venerdì, Maggio 2, 2025
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Quanta intelligenza ecologica hai?

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Non solo i fumatori sono poco attenti all’ambiente. Una giovanissima studentessa del CoEHAR, Maria Riolo, ha di recente lanciato un questionario pubblico, rivolto a fumatori ed utilizzatori di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, che cercherà di valutare l’intelligenza ecologica globale.

Il questionario (al quale vi invitiamo a partecipare) è parte di un lavoro di ricerca, condotto dal prof. Pasquale Caponnetto e dalla dott.ssa Marilena Maglia, che si approccia ad una nuova forma di intelligenza che sta cambiando il nostro approccio nei confronti dell’ecosistema che ci circonda.

Maria ci invita a rispondere a domande sulle nostre abitudini primarie per cogliere la nostra sensibilità nei confronti della natura.

A definire tra i primi l’intelligenza ecologica è stato Daniel Goleman: “L’intelligenza sociale, emotiva ed ecologica – ha spiegato nel suo libro – consentono di migliorare la nostra vita su questo pianeta seguendo le tappe fondamentali di un percorso che può e deve condurci dall’ignoranza alla consapevolezza della sostenibilità”.

Maria Riolo

“L’immobilismo mondiale relativo al tema della protezione ambientale sembra giunto al termine – scrive Maria – e lo sviluppo di un’intelligenza ecologica potrebbe significare non solo svolta che riconcilia uomo e natura ma anche la ricerca di nuove soddisfazioni attraverso ciò che ci dona la natura silenziosamente”.

Italia, la penisola delle spiagge smoke free

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Sarà un’estate 2019 difficile quella che si prospetta in spiaggia per i fumatori italiani. Dopo Sassari, Olbia e La Pelosaa Stintino, la famosa costa  che sorge davanti all’isola dell’Asinara, continuano ad arrivare da altre località notizie sempre più diffuse di divieto di fumo in spiaggia.

La Confcommercio di Lampedusa, proprio in questi giorni, si è detta favorevole all’ordinanza dell’amministrazione che ha emesso il divieto di fumare nelle spiagge delle isole Pelagie a partire dal 1 Giugno.

La meravigliosa Isola dei Conigli è salva dal fumo!

Ma non è tutto, anche la località marina di Bibione in Veneto, prima cittadina balneare italiana no smoking, ha bandito le sigarette con divieto assoluto aderendo al progetto “respira il mare”. Una lodevole iniziativa che ottenuto il sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di numerose istituzioni.

Da Bibione a Rimini, si aggiunge poi anche il divieto di fumo sulla spiaggia di Diano Marina, in provincia di Imperia; Bagni di Sant’Antonio delle Fornaci vicino Savona e in Liguria e su tutto il litorale genovese che va da Sturla a Nervi.

Per i fumatori sarà davvero difficile fumare al mare. Nelle località dove è previsto il divieto di fumo, le spiagge attrezzate indicheranno apposite aree stabilite dai titolari degli stabilimenti, nonché dalla vigilanza delle spiagge.

Ma se persiste il divieto di fumo di sigaretta convenzionale, nessuno si esprime sull’uso di dispositivi elettronici o a tabacco riscaldato che potrebbero rappresentare delle soluzioni meno inquinanti per la fauna e per l’aria.

Da parte del presidente LIAF, Ezio Campagna: “Va comunque un plauso ai responsabili di tutte queste iniziative che mirano non solo a tutelare la salute ma anche l’ambiente e la sua fauna e ricordando a tutti che i mozziconi di sigaretta non sono biodegradabili e hanno effetti tossici su microrganismi, insetti, animali acquatici e uccelli. Una spiaggia libera dal fumo è un buon biglietto da visita per turisti e cittadini“.

Se anche tu conosci una spiaggia italiana senza fumo, segnalalo alla LIAF! E aiutaci a costruire la mappa delle spiagge italiane smoke free! Invia email a [email protected]

World No Tobacco Day 2019

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Si avvicina il World No Tobacco Day 2019 e come ogni anno il 31 Maggio sarà Stop Smoking, la giornata che incoraggia i fumatori ad astenersi per almeno 24 ore dal fumo di sigarette convenzionali.

Se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori – hanno dichiarato i vertici dell’OMS – e più dell’80% dei decessi si verificherà tra le persone che vivono nei paesi a basso e medio reddito. Il controllo del tabacco deve rappresentare una priorità per i governi e le comunità di tutto il mondo“.

Il tema di quest’anno è la tutela dellasalute dei polmoni.

Il team del CoEHAR, diretto dal prof. Riccardo Polosa, ha già condotto numerosi studi sull’argomento e nello specifico ha pubblicato una ricerca sugli effetti dell’utilizzo di sigarette elettroniche sul polmone, analizzando sia fumatori in salute, sia quelli con preesistenti malattia polmonari. I risultati sono stati incoraggianti e hanno evidenziato un effetto benefico derivante dall’uso dell’e-cig in relazione agli esiti respiratori. Presi tutti insieme, gli studi condotti dal CoEHAR provano che l’uso della sigaretta elettronica come alternativa al fumo di sigaretta convenzionale può ridurre sostanzialmente il danno provocato dal fumo al sistema respiratorio.

Sulla scia delle numerose iniziative in programma per il 2019, Giovedì 30 Maggio alle ore 10.30 presso la Fermata AMT Due Obelischi di Catania, il direttore del CoEHAR, Riccardo Polosa, presenterà alla stampa l’ultimo progetto targato CoEHAR, AMT e Unict che coinvolgerà tutti gli abbonati al servizio di trasporto pubblico della città.

Una interessantissima iniziativa che permetterà a migliaia di fumatori catanesi di richiedere supporto e collaborazione per allontanarsi definitivamente dall’abitudine al tabagismo.

Parteciperanno alla conferenza stampa: il Rettore dell’Università degli Studi di Catania Francesco Basile; il sindaco di Catania Salvo Pogliese; il presidente di AMT Giacomo Bellavia ed il presidente della Lega Italiana Anti Fumo Ezio Campagna.


Sassari, stop al fumo in spiaggia

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Con l’arrivo dell’estate ci si prepara alla prova costume. In molti pensano già alle vacanze e soprattutto sognano un beato riposo accarezzati dal rumore del mare.

Attenzione però a scegliere la spiaggia giusta!!!

Il Comune di Sassari ha redatto un nuovo regolamento sulla gestione dei rifiuti. Il Consiglio ha dato il via libera, con una votazione all’unanimità, al dispositivo che regolerà, dal 1° gennaio 2020, l’intero sistema nell’ambito del territorio cittadino e udite udite:

una delle novità maggiori riguarda il divieto di fumo in tutti gli arenili che ricadono in area comunale di Sassari.

Per i fumatori, si legge nel dispositivo, saranno istituiti appositi spazi. Sono escluse dal provvedimento le sigarette elettroniche. Un divieto che certo fa discutere ma anche riflettere, perché ormai fumare,  è chiaro a tutti fa male!!! 

Anche a Parigi , si sta sperimentando il divieto di fumo nei parchi e nelle piazze con una interdizione temporanea che per ora non prevede alcuna sanzione.

In Italia, questa decisione del comune sassarese di istituire il divieto di fumo nelle spiagge rappresenta una svolta green all’avanguardia che non farà certo piacere ai fumatori più accaniti, emarginati ancora una volta in determinati spazi .

“Il provvedimento viene approvato seguendo la filosofia improntata al rispetto dell’ambiente – spiega il sindaco Nicola Sanna – che deve partire dalle buone pratiche anche in materia di rifiuti “. 

Quanto alle sanzioni amministrative: vanno da un minimo di 25 euro a un massimo di 500 euro a seconda dei casi e della gravità della violazione. 

La domanda è: saranno davvero fatte queste sanzioni?

Il fumo rallenta la guarigione delle fratture

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Il fumo rallenta anche la guarigione delle fratture! A dirlo la Società italiana di Ortopedia e Traumatologia che di recente ha deciso di lanciare un appello per mettere in evidenza gli effetti negativi del fumo in ambito ortopedico.

La nicotina e il monossido di carbonio sono sostanze che portano ad una minore ossigenazione del sangue con conseguenti danni anche sul sistema muscolo scheletrico. Tra le principali complicanze legate al fumo, la Siot evidenzia:

  • maggiore rischio di osteoporosi e un conseguente aumento del numero di fratture;
  • maggiore rischio di infezioni in tutti gli interventi chirurgici ortopedici;
  • più facilità di scollare la protesi dall’osso;
  • rallentamento dei processi riparativi nelle fratture e di guarigione.

L’abitudine al tabagismo può innalzarne significativamente le percentuali che, nei fumatori, possono arrivare sino al 30% – ha detto Francesco Falez, Presidente SIOT – queste complicanze possono manifestarsi nei fumatori, ma anche negli ex fumatori, con una percentuale tra il 40 e il 50% più alta rispetto ai non fumatori, percentuale che risulta molto più elevata nei forti fumatori”. 

Rallentare il processo di guarigione di un intervento ortopedico significa anche aumentare i costi per la Sanità pubblica. Degenze più lunghe equivalgono a costi più alti con l’aggiunta delle conseguenze sociali dovute alla riduzione delle giornate lavorative e della relativa produttività.

Per il prof. Giuseppe Sessa, Ordinario presso l’ Università degli studi di Catania, Direttore della Clinica Ortopedica del Policlinico Vittorio Emanuele past presidente della SIOT: “Un medico ha sempre il dovere di consigliare ad un paziente di smettere di fumare ma nei casi di traumi ortopedici, il consiglio deve diventare una prescrizione. E se il paziente non riesce da solo, dobbiamo consentirgli di accedere a tutte le opportunità offerte dal sistema sanitario per aiutarlo ad uscire dal tabagismo con successo. Risulta fondamentale aumentare la consapevolezza di come il fumo comporti un netto aumento di complicanze in caso di patologie delle ossa e di ricorso alla chirurgia ortopedica”.

Il fumo è anche associato ad un più alto rischio di mal di schiena e di artrite reumatoide, come abbiamo spiegato in un recente articolo.

Riccardo Polosa al congresso di FADOI

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“Le chiacchiere stanno a zero. Parliamo delle stesse strategie da decenni, oggi invece abbiamo strumenti innovativi per lo sdoganamento di stili di vita più sani. Il passaggio al fumo digitale è importante per ridurre il rischio. Questi prodotti non incidono sulle malattie fumo correlate proprio perché non hanno combustione. Non è la nicotina il problema per il cancro al polmone e per la malattie cardiovascolari, tranne che in casi specifici. Per incidere sui 12 milioni di fumatori che dobbiamo far smettere non possiamo più aspettare. Abbiamo già capito che la combustione è il vero problema e allora assicurare la possibilità di accedere a prodotti meno dannosi è il nostro vero dovere”.

Così questa mattina il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania, è intervenuto a Firenze al Congresso FADOI della Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti.

“Smettere di fumare – ha aggiunto Polosa – è il consiglio primario che ogni medico deve dare ai suoi pazienti, siano essi in perfetta salute o affetti da particolari patologie. Questo è il dogma. Da qui però è importante considerare che molti pazienti non riescono a smettere da soli, anche se necessario. Dovere di ogni medico è dunque quello di assicurare l’accesso a tutte le possibilità che possono aiutarlo a smettere, e tra questi vi sono il counselling, la terapia sostitutiva della nicotina e anche l’uso di sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco. La comunità scientifica non è divisa sull’approccio al tabagismo ma su quello che riguarda la riduzione del danno da fumo. Io al CoEHAR ho scelto di applicare il principio della riduzione del danno su progetti di ricerca che afferiscono a 40 docenti di specialità diverse e che si basano su 6 diverse aree di azioni clinica e sociale. Si tratta di una linea di condotta etica che va applicata in ogni settore della medicina. Inoltre, pochi giorni fa nella Regione Marche il principio della riduzione del danno è stato inserito anche nel piano sanitario regionale. Credo proprio che si tratti di un esempio da seguire anche da tutte le altre regioni italiane. Le chiacchiere stanno a zero, procediamo con le azioni concrete”. 

Diabete e fumo: “dovere del medico è assicurare l’accesso a tutte le possibilità utili per smettere”

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Si conclude oggi la due giorni dell’undicesimo congresso regionale “Diabetna 2019” che si è svolto nell’hotel Villa Itria di Viagrande a Catania.

Obiettivo dell’evento è quello di aiutare sia i medici di medicina generale che gli specialisti a mettere in pratica le nozioni teoriche sulle problematiche relative al diabete. Sappiamo che l’abitudine al fumo può aggravare i sintomi della malattia.

Per questo tra i relatori del congresso è intervenuto anche il dott. Davide Campagna, medico di medicina interna del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e specialista esperto in diabete e fumo del CoEHAR dell’Università: “E’ dovere degli operatori sanitari consigliare a tutte le persone affette da diabete la sospensione del fumo di sigaretta convenzionale – ha spiegato il dott. Campagna – le prove dimostrano che il fumo è un importante fattore di rischio per la morbilità e la mortalità cardiovascolare nei pazienti diabetici. Riuscire nell’obiettivo di farli smettere è fondamentale ma è importante assicurare a chi non riesce a smettere da solo la possibilità di usufruire di terapie sostitutive come il counseling antifumo, la terapia sostitutiva della nicotina o l’utilizzo di strumenti alternativi senza combustione come le sigarette elettroniche o i riscaldatori di tabacco“.

Diabetna svolge ormai da anni un ruolo primario nella diffusione delle nuove frontiere scientifiche e cliniche per il riconoscimento diagnostico ed il corretto approccio clinico-terapeutico al diabete.

I libri come strumenti per smettere

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Leggere i libri motivazionali per smettere di fumare può aiutare ad uscire dal tabagismo.

Partecipate ai gruppi social, leggete, comunicate sui vostri profili social di aver iniziato a smettere, scaricate le app e condividete la vostra scelta di cambiare” – questi i consigli forniti dagli esperti LIAF.

Gli strumenti per smettere sono tanti e sebbene alcuni siano più efficaci di altri, è vero che leggere, ad esempio, può essere una mano d’aiuto.

Il metodo proposto in questa nuova intervista si basa sull’esperienza pratica vissuta dall’autore del nuovo libro “Adesso puoi smettere di fumare” scritto da Giuseppe Petrella.

Come nasce l’idea del libro?

Dalla mia storia professionale, che parte dall’esperienza di venditore, per poi passare alla formazione e al conselling antifumo. Anche se non sembra, le cose si sono stranamente collegate nel tempo perché ho aiutato un collaboratore dell’epoca a liberarsi dalla sigaretta grazie a strumenti di coaching. Finita l’esperienza della vendita nel settore assicurativo, ho cercato un’attività inedita e con forte possibilità di espansione e la trovai nel settore dell’antifumo. Devi sapere che odio profondamente il fumo, non ovviamente i fumatori e per questo sono stato indotto a iniziare quella che per 10 anni è stata la mia attività principale: decondizionamento tabagico. Il libro nasce perché mancava un libro così ampio sull’argomento.

Che rapporto ha con la sigaretta convenzionale? 

Nessun rapporto. Ho avuto una esperienza test con la sigaretta in tenera età. Durata credo 20 secondi. Da allora avversione totale. Non sono quindi mai stato fumatore.

La domanda a questo punto , sorge spontanea: Come fai ad aver scritto un libro che aiuta a smettere di fumare se non sai cosa significa?

Rispondo con una domanda: “Uno psicologo deve essere stato pazzo per curare i pazzi?”. Poi magari ci saranno psicologi un pò matti, ma quello è un’altro discorso. Ho studiato molto la psicologia del fumatore, dei tossico dipendenti, perché di questo si tratta anche se non piacerà sentirselo dire, ho incontrato qualche migliaio di fumatori.

Quale il modo più efficace per smettere secondo lei?

Ciò che funziona con una persona potrebbe non avere effetto con un’altra. Bisogna diffidare da chi ti dà certezze, soprattutto quando si parla di dipendenza. Posso dire che il libro fornisce un’ampia varietà di tecniche e strategie da cui tutti i fumatori possono trarre beneficio e avviarsi verso la libertà dalla sigaretta. Il libro non fa smettere, il libro è un libro. Questo in particolare non fa alcun miracolo, come sembra essere accaduto con il suo predecessore scritto da Allen Carr. Non esistono i miracoli in tal senso, esiste l’impegno della persona. Così come si è impegnata a fumare una sigaretta dopo l’altra fino a diventare dipendenza, deve impegnarsi alla liberazione. Non ci sono scorciatoie per nessuno. Impegno da non confondere con “forza di volontà”. Dove c’è dipendenza non “c’è forza di volontà”. Funziona diversamente. Quando il fumatore utilizza questo  è solo come scusa. 

Qual’è il modo più giusto per far si che un libro ti aiuti davvero a smettere?

Per avere un impatto importante sulla riuscita e quindi sulla libertà totale dalla sigaretta bisogna agire su: Psicologia e Corpo. Non sei un fumatore, ma una persona che fuma. Hai un nome che ti identifica, non un comportamento. Non smetti, ma ti liberi. Non sei ex-fumatore, sei un non-fumatore. Sei tu senza altre definizioni. Hai un nome, non sei l’ex di tal dei tali. Fumi perché c’è uno stimolo, una situazione, una sensazione, un’emozione che fa scattare il meccanismo tabagico. Stimolo risposta automatica. Bene, adesso puoi modificarlo. Individua i momenti, le situazioni, i trigger che attivano la risposta. Inizia ad anticiparli a prevederli, anche solo a farci caso. Poni l’attenzione lì dove accadeva automaticamente. Ti accorgerai che subito dopo accade qualcosa, che devi fare qualcosa, prendere la sigaretta. Sentirai anche una sensazione collegata che ti spinge verso la sigaretta. Adesso devi collegare una nuova azione potenziante e farla diventare abitudine. 

E’ possibile smettere con i sostituti della sigaretta?

Si, è possibile e credo possano essere di grande aiuto quando è difficile smettere da soli

Se papà fuma davanti a mamma incinta, c’è più rischio per il feto

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Il fumo nuoce anche se a fumare è papà! A confermarlo un nuovo studio condotto dai ricercatori della Xiangya School of Public Health della Central South University di Changsha.

“Rispetto ai bambini con genitori non fumatori, i figli di uomini che fumano durante la gravidanza hanno un maggiore rischio di difetti cardiaci alla nascita”.

Fumare in gravidanza ha gravi conseguenze per il bambino, a breve, medio e lungo termine. Se la sigaretta costituisce un rischio per la salute prima della gravidanza, il fumo della bionda è ancora più nefasto per il bambino quando è in grembo. 

Jiabi Qin e colleghi hanno analizzato i dati di 125 studi precedenti che complessivamente hanno coinvolto quasi 8,8 milioni di famiglie  in tutto il mondo. Hanno esaminato il fumo delle madri incinte, quello dei padri mentre le loro compagne erano in gravidanza e l’esposizione delle madri al fumo passivo durante la dolce attesa. La maggior parte dei bambini, circa 137,600 coinvolti nello studio, presentavano difetti cardiaci congeniti.

Smettere di fumare in gravidanza non è una scelta ma un obbligo di responsabilità nei confronti della vita che sta per arrivare.

Per i papà che proprio non riescono a smettere, ricordiamo che come ormai più volte esaminato, passare a soluzioni alternative e meno dannose a volte può essere una valida alternativa.

FDA approva la vendita di IQOS in America. Polosa, Tirelli e Beatrice commentano

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La FDA Food and Drug Administration ha autorizzato la vendita negli Stati Uniti D’America del sistema di riscaldamento del tabacco IQOS in seguito alla conclusione del processo di valutazione per l’introduzione nel mercato (Premarket tobacco application – PMTA). 

La decisione dell’Autorità statunitense, che arriva a seguito di un lungo processo di verifica delle evidenze scientifiche in questo campo, ha suscitato l’interesse ed i commenti di alcuni tra i membri più illustri del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica della Lega Italiana Anti Fumo.

A commentare la notizia sono i tre esperti internazionali di riduzione del danno da fumo, impegnati a vario titolo nel mondo della medicina e della ricerca.

Riccardo Polosa

Il prof. Riccardo Polosa direttore del CoEHAR, il primo Centro di Eccellenza per la Riduzione del danno da fumo nato all’interno del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania, ha affermato: “Si tratta di una decisione attesa. I prodotti per la riduzione del rischio sono per definizione meno dannosi delle sigarette convenzionali. Averlo dimostrato con studi di qualità rafforza la mia convinzione che la strada delle nuove tecnologie è l’unica percorribile per risolvere la piaga del tabagismo in tempi rapidi. I dati di popolazione da Inghilterra, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Islanda, Giappone e Corea del Sud dimostrano che promuovere strumenti alternativi alle sigarette convenzionali (es. sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato, etc) può ridurre la prevalenza del tabagismo in maniera sostanziale. Va detto che negli USA l’eccessivo controllo operato dall’FDA potrebbe tramutarsi in un boomerang per la salute pubblica. Il meccanismo di certificazione infatti è molto lungo ed è talmente oneroso che solo le grandi multinazionali del tabacco possono affrontarne i costi. La Tobacco Product Directive (TPD) europea, da questo punto di vista, sembra più equilibrata. Ciò che importa è che bisogna restare concentrati su standard di qualità e sicurezza realistici per accelerare questa grande rivoluzione per la salute pubblica“. 

Umberto Tirelli

Per il prof. Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano:“Questo è un dato molto importante per il nostro Ministero della Salute e per gli altri ministeri europei perché, dopo accurate valutazioni scientifiche sulla base della documentazione presentata da Philip Morris, l’FDA ha evidenziato inferiori e più bassi livelli di sostanze tossiche, anche cancerogene, rispetto alle sigarette tradizionali. Questo risponde alla logica del principio di riduzione del danno. Nostro dovere di oncologi continua ad essere quello di far smettere o non iniziare a fumare, ma qualora non si riuscisse o non si volesse smettere bisogna dire che esistono alternative come IQOS, in linea con quanto detto dalla FDA”.

Infine, per il prof. Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino“Il tabagismo induce una dipendenza da nicotina e l’esigenza di fumare risponde a questa dipendenza. Purtroppo a causa del bisogno di inalare nicotina il fumatore si espone ad una fortissima tossicità legata alla combustione. La forte riduzione dell’impatto di queste sostanze nell’aerosol erogato da IQOS è stata accettata da FDA e talune sostanze come acroleina e formaldeide risultano drammaticamente ridotte rispetto al fumo analogico. Non vi è dubbio che una riduzione importante della tossicità abbia un forte significato per il fumatore resistente alla cessazione. Il governo della salute pubblica richiede che si attuino politiche per la cessazione e per il contrasto della dipendenza. Ma per coloro che non desiderano smettere di fumare o che non riescono a farlo neanche se supportati uno switch sul fumo digitale può essere visto come un buon inizio nell’ambito dell’alleanza medico paziente. Su questi aspetti si dovrebbe dibattere, ricercare e formulare proposte nel rispetto dei compiti istituzionali di ciascun organismo”.