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Al Vapitaly di Roma il couseling antifumo di LIAF

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Il 9 e 10 novembre a Roma si svolgerà Vapitaly, l’appuntamento B2B dedicato al business, alla formazione e alle nuove opportunità del settore del vaping.

Accanto alla possibilità di creare opportunità di networking tra gli specialisti del settore, negozianti ed aziende, anche quest’anno si ripropone un percorso di workshop tematici riguardanti gestione fiscale, normative e comunicazione, tenuto da relatori ed esperti del settore.

Sabato 9 ottobre Pasquale Caponnetto, Coordinatore del CPCT – Centro Prevenzione e Cura del “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania e docente di Psicologia Clinica e Generale dell’Università di Catania e Marilena Maglia, ricercatrice del CoEHAR – Centro per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università, terranno un workshop sulle caratteristiche e sulle modalità del Counseling applicato alla lotta al tabagismo dedicato ai negozianti di sigarette elettroniche e a tutti gli esperti del settore.

Il Counselling, basato su un rapporto di fiducia reciproca tra il counsellor e il fumatore, permette al paziente di usufruire dell’assistenza e dell’aiuto di un professionista in merito alla decisione di abbandonare il fumo della sigaretta convenzionale.

Pasquale Caponnetto e Marilena Maglia analizzeranno gli aspetti fondamentali dell’attività di counseling, dal colloquio motivazionale sino alle strategie comunicative necessarie per incentivare la scelta personale e non ricadere della dipendenza da fumo. 

Sappiamo che i sintomi di astinenza da fumo sono numerosi e possono essere difficili da affrontare. Smettere con l’aiuto di personale specializzato aiuta ad affrontare la sfida in maniera più forte.

Ricordiamo che le caratteristiche principali del counselling sono il tempoche al contrario di quanto si pensa non può essere precipitoso; l’accettazione perché il fumatore deve imparare ad accettarsi indipendentemente dal riuscire o meno a smettere di fumare e una buona alleanza tra counsellor e fumatore, impegnati ugualmente con lo stesso obiettivo. 

Scegliere di svapare: benessere o minaccia?

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In un recente articolo comparso sul The Globe and The mail, il ricercatore Mark Tyndall, specializzato in malattie infettive, riduzione del danno e dipendenze, analizza sia la recente ondata di panico causata dai casi di sospetti avvelenamenti in USA, sia le ripercussione della scoperta di un caso simile in Canada.

Una migliore regolamentazione in USA e Canada è necessaria

Come è ormai noto, il proliferare negli Stati Uniti di patologie a danno dei polmoni con sintomatologie diverse tra gli svapatori, ha creato l’urgenza tra i legislatori di regolamentare ancora meglio la produzione e la vendita dei prodotti da svapo. È bene ricordare che a differenza del continente europeo, le leggi statunitensi sono meno rigide e più accomandati e lasciano purtroppo ampio spazio al commercio illegale di prodotti da svapo fai da te.

Ad aggravare la situazione, poi, il diffondersi di questa pratica tra i più giovani, più inclini, in mancanza di un coretto canale comunicativo, ad acquistare prodotti sulla strada. Circostanza che ha portato addirittura alla proposta che vieterebbero il commercio online della sigaretta elettronica e dei prodotti ad essa collegati.

Analizzando nel particolare la situazione canadese, Mark Tyndall ci spiega che, soprattutto tra i più giovani, la sigaretta elettronica sta godendo di una diffusione capillare:

Il 20% dei giovani intervistati ammette di aver svapato negli ultimi 30 giorni ma molti tra questi sono fumatori abituali.

E questo è il vero punto secondo l’esperto. La situazione che dovrebbe davvero destare allarmismo è che, nonostante le campagne di promozione antifumo, ci sono ancora milioni di ragazzini che iniziano a fumare in età adolescenziale.

La campagna di disinformazione mediatica crea allarmismo dannoso

L’atteggiamento sensazionalistico dei media d’oltreoceano ha avuto ripercussioni non solo in territorio americano ma anche su quello europeo: titoli esagerati e allarmistici hanno indotto i normali consumatori di prodotti da svapo a interrogarsi sulla reale pericolosità della sigarette elettronica.

Ammettendo che ad oggi non si conoscono gli effetti a lungo termine dello svapo, poiché parliamo di prodotti recenti, usciti da poco più di una decina di anni, è ormai provato che il consumo abituale delle sigarette convenzionale crea le ben note patologie associate al fumo. 

A questo punto il discorso diventa più chiaro: Di fronte a una scelta tra ciò che è sicuro faccia male e ciò che invece, a detta anche di organi autorevoli come Public Health England, si presenta come il 95% meno pericoloso del fumo convenzionale, il risultato sia a livello is cheta personale che istituzionale dovrebbe essere scontato.

Peraltro, come abbiamo detto più volte, la situazione in USA è stata ricollegata a prodotti acquistati sul mercato nero o creati artigianalmente in con estratti di olii illegali a base di THC o CBD.

Il discorso sulla regolamentazione più efficace è stato affrontato di recente nel corso del meeting catanese dell’ente di normazione Europeo. La buona pratica industriale deve accompagnarsi a standard di qualità e sicurezza che devono essere al centro di qualsiasi percorso normativo per la corretta regolamentazione dei prodotti da svapo. Inoltre il tema degli standard di qualità e sicurezza e dei prodotti certificati e di sicura provenienza deve essere ben comunicato, e sopratutto indirizzato ai più giovani.

Le 15 morti negli Stati Uniti, per il ricercatore canadese, non sono un campanello d’allarme riguardante il pericolo di prodotti da svapo contenenti nicotina piuttosto una lezione di quanto le cose possano andare storte in un ambiente con carente regolamentazione specifica e un assetto informativo scarso.

Nasce la prima community di project manager sulla Riduzione del Danno da Fumo

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Si è chiusa la prima edizione della ISPM 2019, l’International Summer School sul Project Management promossa dal CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania. 

15 studenti provenienti da Paesi diversi del mondo (Nigeria, India, Nuova Zelanda, Spagna, Stati Uniti e Malesia, per citarne alcuni) hanno partecipato per una settimana alle lezioni dei più noti esperti sul tema della pianificazione e gestione dei progetti di ricerca. A coordinare le loro attività, il capo progetto della scuola, Daniela Saitta

Nella splendida location dell’UNA Hotel di Giardini Naxos, i partecipanti hanno alternato momenti di approfondimento didattico a momenti legati allo stile di vita sano. Sport e divertimento hanno fatto da corollario a questa incredibile esperienza. Le visite a Catania e Taormina e la passeggiata sull’Etna hanno permesso ai ragazzi di conoscere anche il patrimonio culturale e paesaggistico della Sicilia, senza ovviamente lasciare da parte le degustazioni di vino dell’Etna e le cene a base di sapori e profumi tipicamente siciliani. 

Ricordiamo che ISPM è il primo di 9 progetti di ricerca sulla riduzione del danno da fumo ai quali i ricercatori del CoEHAR, coadiuvati da partner internazionali, stanno lavorando proprio in questi mesi.

Durante la settimana di lezioni, i ragazzi sono stati invitati a produrre tre proposte di progetto diverse legate alla diffusione di iniziative volte a diffondere la cultura dell’antifumo nei paesi a basso e medio reddito.

Divisi in tre gruppi, i ragazzi hanno lavorato duramente alla realizzazione della loro proposta progettuale presentata poi Sabato 5 Ottobre alla Comitato di valutazione ISPM che ne ha valutato contenuti, modalità di realizzazione e capacità di esposizione.  

A presiedere il Comitato, Rosario Faraci dell’Università di Catania. Con lui anche Sebastiano Battiato dello stesso ateneo, Antonio Pacino dello spin off ECLAT, Axel Klein dell’Università di Swansea e Denise Stevens della Yale University’s School of Medicine. 

Tra le tre proposte di progetto una ha spiccato particolarmente per contenuti e modalità di realizzazione. Tutti i ragazzi sono oggi membri della prima web community di project manager esperti di THR (Tobacco Harm Reduction).

Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, ha voluto così ringraziare gli studenti: “È stato un piacere per noi guidarvi attraverso questo percorso. Ho letto le vostre proposte e penso che siano idee eccellenti per progetti futuri. I vostri background così diversi hanno permesso a tutti voi di aver una visione d’insieme sulla riduzione del danno da fumo più complessa e creativa. Gli obiettivi della ISPM continueranno a crescere grazie alla creazione della community della scuola, il primo network di project manager esperti sulla riduzione del danno da fumo. Spero che abbiate goduto di questa esperienza e che possiate essere i primi testimonial di una scuola che punta a crescere sempre di più. Vi auguro il meglio”. Riccardo Polosa 

A Catania, l’autobus della salute contro il fumo

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Domenica 6 Ottobre dalle 10 alle 20 nel Lungomare di Catania al via Lungomare Fest Salute, l’iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con associazioni e istituzioni sanitarie locali per promuovere stili di vita sani e offrire consulenza gratuita su prevenzione e cura di alcune malattie croniche. Circa 70 gli stand dentro i quali sarà possibile usufruire di servizi e consulenza specifiche di medici e ricercatori.

Grazie alla presenza dei ricercatori LIAF, sarà possibile effettuare gratuitamente anche la misurazione del monossido di carbonio e usufruire della consulenza antifumo (servizio previsto dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18).

Ad eseguire le consulenze ci saranno il prof. Pasquale Caponnetto (coordinatore del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania) e il dr. Carlo Bellanca (tra i neo collaboratori del CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania).

Ezio Campagna

Siamo orgogliosi di partecipare a queste iniziative che mirano a diffondere e sensibilizzare, con aiuti oggi concreti, coloro che decidono di smettere di fumare salvaguardando la propria salute e quella di chi è accanto. Molto si è fatto ma ancora c’è tanto da fare, noi proseguiremo nel divulgare, monitorare e supportare eventi validi come questi, contribuendo anche a creare competenze e figure professionali nel campo della lotta al tabagismo” – così il presidente della Lega Italiana Anti Fumo, Ezio Campagna.

Domenica 6 Ottobre viale Ruggero di Lauria e via Artale Alagona saranno chiusi al traffico veicolare. Le iniziative si snoderanno tra percorsi sensoriali sull’abbattimento delle barriere architettoniche e progetti di promozione del volontariato, aree mediche dedicate anche a screening e spazi riservati a iniziative di protezione civile e sicurezza, primo soccorso, attenzione alle fragilità sociali e alle disabilità, con circa trecento volontari impegnati. Non mancheranno attività di intrattenimento all’insegna di musica, sport, cultura e gli stand del mercatino dell’artigianato. 

L’Autobus della Salute di AMT accoglierà le prenotazioni, aperte a tutti gratuitamente, degli screening per la diagnosi precoce del tumore al seno, per la cervice uterina e per il colon del retto. Oltre ovviamente alla misurazione del monossido di carbonio (efficace per valutare nell’immediato l’impatto del fumo di sigaretta convenzionale sui sistema polmonare).

Ricordiamo che a Catania è ancora attiva la campagna antifumo Io sono Astuto promossa dal CoEHAR, in collaborazione con AMT e LIAF.

La sigaretta elettronica non provoca infarto

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L’uso della sigaretta elettronica può essere associato alle patologie cardiache croniche e all’infarto del miocardio?

Sono stati pubblicati su Sage Journals i risultati del National Health Interview Surveys condotto nel 2016 e nel 2017 dal titolo “Is E-cigarette use associated with coronary heart disease and myocardial infarction?”, a firma di Konstantinos Farsalinos e con lui anche Riccardo Polosa, Fabio Cibella e Raymond Niaura.

Il risultato

Dall’analisi dei dati non emerge alcuna associazione tra l’uso delle sigarette elettronica e un aumento del rischio di patologie cardiache croniche ed eventi infartuali a danno del miocardio.

Il metodo

I partecipanti allo studio, classificati in base ad età, genere ed etnia, sono stati divisi tra ex fumatori, in questo caso con una ulteriore distinzione tra ex fumatori da più o meno di sei anni, fumatori occasionali di sigarette elettroniche e fumatori abituali. In aggiunta, si è tenuto conto di condizioni patologiche preesistenti del sistema cardiovascolare e dell’esistenza di eventi infartuali, oltre a fattori di rischio quali ipertensione, ipercolesterolemia e diabete.

Il punto di Riccardo Polosa

Mentre sono state riscontrate associazioni tra i fattori di rischio analizzati e le patologie cardiache croniche, non emergono associazioni significative tra l’utilizzo della sigaretta elettronica e le patologie a danno del sistema cardiovascolare.

In sintesi, commenta il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR: “Come da previsione, le associazioni tra fumo ed eventi infartuali del miocardio o patologie croniche cardiache sono straordinariamente coerenti. Al contrario, non sono emerse associazioni tra l’utilizzo di sigarette elettroniche e patologie a danno del cuore”.

“Le associazioni incoerenti osservate durante le indagini durate un anno – ha continuato Polosa – non possono comprovare alcun collegamento tra l’uso di sigarette elettroniche e un rischio elevato di infarto del miocardio o di patologie cardiache croniche. Sono necessari ancora studi longitudinali per esplorare gli effetti della sigarette elettronica sulle patologie cardiovascolari”.

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I Project manager della ricerca clinica alla prima edizione della ISPM

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Catania, 1 Ottobre 2019 – “Non solo promesse, ma fatti concreti. Questo è il CoEHAR di Catania e quello presentato oggi è solo il primo dei nove progetti appena lanciati dal Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania”. Con queste parole il direttore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa, ha inaugurato la “International Summer School on Project Management (ISPM)” nei locali del Palazzo centrale dell’ateneo catanese.

Alla scuola – in programma fino al 6 ottobre, nei locali dell’Una Hotel Beach di Giardini Naxos – partecipano 15 studenti provenienti da ogni parte del mondo (tra loro anche 3 italiani) che avranno l’opportunità di partecipare ad un corso di Alta specializzazione, completamente gratuito, condotto da dieci docenti, tra i progettisti più noti del settore.

“La ISPM è motivo di profondo orgoglio per noi – ha dichiarato il prof. Francesco Purrello, direttore del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale cui afferisce il CoEHAR – perché forma professionisti del management del mondo sanitario profondamente utili per questo delicato settore”. 

“Il Project manager è una figura altamente richiesta ormai nel mondo imprenditoriale e del commercio in generale – ha aggiunto la coordinatrice del progetto dott.ssa Daniela Saitta -: per essere condotto e concluso alla perfezione, infatti, un progetto di ricerca deve essere ben pianificato da un professionista. Abbiamo fortemente voluto la Summer School per mettere a confronto le competenze di studenti e docenti con background elevati e provenienti da differenti culture e punti di vista”. 

“Ma non ci fermiamo – ha aggiunto il direttore Polosa, delegato del rettore al Trasferimento tecnologico e ai Rapporti con le imprese in ambito Biomedico -, alcuni tra i migliori studenti di questo corso resteranno a disposizione dell’ateneo per eventuali consulenze specifiche sulla progettazione scientifica applicata alla ricerca clinica. Sono profili di alto spessore accademico necessari e ricercatissimi da aziende e atenei di tutto il mondo”.

“Il CoEHAR – ha concluso il prof. Polosa – è l’unico centro dell’ateneo che ha creato un network internazionale (decine i paesi coinvolti) di professionisti, ricercatori, aziende e specialisti che stanno lavorando costantemente a far sì che la ricerca sia applicata concretamente alla vita di tutti i giorni, al fine di migliorare gli stili di vita di milioni di persone”.

LIAF alla Notte dei Ricercatori

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Durante la Notte dei Ricercatori, anche LIAF e CoEHAR hanno partecipato alle numerose manifestazioni che si sono tenute in giro per l’Italia e soprattutto a Catania.

L’ateneo ha infatti illuminato il centro storico catanese con numerosi stand e attività coordinate dagli stessi ricercatori.

Tra loro anche il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT – Centro Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania ed un gruppo di giovani assistenti alla salute.

Parte la prima Summer School on Project Management sulla Riduzione del danno da fumo

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Catania 27 Settembre 2019 – Sono 15 gli studenti provenienti da 11 Paesi diversi per partecipare alla prima Summer School in Project Management (ISPM) organizzata dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo, diretto dal prof. Riccardo Polosa.  Dall’1 al 6 Ottobre, nella splendida cornice dell’Una Hotel Beach di Giardini Naxos, Taormina, i ragazzi selezionati da una Commissione scientifica d’ateneo seguiranno le lezioni dei massimi esperti in design e gestione di progetti orientati alla ricerca scientifica e clinica.

Martedì 1 Ottobre dalle ore 10 alle 12 il Magnifico Rettore Francesco Priolo aprirà i lavori della Scuola con una lezione inaugurale in Rettorato, in Piazza Università. 

L’International Summer School on Project Management, capitanata dalla dott.ssa Daniela Saitta (Project Manager del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale), è il primo dei 9 progetti avviati di recente dal CoEHAR e ha l’obiettivo di formare professionisti della gestione di progetti di ricerca, con un focus specifico sulle scienze della salute. 

“I progetti di ricerca del CoEHAR sono programmi che riguardano il monitoraggio e l’innovazione scientifica e tecnologica, piani di formazione e internazionalizzazione e iniziative territoriali che vedono coinvolti tutti gli ospedali siciliani impegnati nell’implementazione di un servizio specifico che aiuterà i pazienti a smettere di fumare. Siamo al centro di una rivoluzione scientifica che parte con orgoglio proprio da Catania” – così il direttore CoEHAR, prof. Riccardo Polosa.  

I 15 studenti selezionati per la Scuola di Alta formazione sono (foto in allegato): Robert Gboluma (Liberia), Jeremy Coats (USA), Rachel Sadok (Spagna), Francie Patel (India), Heshman Nasr (Paesi Bassi), Charles Chawezi Ndlovu (Malawi), Christopher Ugwuibe Onyemaechi (Nigeria), Ashok Pandey (Nepal), Lia Roque Assumpcao (Brasile), Eliana Golberstein Rubashkyn (Nuova Zelanda), Carmen Escrig (Spagna), Marta Regolo, Agostino Milluzzo, Vincenzo Villari, Marta Mangione (Italia).

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I tuoi vestiti puzzano di fumo?

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Fumi e ti capita spesso di puzzare? Lo sapevi che i tuoi vestiti sono fonte primaria di “fumo di terza mano”?

Non tutti sanno, e molti non ci fanno caso, che gli abiti dei fumatori sono nocivi quanto le sigarette che inalano, essendo impregnati di nicotina e altre tossine e rappresentano un problema per la salute soprattutto per i più piccoli.

La dottoressa Manuela Martins-Green della University of California Riverside, ad esempio, ha spiegato che se un papà o una mamma fumano all’aperto ma poi tornano a casa e abbracciano i propri bambini, con i loro vestiti impregnati di nicotina potrebbero danneggiare la loro salute. Ecco perché è bene togliersi subito i vestiti “contaminati” e metterli a lavare non appena si rientra in casa.

I consigli della nonna

Esistono molti rimedi , come quelli della nonna, per eliminare l’odore di fumo. Oggi ve li elenchiamo in sintesi:

  • Basta lavare tutto in lavatrice con acqua calda, detersivo e bicarbonato o aceto bianco per avere dei risultati ottimali.
  • Se però il capo non può essere lavato con frequenza, l’ideale è lasciarlo all’aria aperta per qualche giorno e poi riporlo nell’armadio accanto ad un sacchetto di lavanda. 
  • Anche il sapone di Marsiglia è perfetto per eliminare i cattivi odori,  basta aggiungerne un paio di scaglie nel cestello della lavatrice per avere dei capi profumatissimi.
  • Purtroppo l’odore di tabacco supera le barriere fisiche di armadi e cassetti, andando così a rovinare il fresco profumo di pulito di vestiti e biancheria.
  • Per gli armadi, il rimedio della nonna è quello dei fogli da carta di quotidiano, bisogna foderare la base dell’armadio con uno strato di 3-4 centimetri di giornali impilati poiché si tratta di un tipo ti carta particolarmente assorbente. Man mano che le riviste ingialliscono, sarà necessario ripetere l’operazione.
  • Nei cassetti si può sempre foderare con la carta, ma si può ricorrere anche alle bustine di lavanda  per ridurre la contaminazione.
  • Ma il fenomeno non si ferma all’abbigliamento. Arredamento e tende possono conservare le sostanze nocive del fumo che, mischiandosi ad altri inquinanti presenti nell’aria, possono dare origine a dei composti pericolosi e potenzialmente cancerogeni . 
  • Così come per i tessuti, anche in questo caso vi invitiamo ad aumentare al massimo l’aerazione, uno degli aspetti inerenti all’igiene e alla salubrità di qualsiasi ambiente, camere e muri compresi, oppure spalancate porte e finestre e attivate un deumidificatore.

CEN a Catania: In Europa il mercato è sicuro

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STANDARD DI QUALITA’ E SICUREZZA. Si è appena conclusa la riunione plenaria del CEN, il Comitato di Normazione Europea riunitosi per la prima volta a Catania.

Dal 2020, previste ulteriori iniziative per prevenire aggiunte incontrollate di nuovi ingredienti nei liquidi per sigarette elettroniche. Inoltre, controllo serrato sulla presenza di eventuali contaminanti”.  

A coordinare i lavori della tavola rotonda della Commissione Europea, il direttore del CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania) e coordinatore del tavolo tecnico sulla standardizzazione di sigarette elettroniche e liquidi, il prof. Riccardo Polosa: “Stiamo lavorando alla verifica delle metodologie analitiche per la corretta valutazione dei contaminanti negli areosol e al monitoraggio dei sistemi di sicurezza per i bambini che possono accidentalmente entrare in contatto con questi prodotti” – ha spiegato lo scienziato catanese.  

Al centro del dibattito del CEN anche la questione americana: “In Europa, nonostante dieci anni di storia e milioni di svapatori, ad oggi non risulta alcun caso di malattie polmonari legate all’uso di sigarette elettroniche. In America, invece, molti dei casi di malattie respiratorie gravi purtroppo riguardano giovanissimi che avevano fatto uso di alcuni prodotti a base di cannabis contenenti addensanti risultati pericolosi” – cosi ha chiuso il docente etneo. 

CEN Comitato di Normazione Europea – Martedì 24 Settembre 2019
Una Hotel Palace Catania