domenica, Ottobre 6, 2024
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AIOM, fumo-tumori: 40% di casi evitabili agendo sui fattori di rischio

Secondo i dati presentati durante il Convegno nazionale AIOM, il 32% dei decessi europei per tumori è associato a disparità socioeconomiche, che alimentano anche stili di vita poco sani: il 37% di chi affronta difficoltà finanziarie fuma. Interviene il Ministro Schillaci: “Stiamo definendo un aggiornamento della normativa sul fumo”.

Disparità socioeconomiche, carenza di personale, gap nell’adesione ai programmi di screening oncologico tra Nord e Sud del paese, divario tra istituzioni e cittadino: sono questi alcuni dei temi caldi toccati in occasione del Convegno nazionale “Close the care gap” organizzato da l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), alla vigilia del World Cancer Day.

Secondo il report presentato in occasione del convegno, povertà, mancanza di istruzione e diseguaglianza economica sono i fattori associati al 32% delle morti oncologiche negli uomini in Europa e al 16% di quelle che avvengono tra le donne del continente.

Nonostante il sistema sanitario italiano generi numeri generali legati ai servizi di prevenzione e trattamento dei tumori migliori rispetto a sistemai sanitari squilibrati come quello statunitense, il nostro paese si torva ad affrontare un’emergenza legata al divario di adesione al programmi di screening tra Sud e Nord. Inoltre, denuncia l’associazione, più del 50% del tempo di ogni visita oncologica è assorbito da adempimenti amministrativi. 

Diagnosi precoce e prevenzione sono le armi più forti che possono fare la differenza nella vita del paziente oncologico.

Al centro del convegno anche la mancanza di personale sanitario, in parte dovuta anche alla politica del numero chiuso delle università italiane. 

Disparità sociali ed economiche che influenzano anche l’attaccamento a stili di vita e abitudini poco sane, come il fumo: “Nel 2022, in Italia, sono state stimate 390,700 nuove diagnosi di cancro– dichiara Saverio Cinieri, Presidente di AIOM- il 40% dei casi può essere evitato agendo sui fattori di rischio modificabili. In particolare il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio associato all’insorgenza di circa un tumore su tre e a ben 17 tipi di neoplasia, oltre a quella del polmone. Le differenze sociali nel fumo, che vedono più esposte le persone con minori risorse economiche o a basso livello di istruzione, nel nostro pese si mantengono nel tempo ampie e significative, a fronte di una riduzione che coinvolge di più gli individui meno svantaggiati”.

Secondo i dati AIOM, nella fascia di popolazione che ha affermato di essere andata incontro a grosse difficoltà economiche nel corso del 2021, il tasso di fumo si attestava al 37%,  analogamente ai dati ottenuti nel 2008, mentre fra coloro che non dichiaravano problematiche finanziarie la quota di fumatori è scesa dal 27% al 20% nello stesso arco temporale. 

Ad aprire il congresso ed intervenire sulla quesitone degli stili di vita poco sani, anche il Ministro Orazio Schillaci: “Oggi  abbiamo gli strumenti per colmare il care gap a cominciare dall’implementazione su tutto il territorio nazionale delle reti oncologiche attraverso l’integrazione tra ospedali e servizi territoriali per una presa in carico globale dei pazienti che hanno bisogni diversi e complessi. 

La mozione approvata qualche giorno fa dalla Camera dei Deputati conferma la validità  dell’impegno che il ministero ha già cominciato a mettere in campo per potenziare le attività di screening oncologico ed incentivare stili di vita sani e corretti. Intendo dire sui principali fattori di rischio: fumo, alimentazione scorretta e inattività fisica. Possiamo evitare il 50% delle morti per tumore e il 40% dei nuovi casi ma soprattutto assicurare uno stato di benessere che la nostra costituzione tutela. Per questo scopo stiamo predisponendo iniziative dirette a promuovere la cultura della prevenzione: partiremo delle scuole elementari per incoraggiare l’adozione stili di vita sani. Con lo stesso intento stiamo definendo un aggiornamento sulla normativa sul fumo”.

Ricordiamo che, proprio sulla questione “stretta sul fumo”, già annunciato dal Ministro in audizione in commissione salute al parlamento, anche il prof. Riccardo Polosa è intervenuto chiedendo alle autorità di essere ascoltato sui temi che riguardano le migliori strategie di riduzione del danno da applicare alle politiche di sanità pubblica nazionale volte proprio a combattere la diffusione del fumo di sigaretta convenzionale.

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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