mercoledì, Maggio 21, 2025
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Smettere? Settembre è arrivato, i 5 consigli per farcela

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smette fumare settembre

Settembre è il mese del rientro, del riannodare i fili delle incombenze che avevamo accantonato e che segna la possibilità di un rinnovo: smettere in questo mese può essere più facile con il giusto mindset

Giuro, a settembre si cambia!”: che sia una dieta, un corso di yoga, la lettura, il punto croce o il corso di calistenics, la fine dell’estate attende placida che tornino a galla tutte quelle promesse che, di fronte a un bicchiere di vino e un buon tramonto, ci sembravano a portata di mano.

Ma spesso il rientro è anche sinonimo di stress, con le scadenze che tornano ad accumularsi e la frenesia quotidiana che lascia poco spazio a una pianificazione attenta.

Per smettere di fumare, soprattutto a settembre, però, sono necessari alcuni requisiti imprescindibili che possano aiutare a compensare stress ed ansia e la tendenza inevitabile alla procrastinazione, che vede in natale un limite temporale abbastanza prossimo per rimandare il fioretto.

Ma quale sono gli step necessari per abbandonare la sigaretta? Ecco i 5 consigli che vi faciliteranno la vita

  1. IMPOSTARE PICCOLI TRAGUARDI E RICOMPENSE

Smettere di fumare non è una maratona: sfruttare l’energia a la positività del periodo post-ferie è certamente utile, ma per evitare un carico emotivo elevato di un percorso indubbiamente difficile serve fissare piccoli step da raggiungere gradualmente, in modo da non pregiudicare un esito positivo. Dopo le prime 24 ore, e per poco meno di una settimana, i sintomi dell’astinenza saranno più intensi e difficili da gestire. Via libera quindi alle attività che possono aiutare a distrarsi, evitando quei momenti di stallo o quei rituali che innescano il meccanismo automatico ed abitudinario di fumare.

2) NON PROCRASTINARE

Non cedere alla pigrizia, costruisciti una struttura mentale forte che non conceda spazio ai ripensamenti: ricordati che smettere è importante per la tua salute. Già dopo la prima settimana, il nostro corpo incomincia ad “autoripararsi” e avvertire i primi benefici dell’aver detto addio al fumo. Il momento migliore per smettere? Ora

3) CHIEDERE AIUTO

Non esiste una formula universalmente valida e utile per smettere di fumare. Il primo step sta nel chiedere una mano ad esperti e professionisti che possano creare un percorso su misura. Chiedere aiuto non significa essere deboli. È vero che alcune persone riescono a smettere del tutto, in solitaria e subitaneamente, ma è anche vero che le percentuali ricaduta sono alte e che potrebbero portare al fallimento del percorso. Un sostegno psicologico, abbinato a farmaci antifumo, aumenta le vostre possibilità. Si anche alle sigarette elettroniche, il cui minor danno apportato può giovare ai fumatori che non riescono o non vogliono smettere.

4) DISINNESCA I CONDIZIONAMENTI MENTALI

La nostra mente è molto più forte di quello che pensiamo. Eppure, può essere facilmente ingannata da quelle piccole percezioni e stimoli che nemmeno notiamo, che ma che fanno scattare  l’intensa voglia di fumare. Rimuovi le abitudini e sostituiscile con alcune nuove: la pausa caffè al lavoro? Meglio una passeggiata di cinque minuti. Il dopo pranzo? Concentrati su un’attività alternativa mentre intorno a te fumano. Rimuovi i posacenere da casa. Inverti, insomma, tutti quegli stimoli ambientali dannosi e crea un sistema che ti favorisca e non ti si opponga. 

5) SI ALLA TECNOLOGIA E ALLE RELAZIONI INTERPERSONALI 

La socialità può rappresentare un’arma a nostro vantaggio. Smettere non è un percorso in solitaria. Amici, parenti, colleghi possono aiutare. Magari perché lo hanno già fatto. Oppure, potrebbe essere  stimolante smettere in gruppo, per trovare una sostegno nei momenti di difficoltà. Anche il mondo digitale rappresenta un porto sicuro e ci permette di accedere a servizi di assistenza a distanza o a gruppi di persone che sanno per esperienza cosa significa dire addio al fumo 

USA: fumo un’abitudine in via di estinzione tra i giovani americani 

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Secondo i dati del National Health Interview Survey 2022 recentemente pubblicati, il fumo di sigaretta è un’abitudine che sta scomparendo tra i giovani americani, raggiungendo minimi storici

In terra americana, la lotta tra il fronte anti-tabacco e la cauta apertura ai dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, come valida alternativa nei percorsi di cessazione, si gioca a colpi di statistiche.

L’atteggiamento del CDC, il Centers for Disease Control and Prevention, è passato da un atteggiamento di chiusura totale, all’ammissione che le sigarette elettroniche abbiano il potenziale per aiutare i fumatori adulti nei percorsi di cessazione, qualora ovviamente vengano impiegate come sostituti completi del fumo di sigaretta.

Secondo i dati pubblicati dal National Health Interview Survey, un rapporto che monitora i dati generali sulla salute degli americani, le statistiche sul fumo combusto stanno raggiungendo i minimi storici, soprattutto in specifiche fascia di età. 

Se analizziamo l’andamento dei dati dal 2014 al 2022, i tassi sul fumo tra gli adulti americani sono crollati dal 16.8% all’11.6%. Nello stesso periodo, i tassi sull’uso di dispositivi per il vaping sono aumentati dal 3.7% nel 2014 al 6% nel 2022. 

Ma il dato più sorprendente arriva dall’analisi della fascia di età 18-24 anni, ovvero quella dei giovani adulti americani.

In quest’ultima, infatti, i dati del 2014 mostrano una prevalenza del 16.6% del fumo di sigaretta, identica quindi alla media americana generale, ma nel 2022 la percentuale di utilizzo è scesa al 4.8%, dimostrando un’impressionante diminuzione del 71%. Nello stesso periodo, invece, l’utilizzo di sigarette elettroniche è aumentato.

Dati che attestano come il fumo di sigaretta rappresenti un’abitudine ormai in via di estinzione tra i giovani americani. Non solo, ma i dati ci restituiscono una realtà ancora più articolata all’interno della quale si può dichiarare tranquillamente che l’uso di ecig non debba essere inteso come una porta di accesso al fumo di sigaretta. 

Conferme arrivano anche dal numero di sigarette elettroniche vendute in territorio americano, il cui mercato sale a 22.7 milioni di vendite dal 2020 al 2022.

Nonostante i dati incoraggianti che sembrano spingere verso ovvie considerazioni e che comunque dovranno essere supportati da studi nel lungo periodo per poter arrivare a indicazioni precise e veritiere sugli effetti in termini di salute del consumo di ecig, esistono ancora sacche di resistenza alle strategie di riduzione del danno che provengono da alcune associazioni di professionisti e che rappresentano il pensiero sanitario mainstream americano.

In ultimo, un comunicato dell’American Heart Association, che avverte dei potenziali rischi connessi all’uso di sigarette elettroniche, i cui componenti causerebbero un aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco e sconsigliandone l’uso nei percorsi di cessazione. Recenti revisioni sistematiche, invece, dimostrano che non ci sono evidenze tali da supportare alterazioni a livello cardiocircolatorio conseguenti all’uso di ecig. 

Il mondo del consumo elettronico di nicotina necessita di ulteriori approfondimenti scientifici, ma deve beneficiare dello stesse possibilità riservate ad altri campi di indagine: se le prove ci indicano una determinata direzione, non devono essere interpretate in maniera erronea solo per giustificare un atteggiamento di chiusura o essere totalmente ignorate, precludendo la possibilità a milioni di fumatori che desiderano smettere di poter finalmente cambiare le proprie scelte .

Polosa, Camera dei Deputati:”Riduzione del rischio nelle politiche sanitarie”

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polosa camera dei deputati

Il prof. Riccardo Polosa è stato audito oggi presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati nell’ambito dei lavori in merito al “Piano europeo di lotta al cancro”

La Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame, in sede di atti dell’Unione europea, della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul “Piano europeo di lotta contro il cancro” ha audito oggi in audizione informale alcuni esperti del mondo del panorama scientifico italiano. Tra loro anche il prof. Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna e fondatore del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania.

“L’associazione tra fumo di sigaretta e tumore del polmone è nota a tutti. Tuttavia, anche altri tumori sono associati in diversa misura al fumo di sigaretta quindi ridurre il numero dei tabagisti italiani è l’obiettivo primario. Per raggiungere però l’obiettivo previsto del 5% di fumatori entro il 2040 le attuali politiche di contrasto al tabagismo non sono sufficienti. E’ necessario un deciso cambio di passo. 

E’ importante integrare alle politiche esistenti il principio della riduzione del danno, prendendo esempio da paesi virtuosi come Gran Bretagna, Svezia e Giappone, dove sono evidenti epocali contrazioni nel consumo di sigarette. Occorre anche investire in percorsi di formazione e aggiornamento continui della classe medica sulla ricerca di soluzioni percorribili in tema di disassuefazione del fumo e di riduzione del rischio.

Si muore per il catrame e non per la nicotina e sebbene la migliore soluzione al problema del fumo è smettere definitamente e completamente, se non si vuole o non ci si riesce è fondamentale considerare una alternativa a rischio ridotto per ridurre in modo drastico l’esposizione cronica alle sostanze tossiche e cancerogene derivanti dalla combustione delle sigarette”. 

La cessazione completa è il goal finale. Come arrivarci?

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Uno studio pubblicato ieri ha valutato l’uso della vareniclina, noto farmaco usato per i fumatori che voglio smettere, è efficace anche per gli svapatori esclusivi che desiderano dire definitivamente addio alla nicotina

I prodotti elettronici a rilascio di nicotina non solo comprendono una grossa fetta del mercato del consumo di tabacco, ma costituiscono sempre di più un’alternativa al fumo di sigaretta, con effetti meno nocivi sulla salute umana.

Inseriti però all’interno di strategie di riduzione del danno, l’obiettivo a lungo termine sarebbe progressivamente abbandonare la nicotina e il suo consumo.

Sono sempre di più gli svapatori che manifestano il desiderio di smettere, ma, ad oggi, non esistono vere e proprie linee guide che identifichino trattamenti specifici per questa categoria di consumatori.

Ed è per questo che, per la prima volta, un gruppo di ricercatori del CoEHAR ha valutato l’efficacia e la tollerabilità della vareniclina, un farmaco utilizzato nei programmi di smoking cessation, per aiutare le persone che utilizzano le sigarette elettroniche a smettere di svapare.

L’uso del farmaco, associato a un innovativo programma di assistenza per la cessazione da svapo, si è rivelato sicuro ed efficace per abbadonare le e-cig.

La vareniclina, un farmaco che allevia i sintomi dell’astinenza da nicotina e reduce il desiderio di fumare, è il farmaco più efficace per smettere. Tuttavia, l’efficacia e la sicurezza della vareniclina all’interno di percorsi di vaping cessation non sono state mai studiate.

Per valutare queste linee di intervento, i ricercatori del CoEHAR hanno condotto il primo studio controllato randomizzato sulla vareniclina in 140 svapatori esclusivi, esaminando le percentuali di astinenza dalle sigarette elettroniche

Lo studio “Varenicline and counseling for vaping cessation: A double-blind, randomized, parallel-group, placebo-controlled trial“, dimostra per la prima volta che l’utilizzo della vareniclina in un programma di cessazione tra chi utilizza le sigarette elettroniche e intende smettere, può risultare efficace nell’astinenza totale. Il tasso di astinenza dalla sigaretta elettronica nel gruppo vareniclina si è attestato al 34,3%, significativamente superiore a quello del 17,2% rilevato nel gruppo placebo. Inoltre, la vareniclina ha dimostrato di avere un profilo di sicurezza accettabile. 

Considerando il campione di svapatori che abbiamo incluso nello studio, la vareniclina raddoppia le possibilità di smettere di svapare” spiega Pasquale Caponetto, docente di psicologia clinica dell’Università di Catania e primo autore dello studio “un dato importantissimo, considerando che la vareniclina serve solo ad alleviare i sintomi dell’astinenza e non sostituisce minimamente tutti quei rituali connessi allo svapare”.

Lo svapo è un approccio di riduzione del danno e può portare alla cessazione del fumo. Qui stabiliamo il principio che per coloro che cercano una cessazione completa della nicotina, la vareniclina combinata con il supporto professionale può aiutarli a farlo” commenta il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR.

Particolare attenzione è stata posta nella ricerca e selezione dei partecipanti: sono stati inclusi solo svapatori adulti che utilizzavano sigarette elettroniche quotidianamente e con alle spalle almeno un tentativo di cessazione fallito.

Divisi in due gruppi, a cui è stata somministrata in maniera randomizzata la vareniclina o un placebo, è stata fornita assistenza psicologica da professionisti della cessazione , esperti di dipendenza da nicotina e da sigaretta elettronica, per massimizzare l’efficacia del  trattamento farmacologico.

L’astinenza prolungata è stata verificata attraverso la misurazione dei livelli di cotinina presenti nella saliva dei partecipanti. Considerando l’intero campione, la riduzione del consumo di sigarette elettroniche è stata osservata per il 33.6% e 26.3% alla settimana 12 e 24 rispettivamente. Nessun partecipante dello studio è ricaduto nel vizio del fumo di sigaretta.

Credo che il successo della nostra strategia sia stato quello di fornire a partecipanti altamente motivati un approccio combinato per la cessazione da svapo: un piano strutturato di riduzione dello svapo associato all’uso di un farmaco che controlla la dipendenza da nicotina” spiega il prof. Polosa.

È stato rilevato che la presenza di conviventi svapatori e alti livelli di ansia riducono significativamente le possibilità di astenersi con successo dall’utilizzo di sigarette elettroniche.

Questo studio suggerisce che l’utilizzo della vareniclina, all’interno di un programma di cessazione dello svapo per utilizzatori adulti di sigarette elettroniche, può portare a un’astinenza prolungata senza gravi effetti avversi.

Tali risultati potrebbero coadiuvare gli sforzi delle autorità sanitarie nell’assistere i consumatori che desiderano raggiungere una completa cessazione della nicotina. Tuttavia, è essenziale condurre studi di follow-up più lunghi per verificare l’efficacia a lungo termine.

Cochrane: ecig più efficaci dei metodi tradizionali per smettere 

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L’ultimo aggiornamento di una delle revisioni più autorevoli nel campo della ricerca sul fumo elettronico ha trovato un numero elevato di prove ad alta certezza secondo le quali le ecig sono più efficaci dei metodi tradizionali per smettere

In campo scientifico, la battaglia per l’effettivo sdoganamento del fumo elettronico come strumento complementare ai metodi tradizionali per smettere di fumare si svolge a colpi di studi e prove scientifiche. 

Stabilire con un certo grado di certezza che questi strumenti possono rappresentare un’effettiva svolta nella lotta al fumo e nell’abbassamento dei tassi di fumatori a livello mondiale, garantirebbe l’accesso ai dispositivi alternativi a rilascio di nicotina in un’ottica diversa per tutti quei fumatori che vogliono smettere, configurando percorsi terapeutici all’avanguardia ed efficaci.

Secondo l’ultimo aggiornamento della Cochrane review, una delle fonti più autorevoli nel settore, in grado di valutare e comparare i risultati di un numero elevato di studi nel campo del fumo elettronico, aggiungendone sempre di nuovi, nel suo recente aggiornamento pubblicato qualche mese fa, ha trovato un elevato numero prove ad alto grado di certezza, secondo le quali le persone che utilizzano le ecig hanno più possibilità di smettere rispetto a chi utilizza i metodi tradizionali.

Alcune prove suggeriscono inoltre che chi utilizza sigarette elettroniche contenenti nicotina abbia percentuali di abbandono nel lungo periodo maggiori rispetto alle ecig prive di nicotina, sebbene ci siano meno dati a disposizione che confermino questa teoria.

Nella revisione sono stati inseriti un totale di 78 studi, per oltre 22000 partecipanti. Di questi studi, 17 sono stati inseriti ex novo dall’ultima revisione (che ricordiamo appartenere al 2021).

I dati della revisione hanno mostrato che se sei persone su 100 smettessero usando terapie sostitutive della nicotina, da otto a dodici smetterebbero usando sigarette elettroniche contenenti nicotina. Ciò significa che da due a sei persone in più su 100 potrebbero potenzialmente smettere di fumare con sigarette elettroniche contenenti nicotina.

Secondo il dott. Jamie Hartmann-Boyce, professore associato dell’Università di Oxford ed editore del Cochrane Tobacco Addiction Group, uno degli autori della Cochrane review:

“Le sigarette elettroniche hanno generato molti malintesi sia nella comunità della salute pubblica che nella stampa popolare sin dalla loro introduzione oltre un decennio fa. Questi malintesi scoraggiano alcune persone dall’usare le sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare. Fortunatamente, sempre più prove stanno emergendo e forniscono ulteriore chiarezza. Con il supporto di Cancer Research UK, cerchiamo ogni mese nuove prove come parte di una revisione sistematica vivente. Identifichiamo e combiniamo le prove più forti dagli studi scientifici più affidabili attualmente disponibili“.

Le prove fin qui raccolte costituiscono una base sufficientemente valida per poter garantire alternative efficaci e sicure per tutti coloro che cercano di mettere di fumare. Sono però necessarie ulteriori prove sia per raccogliere statistiche su dispositivi elettronici sempre più performanti e sicuri che per garantire l’inserimento di dati sugli effetti a lungo termine in termini di salute umana.

USA – diminuisce lo svapo tra i giovani

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AGI – Secondo il NYTimes le vendite erano ancora in crescita fino a maggio dello scorso anno, ma poi sono diminuite del 12% fino a tutto dicembre. Le cause? Secondo i ricercatori del Cdc sono molteplici, ma vanno ricercate nei divieti statali o locali sui prodotti, sulle tasse governative e la concorrenza con dispositivi più sofisticati.

Le vendite di sigarette elettroniche sono aumentate di quasi il 47% da gennaio 2020, poco prima che la pandemia colpisse gli Stati Uniti, a dicembre 2022, secondo un’analisi pubblicata giovedì dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), scrive il New York Times.

Stando ai dati del Cdc, “circa il 4,5% di tutti gli adulti ha affermato d’aver usato sigarette elettroniche” ma i loro prezzi “sono proporzionalmente aumentati con il diminuire dell’età”. Leggendo i risultati della ricerca del Cdc, circa il 14% degli studenti delle scuole superiori e l’11% dei giovani adulti ha detto di aver utilizzato i dispositivi elettronici per il fumo negli ultimi 30 giorni del sondaggio.

I rischi dello “svapo”

Facendo i conti, complessivamente le vendite di quattro settimane di sigarette elettroniche “sono arrivate a 25,9 milioni di unità alla fine dello scorso anno, dai 15,5 milioni di unità che erano a inizio 2020”, riferisce il giornale, secondo cui la strategia della Food and Drug Administration (Fda) è stata quella di “favorire l’uso delle sigarette elettroniche, regolandone la vendita sul mercato come espediente per indurre i fumatori adulti al passaggio a un prodotto meno dannoso”.

Tuttavia quanti si oppongono all’uso del tabacco mettono in guardia dal fatto che i dispositivi, resi più popolari, hanno attirato molti adolescenti e giovani, “che difficilmente fumerebbero sigarette tradizionali, in un’abitudine che crea dipendenza”. Tant’è che l ‘analisi del Cdc rafforza proprio la sostanza dei dati che indicano che i gusti alla frutta e di caramelle come i più popolari. Di contro, i dispositivi a vapore spesso contengo alti livelli di nicotina e sono venduti in colori e sapori accattivanti di gelato alla fragola e al mango. Nel frattempo, l’American Heart Association ha chiesto azioni di contrasto significative per ridurre l’e-fumo giovanile, visto che le sigarette elettroniche potrebbero comportare un aumento di malattie cardiache e polmonari.

Cala l’uso tra i minori dopo il picco del 2019

Considerando il fatto che lo studio Cdc non include l’analisi delle vendite da tabaccherie o su Internet, i risultati sono di fatto parziali. Tuttavia, le tendenze sono cambiate negli ultimi anni, perché nel frattempo l’uso di sigarette elettroniche tra i minori è diminuito rispetto i livelli record raggiunti nel 2019, “quando quasi il 28% degli studenti delle scuole superiori ha detto d’aver ‘svapato’ negli ultimi 30 giorni”. Intanto la Fda ha respinto le richieste di immissione sul mercato di milioni di prodotti, approvando solo circa due dozzine di dispositivi al solo gusto di tabacco.

Eppure l’Agenzia ha faticato nella regolamentazione, perché frattanto i vaporizzatori aromatizzati hanno inondato stazioni di servizio, minimarket e negozi di tutta la nazione mentre i sostenitori delle limitazioni fanno pressione sulle autorità perché arrivino a decretare il divieto d’uso delle sigarette elettroniche.

Come per altro già accaduto in California, dove gli effetti di questa assidua campagna incrociata non hanno tardato a farsi sentire: dal 21 dicembre, infatti, quando il divieto è entrato in vigore, le vendite di prodotti di vaporizzazione sono diminuite del 35% fino alla fine di marzo, secondo i dati della Cdc Foundation.

Al GFN 2023, il secondo incontro per i fumatori con diabete

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CoEHAR.it – La decima edizione del GFN si svolgerà a Varsavia dal 21 al 24 giugno e ospiterà, tra i numerosi eventi dedicati al mondo del riduzione del danno, anche il secondo appuntamento del SAB meeting del progetto Diasmoke, dove diabetologi di fama internazionale firmeranno e ratificheranno il documento elaborato a Catania nei mesi scorsi

Per l’edizione 2023 del GFN si guarda al futuro: focus dell’evento, il dibattito e l’implementazione di strategie dedicate alla riduzione del danno da fumo che si svilupperanno nel corso della prossima decade. 

La conferenza rappresenterà la possibilità di riflettere sulle sfide e sui successi che hanno cambiato il mondo della riduzione del danno nel corso degli anni passati, rifletterà sia le sfide che cosi come permetterà di delineare le priorità per accademici, scienziati, produttori e decisori politici.

Prima della conferenza, saranno organizzati workshop tematici, svincolati dall’organizzazione della conferenza: due di questi stanno in lingua spagnola e riguarderanno la situazione in America Latina

In occasione del GFN 2023, punto di incontro per i maggiori esperti internazionali in materia di riduzione del danno da fumo e dispositivi alternativi a rilascio di nicotina, il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, e il prof. Davide Campagna, ricercatore dell’Università di Catani e membro del centro catanese, coordineranno l’incontro conclusivo con i diabetologi del SAB meeting (tenutosi lo scorso Aprile a Catania) durante il quale si definiranno le linee guida del trattamento dei pazienti fumatori affetti da diabete.

L’incontro servirà ad approvare e ratificare il documento definitivo al quale in questi mesi i membri del SAB hanno lavorato incessantemente per arrivare a proporre alla comunità scientifica internazionale il primo indirizzario pratico per aiutare i fumatori con diabete a smettere definitivamente e ridurre il danno fumo correlato alla malattia.

 Le linee guida adottate integreranno gli approcci tradizionali, attraverso l’utilizzo di strategie di riduzione del danno.  

Tra i partecipanti al SAB ricordiamo la presenza di Delon Human, Andre Kengne, Noel Somasundaram, Magda Walicka, Tabinda Dugal, Roberta Sammut, Agostino Di Ciaula, Davide Campagna, S. Abbas Raga.

No tobacco day 2023: Il fumo si combatte con la riduzione del danno e la tecnologia

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È un dato di fatto che in Italia ci sono milioni di fumatori che non vogliono o che non riescono a smettere di fumare. Questi fumatori non accettano di essere medicalizzati per via della loro abitudine tabagica e in Italia, ancora oggi, non abbiamo una politica sanitaria che si prenda carico di queste persone. La riduzione del rischio rappresenta la soluzione. In paesi dall’approccio liberale, come la Svezia o la ben nota In- ghilterra, che hanno scelto di aprirsi agli strumenti alternativi a rilascio di nicotina promuovendoli nei percorsi di cessazione per i fumatori incalliti, si sta arrivando al prestigioso obiettivo smoke free. E’ tempo di seguire gli esempi virtuosi anche in Italia”.

Questo è quanto ha dichiarato il prof. Riccardo Polosa, in occasione dell’apertura della conferenza annuale CoEHAR promossa per il No Tobacco Day 2023.

Il fumo di tabacco in Italia rappresenta ancora la principale causa prevenibile di sviluppo di patologie oncologiche. Il piano italiano di lotta al tabagismo si basa principalmente sulle linee di intervento proposte dalla legge Sirchia e dalle sue successive modifiche. Ma tanto ancora deve essere fatto. Per molti fumatori smettere è davvero difficile e negli ultimi anni il passaggio all’utilizzo di sistemi senza combustione e a rischio ridotto ha innescato un dibattito scientifico che coinvolge la comunità accademica di tutto il mondo, ma il tema riguarda anche le politiche pubbliche e le risposte che arrivano dalla scienza. Di questi temi hanno discusso mercoledì 31 maggio i massimi esperti di riduzione del danno che si sono riuniti a Catania per la conferenza nazionale promossa dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da Fumo dell’Università di Catania che vanta più di 130 pubblicazioni firmate da più di 100 ricercatori impegnati in 15 paesi diversi nel mondo. 30 gli studi presentati dagli illustri relatori davanti ad una platea di 200 persone tra medici, studenti ed esperti di salute pubblica.

Tra i partecipanti alla conferenza anche numerosi rappresentanti del mondo delle istituzioni. Ad aprire i lavori del convegno, la vice presidente del Senatosenatrice Mariolina Castellone e l’assessore alla Salute della Regione SicilianaGiovanna Volo.

Dobbiamo intervenire attraverso percorsi di sensibilizzazione e formazione soprattutto nelle scuole – ha detto l’assessore Volo – lavorare per diminuire i tassi da fumo ci consentirà di raggiungere benefici anche in termini di costi per il sistema sanitario”.

La legge Sirchia ha segnato uno spartiacque importante e ha rag- giunto risultati epocali – ha spiegato l’on. Francesco Ciancitto, membro della commissione salute in Parlamento – oggi però l’assetto va aggiornato sulla base dei nuovi dati. Dobbiamo incidere sulla prevenzione primaria e secondaria. Il fumo e le possibili strategie di con- trato al tabagismo saranno di certo temi che a breve affronteremo in Commissione”.

I ricercatori si sono anche chiesti se la sola nicotina può essere responsabile di effetti tossici: “Sebbene la nicotina non sia totalmente priva di rischi – come ha spiegato il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR – é importante sottolineare che non è responsabile dei danni per la salute derivanti dal fumo di sigaretta”.

Tra i relatori alla conferenza anche Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO; Emma- nuele A. Jannini, Università di Roma Tor Vergata; Ketty Vaccaro, Responsabile area salute Fon- dazione CENSIS; Nick Crofts, Centre for Law Enforcement and Public Health, Australia; Roberto Sussman, Universidad Nacional Autónoma de México e, a condurre i lavori della giornata, Carla Bruschelli, docente di Metodologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma.

“Il fumo è fattore causale primario per la broncopatia cronica, che continua ad essere fra le prime cause di morbilità e mortalità a livello globale. Purtroppo solo una piccola percentuale di pazienti con questa malattia vuole e riesce a smettere di fumare. La ricerca preclinica e soprattutto clinica deve aiutarci a capire se vi sono strumenti (le sigarette elettroniche o i prodotti a tabacco riscaldato, o strumenti digitali) che possono aiutare nel percorso di disassuefazione e comunque ridurre il rischio correlato al fumo. Il gruppo del CoEHAR di Catania si è notevolmente distinto a livello internazionale per aver realizzato alcuni tra i più significativi studi in questo ambito, per una sfida comunque ancora lunga” – cosi il prof. Gualberto Gussoni, direttore scientifico di FADOI.

Per Ketty Vaccaro, della fondazione Censis: “I fumatori sono consapevoli dei danni alla salute provocati dal fumo e non è un caso che il 61% degli intervistati dal Censis abbia provato o almeno pensato di smettere di fumare. In questo percorso difficile i fumatori però sono sperso lasciati soli e faticano a trovare interlocutori istituzionali in grado di garantire l’informazione ed il sostegno necessari per ridurre o smettere di fumare”.

E non sono mancati i contraddittori al convegno del CoEHAR. Per la prof.ssa Marianna Masiero: “È fondamentale promuovere lo sviluppo di interventi di cessazione che siano personalizzati e integrati nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione, in grado di favorire la sospensione dal comportamento tabagico sia nei giovani fumatori sia nei fumatori cronici, anche alla luce dell’emergente fenomeno dei nuovi modelli di vaping”.

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No Tobacco Day 2023, Catania torna la capitale antifumo

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In occasione della Giornata Mondiale Antifumo promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 31 Maggio, come ogni anno, il CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo) dell’Università di Catania, organizza la “Conferenza nazionale CoEHAR” che si terrà

mercoledì 31 Maggio dalle ore 8,30 alle ore 16

presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania

Per il No Tobacco Day, Catania si trasforma nella capitale mondiale della ricerca antifumo accogliendo esperti nazionali ed internazionali provenienti da paesi diversi e da atenei di tutta la penisola per affrontare e dibattere sui temi e sulle produzioni scientifiche relative agli strumenti e alle soluzioni più efficaci per aiutare i fumatori ad abbandonare cattive abitudini e migliorare il proprio stile di vita.

Negli ultimi 5 anni, l’attività scientifica del CoEHAR ha prodotto più di 130 papers grazie alla collaborazione con più di 100 ricercatori impegnati in 15 paesi diversi nel mondo.

La Sicilia, e Catania nello specifico, rappresentano il punto di partenza di una battaglia contro il fumo che in ogni parte del globo ha il solo obiettivo di creare un mondo libero dalla combustione entro il 2030.

A portare i saluti delle istituzioni, oltre che i vertici dell’ateneo catanese, anche la vicepresidente del Senato della Repubblica, Mariolina Castellonel’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Giovanna Volo ed il deputato nazionale Francesco Ciancitto, membro della commissione parlamentare affari sociali e sanità. Al tavolo dei relatori, tra gli altri: Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO; Fabio Beatrice, Direttore scientifico MOHRE; Emmanuele A. Jannini, Università di Roma Tor Vergata; Ketty Vaccaro, Responsabile area salute Fondazione CENSIS; Nick Crofts, Centre for Law Enforcement and Public Health, Australia; Roberto Sussman, Universidad Nacional Autónoma de México e Carla Bruschelli, docente di Metodologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma. 

Anche per l’edizione 2023, grazie alla collaborazione con LIAF Lega Italiana Anti Fumo, è prevista la possibilità, per i primi 50 iscritti al convegno del 31 Maggio, di accedere gratuitamente al corso di formazione FAD, valido 50 ECM per professionisti sanitari, sul tema “Le nuove frontiere della dipendenza tabagica e suo trattamento”.

Inoltre, per gli studenti di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania è prevista l’erogazione di crediti ADE (vedi programma SOSUnict).

L’iscrizione al Convegno deve pervenire dal singolo partecipante inviando una mail con i propri dati a [email protected]

Lo svapo incide come il fumo sulla salute dentale?

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salute dentale svapo

In un’intervista pubblicata su vapingpost.com, il prof. Riccardo Polosa spiega i dati salienti emersi da un studio in merito ai danni del fumo sulla salute dentale e sulla possibilità che l’aspetto del proprio sorriso possa giocare un ruolo fondamentale nell’allontanare i fumatori dalla sigaretta

La salute dentale e l’estetica del sorriso potrebbero rappresentare una motivazione molto forte per spingere i fumatori, soprattutto quelli più giovani, a smettere di fumare o a non approcciare del tutto le sigarette: così il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, apre un’intervista pubblicata recentemente in merito ai risultati emersi dello studio “Repeatability of dental shade by digital spectrophotometry in current, former, and never smokers”.

Traduzione dell’articolo originale pubblicato su vapingpost.com

Parlando di recente in occasione del National Smile Month, il dottor Affan Saghir, proprietario di Space Dental, una clinica dentale cosmetica di lusso nel Regno Unito, ha affermato che chiunque desideri mantenere un sorriso sano dovrebbe evitare il tabacco e i prodotti da svapo. E mentre l’effetto dello svapo è ancora discutibile per molti, l’impatto negativo del tabacco combustibile è un fatto ampiamente accettato.

Gli esperti del settore, infatti, sono tutti concordi nel ritenere che i denti dei fumatori siano meno bianchi di quelli dei non fumatori. Uno studio del pluripremiato ricercatore Riccardo Polosa, Professore di Medicina e Fondatore del CoEHAR presso l’Università di Catania, e di Giovanni Zucchelli, Professore di Parodontologia all’Università di Bologna, ha analizzato ulteriormente questo aspetto.

lo studio “Repeatability of dental shade by digital spectrophotometry in current, former, and never smokers” ha esaminato e confrontato le differenze nel colore dei denti tra un gruppo di fumatori e un gruppo di non fumatori. I ricercatori italiani hanno scoperto che in effetti i denti dei fumatori erano significativamente meno bianchi di quelli dei non fumatori.

Contattando il Dr. Polosa per discutere l’argomento, ha spiegato che a suo avviso questo è un buon punto di vista da cui affrontare la cessazione da fumo, poiché l’estetica potrebbe rappresentare, ad oggi, una priorità per i giovani: “Il motivo per cui lo considero importante è perché siamo consapevoli di una narrativa estetica tra i fumatori più giovani… Siamo tutti d’accordo sul fatto che una narrativa basata sull’estetica risuonerebbe in modo convincente tra i giovani fumatori. L’idea di migliorare il bianco dei denti potrebbe guidare migliaia di giovani fumatori lontano dal tabacco combustibile!”

Il prof. Polosa ha riassunto i tre punti cruciali emersi dallo studio:

“1. I risultati dello studio dimostrano che i denti dei fumatori sono significativamente meno bianchi dei denti dei non fumatori. Inoltre, dopo aver smesso di fumare, il bianco dei denti migliora.

2. Le considerazioni estetiche può essere una motivazione molto più convincente per smettere di fumare, soprattutto per i giovani fumatori che percepiscono l’alito cattivo e l’aspetto dei denti (dovuto allo scolorimento e al “catrame”/macchie di tabacco) come problema principale.

3. L’uso della tecnologia di somministrazione di nicotina senza catrame (come ad es. sigarette elettroniche o prodotti a base di tabacco riscaldato) è probabile che migliori l’aspetto del cavo orale (una ricerca internazionale in corso coordinata da CoEHAR fornirà presto risultati definitivi)”.

Un altro studio osservazionale italiano effettuato presso l’Unità di Parodontologia e Igiene Orale della Clinica Calabrodental di Crotone, ha analizzato la salute orale di 110 fumatori appena passati allo svapo. All’inizio dello studio, il 61% nel gruppo 1 e il 65% nel gruppo 2 ha manifestato sanguinamento gengivale; riesaminato alla fine dello studio, rispettivamente il 92% e il 98% non ha manifestato sanguinamento.

Studi che suggeriscono che il vaping ha un impatto negativo sulla salute dentale

Al contrario, all’inizio di quest’anno il CareQuest Institute for Oral Health, un’organizzazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo il miglioramento del sistema nazionale sulla salute orale, ha pubblicato un rapporto che suggerisce l’esistenza di diversi rischi per la salute orale associati all’uso di sigarette elettroniche.

Tra questi rischi per la salute, afferma il rapporto, ci sono malattie gengivali, carie dentale, riduzione ossea e lingua villosa. Il documento afferma che i medici devono educare i propri pazienti su questi rischi, tuttavia non confronta i relativi benefici per gli utenti quando passano dal fumo di sigarette alle ecig.

Un altro studio relativamente recente ha indicato che il contenuto di zucchero degli e-liquid può favorire lo sviluppo della carie dentale. Lo studio “A comparison of the caries risk between patients who use vapes or electronic cigarettes and those who do not, è stato pubblicato online sul Journal of the American Dental Association. Analizzando l’associazione tra lo svapo e il possibile rischio di carie, il team di ricerca ha scoperto che i vapers presentano un profilo di rischio maggiore.

Allo stesso modo i dentisti della Carolina del Nord hanno riferito di aver notato un aumento di problemi ai denti e alle gengive tra i giovani che svapano. Questi problemi includono bocca secca cronica e aumento del rischio di carie, gengive doloranti, digrignamento dei denti e carie secondo il dentista Dr. Anbec DeShield-Mayes, proprietario di BestMouth Dental a Greensboro.

“Cerchiamo di aiutarli a reidratare i loro denti”, ha detto DeShield-Mayes. “Diciamo loro di bere molta acqua, lavarsi i denti due volte al giorno, usare il filo interdentale. Queste sono cose che sto vedendo con i miei pazienti e che sto scoprendo essere nuovi “svapatori” o di essere passati recentemente dal fumo allo svapo”.

Mentre un altro studio pubblicato su JAMA Network Open, ha avvertito che le persone che svapano potrebbero essere a rischio di sviluppare malattie gengivali. Intitolato “Tabacco Use and Incidence of Adverse Oral Health Outcomes Among US Adults in the Population Assessment of Tobacco and Health Study”, lo studio ha utilizzato i dati del National Institutes of Health (NIH), per esaminare le associazioni tra l’uso di tabacco combustibile e sistemi di somministrazione elettronica di nicotina (ENDS) e lo sviluppo di problemi di salute orale come le malattie gengivali.

Il team di ricerca ha analizzato i dati sugli intervistati di età pari o superiore a 18 anni, senza storia pregressa di patologie legate alla salute orale. Hanno trovato associazioni tra l’attuale uso di tabacco combustibile con l’incidenza di esiti avversi per la salute orale e anche collegamenti tra l’attuale uso di ENDS e l’incidenza di sanguinamento dopo l’uso dello spazzolino o del filo interdentale.

Anche i dentisti in Australia sono sempre più preoccupati per gli effetti dello svapo sulla salute orale dei loro pazienti in generale. Tra le altre cose, i dentisti in questione hanno menzionato denti macchiati, malattie gengivali, alito cattivo, carie e anche ferite da dispositivi esplosi. Il chirurgo principale Michael Cai del Pitt Street Dental Center ha affermato che l’impatto negativo dello svapo è grave quanto quello del fumo. “Una delle esplosioni è stata così grave che ha rotto due denti anteriori inferiori, è stato piuttosto orribile”, ha detto il dottor Cai. “Il paziente ha finito per dover procedere con impianti dentali e sono costosi.”

Ha aggiunto che alcuni e-liquid contengono componenti che macchiano i denti. “Ad esempio, il sapore di anguria ha una tintura che macchia i denti di rosa”, ha detto. Mentre la portavoce dell’Australian Dental Association Sue Ching-Yeoh ha affermato che l’entità del danno è difficile da misurare.

Diffusione di imprecisioni sullo svapo e sulla salute orale

L’Independent British Vape Trade Association (IBVTA) ha discusso delle imprecisioni di un articolo pubblicato di recente che collega lo svapo alle malattie gengivali. Il quotidiano Times ha recentemente pubblicato un articolo intitolato “Elf bars and me: I am a vaping addict, so will I get gum disease?,”, nella sezione sulla salute. Tra le altre cose, l’autore afferma in modo inesatto che l’uso di un solo vaporizzatore usa e getta equivale all’incirca a consumare la stessa quantità di nicotina contenuta in 45 sigarette. Questo non è nemmeno possibile ha spiegato l’IBVTA.

“I limiti legali del Regno Unito su questi prodotti sono un massimo di 2 millilitri di liquido e 20 milligrammi di nicotina per ml. Cioè 40 mg di nicotina in totale. Dato che il contenuto medio di nicotina di una sigaretta di tabacco è di 10-12 mg, è difficile capire come la giornalista sia arrivata alla sua cifra di 45 sigarette. È più simile a 4.”

L’autore dell’articolo prosegue irresponsabilmente facendo riferimento ad affermazioni infondate fatte da adolescenti nei video sui social media, sostenendo che lo svapo stia causando loro malattie gengivali. La professoressa Linda Bauld, Bruce e John Usher, professore di salute pubblica presso l’Università di Edimburgo, ha risposto al pezzo dicendo che è un “buon esempio di come non scrivere un articolo relativo alla salute e di come non consultare nessuno dal Regno Unito che abbia condotto ricerche su il tema“.

Allo stesso modo, quattro esperti di odontoiatria della School of Dental Sciences dell’Università di Newcastle si sono recentemente espressi contro alcune inesattezze recentemente diffuse da due docenti di scienze dell’alimentazione presso la School of Sport and Health Science della Cardiff Metropolitan University, che hanno recentemente avanzato diverse affermazioni su come lo svapo possa causare danni ai denti.

Il dottor Richard Holliday, la professoressa Elaine McColl, Anthony Weke e Zella Sayeed, hanno pubblicato una lettera sul British Dental Journal dell’Università di Newcastle, spiegando come le affermazioni siano inesatte.

Significativamente, tutti gli enti pubblici del Regno Unito, incluso il NHS, ignorano il consiglio dell’OMS. Supportano lo svapo, sapendo che non erode i denti né porta a malattie gengivali. Hanno detto che vorrebbero “indirizzare i professionisti del settore dentale del Regno Unito alla ben ponderata guida alla salute pubblica che sostanzialmente conclude che, per le migliori possibilità di smettere di fumare, si dovrebbe usare il supporto e la farmacoterapia e che le sigarette elettroniche possono far parte di quel pacchetto”.

Gli esperti hanno spiegato che i due autori hanno citato un poster dell’OMS e hanno affermato erroneamente che la nicotina provoca un “alto rischio di complicazioni per la salute orale e per tutto il corpo“. Quando in realtà, hanno aggiunto, la terapia sostitutiva della nicotina (NRT) è stata utilizzata in modo sicuro sotto forma di cerotti e gomme da oltre 30 anni.

Inoltre, hanno concluso, i professionisti del settore dentale del Regno Unito dovrebbero essere indirizzati verso le linee guida sulla salute pubblica in merito all’argomento. Gli esperti hanno sottolineato che questa guida in realtà afferma che per le migliori possibilità di smettere di fumare, si dovrebbe usare il supporto e la farmacoterapia, aggiungendo che “le sigarette elettroniche possono far parte di quel pacchetto“.

Il contesto è fondamentale

In conclusione, molti medici e professionisti della salute orale, così come esperti di cessazione del fumo, insistono sui benefici relativi dello svapo per quei fumatori che faticano a smettere da soli. Sebbene nessuno contesti il ​​fatto che i non fumatori non dovrebbero iniziare a svapare, data la comprovata relativa sicurezza dei prodotti, il passaggio dal fumo allo svapo riduce i rischi per la salute dei fumatori e migliora la loro salute orale.