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L’eurodeputato La Via invita i più grandi scienziati al mondo per parlare di e-cig a Bruxelles

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“Sigarette elettroniche: un forte passo avanti per la salute pubblica europea” è questo il titolo del meeting che si terrà Martedì 20 Marzo alle ore 12.30 nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. Un evento che, per la prima volta nella città belga, presenterà agli eurodeputati tutte le evidenze scientifiche sullo svapo come alternativa valida e sicura al fumo di sigaretta convenzionale.

A coordinare i lavori dell’incontro, fortemente voluto dalle istituzioni europee, ci sarà l’eurodeputato del Ppe, on. Giovanni La Via. Con lui, il coordinatore del Comitato Scientifico di LIAF, prof. Riccardo Polosa

Tra gli speaker dell’evento, i nomi più illustri del panorama scientifico internazionale:

  • Innanzitutto, il prof. Karl Fagerstrom, autore dello omonimo test utilizzato in tutto il mondo per valutare la dipendenza fisica dalla nicotina, che interverrà con una relazione sulla riduzione dei danni da tabacco.
  • Tra i grandi nomi della scienza antifumo, ci sarà anche Linda Bauld, nuovo membro del Comitato Scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e tra gli autori dell’ultimo report sulle sigarette elettroniche del Public Health England. “Giovani e vaping” è il titolo del suo intervento. Le clamorose verità emerse dall’esperienza britannica saranno da guida ed esempio anche per gli altri Stati europei.
  • Frank Baeyens, professore all’Università di Leuven (Belgium) e autore di numerosi studi sulla dipendenza da nicotina, presenterà una relazione sulla sostituzione del fumo e sull’efficacia delle e-cig per combattere la voglia di ricominciare.
  • Bernd Mayer, dell’Università di Graz, infine, chiarirà tutte le controversie esistenti sulla nicotina riportando dati certi. Il suo intervento non a casa si intitola: “Tutto ciò che non sai e che dovresti sapere sulla nicotina”.

 

Sigarette elettroniche: 5 bufale da sfatare

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Sono passati pochi giorni dalla pubblicazione dell’ultimo report del Public Health England e le fake news sono già in circolo in tutta la rete. Arrivano dall’Inghilterra e dall’America ma tutte hanno un solo scopo: ottenere “like” diffondendo falsità. Riprendendo un articolo che ha già fatto migliaia di visualizzazione su internet, anche LIAF intende oggi sfatare alcune falsità riportando dati certi.

 

FAKE 1 

Le sigarette elettroniche causano la bronchiolite obliterante 

Una delle fake news più diffuse nelle ultime settimane riguarda la presenza di diacetile nei liquidi di sigarette elettroniche. Una sostanza in grado di causare le bronchiolite obliterante.

In realtà …

  • Il diacetile è una sostanza già vietata come ingrediente dei liquidi di sigarette elettroniche nel Regno Unito. Un livello bassissimo era stato riscontrato nel passato in alcuni liquidi aromatizzati ma comunque ad un livello centinaia di volte inferiore rispetto a quello contenuto nelle sigarette convenzionali.

 

FAKE 2

Le sigarette elettroniche sono nocive perché contengono nicotina 

Circa quattro fumatori su 10 ritengono che la nicotina causi le malattie fumo correlate.

In realtà …

  • La nicotina nelle sigarette non è direttamente responsabile di cancro, malattie polmonari e malattie cardiache. Sono tutte le sostanze chimiche sprigionate dal processo di combustione a causare malattia e morte, non la nicotina.

 

FAKE 3

Lo svapo passivo è dannoso 

Molti pensano che lo svapo passivo sia dannoso quando il fumo passivo.

In realtà… 

  • Proprio l’ultima revisione del PHE ha rilevato che fino ad oggi non sono stati identificati rischi per la salute causati dallo svapo passivo.  

 

FAKE 4 

Le sigarette elettroniche introducono i giovani al fumo

Molte delle critiche fatte allo svapo da parte delle autorità sanitarie riguardano la possibilità di indurre i giovani al fumo di sigaretta convenzionale.

In realtà … 

  • E’ ancora il rapporto di PHE a smentire questa teoria. Secondo i dati mostrati dai recenti studi, in Inghilterra, l’uso regolare di sigaretta elettronica da parte dei giovani è ancora raro, e tra questi, la maggior parte degli utilizzatori giovani sono in realtà già ex fumatori. 

 

FAKE 5

Le multinazionali di tabacco utilizzano le sigarette elettroniche come Cavallo di Troia per far continuare le persone a fumare 

In realtà …

  • Dei quasi 3 milioni di svapatori presenti nel Regno Unito, più della metà ha completamente smesso di fumare. Altri 770.000 hanno rinunciato ad essere dual user. Inoltre, come dimostrato dagli studi effettuati nell’Università degli Studi di Catania, la maggior parte dei fumatori che intraprende un percorso di cessazione con le sigarette elettroniche, nel tempo smette definitivamente di fumare e svapare.  

 

 

Fabio Beatrice al Fuori Tg di Rai 3

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Al Fuori Tg di Rai 3 – condotto dalla giornalista Maria Rosaria De Medici – questa mattina è andata in onda una puntata speciale dedicata alle tasse sullo svapo.

In studio a dibattere sul tema il direttore di SigMagazine, Stefano Caliciuri, il direttore de Il Salvagente, Riccardo Quintili e uno dei membri del Comitato Scientifico della Lega Italiana Anti Fumo, il prof. Fabio Beatrice.

Proprio al professore, intervenuto per dare il suo parere scientifico, è stata fatta la prima domanda più rilevante sul tema: Fanno male o no le sigarette elettroniche?

Citando l’ultimo report del Public Health England, Beatrice ha ricordato al pubblico che secondo gli studi scientifici: “le sigarette elettroniche sono per il 95% meno nocive rispetto alla sigaretta convenzionale e questo proprio perché non prevedendo il processo di combustione, a differenza delle bionde, non sprigionano monossido di carbonio e fanno crollare la produzione di sostanze cancerogene”.

Un approccio positivo, come quello approvato in Inghilterra e diffuso in tutto il mondo, considera le elettroniche uno strumento efficace per la lotta al fumo e incentiva l’utilizzo da parte dei fumatori anche consigliando lo svapo in ambito medico.

“In Italia – come ha spiegato il direttore della struttura di otorinolaringoiatria all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino – muoiono 80 mila persone l’anno e solo una piccola parte viene nei centri antifumo. Di questi, circa la metà smette. E di tutti gli altri fumatori che si fa? Anche se un paziente non accetta una terapia, non si può abbandonare. L’approccio inglese è molto più pragmatico di quello italiano. Le istituzioni italiane dovrebbero capire che un paziente non si abbandona e il fumatore è un paziente che va sostenuto più a lungo e in un percorso virtuoso verso la conservazione della propria salute“.

L’elettronica avvicina i giovani al fumo?” – ha inoltre chiesto la giornalista.

“In realtà – ha risposto Beatrice – il problema riguarda la sperimentazione delle sigarette convenzionali che investe più di 7/8 milioni di giovani. Il punto sul quale le istituzioni dovrebbero soffermarsi non è la sperimentazione delle elettroniche ma il tipo di educazione alla salute che si promuove nelle scuole e nelle famiglie”.

PER RIVEDERE LA PUNTATA DI FUORI TG3, CLICCA QUI  

Rischio di ictus e malattie cardiache anche con una sola sigaretta al giorno

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Come è già noto, il fumo aumenta il rischio di sviluppare malattie coronariche e ictus ma molti fumatori credono che ridurre il numero di sigarette fumate ogni giorno, riduce sostanzialmente anche il rischio di queste malattie. Un nuovo studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista scientifica “The Bmj” dimostra, invece, l’esatto contrario: “Fumare, anche solo una sigaretta al giorno comporta comunque il rischio di sviluppare malattie coronariche e ictus. La percentuale è di circa il 50% in meno rispetto a chi fuma 20 sigarette al giorno”.

Lo studio – condotto da Allan Hackshaw dell’University College London, Joan K. Morris della Queen Mary University di Londra, Sadie Boniface del Kings College di Londra, Jin-Ling Tang della Chinese University di Hong Kong e Dušan Milenković della Meta Research Evidera di Londra – dimostra per la prima volta che, rispetto a chi non ha mai fumato, gli uomini che fumano anche solo una sigaretta al giorno hanno un rischio del 48% più elevato di contrarre malattie cardiache ed un rischio del 25% in più di avere un ictus. Lo stesso rischio è addirittura più elevato per le donne: 57% per malattie cardiache e 31% per ictus.

Non esiste alcun livello sicuro di fumo per le malattie cardiovascolari – ha infatti ribadito oggi il prof. Riccardo Polosasmettere è la priorità e se il percorso sembra difficile e arduo, allora è possibile affidarsi a strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale meno dannosi e più sicuri come le sigarette elettroniche“.

Proprio di recente, infatti, anche il dr. Kostantinos Farsalinos (cardiologo dell’Università di Patras e membro del Comitato Scientifico LIAF) ha affermato che: “la normale risposta degli svapatori alle attività di respirazione controllata indica che qualsiasi effetto delle sigarette elettroniche sulla variabilità del battito cardiaco è più basso rispetto agli effetti del fumo“.

Sempre secondo Polosa e Farsalinos, inoltre: “smettere di fumare con le e-cigs può addirittura normalizzare una pressione arteriosa elevata“.

 

Asmatici svapatori: nuovi studi in arrivo confermano l’efficacia dell’uso di e-cig

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Tre nuovi studi sulla sigaretta elettronica in uscita a breve dai laboratori di ricerca italiani. Si tratta dei tre protocolli di studio sull’uso dei vaporizzatori personali ai quali sta lavorando il team della Fisiopatologia Respiratoria Allergologica dell’AOU di Cagliari diretto dal prof. Stefano Del Giacco.
Ecco di cosa si tratta: uno studio che coinvolge tutti i vapers, uno che riguarda i vapers affetti da asma bronchiale e uno sugli utilizzatori duali. 

Noi della Lega Italiana Anti Fumo abbiamo chiesto al dott. Alessandro Solinas (uno dei ricercatori del gruppo diretto da Del Giacco e composto anche da Giovanni Paoletti, Marina di Pino e Davide Firinu) di raccontarci cosa dicono i dati preliminari degli studi in atto.

Sono molto incoraggianti ed in linea con le evidenze scientifiche pubblicate in letteratura medica sugli outcome dei vaporizzatori” – ci ha spiegato Solinasas.
“Abbiamo avuto più di 3000 risposte al questionario che abbiamo somministrato ai vapers – ha precisato il ricercatore – e di questi il 20% (circa 650) sono affetti da asma. Il 98% degli asmatici riferisce un importante miglioramento della propria asma e del proprio respiro e più del 97% degli asmatici intervistati consiglierebbe ad un asmatico fumatore di passare all’uso delle ecig e smettere di fumare“.
Come si comportano le comunità di svapo che avete intercettato?
“Sono entusiaste di questo genere di progetti e stanno supportando in maniera importante i nostri studi. È evidente che vogliano condividere il beneficio che l’uso dei vaporizzatori ha portato nelle loro vite consentendogli di smettere di fumare e allentandoli quindi da tutti i rischi del fumo di sigaretta”.

Internet è una buona fonte di reclutamento per gli studi scientifici?

“E’ uno strumento molto potente – ha aggiunto Solinas –  e consente di avere un rapporto più diretto con le persone e soprattutto di conoscere in maniera più approfondita l’argomento di studio. Uno degli errori più diffusi nella letteratura scientifica del vaping è proprio legata al fatto che quasi tutti gli studi proposti siano stati disegnati senza realmente conoscere i vaporizzatori ed il modo appropriato di usarli. Il prof. Polosa ha spesso spiegato in maniera efficace, anche con l’esempio del toast, come spesso vengono addirittura usati in maniera assurda i vaporizzatori da chi esegue gli studi”.

Nuovo report di PHE: In Inghilterra, 3 milioni di svapatori. Altra pietra miliare per il futuro dello svapo

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Ieri, martedì 6 Febbraio, è stato fatto un nuovo ed importante passo per il futuro dello svapo. Il Public Health England (PHE) ha pubblicato  il nuovo report sulle sigarette elettroniche.  

L’autorità sanitaria inglese, infatti, ha rinnovato e arricchito il precedente documento del 2015 dedicando particolare attenzione a temi come la regolamentazione, le modalità di utilizzo, l’efficacia in termini di cessazione dal fumo, la sicurezza e tollerabilità, gli effetti sulla salute. Per la prima volta si accenna anche ai nuovi sistemi a tabacco riscaldato.

A firmare il documento, un gruppo di esponenti del panorama scientifico internazionale: Ann McNeill, Leonie S. Brose, Robert Calder, Linda Bauld e Debbie Robson.

Rispetto al precedente Report, il messaggio non cambia e ci sono delle importanti conferme: le e-cig possono far smettere di fumare e sono molto meno dannose del fumo di sigaretta convenzionale.

Il nuovo rapporto dichiara che – nella sola Inghilterra – la diffusione delle e-cig ha creato un esercito di ex-fumatori, circa 57.000 in un solo anno. Inoltre, si ribadisce che – come già affermato nel 2015 – le sigarette elettroniche sono il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali.

Se il rapporto PHE del 2015 è stato, come la definimmo allora, “una pietra miliare per il futuro dello svapo” questo nuovo documento rappresenta una importante e necessaria conferma che la strada che si vuole seguire nel Regno Unito per debellare il tabagismo è quella giusta.

“Questa nostra nuova revisione consolida la visione positiva di PHE nei confronti dello svapo – ha affermato il prof. John Newton, direttore per il miglioramento della salute presso PHE – anche se purtroppo oltre la metà dei fumatori crede erroneamente che la e-cig sia dannosa quanto la “bionda”. Sarebbe tragico – ha continuato Newton – se migliaia di fumatori non iniziassero a svapare a causa di false convinzioni“.

Con lo svapo i rischi di contrarre malattie fumo correlate (come cancro, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie) sono minimi perché le sostanze chimiche nocive presenti nel fumo delle bionde non si trovano nel vapore delle elettroniche o, se presenti, lo sono comunque a livelli molto più bassi.

L’altro punto importante affrontato dagli scienziati riguarda l’utilizzo di e-cig da parte dei giovani. Alcuni studi hanno mostrato che i giovani che svapano sono più propensi ad iniziare a fumare. Nel documento di PHE, invece, si spiega che la sperimentazione delle elettroniche tra i giovani è abbastanza comune, ma l’uso regolare dello strumento è ancora limitato solo a coloro che hanno precedentemente fumato.

“La ricerca dimostra – ha affermato la prof.ssa Linda Bauld – che l’uso regolare di elettroniche tra i giovani che non hanno mai fumato rimane trascurabile, meno dell’1%, e il fumo dei giovani continua a diminuire a un ritmo incoraggiante”.

Il nuovo rapporto, peraltro, riassume anche le prove esistenti sulle cosiddette IQOS adottando un approccio più cauto: “possono essere notevolmente meno dannosi delle sigarette di tabacco e più dannosi delle elettroniche”.

Ecco quali sono risultati più importanti della relazione PHE 2018: 

Due giorni di titoli e dissapori tra Scienza e Media

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Scienza e  Media” – è ormai questo il tema del dibattito sugli strumenti alternativi al fumo in tutto il mondo.

“Ci si batte tra il bene ed il male senza pensare che in mezzo potrebbe esserci la soluzione più ragionevole” – ha commentato cosi questa mattina il prof. Riccardo Polosa le notizie di questi giorni.

Tra titoloni e grandi servizi, da un lato si è parlato dello studio condotto dalla New York University secondo il quale le sigarette elettroniche danneggerebbero il Dna, dall’altro, poi, si è aggiunta la notizia che anche l’FDA avrebbe rimandato la decisione sulla commercializzazione oltreoceano dei dispositivi Iqos. (Leggi ANSA)

Ma ciò che non si è letto è questo:

“In realtà – spiega lo scienziato catanese – ciò che in molti non hanno precisato è, innanzitutto, che il metodo descritto dagli autori dello studio newyorkese (guidato da Moon-shong Tangnon) non mima le normali condizioni d’uso dei prodotti da svapo. Come accaduto per centinaia di altri studi, anche in questo le condizioni riprodotte sono esasperate e favoriscono la produzione di sostanze tossiche alla stessa stregua di un tostapane che viene settato per bruciare il pancarrè. I nostri studi, invece, effettuati su pazienti affetti da malattie polmonari non solo dimostrano una assenza di danno ma evidenziano gli stessi miglioramenti che possono ottenersi smettendo di fumare”.

Per quanto riguarda la commercializzazione oltreoceano dei dispositivi Iqos, invece, va precisato che lo scorso 24 e 25 gennaio gli esperti scientifici di Philip Morris hanno presentato alcuni studi al Comitato Scientifico Consultivo per i Prodotti del Tabacco (TPSAC) della Food and Drug Adminisration degli Stati Uniti per chiedere al governo americano di commercializzare IQOS negli USA con l’etichetta di “Prodotto del Tabacco a Rischio Modificato.

Il TPSAC ha riconosciuto nella documentazione sottomessa l’effettiva riduzione della formazione di sostanze dannose o potenzialmente dannose nell’aerosol generato dalle cosiddette IQOS ma non ha espresso voto favorevole su alcuni termini specifici da utilizzare nell’ambito della comunicazione ai consumatori relativamente al rischio e al danno.

Ciò detto, come ha spiegato anche Ezio Campagna, presidente LIAF: “La notizia da considerare è di certo il successo per l’aver dimostrato che anche questi sistemi espongono l’utilizzatore a livelli di sostanze potenzialmente meno dannose rispetto alle bionde. Il senso della battaglia contro il fumo è aiutare i fumatori ad uscire dal tabagismo riducendo i danni e supportandoli nell’utilizzo dei metodi alternativi”.

 

 

Come in una favola, il CPCT ha cambiato la vita all’80% dei pazienti

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Scimmiottando il titolo della nuova campagna antifumo realizzata dal Ministero della Salute “Chi non fuma sta una favola”, anche l’evento di chiusura del progetto che ha fatto smettere di fumare i pazienti diabetici del CPCT – Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania si intitola “Come in una favola”.

Giovedì 25 Gennaio alle ore 19 al Plaza Hotel di Catania i medici del centro presenteranno i dati dei progetti Diasmoke e Smart-Dia e festeggeranno i pazienti che, come in una favola, hanno proprio smesso di fumare. La serata sarà occasione speciale per partecipare al cocktail party riservato ai pazienti ed allo spettacolo di intrattenimento a cura del gruppo italo-brasiliano Casa do Samba.

Grazie ai progetti di ricerca promossi dall’Università degli Studi di Catania, nel corso di questi anni sono stati arruolati circa 300 fumatori affetti da diabete. Di questi, più del 30% ha smesso con successo dopo solo poche settimane e fondamentale nella riuscita della missione è stato proprio il supporto psicologico e farmacologico consigliato dagli esperti di counselling antifumo.

“Durante il progetto Diasmoke, ad esempio – ha spiegato il dott. Pasquale Caponnetto coordinatore del Centro Antifumo – abbiamo arruolato 300 pazienti diabetici fumatori che sono stati trattati con vareniclina accompagnata da counselling antifumo. Dopo sei mesi dall’inizio del percorso più del 29% aveva già smesso di fumare”.

Negli ultimi anni, peraltro, il CPCT è cresciuto eccezionalmente, con una media di circa 400 nuovi accessi annui. Dei fumatori che iniziano il percorso, quasi l’80% arriva a dei buoni risultati, il 35% smette definitivamente ed il 50% riduce di parecchio il numero di sigarette fumate al giorno.

“Un risultato eccezionale – ha detto stamane il prof. Riccardo Polosa, direttore del reparto di Medicina Interna e del Centro Antifumo del Policlinico di Catania – che testimonia il lungo lavoro svolto dai nostri ricercatori e l’efficacia di alcuni strumenti utili ad uscire dal tabagismo. Grazie alla nostra attività di ricerca, oggi l’ateneo catanese è considerato il centro più importante al mondo nella ricerca applicata alle strategie per smettere di fumare. Centinaia gli studi condotti nei nostri laboratori e migliaia i pazienti che hanno abbandonato il tabagismo. Continuare su questa strada, con il supporto delle Istituzioni, è il nostro primo obiettivo”.

 

Una serata di intrattenimento per i diabetici che hanno detto “Stop” al fumo

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Il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, incontrerà Giovedì 25 Gennaio alle ore 19 al Plaza Hotel di Catania il gruppo di pazienti diabetici che ha partecipato al progetto di studio dell’Università degli Studi di Catania volto a far smettere di fumare.

Il programma della serata prevede un cocktail party di benvenuto ed uno spettacolo di intrattenimento a cura del noto gruppo brasiliano: CASA Do SAMBA

Prendendo spunto dalla nuova campagna antifumo realizzata dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’attore Nino Frassica, la festa di chiusura del progetto porta il titolo: “Come in una favola“.

Come in una favola, infatti, nella serata catanese del 25 Gennaio si festeggeranno i pazienti diabetici che hanno davvero smesso di fumare grazie ai consigli dei ricercatori del Centro per la Prevenzione al Fumo del Policlinico. Come in un sogno che si realizza, i pazienti hanno migliorato la loro salute e quella delle persone a loro vicine.

L’evento serale – promosso dall’Università degli Studi di Catania, in collaborazione con la Lega Italiana Anti Fumo – vedrà la partecipazione dei medici della struttura ospedaliera, dei ricercatori dell’ateneo catanese e dei numerosi pazienti che hanno partecipato ai progetti di ricerca. L’obiettivo è condividere i risultati ottenuti e presentare le nuove attività nella lotta contro il fumo.

 

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