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Tumore al polmone in aumento tra le donne. Cosa sono i nuovi test NGS

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Il tumore al polmoneprima causa di morte in oncologia in Italia, colpisce soprattutto gli uomini ma è in aumento tra le donne. Nel 2020, sono stati registrati 41 mila nuovi casi, di cui 27.550 tra i maschi e 13.300 tra le femmine.

Il numero delle donne che fa uso abituale di tabacco in Italia è in aumento e il fumo che è responsabile per l’85-90% dei casi di questo tumore accorcia di 10 anni la vita. Un fumatore ha 10,8 volte probabilità in più di un non fumatore di ammalarsi e questo significa che il 90% dei fumatori sviluppa un tumore al polmone.

Il tumore al polmone minaccia sempre più le donne. La diagnosi di tumore del polmone si verifica spesso in stadio avanzato, e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 16%. A tutt’oggi la potenzialità di impiego della NGS non è uniforme nel nostro Paese, e ampie aree in particolare del Centro e del Sud risultano scoperte. Pertanto, è necessario rendere più omogeneo il ricorso ai test NGS per garantire ai pazienti l’accesso alle terapie mirate.

Oggi, grazie al progresso della ricerca nel settore biologico-molecolare, è possibile identificare simultaneamente più mutazioni genetiche attraverso i nuovi Test NGS.

I nuovi Test NGS (Next Generation Sequencing) costituiscono un vantaggio in termini di spesa e diagnostico e risultano essere di grande aiuto per orientare la scelta delle opzioni terapeutiche migliori. L’obiettivo della comunità scientifica, spiega Renato Franco, professore ordinario di Anatomia Patologica all’Università Luigi Vanvitelli, è quello di acquisire il più alto numero di informazioni sulla profilazione genomica senza rischiare di esaurire l’unico campione biologico, considerato che in due casi su tre il tumore al polmone viene scoperto in fase avanzata ed è permesso effettuare un solo prelievo tessutale e cellulare per le analisi.

Ecco perché l’introduzione di test innovativi come questi, risulta di grande aiuto per la lotta al tumore al polmone. Ma attualmente in Italia solo un paziente su due riceve una precisa identificazione genomica della neoplasia e meno del 40% dei laboratori usa i test NGS nella routine diagnostica.

I tumori polmonari rischiano di non essere caratterizzati a causa degli studi molecolari di base che si eseguono nelle strutture e ciò comporta una minore caratterizzazione per i pazienti.

Leggi anche: In Italia si muore meno di cancro ma il vizio del fumo aumenta tra le donne

Al via il progetto Diasmoke in Moldavia

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Firmato ieri un accordo accademico tra il CoEHAR e l’Università Nicolae Testemitanu di Chisinau.

Catania, 17 novembre 2021. La cooperazione accademica tra il Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR) dell’Università di Catania e l’Università di Chisinau è iniziata ufficialmente ieri con l’avvio ufficiale dei lavori del progetto DIASMOKE anche in Moldavia. 

Ricordiamo che DIASMOKE è uno studio multicentrico randomizzato controllato che valuta i cambiamenti nei fattori di rischio cardiovascolare nei fumatori con diabete mellito di tipo 2 dopo il passaggio dalle sigarette convenzionali a quelle prive di combustione. 

In base all’accordo siglato ieri a Chisinau – nell’ambito di un incontro al quale erano presenti anche il Rettore dell’Università “Nicolae Tesmitanu” Emil Ceban; il vice rettore per le attività di ricerca, Stanislav GROPPA e la ricercatrice e referente di Diasmoke, Lorina Vudu – le parti sosterranno la collaborazione in aree di reciproco interesse inclusi progetti di ricerca congiunti in ambito didattico e scientifico, avvieranno corsi di formazione e lavoreranno a progetti scientifici condivisi. 

Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR), ha sottolineato come l’obiettivo comune dell’accordo sia quello di creare scienza per le persone. Secondo la mission del CoEHAR, la cooperazione tra le due parti includerà l’internazionalizzazione, l’innovazione e la condivisione della conoscenza. 

Lo scienziato catanese, inoltre, ha sottolineato come l’obiettivo di questo nuovo accordo sia quello di creare una collaborazione internazionale tra i maggiori esperti al mondo sul tema della Riduzione del Danno da fumo così da creare standard di ricerca condivisi ed efficaci. 

All’incontro, voluto peraltro per ufficializzare il lancio di Diasmoke in Moldavia, erano presenti anche presidente di ECLAT, Antonio Pacino ed il dr. John ISAAC di Metanoic UK. 

Certificare questo accordo significa capitalizzare il potenziale scientifico delle nostre università, investendo rispettivamente sui giovani e sul loro futuro” – cosi prof. Emil Ceban, rettore dell’Università “Nicolae Tesmitanu”  al termine dell’incontro moldavo.

Proposta di legge del M5s: vietato fumare nei luoghi pubblici

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Vietato fumare nei luoghi pubblici. Cosa prevede la proposta di legge del M5s?

Seguendo il modello Milano e quello delle grandi capitali europee e internazionali, il Movimento Cinque Stelle ha presentato alla Camera una proposta di legge per vietare il fumo all’aperto.

L’articolo 1 della proposta prevede l’estensione del divieto di fumare anche alle aree destinate al verde pubblico, aree attrezzate destinate alle attività ricreative dei bambini, alle fermate di tutti i mezzi pubblici, alle aree cimiteriali, alle aree per cani, agli arenili, alle spiagge e alle aree demaniali costiere e alle aree all’aperto di pertinenza delle strutture sportive.

“L’esposizione al fumo passivo – spiegano i firmatari della proposta di legge – è un problema mondiale ed è considerato un fattore di rischio per la salute, in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini, specialmente per le malattie. L’esposizione prenatale al fumo di sigaretta è stata a lungo associata a riduzione della crescita fetale, nascita pretermine, preeclampsia nelle gravide, asma ed obesità infantile e a conseguenze a lungo termine sullo stato di salute psicologico del nascituro”.

Il fumo all’aperto inoltre provoca anche danni ambientali non indifferenti e l’appello del Movimento Cinque Stelle, parte infatti dalla necessità di estendere il divieto di fumo anche in alcuni luoghi semi-aperti o aperti per tutelare la salute dei non fumatori.

La proposta, visionata dall’Adnkronos, è sottoscritta anche dai parlamentari Luca Carabetta, Silvana Nappi e Sabrina De Carlo.

Salute mentale e fumo: legame pericoloso?

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Fumo e salute mentale: qual è il legame?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il consumo collegato al tabacco non si limita solo ai tassi di mortalità, ma comprende la qualità della vita e i tentativi di far fronte a problemi di salute mentale.

Dunque sì, esiste un legame tra il tabacco e la salute mentale, ed è anche molto pericoloso.

Ad evidenziarlo pochi giorni fa è stato proprio l’OMS dichiarando che: “L’abitudine al fumo può ridurre speranza di vita anche di 20 anni”.

2 persone su 3 con gravi condizioni di salute mentale sono fumatori attuali, il che ha un enorme impatto sulla salute, la nuova scheda informativa dell’OMS sottolinea l’urgente necessità di affrontare la connessione tra l’abitudine tabagica e la salute mentale.

La scheda informativa identifica un legame tra la malattia mentale e il consumo di tabacco. La malattia mentale rende le persone che fumano più vulnerabili ai problemi di salute mentale.

Il dato più allarmante, infatti, è che quello che si evince dalla scheda informativa, ovvero che le persone con gravi condizioni di salute mentale muoiono in media 15-20 anni prematuramente, con il tabacco citato come una delle principali cause di morte.

Smettere di fumare per le persone con malattie mentali è identificata come l’unica azione più efficace per ridurre il divario nell’aspettativa di vita. “La salute mentale si interseca con molti altri oneri sanitari”, afferma Ledia Lazeri, consigliere regionale dell’OMS/Europa per la salute mentale. “Se vogliamo costruire un mondo che garantisca una migliore salute mentale per tutti, dobbiamo costruirlo su tutti i fronti. Ciò include il controllo del tabacco”.

La scheda fornisce inoltre indicazioni sulle politiche appropriate per aiutare le persone con problemi di salute mentale a compiere passi verso una vita libera dal tabacco, a tal proposito il trial clinico GENESIS, lo studio innovativo del prof. Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica presso il Dipartimento di Scienze delle Formazione dell’Università di Catania e coordinatore del Centro Antifumo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, valuta l’effetto dei dispositivi a rischio ridotto su pazienti schizofrenici.

Il fumo è la causa principale del divario di mortalità di 15-25 anni tra gli utenti dei servizi di salute mentale e la popolazione in generale”, questo studio dimostrerà che il passaggio a sigarette elettroniche alla nicotina ad alta resistenza è un metodo per smettere di fumare molto efficace e fattibile per i fumatori che soffrono di disturbi della salute mentale.

Leggi anche: Le sigarette elettroniche aiutano a far smettere di fumare le persone affette da schizofrenia

Living systematic reviews: al via il seminario coordinato dalla dott.ssa Renèe O’Leary

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Martedì 16 Novembre dalle ore 14 alle 18 si terrà su piattaforma ZOOM il seminario coordinato dalla dott.ssa Renèe O’Leary dal titolo: Living systematic reviews: a new standard for medical research questions”.

Introdurranno il seminario il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR ed il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR. 

Per partecipare al seminario è possibile registrarsi entro venerdì 12 Novembre tramite questo link: 
https://insilicoscience.coehar.org/living-systematic-reviews-a-new-standard-for-medical-research-questions/

In Silico Science è un progetto di ricerca che produrrà con metodi innovativi revisioni sistematiche applicate alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo, con particolare riferimento agli effetti cardiovascolari, respiratori e alla gestione del peso.

Una delle sfide della ricerca nel campo della riduzione del danno da fumo è che molti studi sono imperfetti. Inoltre, l’accelerazione del tasso di pubblicazione nel settore è tale che qualsiasi revisione sistematica diviene rapidamente obsoleta. Questo progetto produrrà revisioni sistematiche che valutano criticamente la qualità degli studi e producono revisioni e relazioni su studi di alta qualità aggiornate in tempo reale in un linguaggio semplice.

La lista dei delegati italiani alla Conferenza per la lotta al tabagismo (COP9)

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Dall’8 fino al 13 Novembre i lavori della nona sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la lotta al tabagismo.

La conferenza, che discuterà dello stato dell’arte delle politiche di controllo del tabacco a livello internazionale e le best-practices da seguire per implementare quelle esistenti, vedrà anche la presenza italiana tra i paesi impegnati nell’accordo quadro della Convenzione.

Tra i membri della delegazione, il Dr Sergio Iavicoli, direttore generale della comunicazione e dei rapporti europei e internazionali al Ministero della Salute e la Dott.ssa Daniela Galeone, Direttore del Dipartimento della Sanità Pubblica e dell’Innovazione del Ministero della Salute.

Il governo italiano ha adottato a partire dal 2006, anno del COP1, lo stesso schema di lottizazione che ha suddiviso i posti dedicati in base ai ministeri coinvolti: in primis il ministero della salute e i ministeri economici, seguiti poi da quello dell’agricoltura (1), e dalla rappresentaza diplomatica (1). 

In maniera curiosa, quest’anno si assiste invece ad una inversione del trend che vede rispetto all’anno scorso una minore rappresentanza del ministero dello sviluppo economico ed una corposa presenza diplomatica tra i delegati, tra cui per la prima volta in assoluto quella di un rappresentante del Consiglio dei Ministri.

Dunque una rinnovata presenza della politica ed una maggiore consapevolezza del bisogno di coerenza e armonizzazione nell’approccio internazionale rispetto alle politiche anti-fumo, nonostante l’assenza di esperti sul campo in grado di negoziare i temi trattati durante la Conferenza.

Con buona pace della Riduzione del Danno da Fumo e dell’implementazione di politiche favorevoli all’adozione di prodotti alternativi maggiormente sicuri per i fumatori.

Qui la lista completa:

Dr. S. Iavicoli

Direttore generale; Direzione comunicazione dei rapporti europei e internazionali al Ministero della Salute

Dr G. Pasquadibisceglie

Capo Ufficio; Direzione comunicazione dei rapporti europei e internazionali al Ministero della Salute

Dott.ssa Daniela Galeone,

Direttore del Dipartimento della Sanità Pubblica e dell’Innovazione del Ministero della Salute.

Dr P.Rosi

Funzionario del Ministero della Salute

Dr L.Spizzichino

Funzionario del Ministero della Salute

G.Ghebreigzabiher

Attaché permanente all’Unione Europea

C.Veneto

Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per le Politiche Europee

Dr P.Gasparri

Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali

Dr M.Di Pasquale

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Dr G.Pietrafesa

Ministero dello Sviluppo Economico

Dr S. Le Noci

Attachè RPUE

Dr. M. Salaris

Consigliere presso il Ministero degli Esteri

INNCO: tutti meritano la Riduzione del Danno

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I delegati delle 37 organizzazioni facenti parti di  di INNCO si riuniranno a Londra l’8 novembre per sostenere il Regno Unito e la Riduzione del Danno da Tabacco.

I partecipanti, provenienti da Nord e Sud America, Europa, Africa e Asia vista, prenderanno parte all’evento in vista della nona Conferenza dei Parti (COP9) della Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità sul controllo del tabacco (WHO FCTC), che inizierà quel giorno.

La Rete Internazionale delle Organizzazioni dei Consumatori di Nicotina (INNCO) è un’alleanza senza scopo di lucro di 37 organizzazioni guidate da volontari in tutto il mondo.

Lo scopo di INNCO è sostenere i diritti di 98 milioni di adulti che usano prodotti a rischio ridotto per evitare forme tossiche di tabacco. 

INNCO è finanziato dai contributi individuali di migliaia di ex fumatori e da sovvenzioni della Fondazione Smoke-Free World (FSFW)

INNCO è indipendente: mission, scopo e obiettivi vengono impostati dai membri che ne fanno parte, senza coinvolgimento né dell’industria, né dei governi. 

Le organizzazioni di INNCO sono guidate da volontari non retribuiti (ex fumatori) che, come condizione per l’adesione, accettano di non ricevere finanziamenti o indicazioni da parte dell’industria di settore. 

Anche l’evento londinese dell’8 novembre sarà guidato e organizzato dai membri INNCO.

“Siamo ex fumatori che utilizzano prodotti a rischio ridotto per salvare le nostre vite”, ha affermato Charles Gardner, PhD, direttore esecutivo di INNCO. Il Dr. Gardner ha aggiunto: “Una disinformazione globale si sta diffondendo in tutto il mondo quanto l’unica cura dovrebbe essere quella di abbracciare prove e politiche basate sull’importanza delle Riduzione del Danno, come nel Regno Unito”.

Per maggiori informazioni, clicca qui.

Leggi anche COP9/Riccardo Polosa: “La mancanza di interesse dell’OMS per lo sviluppo globale dei prodotti a rischio ridotto mi preoccupa molto”

COP9/Riccardo Polosa: “La mancanza di interesse dell’OMS per lo sviluppo globale dei prodotti a rischio ridotto mi preoccupa molto”.

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Con l’approcciarsi della nona sessione della Conferenza delle Parti (COP9) della Convenzione Quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la lotta al tabagismo (WHO FCTC) molti temi rimangono indefiniti, tra questi la mancanza di una discussione pubblica sulla riduzione del danno da tabacco e la segretezza degli argomenti che saranno discussi durante il summit.

Si tratterà di un summit basato sulla censura dei media, su un approccio non scientifico, e sull’indifferenza nei confronti dei recenti sviluppi delle politiche di controllo del tabacco a livello internazionale. La FCTC sembra aver perso di vista il suo scopo originale: garantire una vita sana e sicura per tutti, ovunque si trovino nel mondo.

Sviluppato all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 15 anni fa, l’FCTC è un accordo basato sul consenso tra i firmatari e che afferma il diritto di tutti ad avere la migliore salute possibile. Una risposta alla globalizzazione dell’epidemia di tabacco, che prende in esame anche fattori complessi come gli investimenti diretti esteri (IDE), la liberalizzazione e il commercio transfrontaliero.

L’OMS continua a negare l’efficacia dei prodotti per la somministrazione di nicotina a basso rischio come mezzo per combattere il fumo in tutto il mondo, nonostante la riduzione del danno sia anche uno dei principali obiettivi del trattato.

E’ giunto il momento di superare l’influenza dei miliardari filantropi che negli ultimi anni hanno pesantemente condizionato gli organismi di regolamentazione internazionali”

Piuttosto che concentrarsi sulla riduzione del fumo e della dipendenza, la FCTC demonizza infatti i fumatori. Secondo il recente annuncio dell’OMS, non ci sarà una discussione sul tema delle alternative più sicure alla nicotina alla COP9 FCTC di quest’anno, che si svolgerà dall’8 al 13 novembre 2021, e che il dibattito verrà posticipato al prossimo COP10 nel 2023.

L’OMS continua a ignorare le sigarette elettroniche, un dispositivo potenzialmente salvavita che può salvare milioni di vite ogni anno, anche se il tabacco uccide ancora otto milioni di persone all’anno. Alcuni di questi decessi sono direttamente collegati a malattie legate al fumo.

Sulla base di un ragionamento parziale e senza prove scientifiche, l’OMS ha imposto divieti ingiustificati su questi dispositivi salvavita, spingendo i paesi a bandire i sistemi di somministrazione elettronici di nicotina.

I recenti sviluppi nel Regno Unito, tuttavia, hanno cambiato l’approccio verso tali prodotti. In una decisione storica, The Medicines and Healthcare products Regulatory Agency ha dichiarato l’opportunità di utilizzare le sigarette elettroniche come prescrizione per il Sistema sanitario nazionale (NHS).

Uno sviluppo in qualche modo simile è stato osservato negli Stati Uniti, dove la Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente approvato la vendita di sigarette elettroniche come alternativa meno dannosa alle sigarette convenzionali, segnando un momento decisivo per la Riduzione del Danno nel paese.

Il professor Polosa, fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR), è profondamente preoccupato che l’Organizzazione mondiale della sanità non stia considerando i recenti progressi internazionali verso l’adozione di prodotti a base di nicotina senza combustione molto più sicuri rispetto alle bionde tradizionali.

Per l’OMS non è ora di ripensare l’approccio adottato finora sui prodotti alternativi, se persino i governi nazionali stanno cercando di smarcare le loro politiche di salute pubblica dalle direttive dell’OMS? È giunto il momento di superare l’influenza di miliardari filantropi che negli ultimi anni hanno pesantemente condizionato gli organismi di regolamentazione internazionali che interessano la salute di milioni di persone.

Questo è ciò che la medicina clinica ci ha insegnato dopo vent’anni: i pazienti cercano di evitare lo stigma del fumo pur godendo delle caratteristiche rituali e sociali del fumo”

La FCTC trascura tutti i dati scientifici rilevanti e continua ad aderire a una filosofia “smetti o muori”. Tuttavia, questo approccio non è riuscito fino ad ora a raggiungere nessuno degli obiettivi del trattato.

Il professor Polosa contesta l’idea che i fumatori vogliano essere classificati come pazienti che necessitano di farmaci per contrastare la dipendenza dal fumo. E’ molto impegnativo quando si tratta di lavorare con i fumatori, poiché non vogliono pagare per i farmaci e non vorrebbero essere medicati.

La sigaretta elettronica è l’unico metodo sicuro per erogare nicotina senza la tossicità del fumo di sigaretta perchè per i fumatori mantiene il rituale del fumo. Molti fumatori sono inoltre ignari della psicologia che li spinge a voler smettere, ma senza rinunciare alle sigarette.

In futuro, vedremo se altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito su prodotti alternativi più sicuri, constringendo l’OMS ad ammettere i propri errori”

Questo è ciò che la medicina clinica ci ha insegnato dopo vent’anni. “I pazienti stanno cercando di evitare lo stigma del fumo pur godendo delle caratteristiche rituali e sociali del fumo. E questo è un dato di fatto,” ha dichiarato Polosa.

Il CoEHAR e altre autorità sanitarie in Inghilterra, nonché gli organismi di regolamentazione a livello internazionale, hanno confermato che le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette convenzionali.

“Nonostante il Regno Unito abbia adottato le sigarette elettroniche come strumento per frenare l’incidenza del fumo tra i propri cittadini, è allarmante notare come l’OMS continui a commissionare ricerche di scarsa qualità e perpetui campagne di disinformazione contro Londra. In futuro, vedremo se altri paesi seguiranno l’esempio del Regno Unito su prodotti alternativi più sicuri costringendo l’OMS ad ammettere i propri errori,” ha affermato Polosa.

Prescrizione per le ecig in Australia: i vapers sono forse pazienti?

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prescrizione vapers australia nicotina

Da inizio ottobre, i vapers australiani sono costretti ad acquistare ecig e liquidi contenenti nicotina previo possesso di una ricetta medica. Una decisione presa con il manifesto interesse di tutelare i più giovani. Nell’intervista ad ATHRA, abbiamo approfondito i risvolti di questa legge

Sensibilizzazione e prevenzione sono due parole chiave nella lotta a comportamenti dannosi per la salute umana. 

Percorsi che molto spesso impiegano anni per eradicare abitudini o vizi ereditati di generazione in generazione.

Un esempio? Sono serviti anni di campagne in materia di incidenti stradali, e pene severe, per trasformare l’iconica immagine di due giovani in Vespa in giro per l’Italia senza casco in quella di due ragazzi con più attenzione verso l’integrità fisica.

Un discorso valido per molti altri temi, come il fumo: inorridiamo al pensiero che la pubblicità progresso tipo degli anni ’40 in America ritraesse giovani massaie incitate dalla Lucky Strike a mantenere la linea scegliendo una sigaretta invece di un dolce.

Prevenzione e riduzione del danno: due approcci che dovrebbero andare di pari passo nella lotta ai grandi nemici della salute.

Eppure, per il vaping questo assioma non vale.

Mentre da un lato, sempre più prove scientifiche supportano l’utilità che gli strumenti a rischio ridotto possono portare a chi vuole smettere di fumare, pur se non scevre di rischi, dall’altro molti paesi si irrigidiscono in posizione filo “bloombergiane”.

Ultima in ordine di tempo, la decisione australiana di permettere l’acquisto dei prodotti del vaping contenti nicotina solo attraverso un’apposita prescrizione medica

La nuova legge Australiana: prescrizione medica per lo svapo

Un provvedimento che lascia alquanto stupefatti per due ragioni principali: innanzitutto la discriminazione degli svapatori rispetto ai fumatori, trattati diversamente per tutelare i più giovani.

In secondo luogo, la naturalezza nell’accomunare i prodotti per lo svapo a un medicinale, passando implicitamente il messaggio che approcciarsi a tali prodotti equivale ad assumere un medicinale senza ail controllo medico.

Nella fattispecie, il governo australiano, da sempre molto attento al fair play, ha deciso di sollevare i propri medici dal pronunciarsi in materia di vaping. 

Di fronte ad esempi più lungimiranti, come quello inglese, i medici australiani hanno passato la palla ai propri governanti, chehanno deciso di adottare un provvedimento che cala come un colpo di scure sugli svapatori.

Una legge che ghettizza di fatto chi decide di usare ecig, rischiando di aumentare l’appeal verso la trasgressione e il proibito, alimentando allo stesso tempo il mercato nero interno al paese.

E per rendere la situazione molto più paradossale, le sigarette tradizionali non subiscono alcun tipo di ritorsione.

Abbiamo intervistato il Consiglio Direttivo di ATHRA, l’Australian Tobacco Harm Reduction Association, per meglio comprendere l’iter che affronteranno i vapers australiani.

Quanti si stima siano i vapers australiani?

Si stima ci siano circa 500 mila vapers in Australia. Molti di loro importano i prodotti da oltreoceano.

La legge australiana è cambiata il primo di ottobre, rendendo l’importazione e la vendita illegale senza prescrizione medica. Il nostro riscontro è che molti vapers svapano per evitare di fumare le sigarette convenzionali e perché hanno trovato inutili altri metodi per smettere.

Pensate che questa decisione possa avere ripercussioni sui fumatori che non riescono a smettere con i metodi tradizionali?

In poche parole, si. Il nostro timore e che molti fumatori o vapers possono o ritornare a fumare oppure rivolgersi al mercato nero, con le conseguenze che possiamo immaginare.

Secondo voi, questa decisione potrebbe invece comportare dei benefici per i fumatori?

No: riteniamo che questo cambiamento renderà più difficile per i fumatori smettere, in quanto pone delle barriere importanti ad alternative che sappiamo essere almeno il 95% meno dannose delle sigarette, mentre non ci sono limitazioni per l’acquisto di sigarette.

Avete storie di fumatori che, grazie al vaping, hanno smesso di fumare?

Abbiamo visto molti fumatori ammettere di aver provato a smettere e di aver fallito molte volte, e che, una volta provato il vaping, sono riusciti a dire addio alla sigaretta.

Molto spesso riescono anche a ricordare la data esatta. Inoltre, riportano di aver notato miglioramenti in termini di salute, specialmente per quanto riguarda le capacità respiratorie, dopo lo switch da convenzionali a vaping.

Fumo: le ecig aiutano a smettere, risponde il cardiologo Zoccai

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Qual è il legame tra il fumo e l’insorgenza di malattie cardiovascolari?

Abbiamo approfondito l’argomento con il cardiologo Biondi Zoccai, docente di Cardiologia del Dipartimento di Scienze e biotecnologie medico-chirurgiche dell’Università Sapienza di Roma.

Il professore aveva esposto le sue conclusioni in materia nel corso della prima giornata del convegno scientifico “The Scientific Summit on Tobacco Harm Reduction“, promosso dall’Università di Tessalonica e dall’Università di Patrasso in Grecia.

Professore, oggi il fumo rappresenta ancora il più importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e per il cancro. Le sigarette elettroniche sono prodotti a rischio ridotto che possono migliorare i tassi di cessazione e aiutare nel percorso di distacco dalle sigarette tradizionali.

Quali sono gli effetti sul sistema vascolare dei prodotti senza combustione

I dati a lungo termine non sono ancora disponibili, quindi si possono fare solo supposizioni.

È verosimile che, rispetto a non fumare, il rischio di eventi avversi cardiovascolari (morte, infarto miocardico, ictus cerebrale) possa essere aumentato dai prodotti a rischio modificato, ma in modo proporzionalmente molto meno grave che con le sigarette convenzionali.

Anche se prematuro, è verosimile che i prodotti basati su vaporizzazione di liquidi possano essere leggermente meno dannosi di quelli basati sul riscaldamento del tabacco, in cui comunque una piccola quantità di tabacco è oggetto di combustione/tostatura.

l danno acuto o a breve-medio termine cardiovascolare dei prodotti a rischio modificato è legato soprattutto a stress ossidativo, disfunzione endoteliale, aumento della coagulabilità del sangue, ipertensione, e tachicardia.

Sicuramente sono effetti più blandi di quelli delle sigarette a combustione, ma non trascurabili.

Per questo l’approccio medico più corretto nei confronti di questi prodotti è sconsigliarne sempre l’uso, ma usarli pragmaticamente come strategia di supporto alla cessazione delle sigarette a combustione, facendo attenzione però che la dipendenza da sigarette a combustione non si trasformi in dipendenza da prodotti a rischio modificato/ridotto.

Dai suoi studi e dai report che ha riportato recentemente, si evince che il loro utilizzo deve essere preso in considerazione solo da soggetti con un basso rischio cardiovascolare. Perché?

Questa è una domanda importante. Diciamo che il loro uso è sempre sconsigliato, soprattutto se il rischio cardiovascolare è medio o alto, in chi non fuma.

Viceversa, in chi fuma sigarette a combustione, il rischio legato ai prodotti a rischio modificato è verosimilmente minore (appunto la logica del male minore), e quindi si può pragmaticamente sfruttare tali prodotti a rischio modificato in una logica di riduzione del rischio (un po’ come dare il metadone all’eroinomane per evitare i rischi dell’eroina).

Ovviamente, in questa logica di temporaneo exploiting dei prodotti a rischio modificato, bisogna tenere presente che gli effetti potenzialmente dannosi di essi (stress ossidativo, disfunzione endoteliale, aumento della coagulabilità del sangue, ipertensione, e tachicardia)

sono tanto più rischiosi per il singolo paziente quanto questo ha un rischio cardiovascolare aumentato (ad esempio il rischio sarà molto alto in un paziente che ha avuto da poche settimane un infarto miocardico, e sarà comunque non trascurabile in chi invece, ad esempio, ha un problema di claudicatio intermittens).

È ovvio che, solo in apparenza paradossalmente, il rischio delle sigarette a combustione è enorme nei pazienti a rischio cardiovascolare elevato, e quindi anche in questi una logica di shift temporaneo (in previsione di cessazione totale) a sigarette elettroniche può essere comunque ragionevole.

 Quali sono i suoi consigli per tutelare al meglio l’apparato cardiovascolare?

Le strategie preventive per tutelare la propria salute cardiovascolare sono una dieta bilanciata di tipo mediterraneo, un’attività fisica aerobica plurisettimanale, il controllo periodico della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo LDL nel sangue.

Nel fumatore di sigarette a combustione, smettere di fumare è la terapia migliore, equivale a regalarsi (o meglio a non togliersi) oltre 10 anni di vita.

Pragmaticamente, il mio consiglio nel fumatore di sigarette a combustione è di cercare di smettere di fumare da solo, oppure fare riferimento a un centro antifumo.

La terapia nicotinica sostitutiva e altri farmaci, anche se non scevri da possibili effetti collaterali, sono molto utili nei pazienti che hanno  difficoltà a smettere di fumare.

Se queste strategie falliscono, è ragionevole proporre al fumatore di sigarette a combustione di passare alle sigarette elettroniche a vapore (oppure temporaneamente alle sigarette a riscaldamento di tabacco, più appealing per vari aspetti di ritualità e sapore, e poi, se non si riesce a raggiungere l’astinenza, comunque alle sigarette elettroniche a vapore, verosimilmente meno tossiche delle precedenti).

In ogni caso è importante evitare che una dipendenza si trasformi in un’altra, quindi, dal punto di vista medico, l’uso di prodotti a rischio modificato deve essere limitato nel tempo e mirato comunque alla totale cessazione di qualunque prodotto del tabacco e/o contenente nicotina.