Il prof. Mario Malerba, docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università del Piemonte Orientale di Novarae membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica, interviene a margine di un convegno organizzato da AIPO durante il quale (secondo alcune dichiarazioni) si è affermato che: “Le e-cig non sono innocue e avvicinano al fumo classico”.
“I dati scientifici finora a disposizione da studi internazionali di ottimo livello ci dicono – ha spiegato il prof. Malerba – che le sigarette elettroniche aiutano a ottenere un calo del consumo di tabacco, anche nel cosiddetto uso duale (il fumatore utilizza sia la sigaretta elettronica che le sigarette normali).
Sugli effetti tossici a breve e lungo termine e sul fumo passivo possiamo dire poco di certo tuttavia i dati a disposizione ci dicono che sicuramente i parametri di tossicità della sigaretta elettronica sono inferiori a quelli della sigaretta normale dove vi è combustione.
Oltretutto dati recenti sul contenuto di formaldeide nel vapore prodotto dalle sigarette elettroniche sono tranquillizzanti in quanto indicano che la concentrazione di formaldeide liberata è minima e al di sotto di qualunque soglia di guardia, rispetto a quanto sprigionato dal fumo di tabacco tradizionale. Questo non vuol dire difendere o promuovere la sigaretta elettronica, è chiaro che smettere di fumare è meglio che fumare sigarette normali o/e elettroniche ed è l’obiettivo di ogni seria prevenzione. Tuttavia dobbiamo abituarci a pensare alla sigaretta elettronica come a uno strumento che può aiutare alcuni individui a smettere di fumare o a ridurre il danno da fumo e come tale può e deve essere utilizzato.
Per quanto riguarda il fumo passivo, è giusto che ci sia prudenza nell’uso di queste sigarette negli ambienti chiusi finché non siano disponibili dati sicuri della loro assoluta innocuità”.
Presentata nelle scorse settimane a Catania, e in anteprima internazionale, una ricerca che per la prima volta dimostra l’assenza di danni a carico delle vie aeree e dei polmoni in utilizzatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche. Intervista Ansa
Prof. Riccardo Polosa
“Zero rischi” anche nel lungo periodo per coloro che scelgono di utilizzare sigarette elettroniche: sono questi i primi risultati emersi da uno studio prospettico condotto dai ricercatori dell’Università di Catania, coordinato dal prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna presso l’Università di Catania e promotore del Comitato Scientifico Internazionale LIAF per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica, su utilizzatori di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali.
Lo studio è stato presentato durante il Convegno annuale organizzato dalla Lega Italiana Anti Fumo in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e l’Ospedale “Policlinico – Vittorio Emanuele”, alla presenza dell’europarlamentare Giovanni La Via, gli scienziati Umberto Tirelli, Fabio Beatrice e Lamberto Manzoli ed il presidente dell’Unione Consumatori Sicilia Mario Girolamo Cardella.
La ricerca condotta dal tema del prof. Polosa risponde alla principale preoccupazione rispetto all’utilizzo delle e-cig e cioè ad eventuali pericoli per la salute derivanti dall’esposizione agli aerosol prodotti dalle sigarette elettroniche, in quanto dimostra attraverso diverse metodiche (spirometria, test dell’ossido nitrico esalato, TAC del torace) che le emissioni da e-cig non provocano modifiche di parametri respiratori in soggetti non fumatori che hanno fatto uso regolare e protratto di sigarette elettroniche.
La novità principale introdotta consiste – oltre nell’aver seguito variazioni dello stato di salute dei polmoni per un periodo sufficientemente prolungato – anche nell’aver voluto valutare questi effetti in utilizzatori regolari di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette convenzionali in vita loro.
Nonostante i partecipanti siano stati esposti quotidianamente al vapore delle e-cig per almeno 4 anni con un consumo medio di 3,1 ml di liquido al giorno, lo studio non ha rilevato significativi cambiamenti nella funzionalità polmonare o nei marcatori dell’infiammazione delle vie aeree nel periodo di osservazione rispetto ai valori di base misurati 4 anni prima.
La conclusione dei ricercatori catanesi è stata che l’uso protratto della sigaretta elettronica difficilmente può provocare danni clinicamente significativi.
“Le elettroniche possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali e possono aiutare a smettere definitivamente, è questo quanto dimostrato anche dai recenti risultati del sondaggio condotto in Inghilterra dall’organizzazione Ash (Action on Smoking and Health) che testimonia come 1.5 milioni di utilizzatori passati alle e-cig hanno nel tempo abbandonato definitivamente le sigarette convenzionali” – commenta Paolo Veronesi (oncologo allo IEO e Professore Associato in Chirurgia all’Università degli Studi di Milano) sulla base di uno studio elaborato dall’Istituto Europeo di Oncologia.
RISULTATI di STUDI PRECEDENTI
Nel 2015, un rapporto condotto da Public Health England (Autorità dipendente dal Ministero della Salute inglese), ha dimostrato che le e-cig sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica European Addiction Research ha dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesterebbe a 4.
Infine anche il Royal College of Physicians (RCP) ha pubblicato un rapporto intitolato “Nicotina senza fumo: riduzione dei danni del tabacco”, che conclude affermando il risvolto positivo per la salute pubblica inglese che deriverebbe dall’utilizzo massivo delle e-cig da parte dei fumatori e incoraggiandoli ad usare le sigarette elettroniche, poiché “molto più sicure del fumo”.
Infine, fra i principali studi riguardanti i benefici per la salute umana apportati dalle e-cig va segnalato ECLAT (Efficiency and safety of an electronic cigarette). Presentato negli Stati Uniti nel 2013, è il primo studio prospettico randomizzato al mondo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica su un campione di 300 fumatori non intenzionati a smettere, con monitoraggio prolungato fino a 12 mesi. Già allora lo studio dimostrò che alla 52a settimana, l’8,7% dei fumatori che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, laddove il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%. Inoltre, il 73,1% di chi aveva smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.
Si è appena conclusa l’edizione 2017 del GFN – Global Forum Nicotine di Varsavia. L’evento ormai atteso in tutto il mondo quest’anno ha visto la premiazione del prof. Riccardo Polosa come vincitore dell’ambito oscar per la ricerca e l’impegno contro il fumo a sostegno degli strumenti di riduzione del danno.
Noi di LIAF vi avevamo già annunciato lo scorso Marzo della candidatura del professore catenese sostenuta anche dalle pagine del quotidiano di informazione SigMagazine ma è stato proprio Sabato 17 Giugno che la notizia tanto attesa è finalmente arrivata.
Lasciando indietro gli altri candidati con un risultato quasi “da plebiscito” – hanno precisato gli organizzatori della premiazione – il prof. Polosa è stato insignito come il vincitore del INNCO Global Award for Ourstanding Advocacy.
“Sono davvero felice di aver ricevuto questo premio – ha detto il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica a margine della cerimonia – portare in tutto il mondo i risultati della ricerca italiana e lo sforzo delle migliaia di eccellenze che lavorano per noi, è per me motivo di orgoglio e di grande gioia. Sono grato a tutto lo staff di ricerca dell’Università degli Studi di Catania che ogni giorno collabora con me per raggiungere questi importanti traguardi. I nostri sacrifici non sono vani, milioni di fumatori stanno smettendo di fumare e la ricerca in questo campo testimonia l’efficacia e la validità di alcuni strumenti alternativi al fumo che possono davvero salvare milioni di vite umane. Siamo promotori di una rivoluzione di stili e di comportamento e dobbiamo condurre insieme fino alla fine. Sconfiggere il fumo deve diventare l’obiettivo primario di tutti”
Si sta svolgendo in questi giorni a Madrid (Spagna) il 50° Congresso annuale della Sociedad Española de Neumología y Cirugía Torácica (SEPAR), l’associazione nazionale che riunisce più di 4.000 professionisti della salute respiratoria in Spagna, vale a dire praticamente tutti gli pneumologi, i chirurghi toracici, gli infermieri e i professionisti della riabilitazione respiratoria, insieme ad altri specialisti nazionali ed esteri, con interesse comune nell’avanzamento delle conoscenze e delle pratiche mediche che possano ripercuotersi positivamente nell’intera società.
“Considerata la poca apertura della SEPAR verso l’uso delle sigarette elettroniche, sono rimasto molto sorpreso di ricevere un invito ufficiale per relazionare al loro congresso annuale – ha commentato Polosa. “Forse è il segno di un cambiamento da parte degli pneumologi spagnoli, e questo non può che dare soddisfazione ad anni di ricerca e di advocacy presso vari governi europei, tra cui anche quello spagnolo dove mi sono recato più volte.“
Ed è proprio in questo contesto che si è inserito l’attesissimo intervento del prof. Polosa sulla possibilità di utilizzare la sigaretta elettronica non solo come strumento per smettere di fumare, ma anche come mezzo per migliorare diversi parametri respiratori e qualità di vita nei pazienti fumatori affetti da malattie polmonari.
É noto che i pazienti fumatori affetti da asma e/o da BPCO presentano una forma di malattia più aggressiva e che risulta molto meno responsiva agli effetti dei farmaci. Sebbene astenersi dal fumare sia la cosa piú logica da fare per migliorare i sintomi respiratori di questi pazienti, per molti smettere é una missione impossibile.
“Anche nei soggetti fumatori sani che passano alla e-cig – aggiunge Polosa – le evidenze scientifiche mostrano effetti positivi sulle funzionalità respiratorie: i dati della spirometria migliorano, e la sensazione di fiato corto e la tosse da fumo scompaiono nel giro di poche settimane.”
Sempre a Madrid, il prof. Polosa incontrerà oggi il Direttore Generale della Salute Pubblica della Comunità di Madrid, Juan Martinez, e vari rappresentanti istituzionali che si occupano di salute presso la regione della capitale spagnola.
In occasione della giornata mondiale antifumo 2017, l’azienda Eurospin ha deciso di avviare un progetto di sensibilizzazione per i suoi dipendenti fumatori. Grazie alla collaborazione con LIAF e Università di Catania (Centro Prevenzione e Cura Tabagismo) sarà possibile avviare una serie percorsi che mirano a far smettere di fumare i dipendenti dell’azienda e la rete di persone più vicina a loro.
Il gruppo di lavoro di LIAF farà comprendere ai fumatori i pericolosi rischi legati al fumo, con particolare riferimento alle problematiche correlate ai dipendenti che vivono in un ambiente dove l’atto di fumare incide negativamente sull’andamento del proprio lavoro e su quello dell’azienda. In generale, infatti, come specificato più volte, il tempo per la sigaretta è solitamente considerato il tempo per una pausa da lavoro. Ma se queste pause diventano più numerose del dovuto è semplice capire come il fumo possa togliere tempo prezioso e produttività all’azienda.
Il percorso di Eurospin, il primo di questo tipo in Italia, si articola in tre incontri di tre ore ciascuno, per ogni singolo gruppo coinvolto. A condurre il percorso formativo sarà il prof. Pasquale Caponnetto insieme ad alcuni dei ricercatori LIAF.
Durante gli incontri i partecipanti saranno sensibilizzati ed informati tecnicamente sui rischi fumo-correlati e sulle possibile conseguente. “Motiveremo i fumatori a comportamenti pro-salute attraverso l’utilizzo di tecniche specialistiche di motivational interviewing. L’obbiettivo finale – ha spiegato Caponnetto – è quello di ridurre il numero di fumatori all’interno dell’azienda e di fornire un modello di lavoro intelligente dove i partecipanti ai percorsi saranno sensibilizzati a promuovere una società libera dal fumo attraverso la diffusione di messaggi antifumo con se stessi, coi i propri cari e con i propri clienti”
Roma 30/05/2017 – “Quindi in Inghilterra un milione e mezzo di svapatori starebbero avvelenandosi con il beneplacito delle autorità sanitarie?”. Con questo commento sarcastico il prof. Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e membro del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica di LIAF, riferendosi ai dati di un sondaggio appena pubblicato da ASH (Action on Smoking and Health), ha così commentato la ricerca diffusa ieri dall’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Il sondaggio di ASH mostra che oltre il 50% dei 2.9 milioni di svapatori inglesi ha smesso di fumare completamente grazie all’utilizzo di uno strumento il cui danno è stato già centinaia di volte certificato come nettamente inferiore a quello delle sigarette convenzionali. “Una rivoluzione in termini di migliorata salute pubblica che, invece, secondo lo studio italiano sarebbe un inversione di marcia” – ha spiegato Tirelli.
I ricercatori bolognesi avrebbero dimostrato in ratti da laboratorio che la esposizione ai vapori di sigaretta elettronica potrebbero causare seri danni al DNA quindi rappresentare un rischio cancerogeno. Gli studi effettuati sui modelli animali, come già rivelato più volte, per le caratteristiche stesse dei campioni esaminati e per le reazioni differenti rispetto a quelle degli umani hanno più volte dimostrato dati falsati rispetto alla realtà.
“In particolare – ha spiegato Tirelli – sarebbe indispensabile nello studio in questione un gruppo di controllo costituito da ratti che venissero esposti alle sostanze chimiche emesse dalle sigarette convenzionali. Inoltre, sarebbe necessario verificare se l’esposizione ai vapori di sigaretta elettronica, sia per durata che per quantità, fosse comparabile a quanto avviene nell’uomo. E’ arrivato il momento – ha aggiunto l’oncologo – di introdurre nel settore di ricerca delle e-cig un gruppo di controllo internazionale che certifichi e verifichi il corretto procedimento delle analisi condotte nei laboratori, e nello specifico sugli animali. Non possiamo continuare a diffondere notizie basate su risultati improvvisati e non validati da chi verifica se avviene una riduzione del danno. Questo è infatti l’obiettivo delle e-cig, non l’assenza assoluta di danno. La diffusione delle elettroniche, come già avvenuto in Inghilterra, potrebbe aiutare a far smettere di fumare milioni di tabagisti in tutto il mondo. E’ ovvio che sarebbe meglio smettere completamente di fumare ma la dipendenza dalla nicotina è tale che molti fumatori non riescono a farlo, mentre l’utilizzo delle sigarette elettroniche (che mantengono la gestualità ed il possibile utilizzo di nicotina) rappresenta una risposta efficace nell’ottica della riduzione del danno che un Paese evoluto come l’Inghilterra ha già adottato da tempo”.
Catania 30/05/2017 – Saranno presentate il prossimo Venerdì 9 Giugno alle ore 9 nell’Aula “Pero” del “Policlinico – Vittorio Emanuele” tutte le nuove iniziative “smoke free” avviate dal “Policlinico – Vittorio Emanuele” grazie alla collaborazione con la Lega Italiana Anti Fumo – LIAF, l’Università degli Studi di Catania ed il Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) dello stesso Policlinico.
Più di duecento cartelli informativi stanno per essere posizionati in tutti i reparti della struttura e nelle aree “no smoking” indicate dal Ministero della Salute. I cartelli “Spegnimi”, dedicati alla nota campagna di comunicazione LIAF al quale si ispira il progetto “Policlinico Smoke Free”, indicano per ciascuna patologia il danno causato dal fumo e invitano a rivolgersi al Centro Antifumo etneo diretto dal prof. Riccardo Polosa.
“Liberare il Policlinico dal fumo – ha spiegato il direttore del A.O. Policlinico Vittorio Emanuele, Paolo Cantaro – è comunque un’impresa ardua che passa non solo dall’imposizione dei divieti ma anche da una corretta formazione ed informazione sui danni causati dal tabagismo. La campagna Policlinico libero dal fumo testimonia come la Nostra attenzione sia rivolta non solo verso la diagnosi e la cura ma verso azioni mirate di prevenzione che grazie all’adozione di stili di vita corretti portano al miglioramento della qualità della vita. Il nostro Centro Antifumo – ha aggiunto Cantaro – è un’eccellenza nel campo della ricerca di cure per le malattie fumo correlate e a dimostrarlo è tutta la letteratura scientifica in questo campo e l’enorme numero di pazienti che ogni anno contatta i nostri operatori”.
“Per questo – ha aggiunto la prof.ssa Margherita Ferrante, direttore U.O.C. Igiene Ospedaliera – abbiamo creato pannelli diversi per le aree esterne e per i singoli reparti dell’ospedale così da informare tutte le categorie di pazienti sui reali danni provocati da quella che viene considerata una vera e propria patologia, la dipendenza da fumo, causa di un grande numero di morti e malattie assolutamente evitabili con la prevenzione”.
Venerdì 9 Giugno, si terrà l’evento formativo dedicato a medici ed operatori sanitari sul tema della prevenzione e della disassuefazione da fumo, oltre che sull’uso dei nuovi strumenti alternativi a rischio ridotto che consentono di smettere di fumare. All’evento parteciperanno numerosi esponenti del panorama internazionale della ricerca contro il fumo, oltre che alcuni rappresentanti del Ministero della Salute e della Commissione Europea.
“Abbiamo avviato una serie di progetti di ricerca innovativi in ambito di tabagismo e vapagismo che vedranno la massiccia partecipazione di centinaia di fumatori – ha annunciato il direttore dell’U.O.C. di Medicina Interna e del CPCT, prof. Riccardo Polosa – per i quali è previsto un programma di assistenza e consulenza gratuita in tutto il percorso antifumo. Il fumo – ha concluso – è tra le peggiori piaghe al mondo e causa ogni anno più di settanta mila morti solo in Italia. Contrastarlo è dovere di tutti”.
Venerdì 9 Giugno alle ore 9.00presso l’aula “Pero” del “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania, torna l’evento formativo della Lega Italiana Anti Fumo in collaborazione con il “Policlinico – Vittorio Emanuele” e l’Università degli Studi di Catania.
Il convegno è aperto a studenti, operatori sanitari e soggetti interessati. L’ingresso è libero. Per richiedere i 9.2 crediti ECM è necessario iscriversi cliccando qui.
Ad aprire i lavori, con l’inaugurazione delle nuove aree smoke free, ci saranno il direttore dell’Azienda Paolo Cantaro, il rettore dell’ateneo catanese Francesco Basile ed il presidente dell’Ordine dei Medici Massimo Buscema.
Un programma ricco di ospiti illustri che prevede due sessioni di lavoro.
La prima parte della giornata sarà interamente dedicata alla presentazione di un nuovo studio prospettico che analizza l’efficacia dell’utilizzo della sigaretta elettronica per smettere di fumare anche nel lungo periodo.
A coordinare i lavori ci sarà Riccardo Polosa. Modera la giornalista di Sky Francesca De Sanctis. Tra gli ospiti, il capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute Nando Minnella, l’europarlamentare Giovanni La Via, gli scienziati Umberto Tirelli, Fabio Beatrice e Lamberto Manzoli ed il presidente dell’Unione Consumatori Sicilia Mario Girolamo Cardella.
La seconda parte, invece, vedrà la presentazione di tutte le nuove iniziative antifumo appena attivate dal Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.
Coordinerà i lavori Margherita Ferrante. Interverranno: il presidente LIAF Ezio Campagna, Pasquale Caponnetto, Giusy Vernaci, Maurilio Danzì, Massimo Caruso, Nando Rapisarda, Antonio Mistretta e Nino Rizzo.
21 Maggio 2017. Data importante per lo svapo italiano. È entrata a regime oggi la TPD – la Direttiva europea sui tabacchi – che interessa anche il mondo delle e-cig.
Un tema cui Vapitaly, la fiera internazionale alla quale ogni anno partecipa anche LIAF – Lega Italiana Anti Fumo, ha dedicato il convegno “Il mercato del Vaping tra barriere nazionali e opportunità europee”.
Al focus – condotto dal giornalista Stefano Caliciuri – hanno partecipato il sottosegretario per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale Benedetto Della Vedova; il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulle e-cig e direttore di LIAF (Lega Italiana Antifumo) prof. Riccardo Polosa ed il senatore del Partito democratico Gianpiero Dalla Zuanna.
“La nuova normativa – ha detto il sottosegretario Della Vedova – apre a un mercato europeo, il che pone almeno due questioni: lavorare affinché un settore emergente non venga penalizzato e impegnarsi perché le aziende possano operare in un mercato ampliato. Però, per confrontarsi e per spingere lo Stato a promuovere politiche fiscali non penalizzanti, il settore deve comunicare e fornire un proprio profilo chiaro: fatturati delle aziende e del comparto, numero di occupati, prospettive di crescita e investimenti in ricerca e sviluppo. Con questi dati alla mano, il legislatore può avere un quadro chiaro della realtà e decidere di conseguenza”.
Il senatore Dalla Zuanna ha ribadito l’importanza di coinvolgere e informare sul tema. “Manifestazioni come Vapitaly sono importanti – ha detto Dalla Zuanna – perché permettono di toccare con mano il fenomeno e il coinvolgimento da parte dei giovani. Per quanto riguarda la definizione dei dati del settore, invito il comparto a interloquire direttamente con l’Istat perché possano essere raccolti dati accreditati. Il dibattito in Parlamento sul tema è ancora all’inizio”.
Le novità introdotte dalla TPD, dal punto di vista medico-scientifico, contengono disposizioni positive per i vapers. “Per la sicurezza dei consumatori – ha spiegato Polosa – la TPD rappresenta per il mondo del vaping un’importante possibilità di crescita perché spinge, esattamente come altri settori industriali, ad esempio, quello alimentare o farmaceutico, ad introdurre precisi controlli di qualità che incrementano gli standard e la sicurezza di chi svapa. Per i consumatori, sapere cosa si inala è un punto di partenza fondamentale”. Da un punto di vista medico-scientifico, il prossimo step sarà quello di analizzare il rischio assoluto determinato dall’uso delle e-cig, rispetto al rischio relativo al fumo da sigaretta. “Fino ad oggi – ha spiegato il prof. Polosa – gli studi si sono concentrati sugli effetti dell’uso delle e-cig su ex fumatori, target che rappresenta il 98% dei vapers. La tendenza dei nuovi consumatori, invece, è quella di svapare senza essere mai stati prima fumatori: su di loro andranno realizzati studi sul rischio assoluto da uso di e-cig. Tuttavia, i dati pubblicati due giorni fa da Ash (Action on Smoking and Health) su The Guardian, indicano come la metà dei 3 milioni di vapers inglesi ha abbandonato completamente la sigaretta, utilizzando le e-cig”.
Domani, ultima giornata di Vapitaly, è interamente dedicata al business con l’ingresso riservato ai soli operatori del settore e un importante incontro di approfondimento e formazione tecnico-normativa. Alle 14.15 è in programma il convegno “TPD ai raggi X: obblighi, scadenze, divieti, sanzioni”.
Il prof. Giancarlo Antonio Ferro, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Catania, è il nuovo membro del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulle sigarette elettroniche.
Prof. Giancarlo Antonio Ferro
Esperto di problematiche costituzionali e di diritto europeo legato alla protezione dei diritti umani e ad aspetti di umanizzazione della medicina intensiva, negli ultimi anni ha preso parte attiva al gruppo di ricerca “La sigaretta elettronica: aspetti clinici e prospettive di regolazione”, coordinato e diretto dal Prof. Riccardo Polosa presso l’Ateneo catanese e che vede il coinvolgimento di profili multidisciplinari da più parti del mondo.
In tale settore, segnaliamo alcune delle pubblicazioni scaturite da studi a cui il prof. Ferro ha preso parte come esperto di legislazione antitabacco e di regolamentazione di sigarette elettroniche e prodotti a basso rischio espositivo.