“Quasi tutti nella mia famiglia fumavano. Ho iniziato a fumare nel 1969 all'età di 10 anni. Ho rubato la mia prima sigaretta a mio nonno. Lo ammiravo e volevo essere come lui. Ho fumato dal 1969 al 2015. Non sono riuscita a smettere di fumare così tante volte che ho rinunciato anche a provare a smettere. Nel 2014 ho iniziato a usare i prodotti elettronici a rilascio di nicotina soprattutto se mi trovavo in luoghi in cui non potevo fumare. Circa quattro mesi dopo, mi sono resa conto di aver smesso di fumare senza averlo programmato”.
Il modello svedese combina le raccomandazioni della Convenzione quadro dell'OMS Framework Convention for Tobacco Control (FCTC), tra cui la riduzione dell'offerta e della domanda di tabacco, il divieto di fumare in determinati luoghi, ma aggiunge un elemento importante: l'accettazione dei prodotti senza fumo come alternative meno dannose.
Polosa a Motore Sanità: "Bisogna smetterla di enfatizzare i rischi senza considerarne i benefici. L'Italia deve riaccendere i riflettori sulla sensibilizzazione antifumo, integrando il principio di precauzione con quello del rischio ridotto"
Secondo la prof.ssa Agata Zappalà dell’Università di Catania, un sano regime alimentare e la predilezione di alcune macrocategorie di alimenti può aiutare i fumatori che stanno smettendo di fumare. Ma attenzione a non fidarsi del marketing alimentare che vende integratori con millantati effetti miracolosi per la salute del fumatore
Tra le ragioni principali alla base della dipendenza da fumo, sono stati individuati stress, nervosismo e senso di solitudine. Il 10% ha riportato che fumare le rende meno nervose e il 6.6% identifica il fumo come “un compagno che non le abbandona”.
“Siamo al 100% con il Ministro Schillaci quando afferma che il fumo fa male e va combattuto con decisione. Ma ribadiamo che la strada dei divieti è inefficace e controproducente, ma noi siamo pronti ad un dialogo scientifico costruttivo e produttivo per la tutela della salute pubblica"- Riccardo Polosa, Fondatore del CoEHAR
Se per tanti però questa è una scelta consapevole e voluta, per altri in realtà non è altro che una decisione da subire, frutto forse di probloematiche genetiche e di qualche non troppo piccolo errore nello stile di vita. Alimentazione, stress e fumo infatti è ormai noto agiscono negativamente sulla fertilità.
Un gruppo di esperti internazionali ha voluto replicare a una dichiarazione di una delle massime autorità di salute pubblica australiane che ha dichiarato come non vi fossero prove a sufficienza per attestare il minor grado di sicurezza delle sigarette elettroniche, riproponendo tesi obsolete a supporto