mercoledì, Giugno 18, 2025
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Ecig alleate per combattere i danni del fumo al sistema vascolare 

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replica sistema vascolare ecig

L’endotelio è un tessuto che ricopre la parete interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Ma anche se strutturalmente sempre uguale, a seconda dell’organo in cui si trova assume caratteristiche peculiari.

Tra i fattori che contribuiscono ad alterare la normale risposta dell’endotelio vi è il fumo di sigaretta, il precursore di danni al sistema vascolare e patologie quali arteriosclerosi e ipertensione.

La combustione della sigaretta, infatti, sprigiona una serie di componenti tossici che impediscono la normale riparazione del sistema endoteliale, agendo in maniera dannosa sui meccanismi quali l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali.

Ridurre l’esposizione a questi componenti tossici può rappresentare una strategia valida per ridurre l’effetto dannoso sull’endotelio e, di conseguenza, l’insorgenza di patologie cardiovascolari.

Se il fumo di sigaretta è così dannoso, quali possono essere gli effetti delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato su tali meccanismi?

Numerosi studi internazionali hanno valutato gli effetti del fumo sul sistema vascolare: in particolare, una ricerca condotta da Taylor e colleghi del 2017 ha mostrato che le cellule endoteliali esposte al vapore di sigaretta elettronica mantengono la loro capacità di riparare efficacemente delle piccole ferite che possono generarsi per diversi motivi nei vasi sanguigni, a differenza delle cellule endoteliali esposte ai sottoprodotti del fumo di sigaretta, che risultano invece fortemente limitate in questa funzione di riparazione.  

I ricercatori del progetto Replica, uno dei progetti di maggior successo del CoEHAR, che negli ultimi due anni ha replicato gli studi internazionali di maggior rilevanza nel mondo della riduzione del danno grazie a un network di laboratori indipendenti, dimostrando la ridotta tossicità delle sigarette elettroniche e creando standard di riferimento per la ricerca scientifica, hanno voluto riprodurre in condizioni indipendenti i risultati dello studio di Taylor: una scelta, quella del team di ricerca di Replica, necessaria per garantire una maggiore validità ai dati ottenuti dagli studi empirici. 

Lo studio “Comparative assessment of electronic nicotine delivery systems aerosol and cigarette smoke on endothelial cell migration: the Replica Project” ha messo a confronto gli effetti di tre dispositivi elettronici a rilascio di nicotina commerciali e una sigaretta classica.

Seguendo gli standard di riferimento internazionali ed utilizzando gli strumenti più innovativi del settore, i dati rilevati dai ricercatori del CoEHAR hanno confermato i risultati della ricerca di Taylor: le sigarette elettroniche non inducono l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali in vitro rispetto al fumo di sigaretta, e riducono significativamente il tipico danno da fumo sul sistema vascolare.

Ancor di più, i ricercatori CoEHAR hanno aggiunto allo studio originale una comparazione con due prodotti a tabacco riscaldato molto diffusi e hanno dimostrato che anche per questi prodotti gli effetti sono molto meno pronunciati di quelli osservati con il fumo di sigaretta. 

Lo studio, condotto grazie alla collaborazione di quattro laboratori internazionali, ha confermato che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono caratterizzati da un effetto citotossico di almeno il 95% inferiore rispetto alle sigarette convenzionali, e, sempre rispetto alle stesse, mostrano una risposta migliore (di circa il 100%), a parità di quantità di nicotina rilasciata

Gli esperimenti sono stati condotti e convalidati utilizzando gli standard ISO, CORESTA e HCI e protocolli simili alle normali condizioni d’uso.

Come dimostrato nei precedenti studi condotti da Replica, il danno prodotto dalla sigarette elettroniche è significativamente inferiore rispetto a quello prodotto dalle sigarette convenzionali” ha spiegato il prof. Massimo Caruso, autore dello studio e co-project leader di Replica “ma la scoperta interessante è che passare a prodotti senza combustione riduce i danni al sistema vascolare e previene la possibilità di insorgere in malattie fumo correlate come l’arteriosclerosi e l’ipertensione”.

Il metodo utilizzato dai ricercatori è stato quello di ricreare artificialmente piccole lesioni sulla superficie cellulare, valutando se a seguito dell’esposizione all’aerosol o fumo di ogni singolo prodotto queste cellule riuscissero a riparare il danno provocato.

I risultati sulla capacità delle cellule endoteliali di guarire la ferita in seguito all’esposizione al fumo di sigaretta e all’aerosol di sigaretta elettronica dei quattro laboratori internazionali coinvolti in questo studio hanno confermato i risultati riportati nello studio originale.

Replicando i risultati ottenuti dagli studi sulle sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, i ricercatori del CoEHAR dell’Università di Catania e i partner internazionali hanno dimostrato che questi dati sono solidi e affidabili.

I risultati di questo studio hanno una forte rilevanza nel campo della prevenzione per la salute umana – ha aggiunto il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosaconsiderati i danni che il fumo di sigaretta crea nell’apparato cardiovascolare ed il fallimento delle attuali strategie antifumo. Questi dati rappresentano informazioni scientifiche utili a supporto del processo di regolamentazione di questi prodotti che possono rivelarsi validi al fine di sviluppare efficaci strategie di riduzione del danno basate sulle evidenze scientifiche”. 

Lauree 2022: la ricerca sulle ecig argomento di interesse multidisciplinare

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Si stanno concludendo le sessioni di laurea del secondo semestre 2022 e tra le tesi di laurea dei neo dottori torna di nuovo alta l’attenzione sulla ricerca antifumo. Al centro del dibattito accademico dell’Università di Catania gli strumenti utili e le terapie più efficaci per ridurre i danni causati dall’abitudine al fumo.

Ginecologia, neurologia, chimica, fisica, giurisprudenza, in quasi tutti i Dipartimenti le commissioni di valutazione hanno assistito ad una proliferazione importante dei temi inerenti le patologie fumo correlate e i risultati portati avanti dai progetti di ricerca condotti all’interno del CoEHAR.

Questa mattina, tra le altre, la dr.ssa Alessia Zimone, ha conseguito la laurea in Biotecnologie con una tesi dal titolo: “Studio di Marker di disfunzione endoteliale da monociti e cellule endoteliali esposti a fumo di sigaretta”, incentrata sulle innovazioni introdotte dal progetto REPLICA coordinato dal prof. Massimo Caruso.

Prof. Massimo Caruso, Università di Catania: “La dr.ssa Zimone ha contribuito ad evidenziare come il fumo di sigaretta, già in esposizioni acute, sia capace di agire sulle cellule circolanti del sistema immunitario. Questi marcatori saranno utili nella determinazione della riduzione del rischio di esposizione all’aerosol di sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco per la valutazione del rischio ridotto con i dispositivi alternativi alla classica sigaretta“.

RIDE 4 VAPE: al via la 3° edizione con meta Strasburgo

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Ride4Vape

“Vaping is not smoking: differentiate!”. È questo il claim scelto per la III edizione della “Ride 4 Vape”, il viaggio simbolico in bicicletta nato nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale e sul rischio ridotto della sigaretta elettronica.

Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE (Associazione Nazionale dei produttori di Fumo Elettronico), e Vicepresidente di IEVA (Independent European Vape Alliance) quest’anno oltrepasserà per la prima volta i confini nazionali: partirà da Torino sabato 2 luglio e arriverà al Parlamento europeo a Strasburgo martedì 5.

Un tour di 700 km in 4 tappe per rimarcare anche a livello internazionale l’importanza dell’approccio della riduzione del rischio nella lotta al fumo che poggia le sue basi anche sulla differenziazione a livello normativo tra le sigarette (principale causa di decessi e di malattie fumo-correlate in tutto il mondo, in quanto il loro consumo presuppone la combustione) e i prodotti di nuova generazione senza combustione come le e-cig. 

Durante il viaggio, il Presidente Roccatti approfondirà, con dei video, il potenziale in ambito sanitario del principio di riduzione del rischio ed evidenzierà le eventuali criticità che potrebbero scaturire dalle prossime scelte legislative dell’Ue (TED – Direttiva sulle accise – e TPD – Direttiva sui prodotti del tabacco) qualora dovessero basarsi sull’ormai inattuale approccio di “massima precauzione”.

Tra le tappe della “Ride 4 Vape” ci sarà anche Ginevra, in Svizzera, dove ha sede l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lì Roccatti consegnerà una chiavetta USB contenente i principali studi scientifici indipendenti sulle e-cig che ne rilevano una riduzione della tossicità fino al 95% in meno rispetto alle sigarette tradizionali.

“Con questo nuovo viaggio – spiega Umberto Roccatti – vogliamo dimostrare concretamente, ancora una volta, come una persona come me, che fumava 30 sigarette al giorno, passando al vaping può normalizzare la propria salute, cambiare stile di vita e fare sport con successo.

È stato infatti ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig non solo impatta molto meno sullasalute ma rappresenta una valida alternativa per tutti coloro che non riescono o non vogliono smettere di fumare”.

Perché lo svapo è profondamente diverso dal fumo. “Il legislatore deve quindi comprendere e interiorizzare la distinzione tra prodotti tradizionali e nuovi prodotti senza combustione. Se l’obiettivo è avere politiche sanitarie europee efficaci e raggiungere la quota del 5% (dall’attuale 25%) di fumatori in Ue entro il 2040 – conclude Roccatti – è importante non solo una differenziazione sul piano fiscale ma anche su quello dei divieti”.

La “Ride 4 Vape” è un’iniziativa promossa da ANAFE e IEVA e realizzata con il supporto di LIAF (Lega Italiana Anti Fumo) e Sigmagazine.

Sarà possibile seguire quotidianamente il tour sui social: per aggiornamenti in inglese consultare la pagina Facebook della Ride 4 Vape, mentre i contenuti in italiano saranno disponibili sui canali social di ANAFE.

Stati Uniti: dati attestano la fine del picco di uso di ecig tra gli studenti

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L’uso della sigaretta elettronica tra gli adolescenti negli Stati Uniti è considerato uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Ciononostante, i dati federali dimostrano che, rispetto al picco epidemico del 2019, il numero di svapatori minorenni è incredibilmente diminuito insieme al numero di fumatori. 

Lo svapo da parte di adolescenti e giovani adulti è una preoccupazione legittima, ma la paura per i rischi collegati all’uso di questi strumenti è stata notevolmente esasperata.

Sappiamo che l’utilizzo di prodotti senza combustione è aumentato nella popolazione studentesca nell’ultimo decennio ma dal 2019 negli Stati Uniti è stato riscontrato un drastico calo del numero di svapatori tra gli adolescenti e nello stesso periodo i tassi di fumo sono costantemente scesi a nuovi livelli record. 

Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR dell’Università degli Studi di Catania, insieme al prof. Thomas B. Casale dell’Università della Florida e Donald P. Tashkin della UCLA Health Sciences di Los Angeles, ha di recente pubblicato sul “The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice” una ricerca dal titolo “A close look at vaping in adolescents and young adults in the USA”, dedicata esclusivamente alle abitudini di svapo tra gli adolescenti negli Stati Uniti. 

Obiettivo dell’articolo era quello di fornire uno sguardo di insieme sull’utilizzo di prodotti del vaping tra gli adolescenti e i giovani adulti nel territorio americano e valutare l’impatto in termini di salute respiratoria e i dati sul loro utilizzo.

Nel corso dell’ultimo decennio, le percentuali di utilizzo delle sigarette elettroniche tra gli studenti delle superiori è aumentato in maniera sostanziale, ma dopo il picco del 2019, ha iniziato a diminuire sensibilmente.

Di contro, nello stesso arco temporale, i tassi di fumo sono diminuiti costantemente fino a raggiungere i minimi storici. Questi trend, uniti ai dati delle più recenti analisi, non sembrano giustificare la teoria del cosiddetto gateway effect, ovvero che il vaping rappresenti una porta di ingresso al mondo del fumo. 

La grande maggioranza di coloro che utilizzano le ecig riporta un uso infrequente ed è improbabile che il loro uso aumenti il rischio individuale di effetti sulla salute. Inoltre, chi svapa molto spesso ha già fumato in precedenza e raramente si tratta di persone che non hanno mai fumato.

Un aumento simile nell’abitudine allo svapo è stato segnalato tra i giovani nella fascia tra i 18 e i 24 anni di età nell’ultimo decennio, sebbene in misura minore rispetto alla fascia degli studenti delle scuole superiori. 

Allo stesso tempo, i tassi di fumo sono notevolmente diminuiti, ma rimangono sempre superiori ai dati sugli studenti delle scuole superiori. 

Come per questi ultimi, non ci sono dati che l’utilizzo di sigarette elettroniche possa aprire la strada al consumo di sigarette convenzionali. Al contrario, i dati dimostrano che una percentuale molto alta dei giovani che svapano in realtà ha già fumato in precedenza.

È interessante notare come la percentuale di utilizzatori duali sia diminuita negli ultimi anni: i sondaggi federali riportano infatti cali drastici nei tassi di utilizzo duale (NHIS 2019 23%; NYTS 2021 12.5%). 

Ciò è probabilmente dovuto a diversi fattori: con il progresso tecnologico, e il conseguente miglioramento sia dei sistemi che dell’esperienza sensoriale, è possibile che un numero sempre maggiore di svapatori si ritenga soddisfatto del solo svapare, trovandolo un’alternativa soddisfacente al fumo di sigaretta. 

L’utilizzo duale dovrebbe essere considerato parte di un percorso comportamentale che si evolve nel tempo , non qualcosa di statico e fisso. 

Un soggetto può iniziare a svapare senza avere in mente di smettere di fumare, ma mano a mano che l’utente acquisisce familiarità e trova il prodotto che preferisce, inizierà ad utilizzare lo strumento con sempre maggiore frequenza in diversi contesti e situazioni.

È una buona notizia che l’abitudine allo svapo tra gli studenti delle scuole superiori sia in rapido declino, tanto che “l’epidemia da svapo” tra gli adolescenti sia ormai da considerarsi finita” ha affermato il prof,. Polosa “E una notizia ancora migliore è quella che riporta il drastico calo dei tassi di fumo di sigaretta tra gli studenti delle scuole superiori, con le percentuali sul fumo che raggiungono i minimi storici. L’eradicazione del fumo di tabacco è alle porte!… ma dobbiamo rimanere vigili per garantire che i livelli di svapo tra i giovani rimangano bassi. Nel frattempo, le autorità devono far rispettare le norme vigenti in materia di vendite illegali ai minori per limitare l’accesso al tabacco e ai prodotti a base di nicotina”.

L’uso di sigarette elettroniche frequente o giornaliero tra gli adolescenti non è molto diffuso: la maggior parte dei giovani utilizzatori di prodotti elettronici a rilascio di nicotina ha dichiarato di aver utilizzato la sigaretta elettronica solo 1 o 2 volte al mese. Questi dati dimostrano che l’utilizzo giornaliero di sigarette elettroniche non è molto comune. Abbiamo bisogno di forti campagne di prevenzione destinate agli studenti che li informino dei potenziali rischi” ha aggiunto il Prof. Thomas B. Casale

Un dato allarmante è quello che rileva un aumento esponenziale del numero di giovani svapatori che svapa marijuana con una frequenza relativamente alta. E sappiamo che l’assunzione di marijuana durante l’adolescenza è associata al declino della memoria, dell’attenzione e dell’apprendimento. 

Gli adolescenti e i giovani adulti non dovrebbero svapare, fumare, bere smoderatamente o usare droghe, ma alcuni lo faranno comunque, indipendentemente da ciò che gli adulti dicono loro di fare. C’è una reale preoccupazione al momento per il consumo di marijuana in questa fascia di età vulnerabile, ma sono disponibili solo dati limitati in merito agli effetti negativi sulla salute per quanto riguarda questi prodotti” ha affermato il prof. Donald P. Tashkin.

Il NYTS (The National Youth Tobacco Survey) nel 2019 ha confermato un aumento significativo dello svapo tra gli studenti delle scuole superiori degli anni precedenti: dal 7,6% nel 2017 si è passati al 15,1% nel 2018 e al 22,4% nel 2019. Contemporaneamente, nel 2019 il fumo di sigarette convenzionali è passato dal 3,6% del 2017 allo 0,8% nel 2019. Tuttavia, i dati dell’indagine più recente (NYTS 2021) hanno mostrato una riduzione del 58% dello svapo delle scuole superiori, dal picco del 27,4% nel 2019, all’11,2% al 2021. 

Non sappiamo se l’uso di ecig nei giovani può portare a esiti negativi per la salute nell’età adulta e sono necessari studi a lungo termine di alta qualità– ha concluso Polosa – sebbene lo svapo sia stato collegato a sintomi respiratori, questi si sono rivelati transitori e spesso incerti. Rispetto alle sigarette convenzionali, le elettroniche emettono molte meno sostanze tossiche e cancerogene e la riduzione del danno rispetto al fumo di sigaretta convenzionale è ormai certa”. 

Il CoEHAR pubblica il primo studio al mondo che valuta l’efficacia e la sicurezza della vareniclina tra i fumatori con diabete 

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Un trial clinico randomizzato ha valutato l’utilizzo della vareniclina (Chantix), in combinazione con supporto psicologico professionale, tra i fumatori affetti da diabete: il farmaco ha aumentato in maniera significativa le possibilità di riuscita nei percorsi di smoking cessation per 300 fumatori affetti da diabete mellito di tipo 2 

LINK ALLO STUDIO 

Il fumo può avere ripercussioni rilevanti tra le persone affette da diabete mellito di tipo 2. L’interazione tra l’iperglicemia tipica della condizione patologica e delle sostanze tossiche inalabili prodotte dal fumo di sigaretta può accelerare il decorso delle complicazioni relative al diabete (ad esempio, malattie coronariche, infarto, malattie arteriose periferiche, retinopatia e nefropatia).

Inoltre, nei percorsi di cessazione per pazienti di questo tipo, bisogna considerare risvolti unici e tipici a livello metabolico e comportamentale: ad esempio, i fumatori con diabete potrebbero dimostrare una bassa motivazione a smettere, dovuta al timore di incorrere in uno degli effetti più tipici del dire addio alla sigaretta, ovvero l’aumento di peso, con un conseguente aumento del rischio di ricadute.

Tuttavia, molti studi hanno dimostrato come smettere di fumare si traduca in un miglior controllo glicemico e un ridotto rischio cardiometabolico: aiutare i fumatori affetti da diabete mellito di tipo 2 è una priorità assoluta.

Le terapie comportamentali e i farmaci per la cessazione spesso sono utilizzati in combinazione per aumentare l’efficacia dei trattamenti antifumo, ma i dati in merito a questi interventi tra i fumatori affetti da diabete sono limitati. Nello specifico, non è stata valutata attentamente l’efficacia e la relativa sicurezza della vareniclina (Chantix) tra i fumatori affetti da diabete.

Una lacuna colmata dal trial clinico randomizzato condotto dai ricercatori del CoEHAR, Centro di Eccellenza internazionale per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania in collaborazione con il Mossakowski Medical Research Institute (Polonia), che ha indagato l’utilizzo della vareniclina tra i fumatori con diabete che avevano intenzione di smettere di fumare.

Lo studio “Efficacy and safety of varenicline for smoking cessation in patients with type 2 diabetes: A multicenter double-blind randomized placebo-controlled trial”, primo nel suo genere, ha dimostrato che l’utilizzo della vareniclina è particolarmente efficace durante tutto il percorso di cessazione, con dati interessanti attestati alla settimana 12, 24 e 52 del trattamento.

“L’obiettivo che dovrebbero avere tutti i fumatori è quello di raggiungere l’astinenza da fumo e di mantenerla, in particolare i fumatori affetti da diabete “ ha dichiarato la dott.ssa Cristina Russo, prima autrice dello studio “I fumatori con diabete sono a conoscenza che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di danni al sistema cardiovascolare e vascolare, oltre che il rischio di insufficienza renale, ma molto spesso non riescono a smettere da soli. È nostro dovere aiutare questi fumatori a smettere sia attraverso la consulenza professionale sia grazie a trattamenti più efficaci. Siamo lieti nel dimostrare come la vareniclina, combinata al supporto psicologico, abbia aiutato un numero significativo di pazienti affetti da diabete a dire addio al fumo”.

LO STUDIO

Lo studio è stato condotto tra una popolazione di fumatori affetti da diabete con un media di 10 sigarette fumate al giorno: sono stati reclutati 300 partecipanti da cinque differenti ospedali dall’area di Catania.

Scopo dello studio era valutare l’efficacia e la relativa sicurezza della vareniclina, paragonata a un placebo, nei percorsi di smoking cessation. 

Una volta attestata la storia clinica dei pazienti e la loro abitudine tabagica, i partecipanti hanno ricevuto un supporto professionale per indirizzarli nel percorso. Divisi in seguito in due gruppi differenti, è stata loro fornita una scorta sufficiente sia di vareniclina sia del placebo.

Dopo la prima visita, tutti pazienti sono stati rivisti su base settimanale per le successive 12 settimane. Al termine della fase di trattamento, gli incontri sono stati programmati alle settimane 13, 24 e 52 per rilevare i dati in merito all’astinenza da fumo e all’uso dei farmaci.

La prima fase è stata completata da un totale di 215 partecipanti (il 73.3% nel gruppo della vareniclina e il 70% nel gruppo del placebo). Durante la fase successiva, 201 partecipanti hanno completato la visita alla settimana 24 ( 66.6% nel gruppo vareniclina e 67.3% nel gruppo placebo) e alla settimana 52 hanno completato il percorso 195 pazienti (66.6% e 63.3% rispettivamente nei due gruppi).

In tutte le fasi, le percentuali di astinenza da fumo erano più alte tra il gruppo di utilizzatori di vareniclina rispetto al gruppo placebo. Secondo i dati rilevati, i fumatori affetti di diabete mellito di tipo 2 inseriti nel gruppo della vareniclina avevano circa 3 volte più possibilità di smettere rispetto al gruppo placebo durante tutto lo studio.

Per quanti riguarda gli esiti avversi del trattemnto a base di vareniclina, in generale sono stati rilevati sintomi lievi o moderati. I più comuni che hanno portato all’interruzione del trattamento sono stati ansia e depressione. Se compariamo i dati presi dai due gruppi, quello che ha utilizzato la vareniclina e quello che invece ha utilizzato il placebo, i sintomi più comuni sono stati nausea (27.3% nel gruppo vareniclina e 11.4% nel gruppo placebo ), insonnia (19.4% vs. 12.7%), sogni anormali (12.7% vs. 3.4%), ansia (11.4% vs. 7.3%) e irritabilità (9.4% vs. 5.4%).

Per quanto riguarda la relativa sicurezza dell’uso di vareniclina tra i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, i dati sono simili a quanto già rilevato in precedenti studi condotti su campioni di fumatori tra la popolazione. Per quanto riguarda i parametri metabolici e cardiovascolari non state attestate differenze significative tra o all’interno dei due gruppi. In particolare, non è stato rilevato aumento di peso durante lo studio tra i partecipanti.

I fumatori affetti da diabete dovrebbero avere accesso a metodi di cessazione efficaci e sicuri. Più lunga è l’abitudine al fumo e la pregressa condizione di fumatori, più basse saranno le possibilità di raggiungere l’astinenza nel lungo periodo. L’utilizzo combinato della vareniclina e del supporto psicologico abbassano il rischio connesso al diabete e aumentano le possibilità di cessazione” – così conclude il prof. Riccardo Polosa.

Diasmoke: la letteratura su fumo e diabete ha ancora grandi lacune

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Smettere di fumare riduce il rischio di problemi cardiovascolari e di insufficienza renale. Allo stesso tempo, però, comporta una serie di effetti secondari per i pazienti affetti da diabete, tra cui l’aumento di peso. Sebbene la cessazione per i pazienti affetti da diabete che fumano siano perentoria, molti di loro hanno grandi difficoltà a smettere da soli, senza supporti o strumenti terapeutici.

Una review condotta da un team di ricercatori europei facenti parte del progetto di ricerca DIASMOKE (coordinato dal CoEHAR dell’Università di Catania) ha rivelato lacune nella letteratura scientifica di settore, soprattutto in merito agli effetti a livello metabolico del fumo e dello smettere di fumare sulla patologia.

È ormai noto come il fumo rappresenti un fattore di rischio per diverse patologie e aumenti anche il rischio di morte per i fumatori. Le persone affette da diabete potrebbero però incorrere in un rischio ancora maggiore, dovuto non solo all’effetto sinergico del fumo e della patologia stessa sul sistema cardiovascolare e i possibili danni vascolari, ma anche agli esiti avversi che il fumo comporta in termini di controllo glicemico e livelli lipidici.

A livello internazionale, i ricercatori concordano sul fatto che smettere di fumare riduca il rischio di effetti avversi sul sistema cardiovascolare. Allo stesso tempo, smettere può comportare anche effetti collaterali, come l’aumento del peso, che potrebbe a sua volta indurre effetti metabolici imprevisti tra chi soffre di diabete.

La mancanza di dati e di ricerche in merito, ha spinto un gruppo internazionale di ricercatori, appartenenti all’Università di Catania, al Mossakowski Medical Research Institute di Varsavia e all’Ashford and Saint Peter’s Hospitals (Inghilterra), a condurre una review per descrivere lo stato dell’arte e i dati certi in merito ai percorsi di cessazione tra i pazienti affetti da diabete e ai risvolti in termini di controllo glicemico, resistenza all’insulina, secrezione di insulina, anomalie lipidiche e parametri biochimici della nefropatia.

Lo studio Impact of stopping smoking on metabolic parameters in diabetes mellitus: A scoping reviewafferisce al progetto Diasmoke, il primo studio internazionale a valutare e attestare l’impatto in termini di salute generale delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato nei pazienti affetti da diabete.

Smettere di fumare si traduce in benefici immediati per chi soffre di questa patologia, riducendo il rischio di mortalità e di problematiche cardiovascolari. Ma i ricercatori hanno notato delle lacune nelle ricerche scientifiche sugli effetti metabolici dello smettere di fumare: i risultati attesi non sono stati uniformemente dimostrati. Le ricerche hanno infatti dimostrato sia dei miglioramenti sia dei peggioramenti temporanei nel controllo glicemico dopo che il soggetti avevano deciso di smettere di fumare. 

“Nel valutare la quesitone dei possibili effetti metabolici della cessazione del fumo sui pazienti affetti da diabete, abbiamo notato lacune sorprendenti per quanto riguarda i dati scientifici a disposizione” ha dichiarato la prima autrice dello studio, Magdalena WalickaSolo pochissimi studi a livello internazionale hanno valutato l’impatto dei percorsi di cessazione sui parametri metabolici di persone con il diabete. Studi che riportano risultati incoerenti. È necessario che venga studiato e attestato l’impatto dei percorsi di cessazione tra i fumatori affetti da diabete, per creare e adottare percorsi su misura di cessazione dal fumo”.

Leggi il comunicato stampa completo sul sito CoEHAR

Online la consultazione europea su fumo ed ecig: come partecipare?

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consultazione europea fumo ecig

La Commissione Europea apre ai cittadini e alle organizzazioni di settore la valutazione del quadro legislativo per la lotta al tabagismo. L’obiettivo è conoscere la situazione relativa al consumo di tabacco, all’efficacia o meno delle strategie antifumo e soprattutto valutare in che contesto si collocano i prodotti privi combustione, sia in termini di produzione e commercializzazione che per quanto riguarda la comunicazione e la diffusione online.

Le politiche tradizionali di lotta al tabagismo devono essere aggiornate: la scarsità di informazioni a livello istituzionale, la difficoltà nel cercare una linea d’azione comune, gli esempi agli antipodi di paesi europei e la necessità di creare una regolamentazione comune per i nuovi prodotti del tabacco richiede che i cittadini e le organizzazioni condividano i propri pareri e le proprie opinioni. 

Secondo la commissione europea “il consumo di tabacco è il principale rischio evitabile per la salute e nell’UE rappresenta ancora la principale causa di morte prematura, responsabile di quasi 700 000 decessi ogni anno. Circa il 50 % dei fumatori muore prematuramente (in media 14 anni prima dei non fumatori). Allo stesso tempo, il consumo di tabacco, determinato, insieme ad altri fattori, dalle disuguaglianze socioeconomiche, continua a essere la principale causa di cancro prevenibile: il 27 % di tutti i tumori è infatti riconducibile al tabagismo, la cui eliminazione permetterebbe di evitare nove casi su dieci di cancro ai polmoni”.

La confusione normativa e ideologica nei confronti del apporto rischio-beneficio tra sigarette convenzionali e sigarette elettroniche e l’urgenza di limitare l’accesso delle fasce più a rischio ai nuovi prodotti del tabacco, richiede, ormai da tempo, che Bruxelles intraprenda una linea di azione diversificata.

Le evidenze scientifiche puntano ormai da anni verso una direzione ben precisa: le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono una valido sostituto del sigarette convenzionali, sono il 95% meno dannose e la capacità di replicare l’azione del fumo crea le condizioni per aiutare tutti quei tabagisti resistenti alla cessazione, che non trovano beneficio con i metodi convenzionali.

Metodi che, anche osservando i dati recentemente pubblicati che confermano l’aumento nel numero di fumatori in Italia, sembrano attestare un trend che necessita di un’ulteriore spinta, di un’innovazione per poter frenare la dipendenza da sigaretta.

A causa di fattori quali il rapido aumento dei prodotti emergenti e i recenti sviluppi tecnologici nel mondo del consumo di tabacco, la Commissione ha aperto a cittadini e organizzazioni la consultazione per la valutazione del quadro legislativo per la lotta al tabagismo.

La valutazione riguarderà la regolamentazione dei prodotti, la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione, nel più ampio contesto delle relative politiche di lotta al tabagismo.

Una consultazione nata anche sulla scia del parere del Piano europeo per la lotta contro il cancro, che si è soffermato particolarmente sui rischi connessi al fumo di sigaretta: la strategia d’azione prevede di ridurre il tasso di fumatori in Europa al 5% entro il 2040, creando cosi “una generazione senza fumo”. 

Un progetto ambizioso che deve valutare qualsiasi strategia a disposizione, comprese quelle di riduzione del danno, considerando che gli attuali tassi di fumatori all’interno del territorio comunitario si attestano intorno al 25%.

cio sul mercato europeo e i servizi online sorti contestualmente che promuovono i prodotti dal tabacco, dai negozi virtuali e alle strategie di comunicazione attraverso i social media.

Per inviare un commento, basta semplicemente registrarsi e seguire le indicazioni per la consultazione a questo link: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13481-Valutazione-del-quadro-legislativo-per-la-lotta-al-tabagismo_it

ESCI 2002: Polosa “L’harm reduction non è un’opzione, ma una necessità”

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Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, è intervenuto al 56esimo meeting annuale di ESCI (European Society for Clinical Investigation).

L’intervento, intitolato “Accelerating healthy lifestyles: the case for Tobacco Harm Reduction”, si è incentrato sulle evidenze scientifiche più recenți a favore delle strategie di riduzione del danno da fumo e sugli esempi internazionali dei paesi che hanno adottato questo approccio.

ESCI è la società europea di indagine clinica che ogni anno organizza una conferenza nazionale per permettere ai giovani ricercatori di incontrarsi, scambiarsi informazioni e conoscenze, discutere e imparare grazie alla possibilità di assistere agli interventi di scienziati ed esperti di alto profilo.

Il prof. Riccardo Polosa, uno dei massimi esperti mondiali nel campo della riduzione del danno da fumo e fondatore del CoEHAR, è stato invitato alla conferenza nazionale di ESCI per discutere delle politiche di harm reduction, strategie già adottate a livello internazionale dalle autorità di salute pubblica di diversi paesi.

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Il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR

Un approccio alternativo che mira a ridurre il danno causato dall’abitudine tabagica, offrendo al contempo un’alternativa ai metodi tradizionali per smettere di fumare e garantendo il raggiungimento di uno stile di vita più sano.

L’intervento ha offerto una visione a 360° sulle prove scientifiche a sostegno dell’utilizzo di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato: secondo numerosi studi internazionali, inclusi quelli coordinati dal CoEHAR, le sigarette elettroniche sono considerate molto meno dannose delle sigarette tradizionali.

La scienza ha inoltre dimostrato che la nicotina non è la causa delle ben note patologie fumo correlate, ma lo sono i componenti chimici sprigionati dalla combustione del tabacco e contenuti nelle sigarette.

Garantire ai fumatori, soprattutto quelli più resistenti, un prodotto alternativo non basato sulla combustione del tabacco è la linea d’azione principale delle strategie di riduzione del danno: le sigarette elettroniche garantiscono un’esperienza che imita quella del fumo tradizionale e permette di ridurre le comorbidità di alcune patologie note, come la BPCO o il diabete.

Grazie a uno studio del CoEHAR sui pazienti affetti da BPCO che sono passati alle ecig, i ricercatori sono stati in grado di verificare notevoli miglioramenti nella salute dei pazienti, una riduzione del numero di sigarette fumate, un miglioramento delle funzioni polmonari, una qualità di vita decisamente più alta e meno esacerbazioni respiratorie.

Durante la lezione, il prof, Polosa ha inoltre presentato il progetto Diasmoke, il primo studio di questo genere a livello internazionale che valuterà l’impatto generale dei sistemi a rilascio di nicotina privi di combustione sui pazienti affetti da diabete e gli eventuali rischi cardiovascolari.

Valutando i dati a livello di popolazione, l’impatto delle sigarette elettroniche può portare a fenomeni molto interessanti, come in Giappone, dove l’avvento delle ecig sul mercato ha comportato una riduzione del 34% nella vendita di sigarette tradizionali in soli 4 anni.

È chiaro che il danno provocato dal fumo combusto può essere ridotto notevolmente e in maniera anche relativamente facile” ha spiegato il prof Polosa ma per farlo, ora più che mai, abbiamo bisogno di politiche che possano supportare le strategie di riduzione del danno a livello globale.

È tempo di cambiare lo scenario nei percorsi di cessazione, soprattutto per quei fumatori che vogliono smettere e trovano delle difficoltà nel farlo: i metodi tradizionali non sono sempre la soluzione che conduce ai risultati migliori.

In quei paesi dove le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono adottati come uno strumento di cessazione, la vendita di sigarette è diminuita notevolmente e le persone hanno potuto beneficiare di una nuova opzione a loro disposizione, con sviluppi interessanti in termini di salute”.

Secondo lo scienziato, i tassi sul fumo e i fumatori sono ancora troppo alti e le attuali politiche antitabagismo non ottengono abbastanza risultati: il principio della riduzione del danno non è più solo un’opzione, ma una necessità e la sua implementazione aiuterà i fumatori a raggiungere degli stili di vita più sani.

La conferenza di ESCI si è svolta dall’8 al 10 giugno a Bari: argomento di quest’anno: “Promoting Biomedical Research, Equal Health and Environment in the post-Covid Syndemic Era”.

Durante il congresso, l’ESCI ospita diverse attività e pre-corsi specifici che coprono un’ampia gamma di argomenti attuali, che spaziano dalla biologia mitocondriale, cardiovascolare, bioinformatica, ecografica, rigenerativa/genomica, chirurgica, trasportatori di membrana agli aspetti autoinfiammatori, al microbioma e alla medicina generale.

Smettere in gravidanza: ecig più efficaci e sicure come i cerotti alla nicotina 

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Uno studio condotto dai ricercatori della Queen Mary University di Londra ha messo a confronto i tassi di cessazione e gli esiti al termini della gravidanza tra due gruppi di gestanti, divise tra chi utilizzava i cerotti alla nicotina e chi invece utilizzava le sigarette elettroniche.

La ricerca, la prima a valutare l’utilizzo dei prodotti a rischio ridotto tra le donne in gravidanza, ha dimostrato che le sigarette elettroniche possono essere più efficaci per smettere di fumare e sicure tanto quanto i cerotti alla nicotina.

Quando si scopre di essere rimaste incinta, una delle prime abitudini da abbandonare immediatamente è il fumo: non solo accendersi una sigaretta è dimostrato diminuisca i tassi di fertilità e dilati i tempi di concepimento, ma si aumenta il rischio di gravidanze extrauterine, di aborto spontaneo, parto prematuro e complicanze sia durante la gestazione che al momento del parto.

Come aiutare dunque le donne che devono smettere di fumare in gravidanza ma hanno delle difficoltà nel farlo?

Secondo gli approcci tradizionali, a queste donne viene generalmente consigliato di utilizzare i cerotti alla nicotina, che non solo comportano comunque l’assunzione della sostanza, ma i tassi a livello di cessazione totale non sono tra i più alti.

Inoltre, secondo statistiche recenti, la correlazione tra fumo e svantaggi socioeconomici sarebbe ancora più incidente tra le donne in gravidanza, aumentando il gap sociosanitario.

Ecco perché un aiuto potrebbe arrivare dai dispositivi a rischio ridotto, in primis le sigarette elettroniche, i cui effetti in questo specifico contesto ancora non erano stati studiati.

Un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra, coordinati dal ricercatore Peter Hajek, ha voluto misurare le possibilità che le sigarette elettroniche rappresentano per le donne fumatrici incinta che desiderano smettere.

Lo studio è stato condotto su 1140 partecipanti incinta, divise in due gruppi differenti: uno utilizzava le sigarette elettroniche, l’altro i cerotti alla nicotina.

Le partecipanti sono state selezionate in 23 ospedali inglesi e un servizio nazionale di cessazione scozzese. La media dell’età delle donne era 27 anni, 15.7 settimane di gravidanza e 10 sigarette fumate al giorno.

I tassi di abbandono al termine della gravidanza sono rimasti pressoché simili, ma i tassi migliori si sono rilevati tra coloro che hanno utilizzato le sigarette elettroniche (6.8% rispetto al 4.4% del gruppo dei cerotti).

I tassi bassi sono un effetto dei pochi campioni di saliva ricevuti dalle donne partecipanti: 108 dei campioni di saliva su 196 partecipanti che si dichiaravano astinenti alla fine della gravidanza. Tra queste, 13 hanno anche fornito una lettura dei livelli di monossido di carbonio. 

Confrontando poi i dati sulla astinenza autoriferita, nel gruppo delle sigarette elettroniche i tassi si attestano al 19.8% mentre in quello dei cerotti al 9.7%. Il 34% delle partecipanti nel gruppo delle ecig e il 6% di quelle nel gruppo dei cerotti utilizzavano ancora i prodotti a fine gravidanza.

Per quanto riguarda gli esiti avversi al termine della gravidanza, in merito alle condizioni del parto o del nascituro, gli effetti erano pressoché simili in entrambi i gruppi, tranne che per il dato sulle nascite di bambini sottopeso (meno di 2.5 kg): 9.8% nel gruppo ecig rispetto al 14.8% di quello dei cerotti.

Secondo Peter Hajek: “Per coloro che sono in attesa di un bambino smettere di fumare è sicuramente la scelta migliore senza continuare ad assumere la nicotina, ma quando questo diventa difficile le ecig possono aiutare a smettere e sono sicure tanto quanto i cerotti alla nicotina. Molti servizi di cessazione consigliano già le sigarette elettroniche ai fumatori per smettere. Un uso simile può essere adesso consigliato alle donne in gravidanza”.

Un murales contro il fumo: LIAF e CoEHAR colorano Catania

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É stato svelato oggi il murales realizzato grazie alla collaborazione di LIAF, CoEHAR, Comune di Catania, BCC Banca di Credito cooperativo di Regalbuto, gruppo PPG Italia e riprodotto dal collettivo artistico MaleTinte.

Perché tutte le immagini portano scritto più in la”: una suggestione di Montale che racconta il  potere che un’immagine, un’istantanea sul mondo reale sanno evocare in maniera molto più rapida di un intero scritto.

La città di Catania, da anni riconosciuta come la capitale mondiale della ricerca antifumo, sede del CoEHAR e della LIAF, impegnate nel creare un network di relazioni sul territorio e a livello internazionale attraverso al promozione di una sana cultura della cessazione basata sui dati della ricerca scientifica, da oggi annovera tra le sue opere un murales realizzato per promuovere la cultura antifumo.

CoEHAR e LIAF, grazie al sostegno del Comune di Catania, della BCC di Regalbuto e del gruppo PPG Italia, hanno voluto regalare a una città che gli ha dato tanto un segno tangibile, che sia una cassa di risonanza per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile: a Catania, quando si parla di salute, non si scherza.

Erano presenti: Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania; Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR; Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR; Pippo Arcidiacono, assessore alla salute del Comune di Catania; Sara Pettinato, presidente della Commissione Sanità del Comune di Catania; Giuseppe Ferraro, capo di gabinetto del sindaco; Claudia Corona e le artiste del collettivo “MaleTinte”; Ezio Campagna, presidente LIAF Lega Italiana Anti Fumo; Arturo La Vignera e Giuseppe Calabrese, rispettivamente presidente e direttore della BCC Banca di Credito Coo-perativo di Regalbuto (sponsor del murales); Alfio Platania, responsabile PPG Italia.

“La ricerca scientifica, in cui il nostro Ateneo primeggia, va sempre abbinata ad un’intensa e corretta attività di comunicazione, relativa sia al trasferimento tecnologico verso il tessuto economico e imprenditoriale sia all’indicazione di comportamenti, stili di vita e strategie terapeutiche per i cittadini – così il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo – Un’iniziativa come il murales sicuramente fa leva su dei linguaggi che più facilmente raggiungono i giovani, mettendo in loro quella pulce nell’orecchio che può mostrare la strada per smettere di fumare o ridurre i danni correlati al fumo. Ed è molto importante che questo progetto sia stato ispirato dai suggerimenti creativi degli stessi ragazzi delle scuole superiori, in maniera tale da essere ancora più efficace.”

Lasciamo alla nostra città una eredità unica e preziosa, una tangibile testimonianza del nostro impegno nella lotta contro il fumo e nella promozione della riduzione del rischio. Celebriamo il No Tobacco Day con un murales che auspica al cambiamento e che invita ad intraprendere uno stile di vita più sano” – ha dichiarato il prof. Polosa. 

L’idea che abbiamo sposato con piacere è quella di abbellire la città con opere artistiche in grado di promuovere messaggi positivi per invogliare i cittadini ad intraprendere stili di vita più sani. Un murales che nasce grazie alla proficua collaborazione tra Comune, Università e associazioni” – così Pippo Arcidiacono, assessore alla salute del Comune di Catania. 

Il disegno racconta graficamente il percorso verso un mondo libero dal fumo. Natura, colori, sorrisi e persone cambiano radicalmente. “Un mondo mortifero, severo, greve, triste di solitudini grigie e alberi scheletrici, fabbriche e fumo da un lato. Dall’altro un mondo nuovo, di sensi liberi di afferrare i dettagli e i colori dell’esistente, trasposizioni possibili di una collettività rinata. La visione di un futuro e di una realtà, del verosimile e del possibile, in un murales che sembra disegnato da artiste, bambini e scienziati insieme.” – ha spiegato Lydia Giordano, portavoce delle “MaleTinte”. 

In questo contesto, in occasione del No Tobacco Day promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Martedì 31 Maggio dalle ore 9 alle ore 17 nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università si svolgerà la “Conferenza nazionale CoEHAR sulla riduzione del danno: rischi e benefici dei prodotti senza combustione”. Al convegno parteciperanno tutti i più importanti ricercatori italiani nel campo della ricerca sulla riduzione del danno da fumo e tutti gli esponenti delle associazioni di settore. Moderano i giornalisti nazionali: Irma D’Aria e Stefano Caliciuri. Per i saluti istituzionali, saranno presenti anche il Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo e l’Assessore della Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.

In questo contesto, in occasione del No Tobacco Day promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Martedì 31 Maggio dalle ore 9 alle ore 17 nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Università si svolgerà la “Conferenza nazionale CoEHAR sulla riduzione del danno: rischi e benefici dei prodotti senza combustione”.