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Polosa difende il rapporto inglese sulle e-cig dall’attacco di Lancet

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“Il Public Health of England si basa su evidenze scientifiche confuse” – è questo il titolone di un’editoriale del Lancet, blasonata rivista scientifica internazionale, che la scorsa settimana ha generato non poche polemiche e scompiglio tra gli scienziati pro sigaretta elettronica.

Gli esperti del Lancet, il 29 agosto, hanno infatti tentato di minare le basi dell’ultimo rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (PHE), secondo il quale le sigarette elettroniche sono per il 95% più sicure rispetto alle sigarette convenzionali. In particolare, hanno criticato aspramente il razionale di uno degli studi su cui si basa il rapporto, tentando di paragonarlo a un mero esercizio di riflessione svolto da esperti reclutati sulla base di interessi, attaccando personalmente anche alcuni degli autori, tra cui il prof. Riccardo Polosa.

Ovviamente, le risposte a questo provocatorio editoriale non hanno tardato ad arrivare.  E anche il prof. Polosa, in una breve ma intensa lettera all’editore, difende lo studio che ha permesso di stilare una scala del rischio dei prodotti contenenti nicotina, la sua metodologia e il criterio di reclutamento degli esperti nonché la propria reputazione di scienziato indipendente.

L’approccio utilizzato per l’elaborazione della scala del rischio ( i.e. MCDA  – Analisi di Decisione Multi-Criteriale -) è infatti una metodologia approvata per i contesti decisionali, che consente a un gruppo di esperti di varie discipline di decidere la migliore soluzione o perlomeno quella ottimale nei casi per cui dati definitivi non esistono ancora.  “Tale forma di conferenza decisionale è stata applicata in migliaia di progetti” – si legge nella risposta di Polosa, e nello specifico –  “Il giudizio del gruppo è importante per stilare un punteggio iterativo che porta a un livello concordato di danni per i prodotti contenenti nicotina in esame”.

“Mettendo in dubbio le competenze degli esperti reclutati, Il Lancet  cerca di minare il valore scientifico delle analisi multi-criteriali” – continua il prof. Polosa nel commento. “La realtà è che si attacca inutilmente il metodo senza comprendere che i partecipanti formavano invece un gruppo multidisciplinare con competenze specifiche e complementari. Tra questi, un farmacologo comportamentale (che era l’ex presidente della Società per la Ricerca sulla Nicotina e sul Tabacco), medici (tra cui il presidente dell’Associazione Medici del Sud Africa e l’ex presidente dell’Associazione Mondiale Medici), un avvocato con esperienza in politiche di controllo del tabacco, un eminente tossicologo, più altri soggetti con prestigiose pubblicazioni su nicotina e tabacco”.

“Il risultato per cui le e-cig sono il 95% meno dannose di tabacco combustibile potrebbe cambiare con l’evolversi del prodotto” – si legge ancora. “L’innovazione infatti probabilmente ridurrà ancora di più questi rischi residui al minimo possibile, adottando nuove tecnologie e applicando standard di sicurezza e di qualità ad hoc”.

E all’attacco personale nei suoi confronti per dei potenziali conflitti di interesse da Polosa peraltro sempre dichiarati in qualunque studio, egli così replica: “E’ ironico che il Lancet sia più preoccupato per il mio coinvolgimento temporaneo con una piccola società di e-cig, che ha cessato l’attività anni prima che lo studio fosse effettuato, che con i finanziamenti alla ricerca ricevuti da società farmaceutiche.”

“Inoltre – ha aggiunto lo scienziato catanese – da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha esteso la regolamentazione per la ricerca sui prodotti da tabacco anche a quella sulle sigarette elettroniche, i ricercatori si sono trovati da un giorno all’altro a dover rispondere di responsabilità e limiti che, un anno prima, non credevano nemmeno fossero possibili. La natura di questi problemi è semplicemente ideologica, è una disputa tra i sostenitori della teoria della riduzione del danno e i sostenitori del principio di precauzione.”

Punti di vista opposti che danno adito a polemiche sterili e poco produttive, aggiungiamo noi della LIAF, e che allontanano dal vero obiettivo della scienza: salvare vite umane.

 

 

Pubblicato l’elenco dei Centri Antifumo 2015. A Catania, un polo dedicato alla Ricerca

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Pubblicato sul sito del Ministero della Salute, ISS – Osservatorio Fumo, Alcol e Droga, il nuovo elenco dei Centri Antifumo italiani, aggiornato al 2015.

Come ogni anno, l’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità ha effettuato un lavoro di aggiornamento telefonico dei Centri Antifumo e verificato le informazioni su di essi contattando direttamente i Referenti di ogni singolo Centro per riuscire ad offrire un servizio efficiente e un supporto concreto nella lotta al fumo.

Per la Sicilia, quello guidato dal prof. Riccardo Polosa e coordinato dal prof. Pasquale Caponnetto, in collaborazione con la dott.ssa Marilena Maglia, è l’unico Centro Antifumo universitario autorizzato come Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo (CPCT). Il più importante Polo universitario dedicato alla Ricerca di strumenti alternativi per smettere di fumare e di cure per le malattie fumo-correlate.

Per consultare l’elenco dei Centri Antifumo presenti in Sicilia ed in Italia, anche LIAF mette a vostra disposizione gli Elenchi aggiornati al 2015:

 

 

Il commento del Prof. Polosa già agli atti del Parlamento australiano

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Il commento ufficiale, inviato al Senato australiano dal prof. Riccardo Polosa e volto a guidare il Governo nell’adozione di misure razionali ed equilibrate per favorire la diffusione della sigaretta elettronica come un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica, è stato oggi pubblicato sul sito istituzionale del Parlamento come atto ufficiale consultabile anche dai cittadini, dalle organizzazioni di settore e dai soggetti politici coinvolti.

“Un atto importante – per Riccardo Polosa –  che anche in Australia testimonia un cambio di rotta, sulla scia positiva avviata dopo la pubblicazione e diffusione del documento di Public Health England (PHE) che ha consentito di depositare una pietra miliare per il futuro dello svapo. Continuando cosi entro pochi mesi si inizieranno già a salvare migliaia di vite umane”.

Il documento ufficiale, ricevuto dal Parlamento australiano, è consultabile sul sito istituzionale del Parlamento d’Australia www.aph.gov.au nella sezione dei lavori delle Commissioni in Senato, documento n. 92.

polosa australia

CLICCA QUI PER LEGGERE IL DOCUMENTO n. 92 FIRMATO DAL PROF. RICCARDO POLOSA

http://www.aph.gov.au/Parliamentary_Business/Committees/Senate/Economics/Personal_choice/Submissions   

 

 

LEGGI ANCHE

 

 

Lotta al fumo: in Inghilterra depositata una pietra miliare per il futuro dello svapo

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Choice between cigarette and e-cigarette

“Una pietra miliare nella lotta al fumo internazionale” – è così che gli esperti di salute pubblica e di politiche antifumo hanno commentato la notizia apparsa due giorni fa su tutti i giornali del mondo e riguardante l’ampio rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (PHE), l’autorità sanitaria inglese, secondo cui le sigarette elettroniche sono per il 95% più sicure rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite umane.

Un documento importante che segna una svolta epocale nella lotta al fumo perché presto le e-cig potrebbero essere prescritte direttamente dai medici britannici e acquistati regolarmente e tranquillamente in farmacia, come altri prodotti già prescritti dal sistema sanitario nazionale, per contrastare un problema che riguarda otto milioni di inglesi.

Si tratterebbe di un salto in avanti verso il passo decisivo: “Liberarsi dal fumo grazie ad uno strumento valido per smettere definitivamente con le bionde e distruggere le malattie fumo correlate” – ha annunciato entusiasta la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF.

Una strada sensata e lungimirante quella percorsa dal Governo britannico che auspichiamo possa essere seguita anche da quello italiano, meno attento alle evidenze scientifiche e apparentemente distratto dal potere economico delle lobby del tabacco” – ha continuato la presidentessa, ricordando il ruolo decisivo che la Lega Italiana Anti Fumo ha sempre avuto in questo percorso nel quale il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico LIAF, si è guadagnato il primato mondiale come autore più autorevole e produttivo nel campo della ricerca contro il fumo applicata alle sigarette elettroniche.

Non a caso, infatti, lui stesso pochi mesi fa è stato relatore in un decisivo incontro tenutosi al Parlamento inglese per discutere dei vantaggi dei dispositivi elettronici nella lotta al fumo: “Le e-cig non solo hanno un indice di rischio minore del 96% rispetto alle sigarette convenzionali, ma hanno pure il grande potenziale di riuscire a ridurre il danno fumo correlato e persino di ripristinare alcune condizioni di salute a livelli normali” – aveva già affermato Polosa davanti a decine di deputati inglesi.

“Sono consapevole che il percorso della Tobacco Harm Reduction (riduzione del danno fumo correlato) è disseminato di ostacoli assurdi e molte battaglie dovranno ancora essere fatte. E penso anche che il silenzio su questo non sia l’arma migliore. – commenta Polosa – Già da anni la LIAF aveva prospettato un ruolo di efficacia e di sicurezza per le sigarette elettroniche. E gli studi, le lettere alle istituzioni, gli incontri in Parlamento, i report, sono tutti elementi di questa lotta. Il documento di PHE suggella un lungo lavoro scientifico svolto da esperti di tabagismo di tutto il mondo che finalmente hanno toccato con mano la bontà di questo prodotto. Sono sicuro che questo documento farà crollare definitivamente le idee sbagliate sorte negli ultimi anni attorno al tema e-cig, permettendo finalmente ai fumatori di fare scelte informate”.

 

Riccardo Polosa al Senato Australiano: non limitate la scelta del singolo, è per il suo bene

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Come già fatto in passato con l’FDA statunitense, la LIAF, tramite il suo responsabile scientifico prof. Riccardo Polosa, ha inviato un commento ufficiale al Senato Australiano per guidarlo nell’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire, e non ostacolare, la diffusione della sigaretta elettronica come un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.

Il Senato Australiano ha infatti avviato un’inchiesta pubblica sulle misure introdotte per limitare la scelta personale ‘per il bene del singolo’, volta a valutare l’impatto economico e socio-sanitario della legislazione, delle politiche o linee guida del Commonwealth, con particolare riferimento, tra le altre cose, alla vendita e l’uso di tabacco, prodotti del tabacco, prodotti alla nicotina, e e-cig.

In qualità di uno tra i ricercatori più esperti in tema di nuovi prodotti nicotinici, posso affermare che importanti evidenze scientifiche dimostrano che alternative potenzialmente più sicure delle sigarette convenzionali possono portare un grande beneficio in termini di salute pubblica” – si legge nella lettera inviata stamattina sia alla Commissione sull’Economia a Canberra, che alla Commissione sulle Sigarette Elettroniche ad Adelaide.

Come con qualsiasi nuovo comportamento associato all’esposizione di agenti inalatori, le preoccupazioni sono legittime e studi sul danno potenziale sono necessari – leggiamo ancora nel documento – Tuttavia, tale rischio potenziale deve essere comparato ai danni certi causati dal fumo di sigaretta in soggetti che già fumano.”

Sono anni che LIAF sostiene che la strategia della Tobacco Harm Reduction, ossia della riduzione del danno fumo-correlato, deve essere affiancata alle politiche di controllo del tabacco, soprattutto tenendo conto che la maggior parte dei fumatori non vuole smettere di fumare o non ci riesce, nonostante tutti i divieti. Limitare la scelta del singolo, vietando le sigarette elettroniche o riducendone la disponibilità, va nel senso contrario di quanto il Senato Australiano si propone, ossia di agire “per il bene del singolo”.

A differenza di altri governi, il Senato Australiano ha però il merito di aver avviato una consultazione pubblica per valutare “l’impatto delle sigarette elettroniche sulla salute, sulla soddisfazione e le finanze degli utenti e dei non utenti”. Dunque chiunque, entro il 24 agosto, può scrivere alle Commissioni preposte per esprimere opinioni e proposte in merito. Un commento ricco di informazioni costruttive che comunica in modo chiaro e supporta le proprie affermazioni ha ovviamente molte probabilità di avere un impatto sul processo decisionale.

 

AGGIORNAMENTI: “Il commento del Prof. Polosa già agli atti del Parlamento australiano

 

Polmonite lipoidea per chi svapa? Risponde il prof. Polosa

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This illustration shows fine art printer Simone de la Espriella posing for a picture as she smokes an e-cigarette during a break outside Perfect Exposure Studio on March 5, 2014 in Los Angeles, California. The Los Angeles City Council on March 4, 2014 to ban e-cigarette use in public places where tobacco smoking is prohibited, including work places, restaurants and bars. The LA City Council agreed by 14-0 to outlaw their use in indoor workplaces, outdoor dining areas, parks, recreational areas, beaches, bars and nightclubs where lighting up is banned. AFP PHOTO / Joe KLAMAR
  • Da dove nasce l’idea che svapare possa causare polmonite lipoidea?

“La polmonite lipoidea è una rara malattia respiratoria che può verificarsi dopo l’aspirazione o l’inalazione di materiale oleoso nel polmone. Questo è stato documentato in alcuni casi di persone anziane a cui era stata diagnosticata la malattia in seguito all’ingestione accidentale di lassativi a base di sostanze oleose, come l’olio di vaselina. Non c’è alcun rischio di poter contrarre la polmonite lipoidea tramite lo svapo, semplicemente perché i liquidi disponibili in commercio non contengono materiale oleoso.

Tuttavia, sono venuto a conoscenza di due casi di polmonite lipoidea che alcuni specialisti di malattie respiratorie, prima negli Stati Uniti e poi in Spagna, hanno indicato come diretta conseguenza dello svapo ma, dopo un’attenta revisione di questi casi clinici, ho potuto identificare altre cause più plausibili per la polmonite lipoidea di questi pazienti. Molto probabilmente, infatti, i colleghi specialisti hanno (erroneamente) pensato che l’inalazione di glicerina vegetale, contenuta nel liquido di sigarette elettroniche, poteva essere la causa principale della polmonite, senza però considerare che la glicerina non è una sostanza oleosa bensì un alcool. E l’alcool, per definizione, non può causare polmonite lipoidea”.

 

  • Gli svapatori di tutto il mondo dovrebbero preoccuparsi per la presenza di oli nelle sigarette elettroniche che possono causare polmonite lipoidea?

“La presenza di oli essenziali non è rara in alcuni aromi di liquidi, soprattutto in quelli al gusto di agrumi o mentolo. Tuttavia, bisogna considerare che gli oli essenziali non sono oli in senso stretto; il termine “olio” è improprio in questo caso, poiché gli oli essenziali sono in realtà essenze aromatiche che solo nel caso di specifiche applicazioni (es. prodotti per massaggi) vengono disciolti in un solvente oleoso. Pertanto, nel caso di cocktail casalinghi, va evitato l’uso di oli essenziali per altre applicazioni. Chiaramente, la presenza di oli essenziali può potenzialmente causare irritazioni e ipersensibilità, soprattutto in soggetti particolarmente sensibili. Ma questa è un’altra storia”.

 

  • Gli svapatori devono fare attenzione nel miscelare i liquidi?

“In linea di principio, non consiglio cocktail ‘casalinghi’ di diversi liquidi perché la probabilità di errori e contaminazione aumenta sensibilmente.

In ogni caso, esorto gli utilizzatori di e-cig a fare attenzione che le soluzioni aromatizzate siano prive di materiale oleoso, come ad esempio l’olio vegetale. Ho sentito dire che nelle farmacie vendono oli essenziali per massaggi terapeutici che di per sé non contengono materiale oleoso, ma sono dissolti in solventi oleosi. Questo potrebbe essere un problema perché l’inalazione continua di queste miscele fai da te potrebbe teoricamente portare alla polmonite lipoidea.

 

  • A quali conseguenze può portare la diffusione di una notizia distorta come questa?

“In Spagna, il caso polmonite lipoidea ha ricevuto una tale copertura mediatica che tra gli svapatori di quel Paese si è diffuso il panico da malattie svapo-correlate. Sono stati proprio gli pneumologi spagnoli a condurre una campagna aggressiva contro le sigarette elettroniche e questi due fattori, combinati insieme, hanno contribuito a distruggere l’immagine positiva della e-cig, modificando la percezione dei consumatori da prodotto benefico a prodotto dannoso e determinando di conseguenza anche il collasso del mercato spagnolo di tutto il settore dello svapo”.

 

Nuovo decreto tabacchi. Il presidente Proietti: “No al divieto di vendita di pacchetti da 10, possono servire a chi vuole smettere di fumare”

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Secondo quanto emerso dalle notizie diffuse dalle maggiori agenzie di stampa nazionali, la nuova bozza del decreto legislativo del Ministero della Salute, oggi al vaglio del Governo e con cui si recepisce la direttiva Ue sul tabacco, prevede una serie di provvedimenti che hanno – si legge nel testo: “l’obiettivo di armonizzare la disciplina dei prodotti del tabacco nei Paesi europei e assicurare un elevato livello di protezione della salute attraverso maggiori restrizioni e avvertenze, per dissuadere i consumatori e soprattutto i giovani dal fumo”.

Niente più fumo in auto, dunque, se si viaggia con bimbi a bordo o con donne in gravidanza; via libera alle pubblicità choc sulle confezioni delle bionde; divieto di fumo negli spazi esterni degli ospedali e divieto di vendere pacchetti da dieci sigarette. Ma non solo, nella bozza di decreto (composta di 38 articoli) sono inseriti anche maggiori requisiti di sicurezza per le sigarette elettroniche, ad esempio, una chiusura a prova di bambino ed un sistema di protezione dagli spargimenti di liquido.

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Si tratta – commenta il presidente della Lega Italiana Anti Fumo, prof.ssa Lidia Proietti: “Di iniziative che lasciano intendere le buone intenzione del Ministero volte ad affrontare lucidamente il grave problema del fumo per il reale rischio che esso rappresenta, una piaga mortale che uccide ogni anno più di 700 mila persone nel mondo. Tuttavia – precisa il presidente – ritengo che per ridurre i tassi del livello di tabagismo in Italia non basti limitare la libertà altrui ma attivare azioni di comunicazione e sensibilizzazione che siano strategicamente efficaci. Bene le immagini choc sui pacchetti di sigarette ma davvero saranno utili? A quali risultati hanno portato negli altri Stati europei? Ed inoltre – continua la Proietti – nell’elenco delle nuove disposizioni ve ne sono alcune che lasciano trasparire la mancanza, ancora una volta, di valutazioni scientifiche delle politiche antifumo. Vietare la vendita dei pacchetti di sigarette da 10 non aiuterà i fumatori che vogliono smettere. Passare da 20 sigarette al giorno, alla metà (con il pacco da 10) è una delle prime azioni consigliate per alcuni pazienti nella fase di smoking cessation, proprio per rendere più efficace il percorso di uscita dal tabagismo”.

E sui nuovi provvedimenti per la vendita delle sigarette elettroniche interviene il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico LIAF: “Ottime le scelte di aumentare la sicurezza dei dispositivi ma ricordiamo – aggiunge Polosa – che quello delle e-cig è un capitolo a parte. La determina dei Monopoli di Stato, che recentemente ha stabilito per ogni ricarica di e-cig da 10 millilitri una tassa di circa 3 euro più Iva, rappresenta una scelta tossica del Governo che ha determinato una tremenda crisi del settore e la chiusura di numerosi punti vendita in tutta Italia. Scelte – ha concluso – che non hanno fatto riferimento alle evidenze scientifiche internazionali ma solo ad interessi di parte che hanno contribuito ad aggravare il divario socio-economico tra chi può permettersi il lusso di smettere di fumare e chi no”.

 

Ufficio Stampa e Comunicazione

Valeria Nicolosi – email: [email protected]

 

 

Bronchiolite obliterante e diacetile: pericolo e-cig? Risponde il prof. Polosa

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La domanda di un utente svapatore:

 

  • Prof. Polosa, da tempo si parla della pericolosità del diacetile e della sua presenza (spesso non dichiarata) negli aromi e negli eliquids per e-cig. Ma come Lei e il Dr. Farsalinos avete più volte sottolineato, le sigarette di tabacco contengono quantità di diacetile enormemente superiori anche ai “peggiori” eliquids. E allora, come mai non si ha notizia (per lo meno, sugli organi di informazione destinati ai “profani” come me) di casi di bronchiolite obliterante causati dal fumo di tabacco? Il numero di questi casi è veramente irrisorio o nullo, oppure semplicemente vengono ricompresi implicitamente nel grande coacervo delle malattie fumo-correlate?

 

La risposta del prof. Riccardo Polosa:

 

Carissimo,

Intanto ti ringraziamo per la domanda perché ci permette di affrontare un argomento complesso e di grande importanza. Come abbiamo precisato in alcuni studi pubblicati su riviste di settore, la Bronchiolite Obliterante è una diagnosi patologica (bisogna effettuare una biopsia per la conferma diagnostica), mentre la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è principalmente una diagnosi clinico-funzionale (la presenza di sintomi respiratori quali tosse cronica, fiato corto e dispnea insieme con la evidenza di ostruzione alla spirometria ne permette la diagnosi).

Il termine “bronchiolite” si riferisce ad un ampio spettro di descrizioni morfologiche causate da eventi infiammatori, anche aspecifici, che si concentrano nelle piccole vie aeree. Le cause che possono portare a questa diagnosi possono essere molto diverse (infettive, autoimmuni e tossiche – come nel caso dei fumatori), ma con un dato patologico comune ad una attenta osservazione al microscopio.

Quindi, si tratta di una diagnosi patologica aspecifica che può anche non essere clinicamente significativa se non collocata in un contesto di risultati clinici e radiografici pertinenti. La possibilità che milioni di casi di BPCO da fumo di sigaretta (indipendentemente dalla presenza o meno di diacetile) possano essere caratterizzati sul piano istopatologico oltre alle ben note alterazioni da BPCO anche da alterazioni bronchiolite aspecifica non può essere esclusa a priori.

Una Ricerca mirata è necessaria per fare chiarezza su questi argomenti. Come spesso accade in Medicina nulla è bianco o nero.

Anzi – per utilizzare metafore mediatiche e accattivanti – esistono tutta una serie di sfumature di grigio.

 

 

Prof. Riccardo Polosa

Ordinario di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania

Responsabile scientifico LIAF – Lega Italiana Anti Fumo

Lidia Proietti: “Ancora grazie”

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Cari amici,

Vape Shop Study è realtà. E’ una nuova speranza non solo per chi vuole smettere di fumare ma anche per chi, come noi, ogni giorno combatte per trovare soluzioni alternative al fumo di sigaretta convenzionale.

Dopo il primo appuntamento con i ricercatori della Lega Italiana Anti Fumo e i negozianti italiani che hanno aderito al programma nell’ambito del primo corso di formazione che si è svolto a Milano lo scorso 10 Maggio, il Vape Shop Study continua con grande entusiasmo da parte di tutti. Roma sarà la prossima tappa del tour di LIAF con i promotori di salute.

Si tratta di un progetto di ricerca dedicato anche alla formazione di nuovi esperti di sigarette elettroniche, ovvero nuovi promotori di salute in grado di accompagnare meglio i fumatori nel loro difficile percorso di uscita dal tabagismo. Una realtà costruttiva che sta coinvolgendo decine di negozi in tutta la Penisola e che vedrà la partecipazione attiva di medici, operatori del settore, fumatori ed ex fumatori, uniti insieme da un obiettivo condiviso: ridurre il consumo di tabacco e cercare di salvare migliaia di vite.

Come presidente, insieme a tutto lo staff di LIAF, ci tengo a ringraziare coloro che hanno voluto contribuire alla realizzazione del progetto. In particolar modo, con questa lettera vogliamo dire Grazie a tutte le aziende e a tutti gli operatori del settore che hanno agevolato i partecipanti al progetto, i negozianti e non solo. Le offerte e le promozioni esclusive dedicate agli iscritti al Vape Shop Study sono un grande stimolo.

Ancora grazie

Il presidente LIAF

prof.ssa Lidia Proietti

Scarica la lettera: Proietti ringrazia sponsor


ELENCO AZIENDE SPONSORSHIP VAPE SHOP STUDY

 

  1. AER WHOLE SALE

Domžale (Slovenia)02-94750107 – [email protected]

  1. AMICO SVAPO

Via Croce di Piperno 6, 80126 Napoli (NA)

Tel. 081-7679305 – [email protected]

  1. BIOFUMO

Via Haussmann 11/D, 26900 Lodi (LO)

Tel. 0371-1920163 – [email protected]

  1. BLENDFEEL

Via Del lavoro 11, 20030 Senago (Milano)

Tel. 02-39461297 e 02-39465995 – [email protected]

  1. DE ORO

Via Giuseppe Garibaldi 45, 21019 Somma Lombardo (VA)

Tel. 0331-1352595 – [email protected]

  1. DEA FLAVOR

Via Galileo Galilei 33, 38015 Lavis (TN)

Tel. 0461-994091 – [email protected]

  1. EIM

(Blendfeel, De Oro e T-Svapo)

  1. ENJOY SVAPO

Via Mantegna 21, 20096 Pioltello (MI)

Tel. 393-9035905 – [email protected]

  1. IL VAPORIFICIO

Via Mariano D’Amelio 43, 00165 Roma (RM)

Tel. 0761-834333 – [email protected]

  1. MUST500

Via Ciro Menotti 10, 21010 Besnate (VA)

Tel. 079-6012139 – [email protected]

  1. SMOKIE’S

Via Firenze 37, 21040 Oggiona con Santo Stefano (VA)

Tel. 0331-739155 – [email protected]

  1. SVAPOFORNITURE

Via Cappuccini 4, 20122 Milano (MI)

Tel. 02-49537640 – [email protected]

  1. T-SVAPO

Via dei Mestieri, 01036 Nepi (VT)

Tel. 0761-556620 – [email protected]

Riccardo Polosa al Ministro della Salute di Singapore: ripensate le vostre politiche sul controllo del tabagismo

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Dopo la lettera al Consiglio Legislativo di Hong Kong,  in qualità di responsabile scientifico LIAF ed esperto mondiale di sigarette elettroniche, il prof. Riccardo Polosa si rivolge oggi, in una nuova missiva, al Ministero della Salute di Singapore, che ha recentemente annunciato di voler estendere le politiche di controllo del tabagismo anche ai nuovi prodotti nicotinici a basso rischio espositivo, tra cui le e-cig, mettendoli al bando o riducendone diffusione e disponibilità.

Le politiche di controllo del tabagismo di Singapore meritano un’approfondita revisione affinché possano davvero assicurare che ogni regolamentazione si basi sullo stato attuale delle conoscenze scientifiche, – scrive Polosa nella lettera – Strategie di riduzione del danno fumo-correlato (Tobacco Harm Reduction) dovrebbero essere affiancate agli attuali sforzi di controllo del tabagismo”.

Nel documento, Riccardo Polosa spiega che: “Le sigarette elettroniche sono per il 95% meno dannose rispetto alle classiche bionde e (…) nuove evidenze scientifiche dimostrano che sostituire il fumo di sigaretta con il vapore di una e-cig può produrre significativi miglioramenti a livello respiratorio sia in fumatori ‘sani’ che in quelli affetti da patologie respiratorie, come l’asma”. E aggiunge: “Paesi importanti del mondo come Stati Uniti e Unione Europea hanno scelto di non vietare l’utilizzo delle elettroniche o di regolarle come farmaci ma, piuttosto, di considerarle anche a livello normativo come sostituti delle sigarette convenzionali o di altri prodotti da tabacco”.

Mentre Polosa si mette a disposizione, insieme alla LIAF, di tutti coloro che siano disposti ad ascoltare cosa la scienza può dimostrare, la battaglia continua nell’ambito della regolamentazione europea e mondiale delle sigarette elettroniche dimostra quanto sia fondamentale una definizione di politiche pubbliche condivise ed efficaci.

“E’ illogico che politiche pensate per contrastare la diffusione della prima causa di morte prevenibile al mondo vengano applicate allo stesso modo a strumenti che vanno nella stessa direzione di tali politiche” – commenta la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF. – Non ci stanchiamo di lottare. Se è necessario, la LIAF è pronta a scrivere a tutte le istituzioni coinvolte nella regolamentazione delle e-cig”.