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ESCI 2002: Polosa “L’harm reduction non è un’opzione, ma una necessità”

Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, è intervenuto al 56esimo meeting annuale di ESCI (European Society for Clinical Investigation).

L’intervento, intitolato “Accelerating healthy lifestyles: the case for Tobacco Harm Reduction”, si è incentrato sulle evidenze scientifiche più recenți a favore delle strategie di riduzione del danno da fumo e sugli esempi internazionali dei paesi che hanno adottato questo approccio.

ESCI è la società europea di indagine clinica che ogni anno organizza una conferenza nazionale per permettere ai giovani ricercatori di incontrarsi, scambiarsi informazioni e conoscenze, discutere e imparare grazie alla possibilità di assistere agli interventi di scienziati ed esperti di alto profilo.

Il prof. Riccardo Polosa, uno dei massimi esperti mondiali nel campo della riduzione del danno da fumo e fondatore del CoEHAR, è stato invitato alla conferenza nazionale di ESCI per discutere delle politiche di harm reduction, strategie già adottate a livello internazionale dalle autorità di salute pubblica di diversi paesi.

riccardo polosa
Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR

Un approccio alternativo che mira a ridurre il danno causato dall’abitudine tabagica, offrendo al contempo un’alternativa ai metodi tradizionali per smettere di fumare e garantendo il raggiungimento di uno stile di vita più sano.

L’intervento ha offerto una visione a 360° sulle prove scientifiche a sostegno dell’utilizzo di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato: secondo numerosi studi internazionali, inclusi quelli coordinati dal CoEHAR, le sigarette elettroniche sono considerate molto meno dannose delle sigarette tradizionali.

La scienza ha inoltre dimostrato che la nicotina non è la causa delle ben note patologie fumo correlate, ma lo sono i componenti chimici sprigionati dalla combustione del tabacco e contenuti nelle sigarette.

Garantire ai fumatori, soprattutto quelli più resistenti, un prodotto alternativo non basato sulla combustione del tabacco è la linea d’azione principale delle strategie di riduzione del danno: le sigarette elettroniche garantiscono un’esperienza che imita quella del fumo tradizionale e permette di ridurre le comorbidità di alcune patologie note, come la BPCO o il diabete.

Grazie a uno studio del CoEHAR sui pazienti affetti da BPCO che sono passati alle ecig, i ricercatori sono stati in grado di verificare notevoli miglioramenti nella salute dei pazienti, una riduzione del numero di sigarette fumate, un miglioramento delle funzioni polmonari, una qualità di vita decisamente più alta e meno esacerbazioni respiratorie.

Durante la lezione, il prof, Polosa ha inoltre presentato il progetto Diasmoke, il primo studio di questo genere a livello internazionale che valuterà l’impatto generale dei sistemi a rilascio di nicotina privi di combustione sui pazienti affetti da diabete e gli eventuali rischi cardiovascolari.

Valutando i dati a livello di popolazione, l’impatto delle sigarette elettroniche può portare a fenomeni molto interessanti, come in Giappone, dove l’avvento delle ecig sul mercato ha comportato una riduzione del 34% nella vendita di sigarette tradizionali in soli 4 anni.

È chiaro che il danno provocato dal fumo combusto può essere ridotto notevolmente e in maniera anche relativamente facile” ha spiegato il prof Polosa ma per farlo, ora più che mai, abbiamo bisogno di politiche che possano supportare le strategie di riduzione del danno a livello globale.

È tempo di cambiare lo scenario nei percorsi di cessazione, soprattutto per quei fumatori che vogliono smettere e trovano delle difficoltà nel farlo: i metodi tradizionali non sono sempre la soluzione che conduce ai risultati migliori.

In quei paesi dove le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono adottati come uno strumento di cessazione, la vendita di sigarette è diminuita notevolmente e le persone hanno potuto beneficiare di una nuova opzione a loro disposizione, con sviluppi interessanti in termini di salute”.

Secondo lo scienziato, i tassi sul fumo e i fumatori sono ancora troppo alti e le attuali politiche antitabagismo non ottengono abbastanza risultati: il principio della riduzione del danno non è più solo un’opzione, ma una necessità e la sua implementazione aiuterà i fumatori a raggiungere degli stili di vita più sani.

La conferenza di ESCI si è svolta dall’8 al 10 giugno a Bari: argomento di quest’anno: “Promoting Biomedical Research, Equal Health and Environment in the post-Covid Syndemic Era”.

Durante il congresso, l’ESCI ospita diverse attività e pre-corsi specifici che coprono un’ampia gamma di argomenti attuali, che spaziano dalla biologia mitocondriale, cardiovascolare, bioinformatica, ecografica, rigenerativa/genomica, chirurgica, trasportatori di membrana agli aspetti autoinfiammatori, al microbioma e alla medicina generale.

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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