nostra battaglia per una maggiore qualità della ricerca scientifica venga condivisa anche da altre istituzioni sanitarie ed universitarie italiane. Come fautori dei primi studi al mondo sulla sigaretta elettronica – ha aggiunto – sapere che la ricerca di soluzione alternative per combattere il tabagismo è obiettivo ormai condiviso dalla gran parte della comunità scientifica internazionale ci inorgoglisce e ci stimola ad una sempre maggiore efficienza in questo campo”.

Per come è stato concepito questo studio osservazionale – puntualizza il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico LIAF – è difficile poter affermare che la elettronica non sia efficace come strumento per smettere; infatti si sarebbe dovuto analizzare il comportamento in parallelo di un gruppo di intervento come ad esempio quello di una popolazione di fumatori che provano per la prima volta le sigarette elettroniche. Per gli stessi motivi di ordine metodologico – ha aggiunto lo scienziato – non é possibile stabilire che possano aiutare a non ricadere nel vizio del fumo dato che per dimostrarlo bisognerebbe confrontarne il comportamento con un apposito gruppo di controllo, come ad esempio quello di ex-fumatori seguiti per un certo numero di anni in parallelo con utilizzatori di sigaretta elettronica”.
 

“Di fatto – conclude Polosa – questo studio era stato originariamente concepito per stabilire l’incidenza di malattie fumo correlate e di fattori di rischio cardiovascolare nel tempo tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche a confronto con i fumatori”.

 

Leggi anche:

Polosa coordinatore del gruppo di lavoro nazionale per gli standard di qualitá e sicurezza delle e-cig

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Ordinario di Medicina Interna, Direttore Clinica Medica Policlinico Universitario di Catania e direttore scientifico di LIAF e soprattutto tra gli autori più produttivi al mondo nel campo della ricerca applicata sulla sigaretta elettronica, il prof. Riccardo Polosa è anche il coordinatore del gruppo di lavoro nazionale per le “Sigarette elettroniche e relativi liquidi”.

Il gruppo di lavoro svolgerà attività di interfaccia con il tavolo tecnico TC 437 “Electronic cigarettes and e-liquids” della European Committee for Standardization (CEN) al fine di armonizzare a livello nazionale l’attività normativa europea. Nello specifico il gruppo di lavoro nazionale sarà chiamato a contribuire alla stesura delle attività del CEN TC 437 e a commentare e votare i testi durante le inchieste ufficiali che saranno effettuate dal CEN TC 437. La composizione del gruppo di lavoro è variegata e tiene conto di tutte le parti interessate includendo produttori di liquidi elettronici, multinazionali del tabacco, associazioni dei rivenditori, associazioni dei consumatori, associazioni dei produttori, importatori e distributori oltre alle autorità per la tutela della salute pubblica (Università di Catania e Istituto Superiore di Sanità).

Da tempo LIAF denuncia l’atteggiamento irresponsabile e non basato sulle evidenze della Commissione Europea nei confronti delle sigarette e dei liquidi elettronici.

Leggi questi:

Da un lato, non si è riscontrato alcuno sforzo per far progredire la conoscenza delle e-cig, dall’altro la Commissione ha messo il massimo dell’impegno per cercare di sabotare il potenziale positivo delle sigarette elettroniche sulla salute pubblica. LIAF auspica che l’attività dei gruppi di lavoro dei diversi stati membri della EU si coordinino per evitare che un eccesso di attività regolatoria possa de facto portare alla estinzione della sigaretta elettronica.

“Sono lusingato del ruolo che mi è appena stato conferito dall’UNI – ha commentato Polosa – ma anche preoccupato della grande responsabilità che deriva da questa nomina prestigiosa. Credo si tratti di un momento di particolare orgoglio per l’ateneo catanese, unico in Italia ad avere un proprio rappresentante a questo importante tavolo tecnico. Mi impegnerò affinché i lavori del gruppo siano improntati a semplificare al massimo le attività di standardizzazione, mettendo sempre al primo posto il rispetto per la salute e la soddisfazione dell’utilizzatore finale”.

 

 

 

Il divieto di svapo nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro

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  A cura della prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF

 

Attualmente, l’uso delle sigarette elettroniche rimane vietato per legge solo all’interno dei locali chiusi, delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, così come nelle scuole di comunità di recupero, istituti di correzione minorili e centri per l’impiego e la formazione professionale.

La legge non vieta l’uso delle sigarette elettroniche in locali pubblici, ma rimane la possibilità per gli esercenti o per i gestori di sale e ristoranti, così come per le aziende, di dare indicazioni sulla possibilità o meno di “svapare” in pubblico.

L’emendamento «4.25», approvato dai deputati il 23 ottobre 2013, ha stralciato l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme «in materia di tutela della salute dei non fumatori» previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest’ultima frase di fatto viene reso possibile “svapare” mentre invece rimane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar.

La sigaretta elettronica rimane vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione. Con la conversione in legge (legge n. 128 dell’8 novembre 2013) del decreto legge n. 104 recante “Misure urgenti in materia di Istruzione, Università e Ricerca” che è stato recentemente eliminato il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici, attraverso lo stralcio di una parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003 n. 3.  E-cig che rimane invece vietata nelle scuole.

La Commissione per gli interpelli, “in analogia all’orientamento europeo esistente – richiamato anche dal parere n. 34955/CSC6 del 26/09/2012 dell’Istituto Superiore di Sanità – ha deciso di considerare le sigarette elettroniche fuori dal campo di applicazione della direttiva 2001/37/CE in materia di tabacco – in quanto non contenenti tabacco – ritiene che, in mancanza di una specifica previsione normativa, non sia applicabile alle sigarette elettroniche il divieto di fumo previsto dall’articolo 51 della legge n. 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori”.

L’interpello indica, infine, che “in ragione delle caratteristiche e dei componenti delle varie tipologie di cartucce in commercio”, ferma restando la possibilità per il “datore di lavoro, nell’ambito della propria organizzazione di vietare l’uso delle sigarette elettroniche in azienda”, nel caso in cui ciò non avvenga, ne potrà essere “consentito l’uso solo previa valutazione dei rischi, ai sensi delle disposizioni vigenti. La suddetta valutazione dovrà tener conto del rischio cui l’utilizzazione della sigaretta elettronica può esporre i lavoratori, in ragione delle sostanze che possono essere inalate, a seguito del processo di vaporizzazione (nicotina e sostanze associate)”.

Divieto di Svapo nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro

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A man poses for a picture, as he vapes at home in Ciudad Juarez, Mexico January 28, 2019. Picture taken January 28, 2019. REUTERS/Jose Luis Gonzalez - RC1253AEC970

A cura della prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF

Attualmente, l’uso delle sigarette elettroniche rimane vietato per legge solo all’interno dei locali chiusi, delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, così come nelle scuole di comunità di recupero, istituti di correzione minorili e centri per l’impiego e la formazione professionale.

La legge non vieta l’uso delle sigarette elettroniche in locali pubblici, ma rimane la possibilità per gli esercenti o per i gestori di sale e ristoranti, così come per le aziende, di dare indicazioni sulla possibilità o meno di “svapare” in pubblico.

L’emendamento «4.25», approvato dai deputati il 23 ottobre 2013, ha stralciato l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme «in materia di tutela della salute dei non fumatori» previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest’ultima frase di fatto viene reso possibile “svapare” mentre invece rimane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar.

La sigaretta elettronica rimane vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione. Con la conversione in legge (legge n. 128 dell’8 novembre 2013) del decreto legge n. 104 recante “Misure urgenti in materia di Istruzione, Università e Ricerca” che è stato recentemente eliminato il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici, attraverso lo stralcio di una parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003 n. 3.  E-cig che rimane invece vietata nelle scuole.

La Commissione per gli interpelli, “in analogia all’orientamento europeo esistente – richiamato anche dal parere n. 34955/CSC6 del 26/09/2012 dell’Istituto Superiore di Sanità – ha deciso di considerare le sigarette elettroniche fuori dal campo di applicazione della direttiva 2001/37/CE in materia di tabacco – in quanto non contenenti tabacco – ritiene che, in mancanza di una specifica previsione normativa, non sia applicabile alle sigarette elettroniche il divieto di fumo previsto dall’articolo 51 della legge n. 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori”.

L’interpello indica, infine, che “in ragione delle caratteristiche e dei componenti delle varie tipologie di cartucce in commercio”, ferma restando la possibilità per il “datore di lavoro, nell’ambito della propria organizzazione di vietare l’uso delle sigarette elettroniche in azienda”, nel caso in cui ciò non avvenga, ne potrà essere “consentito l’uso solo previa valutazione dei rischi, ai sensi delle disposizioni vigenti. La suddetta valutazione dovrà tener conto del rischio cui l’utilizzazione della sigaretta elettronica può esporre i lavoratori, in ragione delle sostanze che possono essere inalate, a seguito del processo di vaporizzazione (nicotina e sostanze associate)”.

GFN 2015: si conclude la più importante kermesse scientifica sulla nicotina

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Si è concluso a Varsavia il secondo Forum Mondiale sulla Nicotina (Global Forum on Nicotine – GFN). Centinaia i partecipanti a quella che si è ormai confermata come la più importante manifestazione al mondo sulla nicotina. Scienziati, medici, ricercatori, esperti del settore, istituzioni e soggetti politici si sono riuniti ancora una volta nell’Hotel Marriott di Varsavia per affrontare in maniera specifica le grandi problematiche derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale.

Anche per questa seconda edizione, LIAF – Lega Italiana Anti Fumo ha orgogliosamente patrocinato il Forum Globale sulla Nicotina essendo ancora una volta tra i partner ufficiali della kermesse scientifica.

Tantissimi gli argomenti al centro del dibattito, tra questi: l’uso di sigaretta elettronica in Cina ed il controllo del tabacco; l’esperienza scandinavo con lo snus; le norme per i prodotti alla nicotina; i prodotti più sicuri per smettere di fumare; i nuovi prodotti a basso rischio e – come dal titolo dell’intervento del prof. Riccardo Polosa – la riduzione del danno del tabacco e l’inversione del rischio.

“Le e-cig non solo hanno un indice di rischio minore del 96% rispetto alle sigarette convenzionali – ha detto Polosa – ma hanno anche il grande potenziale di riuscire a ridurre il danno fumo correlato e persino di ripristinare alcune condizioni di salute a livelli normali. Una rivoluzione che bisogna tenere sempre in considerazione – ha spiegato – sopratutto quando si valutano i parametri necessari per prendere decisioni che riguardano le politiche pubbliche e di salute di tutti gli Stati del mondo”.

La questione scientifica, ricordiamo, è ancora oggi al centro di dibattito internazionale sulla regolamentazione delle sigarette elettroniche come prodotti da tabacco. Ed è proprio in questo ambito che il lavoro svolto da LIAF e dal prof. Polosa, come membro del comitato organizzatore del programma scientifico di GFN 2015, sono stati importantissimi.

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Altro momento di orgoglio per LIAF è stato quello dedicato alla premiazione del neo ricercatore LIAF, Dr. Chris Russell, del Centre for Drug Misuse Research di Glasgow premiato come miglior Giovane Ricercatore 2015 (Young Research Award).

 

“Per noi si tratta di un grande risultato – ha commentato Lidia Proietti, presidente LIAF -. Far parte attivamente della più importante comunità scientifica al mondo che indaga sulla nicotina, ricercando soluzioni alle malattie fumo-correlate, ci rende ancora una volta protagonisti della lotta al fumo e ci aiuta ancora di più a combattere questa piaga che distrugge ogni anno migliaia di vite umane”.

 

La scienza della nicotina è in rapido sviluppo, questioni regolamentari sono in cima all’agenda politica degli organi di governo ed i consumatori sono preoccupati per la disponibilità a lungo termine di questi nuovi prodotti. C’è un consenso nascente nel campo della scienza e della salute pubblica per la confermata sicurezza della nicotina e di altri prodotti non combustibili ma lo scetticismo di una parte importante della comunità scientifica internazionale continua a rendere difficile la battaglia. 

 

 

Ciò nonostante, GFN è anche occasione, ormai conclamata, per unire insieme Scienza e Politica e per presentare nuovi progetti di ricerca e diffusione di valide alternative al fumo. Proprio tra questi, il prof. Riccardo Polosa ha illustrato il nuovo programma di ricerca finalizzato al miglioramento delle potenzialità e dell’efficacia delle sigarette milano1elettroniche, ossia il VAPE SHOP STUDY promosso dai medici specialisti del Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania e dai ricercatori LIAF – Lega Italiana Anti Fumo e avviato per la prima volta in Italia con grande entusiasmo. Si tratta, infatti, di uno studio clinico che coinvolgerà tutti gli operatori del settore delle sigarette elettroniche, in particolare i negozianti, e che si propone formare i negozianti di e-cig introducendoli al counselling antifumo e specializzandoli, cosi da renderli in grado di accompagnare i fumatori in un percorso di assistenza e consulenza utile per smettere definitivamente di fumare.


INTERVENTO DEL PROF. RICCARDO POLOSA AL GFN 2015

No Tobacco Day 2015: “Realtà virtuale per smettere di fumare”

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“La Realtà Virtuale per smettere di fumare” – è il nuovo progetto di ricerca presentato martedì 26 maggio nell’ambito dell’incontro “Tabagismo e Vapagismo” organizzato come ogni anno dalla Lega Italiana Antifumo in occasione del No tobacco Day, che si è tenuto nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Catania.

IMG_1321Si tratta di una nuova alternativa per smettere di fumare che sarà studiata scientificamente grazie alla collaborazione tra la LIAF, il Centro Antifumo dell’Università di Catania e la nota startup Behaviour Labs. Grazie all’accordo firmato dal presidente LIAF, Lidia Proietti, da Riccardo Polosa e dal cofondatore di Behaviour Labs, Daniele Lombardo, sarà possibile in questi mesi lavorare ad un nuovo protocollo di ricerca che ha l’obiettivo di creare un software in grado di motivare i fumatori a smettere grazie all’utilizzo di un visore elettronico attraverso il quale gli stessi fumatori potranno immergersi in una realtà in 3D capace di mostrare realisticamente i gravi danni causati dal fumo. “Un’alternativa innovativa per smettere di fumare che potrà arricchire ed implementare in maniera rivoluzionaria il mondo della tecnologia applicata al sociale – ha detto Riccardo Polosa -. Un’idea che potrebbe cambiare nel tempo l’approccio scientifico e medico alla cura e prevenzione delle malattie fumo correlate”.

Anche da parte del team Behaviour Labs – ancora alle prese con il successo internazionale del IMG_1085software per robomate di “Zeno”, ossia il robot in grado di aiutare i bambini autistici ad affrontare meglio la malattia – è stato dimostrato grande entusiamo per questa nuova collaborazione. Daniele Lombardo ha illustrato alla platea gli elementi innovativi dell’utilizzo della Realtà Virtuale che coniugherà la tecnologia in 3D all’aspetto psicologico del counselling antifumo. Ed è proprio in questo contesto, ha spiegato Pasquale Caponnetto, coordinatore del Centro Antifumo del Policlinico: “Che questo nuovo ausilio mira ad attirare la classe di fumatori tipicamente più disinteressata a smettere, tra questi molti giovani, che con un incremento motivazionale potranno essere indotti a smettere di fumare e stabilire la condizione di ex fumatori”. La giornata dei lavori del convegno, realizzata anche grazie alla collaborazione dell’associazione studentesca Archè, ha visto al tavolo dei relatori tantissimi esperti del settore: “Perchè per combattere il fumo – ha spiegato Lidia Proietti – è necessario affrontare le relative problematiche con uno sguardo multidisciplinare”.

Per questo non sono mancati gli interventi dell’Area Biomedica con la relazione del Massimo Caruso sui benefici delle e-cig e Margherita Ferrante sui danni all’ambiente provocati dal fumo delle bionde. E ancora, non è mancata un’analisi attenta e approfondita della normativa antifumo in Italia e della annosa questione relativa alla regolamentazione delle sigarette elettroniche, tema affrontato brillantemente da Giancarlo Ferro. Venera Tomaselli ha descritto con dati alla mano la diffusione del fumo in Italia e l’allarmante aumento di giovani fumatori. Un report psicologico interessante e dinamico è stato inoltre offerto da una delle ricercatrici di LIAF e del Centro Antifumo, Marilena Maglia. Daniela Saitta ha spiegato le opportunità che la Ricerca può offrire al territorio catanese. Per affrontare al meglio la questione della sensibilizzazione dei giovani a smettere di fumare o a non iniziare del tutto, di particolare interesse sono stati, ancora, gli interventi di due dei massimi esperti di comunicazione in Italia, Amanda Jane Succi e Adriana Laudani.

17655_944088892320527_1642655548541872913_nInfine, in occasione dei dieci anni di attività della Lega Italiana Antifumo, Valeria Nicolosi, responsabile comunicazione LIAF, ha presentato alla platea la nuova piattaforma LIAF che da qualche settimana è anche il primo sito internet di Ricerca Antifumo in Italia.

Nuovo studio e-cig: corretto utilizzo, massima efficienza e zero rischi.

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Un recente lavoro scientifico, condotto dal gruppo del dott. Konstantinos E. Farsalinos dell’Università di Patrasso e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Addiction”, ha dimostrato che le sigarette elettroniche possono generare aldeidi, sostanze potenzialmente nocive per la salute, solo in condizioni di “tirata a secco”, ossia quando l’atomizzatore non è adeguatamente bagnato dal liquido oppure quando è troppo surriscaldato. 

Le aldeidi vengono prodotte dalle sigarette elettroniche a causa della decomposizione termica dei liquidi derivante da uno scorretto uso della sigaretta elettronica.  Anche se i livelli elevati di aldeidi sono stati associati all’utilizzo di prodotti di nuova generazione ad alto voltaggio, non era chiaro finora in quali condizioni specifiche questi si presentassero. Considerato, peraltro, che per il “vapers” il surriscaldamento derivante dalla “tirata a secco” si traduce in un gusto sgradevole che viene percepito ed evitato dagli stessi. Lo scopo dello studio greco è stato quello di confrontare i livelli di aldeidi tra condizioni normali e condizioni di “tirata a secco”.

Metodologia usata

Durante lo studio due atomizzatori personalizzabili sono stati così preparati: uno, detto atomizzatore A1, aveva un doppio stoppino con conseguente alta alimentazione di liquido e minore probabilità di surriscaldamento ad alti livelli di potenza, mentre l’altro atomizzatore, detto A2, aveva una configurazione convenzionale (con singolo stoppino). Sette svapatori hanno fatto 4 puffate a 6,5 ​​W, 7.5 W, 9 W e 10 W di potenza con entrambe gli atomizzatori e gli è stato successivamente chiesto se si fosse o meno presentato il fenomeno della “tirata a secco”. Gli atomizzatori sono stati poi collegati ad un’apparecchiatura chiamata “smoking machine” con la quale l’aerosol è stato intrappolato e studiato per la presenza di diversi aldeidi come formaldeide, acetaldeide, acetone e acroleina.

Risultati

I risultati di questo studio hanno evidenziato il fenomeno della “tirata a secco” a 9W e 10W esclusivamente con il modello A2 mentre, il modello A1 veniva normalmente utilizzato a tutti i livelli di potenza. Come ipotizzato dai ricercatori, una minima quantità di aldeidi è stata trovata a ogni livello di potenza con il modello A1 ed a 6,5 ​​W e 7,5 W con il modello A2. Da notare che i livelli di aldeidi aumentavano da 30 a 250 volte in condizioni di “tirata a secco”.

In conclusione le sigarette elettroniche possono generare alti livelli di aldeidi in condizioni di laboratorio e se sottoposte a surriscaldamento forzato, ma gli svapatori non sono esposti ad aldeidi durante il normale uso quotidiano, anche con dispositivi ad alta tensione, perché conoscendo bene la loro sigaretta elettronica anche grazie ai preziosi consigli dei vapeshop ed all’esperienza di vaping, evitano il fenomeno della “tirata a secco” caratterizzato inoltre da una pesante sensazione di sgradevolezza.

Anche l’acqua può far male se ne beviamo troppa, quindi la sigaretta elettronica dovrebbe essere utilizzata con l’atomizzatore sempre ben intriso di liquido e con lo stoppino sempre in ottime condizioni ed in tal senso i consigli dei vapeshop sono e saranno certamente di aiuto per vecchi e nuovi svapatori

 

Tassa su e-cig: la Corte Costituzionale dichiara la sua illegittimità

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sigaretta elettronica vs sigaretta

“La supertassa sulle sigarette elettroniche è incostituzionale” – questa la sentenza della Corte Costituzionale depositata il 15 maggio sul ricorso al Tar presentato nel 2014 dalle aziende del settore dello svapo, gravemente colpite dalle decisioni dei Monopoli di Stato che avevano stabilito con decorrenza dal 1 gennaio 2014, un’imposta di consumo nella misura pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico per “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”.

I Giudici della Corte Costituzionale, condividendo i presupposti della rimessione operata dal Tar, hanno fissato l’importante principio secondo cui: “mentre il regime fiscale dell’accisa con riferimento al mercato dei tabacchi trova la sua giustificazione nel disvalore nei confronti di un bene riconosciuto come gravemente nocivo per la salute e del quale si cerca di scoraggiare il consumo, tale presupposto non è ravvisabile in relazione al commercio di prodotti contenenti altre sostanze, diverse dalla nicotina, idonee a sostituire il consumo di tabacco, nonché dei dispositivi e delle parti di ricambio che ne consentono il consumo”.

Una battaglia vinta che costringerà il Ministero a rivedere i vigenti DM al fine di rideterminare il nuovo valore su cui incide l’imposta e di ridefinire la procedura autorizzativa nei limiti imposti dalla Corte. Dalla sentenza deriva infatti che la tassazione dovrebbe colpire solo ed esclusivamente i liquidi contenenti nicotina, e non i dispositivi né i liquidi senza nicotina.

Questa importante sentenza riconosce alcuni punti essenziali su cui la LIAF, ricerche alla mano, si batte da anni:

  1. La sigaretta elettronica, a differenza di quella convenzionale, non è un prodotto nocivo per la salute per cui il suo consumo non deve essere scoraggiato tramite l’adozione di una pesante tassa sul prezzo di vendita.
  2. La sigaretta elettronica è un prodotto nato per sostituire il fumo di tabacco, non per indurre a esso.
  3. La sigaretta elettronica non è un prodotto succedaneo del tabacco, per cui l’applicazione di un regime amministrativo e tributario proprio dei tabacchi al commercio di dispositivi e liquidi elettronici è segno di “manifesta irragionevolezza”.
  4. Il criterio con cui è stata definita l’imposta di consumo sulle e-cig è illegittimo e irrazionale, perché basato sull’indeterminatezza (ex lege) e su una valutazione soggettiva ed empirica.

 

“La sentenza della Corte Costituzionale mette il sigillo a ciò che la scienza, le associazioni di settore e i consumatori ribadiscono da anni” – commenta con soddisfazione il prof. Riccardo Polosa, Responsabile Scientifico LIAF. “La sigaretta elettronica merita la libera concorrenza nel libero mercato, perché solo garantendo la sua accessibilità e diffusione si potrà permettere a milioni di fumatori di uscire una volta per tutte dal vizio del fumo”.

Fumo e giovani: serve una battaglia più dura

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Il fumo di tabacco è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo ed è la principale causa di morte evitabile.

In Italia, secondo l’indagine demoscopica effettuata per conto dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, nel 2013 il 13,2% dei fumatori ha iniziato prima dei 15 anni, e ben il 44% tra i 15 e i 17 anni; in poche parole, più della metà dei fumatori inizia ancor prima di essere maggiorenne.

Un altro dato interessante di questa piaga sociale è la motivazione che spinge i giovani a fumare: il condizionamento degli amici. Azioni concrete e politiche contro il fumo sono poche e molto rare e i dati confermano la loro quasi totale inefficacia.

Poi è arrivato il boom della sigaretta elettronica, siamo nel 2012-13, drasticamente il consumo di tabacco si contrae. Spiega Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri: “La diminuzione del consumo di sigarette in Italia è progressiva ma lenta. Se nel 2013 i fumatori hanno raggiunto quota 10, 6 milioni, rappresentando il 20,6% della popolazione sopra i 15 anni, è vero anche che il consumo medio di bionde, negli ultimi dieci anni, è calato di 3,4 sigarette al giorno, passando da 16,1 sigarette fumate al giorno nel 2003 a 12,7 nel 2013. Questo dato, unito allo spostamento dei consumi verso il nuovo prodotto sigaretta elettronica, è coerente con il consistente calo delle vendite di prodotti del tabacco che nel 2013 è stato dell’8%”.

Nel 2013 la sigaretta elettronica subisce attacchi a tutto tondo. Sull’onda del successo i media cavalcano il tema, basta scrivere “sigaretta elettronica” nel titolo che l’audience s’impenna. Studi e pseudo studi si susseguono e le interpretazioni dei dati lascia spazio ad ogni tipo di pensiero (spesso in contrasto proprio con gli stessi dati)

I consumi di tabacco tornano a crescere e l’utilizzo della sigaretta elettronica si contrae notevolmente. Nel frattempo il Legislatore introduce nuove normative e divieti per le ecig, con effetti nefasti per questo innovativo prodotto.

Anche i giovani sono attratti da questo prodotto e l’utilizzo aumenta anche per loro, tuttavia la diffusione rispetto al tabacco è notevolmente inferiore, ma l’incertezza degli effetti sulla salute nel lungo periodo fa nascere preoccupazioni per i minori.

I dati del CDC confermano che la diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovani in USA (trendsetter per eccellenza) sta riducendo rapidamente la prevalenza del fumo in questo vulnerabile gruppo di fumatori. Il dato é impressionante e non riconducibile ad altre attività di controllo del tabacco (es. nuove tassazioni, nuovi warning sui pacchetti).  “Anche per i giovani fumatori maggiorenni la e-cig potrebbe rappresentare una importante via di uscita dal tabagismo” dice Riccardo Polosa.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti (art. 32 Costituzione).

Pur riconoscendo che le sigarette elettroniche non sono innocue, appare evidente che il rischio associato al loro utilizzo sia decisamente ridotto se paragonato al consumo di tabacco, pertanto di fronte al fallimento di quasi tutte le politiche di lotta al tabagismo è lecito chiedersi come mai le istituzioni governative non riescano ad intervenire in maniera più dura?

 

 

“Tabagismo e Vapagismo” il convegno annuale di LIAF

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Martedì 26 Maggio alle 11 nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Catania si terrà il convegno promosso dalla Lega Italiana Antifumo, in occasione del World No Tobacco Day 2015, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e l’associazione universitaria Archè.

“Tabagismo e Vapagismo” è il tema della giornata di lavori dell’Attività Didattica Elettiva rivolta a tutti gli studenti dell’ateneo catanese e ai rappresentanti istituzionali delle organizzazioni di riferimento e ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni causati dal fumo e dalle malattie fumo correlate.

Come previsto dal piano di riordino delle strutture ospedaliere, LIAF, Unict e Policlinico intendono inoltre promuovere il ruolo degli ospedali e delle università come soggetti promotori di salute pubblica. A tal proposito, il programma prevede l’intervento di numerosi esponenti e dirigenti di organizzazioni complesse che presenteranno gli obiettivi, le iniziative e le azioni messi in atto per combattere il fumo in Italia.

“L’obiettivo dell’incontro – ha spiegato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF – è quello di promuovere una cultura del non fumo che prenda in considerazione i dati reali dell’attuale diffusione del tabagismo in Italia. Il fumo è diffuso tra i giovani in maniera allarmante, ed è proprio li – ha aggiunto lo scienziato etneo – che le politiche di Sanità Pubblica dovrebbero incentrare le loro azioni, al fine di promuovere stili di vita sani e non pericolosi”.

Il tema del Tabagismo sarà affrontato sotto diversi profili scientifici da tantissimi esperti del settore. Un viaggio nel mondo del fumo che passerà dall’aspetto psicologico a quello comunicativo, dall’analisi statistica fino a quella legislativa. Un incontro che sarà utile soprattutto per la diffusione di una cultura dell’antifumo capace di entrare a far parte delle conoscenze dei singoli.

Un’analisi attenta del tabagismo e dei danni correlati è importante da ogni punto di vista scientifico. Secondo il prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna dell’ateneo catanese e responsabile scientifico dell’incontro: “La lunga battaglia a fianco di tutti gli enti impegnati nella lotta contro il fumo deve essere sostenuta dal maggior numero di persone possibili perché il numero di fumatori in Italia è ancora in crescita nonostante gli sforzi. Esistono delle alternative valide in grado di aiutare i pazienti a smettere di fumare”.

Ad aprire i lavori sarà il presidente LIAF con un intervento dal titolo: “Impatto del fumo sulla salute globale”. Seguirà il prof. Polosa, con un analisi approfondita della “Tobacco Harm Reduction: i nuovi prodotti a basso rischio”.  Ampio spazio sarà dato all’area economica – giuridica, a quella psicologica – sociale e alla comunicazione. Tra i relatori ancora, ricordiamo i nomi del prof. Agatino Cariola della Facoltà di Giurisprudenza, della prof.ssa Venera Tomaselli del Dipartimento di Statistica, della prof.ssa Adriana Laudani di Scienze Politiche e della nota esperta di comunicazione Amanda Jane Succi.

oculus-rift-6a63edcf1b5b57bc3ed1ed9fb76043ccaUn momento importante del convegno sarà dedicato alla presentazione del progetto “Smettere di fumare con la realtà virtuale” in collaborazione con LIAF, Unict e la startup catanese Behaviour Labs, nota al pubblico italiano per aver dato alla luce “Zeno“, il robot – oggi al vaglio del Centro Nazionale di Ricerca – perché in grado di aiutare migliaia di bambini autistici ad affrontare meglio la propria patologia. A presentare il nuovo sistema per smettere di fumare saranno in fondatore della startup Daniele Lombardo, il presidente LIAF insieme al team di ricercatori coordinati dal prof. Pasquale Caponnetto e diretti dal prof. Riccardo Polosa.

Tantissime le richieste di partecipazione pervenute al momento all’email: [email protected].  “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di un momento di studio e riflessione dedicato alla sensibilizzazione degli studenti sulle politiche antifumo. Le centinaia di risposte pervenute – hanno affermato Antonio Fusco e Carlo Bellanca, dell’associazione Archè – testimoniano un interesse sempre più crescente da parte dei giovani alla diffusione di stili di vita sani”.

Ricordiamo che per gli studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia è previsto l’accreditamento di 1 credito ADE e per gli studenti delle altre Facoltà il riconoscimento di crediti formativi liberi.

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