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No tobacco day 2023: Il fumo si combatte con la riduzione del danno e la tecnologia

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È un dato di fatto che in Italia ci sono milioni di fumatori che non vogliono o che non riescono a smettere di fumare. Questi fumatori non accettano di essere medicalizzati per via della loro abitudine tabagica e in Italia, ancora oggi, non abbiamo una politica sanitaria che si prenda carico di queste persone. La riduzione del rischio rappresenta la soluzione. In paesi dall’approccio liberale, come la Svezia o la ben nota In- ghilterra, che hanno scelto di aprirsi agli strumenti alternativi a rilascio di nicotina promuovendoli nei percorsi di cessazione per i fumatori incalliti, si sta arrivando al prestigioso obiettivo smoke free. E’ tempo di seguire gli esempi virtuosi anche in Italia”.

Questo è quanto ha dichiarato il prof. Riccardo Polosa, in occasione dell’apertura della conferenza annuale CoEHAR promossa per il No Tobacco Day 2023.

Il fumo di tabacco in Italia rappresenta ancora la principale causa prevenibile di sviluppo di patologie oncologiche. Il piano italiano di lotta al tabagismo si basa principalmente sulle linee di intervento proposte dalla legge Sirchia e dalle sue successive modifiche. Ma tanto ancora deve essere fatto. Per molti fumatori smettere è davvero difficile e negli ultimi anni il passaggio all’utilizzo di sistemi senza combustione e a rischio ridotto ha innescato un dibattito scientifico che coinvolge la comunità accademica di tutto il mondo, ma il tema riguarda anche le politiche pubbliche e le risposte che arrivano dalla scienza. Di questi temi hanno discusso mercoledì 31 maggio i massimi esperti di riduzione del danno che si sono riuniti a Catania per la conferenza nazionale promossa dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da Fumo dell’Università di Catania che vanta più di 130 pubblicazioni firmate da più di 100 ricercatori impegnati in 15 paesi diversi nel mondo. 30 gli studi presentati dagli illustri relatori davanti ad una platea di 200 persone tra medici, studenti ed esperti di salute pubblica.

Tra i partecipanti alla conferenza anche numerosi rappresentanti del mondo delle istituzioni. Ad aprire i lavori del convegno, la vice presidente del Senatosenatrice Mariolina Castellone e l’assessore alla Salute della Regione SicilianaGiovanna Volo.

Dobbiamo intervenire attraverso percorsi di sensibilizzazione e formazione soprattutto nelle scuole – ha detto l’assessore Volo – lavorare per diminuire i tassi da fumo ci consentirà di raggiungere benefici anche in termini di costi per il sistema sanitario”.

La legge Sirchia ha segnato uno spartiacque importante e ha rag- giunto risultati epocali – ha spiegato l’on. Francesco Ciancitto, membro della commissione salute in Parlamento – oggi però l’assetto va aggiornato sulla base dei nuovi dati. Dobbiamo incidere sulla prevenzione primaria e secondaria. Il fumo e le possibili strategie di con- trato al tabagismo saranno di certo temi che a breve affronteremo in Commissione”.

I ricercatori si sono anche chiesti se la sola nicotina può essere responsabile di effetti tossici: “Sebbene la nicotina non sia totalmente priva di rischi – come ha spiegato il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR – é importante sottolineare che non è responsabile dei danni per la salute derivanti dal fumo di sigaretta”.

Tra i relatori alla conferenza anche Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO; Emma- nuele A. Jannini, Università di Roma Tor Vergata; Ketty Vaccaro, Responsabile area salute Fon- dazione CENSIS; Nick Crofts, Centre for Law Enforcement and Public Health, Australia; Roberto Sussman, Universidad Nacional Autónoma de México e, a condurre i lavori della giornata, Carla Bruschelli, docente di Metodologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma.

“Il fumo è fattore causale primario per la broncopatia cronica, che continua ad essere fra le prime cause di morbilità e mortalità a livello globale. Purtroppo solo una piccola percentuale di pazienti con questa malattia vuole e riesce a smettere di fumare. La ricerca preclinica e soprattutto clinica deve aiutarci a capire se vi sono strumenti (le sigarette elettroniche o i prodotti a tabacco riscaldato, o strumenti digitali) che possono aiutare nel percorso di disassuefazione e comunque ridurre il rischio correlato al fumo. Il gruppo del CoEHAR di Catania si è notevolmente distinto a livello internazionale per aver realizzato alcuni tra i più significativi studi in questo ambito, per una sfida comunque ancora lunga” – cosi il prof. Gualberto Gussoni, direttore scientifico di FADOI.

Per Ketty Vaccaro, della fondazione Censis: “I fumatori sono consapevoli dei danni alla salute provocati dal fumo e non è un caso che il 61% degli intervistati dal Censis abbia provato o almeno pensato di smettere di fumare. In questo percorso difficile i fumatori però sono sperso lasciati soli e faticano a trovare interlocutori istituzionali in grado di garantire l’informazione ed il sostegno necessari per ridurre o smettere di fumare”.

E non sono mancati i contraddittori al convegno del CoEHAR. Per la prof.ssa Marianna Masiero: “È fondamentale promuovere lo sviluppo di interventi di cessazione che siano personalizzati e integrati nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione, in grado di favorire la sospensione dal comportamento tabagico sia nei giovani fumatori sia nei fumatori cronici, anche alla luce dell’emergente fenomeno dei nuovi modelli di vaping”.

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No Tobacco Day 2023, Catania torna la capitale antifumo

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In occasione della Giornata Mondiale Antifumo promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 31 Maggio, come ogni anno, il CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo) dell’Università di Catania, organizza la “Conferenza nazionale CoEHAR” che si terrà

mercoledì 31 Maggio dalle ore 8,30 alle ore 16

presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania

Per il No Tobacco Day, Catania si trasforma nella capitale mondiale della ricerca antifumo accogliendo esperti nazionali ed internazionali provenienti da paesi diversi e da atenei di tutta la penisola per affrontare e dibattere sui temi e sulle produzioni scientifiche relative agli strumenti e alle soluzioni più efficaci per aiutare i fumatori ad abbandonare cattive abitudini e migliorare il proprio stile di vita.

Negli ultimi 5 anni, l’attività scientifica del CoEHAR ha prodotto più di 130 papers grazie alla collaborazione con più di 100 ricercatori impegnati in 15 paesi diversi nel mondo.

La Sicilia, e Catania nello specifico, rappresentano il punto di partenza di una battaglia contro il fumo che in ogni parte del globo ha il solo obiettivo di creare un mondo libero dalla combustione entro il 2030.

A portare i saluti delle istituzioni, oltre che i vertici dell’ateneo catanese, anche la vicepresidente del Senato della Repubblica, Mariolina Castellonel’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Giovanna Volo ed il deputato nazionale Francesco Ciancitto, membro della commissione parlamentare affari sociali e sanità. Al tavolo dei relatori, tra gli altri: Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO; Fabio Beatrice, Direttore scientifico MOHRE; Emmanuele A. Jannini, Università di Roma Tor Vergata; Ketty Vaccaro, Responsabile area salute Fondazione CENSIS; Nick Crofts, Centre for Law Enforcement and Public Health, Australia; Roberto Sussman, Universidad Nacional Autónoma de México e Carla Bruschelli, docente di Metodologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma. 

Anche per l’edizione 2023, grazie alla collaborazione con LIAF Lega Italiana Anti Fumo, è prevista la possibilità, per i primi 50 iscritti al convegno del 31 Maggio, di accedere gratuitamente al corso di formazione FAD, valido 50 ECM per professionisti sanitari, sul tema “Le nuove frontiere della dipendenza tabagica e suo trattamento”.

Inoltre, per gli studenti di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania è prevista l’erogazione di crediti ADE (vedi programma SOSUnict).

L’iscrizione al Convegno deve pervenire dal singolo partecipante inviando una mail con i propri dati a [email protected]

Lo svapo incide come il fumo sulla salute dentale?

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salute dentale svapo

In un’intervista pubblicata su vapingpost.com, il prof. Riccardo Polosa spiega i dati salienti emersi da un studio in merito ai danni del fumo sulla salute dentale e sulla possibilità che l’aspetto del proprio sorriso possa giocare un ruolo fondamentale nell’allontanare i fumatori dalla sigaretta

La salute dentale e l’estetica del sorriso potrebbero rappresentare una motivazione molto forte per spingere i fumatori, soprattutto quelli più giovani, a smettere di fumare o a non approcciare del tutto le sigarette: così il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, apre un’intervista pubblicata recentemente in merito ai risultati emersi dello studio “Repeatability of dental shade by digital spectrophotometry in current, former, and never smokers”.

Traduzione dell’articolo originale pubblicato su vapingpost.com

Parlando di recente in occasione del National Smile Month, il dottor Affan Saghir, proprietario di Space Dental, una clinica dentale cosmetica di lusso nel Regno Unito, ha affermato che chiunque desideri mantenere un sorriso sano dovrebbe evitare il tabacco e i prodotti da svapo. E mentre l’effetto dello svapo è ancora discutibile per molti, l’impatto negativo del tabacco combustibile è un fatto ampiamente accettato.

Gli esperti del settore, infatti, sono tutti concordi nel ritenere che i denti dei fumatori siano meno bianchi di quelli dei non fumatori. Uno studio del pluripremiato ricercatore Riccardo Polosa, Professore di Medicina e Fondatore del CoEHAR presso l’Università di Catania, e di Giovanni Zucchelli, Professore di Parodontologia all’Università di Bologna, ha analizzato ulteriormente questo aspetto.

lo studio “Repeatability of dental shade by digital spectrophotometry in current, former, and never smokers” ha esaminato e confrontato le differenze nel colore dei denti tra un gruppo di fumatori e un gruppo di non fumatori. I ricercatori italiani hanno scoperto che in effetti i denti dei fumatori erano significativamente meno bianchi di quelli dei non fumatori.

Contattando il Dr. Polosa per discutere l’argomento, ha spiegato che a suo avviso questo è un buon punto di vista da cui affrontare la cessazione da fumo, poiché l’estetica potrebbe rappresentare, ad oggi, una priorità per i giovani: “Il motivo per cui lo considero importante è perché siamo consapevoli di una narrativa estetica tra i fumatori più giovani… Siamo tutti d’accordo sul fatto che una narrativa basata sull’estetica risuonerebbe in modo convincente tra i giovani fumatori. L’idea di migliorare il bianco dei denti potrebbe guidare migliaia di giovani fumatori lontano dal tabacco combustibile!”

Il prof. Polosa ha riassunto i tre punti cruciali emersi dallo studio:

“1. I risultati dello studio dimostrano che i denti dei fumatori sono significativamente meno bianchi dei denti dei non fumatori. Inoltre, dopo aver smesso di fumare, il bianco dei denti migliora.

2. Le considerazioni estetiche può essere una motivazione molto più convincente per smettere di fumare, soprattutto per i giovani fumatori che percepiscono l’alito cattivo e l’aspetto dei denti (dovuto allo scolorimento e al “catrame”/macchie di tabacco) come problema principale.

3. L’uso della tecnologia di somministrazione di nicotina senza catrame (come ad es. sigarette elettroniche o prodotti a base di tabacco riscaldato) è probabile che migliori l’aspetto del cavo orale (una ricerca internazionale in corso coordinata da CoEHAR fornirà presto risultati definitivi)”.

Un altro studio osservazionale italiano effettuato presso l’Unità di Parodontologia e Igiene Orale della Clinica Calabrodental di Crotone, ha analizzato la salute orale di 110 fumatori appena passati allo svapo. All’inizio dello studio, il 61% nel gruppo 1 e il 65% nel gruppo 2 ha manifestato sanguinamento gengivale; riesaminato alla fine dello studio, rispettivamente il 92% e il 98% non ha manifestato sanguinamento.

Studi che suggeriscono che il vaping ha un impatto negativo sulla salute dentale

Al contrario, all’inizio di quest’anno il CareQuest Institute for Oral Health, un’organizzazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo il miglioramento del sistema nazionale sulla salute orale, ha pubblicato un rapporto che suggerisce l’esistenza di diversi rischi per la salute orale associati all’uso di sigarette elettroniche.

Tra questi rischi per la salute, afferma il rapporto, ci sono malattie gengivali, carie dentale, riduzione ossea e lingua villosa. Il documento afferma che i medici devono educare i propri pazienti su questi rischi, tuttavia non confronta i relativi benefici per gli utenti quando passano dal fumo di sigarette alle ecig.

Un altro studio relativamente recente ha indicato che il contenuto di zucchero degli e-liquid può favorire lo sviluppo della carie dentale. Lo studio “A comparison of the caries risk between patients who use vapes or electronic cigarettes and those who do not, è stato pubblicato online sul Journal of the American Dental Association. Analizzando l’associazione tra lo svapo e il possibile rischio di carie, il team di ricerca ha scoperto che i vapers presentano un profilo di rischio maggiore.

Allo stesso modo i dentisti della Carolina del Nord hanno riferito di aver notato un aumento di problemi ai denti e alle gengive tra i giovani che svapano. Questi problemi includono bocca secca cronica e aumento del rischio di carie, gengive doloranti, digrignamento dei denti e carie secondo il dentista Dr. Anbec DeShield-Mayes, proprietario di BestMouth Dental a Greensboro.

“Cerchiamo di aiutarli a reidratare i loro denti”, ha detto DeShield-Mayes. “Diciamo loro di bere molta acqua, lavarsi i denti due volte al giorno, usare il filo interdentale. Queste sono cose che sto vedendo con i miei pazienti e che sto scoprendo essere nuovi “svapatori” o di essere passati recentemente dal fumo allo svapo”.

Mentre un altro studio pubblicato su JAMA Network Open, ha avvertito che le persone che svapano potrebbero essere a rischio di sviluppare malattie gengivali. Intitolato “Tabacco Use and Incidence of Adverse Oral Health Outcomes Among US Adults in the Population Assessment of Tobacco and Health Study”, lo studio ha utilizzato i dati del National Institutes of Health (NIH), per esaminare le associazioni tra l’uso di tabacco combustibile e sistemi di somministrazione elettronica di nicotina (ENDS) e lo sviluppo di problemi di salute orale come le malattie gengivali.

Il team di ricerca ha analizzato i dati sugli intervistati di età pari o superiore a 18 anni, senza storia pregressa di patologie legate alla salute orale. Hanno trovato associazioni tra l’attuale uso di tabacco combustibile con l’incidenza di esiti avversi per la salute orale e anche collegamenti tra l’attuale uso di ENDS e l’incidenza di sanguinamento dopo l’uso dello spazzolino o del filo interdentale.

Anche i dentisti in Australia sono sempre più preoccupati per gli effetti dello svapo sulla salute orale dei loro pazienti in generale. Tra le altre cose, i dentisti in questione hanno menzionato denti macchiati, malattie gengivali, alito cattivo, carie e anche ferite da dispositivi esplosi. Il chirurgo principale Michael Cai del Pitt Street Dental Center ha affermato che l’impatto negativo dello svapo è grave quanto quello del fumo. “Una delle esplosioni è stata così grave che ha rotto due denti anteriori inferiori, è stato piuttosto orribile”, ha detto il dottor Cai. “Il paziente ha finito per dover procedere con impianti dentali e sono costosi.”

Ha aggiunto che alcuni e-liquid contengono componenti che macchiano i denti. “Ad esempio, il sapore di anguria ha una tintura che macchia i denti di rosa”, ha detto. Mentre la portavoce dell’Australian Dental Association Sue Ching-Yeoh ha affermato che l’entità del danno è difficile da misurare.

Diffusione di imprecisioni sullo svapo e sulla salute orale

L’Independent British Vape Trade Association (IBVTA) ha discusso delle imprecisioni di un articolo pubblicato di recente che collega lo svapo alle malattie gengivali. Il quotidiano Times ha recentemente pubblicato un articolo intitolato “Elf bars and me: I am a vaping addict, so will I get gum disease?,”, nella sezione sulla salute. Tra le altre cose, l’autore afferma in modo inesatto che l’uso di un solo vaporizzatore usa e getta equivale all’incirca a consumare la stessa quantità di nicotina contenuta in 45 sigarette. Questo non è nemmeno possibile ha spiegato l’IBVTA.

“I limiti legali del Regno Unito su questi prodotti sono un massimo di 2 millilitri di liquido e 20 milligrammi di nicotina per ml. Cioè 40 mg di nicotina in totale. Dato che il contenuto medio di nicotina di una sigaretta di tabacco è di 10-12 mg, è difficile capire come la giornalista sia arrivata alla sua cifra di 45 sigarette. È più simile a 4.”

L’autore dell’articolo prosegue irresponsabilmente facendo riferimento ad affermazioni infondate fatte da adolescenti nei video sui social media, sostenendo che lo svapo stia causando loro malattie gengivali. La professoressa Linda Bauld, Bruce e John Usher, professore di salute pubblica presso l’Università di Edimburgo, ha risposto al pezzo dicendo che è un “buon esempio di come non scrivere un articolo relativo alla salute e di come non consultare nessuno dal Regno Unito che abbia condotto ricerche su il tema“.

Allo stesso modo, quattro esperti di odontoiatria della School of Dental Sciences dell’Università di Newcastle si sono recentemente espressi contro alcune inesattezze recentemente diffuse da due docenti di scienze dell’alimentazione presso la School of Sport and Health Science della Cardiff Metropolitan University, che hanno recentemente avanzato diverse affermazioni su come lo svapo possa causare danni ai denti.

Il dottor Richard Holliday, la professoressa Elaine McColl, Anthony Weke e Zella Sayeed, hanno pubblicato una lettera sul British Dental Journal dell’Università di Newcastle, spiegando come le affermazioni siano inesatte.

Significativamente, tutti gli enti pubblici del Regno Unito, incluso il NHS, ignorano il consiglio dell’OMS. Supportano lo svapo, sapendo che non erode i denti né porta a malattie gengivali. Hanno detto che vorrebbero “indirizzare i professionisti del settore dentale del Regno Unito alla ben ponderata guida alla salute pubblica che sostanzialmente conclude che, per le migliori possibilità di smettere di fumare, si dovrebbe usare il supporto e la farmacoterapia e che le sigarette elettroniche possono far parte di quel pacchetto”.

Gli esperti hanno spiegato che i due autori hanno citato un poster dell’OMS e hanno affermato erroneamente che la nicotina provoca un “alto rischio di complicazioni per la salute orale e per tutto il corpo“. Quando in realtà, hanno aggiunto, la terapia sostitutiva della nicotina (NRT) è stata utilizzata in modo sicuro sotto forma di cerotti e gomme da oltre 30 anni.

Inoltre, hanno concluso, i professionisti del settore dentale del Regno Unito dovrebbero essere indirizzati verso le linee guida sulla salute pubblica in merito all’argomento. Gli esperti hanno sottolineato che questa guida in realtà afferma che per le migliori possibilità di smettere di fumare, si dovrebbe usare il supporto e la farmacoterapia, aggiungendo che “le sigarette elettroniche possono far parte di quel pacchetto“.

Il contesto è fondamentale

In conclusione, molti medici e professionisti della salute orale, così come esperti di cessazione del fumo, insistono sui benefici relativi dello svapo per quei fumatori che faticano a smettere da soli. Sebbene nessuno contesti il ​​fatto che i non fumatori non dovrebbero iniziare a svapare, data la comprovata relativa sicurezza dei prodotti, il passaggio dal fumo allo svapo riduce i rischi per la salute dei fumatori e migliora la loro salute orale.

Oltre 230 km in sella a una bici, con 2.300 mt di dislivello, per sensibilizzare media e istituzioni sul rischio ridotto della e-cig

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Roma, 11 maggio 2023. Prenderà il via la prossima settimana la 4° edizione della Ride 4 Vape, il viaggio simbolico in bicicletta nato nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche relative al vaping e al principio di riduzione del rischio, già riconosciuto e utilizzato efficacemente nella lotta al fumo in molti Paesi del mondo. Protagonista sarà ancora una volta Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE (Associazione Nazionale dei produttori di Fumo Elettronico) e Vicepresidente di IEVA (Independent European Vape Alliance), che martedì 16 maggio percorrerà un tragitto che taglierà in due l’Italia, con partenza da Pescara e arrivo a Roma presso la sede centrale del Ministero della Salute. 

Una pedalata impegnativa, lunga oltre 10 ore, per affrontare circa 230 km e 2.300 mt di dislivello attraverso le montagne dell’Appennino centrale, tra cui il Gran Sasso. Con questa iniziativa Roccatti, ex fumatore con alle spalle due pacchetti al giorno per 15 anni e attuale vaper, si fa testimone già da 4 anni delle potenzialità della sigaretta elettronica, quale prodotto innovativo senza combustione.

‘Sigaretta elettronica = Strumento di salute pubblica’ è il messaggio chiave scelto per questa edizione. “Non ci stancheremo mai di ricordare ai media e alle Istituzioni la netta differenza in termini di impatto sulla salute tra i prodotti tradizionali e quelli di nuova generazione senza combustione, come le sigarette elettroniche. Dispositivi che, come dimostrano innumerevoli studi scientifici, hanno un grado di tossicità inferiore di almeno il 95% rispetto alle classiche bionde, che ogni anno causano oltre 90 mila decessi in Italia e 7 milioni nel mondo”  ha spiegato Roccatti.

ANAFE, attraverso questa impresa sportiva fortemente voluta dal suo Presidente, lancia altresì un messaggio molto importante, rivolto in particolare ai più giovani e agli attuali 12 milioni di fumatori in Italia, che nel 91% dei casi non vuole o non riesce ad abbandonare il fumo tradizionale: fumare uccide ed è fondamentale non iniziare mai. L’obiettivo ultimo dell’Associazione è proprio ridurre il numero di fumatori nel nostro Paese con l’integrazione delle tradizionali politiche sanitarie basate sulla massima precauzione e prevenzione mediante il principio di riduzione del rischio.

“Se non si riesce a smettere di fumare, i prodotti di nuova generazione senza combustione possono rappresentare una strada alternativa e complementare per tentare il processo di cessazione. Si tratta dello stesso principio alla base della recente politica sanitaria adottata dal Regno Unito, dove il Ministero della Sanità ha deciso di offrire gratuitamente ai fumatori un vape starter kit, ovvero un kit di avviamento allo svapo, come parte di un programma governativo denominato ‘swap to stop’ che porterà la Nazione a essere la prima completamente smoke free entro il 2030” – ha evidenziato Roccatti.

Sono circa 80 gli studi indipendenti che sanciscono il rischio ridotto del vaping, dimostrando che si tratta dello strumento più efficace per smettere di fumare. Una documentazione che Roccatti consegnerà al suo arrivo al Ministero della Salute in una chiavetta Usb insieme a un paper su strategia e risultati raggiunti dal Regno Unito.

La Ride 4 Vape è un’iniziativa promossa da ANAFE e realizzata con il supporto di LIAF (Lega Italiana Anti Fumo) e Sigmagazine. Sarà possibile seguire gli aggiornamenti consultando la sua pagina Facebook e i canali social dell’Associazione.

Vapitaly 2023: lo svapo in fiera per l’evento italiano più importante

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vapitaly 2023

Torna a Verona l’evento italiano dedicato al vaping: meno di un mese per la settima edizione del Vapitaly, che si terrà dal 27 al 29 maggio

Il Vapitaly rappresenta sicuramente l’evento più importante dedicato al vaping e alle aziende di prodotti elettronici a rilascio di nicotina in Italia, un riferimento a livello internazionale.

Quest’anno, l’edizione si svolgerà dal 27 al 29 maggio 2023, proprio a ridosso di uno degli eventi più importanti sul consumo e il mercato del tabacco, il World No Tobacco Day, che ricorre ogni anno il 31 maggio.

Previsti circa 147 espositori, provenienti da oltre 13 paesi diversi: cresce la presenza asiatica, cinese in primis, grazie alla partnership con IECIE, la più grande fiera del mercato orientale dedicata alla sigaretta elettronica e che ha scelto Verona come unica tappa europea del tour mondiale.

Un’evento che da la possibilità di instaurare un dialogo positivo con i consumatori finali in merito alle possibilità rappresentate dai dispositivi elettronici a rilascio di nicotina di combattere la piaga del fumo.

L’appuntamento per i consumatori, le aziende e la stampa è per sabato 27 e domenica 28 maggio, mentre, lunedì 29 maggio l’ingresso sarà riservato ad aziende e stampa accreditata, confermando un’organizzazione che da anni garantisce consensi e ottimi risultati.

Per restare aggiornati sulle novità e sul programma, si può visitare il seguente LINK.

Cosa sono gli spin bias? La guida CoEHAR su ecig e ricerca

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spin bias coehar ecig

I ricercatori del progetto In Silico Science del CoEHAR hanno sviluppato una tecnica per individuare i cosiddetti “spin bias”, ovvero gli errori che portano ad una interpretazione distorta intenzionale o non intenzionale dei risultati della ricerca. 

Molto spesso, nel campo della divulgazione scientifica, si pensa che la lettura del “riassunto” di uno studio scientifico, in gergo il cosiddetto abstract, e quella della sezione risultati siano un modo completo di valutare i dati presentati. Ma è possibile che i risultati dichiarati non siano in linea con quanto emerge dalla metodologia impiegata nello studio e che siano oggetto di una interpretazione errata o distorta?

È quanto si sono domandati i ricercatori del progetto In Silico Science, uno studio condotto dagli scienziati del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Ricerca del danno da fumo dell’Università di Catania, guidati dal dott.ssa Renée O’Leary, che stanno lavorando ad una serie di revisioni sistematiche sugli studi sul fumo elettronico al fine di individuare tutti gli spin bias contenuti in alcuni studi sulla riduzione del danno.  

In sintesi, quando i risultati della ricerca vengono interpre-tati in maniera distorta, intenzionalmente o meno, e quando i ricercatori suggeriscono ingiusti-ficatamente risultati favorevoli o sfavorevoli che portano a conclusioni fuorvianti, allora si è in presenza di “spin bias” dei risultati.

L’analisi attenta di questi lavori rivela che molti dati non significativi vengono presentati come fondamentali quando in realtà non lo sono.

Proprio oggi è stata pubblicata su BMC Research Notes la review dei ricercatori di In Silico dal titolo Identifying spin bias of nonsignificant findings in biomedical studies.

La loro ultima revisione sugli effetti cardiovascolari della sostituzione delle sigarette elettroniche con quelle convenzionali ha sostanzialmente confermato che le prime non hanno effetti avversi sui parametri cardiovascolari.

Tuttavia, come parte della loro revisione, i ricercatori di CoEHAR hanno ulteriormente condotto una valutazione qualitativa sugli studi clinici dalla quale è emerso che ben 7 studi su 26 presentavano spin bias, ovvero un insieme di pregiudizi che possono essere utilizzati come difesa di un pensiero ma che conducono alla pubblicazione di risultati nulli. 

La nostra review sugli effetti cardiovascolari ha riportato oltre il 66% di risultati non significativi nei test. Un dato importante che indica che le e-cig non presentano differenze nei test cardiovascolari rispetto alle sigarette convenzionali – ha spiegato la dr.ssa O’Leary – Non siamo gli unici ricercatori ad osservare errori nella letteratura biomedica. Uno studio ha confrontato 896 abstracts e ha rilevato che il 15-35% di questi era incoerente con i dati e un altro studio ha osservato che il 27% degli studi mostrava spin bias con risultati non significativi”. 

La distorsione del dato scientifico e la ricerca sfrenata di titoli sensazionalistici sta conducendo tutto il mondo accademico in un baratro di credibilità dal quale sarà difficile uscire fuori – ha detto il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR – Identificare ed eliminare i pregiudizi nel campo della ricerca scientifica ci consentirà di cambiare rotta e riportare la scienza sul piano della autorevole legittimazione della verità che gli spetta. Un linguaggio accurato e un processo di revisione indipendente devono essere le basi per la diffusione di informazioni rilevanti. Solo in questo modo possiamo creare una coscienza critica nell’utilizzatore finale e negli organi deputati a prendere decisioni di salute pubblica”.

Questa nuova tecnica per l’identificazione e la segnalazione dello spin bias non è un piccolo contributo al dibattito sulla riduzione del danno da tabacco.

Quando gli autori travisano le loro scoperte, intenzionalmente o meno, le loro conclusioni vengono presentate come prove. Soprattutto per il controverso campo della ricerca sulle sigarette elettroniche, i risultati devono essere discussi accuratamente. Il dibattito sulle sigarette elettroniche non deve essere distorto da risultati non significativi riportati con spin bias.

R. Polosa a Roma: focus su rischio clinico globale

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Roma, 17 apr. (askanews) – La salute è il nostro bene più prezioso e a noi tutti spetta il compito di tutelarla al meglio, prendendo coscienza dell’impatto negativo che le scelte, le abitudini e gli stili di vita scorretti esercitano su di essa. L’identificazione dei fattori di rischio e l’intervento mirato per la loro eliminazione dovrebbe essere il primo obiettivo in un contesto sociosanitario di best practice per la salvaguardia della salute di tutti i cittadini. È pertanto opportuno rivolgere adeguata attenzione sia agli aspetti clinico-diagnostici, sia a quelli connessi alla ricerca scientifica, agli studi sociologici, alle scienze ambientali, alla gestione sostenibile delle risorse naturali e all’utilizzo opportuno delle risorse strutturali e tecnologiche.

Su questi temi si è sviluppato un dibattito tra rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, nel corso del convegno dal titolo “Rischio clinico globale: cause e strategie di intervento”, svoltosi lo scorso week-end a Roma, organizzato da DreamCom presso l’Hotel Sina Bernini Bristol. Obiettivo del meeting è stato quello di porre l’attenzione sull’importanza della prevenzione e del trattamento precoce, della rimozione o almeno riduzione dei rischi di salute tramite la trasmissione di raccomandazioni e cure appropriate che rispondano a criteri di evidenza clinica e, contestualmente, di sostenibilità ambientale e sociale. L’evento, moderato dalla Prof.ssa Carla Bruschelli, ha avuto tra i suoi relatori anche il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo, e docente di Medicina Interna presso l’Università di Catania. Tema dell’intervento, il paziente con BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) con dipendenza dal fumo, che ha definito “difficile, perché ha uno storico prolungato che ha creato una forte alleanza con la sigaretta. Dunque, smettere di fumare lo porta a una grande forma di infelicità, perché rappresenta una perdita”.

Per questo motivo, l’approccio standard alla riduzione del tabagismo, basato sulla terapia farmacologica, risulta inefficace: “Il brupopione – ha aggiunto il Prof. Polosa – ha un effetto significativo a 6 mesi in termini di CAR (Continous Astinence Rate), che tuttavia scompare a distanza di anni. Anche con le terapie farmacologiche piu efficaci, l’80% dei pazienti continua a fumare a distanza di un anno”. Il Prof. Polosa ha sottolineato che “occorre studiare anche i benefici delle nuove tecnologie che erogano nicotina, come le sigarette elettroniche e i sistemi a tabacco riscaldato. La storia di queste tecnologie è infatti una storia di grande successo, perché hanno un forte impatto in termini di riduzione del fumo. Le alternative combustion-free possono aiutare notevolmente i pazienti con BPCO dal fumo di sigaretta, come dimostrato dai risultati di due studi clinici che evidenziano come questi soggetti possono astenersi dal fumare se viene loro fornita una valida alternativa. Ovvero, la sigaretta elettronica e i sistemi a tabacco riscaldato, strumenti che mimano l’esperienza del fumo, ma garantendo al contempo miglioramenti significativi dello stato di salute generale”.

Inghilterra, 1 milione di kit per il vaping ai fumatori per smettere 

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Inghilterra swap to stop ecig fumatori

Il ministro della sanità Neil O’Brien ha presentato un nuovo piano che darà supporto a oltre un milione di fumatori inglesi che vogliono smettere: offerti kit per il vaping e supporto professionale. Previsti anche aiuti economici per le donne incinte che vogliono smettere

L’Inghilterra da sempre rappresenta l’esempio da seguire per l’adozione di strategie alternative per aiutare i fumatori ad uscire dalla dipendenza da sigaretta. Dal 2010, da quando il governo ha implementato le campagne informative sull’utilizzo delle sigarette elettroniche come strategia di riduzione del danno da fumo, incoraggiando allo stesso tempo medici e operatori sanitari a consigliarle ai fumatori, i tassi sul fumo sono costantemente diminuiti, fino a raggiungere nel 2021 la cifra record del 13%.

Oggi però, il Ministro della sanità Neil O’Brien ha alzato ancora l’asticella: per raggiungere l’obiettivo di un’Inghilterra smokefree verranno consegnati a circa 1 fumatore ogni 5, ovvero un milione di individui, un kit per il vaping gratuito, insieme alla possibilità di usufruire di assistenza motivazionale professionale.

Il piano “swap to stop” è il primo nel suo genere al mondo e vedrà la partecipazione di tutte le autorità locali inglesi, per ridurre entro i 2030 il tassi sul fumo a meno del 5%.

Offriremo a un milione di fumatori nuovi aiuti per smettere. Finanzieremo il nuovo programma nazionale “swap to stop”, il primo del suo genere al mondo. Lavoreremo per offrire a un milione di fumatori in tutta l’Inghilterra uno starter kit gratuito per lo svapo” ha dichiarato il Ministro Neil O’Brien.

Il programma nazionale antitabagismo dell’Inghilterra prevede anche aiuti alle donne in gravidanza, sotto forma di voucher o di somme di denaro, insieme a supporto motivazionale, per aiutarle a smettere. Ma i fumatori adulti non sono gli unici beneficiari del pacchetto di norme che verranno discusse dal governo: saranno infatti oggetto di discussione una serie di interventi per impedire che i più giovani e in non-fumatori inizino a svapare.

Inoltre, verrà discussa la possibilità di cambiare i messaggi sui pacchetti di sigarette, inserendo testi positivi e consigli per smettere.

Ad applaudire l’iniziativa del Ministro dell’Inghilterra, il fondatore del CoEHAR dell’Università di Catania, prof. Riccardo Polosa, che ha cosi commentato:

Accolgo con plauso la nuova proposta inglese, seguiremo i dettagli ma è già chiaro che si tratta di un cambiamento rivoluzionario che ci auguriamo possa essere ripetuto in molti altri paesi. Si tratta di un’azione concreta e razionale di politica sanitaria. Non solo l’iniziativa aiuterà milioni di fumatori a smettere definitivamente di fumare ma garantirà al governo inglese un risparmio senza precedenti in termini di costi per l’assistenza sanitaria”. Secondo le stime del Governo infatti, ci si aspetta un risultato epocale: “Il supporto economico è di certo un incentivo importante per provare a passare a prodotti meno dannosi ma la garanzia offerta dal governo inglese sarà anche quella dell’assistenza specialistica lungo il difficile percorso di smoking cessation. Le nuove politiche inglesi realizzeranno gli obiettivi auspicati da tutti i governi: aiutare gli adulti a smettere di fumare e impedire a bambini e non fumatori di iniziare a svapare” – ha spiegato Polosa. 

Supporto anche dalla World Vapers’ Alliance, l’organizzazione internazionale che raggruppa i consumatori di sigarette elettroniche, che tramite le parole del suo direttore Michael Landl fa sapere:

L’Inghilterra è leader nel campo della cessazione del fumo e della riduzione del danno in tutto il mondo. I tassi sul fumo sono diminuiti di oltre il 29% nell’ultimo decennio, da quando lo svapo è diventato molto popolare. L’adozione del vaping su larga scala dovuta ad un forte sostegno politico e a solide prove mediche, è il motivo per cui i tassi di fumo diminuiscono più rapidamente che in altri paesi. Aiutare ulteriormente i fumatori a cambiare accelererà il percorso di successo del Regno Unito”.

Fumo e diabete: a Catania il potenziale dell’harm reduction

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Un paziente diabetico che fumo ha il doppio delle possibilità di aggravare le condizioni della sua malattia. Fumare per i diabetici significa aggravare per certo la propria condizione di salute. Un diabetico che fuma deve smettere. Se non ci riesce proprio da solo, allora in ultima ipotesi, passare a prodotti senza combustione rappresenta comunque una soluzione meno dannosa rispetto alla scelta di continuare a fumare. Per questo i più noti esperti del settore si sono riuniti in questi giorni a Catania, al fine di identificare nuove linee di trattamento utili al contrasto al tabagismo.

Il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio per i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, una forma diffusa che rappresenta circa il 90% di tutte le diagnosi del nostro paese e caratterizzata da un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina nel corpo.Secondo i dati del Ministero della Salute, ad oggi, l’incidenza del diabete mellito di tipo 2 riguarda circa il 65% della popolazione, ovvero 4 milioni di italiani.

Intercettare i comportamenti scorretti che possono influire sul decorso patologico significa non solo migliorare la qualità della vita del paziente, ma anche allungarne le prospettive di vita. 

La combinazione fumo-diabete hanno infatti effetti deleteri sull’organismo, specialmente sull’apparato cardiocircolatorio. L’azione combinata di questi fattori comporta un danneggiamento delle arterie, aumentando il rischio di ictus, infarto e patologie renali.

Non tutti sanno però, che il fumo di sigaretta influisce anche sulla possibilità di sviluppare il diabete: chi fuma ha il 44% di rischio in più di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi non fuma, sopratutto in presenza di fattori come sedentarietà, sovrappeso o predisposizione genetica.

Intercettare e modificare il connubio tra fumo di sigaretta e diabete è uno dei target di un progetto di ricerca sviluppato dal CoEHAR dell’Università di Catania, il progetto Diasmoke, creato per determinare se i fumatori di sigarette convenzionali che passano a strumenti senza combustione sperimentano un miglioramento misurabile dei parametri di rischio cardiovascolare come conseguenza della mancata esposizione alle sostanze tossiche del fumo.

Ad oggi, le linee guida internazionali per affrontare la dipendenza tabagica nei soggetti diabetici necessitano di un’integrazione, alla luce della diminuita efficacia desoli metodi convenzionali per smettere. Per questo motivo, dieci tra i massimi esperti al mondo di patologie diabetologiche si sono riuniti a Catania dal 30 al 31 Marzo in occasione del meeting internazionale promosso dal CoEHAR dell’Università di Catania nell’ambito del progetto Diasmoke e dedicato alla riduzione del danno da fumo. Il pool ha affrontato il tema dei danni da fumo sui pazienti diabetici sotto ogni aspetto clinico, medico e sociologico al fine di costituire un documento condiviso utile all’applicazione dei principi della riduzione del danno anche nella pratica clinica.

Il meeting è servito per elaborare una strategia che tenga conto del principio della riduzione del danno e dell’uso di dispositivi privi di combustione nell’aiutare i pazienti diabetici ad uscire dalla dipendenza da fumo di sigaretta. 

Jakarta, al via le iniziative di diplomazia accademica per contrastare le abitudini al fumo

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Il fumo in Indonesia non è un abitudine cattiva, è proprio una epidemia. Basta passeggiare per le vie del centro o per i vicoli delle città più note dell’Indonesia (Jakarta, Ubud, Bandung e persino le note isole Gili) per capire, con evidenza, quanto il fumo incida fortemente nella vita degli indonesiani.

Bambini che fumano mentre giocano, anziani in bicicletta mentre fumano, gruppi di persone ferme ad un angolo a “gustare” sigarette. Il fumo in Indonesia non è una cattiva abitudine ma una parte delle azioni quotidiane di ogni singolo individuo, sia egli un minorenne, un anziano, un malato o un sano giovane.

Combattere il fumo in Indonesia è una missione umanitarie che tanti esperti stanno conducendo con orgoglio e determinazione. Ed è su questa linea che anche i ricercatori dell’Università di Padjadjaran, partner del progetto più innovativo di CoEHAR, “Replica 2.0”, coordinato dal direttore prof. Giovanni Li Volti, hanno promosso questa mattina un webinar internazionale con i maggiori esperti di Riduzione del Danno e più di 200 partecipanti da ogni parte del mondo.

Al centro del dibattito di oggi, le soluzioni più innovative per aiutare i fumatori indonesiani a cambiare il loro stile di vita, abbandonando per sempre le sigarette convenzionali.

A partecipare all’evento, coordinato dal prof. Ronny Lesmana (docente di Fiosiologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Padjadjaran e membro del progetto Replica) anche l’ambasciatore italiano a Jakarta, Capo dell’Ufficio economico e commerciale, Giovanni Finarelli. Con lui il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa che ha portato i saluti dell’ateneo catanese alla kermesse indonesiana e la ricercatrice di Replica, dr.ssa Lia Emma dell’Università di Catania.

Abbiamo davvero bisogno di un’integrazione nelle attuali politiche di controllo del tabacco in Indonesia e nel mondo – ha detto Polosa – oggi possiamo realizzare progetti di conversione a prodotti meno dannosi che potrebbero risultare davvero rivoluzionari soprattutto in alcuni paesi in cui la prevalenza da fumo è terrificante. Sono fiero che anche il governo indonesiano ed il mondo accademico correlato abbia sposato questa linea di cambiamento. La riduzione del danno è ormai un principio riconosciuto e la sua adozione definitiva contribuirà a salvare milioni di vite in Indonesia, e nel resto del mondo“.

L’ambasciata italiana in Indonesia si è detta fiera delle nuove iniziative nate in collaborazione con i sistemi accademici italiani: “Far dialogare i membri di paesi diversi non rientra solo nell’ambito delle attività diplomatiche ma anche accademiche. Stiamo lavorando per rafforzare il dialogo e la collaborazione scientifica tra le università indonesiane e quelle italiane e la collaborazione tra Catania e Jakarta è un primo passo importante e rivoluzionario in questa direzione” – cosi ha spiegato Farinelli.