venerdì, Agosto 1, 2025
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Smettere in gravidanza: ecig più efficaci e sicure come i cerotti alla nicotina 

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Uno studio condotto dai ricercatori della Queen Mary University di Londra ha messo a confronto i tassi di cessazione e gli esiti al termini della gravidanza tra due gruppi di gestanti, divise tra chi utilizzava i cerotti alla nicotina e chi invece utilizzava le sigarette elettroniche.

La ricerca, la prima a valutare l’utilizzo dei prodotti a rischio ridotto tra le donne in gravidanza, ha dimostrato che le sigarette elettroniche possono essere più efficaci per smettere di fumare e sicure tanto quanto i cerotti alla nicotina.

Quando si scopre di essere rimaste incinta, una delle prime abitudini da abbandonare immediatamente è il fumo: non solo accendersi una sigaretta è dimostrato diminuisca i tassi di fertilità e dilati i tempi di concepimento, ma si aumenta il rischio di gravidanze extrauterine, di aborto spontaneo, parto prematuro e complicanze sia durante la gestazione che al momento del parto.

Come aiutare dunque le donne che devono smettere di fumare in gravidanza ma hanno delle difficoltà nel farlo?

Secondo gli approcci tradizionali, a queste donne viene generalmente consigliato di utilizzare i cerotti alla nicotina, che non solo comportano comunque l’assunzione della sostanza, ma i tassi a livello di cessazione totale non sono tra i più alti.

Inoltre, secondo statistiche recenti, la correlazione tra fumo e svantaggi socioeconomici sarebbe ancora più incidente tra le donne in gravidanza, aumentando il gap sociosanitario.

Ecco perché un aiuto potrebbe arrivare dai dispositivi a rischio ridotto, in primis le sigarette elettroniche, i cui effetti in questo specifico contesto ancora non erano stati studiati.

Un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra, coordinati dal ricercatore Peter Hajek, ha voluto misurare le possibilità che le sigarette elettroniche rappresentano per le donne fumatrici incinta che desiderano smettere.

Lo studio è stato condotto su 1140 partecipanti incinta, divise in due gruppi differenti: uno utilizzava le sigarette elettroniche, l’altro i cerotti alla nicotina.

Le partecipanti sono state selezionate in 23 ospedali inglesi e un servizio nazionale di cessazione scozzese. La media dell’età delle donne era 27 anni, 15.7 settimane di gravidanza e 10 sigarette fumate al giorno.

I tassi di abbandono al termine della gravidanza sono rimasti pressoché simili, ma i tassi migliori si sono rilevati tra coloro che hanno utilizzato le sigarette elettroniche (6.8% rispetto al 4.4% del gruppo dei cerotti).

I tassi bassi sono un effetto dei pochi campioni di saliva ricevuti dalle donne partecipanti: 108 dei campioni di saliva su 196 partecipanti che si dichiaravano astinenti alla fine della gravidanza. Tra queste, 13 hanno anche fornito una lettura dei livelli di monossido di carbonio. 

Confrontando poi i dati sulla astinenza autoriferita, nel gruppo delle sigarette elettroniche i tassi si attestano al 19.8% mentre in quello dei cerotti al 9.7%. Il 34% delle partecipanti nel gruppo delle ecig e il 6% di quelle nel gruppo dei cerotti utilizzavano ancora i prodotti a fine gravidanza.

Per quanto riguarda gli esiti avversi al termine della gravidanza, in merito alle condizioni del parto o del nascituro, gli effetti erano pressoché simili in entrambi i gruppi, tranne che per il dato sulle nascite di bambini sottopeso (meno di 2.5 kg): 9.8% nel gruppo ecig rispetto al 14.8% di quello dei cerotti.

Secondo Peter Hajek: “Per coloro che sono in attesa di un bambino smettere di fumare è sicuramente la scelta migliore senza continuare ad assumere la nicotina, ma quando questo diventa difficile le ecig possono aiutare a smettere e sono sicure tanto quanto i cerotti alla nicotina. Molti servizi di cessazione consigliano già le sigarette elettroniche ai fumatori per smettere. Un uso simile può essere adesso consigliato alle donne in gravidanza”.

Un murales contro il fumo: LIAF e CoEHAR colorano Catania

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É stato svelato oggi il murales realizzato grazie alla collaborazione di LIAF, CoEHAR, Comune di Catania, BCC Banca di Credito cooperativo di Regalbuto, gruppo PPG Italia e riprodotto dal collettivo artistico MaleTinte.

Perché tutte le immagini portano scritto più in la”: una suggestione di Montale che racconta il  potere che un’immagine, un’istantanea sul mondo reale sanno evocare in maniera molto più rapida di un intero scritto.

La città di Catania, da anni riconosciuta come la capitale mondiale della ricerca antifumo, sede del CoEHAR e della LIAF, impegnate nel creare un network di relazioni sul territorio e a livello internazionale attraverso al promozione di una sana cultura della cessazione basata sui dati della ricerca scientifica, da oggi annovera tra le sue opere un murales realizzato per promuovere la cultura antifumo.

CoEHAR e LIAF, grazie al sostegno del Comune di Catania, della BCC di Regalbuto e del gruppo PPG Italia, hanno voluto regalare a una città che gli ha dato tanto un segno tangibile, che sia una cassa di risonanza per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile: a Catania, quando si parla di salute, non si scherza.

Erano presenti: Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania; Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR; Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR; Pippo Arcidiacono, assessore alla salute del Comune di Catania; Sara Pettinato, presidente della Commissione Sanità del Comune di Catania; Giuseppe Ferraro, capo di gabinetto del sindaco; Claudia Corona e le artiste del collettivo “MaleTinte”; Ezio Campagna, presidente LIAF Lega Italiana Anti Fumo; Arturo La Vignera e Giuseppe Calabrese, rispettivamente presidente e direttore della BCC Banca di Credito Coo-perativo di Regalbuto (sponsor del murales); Alfio Platania, responsabile PPG Italia.

“La ricerca scientifica, in cui il nostro Ateneo primeggia, va sempre abbinata ad un’intensa e corretta attività di comunicazione, relativa sia al trasferimento tecnologico verso il tessuto economico e imprenditoriale sia all’indicazione di comportamenti, stili di vita e strategie terapeutiche per i cittadini – così il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo – Un’iniziativa come il murales sicuramente fa leva su dei linguaggi che più facilmente raggiungono i giovani, mettendo in loro quella pulce nell’orecchio che può mostrare la strada per smettere di fumare o ridurre i danni correlati al fumo. Ed è molto importante che questo progetto sia stato ispirato dai suggerimenti creativi degli stessi ragazzi delle scuole superiori, in maniera tale da essere ancora più efficace.”

Lasciamo alla nostra città una eredità unica e preziosa, una tangibile testimonianza del nostro impegno nella lotta contro il fumo e nella promozione della riduzione del rischio. Celebriamo il No Tobacco Day con un murales che auspica al cambiamento e che invita ad intraprendere uno stile di vita più sano” – ha dichiarato il prof. Polosa. 

L’idea che abbiamo sposato con piacere è quella di abbellire la città con opere artistiche in grado di promuovere messaggi positivi per invogliare i cittadini ad intraprendere stili di vita più sani. Un murales che nasce grazie alla proficua collaborazione tra Comune, Università e associazioni” – così Pippo Arcidiacono, assessore alla salute del Comune di Catania. 

Il disegno racconta graficamente il percorso verso un mondo libero dal fumo. Natura, colori, sorrisi e persone cambiano radicalmente. “Un mondo mortifero, severo, greve, triste di solitudini grigie e alberi scheletrici, fabbriche e fumo da un lato. Dall’altro un mondo nuovo, di sensi liberi di afferrare i dettagli e i colori dell’esistente, trasposizioni possibili di una collettività rinata. La visione di un futuro e di una realtà, del verosimile e del possibile, in un murales che sembra disegnato da artiste, bambini e scienziati insieme.” – ha spiegato Lydia Giordano, portavoce delle “MaleTinte”. 

In questo contesto, in occasione del No Tobacco Day promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Martedì 31 Maggio dalle ore 9 alle ore 17 nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università si svolgerà la “Conferenza nazionale CoEHAR sulla riduzione del danno: rischi e benefici dei prodotti senza combustione”. Al convegno parteciperanno tutti i più importanti ricercatori italiani nel campo della ricerca sulla riduzione del danno da fumo e tutti gli esponenti delle associazioni di settore. Moderano i giornalisti nazionali: Irma D’Aria e Stefano Caliciuri. Per i saluti istituzionali, saranno presenti anche il Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo e l’Assessore della Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.

In questo contesto, in occasione del No Tobacco Day promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Martedì 31 Maggio dalle ore 9 alle ore 17 nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università si svolgerà la “Conferenza nazionale CoEHAR sulla riduzione del danno: rischi e benefici dei prodotti senza combustione”.

Kyriakides: prove deboli sulle ecig. Polosa e Canino: la scienza dice altro

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L’intervento del Commissario alla salute Stella Kyriakides in merito alle sigarette elettroniche, sulle quali “esistono prove deboli a sostegno dell’efficacia delle stesse nell’aiutare i fumatori a smettere”, ha suscitato scalpore: in una lettera indirizzata alla Kyriakides, il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, e il presidente dell’associazione ANPVU, Carmine Canino, rispondono punto per punto alle assurde dichiarazioni pubblicate.

Non c’è un attimo di tregua sul fronte europeo del vaping: ultima in ordine cronologico, la replica del Commissario alla salute Stella Kyriakides in merito all’interrogazione della parlamentare del Partito Popolare Europeo, Sara Skyttedal, in data 16 marzo 2022, in cui si chiedeva se le posizioni espresse dalla Commissione speciale dell’Europarlamento sulla lotta contro il cancro in merito al ruolo positivo della sostituzione delle sigarette con prodotti alternativi a base di nicotina trovassero il consenso della Commissione Europea per la salute. 

Secondo il report della Commissione speciale dell’Europarlamento sulla lotta contro il cancro, nota con il nome di BECA, le sigarette elettroniche possono essere un valido aiuto per tutti coloro che vogliono smettere di fumare, riducendo il rischio di patologie correlate.

Nella risposta all’interrogazione della parlamentare, il Commissario Kyriakides sottolinea invece che esistono “da un lato, prove a sostegno delle conseguenze dannose del consumo di sigarette elettroniche e, dall’altro, prove deboli a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere”.

Una risposta sicuramente influenzata dal rapporto del Comitato Scientifico su Salute, Ambiente e Rischi Emergenti della Commissione Europea, lo SCHEER, che da una parte sostiene che le prove a favore dell’utilizzo delle sigarette elettroniche come strumenti di cessazione non sarebbero sufficienti, mentre dall’altra afferma che le prove sono sufficienti quando si analizzano i rischi potenziali connessi al loro uso.

Lo stupore deriva dal fatto che la sua risposta, ribadendo, come si legge nella lettera firmata da Riccardo Polosa e Carmine Canino “l’oramai consumato approccio del principio di precauzione nei confronti dei prodotti da svapo, non tiene in considerazione che persino le autorità sanitarie statunitensi (i.e. Food & Drug Administration – FDA) hanno cominciato a certificarli quali utili strumenti per la lotta contro il tabagismo”.

Il parere dello SCHEER è palesemente fuorviante” continuano gli esperti “come comprovato in un documento recentemente pubblicato sulla rivista scientifica di settore, Harm Reduction Journal, che sottolinea come le conclusioni avanzate dallo SCHEER siano condizionate dalla omissione relativa ai benefici per la salute individuale e a livello di popolazione derivanti dalla sostituzione del fumo con le sigarette elettroniche“. 

Nonostante la mole delle evidenze scientifiche, purtroppo il settore del vaping rimane ancora in ostaggio di teorie ormai ampiamente confutate e che spostano l’attenzione dal vero focus della ricerca: i fumatori che desiderano smettere rimangono frastornati dai pareri contrastanti delle autorità di salute pubblica e, in molti casi, non approcciano gli strumenti a rischio ridotto, di cui si riconosce ormai l’efficacia nei percorsi di cessazione.

La missiva di Polosa e Canino si conclude auspicando “una sua più aperta e serena valutazione delle opportunità offerte dalla riduzione del danno per una salute migliore di tutti i cittadini europei”.

Leggi qui il testo integrale della lettera

No Tobacco Day 2022: a Catania due eventi che segnano la storia dell’Harm Reduction (27 e 31 Maggio)

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Inizia la settimana più movimentata dell’anno per la Lega Italiana Anti Fumo. Eventi, ospiti importanti, novità e tante news per il No Tobacco Day 2022 che si appresta a scrivere una pagina importante per la storia della ricerca sulla riduzione del danno.

Questi gli appuntamenti in calendario:

VENERDI’ 27 MAGGIO ore 10 INAUGURAZIONE “COEHAR MURALES”

viale A. Doria (circonvallazione di Catania – altezza accesso via S. Sofia)

Il “COEHAR MURALES” è stato realizzato dal collettivo artistico MaleTinte con il patrocinio del Comune di Catania, della BCC Roma – Banca di Credito Cooperativo di Regalbuto e della Liaf Lega Italiana Antifumo. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività previste dal progetto “Catania: capitale mondiale della ricerca contro il fumo

MARTEDI’ 31 MAGGIO 2022 ore 9 CONFERENZA NAZIONALE COEHAR

Palazzo Centrale dell’Università di Catania – Piazza Università

Convegno nazionale sulla ricerca per la riduzione del danno promosso dall’ateneo di Catania in collaborazione con LIAF.

Programma disponibile qui.

Interverranno gli esponenti più illustri del panorama scientifico italiano.

Moderano: Irma D’Aria e Stefano Caliciuri.

Ospite internazionale: Hiroya Kumamaru, vice direttore di AOI International Hospital in Kawasaki che discuterà dell’incredibile diminuzione del numero dei fumatori in Giappone dopo l’ingresso nel Paese dei prodotti senza combustione.

Durante il convegno si terrà un talk dedicato alle associazioni italiane a tutela del settore dell’Harm Reduction. Saranno, inoltre, premiati gli studenti che hanno realizzato i progetti creativi nell’ambito dell’iniziativa “Catania capitale della ricerca antifumo”.

Conduce i lavori del convegno: il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa.

Catania capitale mondiale della ricerca antifumo: un murales contro il fumo

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Secondo un recente articolo pubblicato su BMC Public Health, l’Università degli Studi di Catania è considerata l’ateneo più produttivo al mondo nel campo della ricerca applicata agli strumenti utili per ridurre i danni da fumo. 

Un riconoscimento ottenuto grazie ai ricercatori dell’Università di Catania e del CoEHAR, il Centro di Eccellenza internazionale per la Riduzione dei danni da fumo fondato dal prof. Riccardo Polosa nel 2018, la cui attività ha attirato a Catania centinaia di ricercatori da tutto il mondo, avviando numerosi progetti di ricerca che hanno reso il centro catanese un punto di riferimento internazionale.

Per questi motivi, Catania, una delle città più belle in Italia, nata sul mare all’ombra dell’Etna, può essere definita a pieno titolo la “capitale mondiale della ricerca antifumo”.

Come sappiamo, però, nonostante esistano linee guide che aiutano i fumatori a intraprendere un percorso di abbandono del fumo, dire addio alla sigaretta non è facile e, molto spesso, gli sforzi non portano a risultati tangibili. È necessario che, accanto all’attività di centri come il CoEHAR dove vengono studiati strumenti alternativi che riducono il danno da fumo e, allo stesso tempo, rappresentano un metodo alternativo per smettere, si diffonda una sana cultura antifumo a livello sociale, che prevenga, soprattutto tra i più giovani, il desiderio di iniziare a fumare.

Il CoEHAR, in collaborazione con la Città Metropolitana di Catania e LIAF Lega Italiana Anti Fumo, ha deciso dunque di lanciare un contest tra gli studenti delle scuole di Catania per realizzare una sorta di manifesto visivo al fine di tradurre in linguaggio creativo una sana cultura antifumo, da condividere a scuola o in qualsiasi altro contesto sociale.

I ragazzi delle classi coinvolte hanno realizzato un bozza grafica del progetto seguendo le indicazioni richieste dal centro di ricerca, ma non hanno avuto limiti alle idee da presentare.

I progetti pervenuti sono tutti disponibili qui.

Le scuole che hanno partecipato al contest sono: il liceo artistico Emilio Greco di Catania e il liceo F. De Sanctis di Paternò. Gli studenti presenteranno e racconteranno l’elaborazione delle loro idee durante il convegno annuale dedicato al No Tobacco Day 2022 che si terrà presso Palazzo dell’Università martedì 31 Maggio 2022 alla presenza di scienziati, medici e giornalisti di tutta Italia.

Nel frattempo, lungo il viale A. Doria, l’arteria di collegamento principale della provincia etnea, è appena stato allestito il ponteggio nell’area in cui da domani inizieranno i lavori per la realizzazione del murales della cultura antifumo. Si tratta di un nuovo manifesto del cambiamento internazionale che prenderà vita grazie al genio e alla collaborazione artistica del collettivo siciliano delle “Maletinte“, un gruppo di 13 donne impegnate da anni nell’arte e nella cultura ed unite dalla comune passione per il colore.

Maletinte: “Aria rovente, il mare, le pietre e il fuoco. Tinteggi acrobatici di donne sognatrici e volitive. Contaminazioni fluttuanti di stili e percorsi diversi; un unico comune obiettivo: colorare il mondo.

Smettere di fumare in gravidanza: anche le ecig aiutano

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Durante la gravidanza, le donne che fumano non sempre riescono nell’ardua impresa di smettere del tutto. Solitamente, alcune riescono a dire addio al fumo durante la fase dell’allattamento, ma sarebbe più indicato smettere molto prima. Il fumo, nemico per eccellenza della salute di tutti, lo è anche per il feto e per la fertilità.

Sono diverse le ragioni per cui si dovrebbe evitare questa cattiva abitudine, ma quando si tratta di una vita che sta venire la mondo, smettere di fumare è un obbligo. Quando davvero non si riesce a smettere, passare a soluzioni meno dannose come i cosiddetti prodotti a rischio ridotto, risulta essere una valida alternativa.

Tra le alternative a disposizione per quelle donne che durante la gestazione fumano gli esperti hanno preso in considerazione l’utilizzo dei cerotti alla nicotina, anche se in maniera notevolmente ridotta.

Questo perché in passato è emerso, da diversi studi, che i cerotti alla nicotina potevano aiutare le donne a ridurre il fumo durante la gravidanza senza danneggiare lo sviluppo del bambino.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Queen Mary University di Londra, le donne che hanno scelto come alternativa le sigarette elettroniche, hanno mostrato tassi di abbandono migliori alla fine della gravidanza rispetto al gruppo delle donne che hanno scelto i cerotti alla nicotina (6,8% contro 4,4%).

Lo studio consisteva nel dividere casualmente 1.140 fumatrici in gravidanza in due gruppi, al primo sono state somministrate sigarette elettroniche, mentre al secondo sono stati somministrati cerotti alla nicotina. Alcune delle donne partecipanti al gruppo dei cerotti alla nicotina hanno utilizzato anche le sigarette elettroniche.

Ma perché non bisogna fumare durante la gravidanza? Quali sono i rischi che si corrono? Tra i rischi più comuni c’è quello dell’aborto, della gravidanza extrauterina e la morte prematura, ma anche una lenta e scorretta crescita del feto. Il fumo in gravidanza è alla base di problematiche molto serie.

Intraprendere un percorso di smoking cessation può essere molto lungo e difficile, ma dal momento che i rischi sono diversi e molto gravi, è il primo passo da compiere per affrontare serenamente la gravidanza anche quando non è ancora arrivata.

Il nuovo studio ha dimostrato che, come per le fumatrici non incinte, le sigarette elettroniche possono essere più efficaci dei cerotti alla nicotina e non rappresentano rischi maggiori per le madri o i bambini durante la gravidanza.

Leggi anche: Non ci sono più dubbi: le sigarette elettroniche sono meno tossiche delle convenzionali

Un liquido nobile che sostiene la ricerca contro il fumo

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“Il nuovo liquido dell’azienda Tstar, denominato Nobile, nasce con l’obiettivo di sostenere concretamente la ricerca contro il fumo in Italia” – così Ivan Cernetti, responsabile dell’azienda, ha presentato questa mattina a Vapitaly 2022 il nuovo progetto frutto della collaborazione tra l’azienda di liquidi italiani e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo.

Da anni, LIAF si batte per sconfiggere i danni collegati all’abitudine al tabagismo. “Sappiamo – ha spiegato il presidente LIAF, Ezio Campagna – che per chi non riesce a smettere definitivamente di fumare da solo, soprattutto se affetto da particolari patologie, scegliere di passare a prodotti senza combustione consente di ridurre i danni fumo correlati. Per questo, ogni iniziativa volta a sostenere la ricerca in questo campo è per LIAF di grande importanza“.

Grazie al nuovo progetto targato “LIAF – Tstar” parte del ricavato della vendita del “nobile liquido” potrà essere devoluto direttamente a LIAF con l’obiettivo di sostenere tutte le sue attività di ricerca collegate alla promozione di stili di vita più sani.

In foto: Ivan Cernetti, Marco Cernetti, Alessandro Genovese, Francesco Butera

Vogliamo dare il nostro contributo per sostenere la promozione di questo settore come ambito di ricerca innovativa per la riduzione del danno collegato al fumo di sigaretta convenzionale – ha aggiunto Cernetti – Realizzare un prodotto ideale per POD e MTL indirizzato all’Entry Level in grado anche di soddisfare i Vapers più esperti alla ricerca di un gusto fedele e raffinato, ci è sembrata la soluzione più idonea. Il Nobile è il risultato di un’estesa ricerca, durata oltre un’anno, volta a trovare la giusta composizione in grado di equilibrare aromi e mixture di tabacchi“.

Anche LIAF partecipa a Vapitaly 2022

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Dal 14 al 16 maggio, imprenditori e rivenditori, ma anche vape lovers si ritroveranno a Verona per l’atteso appuntamento con Vapitaly 2022, la sesta edizione della fiera del vaping dedicata alle novità di mercato e agli ultimissimi trend di settore. Nel padiglione 12 di Veronafiere sono attese migliaia di persone, tra operatori ed appassionati delle e-cig e dei liquidi da svapare, in una superficie espositiva di 8.000 metri quadri.

Tra i partecipanti, come ogni anno, anche i ricercatori della LIAF – Lega Italiana Anti Fumo, con la speciale partecipazione per questa nuova edizione anche della redazione di LIAF Magazine.

Presso lo stand di LIAF sarà possibile scoprire tutte le novità nel campo della ricerca applicata agli strumenti a rischio ridotto e tutte le soluzioni utili per aiutare i fumatori a smettere definitivamente di fumare. LIAF presenterà diversi progetti che consentono ai vapers italiani di partecipare attivamente alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo. Occasione unica per sostenere la ricerca e combattere una delle piaghe mortali più diffuse nel mondo.

Siamo davvero emozionati per questa rinnovata presenza a Vapitaly – ha detto il presidente LIAF, Ezio Campagna – ancora una volta mostreremo agli svapatori italiani che raccontare la propria storia è di fondamentale importanza per tutti i fumatori. L’esempio di chi ha cambiato vita, passando a strumenti a rischio ridotto può aiutare milioni di fumatori a smettere, soprattutto se affetti da malattie fumo correlate, a gestire meglio la propria vita e a condurre uno stile di vita più sano“.

Vapitaly, per il 2022, conferma il format delle precedenti edizioni: sabato 14 e domenica 15, l’accesso è pensato per far conoscere a vapers, imprenditori e appassionati (ingresso consentito solo ai maggiorenni) le novità proposte al mercato dalle aziende, mentre lunedì 16 la fiera è riservata agli operatori del settore. Una manifestazione, quindi, che affianca opportunità concrete di business ad eventi dedicati agli appassionati del vaping, con un’area esterna coperta, riservata al relax e al food&drink.

“Finalmente si torna alla normalità – afferma Mosè Giacomello, presidente di Vapitaly –. Dopo questi due anni a distanza, siamo pronti a ripartire, con tanti espositori italiani e molti provenienti dall’estero. Torna la più importante fiera italiana del settore e noi siamo orgogliosi di essere la manifestazione di riferimento per un comparto che si dimostra vitale e in crescita. Da Verona, siamo pronti a guardare al futuro. Questa tre giorni sarà l’occasione per fare il punto sulle novità del mercato, sugli ultimi trend così come sulle normative e gli aspetti medico-giuridici che riguardano il vaping. Un’opportunità non solo per gli operatori del settore, ma anche per vaper e appassionati”.

Le ecig sono una porta d’accesso al fumo? Errato!

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porta d'accesso fumo vaping ecig
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La teoria che le sigarette elettroniche rappresentino una sorta di “porta d’accesso” al fumo, in particolare tra gli adolescenti, è stata usata per anni come argomento principale a sfavore delle ecig, ma ricerche e studi recenti non hanno trovato prove a sostegno di questa teoria.

Anche i ricercatori del CoEHAR, il centro di ricerca catanese, combattono da tempo contro la disinformazione nel campo delle sigarette elettroniche e della riduzione del danno, mettendo in evidenza che alcuni tra gli organi di salute pubblica più importanti, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non hanno sempre recepito nel giusto modo i messaggi lanciati dagli esperti di settore.

La disinformazione che è causa delle scelte di molti organi di salute pubblica dipende in larga parte anche dagli errori metodologici che le ricerche nel campo del vaping contengono.

Molte di queste, infatti, contengono ipotesi non verificate da dati incontrovertibili oppure utilizzano campioni di studio di cui non viene analizzata la pregressa storia clinica o il precedente status di fumatori, senza avere, dunque, una visione a trecentosessanta gradi.

Di recente anche i ricercatori dell’University College di Londra hanno analizzato i dati raccolti negli ultimi dieci anni, attraverso uno studio randomizzato controllato, e hanno dichiarato che le sigarette elettroniche, soprattutto per i più giovani, non sono considerate come una porta d’ingresso al fumo.

Quello che si sono chiesti è se il passaggio allo svapo è da considerarsi come precursore di un cosiddetto “effetto gateway”. La risposta è no.

Non esiste una relazione significativa tra l’uso della sigaretta elettronica e la ripresa del fumo, il che significa che i giovani vapers non sono propensi a iniziare a fumare.

Lo studio

L’University College di Londra ha intervistato circa 300 famiglie a partire dall’anno 2006 per esaminare l’uso dei prodotti di tabacco tradizionali e delle sigarette elettroniche nelle persone di età compresa tra 16 e 24 anni in Inghilterra.

L’obiettivo della ricerca era quello di valutare i cambiamenti tra il 2007 e 2018 riguardanti lo svapo e capire i comportamenti e le abitudini dei giovani che si approcciavano a questo nuovo metodo: se avessero mai fumato tabacco o usato una sigaretta elettronica e per quanto tempo lo avessero fatto.

I risultati hanno mostrato che il 30,5% dei giovani tra i 16 e i 24 anni erano fumatori regolari, mentre solo il 2,9% erano vapers regolari.

L’autrice principale dello studio, la dott.ssa Emma Beard, del Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute dell’University College di Londra, ha dichiarato:

“Questi risultati suggeriscono che la cosiddetta teoria della “porta di accesso” riportata negli studi precedenti possa essere esclusa, in particolare tra i giovani dai 18 ai 24 anni”.

La convinzione che le sigarette elettroniche fossero una porta d’accesso al fumo è stata affrontata molte volte negli ultimi anni perché in molti hanno creduto che i giovani potessero diventare dipendenti dalla nicotina attraverso le sigarette elettroniche, comportando l’adozione di una cattiva abitudine, come iniziare a fumare.

Tuttavia, l’uso regolare delle sigarette elettroniche sia tra i giovani che tra i non fumatori è rimasto costantemente basso negli anni, soprattutto da quando le sigarette elettroniche sono diventate ampiamente disponibili sul mercato.

La scheda informativa annuale di Action on Smoking and Health per il 2021 ha rilevato che solo il 3,3% degli 11-17enni non fumatori ha provato una sigaretta elettronica una o due volte, e solo lo 0,3% ne usa una almeno una volta a settimana.

Hanno anche scoperto che solo il 4,9% di tutti i vapers sono non-fumatori, il che equivale ad appena lo 0,7% della popolazione del Regno Unito.

La maggior parte dei giovani che usano una sigaretta elettronica si identificano o come ex-fumatori o come utenti duali.

L’accesso dei fumatori ai prodotti a rischio ridotto è, come sappiamo, ancora ostacolato dalle false percezioni in materia di tobacco harm reduction.

Altri ritengono che le sigarette elettroniche usate dai giovani possano portare alla dipendenza da nicotina, ma non è così.

Più che pensare al vaping come porta d’ingresso al mondo del tabagismo, bisogna considerarlo come una strategia per uscirne, perché continua a fornire un’alternativa valida ed efficace ai fumatori che vogliono smettere di fumare.

FDA approva prodotti NJOY: nessuna novità per i liquidi aromatizzati

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FDA liquidi aromi

L’FDA annuncia di aver approvato la richiesta di commercializzazione dei prodotti Ace della NJOY, il terzo produttore di prodotti per il vaping in America, dopo VUSE e JUUL. La ditta americana, infatti, ha il controllo di poco più del 3% dell’intero mercato nazionale. 

Una decisione che arriva decisamente in ritardo rispetto i tempi prospettati inizialmente dalla Food and Drug Administration (FDA), che aveva pianificato di vagliare tutte le domande pervenute con tempistiche minori, valutano i singoli casi sulla base del PMTAs, ovvero un procedimento complesso di approvazione di vendita dei prodotti a base di tabacco.

La notizia positiva riguarda il fatto che la ditta NJOY sia la prima produttrice indipendente a ricevere un’autorizzazione da parte dell’FDA.

Secondo gli analisti, le decisioni dell’ente americano starebbero procedendo seguendo un criterio temporale di ricevimento delle domande, considerando che altri prodotti di aziende già approvate sono ancora sotto revisione.

A fronte di notizie incoraggianti per i vapers americani, però, rimangono ancora molte le aziende in stand by, in attesa di ricevere una conferma ufficiale da parte della autorità: se consideriamo infatti che i primi prodotti ad essere approvati risalgono ad ottobre 2021, possiamo immaginare il blocco produttivo che molte realtà commerciali hanno affrontato.

Sono molti i piccoli produttori che hanno infatti deciso di rivolgersi al tribunale in seguito al parere negativo di vendita ricevuto dell’FDA, nell’ottica di contrastare un procedimento definito “arbitrario”, inficiato anche dalle minori risorse che tali aziende possiedono per presentare tutti i file richiesti dal’FDA.

Si configura sempre più chiaramente l’intento da parte dell’autorità americana, almeno di fatto, di impedire la vendita dei liquidi aromatizzati.

Una scelta che strizza un occhio alle teorie secondo le quali gli aromi rappresenterebbero una tentazione ulteriore per i più giovani che, una volta provato svapare, aumenterebbero le proprie possibilità di iniziare a fumare le sigarette.

Sebbene non esistano prove o dati scientificamente validi a sostegno di questa teoria, gran parte dell’opinione pubblica statunitense e degli esperti ritiene che sia necessario porre un limite alla disponibilità dei prodotti aromatizzati in USA. 

Un grave danno per tutti i fumatori adulti, a cui non resta che svapare solo gli aromi tradizionali, ovvero quelli al gusto di tabacco, a volte meno piacevoli degli aromi più dolci o fruttati, che rendono l’esperienza piu piacevole. 

Da un lato la notizia di ulteriori approvazioni da parte dell’ente americano dimostra un’ulteriore apertura nei confronti del vaping e della possibilità che rappresenti un’alternativa efficace al fumo convenzionale ma dall’altro non scalfisce i timori che tali decisioni siano di fatto tronche e non permettono una piena apertura del mercato, basandosi su posizioni fuorvianti e non su una corretta informazione scientifica. Il dogma resta quello di ascoltare gli scienziati. Speriamo che possa accadere presto. In gioco la vita di milioni di fumatori” – così il prof. Riccardo Polosa, fondatore di CoEHAR commenta la notizia.