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Home Blog Pagina 81

La sanità inglese lancia la prima campagna antifumo che promuove le sigarette elettroniche

Di
redazione
-
21 Settembre 2017
0

In Inghilterra per la prima volta al mondo è stata lanciata una campagna pubblicitaria che invita i fumatori a smettere di fumare utilizzando la sigaretta elettronica. 

Si tratta della nuova pubblicità governativa del sistema “Stoptober“, il programma del Public Health England che consente ai fumatori di trovare supporto e suggerimenti utili per smettere definitivamente di fumare.

La pubblicità, già on line da qualche giorno, dal mese di Ottobre sarà anche trasmessa in televisione.

Una rivoluzione in termini comunicativi che non poteva non partire proprio dall’Inghilterra, il Paese che – come ricordiamo – per la prima volta ha consentito ai medici di base di prescrivere la sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare.

Quasi 3 milioni di persone utilizzano oggi l’e-cig nel Regno Unito e più della metà ha abbandonato definitivamente il fumo di sigaretta convenzionale. Mentre il tasso di fumatori continua a scendere inesorabilmente, aumenta il numero di svapatori. Le cifre più recenti hanno dimostrato che dal 21% di fumatori del 2007 siamo passati al 15% nel 2017.

Una persona su 20 utilizza le e-cig … e spesso si tratta di un ex fumatore.

 

Polosa smentisce il Surgeon General: “Non c’è epidemia di e-cig tra i giovani americani”

Di
redazione
-
7 Settembre 2017
0

Il prof. Polosa insieme ad alcuni autorevoli colleghi smentisce il Ministero della Salute statunitense: “non c’è alcuna epidemia di utilizzo delle sigarette elettroniche tra i giovani”.

Con una revisione pubblicata ieri nell’Harm Reduction Journal, Polosa spiega che il report pubblicato dal Surgeon General nel 2016 (il portavoce delle questioni di salute pubblica nel sistema governativo USA) sull’uso delle sigarette elettroniche tra i giovani si è basato più sulla finzione che sui fatti.

Lo studio, redatto dal Prof. Riccardo Polosa, dal Dr. Christopher Russell, dal Dr. Joel Nitzkin e dal Dr. Konstantinos Farsalinos, ha rilevato che i dati utilizzati nel report del Surgeon General sono stati presentati e intertpretati in maniera così fuorviante da sollevare preoccupazioni esagerate circa i rischi per la salute delle e-sigarette e un’apparente epidemia di uso di sigarette elettroniche da parte dei giovani americani, tanto indurre la gente a concludere che la commercializzazione e l’uso delle e-cig sia una crisi sanitaria pubblica.

Gli autori sottolineano che i Report del portavoce della salute pubblica americano sono considerati autorevoli, al pari di quelle del Royal College of Physicians nel Regno Unito. Eppure in questo caso l’interpretazione della scienza è talmente erronea da mettere in discussione l’integrità scientifica dello stesso report. Lungi dall’essere una crisi sanitaria , gli autori dello studio hanno rilevato che i dati contenuti in realtà dicono il contrario, e cioè che:

  • Anni di ricerche e sondaggi rappresentativi a livello nazionale indicano che l’uso della sigaretta elettronica tra i giovani statunitensi è poco frequente o sperimentale e trascurabile tra i giovani non fumatori.
  • I crolli più alti nei tassi di fumo negli Stati Uniti si sono verificati quando le e-cig sono diventate sempre più disponibili.
  • La gran maggioranza della pur piccola percentuale di giovani americani che ha dichiarato di usare regolarmente una e-cig, consuma effettivamente liquidi privi di nicotina.

Secondo lo studio, peraltro, la maggior parte delle prove presentate nel Report a proposito del danno da nicotina non è applicabile all’uso della sigaretta elettronica perché si basa quasi esclusivamente sull’esposizione alla nicotina da fumo di sigaretta e non da aerosol di sigaretta elettronica. Inoltre, la letteratura citata descrive gli effetti negli adulti e nei modelli animali che hanno poca rilevanza rispetto all’uso nel mondo reale da parte dei giovani.

Il prof. Riccardo Polosa – Coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale LIAF per la ricerca sulla sigaretta elettronica, e primo autore dello studio – ha dichiarato: “Ci è voluto molto coraggio per criticare il Surgeon General degli Stati Uniti, ma il Report è così fuorviante che ha richiesto un’analisi critica. Il Report non riconosce che questi prodotti rappresentano un’alternativa molto meno dannosa alle sigarette convenzionali e che i dati ad oggi non mostrano alcuna minaccia reale per i giovani. Speriamo che i prossimi Report del Surgeon General siano più accurati”.

Comunicato stampa in inglese

Sigaretta elettronica – Polosa su Rai 1: “Le ricerche condotte sui topi, mancando di seri standard di riferimento risultano inconclusive”

Di
redazione
-
29 Agosto 2017
1

Aumenta ogni giorno di più il numero di svapatori in Italia. E mentre i dati testimoniano un incremento esponenziale del numero di utilizzatori di sigaretta elettronica che scelgono di passare ad un prodotto meno dannoso rispetto alla sigaretta convenzionale, si riaccende il dibattito scientifico sull’efficacia dello strumento e sui relativi rischi nel lungo periodo.

Questa mattina, infatti, in diretta su Rai 1 ospiti di Tiberio Timperi nell’ambito della trasmissione televisiva “Uno Mattina Estate” sono intervenuti sul tema il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Comitato Scientifico internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica e docente del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania e Moreno Paolini, docente del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.

Rivedi la puntata (Min, 01:13:00) 

Al centro del dibattito i risultati di due importanti studi appena conclusi dai due gruppi di ricerca, che – tuttavia – giungono a conclusioni opposte. Quello condotto da Polosa ha valutato un campione di utilizzatori (da almeno 4 anni) che non avevano mai fumato tabacco in vita loro e ha dimostrato l’assenza di danni polmonari, tramite diverse metodiche (spirometria, test dell’ossido nitrico esalato, TAC del torace), anche nel lungo periodo. Lo studio condotto dal gruppo di ricerca di Paolini, al contrario, ha dimostrato come l’esposizione prolungata ai vapori delle sigarette elettroniche possa creare danni al DNA delle cellule del sangue e contribuire così al rischio di patologie tumorali.

“Se si espongono topini a quantità industriali di vapori da e-cigarette e per tempi ingiustificatamente prolungati, non deve sorprendere il riscontro di un DNA compromesso – ha commentato a tal proposito Riccardo Polosa – le modalità di generazione degli aerosol da e-cigarettes, così come i tempi di esposizione in questo esperimento, sono distanti anni luce dalle normali condizioni d’uso e quindi assolutamente poco rappresentative del reale rischio cancerogene di questi prodotti per l’uomo. La scarsa conoscenza delle caratteristiche di esposizione in normali condizioni d’uso è il vero problema con cui adesso la scienza deve confrontarsi – ha continuato il docente catanese – non possiamo più accettare la diffusione indiscriminata di risultati basati su modelli sperimentali che non rispondono ai più elementari criteri di standardizzazione di questi prodotti. Servono delle raccomandazioni precise sul come condurre una ricerca sperimentale qualificata sulle sigarette elettroniche”.

Rivedi la puntata (Min, 01:13:00) 

Di particolare interesse anche l’intervento in studio del prof. Francesco Cognetti, presidente della Fondazione “Insieme contro il cancro“, che – commentando i risultati della ricerca catanese – ha sottolineato l’importanza del ruolo di questi prodotti in termini di benefici per la salute sia individuale che pubblica, citando non solo la capacità delle e-cigarette di ridurre i danni respiratori in pazienti affetti da malattie fumo-correlate, ma anche e soprattutto riferendosi al loro ruolo in termini di prevenzione dei tumori polmonari.

FDA – Meno nicotina nelle sigarette e più respiro per il settore delle e-cig

Di
Valeria Nicolosi
-
31 Luglio 2017
0

Anche l’FDA cambia approccio nei confronti della nicotina e della regolamentazione delle e-cig. A dirlo è stato pochi giorni fa Scott Gottlieb, commissario della Food and Drug Administration (l’Autorità statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), che in netto anticipo rispetto ai tempi previsti, ha dichiarato ufficialmente che l’America regolerà i prodotti contenenti tabacco in base al loro rilascio di nicotina, dal meno al più dannoso.

Due le linee di cambiamento intraprese, una che riguarda il contenuto di nicotina nelle sigarette ed una che si basa proprio sulla regolamentazione dell’intero settore compreso quello delle elettroniche.

Nello specifico, per proteggere meglio i bambini e per ridurre significativamente le malattie fumo correlate, l’FDA propone di ridurre la nicotina presente nelle sigarette e considerata la causa principale della dipendenza (nicotine is addictive). 

Inoltre, l’Ente americano propone di sostenere i prodotti che mirano alla riduzione del danno fumo correlato (quali appunto anche le e-cig) e di spostare il termine ultimo per la presentazione dei dossier scientifici per la commercializzazione dei prodotti a basso rischio (Deeming Rule) dal 2016 al 2020 o addirittura 2022. Per le sigarette elettroniche, l’FDA propone una politica di conformità che ritarda l’applicazione dei requisiti di autorizzazione per i prodotti ritenuti già sul mercato al momento dell’entrata in vigore della legge e salva migliaia di aziende.

I fattori principali da prendere in considerazione in questo processo di trasformazione sono due, ha spiegato il commissario della FDA: uno riguarda proprio il numero di morti attribuibili al fumo di sigaretta convenzionale causato proprio dall’esposizione continuata alle sostanze chimiche rilasciate nella combustione, l’altro, invece, riguarda l’accesso al tabagismo che nella maggior parte delle volte avviene da bambini perché quasi il 90% dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 18 anni.

“La chiave – secondo Gottlieb – sta nel prendere un approccio nuovo e più completo rispetto alla regolazione della nicotina”. Questo perché la nicotina vive al centro del problema e rappresenta la soluzione alla questione della dipendenza. “Ma la nicotina nelle sigarette – precisa l’FDA – non è direttamente responsabile di cancro, malattie polmonari e malattie cardiache … sono gli altri composti chimici nel tabacco, e nel fumo creato dalla regolazione del tabacco in fiamme che direttamente e principalmente causano la malattia e la morte, non la nicotina”. 

 

Estate, quando il tuo vicino di casa fuma in continuazione

Di
redazione
-
31 Luglio 2017
0

Tra le tante domande che arrivano ai nostri esperti LIAF, una di certo è quella più frequente: “Il mio vicino di casa fuma in continuazione e il suo fumo arriva sempre dentro casa mia. Come faccio?”

Venerando Rapisarda, medico del lavoro ed esperto di ambiente e fumo

Beh, in realtà, non esistono norme che vietino al vicino di casa di fumare in casa propria, ne tantomeno di diminuire il numero di sigarette fumate. L’unica soluzione è valutare le situazioni caso per caso.

Oggi, grazie al supporto del dott. Venerando Rapisarda (medico del lavoro ed esperto di ambiente e fumo) vi proponiamo alcune soluzioni pratiche che in questi casi potrebbero essere applicate. Ecco quali sono:

  1. La prima in assoluto è quella più immediata e diretta: consigliate al vicino di casa di smettere, dategli supporto, consigli e suggerimenti, mostrando quali sono i reali danni ai quali va incontro continuando a fumare.
  2. Parlate con il vostro amministratore di condominio e valutate insieme a lui la possibilità di aumentare il flusso d’aria, anche esterna, in relazione alle caratteristiche dello stabile.
  3. Se il proprietario è un affittuario chiedete di inserire la clausola del divieto di fumo nel contratto d’affitto.
  4. Usate in casa sistemi di termo-condizionamento dotati di filtri che abbattono il particolato.
  5. Nei casi di gravi malattie e/o infezioni importanti valutate la possibilità di rivolgervi ad un giudice per farvi tutelare rispetto alla vostra precaria situazione di salute.

 

Inoltre, se riesci bene con il fai da te, ci sono alcuni strumenti che puoi applicare per evitare che il fumo entri in casa:

  1. Intanto individua il punto (o i punti) di ingresso del fumo passivo.
  2. Prova a capire in quale parte della casa fumano di più i tuoi vicini e (se possibile) cerca di proporre loro un compromesso. Ad esempio: “si fuma solo in cucina o in balcone”.
  3. Sigilla gli spazi vuoti degli isolamenti. Valuta di sigillare gli spazi intorno ai lampadari, ad esempio, oppure  intorno alle prese d’aria.
  4. Applica dei paraspifferi sotto le porte che si aprono nei corridoi o nelle zone comuni.
  5. Sigilla gli infissi delle finestre con del mastice o guarnizioni.
  6. Installa dei ventilatori a incasso alle finestre.

 

Legge antifumo in Italia, la rete non è il luogo delle risposte

Di
redazione
-
31 Luglio 2017
0

Troppo spesso riceviamo domande sull’applicazione della legge antifumo in Italia e troppo spesso ci troviamo di fronte ad utenti della rete che cercano di trovare risposte dettagliate nella sintesi delle varie normative antifumo di ambito internazionale. In realtà, l’ordinamento italiano si è adeguato alla direttiva comunitaria n. 40 del 2014, dandone attuazione con il d.lgs. n. 6 del 2016. L’Italia è Stato membro dell’Unione europea ed è, quindi, obbligato al recepimento delle direttive europee.

La ricerca spasmodica di informazioni in rete, spesso, non solo non riesce a dare le risposte esatte alle nostre domande ma ci lascia anche confusi e disorientati. Ormai da anni, proprio per questo, è attivo il servizio di informazione dei ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo che rispondono alle domande dei nostri utenti con tempestività ed esaustività. Il servizio è attivo via email a [email protected] oppure telefonicamente allo 095 3781581.

Prof. Giancarlo Antonio Ferro

A rispondere sull’applicabilità o meno delle varie normative antifumo internazionali questa volta è stato l’avvocato Giancarlo Ferro, membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica ed esperto di legislazione antifumo in ambito internazionale: “Il riferimento che spesso viene fatto allo Smoke free Environment Act è incoerente. Sebbene la loro normativa australiana sulla dissuasione dall’uso del tabacco sia di grande rilievo giuridico non è applicabile nella nostra penisola – ha affermato l’avv. Ferro – la nostra classe politica dovrebbe imparare ad utilizzare i modelli ordinamentali stranieri con maggiore cautela. E conoscenza. Il richiamo alle normative di altri Paesi è, senz’altro, affascinante. Ma dal fascino alla cogenza giuridica ne corre. E la rete non è il luogo delle risposte“.

LIAF e “For Men”: ecco i 30 modi per smettere di fumare

Di
redazione
-
25 Luglio 2017
1

E’ stata appena pubblicata nel numero di Luglio della rivista “For Men” la lista completa dei 30 metodi efficaci per smettere subito di fumare! In quattro pagine interamente dedicate al fumo la giornalista Roberta Maresci con il supporto dei ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo elenca gli strumenti più e meno noti che consentono di uscire dalla porta del tabagismo.

Il primo, come commenta il prof. Riccardo Polosa, è di certo l’utilizzo della sigaretta elettronica: “Il 30% dei fumatori che passa allo svapo smette definitivamente di fumare. L’assenza di combustione rende questo strumento 96 volte meno dannoso rispetto alla sigaretta convenzionale”.

In ordine alfabetico, poi, ecco i 30 metodi consigliati da “For Men” e commentati dai ricercatori dell’Università di Catania e della Lega Italiana Anti Fumo:

  1. Action Plan che – come ha spiegato la nostra Daniela Saitta dell’Università di Catania – consente di stabilire una data di cessazione da fumo e di essere più motivati ad abbandonare. 
  2. Alimentazione. Esistono alimenti che aiutano a smettere e altri viceversa fanno fumare di più. La “dieta antifumo” è quella già fornita dal nostro nutrizionista Massimo Caruso. 
  3. App: sono tantissime quelle che si possono scaricare dal cellulare ma “è il monitoraggio dell’abitudine che può aiutare a smettere” – ha spiegato l’esperta in comunicazione, Valeria Nicolosi.
  4. Counselling Antifumo: il metodo più sicuro dal punto di vista motivazionale con una percentuale di successo che si attesta tra il 20 e il 35% come spiega la nostra psicologa Marilena Maglia. 
  5. Farmaci. Il parere di un medico per questo metodo è indispensabile ma è proprio il dr. Davide Campagna a spiegare che il quasi il 40% dei fumatori che assumo Bupropione riescono a smettere e il 55% di quelli che usano la vareniclina smette.  
  6. Motivazione: come spiega il presidente LIAF, Ezio Campagna, essere motivati è il punto indispensabile e di partenza per iniziare un qualsiasi percorso di cessazione da fumo. 
  7. Ipnosi: aiuta il paziente ad entrare nel circolo virtuoso della ricettività come dice l’esperto Pasquale Caponnetto ma la sua applicazione non è riconosciuta dalle linee guida internazionali antifumo. 
  8. Realtà Virtuale è l’innovativo progetto di ricerca al quale i ricercatori dell’Università di Catania e la società Behaviour Labs stanno ormai lavorando da qualche mese. “I primi risultati dimostrano che l’applicazione nei centri antifumo consentirà di aumentare la motivazione fino al 50%” – ha spiegato Daniele Lombardo. 
  9. Corsi aziendali all’interno dei luoghi di lavoro. E’ questa infatti la frontiera della responsabilità sociale delle aziende. I vantaggi – ha scritto Venerando Rapisarda – sono quelli di ottenere un alto livello di partecipazione, di coinvolgimento e di successo finale. 
  10. Serenità: “perché star bene – dice Roberta Auditore – aiuta a lavorare direttamente su noi stessi e sulle nostre potenzialità”. 
  11. Snus che è poco conosciuto in Italia – dice Riccardo Polosa – ma il fatto che non produce combustione riduce il numero dei rischi. Viceversa contiene una maggiore quantità di nicotina e per questo gli effetti sono ancora da valutare. 
  12. Manuali. In libreria sono tantissimi, quelli con cui si smette davvero però sono pochi. L’analisi è stata curata da Lia Emma. 
  13. Social Network. Il commento è di Marilena Maglia è che questi strumenti creano reti di supporto e coinvolgimento che possono facilitare il percorso di uscita dal fumo. 
  14. Viaggi: Smettere di fumare consente di risparmiare e viaggiare. Nel 2016, Valeria Nicolosi e Naiba De Bona, rispettivamente ufficio stampa di LIAF e Skyscanner, hanno coordinato una ricerca che ha consentito di tracciare il percorso di viaggio di un fumatore che smette di fumare. 
  15. Videogiochi: vi consigliamo Super Smoky, l’app che a detta di Pasquale Caponnetto vi consente di vedervi nel futuro. Seguono ancora:
  16. Acqua perché più si beve più si riesce a smaltire la nicotina presente nel corpo. 
  17. Agopuntura 
  18. Automassaggio
  19. Cerotto
  20. E-mail
  21. Fiori di Bach 
  22. Fitoterapia 
  23. Gomma Antifumo
  24. Liquirizia 
  25. Nei
  26. Stimolazione magnetica
  27. Stop brusco
  28. Training autogeno
  29. Vaccino
  30. Terme

Lamberto Manzoli entra nel Comitato per la ricerca sulle e-cig

Di
redazione
-
12 Luglio 2017
0
Il Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica accoglie un nuovo membro. Si tratta del prof. Lamberto Manzoli dell’Università di Ferrara, già noto nell’ambiente scientifico internazionale per aver pubblicato numerosi studi e testi sull’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare.
Formatosi presso le Università di Bologna, Sapienza di Roma, Jefferson di Phialdelphia, Harvard di Boston, è diventato professore associato di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica presso l’Università di Chieti-Pescara. E’ oggi professore ordinario e vice-direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara.
Consulente per la programmazione e la valutazione dei servizi sanitari presso la Regione Abruzzo da oltre 10 anni, è componente dell’OIV della ASL di Trieste e responsabile scientifico del Registro Tumori Regionale dell’Abruzzo.
Ha pubblicato 23 libri o capitoli di libro e 197 articoli scientifici in extenso; 161 dei quali su riviste indicizzate in MedLine. Membro del board editoriale di PLoS One ed altre riviste scientifiche, ha collaborato a 36 progetti di ricerca finanziati per un totale di oltre 16 milioni di euro. Oltre alle sigarette elettroniche, le principali linee di ricerca vertono sulla epidemiologia clinica (in particolare delle malattie cardiovascolari e infettive, inclusi i vaccini), sui sistemi di classificazione della casistica ospedaliera, e sulle tecniche di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria. 

E-cig – Malerba: “Rischi al di sotto delle soglie di guardia rispetto alle sigarette convenzionali”

Di
Valeria Nicolosi
-
29 Giugno 2017
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Prof. Mario Malerba

Il prof. Mario Malerba, docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara e membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica, interviene a margine di un convegno organizzato da AIPO durante il quale (secondo alcune dichiarazioni) si è affermato che: “Le e-cig non sono innocue e avvicinano al fumo classico”.

“I dati scientifici finora a disposizione da studi internazionali di ottimo livello ci dicono – ha spiegato il prof. Malerba – che le sigarette elettroniche aiutano a ottenere un calo del consumo di tabacco, anche nel cosiddetto uso duale (il fumatore utilizza sia la sigaretta elettronica che le sigarette normali).

Sugli effetti tossici a breve e lungo termine e sul fumo passivo possiamo dire poco di certo tuttavia i dati a disposizione ci dicono che sicuramente i parametri di tossicità della sigaretta elettronica sono inferiori a quelli della sigaretta normale dove vi è combustione.

Oltretutto dati recenti sul contenuto di formaldeide nel vapore prodotto dalle sigarette elettroniche sono tranquillizzanti in quanto indicano che la concentrazione di formaldeide liberata è minima e al di sotto di qualunque soglia di guardia, rispetto a quanto sprigionato dal fumo di tabacco tradizionale. Questo non vuol dire difendere o promuovere la sigaretta elettronica, è chiaro che smettere di fumare è meglio che fumare sigarette normali o/e elettroniche ed è l’obiettivo di ogni seria prevenzione. Tuttavia dobbiamo abituarci a pensare alla sigaretta elettronica come a uno strumento che può aiutare alcuni individui a smettere di fumare o a ridurre il danno da fumo e come tale può e deve essere utilizzato.

Per quanto riguarda il fumo passivo, è giusto che ci sia prudenza nell’uso di queste sigarette negli ambienti chiusi finché non siano disponibili dati sicuri della loro assoluta innocuità”.

“Zero Rischi” per chi usa le e-cig per smettere di fumare

Di
redazione
-
27 Giugno 2017
1

Presentata nelle scorse settimane a Catania, e in anteprima internazionale, una ricerca che per la prima volta dimostra l’assenza di danni a carico delle vie aeree e dei polmoni in utilizzatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche.  Intervista Ansa

Prof. Riccardo Polosa

“Zero rischi” anche nel lungo periodo per coloro che scelgono di utilizzare sigarette elettroniche: sono questi i primi risultati emersi da uno studio prospettico condotto dai ricercatori dell’Università di Catania, coordinato dal prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna presso l’Università di Catania e promotore del Comitato Scientifico Internazionale LIAF per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica, su utilizzatori di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali.

Lo studio è stato presentato durante il Convegno annuale organizzato dalla Lega Italiana Anti Fumo in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e l’Ospedale “Policlinico – Vittorio Emanuele”, alla presenza dell’europarlamentare Giovanni La Via, gli scienziati Umberto Tirelli, Fabio Beatrice e Lamberto Manzoli ed il presidente dell’Unione Consumatori Sicilia Mario Girolamo Cardella.

La ricerca condotta dal tema del prof. Polosa risponde alla principale preoccupazione rispetto all’utilizzo delle e-cig e cioè ad eventuali pericoli per la salute derivanti dall’esposizione agli aerosol prodotti dalle sigarette elettroniche, in quanto dimostra attraverso diverse metodiche (spirometria, test dell’ossido nitrico esalato, TAC del torace) che le emissioni da e-cig non provocano modifiche di parametri respiratori in soggetti non fumatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche.

La novità principale introdotta consiste – oltre nell’aver seguito variazioni dello stato di salute dei polmoni per un periodo sufficientemente prolungato – anche nell’aver voluto valutare questi effetti in utilizzatori regolari di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali in vita loro.

Nonostante i partecipanti siano stati esposti quotidianamente al vapore delle e-cig per almeno 4 anni con un consumo medio di 3,1 ml di liquido al giorno, lo studio non ha rilevato significativi cambiamenti nella funzionalità polmonare o nei marcatori dell’infiammazione delle vie aeree nel periodo di osservazione rispetto ai valori di base misurati 4 anni prima.

La conclusione dei ricercatori catanesi è stata che l’uso protratto della sigaretta elettronica difficilmente può provocare danni clinicamente significativi.

“Le elettroniche possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali e possono aiutare a smettere definitivamente, è questo quanto dimostrato anche dai recenti risultati del sondaggio condotto in Inghilterra dall’organizzazione Ash (Action on Smoking and Health) che testimonia come 1.5 milioni di utilizzatori passati alle e-cig hanno nel tempo abbandonato definitivamente le sigarette convenzionali” – commenta Paolo Veronesi (oncologo allo IEO e Professore Associato in Chirurgia all’Università degli Studi di Milano) sulla base di uno studio elaborato dall’Istituto Europeo di Oncologia.

RISULTATI di STUDI PRECEDENTI

Nel 2015, un rapporto condotto da Public Health England (Autorità dipendente dal Ministero della Salute inglese), ha dimostrato che le e-cig sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica European Addiction Research ha dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesterebbe a 4. 

Infine anche il Royal College of Physicians (RCP) ha pubblicato un rapporto intitolato “Nicotina senza fumo: riduzione dei danni del tabacco”, che conclude affermando il risvolto positivo per la salute pubblica inglese che deriverebbe dall’utilizzo massivo delle e-cig da parte dei fumatori e incoraggiandoli ad usare le sigarette elettroniche, poiché “molto più sicure del fumo”.

Infine, fra i principali studi riguardanti i benefici per la salute umana apportati dalle e-cig va segnalato ECLAT (Efficiency and safety of an electronic cigarette). Presentato negli Stati Uniti nel 2013, è il primo studio prospettico randomizzato al mondo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica su un campione di 300 fumatori non intenzionati a smettere, con monitoraggio prolungato fino a 12 mesi. Già allora lo studio dimostrò che alla 52a settimana, l’8,7% dei fumatori che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, laddove il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi aveva smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.

Vedi anche Rassegna Stampa 

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Dati Societari: LIAF Magazine iscritto al registro stampa n. cronol. 16/2020 del 20/02/2020 RG. n. 912/2020 Proprietario: Lega Italiana Anti Fumo Editore: Elena Granata, legale rappresentante della Lega Italiana Anti Fumo Direttore responsabile: Vincenza Valeria Nicolosi, iscritta all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia
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