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Fumo di sigaretta: note statistiche aggiornate

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I fumatori nel mondo sono un miliardo e cento milioni: trecento milioni nei paesi industrializzati e 800 in quelli in via di sviluppo. Ogni anno muoiono quattro milioni di persone nel mondo per le malattie conseguenti al consumo di tabacco e per il 2030 sono previsti oltre 10 milioni di morti all’anno. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che in Italia il fumo di tabacco causa oltre 80.000 morti all’anno; 20.000 decessi nella fascia d’età compresa tra i 35 e 65 anni. Ventisei italiani su cento sono fumatori, più uomini (31%) che donne (22%), prevalentemente nella fascia d’età compresa tra i 25 e 44 anni. Questi fumano mediamente dalle 15 alle 24 sigarette al giorno. Preoccupano in particolare le tendenze che riguardano gli adolescenti e le donne: dal 1993 al 1999 i fumatori maschi di 14-16 anni d’età sono aumentati del 33%, le fumatrici addirittura del 70%. Lo studio europeo Espad 2000 condotto su 10.000 giovani tra i 15 e 20 anni, ha rilevato che solo il 34% dei ragazzi e il 30% delle ragazze non ha mai fumato una sigaretta. L’abitudine di fumare degli adolescenti sembra dipendere molto dall’esempio dei genitori. Inoltre, quasi la metà dei bambini italiani risulta esposta al fumo passivo dei familiari tra le mura domestiche. Il fumo passivo aumenta il rischio di malattie respiratorie specialmente nei bambini.

Il fumo di tabacco comporta principalmente un maggior rischio relativo di malattie polmonari, cardiovascolari e di numerosi tumori. Considerando  patologie, il fumo rappresenta la causa di circa il 60% di tutte le patologie respiratorie, del 50% dei tumori e del 30% delle malattie cardiovascolari. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il fumo ha causato nel 1999 circa 2 milioni di ricoveri ospedalieri con un costo per la sanità pubblica di circa 5 miliardi di euro, pari all’8,3 % della spesa sanitaria pubblica e allo 0,4 % del Pil. I danni da fumo comportano infatti un alto costo sociale direttamente correlato alla morbilità e mortalità di malattia, ma anche indirettamente alla conseguente perdita di giornate lavorative.

Il fisco italiano, tra imposta e Iva, incassa circa il 75% del prezzo delle sigarette al consumo. Si calcola che lo Stato ogni anno incassi oltre 12mila miliardi di vecchie lire per la vendita del tabacco ma ne spenda oltre 23mila per curare le malattie dovute al fumo. Non ci sembra un buon affare.

Fumo minorile, la prima si accende a 11 anni

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I ragazzi italiani in una nuvola di fumo. Cominciano a undici anni e a quindici ne fuma uno su tre. E’ allarme. Su cento ragazzi di 11 anni, quattro già fumano. A 15 anni, a fumare sono in 33 su cento. Quel fil di fumo è diventato una nuvola, denuncia l’ultima indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle scuole italiane. Inoltre un recente sondaggio commissionato dal MOIGE  fra giovani da 8 a 13 anni, rivela che tre ragazzi su quattro sono convinti che smettere di fumare sia molto facile; in realtà  conoscono i pericoli del fumo per la salute ma non sanno che il fumo dà dipendenza. Incredibile, nonostante i mass-media,  un ragazzo su quattro dice di non avere alcuna informazione sul fumo. In grande maggioranza hanno avuto la prima sigaretta da un amico. Trentasette su cento dicono che fumare fa sentire più grandi, diciassette confessano di fumare per imitare gli amici, sei dicono che accendere una sigaretta fa sentire più importanti. Un ragazzo su tre afferma che in sua presenza fumano non solo compagni di scuola ma anche insegnanti.

Una conferma del fumo precoce viene anche dall’ISTAT: su cento fumatori ed ex fumatori in Italia, 6 confessano di aver cominciato a fumare prima dei 14 anni. A tale proposito una curiosità: le fumatrici precoci prendono ad esempio la madre che fuma, i maschi a loro volta il padre che fuma. Inoltre risulta che quando in famiglia fumavano entrambi i genitori, i ragazzi hanno cominciato a fumare  ancor più precocemente.

Uno scenario di questo genere richiede una sollecita, continua ed intelligente opera di prevenzione che veda coinvolti genitori ed educatori. In questo ambito specifico la prevenzione non si deve esaurire con informazioni medico-scientifiche ma deve soprattutto spingere a comprendere le dinamiche dell’emulazione che portano l’adolescente ad “adottare” la sigaretta. Pertanto, una prima forma di prevenzione deve avvenire in seno alla famiglia responsabilizzando opportunamente i genitori nel loro ruolo di modelli educativi di riferimento. Attenzione però a non assumere atteggiamenti  troppo repressivi nei confronti degli adolescenti che potrebbero risultare controproducenti. Occorre innanzi tutto rendere i nostri ragazzi consapevoli ed il punto di partenza sembra essere qualcosa di molto semplice: fornire loro informazioni chiare.

 

Catania senza fumo – 2

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La Lega Italiana AntiFu­mo (LIAF – Onlus) ha rilanciato il ciclo di conferenze “Catania Senza Fumo” con un secondo incontro organizzato presso gli studi televisivi dell’emittente TELECOLOR nell’ambito del programma di Nuccio Sciacca “Medicina e Società” andato in onda Giovedì, 3 Novembre 2005 in prima serata. Il tema dell’incontro è stato “FUMO DI SIGARETTA: DALLA PREVENZIONE ALLA CESSAZIONE”. Ospite d’onore della serata è stato il Prof. David Burns (il primo da sinistra nella foto; seguono nell’ordine il Prof. R. Polosa, il Prof. G. Di Maria, l’On. R. Stancanelli, e Nuccio Sciacca), Professore di Medicina Preventiva presso l’Università della California, nonché autore dei rapporti ufficiali sulla salute e sui rischi legati al fumo di sigaretta per il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, e Membro della Commissione Europea “Tabacco e Salute in Europa”. Insieme con il Prof. Burns, presenti in studio anche l’ On. Avv. Raffaele Stancanelli, Assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali, il Prof. Giuseppe Di Maria, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialistica dell’Università di Catania, e Responsabile del Reparto di Pneumologia Universitaria dell’Ospedale Tomaselli, e il Prof. Riccardo Polosa, Responsabile del Centro Antifumo Universitario di Catania, e Presidente della LIAF.

Che la dipendenza dal fumo di sigaretta sia un problema comune nelle varie parti del mondo lo ha sottolineato il Prof. Burns che ha parlato dell’atteggiamento apparentemente contraddittorio dei giovani americani che da piccoli condannano i genitori che fumano ma che poi, una volta raggiunta l’adolescenza, non riescono a resistere alle pressioni di una società esterna che li spinge a provare emozioni nuove e a sperimentare il senso di “appartenenza” ad un gruppo dove i giovani leader fumano. Anche i nostri giovani sperimentano le medesime esperienze, ma alla fine molti di loro si ritrovano con un serio problema di dipendenza alla nicotina che può risolversi solo a costo di grandi patimenti e che spesso richiede l’intervento di specialisti. Ecco allora che a poco vale tassare le sigarette o ad introdurre leggi e norme che vietano il fumo di sigaretta nei locali pubblici in quanto il vizio prevale sempre e comunque di fronte ad ogni aumento di spesa e a qualunque divieto. Tuttavia risulta controproducente “ghettizzare” il fumatore, piuttosto risulta più vantaggioso fargli capire i rischi che corre per la sua salute e che i suoi soldi serviranno solo ad arricchire le multinazionali del tabacco.

Dal dibattito in studio è emerso il confronto di due realtà, quella italiana e quella americana, che si trovano di fatto ad affrontare un problema universale come quello della dipendenza dalla nicotina fra giovani ed adulti in contesti sociali ed economici tuttavia molto diversi. Da qui l’importanza della partecipazione dell’ On. Stancanelli, che, in qualità di Assessore regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali, ha fatto riferimento alla famiglia quale primo importante catalizzatore per la prevenzione del fumo di sigaretta nei giovani adolescenti ed ha indicato quali possano essere gli interventi possibili nello scenario siciliano e quali gli strumenti per attuarli concretamente (es. Legge 328). Il Presidente della LIAF si è detto disponibile a lavorare di concerto con l’Assessorato per la realizzazione di un progetto di largo respiro in cui il nucleo familiare ricopre un ruolo di primaria importanza nella prevenzione del fumo di sigaretta nei giovani adolescenti.

Nel corso della trasmissione è stato affrontato anche il ruolo dei Centri Antifumo sul territorio; ecco allora l’appello del Prof. Polosa affinché i politici si impegnino seriamente sulla creazione di nuovi Centri Antifumo accreditati, di modo che i fumatori che vogliano smettere di fumare possano avere la possibilità concreta fruire di questi servizi e di queste professionalità.

Nel corso del programma televisivo è stato anche trasmesso un sondaggio condotto per le strade della città di Catania e sono state passate in diretta alcune telefonate del pubblico a casa. In ambedue i casi è emerso che la gente smetterebbe di fumare principalmente per problemi di salute. Ecco allora l’impegno per un futuro prossimo di creare altri Centri Antifumo, di insistere con le campagne educative e di aiutare con tutti i mezzi a disposizione quelli che mostrano l’intenzione di voler contrastare l’abitudine di fumare.

Catania senza fumo

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ct_senza_fumo_bigLa Lega Italiana AntiFu­mo (LIAF – Onlus), in collaborazione con la GlaxoSmithKline Consumer Healthcare, ha organizzato presso l’Auditorium del Monastero dei Benedettini di Catania il primo incontro del ciclo di conferenze “Catania Senza Fumo” (nella foto la locandina dell’evento). Scopo di questo ciclo di conferenze è quello di mantenere elevato il livello di attenzione del pubblico sugli ef­fetti dannosi del fumo di sigaretta. La prima conferenza ha visto protagonista un nome prestigioso della lotta al tabagismo, lo scienziato svedese Karl Fagerstrom (nella foto il primo da sinistra, con accanto al centro il Presidente della LIAF, Prof. Riccardo Polosa e il Dott. Andrea Lo Niglio, Manager della GlaxoSmithKline Consumer Healthcare), stimato docente di psicologia dell’Università di Uppsala, socio fondatore della Society for Research on Nicotine and Tabacco, e detentore della prestigiosa WHO’s Tabacco Free World Medal. E’ da sottolineare che il Prof. Fagerstrom gode di fama internazionale anche per il noto test di valutazione della dipendenza nicotinica che porta il suo nome. Il noto studioso oltre ad elencare e descrivere i danni causati dal fumo di sigaretta, ha posto l’attenzione sulle profonde alterazioni del funzionamento cerebrale determinate dalla nicotina. Ha dedicato inoltre parte della sua relazione alle attuali e future strategie farmacologi che in ambito di cessazione dal fumo di sigaretta e a soluzioni alternative per il trattamento del tabagismo; secondo lo studioso è possibile che tra un paio di anni saranno disponibili vaccini diretti contro la nicotina anche se le prime sperimentazio­ni ne hanno rivelato alcuni limiti. Risulta verosimile che i problemi di ordine tecnico saranno presto superati dall’industria farmaceutica, ma bisogna considerare che, per la stessa natura della dipendenza nicotinica, il vaccino potrà risul­tare vantaggioso in termini di prevenzione di ricadute in quei fumatori che hanno già smesso, ma che risultano a rischio di ritornare vittime del vizio.

La relazione del Prof. Fagerstrom è stata seguita da una vivace tavola rotonda moderata dal noto giornalista Mario Petrina, alla quale ha anche preso parte il Presidente della LIAF, Prof. Riccardo Polosa il quale in corso di discussione ha parlato degli attuali programmi terapeutici per i fumatori facendo spesso riferimento alla sua esperienza diretta presso il Centro Antifumo Universitario di Catania.

Il sindaco di Catania socio onorario LIAF

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In riconoscimento del continuo impegno contro il fumo sostenuto dalla amministrazione catanese della giunta Scapagnini, la Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) ha voluto riconoscere al primo cittadino di Catania il titolo di socio onorario dell’associazione. La premiazione del sindaco Umberto Scapagnini si è svolta nella Sala Giunta di Palazzo degli Elefanti in occasione della recente conferenza stampa indetta per la “Giornata mondiale senza tabacco” in presenza del presidente della LIAF Prof. Riccardo Polosa (nella foto con il sindaco Scapagnini) e di numerosi altri rappresentanti del mondo della medicina, della stampa e della cultura.

 

“Questa è una campagna strategica – ha dichiarato il sindaco Scapagnini – che associa agli effetti della legge quelli derivati dalla scienza per fare in modo che si riduca la dipendenza dal fumo, con opportuni strumenti e tanta forza di volontà. L’amministrazione comunale, sempre attenta alla salute dei catanesi, non poteva non sostenere questa campagna con forza e convinzione”.

Il presidente della LIAF, ha sottolineato come le iniziative antifumo avviate a Catania siano risultate le più rilevanti e capillari che siano mai state avviate in Italia a livello comunale e ha auspicato che gli sforzi congiunti dell’amministrazione comunale e della LIAF possano contribuire fattivamente  a migliorare la qualità di vita dei catanesi, fumatori e non.

Calcio a 5: quinto posto per la Unict sponsorizzata dalla LIAF

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Dal 12 al 19 giugno 2005 si è disputato a Marina di Orosei (NU) il 12° Campionato Nazionale di calcio a 5 riservato ai dipendenti delle Università italiane. L’importante avvenimento sportivo quest’anno ha visto in campo ben 27 rappresentative provenienti da atenei di tutta Italia. In linea con la filosofia della Lega Italiana Anti Fumo – LIAF che sposa principi antifumo con quelli salutistici dello sport, si è voluto sponsorizzare la squadra di calcio a 5 dell’Università di Catania (UNICT). La compagine UNICT ha superato agevolmente la fase eliminatoria vincendo contro le ben quotate squadre dell’Università di Torino Statale e dell’Università di Napoli “Federico II”, conseguendo infine un lusinghiero piazzamento (5° posto).

Un’ottima condizione atletica ed un buon tasso tecnico, insieme allo spirito di gruppo, hanno permesso alla rappresentativa dell’ateneo catanese, guidata dal bravo e capace allenatore Ciccio Calì, di piazzarsi immediatamente a ridosso delle prime. Il mister, insieme con i dirigenti (Fabio Sorbello e Mimmo Recupero) ed il capitano della squadra (Nuccio Mangione) è riuscito a dar vita ad un organico molto unito e tenace (composto dai calciatori Andrea Barbagallo, Maurizio Centamore, Ludovico Lo Nigro, Massimo Paratore, Nicolò Savalli, Salvo Sicilia, Fabio Sorbello e Giuseppe Zappata) che ha risposto con grande spirito di sacrificio, orgogliosi anche di portare sulle maglie lo sponsor della LIAF gentilmente concesso dal proprio responsabile nazionale, prof. Riccardo Polosa.

Un ringraziamento va anche all’A.D.D.U.C. (Associazione Dopolavoristica dei Dipendenti dell’Università di Catania) che ha organizzato la partecipazione al Campionato Nazionale e che da sempre, anche grazie al fattivo contributo dell’Amministrazione Universitaria e del C.A.S.R., realizza iniziative sportive, sociali e culturali a favore del personale.

Sconfiggere le sigarette con il vaccino?

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E’ di questi ultimi giorni la notizia di un “prodigioso” vaccino antifumo in grado di neutralizzare l’azione della nicotina mediante la capacità di indurre anticorpi antinicotina. Il vaccino antifumo sembra poter alimentare le speranze del popolo degli aspiranti ex-fumatori, spesso bloccati nelle loro intenzioni dal classico “vorrei ma non posso!”. La fase di sperimentazione appena terminata ha ottenuto risultati sorprendenti; pare infatti che il vaccino sia di norma ben tollerato e che sia in grado di agevolare la produzione di anticorpi contro la nicotina, bloccando sia la dipendenza che l’induzione al fumo. Tuttavia è importante fare delle riflessioni in relazione ai proclami trionfalistici sul vaccino antifumo.

E’ noto come la comunità scientifica abbia già da tempo manifestato delle perplessità sul razionale teorico di un vaccino antinicotina e il dibattito sulla validità su questa tipologia di approccio rimane aperto. La presenza di anticorpi antinicotina in circolo riduce certamente la quantità di nicotina che raggiunge il cervello impedendone il transito attraverso la barriera ematoencefalica.

Tuttavia, nei pazienti con manifesta dipendenza nicotinica (vale a dire la grande maggioranza dei fumatori!) questo rischia di tradursi in un atteggiamento di compenso inconscio da parte del fumatore con un maggior numero sigarette/boccate al fine di garantire stabili livelli cerebrali di nicotina necessari ad evitare i sintomi astinenziali.

In pratica si rischia addirittura di fumare di più per cercare di saturare gli anticorpi circolanti e permettere quindi libero accesso al cervello a quelle molecole di nicotina che non si trovano legate all’anticorpo.

Quindi il trovarsi in una situazione dove le molecole di nicotina sono legate ad anticorpi circolanti che ne impediscono la libera circolazione a livello cerebrale equivale al non introdurre nicotina nell’organismo (con tutti i disagi che i fumatori che tentano di smettere ben conoscono).

Ciò nondimeno, il vaccino antifumo può risultare vantaggioso nella prevenzione delle ricadute nei pazienti che sono stati avviati a programmi di disassuefazione dal fumo di sigaretta.

31 maggio 2005: Giornata mondiale senza tabacco

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Puntualmente il 31 Maggio, viene indetta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Giornata Mondiale senza Tabacco 2005; una data importante per la tutela della salute. Anche in occasione di questa commemorazione, la Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) ha confermato il suo impegno nel campo della prevenzione dei danni causati dal fumo di tabacco con una iniziativa cittadina unica nel suo genere. “DICI NO ALLA SIGARETTA E DAI PIU’ VITA ALLA TUA VITA” è lo slogan adottato questo anno dalla LIAF per sottolineare al meglio come i danni causati dal fumo di sigaretta conducano invariabilmente a variazioni importanti dello stato di salute generale e della qualità di vita. L’obiettivo, ancora una volta, è quello di sensibilizzare la popolazione perché comprenda l’importanza della prevenzione dei tumori e delle malattie fumo-correlate e affinché sostenga modelli comportamentali positivi per una società migliore liberata dal fumo di sigaretta. giornata_no_smoke

Con questa finalità, è stato organizzato uno screening gratuito per i fumatori al fine di valutare il loro grado di dipendenza alla nicotina e il livello di monossido di carbonio nell’aria espirata. Il camper della LIAF  ha stazionato per l’intera giornata del 31 Maggio nella centralissima Piazza Stesicoro di Catania ed un team composto da medici del Centro Antifumo Universitario dell’Ospedale Ascoli-Tomaselli e da volontari della LIAF ha offerto assistenza a quasi 500 fumatori che ne hanno fatto richiesta.

Questa importante iniziativa stata patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Comune e dalla Provincia di Catania, dall’Università di Catania, e dall’Azienda Ospedaliera Garibaldi – S.Luigi/S.Currò – Ascoli/Tomaselli. Sponsor ufficiali dell’evento sono stati la  Pfizer e la SensorMedics.

Distributori di sigarette chiusi di giorno

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Un’altra vittoria per la tutela dei minori dal vizio del fumo. I distributori automatici di sigarette devo­no rimanere sempre chiusi durante il giorno e funzionare solo di sera e di notte dalle ore 21 alle 7. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, chia­mato a decidere dopo una recente sentenza del Tar del Lazio (Giugno 2005) in merito alla questione. Le macchinette automatiche devono rimanere inattive durante la giornata, sia nei giorni feriali sia in quelli fe­stivi, indipendentemente dal fatto che la tabaccheria do­tata di distributore sia aperta oppure chiusa. La decisione del Consiglio di Stato ha co­me primo obiettivo quello di impedire che l’apertura diur­na dei distributori di sigarette favorisca l’accesso al fumo anche ai minori.

Aspetti Psico-Comportamentali del Tabagismo

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Fumare una sigaretta…quanto è semplice trovarsela tra le dita, portarla alle labbra e dopo averla accesa, sentire quel senso di benessere e quel sollievo tanto desiderato dal fumatore che così tenta di fuggire il malessere della vita. Ma cosa fa una sigaretta? Aggrega, serve da messaggio,rimarca l’identità di appartenere ad un gruppo. Il fumo non è altro che un comportamento rituale: la richiesta, l’offerta, l’accendere una sigaretta e  aspirarla. Il soggetto pensa così di poter trovare il coraggio di far fronte ai momenti critici, se si trova da solo o superare l’imbarazzo di incontrare per la prima volta qualcuno. Nell’adolescente il fumo è un atteggiamento di sfida, un modo per sottolineare di essere coraggiosi, di aver raggiunto la maturità sessuale. Fumare diventa un abito da ostentare in pubblico.

Una sigaretta può anche rappresentare la ricerca di un contatto con la madre, un rifugio nei momenti difficili; come una madre la si può toccare, come lei emana odore e calore dando benessere e sollievo.

Naturalmente tutti gli effetti piacevoli legati alla sigaretta non fanno altro che rinsaldare il legame del fumatore con il suo bellissimo vaso di Pandora. Proprio così, un vaso al cui interno il fumatore troverà problemi e sintomi da astinenza che lo renderanno succube del suo rituale, incapace di controllare la sua voglia di fumare. Sono proprio le modifiche dell’umore, il calo di attenzione, la labilità emotiva che rinforzano un comportamento compulsivo che perdura nel tempo.

Ma quali sono le caratteristiche di un fumatore? Tutto dipende dal suo codice genetico. Nonostante non si possa individuare un prototipo, possiamo riconoscere tratti comportamentali, psicologici e biologici comuni.

Proprio dalla mancanza di un modello unico deriva la complessità dell’inquadrare il fenomeno “tabagismo”, la necessità di personalizzare l’intervento perché non c’è una terapia comune.

Non dobbiamo dimenticare che  talora il fumo cela problematiche inconsce del soggetto non del tutto risolte, irritabilità, ansia, peculiari paure, irrequietezza motoria; in tal caso non basta solo la disassuefazione da fumo ma serve anche affrontare queste immaturità emozionali tramite psico-terapia o con l’ausilio di tecniche ipnotiche per risolvere il problema.

Autori: Dott. Pasquale Caponnetto, Dott. Riccardo Polosa