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I Centri Antifumo in Italia: cosa sono e perchè sono stati istituiti?

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La storia dei Centri Antifumo in Italia rappresenta indirettamente la storia delle politiche di Riduzione del Danno da fumo da Tabacco nel Belpaese.

Dalla loro istituzione alla fine degli anni ’80, questi centri si sono contraddistinti per il supporto dato a tutti quei fumatori che cercano di smettere.

Da allora e soprattutto dal 2005 – con l’introduzione della Legge Sirchia – l’Italia ha fatto importanti passi in avanti sia nella produzione di normative tese a regolamentare il fumo sia per la protezione di soggetti non fumatori. Ma non di certo nella valutazione dei risultati. Le carenze in questo settore non mancano. E se da un lato ci si è impegnati per tutelare la salute dei fumatori nei luoghi pubblici, dall’altro si è dimenticato di aiutare chi vuole smettere davvero di fumare definitivamente.

Perchè sono stati istituiti i Centri Antifumo?

I CA nascono nell’ambito degli interventi globali tesi a supportare la lotta contro il fumo di tabacco con una particolare attenzione nell’ambito del supporto ai fumatori che intendono smettere di fumare.

A livello internazionale, il quadro normativo di riferimento è dato dalla Convenzione per la lotta al tabagismo approvata nel Maggio 2003 a Ginevra sotto gli auspici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In particolare, l’art. 14 della Convenzione afferma il bisogno di “offrire misure che promuovano la cessazione dal fumo di tabacco e adeguati trattamenti per la dipendenza dal tabacco. Misure che dovranno includere diagnosi e trattamento della dipendenza dal tabacco e servizi di counselling per la cessazione.

Cosa fanno i CA?

In Italia, i CA sono attivi all’interno del Sistema Sanitario Nazionale coadiuvato da organizzazioni non governative. Essi forniscono servizi che offrono supporto specialistico per aiutare i tabagisti a smettere di fumare.

In linea generale, si accede previo pagamento di un Ticket sanitario o in modo gratuito. Tra i servizi offerti, interventi di tipo farmacologico, counselling individuale o di gruppo, terapie alternative con una prima valutazione del fumatore da un punto di vista medico e/o psicologico.

Ma quanti sono i centri antifumo attivi in questo momento in Italia?

Sul sito del Ministero è disponibile un elenco completo dei centri antifumo aggiornato a Maggio 2019.

Tra questi figura anche il Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, coordinato dal prof. Pasquale Caponnetto e considerato uno dei centri più attivi nell’ambito della ricerca internazionale in questo campo.

La Repubblica Popolare Cinese rafforza la vigilanza su sigarette elettroniche e prodotti da tabacco

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Le normative cinesi sulla gestione del tabacco verranno riviste al fine di rafforzare la supervisione e l’amministrazione di tutti i nuovi prodotti del tabacco.” Cosi, lunedì scorso, le autorità di Pechino hanno annunciato una nuova stretta nella regolamentazione dei prodotti da tabacco di ultima generazione nel Paese.

La revisione sarà coordinata con la legge della Repubblica popolare cinese sulla protezione dei minori e altre leggi e regolamenti, secondo quanto pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano Global Times, noto organo di informazione sotto il controllo statale del governo di Pechino.

Come riportato dalle linee guida presentate dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione e dall’Amministrazione statale del monopolio del tabacco, il gigante asiatico intenderebbe regolamentare e catalogare anche le sigarette elettroniche e i prodotti da svapo alla stregua delle sigarette convenzionali.

I dati rilasciati dall’Electronic Cigarette Industry Committee del governo cinese all’inizio di quest’anno, indicano come la combinazione tra demonizzazione mediatica negli Stati Uniti e il divieto di vendita di sigarette elettroniche in Cina abbiano causato un calo della domanda globale dei prodotti per lo svapo.

Le due superpotenze influiscono in maniera fondamentale sullo sviluppo e commercializzazione di questi prodotti. Tuttavia, rispetto agli Stati Uniti, in Cina il bacino dei consumatori è rimasto sottosviluppato a causa del precario status normativo e dalla volontà, fino ad oggi, di mantenere il mercato delle sigarette convenzionali relativamente libero da balzelli economici che possano ridurre lo sviluppo economico del Paese. Questo nonostante il Paese del Dragone sia il più grande produttore mondiale di prodotti e componenti per le sigarette elettroniche.

La Cina è di gran lunga il principale produttore mondiale di sigarette elettroniche ma la comprensione delle politiche di Riduzione del Danno da Fumo da parte delle autorità è sorprendentemente scarsa. E non è tutto. L’elefante nella stanza è il potente ed influente cartello di monopolio statale del China Tobacco, che potrebbe non tollerare che le attività legate allo svapo crescano troppo” ha dichiarato a LIAF il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del Centro di Eccellenza per la Riduzione del Danno da fumo (CoEHAR) dell’Università di Catania.

La Cina, con i suoi 300 milioni di fumatori, rimane la nazione con il più alto numero di tabagisti al mondo. E anche per questi motivi che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel paese muoiono ogni anno più di un milione di persone per malattie legate al fumo.

La stretta legislativa si inserisce nel tentativo da parte delle autorità di Pechino di regolamentare una volta per tutte questo mercato. Resta da capire se sia una mossa tesa ad armonizzare lo sviluppo di alternative meno dannose alla sigaretta tradizionale o piuttosto una reazione protezionistica al fine di preservare il lucroso mercato interno del tabacco.

Aromaterapia: i benefici della lavanda per i fumatori

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lavanda

Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, all’orrore…Ma non potevano sottrarsi al profumo” così scriveva Patrick Suskind nel celebre romanzo “Il Profumo”.

Ed effettivamente il connubio uomo-odore ha origini antichissime, risale all’età ancestrale dell’uomo: la scoperta del fuoco ha portato gli uomini a sedervisi intorno, bruciando le piante che raccoglievano e da cui si sprigionavo odori diversi. Non solo: fiori e piante pestate o spremute venivano impiegate per produrre olii di varia genere. Da qui il passo verso l’applicazione medica di questi preparati fu breve.

Già in reperti storici sumeri si ritrova l’utilizzo di unguenti a scopo medicinale. Gli egizi preparavano il corpo dei defunti per il viaggio nell’aldilà cospargendo il corpo con unguenti che venivano anche lasciati nella tomba.

Ma la storia dell’aromaterpia così come la intendiamo oggi nasce con un curioso episodio avvenuto in territorio francese.

Si racconta infatti che nei primi le ‘900, il chimico Reneé Maurice Gattefossé si ferì per sbaglio durante degli esperimenti in laboratorio. Dopo aver provato tutti i rimedi della medicina tradizionale, provò ad applicare sulla ferita dell’olio essenziale di lavanda. La guarigione che ne seguì confermò al chimico le sue ipotesi sulle proprietà antisettiche della lavanda.

Ora che questa sia la vera storia non è dato sapere. Ma quello che e certo è che qualche decennio dopo, tutte le scoperte di Reneé vennero stampate nel libro “Aromatherapie: Les huiles essentielles, hormones végétales”, dove per la prima volta comparve il termine aromaterapia.

Aromaterapia e smoking cessation

L’aromaterapia può essere un valido aiuto per chi decide di smettere di fumare, agendo direttamente sul senso dell’olfatto: quest’ultimo infatti, attraverso odori e fragranze combatte irritabilità e ansia, riducendo le cause di astinenza.

Certi tipi di essenze e profumi, diffusi nell’ambiente in cui viviamo, possono agire in modo da contrastare il nsotro il bisogno della sigaretta.

Come? Attraverso la fragranza che stimola quelle identiche aree del cervello che il fumo è in grado di soddisfare. Inoltre gli oli essenziali aiutano a purificare e profumare l’aria,allontanando la puzza di sigaretta e rendendo la casa più salubre.

La lavanda

Il fiore rilassante per eccellenza è quello di lavanda: come accennato prima, le proprietà della lavanda sono conosciute da secoli. Il nome Lavandula Officinalis deriva infatti dal latino “lavare”, alludendo l’uso cosmetico ne veniva fatto in epoca antica.

Il suo aroma pulito e familiare ha un che di rassicurante e se a questo si sommano gli effetti calmanti dei suoi piccoli fiori blu, si capisce perché negli ultimi tempi la lavanda sia tornata di gran moda. Questo piccolo arbusto è presente allo stato selvatico in molte aree della nostra penisola, oltre ad essere coltivato in Toscana , Liguria e Piemonte nelle zone dei vecchi vigneti.

Le virtù della lavanda sono tante: rigenera, illumina, drena e sgonfia e viene usata spesso efficacemente in cosmesi e semplici ricette fai da te.

Per capire come usare la lavanda e gli olii essenziali e come possono aiutare if fumatori che vogliono smettere, abbiamo chiacchierato con Beatrice Baccon, erborista e farmacista, che ha perfezionato in Svizzera la sua formazione come creatrice di fragranze. Oltre all’attività da freelance, si occupa di formazione in campo olfattivo e di cultura dell’olfatto.

Beatrice, il profumo da sempre è associato all’identità della persona. Nei tuoi studi e grazie alla tua esperienza, hai rilevato l’importanza del profumo nella vita quotidiana?

Il profumo è parte integrante del nostro quotidiano. Non siamo abituati a porre attenzione alle emozioni che l’olfatto ci dà, ma se ci facessimo caso ci renderemmo conto che gli odori sono presenti in ogni nostra azione: a partire dal caffè del mattino, per arrivare ad un abbraccio dato alla persona amata. Tutti i nostri gesti, senza l’olfatto non sarebbero la stessa cosa e non susciterebbero le stesse emozioni; mai come in questo momento storico abbiamo capito e sperimentato come l’anosmia (la perdita totale o parziale del senso dell’olfatto) possa influenzare in maniera negativa la nostra vita. 

Gli stimoli olfattivi sono elaborati da due diverse zone cerebrali: il sistema limbico e il talamo.

Il collegamento diretto con il sistema limbico fa sì che l’olfatto sia coinvolto nell’umore, nelle emozioni, negli istinti, ma anche nei sistemi di memorizzazione: è scientificamente dimostrato come le informazioni memorizzate in associazione ad uno stimolo olfattivo siano ricordate più facilmente. La stessa cosa vale per i ricordi, se la nostra memoria ha associato un odore al ricordo, questo sarà più vivido nella nostra memoria.

I profumi e gli aromi innescano emozioni e ricordi, c’è un modo di usarli per combattere anche le cattive abitudini?

Il modo migliore è iniziare ad apprezzare nel concreto ciò che l’olfatto ci dà; i primi passi potrebbero essere annusare i profumi dei piatti prima di portare il cibo alla bocca o apprezzare l’odore di casa propria quando si rientra la sera, che sa di comfort, di intimità e benessere.

Per quanto riguarda il tabagismo, una volta allenato l’olfatto a rendere più intense le nostre emozioni, un aiuto fondamentale è dato dal rendersi conto di quanto la nostra percezione olfattiva è più intensa e netta quando si sta alcune ore senza fumare e i nostri neuroni olfattivi non sono occupati dall’odore di sigaretta. 

Un altro aiuto è dato dal finger food: se mangio con le mani dopo aver fumato una sigaretta parte del profumo del cibo, che è parte integrante del piatto, saranno coperti dall’odore della sigaretta che mi è rimasto sulle dita.

La lavanda dal caratteristico profumo floreale ed aromatico, aiuta a combattere la puzza di fumo creando al tempo stesso un ambiente tranquillo e rilassato, ci da una ricetta fai da te? 

In inverno la cosa più semplice è aggiungere qualche goccia di olio essenziale di lavanda alle vaschette del termosifone o all’umidificatore.

In estate ci si può autoprodurre un esfoliante per il corpo a base di sale grosso, olio di mandorla o di vinaccioli e qualche goccia di olio essenziale di lavanda. Ricordiamoci sempre che impiegando gli oli essenziali sul corpo, questi vanno sempre veicolati in un olio vegetale o in una crema base e mai usati puri.

E per combattere l’odore di fumo in casa e sui vestiti?

L’odore di fumo in casa si può facilmente contrastare arieggiando gli ambienti per almeno una mezz’ora dopo aver fumato; nell’ultimo anno hanno poi preso piede i purificatori d’aria domestici che sono una valida alternativa. 

Per quanto riguarda mobilio e tendaggi, si può invece fare poco, se non lavarli e pulirli il più frequentemente possibile ed utilizzare in casa dei contenitori contenenti sostanze adsorbenti tipo il carbone vegetale, per far sì che parte dell’odore venga assorbito.

Sia per quanto riguarda la casa, che gli indumenti, possiamo distrarre il nostro naso e coprire l’odore di fumo con profumatori e spray a base di sostanze stimolanti per il nostro olfatto, come la menta piperita, lo zenzero, il pepe, il rosmarino, il limone.

Certi odori e aromi aiutano il benessere psicofisico: quali sono?

Questo dipende molto dall’ambiente socio-culturale in cui siamo nati e cresciuti e dalla storia personale. Abbiamo appena visto come le emozioni e i ricordi collegati all’olfatto non siano mediati. Per ognuno di noi un odore può assumere un’accezione positiva o negativa in base al ricordo o all’esperienza a cui lo colleghiamo, anche se nel corso dei secoli, nelle diverse culture, più o meno volontariamente si sono poi catalogati alcuni odori come positivi o negativi.

Questo tipo di concetto è più chiaro se si riporta un esempio: nella cultura occidentale si associa l’odore dei detersivi al pulito, di conseguenza alla sicurezza e ad una sensazione di comfort. Chi ha dovuto nella sua vita frequentare ospedali e laboratori analisi non assocerà più questo odore ad emozioni positive, ma all’esatto opposto.

L’aromaterapia può quindi aiutare a contrastare le emozioni negative, a patto che gli odori non siano collegati dal singolo ad esperienze spiacevoli.

Che ruolo ha la nicotina nella possibilità di contrarre il Covid-19?

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Lo scorso maggio, veniva dimostrato da una pubblicazione dei ricercatori del CoEHAR che: l’assunzione di nicotina derivata dalla modalità di svapo, potrebbe – ma sono necessari ulteriori studi per confermarlo – avere un’azione protettiva in termini di possibilità di contrarre l’infezione da coronavirus.

Secondo l’articolo “Smoking and SARS-COV-2 Disease: Dangerous Liaisons or Confusing Relationships?” firmato dai massimi esperti del CoEHAR, ad oggi, non esistono dati o prove sperimentali che suggeriscano un impatto significativo del fumo nel complesso meccanismo di correlazione tra l’enzima ACE-2 e il virus SARS-COVID-2.

Il direttore del CoEHAR, Giovanni Li Volti, in una nuova intervista rilasciata ai microfoni di LIAF, spiega le novità introdotte da questo nuovo studio e ne sottolinea l’importanza scientifica per tutto il mondo della ricerca.

Resta confermato – spiega Li Volti – che per chi ha delle patologie già a rischio (come ad esempio la BPCO o altre malattie fumo correlate) e fa uso di sigarette il decorso della malattia contratta resta comunque più difficoltoso che per gli altri“.

Studio CoEHAR: una revisione sistematica di tutti le ricerche sugli effetti delle e-cig sulla salute

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La sigaretta elettronica influisce in maniera diversa sulla salute cardiovascolare e respiratoria rispetto alla sigaretta convenzionale?

I medici e i sostenitori della riduzione del danno da tabacco hanno opinioni contrastanti quando si tratta di quantificare gli effetti delle elettroniche sulla salute.

Questo è in parte dovuto ai dati riportati da studi effettuati con metodi di ricerca inadeguati e che deficitano nelle prove dirette degli effetti sulla salute. In parte perchè gli studi di settore diventano obsoleti non appena vengono pubblicati a causa della produzione, ogni anno, di oltre mille nuovi articoli sulle ecig.

E per questo che la Dott.ssa Renee O’Leary, in collaborazione con quattro ricercatori dell’Università di Catania, cerca di rispondere a questa domanda, come spiegato nel loro documento Respiratory and Cardiovascular Health Effects of E-Cigarette Substitution: Protocol for Two Living Systematic Reviews“.

L’obiettivo principale del protocollo è di esaminare le prove scientifiche sugli effetti delle sigarette elettroniche sugli esseri umani. Il progetto include la stesura di un documento per medici e operatori sanitari, una scheda informativa per le persone che usano le sigarette elettroniche e un documento per i legislatori.

A causa della mancanza di dati coerenti negli studi attuali sugli esiti respiratori e cardiovascolari della sostituzione delle sigarette elettroniche da parte dei fumatori, il documento valuterà e sintetizzerà criticamente anche tutti gli studi di settore.

Secondo i ricercatori CoEHAR “è necessario stabilire gli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute respiratoria e cardiovascolare per fornire una revisione sistematica dei dati scientifici disponibili“.

Finora, le revisioni sistematiche si sono basate su test cellulari di citotossicità, misurazioni delle emissioni chimiche del vapore e studi sui bio-marcatori delle esposizioni chimiche, nessuno dei quali fornisce prove dirette degli effetti sulla salute dell’uso di Ecig.

Lo studio del CoEHAR, invece, riunirà tutti gli studi pubblicati sugli effetti respiratori e cardiovascolari delle sigarette elettroniche sull’uomo applicando la metodologia della living systematic review.

Come metodologia, la ricerca aggiornerà ogni tre mesi la revisione degli studi con eventuali nuove pubblicazioni. Ciò garantirà un approccio rigoroso che aiuterà a mantenere uno standard di altissima qualità e sempre aggiornato.

Il protocollo rappresenta un piano di ricerca unico nel suo genere per lo studio degli effetti dell’ecig sui fumatori. I risultati saranno di particolare interesse per i medici che cercano dati affidabili sugli effetti cardiovascolari e respiratori delle sigarette elettroniche. Questo, fornirà anche un database che per la prima volta catalogherà tutti gli studi precedenti in base alla qualità della ricerca” – ha dichiarato il capo del progetto, la Dott.ssa Renèe O’Leary.

Dreamods dona a LIAF parte del ricavato della vendita di liquidi certificati dall’Università di Catania

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Al cioccolato, al caffè, all’arancia, senza aromi o con aromi, con nicotina o senza nicotina. I liquidi utilizzati per le sigarette elettroniche sono così diffusi in commercio che ormai è possibile trovarne migliaia di varietà e tipologie diverse. Sebbene la regolamentazione per la vendita di questi prodotti, soprattutto in Europa, sia ormai molto rigida, l’attenzione alla qualità resta comunque una scelta del svapatore.

Uno studio, condotto all’interno dei laboratori dell’ateneo catanese, ha testato la presenza di metalli pesanti e di microplastiche nei liquidi Dreamods (grazie peraltro ad un brevetto dell’ateneo unico nel suo genere) e ne ha effettuato una valutazione tossicologica.

I risultati hanno dimostrato l’assenza di materiali pesanti ed un rischio tossicologico sotto la soglia: “I valori soglia contenuti all’interno dei liquidi di Dreamods sono quelli assolutamente tollerabili dalla salute umana secondo quando indicato dalle istituzioni sanitarie” – ha spiegato il prof. Giovanni Li Volti, Ordinario di biochimica presso l’Università degli Studi di Catania con una grandissima esperienza in analisi tossicologiche proprio sui liquidi utilizzati per lo svapo.

L’analisi condotta a microscopio elettronico, inoltre – ha aggiunto il prof. Li Volti – dice che il numero di materiali plastici presenti nei liquidi Dreamods è in alcuni casi inferiore a quello dell’acqua potabile acquistata al supermercato“.

“L’aspetto di certo più innovativo della ricerca è che i liquidi sono stati testati in condizioni di real life – ha spiegato il prof. Giovanni Li Volti – replicando esattamente gli effetti della cosiddetta svapata tramite l’utilizzo della smoking machine”.

Un traguardo importante per una delle aziende più importanti del settore dello svapo che ha sede proprio in Sicilia e che ha scelto di donare alla Lega Italiana Anti Fumo una parte del ricavato della vendita dei liquidi Dreamods certificati dall’Università degli Studi di Catania al fine di sostenere l’attività di sensibilizzazione e promozione della cultura antifumo in Italia e nel mondo.

La mission di Dreamods – hanno dichiarato i rappresentanti dell’azienda – è quella di garantire al fumatore che vuole smettere di fumare un prodotto di qualità, sicuro e certificato. Crediamo fortemente che i cambiamenti sociali del futuro spettino alle imprese ed a coloro i quali, per trovare benefici autentici e duraturi per la propria salute, hanno abbandonato le sigarette tradizionali per abbracciare un era senza fumo. Autentici pionieri in mezzo a voci contrastanti sui benefici delle sigarette elettroniche abbiamo creduto in un miglioramento di qualità della vita, oggi più che mai tangibile. Abbiamo lavorato e continueremo a farlo insieme all’Università di Catania ed alla LIAF, investendo risorse economiche dell’azienda, proprio perché siamo intenzionati a scrivere la nuova strada della cambiamento in favore di chi vuole smettere davvero di fumare”,

Combattere l’endometriosi grazie a uno stile di vita sano e senza fumo

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endometriosi

L’endometriosi è una malattia debilitante che, in Italia, colpisce circa 3 milioni di donne.

La molteplicità dei possibili sintomi, la diagnosi tardiva e la mancanza di una cura definitiva rendono difficile convivere con questa patologia che, per il 40% delle donne che ne è affetto, è sinonimo di infertilità o problemi nella procreazione.

È per questo che il mese di marzo è stato scelto come mese dell’endometriosi, per informare e sensibilizzare le donne sui metodi che ad oggi possono farci convivere con questa malattia.

L’endometriosi può infatti colpire già in età adolescenziale ed ha la massima incidenza sulla popolazione femminile tra i 30 e i 40 anni di età. È una patologia che determina la crescita delle cellule della parete uterina interna all’esterno dell’utero, spesso nell’area pelvica.

Ad oggi non esiste una cura definitiva e chi ne è affetto deve ricorrere ad un mix di integratori, terapie a base di ormoni e diete particolari, che rallentano la crescita della malattia. È dunque importantissimo che le donne sappiano della possibilità di sviluppare questa patologia, dove la diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale.

Il disagio psicologico spesso legato all’endometriosi, che tra gli altri sintomi provoca dolori durante il ciclo, perdite ematiche e dolori durante i rapporti sessuali, può spingere le donne a ricorre ad abitudini sbagliate che possono peggiorare la situazione.

È per questo che delle terapie utili a combattere questa malattie si basano sulla diminuzione del consumo di certe categorie di alimenti che introducono nell’organismo alte quantità di estrogeni, oltre che comportare un aumento dello stato infiammatorio generale.

Da un lato, è importante che le donne conoscano la malattia: i controlli regolari dal medico sono l’arma più efficace per impedire una diagnosi tardiva.

In secondo luogo, adottare uno stile di vita sano, dall’alimentazione all’abbandono delle cattive abitudini, riduce l’esacerbazione dell’endometriosi: smettere di fumare contribuisce significativamente al benessere psicofisico generale aumentando al qualità della vita.

Maggiori informazioni posso essere reperite sul sito della Fondazione Italiana Endometriosi.

Pazienti con BPCO possono migliorare la patologia passando a strumenti a rischio ridotto

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Catania, 23 marzo – Il nuovo studio di ricerca scientifica triennale condotto dai ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania e guidato dal professore Riccardo Polosa, identifica gli effetti a lungo termine sui pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) che passano a prodotti a tabacco riscaldato.

“La mia esperienza clinica mi dice che la maggior parte dei fumatori di BPCO non ha una buona ragione per smettere – afferma Polosa – dai risultati chiave dello studio si evidenzia che l’uso di prodotti a base di tabacco riscaldato (HTP) ha ridotto di più il numero di esacerbazioni acute della BPCO del 40% e ha causato miglioramenti clinicamente significativi. C’è una chiara indicazione che le nuove tecnologie senza combustione possono essere un rimedio enorme per la BPCO e questo è importante per i medici e i pazienti”.

Il 4 marzo Publich Health England ha annunciato che, nonostante la diffusione di strumenti riduzione dei danni da fumo, il fumo di sigarette convenzionali rimane la principale causa singola di morte e malattie prevenibili, nonché una delle principali cause di disuguaglianze di salute.

È significativo che sia ben noto che il fumo di sigaretta è un fattore di rischio significativo per chi soffre di BPCO, causando oltre 3 milioni di morti ed essendo la quarta causa di morte a livello globale. PHE ha annunciato che dispositivi alternativi per la somministrazione di nicotina meno dannosi potrebbero svolgere un ruolo cruciale nella riduzione di questo onere per la salute.

Punti salienti:

  • Lo studio dimostra che l’uso a lungo termine dell’HTP nei pazienti con BPCO ha esiti clinici come il tasso di esacerbazione, la tolleranza all’esercizio e le misure di qualità della vita.

L’uso di HTP ha ridotto il numero di esacerbazioni acute della BPCO di oltre il 40% e ha causato miglioramenti clinicamente significativi nella QoL e nella capacità di esercizio, mentre non sono stati osservati cambiamenti nei pazienti che hanno continuato a fumare.

  • BPCO attualmente rappresenta circa il 6% di tutti i decessi e si prevede che entro il 2030 diventerà il killer numero uno tra le 10 principali cause di morte a livello globale.
  • È improbabile che l’uso a lungo termine di HTP da parte dei pazienti con BPCO sollevi significativi problemi di salute durante il normale utilizzo.
  • Data la dipendenza dal fumo, molti fumatori non possono o non vogliono smettere e le percentuali di smettere di fumare tra i pazienti con BPCO sono estremamente modeste, anche negli ospedali terziari. Ciò mostra la necessità di una riduzione del danno da tabacco, un’alternativa allo scenario “esci o muori”.

Lo studio

Smettere di fumare è l’unico intervento noto che può migliorare la BPCO e salvare vite umane, ma smettere non è facile. La sostituzione delle sigarette di tabacco combustibile con alternative di somministrazione di nicotina prive di combustione come i prodotti a tabacco riscaldato (HTP) può portare a miglioramenti nella malattia.

Perché?

I pazienti con BPCO che fumano fanno meglio a smettere di fumare. Un approccio alternativo per i pazienti con tale patologia che hanno difficoltà a smettere di fumare è quello di sostituire le sigarette convenzionali con prodotti alternativi e meno dannosi. Ma non sono disponibili dati. Questo è il primo studio per valutare misure oggettive e soggettive della salute cardio-respiratoria nei pazienti con BPCO che sono stati utenti quotidiani di HTP. La conoscenza degli impatti a lungo termine sulla salute dell’uso di HTP in questa popolazione di pazienti è necessaria per informare i pazienti con BPCO e i loro medici.

Gli individui con COPD hanno una scarsa qualità della vita e muoiono prematuramente per complicazioni cardio-respiratorie. La BPCO uccide oltre 3 milioni di persone ogni anno. L’esposizione continua a sostanze chimiche combustibili nel fumo di sigaretta è un fattore di rischio significativo.

Metodo di studio

Il professore Ricardo Polosa ha monitorato i parametri di salute per 3 anni nei pazienti con COPD che hanno sostanzialmente attenuato o cessato il consumo di sigarette dopo il passaggio agli HTP. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti da una coorte di pazienti con BPCO di pari età che hanno continuato a fumare. Sono stati inclusi pazienti con BPCO che frequentano regolarmente ambulatori in quattro ospedali italiani. L’abitudine quotidiana del fumare, le esacerbazioni annualizzate della malattia, gli indici di funzionalità polmonare, i risultati riportati dai pazienti (punteggi CAT) e la distanza percorsa a piedi di 6 minuti (6MWD) dal basale sono stati misurati nei pazienti con BPCO che utilizzavano HTP a 12, 24 e 36 mesi. Questi sono stati confrontati con un gruppo di pazienti con COPD di pari età e sesso che hanno continuato a fumare.

Conclusioni dello studio

Sono stati osservati miglioramenti costanti nei sintomi respiratori, tolleranza all’esercizio, qualità della vita e tasso di esacerbazioni della malattia in pazienti con BPCO che si sono astenuti dal fumare o hanno ridotto sostanzialmente il consumo di sigarette passando all’uso di HTP.

Link allo studio

La maggioranza dei fumatori globali vive nei Paesi a Medio e Basso reddito: lo studio

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Diciassette anni dopo l’adozione della Convenzione quadro per la lotta al tabagismo – firmato sotto gli auspici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – implementare politiche efficaci in grado di ridurre la piaga del fumo a livello mondiale rimane ancora una sfida incompiuta.

Nonostante gli sforzi a livello internazionale, il numero globale di fumatori (pari a 1,3 miliardi) rimane invariato da oltre due decenni. Ad un calo della prevalenza di fumatori nei paesi più ricchi si riscontra un aumento del numero di tabagisti nei paesi a medio e basso reddito uniti ad una imponente crescita demografica.

L’80% di fumatori vive in Paesi a medio e basso reddito, in particolar modo nel Sud-Est Asiatico, Africa, Medio Oriente e nell’area Mediterranea. In paesi come Cina, India e Indonesia i fumatori nazionali rappresentano il 46% di tabagisti globali.

In queste regioni, anche la mortalità da fumo è la più alta al mondo.

Per questo, un recente studio condotto dall’International Network of Nicotine Consumer Organisations (INNCO) – organizzazione internazionale che promuove il Tobacco Harm Reduction (THR) – ha sottolineato l’assoluta necessità di politiche specifiche tese alla riduzione da danno da Fumo in questi paesi e soprattutto, all’implementazione di quelle esistenti.

Perchè le attuali politiche di Riduzione da Danno da Fumo sono efficaci nei paesi ricchi ma non negli altri? Questa la domanda principale alla base della pubblicazione del paper “Why Bans of Low-Risk Nicotine Alternatives to Smoking in Low- and Middle-Income Countries (LMICs) Will Do More Harm Than Good” da parte dell’INNCO.

In primo luogo, secondo lo studio, i divieti generalizzati sui sistemi elettronici di rilascio della nicotina (ENDS) producono un danno per le nazioni in questione. Nel documento di sintesi, infatti, si afferma che i divieti sui prodotti a vapore e di tabacco riscaldato sono una soluzione semplicistica che aggrava di gran lunga i problemi derivanti dalle sigarette convenzionali.

In particolare, non si prenderebbe in considerazione le particolarità regionali e nazionali di ogni paese inserendoli tutti in un unico calderone.

Le persone che fumano sono individui con i propri bisogni e diritti, che vivono in modo diverso
circostanze. I politici troppo spesso trascurano questo aspetto, raggruppandoli in un gruppo amorfo, in particolare quelli che vivono nei Paesi a medio e basso reddito. Le variazioni regionali richiedono considerazioni locali”
ha dichiarato Samrat Chowdhery, Presidente dell’INNCO.

In aggiunta, anche l’impostazione proibizionista si è già dimostrata da tempo obsoleta, irrealistica, e controproducente per una efficace politica di riduzione da danno da fumo.

Come evidenziato dall’INNCO, i divieti in questi paesi si applicano solo ai prodotti alternativi a basso rischio e non sui prodotti come le sigarette convenzionali, negando di fatti ai fumatori l’accesso ad alternative più sicure per la salute senza nessuna motivazione basata sulla realtà dei fatti.

Lo studio sottolinea inoltre come la convinzione generalizzata che la mancanza di ricerca e di capacità di gestione e controllo riguardanti i prodotti alternativi a basso rischio in questi paesi non sia un motivo valido per vietarne la commercializzazione a-priori.

Per tali motivi, l’INNCO stima che in molti paesi tali politiche mettano a rischio la lotta contro il fumo a meno che non si utilizzi un approccio maggiormente pragmatico che utilizzi lo Harm Reduction in tutte le sue forme e, in particolar modo, tramite l’adozione di prodotti a combustione ridotta.

Mentre il mondo si sta muovendo verso l’uguaglianza e la parità, ecco che arriva un’organizzazione ben finanziata che dice, mentre va bene in Occidente, le persone nei paesi in via di sviluppo non dovrebbero avere accesso a questi prodotti. Stanno imponendo la propria volontà a questi paesi.” cosi’ Chowdhery citato dal magazine di settore FilterMag.


Tabacco meglio non iniziare: la salute lotta contro il fumo

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“Tabacco meglio non iniziare” è il progetto educativo al quale hanno aderito 125 alunni dell’I.I.S Alfieri di Asti in collaborazione con l’Asl del territorio.

Il progetto è stato voluto dal Dipartimento Benessere e Salute, coordinato dalla prof.ssa Veselinovska Elizabeta (docente dell’IIS Alfieri), in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione S.S. Promozione Educazione alla Salute e Screening dell’Asl di Asti, coordinato dalla dottoressa Emanuela Gobbo.

Il progetto, pensato all’interno di una realtà come quello della scuola, ha l’obiettivo di promuovere la cultura antifumo nei delicati ambienti scolastici, spesso luoghi prescelti dagli adolescenti per l’ingresso al tabagismo.

La collaborazione tra il mondo sanitario e quello della scuola rappresenta una base importante dalla quale partire per sviluppare azioni che si basano su metodologie partecipative di inclusione, co-progettazione e formazione che garantisca validi interventi come quelli di promozione della salute.

L’obiettivo educativo del progetto è la sensibilizzazione dei giovani studenti circa i danni prodotti dal fumo di sigaretta e far mantenere una condizione di non fumatore.

Disegni, manifesti, parole e canzoni, le creazioni realizzate dagli studenti durante la didattica a distanza dei mesi di novembre e dicembre. Ad ogni singolo alunno (cinque classi prime e una classe quarta dell’indirizzo in grafica pubblicitaria) è stato chiesto di sviluppare una ricerca inerente all’argomento e di presentarlo in PowerPoint.

Tra le presentazioni e gli approfondimenti sul tabagismo, importanti le tematiche affrontate dai ragazzi. Dalle dipendenze connesse alla nicotina al fumare in tempo di Covid-19, fino ai consigli più utili per smettere di fumare.

Come sintesi del progetto è stato realizzato anche un video su YouTube dallo studente Ali El Kaouam in cui le opere grafiche e pittoriche realizzate dai compagni si rincorrono a suon di rap.

Mentre qui è possibile visualizzare il resto delle creazioni realizzate dagli studenti.

Per noi di LIAF ogni comportamento utile a diffondere e promuovere la cultura antifumo è motivo di grande attenzione soprattutto nelle scuole, da dove i ragazzi iniziano a formare le loro opinioni ed il loro stile di vita.