SHARPER (SHAring Researchers’ Passions for Evidences and Resilience), è uno dei sette progetti sostenuti dalla Commissione Europea e coordinato dalla società Psiquadro, che ha l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella scoperta del mestiere di ricercatore e del ruolo che i ricercatori hanno nel costruire il futuro della società attraverso l’indagine.
L’appuntamento annuale, promosso dalla Commissione Europea, quest’anno si svolgerà venerdì 24 settembre 2021 e ancora una volta il CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania e la LIAF Lega Italiana Anti Fumo saranno tra i protagonisti dell’evento.
In linea con le tematiche dell’edizione 2020, SHARPER rinnova l’attenzione verso il rapporto tra ricercatori e le sfide dei Sustainable Development Goals. All’indomani della crisi globale innescata dalla pandemia, emerge con sempre maggiore evidenza il ruolo dei ricercatori come mediatori consapevoli tra le comunità di cittadini e le sfide imposte dalla contemporaneità, tradotte dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in prospettive per il futuro: dal diritto alla salute a un’educazione di qualità per tutti, dall’urgenza delle questioni climatiche alle tematiche legate al gender gap. Approfondire la riflessione sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rappresenterà anche l’occasione per proiettare il progetto nell’orizzonte temporale a lungo termine dell’Agenda 2050.
L’edizione 2021 segna il tanto atteso ritorno degli eventi dal vivo, per recuperare quel dialogo informale e immediato, ma sempre rigoroso, che caratterizza l’evento, conservando e implementando i formati digitali che nel 2020 hanno aperto nuove prospettive di interazione con il pubblico. In particolare, dopo il successo dello scorso anno, si arricchisce la maratona online, evento corale che ha visto le città coinvolte dare vita a un vero e proprio palinsesto della comunicazione scientifica; quest’anno SHARPER rafforzerà la dimensione europea del format, includendo nella maratona dei collegamenti con le Notti organizzate in altre nazioni.
Tra gli eventi online, l’intervista della giornalista Valeria Nicolosi che discuterà con Giovanni Li Volti, Massimo Caruso e Pasquale Caponnetto delle frontiere della ricerca antifumo in Italia e nel mondo. Lo stesso Caponnetto, inoltre, condurrà alle ore 19:00 un mini talk dal titolo “Harm Reduction: dalla dipendenza verso l’indipendenza” che si terrà presso le aule del Rettorato dell’Università di Catania.
I ricercatori del CoEHAR invece saranno presenti presso il Cortile Platamone (Palazzo della Cultura), in via Via Vittorio Emanuele II, a partire dalle 16:00,per darvi informazioni su come smettere di fumare e partecipare alle nostre ricerche.
Come ogni anno, dal 21 al 23 Settembre prende il via l’incontro annuale di GTNF per parlare della Riduzione del danno da tabacco e delle sue implicazioni sulle politiche di salute pubblica. Sin dal suo inizio a Rio De Janeiro nel 2008, l’evento è diventato uno dei più autorevoli luoghi di confronto e scambio di idee e opinioni tra esperti, rappresentanti del governo, scienziati.
Il GTNF 2021 “Continuing Change: Innovation and Sustainability” -a cui quest’anno si potrà partecipare sia online sia in presenza a Londra- tratterà diversi argomenti, con un focus sui cambiamenti storici che attraversano le politiche di riduzione del danno da tabacco così come del ruolo della Riduzione del Danno nella definizione delle politiche di sanità pubblica a livello internazionale. Quest’anno, uno spazio particolare anche per i consumatori, per discutere su come ampliare e rafforzare la loro voce nei confronti dei governi.
Esperti di calibro mondiale sull’Harm Reduction aggiorneranno il pubblico e discuteranno delle ultime ricerche sulla Riduzione del danno da tabacco -ed in particolar modo- la disinformazione nei media riguardo le evidenze scientifiche disponibili.
Parte dell’incontro approfondirà inoltre gli ultimi sviluppi tecnologici del settore con commentatori e analisti che discuteranno delle opportunità sui mercati globali per le sigarette elettroniche e i prodotti correlati.
Tra i partecipanti il Prof. Riccardo Polosa, scienziato di primo piano nel campo delle sigarette elettroniche e fondatore del Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo (CoEHAR); Clive Bates, direttore di Counterfactual Consulting e fondatore del Blog “The Counterfactual”; Derek Yach, fondatore e presidente della Fondazione Smoke-Free World; Samrat Chowdhery, ex presidente dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations; Sudhanshu Patwardhan, direttore della politica presso il Centro per la ricerca e l’istruzione sanitaria. Joe Murillo, direttore normativo presso Juul Labs; Ian Monteith, direttore delle operazioni globali contro il commercio illecito presso JTI; David O’Reilly, direttore della ricerca scientifica per BAT.
Il risultato di una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Nature Genetics afferma che le cause dell’insorgenza dei tumori polmonari nei non fumatori vanno ricercate nell’accumulo di mutazioni genetiche, provocate da processi naturali sviluppati nell’organismo e che portano una cellula ad impazzire e sviluppare la neoplasia.
Lo studio si ispira per la prima volta alla musica: piano, mezzo-forte, forte.
La descrizione delle mutazioni che scatenano il tumore dei polmoni in chi non ha mai fumato sono diverse da quelle finora identificate nei fumatori, dipendono da processi naturali interni alle cellule e la loro scoperta, frutto di una ricerca internazionale, segna un importante passo in avanti verso terapie personalizzate e diagnosi più precise.
Questo studio introduce per la prima volta una importante novità. La comunicazione scientifica cambia linguaggio e utilizza metafore riconoscibili che possono meglio far comprendere i risultati della scienza. Nello specifico, i ricercatori hanno assegnato ai tre sottotipi nomi ispirati alla musica, in riferimento al livello di rumore, ossia di quantità di mutazioni che li scatenano. Così ‘piano‘ corrisponde al gruppo più numeroso, che ha così tante mutazioni da essere difficile da trattare e nel quale la formazione del tumore avviene molto lentamente, nell’arco di anni. Il sottotipo ‘mezzo-forte‘ presenta le mutazioni nel gene Egfr, di solito alterato in molte forme di tumore del polmone, e comporta uno sviluppo più rapido della malattia. Il sottotipo ‘forte‘, infine, è originato da un meccanismo genetico più simile a quello visto nei tumori dei fumatori e si sviluppa velocemente. Sulla base di queste differenze diventa ora possibile calibrare diagnosi e terapie.
La ricerca è stata coordinata dall’italiana Maria Teresa Landi, che dopo il dottorato in Epidemiologia Molecolare nell’università di Milano, da molti anni si è stabilita negli Stati Uniti, dove lavora nella Divisione di Epidemiologia e Genetica del National Cancer Institute dei National Institutes of Health, a Bethesda. Importante la partecipazione italiana nella ricerca, con le fondazioni Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano e Regina Elena di Roma, Università di Bari.
Lo studio che si ispira alla musica
Degli oltre due milioni di persone cui ogni anno viene diagnosticato il tumore del polmone, la maggior parte sono fumatori e si calcola che solo una piccola parte, fra il 10% e il 15%, non abbia mai fumato. Che alcuni si ammalassero per l’esposizione al fumo passivo o ad altri fattori ambientali, dal radon a inquinanti, era noto. Ciò che non lo era ad oggi, il meccanismo che fa ammalare chi non fuma. I primi dati arrivano adesso dalla ricerca coordinata da Landi e basata sulla sequenza del Dna di tumori prelevati da 232 pazienti che non avevano mai fumato e con il tumore del polmone, il 75% dei quali donne e dall’età media di circa 65 anni.
“Quello che stiamo vedendo è che ci sono diversi sottotipi di carcinoma ai polmoni nei non fumatori che hanno caratteristiche molecolari e processi evolutivi distinti”, ha osservato la Landi. “In futuro– aggiunge – potremmo essere in grado di avere trattamenti diversi basati su questi sottotipi”.
Catania, 16 Settembre 2021 – Al via la seconda edizione di ISPM, lascuola internazionale sul project managament organizzata da ECLAT, spin off dell’Università di Catania, in collaborazione con CoEHAR(Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dello stesso Ateneo). Partner ufficiale di questa nuova edizione anche il prestigioso PMI-SIC, il Project Management Institute, sezione Sud-Italia.
Da Lunedì 20 Settembre a Sabato 25, presso l’UNA Beach Hotel di Giardini Naxos (Taormina), 30 studenti provenienti da oltre 20 Paesi diversi parteciperanno ad una full immersion di alta formazione sulle tecniche avanzate del project management e con un focus specifico sulla gestione di progetti in ambito di ricerca antifumo.
“ISPM, ancora una volta totalmente gratuita – ha spiegato il project leader, Daniela Saitta – offre ai partecipanti un’opportunità concreta per apprendere e mettere in pratica conoscenze e competenze specifiche acquisite durante il corso. Esperti internazionali e project manager selezionati tra i miglior profili al mondo condurranno in aula lezioni interattive e dinamiche con specifiche soluzioni di best practices”.
I 30 giovani, già selezionati nel 2020 tramite procedura di evidenza pubblica, sono stati scelti dalla commissione di valutazione secondo criteri di alto livello scientifico. Al termine del corso, infatti, gli studenti saranno in grado di sviluppare, pianificare e coordinare progetti di ricerca soprattutto nel settore medico scientifico della Riduzione del Danno da Fumo. “Un ambito ancora poco esplorato e che rappresenta una grande opportunità di ricerca ed una occasione unica per entrare nel mondo del lavoro con competenze sempre più specifiche” – così il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR.
A garanzia di un’offerta formativa specialistica e avanzata, inoltre, da quest’anno ISPM gode della partnership con il prestigioso PMI-SIC, il Project Management Institute sezione Sud-Italia, la più importante associazione al mondo di settore. A presiedere la commissione che sceglierà il miglior progetto realizzato in aula quest’anno, il presidente di PMI sud Italia, Paola Mosca, che sarà affiancata dallo stesso prof. Li Volti e dalla dott.ssa Saitta, esperta in progettazione e gestione in ambito di ricerca clinica presso l’Ateneo.
Ricordiamo che la lezione inaugurale di ISPM 2020 si è tenuta online già lo scorso Ottobre, alla presenza dei rappresentanti istituzionali dell’Ateneo, per via delle restrizioni dovute all’emergenza COVID-19. Solo adesso, grazie alla diffusione di misure di sicurezza standardizzate, ISPM può di nuovo accogliere in Sicilia gli studenti provenienti da tutto il mondo al fine di condividere esperienze, idee e cultura, in uno scambio reciproco e continuo di conoscenza.
Dopo il successo dello scorso anno, il Presidente di ANAFE (Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria), Umberto Roccatti, torna in sella per la seconda edizione del bike tour “Ride4Vape”. L’iniziativa, nata per sensibilizzare – attraverso un viaggio simbolico – l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale, per questo 2021 avrà come focus il tema fiscale e in particolare l’insostenibilità e l’irragionevolezza della maxi-tassa prevista dall’ultima legge di bilancio per le e-cig. La nuova imposta è stata temporaneamente sospesa dal Governo Draghi dal 1° agosto fino al 31 dicembre 2021, ma i nuovi e ulteriori aumenti entreranno in vigore dal 1° gennaio 2022, se non si interverrà con una modifica normativa.
“L’aumento progressivo, ogni anno per tre anni, della tassazione per le sigarette elettroniche – spiega Roccatti – è un’assurdità che rischia di mettere in ginocchio un comparto già gravemente colpito dalla pandemia e che oggi conta circa 45 mila occupati tra diretti e indiretti. Sebbene il nuovo regime fiscale sia stato sospeso fino al 31 dicembre 2021, a partire dal prossimo anno entrerà in vigore il nuovo incremento. Si tratta di una norma folle che non solo peserà gravemente su una filiera composta da piccole e medie imprese che rappresentano nel mondo un’eccellenza del Made in Italy, ma incentiverà la proliferazione del mercato nero e il ritorno alle sigarette tradizionali – per le quali non è stato previsto l’aumento di neanche 1 solo centesimo nell’ultimo anno – con l’effetto che in alcuni casi queste risulterebbero addirittura meno costose rispetto alle e-cig.”
Con il supporto di LIAF (Lega Italiana Anti Fumo), IEVA (Independent European Vape Alliance), e Sigmagazine, la “Ride4Vape” partirà da Bolzano lunedì 20 settembre. Prima di approdare nella Capitale, Roccatti farà tappa ad Abano Terme (PD), Santarcangelo di Romagna (RN) e Sangemini (TR). Lungo il percorso, il Presidente di ANAFE, tramite un live Facebook, racconterà nel dettaglio gli effetti disastrosi della politica fiscale definita sulle e-cig e lancerà un appello alle Istituzioni per uno stop alla maxi-tassa.
“Quello che tutto il settore auspica è una revisione dell’attuale carico fiscale – conclude Roccatti – che risulta particolarmente eccessivo. Peraltro va evidenziato che il gettito, nei primi mesi in cui la tassa è entrata in vigore, prima che venisse sospesa dal nuovo Governo, non è stato quello atteso, tutt’altro. A conferma del fatto che aumentare le tasse, soprattutto nel pieno di una pandemia, non concorre positivamente alle entrate dello Stato. Chiediamo pertanto stabilità ed equilibrio fiscale per un settore che ha già subito negli ultimi 6 anni quattro aumenti di tassazione, avvenuti sempre in modo schizofrenico, dalla sera alla mattina, e senza alcuna programmazione”.
“Soddisfatti del risultato dello scorso anno, anche quest’anno accogliamo e sosteniamo con entusiasmo l’impresa di Umberto Roccatti – ha dichiarato il presidente della LIAF, Ezio Campagna – LIAF continua a battersi per sensibilizzare i fumatori a smettere ma soprattutto per sostenere il principio che per chi non riesce a smettere da solo di fumare, passare a prodotti meno dannosi può portare ad una significativa riduzione del danno fumo correlato”.
Mentre la Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente posticipato la decisione finale sull’approvazione o meno delle sigarette elettroniche nel mercato statunitense, gli attivisti anti-fumo continuano ad accusare le aziende di svapo di creare campagne commerciali per attirare gli adolescenti ad acquistare i loro prodotti.
L’organismo di regolamentazione degli Stati Uniti ha recentemente bloccato più di un milione di prodotti per la vaporizzazione di nicotina, mettendo in dubbio la loro sicurezza per la salute e la necessità di proteggere i giovani dalla dipendenza dal tabacco. Le proteste pubbliche sui rischi della dipendenza dalle sigarette elettroniche tra adolescenti sono state guidate da affermazioni secondo cui le aziende di ecigs prendono di mira deliberatamente gli adolescenti. Ma queste accuse sono basate sulla verità e supportate da dati?
Liaf Magazine parla con Charles Gardner, esperto in Riduzione del danno da tabacco e amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO), una ONG internazionale che sostiene i diritti di oltre novantotto milioni di consumatori in trentasette paesi .
I sostenitori dell’anti-svapo affermano come l’industria delle sigarette elettroniche si rivolga agli adolescenti per aumentare le loro entrate ed ottenere “intere nuove generazioni” dipendenti da questi dispositivi. Lei è d’accordo?
C’è molta disinformazione in questo campo. Quindi facciamo un passo indietro e consideriamo questa accusa da una prospettiva economica. Immaginiamo di essere l’amministratore delegato di una nuova azienda di vaporizzatori negli Stati Uniti. Partiamo dalla commissione di un’analisi di mercato (come fanno tutte le nuove aziende, anche se producono stuzzicadenti). La tua analisi rileverà che ci sono 11 milioni di adulti svapatori e 34 milioni di fumatori adulti che potrebbero essere interessati ai tuoi prodotti. Entrambi, ovviamente, hanno una dimostrata disponibilità a pagare. Gli utenti poco frequenti che non acquistano prodotti sono infatti invisibili ad un’analisi di mercato. Quindi il tuo mercato potenziale è di 45 milioni di adulti con una dimostrata disponibilità a pagare.
Secondo gli ultimi dati, entro marzo 2020, il numero totale di adolescenti statunitensi che facevano uso frequente di prodotti per la vaporizzazione della nicotina era di 1 milione. L’uso frequente è “20 o più giorni al mese”. Questi sono gli unici adolescenti che possono possedere un dispositivo e acquistare prodotti. Tre sondaggi indipendenti concordano sul fatto che lo svapo tra adolescenti è diminuito di un altro 30% durante la pandemia. Quindi quel “mercato” illegale di adolescenti è meno di 1 milione, la cui principale fonte di reddito sono le loro indennità. Da notare: prendere di mira gli adolescenti sarebbe malvagio, immorale, illegale e una folle strategia aziendale. Ma immaginiamo che questo CEO voglia farlo comunque. Mettiamo che rivolgendosi al consiglio di amministrazione e agli investitori dica loro: “abbiamo deciso di targetizzare gli adolescenti”. L’amministratore delegato di questa ipotetica azienda lo licenzierebbe in meno di 10 minuti. Questa malvagità, immoralità, e pratiche illegali, insieme al rischio di immagine per l’azienda è una strategia folle che semplicemente non può essere reale.
Charles Gardner, Amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO)
Avallato da un recente articolo su The Washington Post, che ha esposto come le Big Tobacco “abbiano nel passato preso di mira gli adolescenti e abbiano cospirato per nascondere le prove sul danno prodotto dalle sigarette di tabacco combustibili durante gli anni ’80 e ’90”, i detrattori affermano come i produttori di ecigs utilizzino oggi gli stessi trucchi. È vero?
Non c’è dubbio che in passato le aziende del tabacco prendessero di mira gli adolescenti. Avvicinare i ragazzini alle sigarette ha creato per loro benefici a lungo termine perché il loro principale prodotto sono le sigarette, con un margine di profitto del 60%. Queste pratiche immorali e illegali sono state smascherate e non sono oggetto di dibattito. Ma questo è successo 40 anni fa. I responsabili di queste pratiche illegali ora sono morte o in pensione. Accusare la moderna industria dei vaporizzatori delle stesse tattiche è, di per sé, una tattica per diffamare prodotti innovativi maggiormente sicuri e che salvano vite. Ed è particolarmente ironico e irrazionale dato che negli ultimi due anni lo svapo degli adolescenti negli Stati Uniti è diminuito drasticamente e l’uso totale di nicotina da parte degli adolescenti (svapo più sigaretta convenzionale) è diminuito del 55% negli ultimi due decenni. L’intero settore del controllo del tabacco sembra aver perso la sua strada. Non sta più combattendo per ridurre le morti prevenibili per cancro, malattie cardiache e polmonari legate al fumo. Sta combattendo l’industria del tabacco e, attraverso il senso di colpa e la disinformazione, sta ora portando avanti la sua crociata contro l’industria dei vaporizzatori di nicotina che ha già salvato milioni di vite aiutando i fumatori a smettere (e quindi a non morire).
Per anni, gli esperti di controllo del tabacco hanno sostenuto che i prodotti di svapo alla nicotina più sicuri siano “prodotti del tabacco”. Nella sua pubblicazione più recente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità fa un passo avanti, affermando che il vapore liquido è fumo. Questo è, letteralmente, “orwelliano”. L’industria dello svapo esiste da soli 15 anni. È giovane e la maggior parte dei dirigenti senior di quel settore crede davvero nella loro lotta contro i Big Tobacco. Le vendite di sigarette agli adulti sono il loro mercato di riferimento. La maggior parte di loro sono piccole imprese. Ironia della sorte, tutta la disinformazione e le nuove normative cospirano per distruggere questo business. C’è un pericolo molto serio che le politiche di controllo del tabacco troppo zelanti possano avvantaggiare le Big Tobacco. La disinformazione è al centro di questa battaglia. Affermare che svapare equivale a fumare è profondamente sbagliato. Gli obiettivi e la storia di queste due industrie sono diversi quanto le fotocamere elettriche e le cineprese. Le politiche di controllo del tabacco stanno ora lavorando attivamente per prevenire quello che dovrebbe essere un “momento Kodak” per le sigarette convenzionali.
“Quit or die” continua ad essere il messaggio principale delle autorità internazionali per il controllo del tabacco. Si presume che i prodotti per lo svapo facciano parte di un complotto da parte delle Big Tobacco progettato per mantenere le persone dipendenti dalla nicotina. C’è una contro-narrativa a questo?
Suggerisco di chiedere agli “esperti” di rispondere a quattro domande: primo, i vaporizzatori di nicotina (“sigarette elettroniche”) sono più sicuri del fumo? Secondo, aiutano i fumatori a smettere? Prove schiaccianti mostrano che la risposta a entrambe le domande è “sì”. Ora, dobbiamo fermarci qui e renderci conto: se queste risposte sono entrambe “sì”, allora i vaporizzatori di nicotina sono profondamente diversi dalle droghe ricreative come l’alcol o la caffeina, che non aiutano le persone a smettere di usare qualcosa di mortale, e quindi a salvare vite.
La terza domanda è: “Quante persone hanno smesso di fumare con queste cose finora?” Sembra strano che l’unico paese sulla Terra che tiene traccia di questo numero e lo dice al pubblico è il Regno Unito. Le dichiarazioni ufficiali del governo del Regno Unito mostrano come 2,3 milioni di persone abbiano smesso di fumare grazie alle sigarette elettroniche. La popolazione degli Stati Uniti è cinque volte più grande. Quindi potremmo aspettarci un numero molto più grande di ex-fumatori negli Stati Uniti. Ora, non è strano che le autorità sanitarie statunitensi non seguano questo numero e non informino il pubblico? Permettetemi di accennare a uno spoiler: il CDC statunitense conosce questo numero. È nel loro sondaggio sull’intervista sanitaria nazionale.
La quarta domanda è “quanti adolescenti sono effettivamente dipendenti dalla nicotina?” Nessuno vuole che gli adolescenti vaporizzino la nicotina. Nessuno. Dovremmo preoccuparci della dipendenza degli adolescenti perché significa, letteralmente, “difficile smettere”. Qui, ancora una volta, le autorità sanitarie non seguono i numeri giusti. Nessun sondaggio del governo degli Stati Uniti pone agli adolescenti la domanda più ovvia: “possiedi un dispositivo?” E le agenzie sanitarie del governo degli Stati Uniti dicono al pubblico solo quanti adolescenti hanno svapato almeno una volta nell’ultimo mese. Ma quanta nicotina vaporizzano giornalmente? Non presumo che tutti i vapers giornalieri siano dipendenti. I numeri di svapo giornalieri degli adolescenti statunitensi sono molto bassi (5 volte inferiori rispetto al binge drinking). E la maggior parte di loro ha fumato prima.
La Food and Drug Administration (FDA) ha annunciato lo scorso 9 settembre di aver esteso temporalmente la pronuncia definitiva sulle sigarette elettroniche per il mercato statunitense. La decisione arriva cinque anni dopo l’acquisizione della piena autorità da parte dell’F.D.A sui prodotti da svapo e un anno dopo l’avvio dell’iter burocratico da parte delle società produttrici di ecigs per soddisfare le regole stabilite dall’organo di regolamentazione .
La posta in gioco è enorme perché l’approvazione significherebbe finalmente il pieno riconoscimento delle sigarette elettroniche come uno strumento efficace per smettere di fumare. Un evento storico per la Riduzione del Danno da Tabacco negli Stati Uniti. Per questo, la decisione di posticipare la relazione finale ha lasciato nel limbo centinaia di aziende e ha suscitato indignazione e differenti reazioni tra gli esperti.
L’esperto di Riduzione del Danno e autorità internazionale per il mondo dello svapo Clive Bates ha scritto:
“Facciamo un passo indietro e chiediamoci cosa stia effettivamente facendo la FDA oggi. Principalmente sta cercando di micro-gestire quali aromi possano essere inseriti e in quali vaporizzatori al fine di controllare in qualche modo chi li usa e chi no. Pensiamoci un attimo: è un’ingerenza di stato surreale e ridicola, destinata a fallire”.
Cliff Douglas, direttore dell’Università del Michigan Tobacco Research Network, e professore a contratto presso la School of Public Health afferma:
“Il mio nuovo articolo sostiene come la revisione scientifica della FDA debba essere protetto contro l’aggressiva politicizzazione del processo in atto. Dobbiamo sostenere la salute e il benessere di tutti, giovani e adulti”.
Gregory Conley, presidente del gruppo a difesa dei consumatori dell’ American Vaping Association, ha recentemente rilasciato questo commento sulla decisione della FDA:
“Zero autorizzazioni, milioni di prodotti vietati e centinaia di migliaia lasciati nel limbo per il fallimento dell’agenzia nel fare il proprio lavoro. Questo è il risultato della campagna pluriennale della FDA per distruggere l’industria dello svapo e consegnare il resto alle grandi aziende del tabacco”.
Charles Gardner, esperto in comunicazione istituzionale e amministratore delegato dell’International Network of Nicotine Consumer Organizations (INNCO) sottolinea:
“La dilagante politicizzazione nei confronti delle sigarette elettroniche influenzerà la salute di milioni di americani. Le principali organizzazioni per il controllo del tabacco ed i membri del Congresso hanno esercitato una pressione eccessiva sulla FDA, ignorando le competenze scientifiche dell’agenzia.“
Matt Culley, attivista pro-svapo e membro del consiglio di amministrazione di Consumer Advocates for Smoke-free Alternatives Assoc. (CASA) afferma:
“Non c’è mai stata una sola possibilità che la FDA potesse approvare le milioni di applicazioni ricevute. Non sono stati creati per gestire un mercato diversificato con così tanti prodotti. Penso che preferiscano che le persone svapino i prodotti provenienti dal mercato nero piuttosto che dover essere i controllori di un mercato cosi’ complesso.”
La conclusioni dello studio suggeriscono come la priorità per la protezione della salute pubblica sia la fine della commercializzazione dei prodotti a tabacco combusto mentre gli ENDS dovrebbe essere adottati come strumenti per la cessazione.
La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha recentemente interrotto l’avanzamento di oltre 55.000 prodotti da svapo contestando la loro sicurezza per la salute e la necessità di proteggere i più giovani dalla dipendenza dal tabacco.
I sistemi elettronici di somministrazione della nicotina (ENDS) – come le sigarette elettroniche – sono dispositivi che forniscono nicotina senza la combustione del tabacco.
Le evidenze scientifiche disponibili da studi clinici negli ultimi anni hanno sottolineato come siano i prodotti della combustione ad essere i principali responsabili degli effetti nocivi del fumo. E’ per questo che molti sostenitori del Tabacco Harm Reduction si battono affinche i dispositivi di rilascio di nicotina ad assenza di combustione vengano considerati degli strumenti atti a promuovere la cessazione del fumo.
Nonostante il supporto scientifico e gli studi di settore molti governi, compresi gli Stati Uniti, continuano ad imporre pesanti normative su questi dispositivi. Dietro le restrizioni, i dubbi per la sicurezza a lungo termine di questi prodotti e le preoccupazioni per l’uso diffuso tra gli adolescenti.
L’ultimo studio “Clinical Pharmacology of Electronic Nicotine Delivery Systems (ENDS): Implications for Benefits and Risks in the Promotion of the Combusted Tobacco Endgame” condotto dal Dr Neal L. Benowitzr, cerca di far luce su questo passaggio da un punto di vista clinico analizzando entrambi i punti e concentrandosi sulle conseguenze sulla salute e i potenziali rischi dell’uso di ENDS da parte dei giovani.
Riguardo gli effetti per la salute, la ricerca ha sottolineato come sia difficile studiare gli effetti degli ENDS sull’uomo, suggerendo però come le sigarette elettroniche abbiano una tossicità inferiore rispetto alle sigarette tradizionali.
Analizzando i comportamenti degli adolescenti sull’uso delle sigarette elettroniche invece gli scienziati rifiutano il tanto temuto effetto gateway, mentre avvertono come il recente fenomeno dell’uso di ecigs da parte dei giovani non possa escludere del tutto la possibilità di un aumento dell’uso di tabacco combustibile. .
La conclusione della ricerca suggerisce quindi come la priorità per la protezione della salute pubblica sia la fine della commercializzazione dei prodotti a tabacco combusto, mentre l’Ecigs dovrebbe essere adottato come strumento alternativo per smettere di fumare.
Sebbene le sigarette elettroniche non siano prive di ricadute per la salute, lo studio ha sottolineato come siano molto meno dannose del fumo di sigaretta. Se i fumatori usassero solo le sigarette elettroniche come terapia di cessazione – continua la ricerca – si avrebbe sicuramente un enorme beneficio per la salute pubblica.
Commentando l’approccio della FDA sulle Ecigs, i ricercatori consigliano all’organismo di regolamentazione statunitense di attuare campagne di sensibilizzazione verso il pubblico rispetto a tali dispositivi. Inoltre, suggerisce di supportare la transizione dal fumo di sigaretta alle sigarette elettroniche, adottando tutte le azioni necessarie per evitare l’esposizione dei giovani agli aromi.
Da quando si apprende dagli ultimi aggiornamenti ANSA.it, il mondo di Instagram ha implementato un’opzione di controllo dei contenuti sensibili direttamente nella sezione Esplora. L’obiettivo è permettere agli utenti che utilizzano l’app di scegliere la quantità di foto e video considerati sensibili da vedere nel feed e dare così un maggiore controllo sull’utilizzo.
Quando si parla di contenuti sensibili, si intendono foto o video che non violano le regole della community come contenuti che incitano all’odio. Si tratta, come mette in chiaro Instagram, di post “che potrebbero essere potenzialmente irritanti per alcune persone, ad esempio post che potrebbero essere sessualmente allusivi o violenti”.
La nuova funzione consente quindi di decidere quanti contenuti sensibili vedere nella propria sezione Esplora.
Selezionando “Limita ancora di più” si ridurrà ulteriormente la visione di tali post. Si potrà anche disattivare del tutto il filtro, passando dall’opzione predefinita “Limita” a “Consenti”. È possibile modificare l’impostazione in qualsiasi momento, ma la scelta non sarà disponibile per gli utenti di età inferiore ai 18 anni.
Ma la novità che ci interessa particolarmente è che a quanto pare attivando questa opzione, Instagram potrebbe nascondere anche la visualizzazione nel feed Esplora di post che promuovono l’uso di alcuni prodotti particolari, ad esempio tabacco, sigarette elettroniche e farmaci.
Nello specifico la community di Instagram permette di condividere anche attraverso le storie, le proprie esperienze, raggiungendo un target di età che va maggiormente dai 16 ai 35 anni con un pubblico interattivo e più pronto a trasformare gli incipit in azioni di cambiamento.
Considerando che i social media sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, in quanto rappresentanti di unnuovo modo di comunicare ed interagire, cosa comporterà una decisione del genere? Soprattutto se consideriamo che questa estrema digitalizzazione si è rivelata utile, nell’ultimo anno, per targetizzare anche molte campagne antifumo, andando ad interagire proprio con quelle fasce di età più giovani.
Il 9 settembre, laFood and Drug Administration (FDA)deciderà il futuro del tabacco e della nicotina negli Stati Uniti, e non solo. Questa settimana sarà estremamente importante perché si deciderà quali prodotti a rischio ridotto potranno rimanere sul mercato.
Le decisioni dell’ente statunitense non influenzeranno solo il futuro economico dei proprietari di piccole imprese e delle grandi aziende di svapo; in gioco ci saranno anche i diritti di milioni di attuali fumatori ed ex fumatori che rischieranno di non poter più usufruire delle alternative più sicure che potrebbero salvare le loro vite.
Legislatori e gruppi di attivisti hanno lanciato l’allarme dello svapo giovanile per spingere la FDA a vietare i liquidi aromatizzati. Nell’immaginario popolare, lo svapo seduce i giovani e contribuisce alla loro dipendenza da questi prodotti, rinormalizzando l’uso del tabacco e giustificando così il divieto di vendita di sigarette elettroniche anche agli adulti. Ma i potenziali benefici salvavita delle e-cigarette per i fumatori adulti meritano un’attenzione pari ai rischi per i giovani.
I sostenitori dell’Harm Reduction se da una parte non respingono le preoccupazioni sull’uso di questi prodotti da parte dei giovani, dall’altra si concentrano soprattutto sull’obiettivo di prevenire le morti causate dai danni del fumo. Facendo sempre leva sugli studi che confermano come lo svapo sia molto più sicuro del fumo di sigaretta, e più efficace dei cerotti o delle gomme alla nicotina nell’aiutare i fumatori a smettere. In questi giorni l’urgenza sta proprio nel trovare un equilibrio fra la protezione dei minori e il grande aiuto che la sigaretta elettronica può dare a chi fuma.
Kenneth Warner e David Mendez, entrambi della School of Public Health dell’Università del Michigan, lo hanno illustrato in uno studio dello scorso anno che ha simulato 360 diversi scenari su come lo svapo potrebbe avere un impatto sulla salute americana. Nel 99% di questi scenari, i risultati sono stati positivi. Allo stesso modo, il modello pubblicato da David Levy della Georgetown University e altri ricercatori sulla rivista Tobacco Controlprevede che il passaggio dal fumo allo svapo eviterebbe tra 1,6 e 6,6 milioni di morti premature entro il 2100.
Ma nell’ultimo anno, a causa della cattiva informazione, la maggior parte ha avuto una visione distorta dei rischi dello svapo, in molti hanno creduto erroneamente che lo svapo sia dannoso quanto il fumo. Le politiche statunitensi focalizzandosi molto su come eliminare lo svapo giovanile, hanno contribuito allo stesso tempo a ridurre il potenziale contributo che lo svapo può dare ai fumatori adulti. Si dovrebbe trovare un modo per proteggere i minori, ma senza penalizzare gli adulti così come si sta facendo, ovvero: privandoli degli strumenti alternativi di cui hanno usufruito fino ad oggi.
Ridurre drasticamente e precipitosamente l’accesso a questi prodotti potrebbe presentare un serio rischio per tutti gli adulti, in particolare gli ex fumatori, che attualmente usano le sigarette elettroniche. Privarli di tali strumenti, li farebbe tornare alle sigarette convenzionali.
Questo è esattamente quello che si verificherà il 9 settembre se la FDA adotterà l’approccio sbagliato.
Nonostante i progressi che sono stati fatti fino ad oggi per eliminare il fumo, 34 milioni di americani continuano a fumare e più di 400.000 di loro muoiono prematuramente ogni anno. I fumatori meritano di meglio e per molti, l’accesso a opzioni più sicure e attraenti è una questione di vita o di morte. Togliergliela sarebbe una tragedia che la FDA potrebbe evitare scegliendo la riduzione del danno invece che il proibizionismo.