martedì, Giugno 17, 2025
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Progetto Pfizer: Azienda Smoke Free

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Azienda Smoke Free è il primo progetto integrato di “smoking cessation” in Italia condotto direttamente sul luogo di lavoro, e aiuterà i dipendenti dello stabilimento di Catania dell’azienda farmaceutica Pfizer a smettere di fumare.

Si tratta di “Azienda smoke free”, ideato – in collaborazione con la Lega Italiana Antifumo – dal prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in cure antitabagiche e direttore del Centro prevenzione e cura del tabagismo dell’Università di Catania (Cpct) presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico Vittorio Emanuele e dall’ing. Giuseppe Galizia, direttore dello stabilimento Pfizer Catania, per rendere l’ambiente lavorativo più salubre, aiutando i fumatori a smettere e tutelando i dipendenti anche dal fumo passivo.
Considerando la dipendenza tabagica nella sua complessità, quale patologia cronica recidivante, e le relative difficoltà che il fumatore dovrà affrontare nella gestione dei sintomi astinenziali durante le ore di lavoro, LIAF, Cpct e Pfizer si sono fatti promotori di questo progetto antifumo a sostegno dei dipendenti, per la riduzione del numero di sigarette fumate giornalmente e il controllo e la gestione della dipendenza tabagica. Per un periodo di circa sei mesi i dipendenti fumatori saranno seguiti direttamente sul luogo di lavoro dall’equipe di medici del Cpct: seguiranno cure personalizzate, individuate tramite test psicologici, che valuteranno il grado di dipendenza di ogni singolo lavoratore e le abitudini fumo correlate. I partecipanti al progetto potranno inoltre associare il counseling degli psicologi all’assunzione di uno specifico farmaco che elimina il desiderio della sigaretta, la vereneclina tartrato.
«Per la prima volta in Italia i professionisti delle strategie antitabagismo entrano in un’azienda – ha affermato il prof. Polosa nel corso della presentazione del progetto alla stampa, che si è svolta oggi presso l’Università di Catania- aiutare i dipendenti a smettere è un gesto importante per la salvaguardia delle persone e dell’ambiente lavorativo, la letteratura medica ci suggerisce inoltre che i dipendenti non fumatori lavorano meglio».
<<Ogni azienda dovrebbe supportare i propri dipendenti a smettere di fumare dando un aiuto concreto – afferma il Presidente LIAF Sebastiano Pacino – infatti il solo divieto non è sufficiente per eliminare la dipendenza tabagica>>.
«Un’azienda farmaceutica non può non preoccuparsi del benessere dei suoi dipendenti- ha evidenziato l’ing. Galizia– l’obiettivo è rendere l’azienda smoke free e per fare questo abbiamo pensato di portare avanti un’attività di prevenzione e di sensibilizzazione>>.
<<Sono già circa 60 su 150-200 fumatori i dipendenti che hanno aderito entusiasti al progetto, ma contiamo di coinvolgere tutti gli altri ed estenderlo ai familiari » ha spiegato il medico aziendale della Pfizer di Catania Ernesto Ramistella.
Ufficio Stampa LIAF
Lega Italiana Antifumo
Dott.ssa Gabriella Papale

Il New York Times dedica un articolo allo studio LIAF su sigarette elettroniche

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Sigarette elettroniche e le improbabili critiche a uno strumento utile per ridurre il rischio da fumo

Se siete in cerca di un lavoro davvero frustrante nel campo della sanità pubblica, provate a convincere la gente a smettere di fumare. Vedrete che anche combinando le più sofisticate tecniche di disassuefazione dal fumo di sigaretta (es. consulenza antifumo integrata con terapia farmacologica), in pochi smettono di fumare.
Recentemente però un gruppo di ricercatori italiani ha elaborato una strategia vincente grazie all’utilizzo della sigaretta elettronica. Il team diretto dal Prof. Riccardo Polosa dell’Università di Catania ha reclutato 40 forti fumatori – che avevano rifiutato l’accesso gratuito a un programma di disassuefazione dal fumo e non erano intenzionati a smettere – a cui è stato chiesto di utilizzare a titolo gratuito una sigaretta elettronica (offerta per gentile concessione di Categoria, Arbi Group Srl, Milano n.d.r.). Questo prodotto innovativo contiene un piccolo serbatoio di nicotina in soluzione liquida che viene poi erogata in forma nebulizzata come un aerosol.
L’utilizzatore “vaporizza” una boccata di vapore di nicotina ottenendo contestualmente la sensazione familiare di portare la sigaretta alla bocca, senza però esporre il proprio organismo alle sostanze nocive contenute nel fumo di una sigaretta accesa.
Dopo sei mesi, più della metà dei partecipanti allo studio del Prof. Polosa avevano ridotto il loro regolare consumo di sigarette di almeno il 50% e circa un quarto aveva smesso del tutto. Sebbene si tratti di un piccolo studio pilota, i risultati sono incoraggianti e tengono viva la speranza che le sigarette elettroniche possano essere lo strumento ad oggi più efficace per ridurre mortalità e rischi da fumo di sigaretta per la salute.
Eppure c’è un potente gruppo che lavora contro tale innovazione – e non sono solo le multinazionali del tabacco! Paradossalmente si tratta di società medico-scientifiche (soprattutto quelle impegnate nella lotta al tabagismo), di enti regolatori farmaceutici, e delle istituzioni governative che ripetutamente mettono in guardia sui pericoli delle sigarette elettroniche e cercano di vietarne la vendita, ma senza averne prova.
La polemica fa parte di un annoso dibattito sulle linee di condotta in tema di salute pubblica, ma con un ironico capovolgimento di ruoli. Siamo già stati testimoni di polemiche simili in ambito di salute pubblica, quando per esempio si è dovuto affrontare il problema delle gravidanze adolescenziali e della dipendenza da eroina con i conservatori che tendevano verso una politica di “sola astinenza”, mentre i liberali si mostravano aperti a strategie di “contenimento del danno” quali il controllo delle nascite e la distribuzione di metadone.
Quando si tratta di nicotina però, i conservatori a favore dell’astinenza tendono ad essere più liberali, compresi i funzionari governativi che invece di bandire la vendita e il commercio di sigarette si sono limitati semplicemente ad emanare leggi di tutela della salute dei non fumatori. Inoltre i conservatori si sono affrettati a bandire le sigarette elettroniche e a far sapere che se i fumatori sono in cerca di una fonte alternativa di nicotina, questi dovrebbero usare solo e soltanto prodotti approvati dagli enti regolatori farmaceutici (es. gomme e cerotti alla nicotina) e solo dietro prescrizione medica.
La Food and Drug Administration (FDA), potente ente regolatore per la commercializzazione dei farmaci negli Stati Uniti, ha tentato di limitare la diffusione delle sigarette elettroniche cercando di assoggettarle alle stesse complesse e costose regolamentazioni dei farmaci e dei dispositivi farmaceutici. Pertanto, secondo l’FDA, la sigaretta elettronica non potrebbe essere immessa in commercio prima che vengano dimostrate efficacia e sicurezza in studi clinici adeguatamente strutturati. In questa disfida, l’FDA è stata anche spalleggiata da due importanti società medico-scientifiche (American Cancer Society e American Heart Association) e persino da organizzazioni antifumo no-profit quali Action for Smoking and Health e Center for Tobacco-Free Kids.
I proibizionisti della sigaretta elettronica hanno perso la battaglia quando l’anno scorso la FDA è stata richiamata dall’alta corte degli USA che ha decretato che le sigarette elettroniche non possono essere regolamentate come farmaci. Nonostante ciò, il potente schieramento anti sigaretta elettronica ha continuato a screditare il prodotto diffondendo notizie sui presunti rischi derivanti dal loro uso. Si afferma, ad esempio, che la sigaretta elettronica possa disincentivare alla disassuefazione dal fumo di tabacco e che potrebbe persino rappresentare una “via di accesso” alternativa alla dipendenza da nicotina per giovani e non fumatori. I proibizionisti citano anche un avvertimento dell’FDA riguardo pericolosità e tossicità delle varie sostanze chimiche contenute nel vapore delle sigarette elettroniche, anche se l’FDA non ha mai provato che le sostanze contenute nelle sigarette elettroniche possano rappresentare un reale pericolo per la salute ed ha tralasciato di menzionare che simili quantità di sostanze ritenute nocive si trovano comunque anche in altri prodotti già approvati dall’FDA stessa, compresi cerotti e gomme alla nicotina. I metodi poco ortodossi dell’FDA sono stati oggetto di critica accesa sui giornali scientifici da parte del Prof. Polosa e di altri studiosi tra cui il Dott. Brad Rodu, professore di medicina all’Università di Louisville nel Kentucky.
In un articolo pubblicato di recente sulla rivista “Harm Reduction Journal”, il Dott. Rodu scrive testualmente che è molto improbabile che i risultati tossicologici dell’FDA possano avere rilevanza clinica per gli utilizzatori dato che quando sono state rilevate sostanze chimiche, queste erano solo presenti in tracce con concentrazioni milioni di volte inferiori a quelle plausibilmente correlate a danni per la salute. La sua conclusione è condivisa da un altro noto cultore della materia, il Dott. Michael Siegel, professore di salute pubblica alla Boston University: <<È sconcertante il fatto che esista un preconcetto contro la sigaretta elettronica proprio tra i sostenitori della lotta al tabagismo >>. Egli aggiunge anche che non ha senso agitarsi in merito agli ipotetici rischi derivanti da livelli minimi di svariate sostanze chimiche contenute nelle sigarette elettroniche quando è risaputo che l’alternativa è letale: infatti le sigarette contengono migliaia di sostanze chimiche, comprese dozzine di agenti cancerogeni e centinaia di tossine a dosaggi centinaia di volte superiori.
Certo è che entrambi i contendenti di questa polemica sono d’accordo sul fatto che le sigarette elettroniche vadano studiate più approfonditamente e vadano assoggettate a regole più severe, compresi standard di controllo di qualità e il divieto di vendita ai minori.
Lo schieramento a favore della sigaretta, che comprende l’Associazione dei Medici Americani e il Consiglio Americano di Scienza e Salute, non vede alcun ostacolo all’utilizzo della sigaretta elettronica da parte di adulti maggiorenni. In Gran Bretagna, il Royal College of Chest Physicians (ente professionale dei medici che si occupano della salute del sistema respiratorio) ha etichettato come “irrazionali e immorali” le norme che si oppongono all’introduzione di strumenti per il rilascio di nicotina a basso rischio per la salute come le sigarette elettroniche.
<<La nicotina in sé non è particolarmente dannosa – concludeva in un suo importante documento del 2007 la società medica inglese – se la nicotina potesse essere erogata in forma accettabile, efficace e sicura in sostituzione della sigaretta tradizionale, si potrebbero salvare milioni di vite>>.
Il numero di utilizzatori americani di sigarette elettroniche si è quadruplicato dal 2009 al 2010, secondo il Centers for Disease Control. Il sondaggio condotto l’anno scorso ha evidenziato che l’1.2% degli adulti, cioè quasi tre milioni di persone, le avevano usate nel mese precedente all’indagine.
<<Le sigarette elettroniche potrebbero andar a sostituire una grande quota del consumo di sigarette negli U.S.A. nel prossimo decennio>> – riferisce William T. Godshall direttore esecutivo di Pennsylvania Smokefree, un associazione no-profit particolarmente attiva su tematiche antifumo che nel passato ha lanciato campagne per l’innalzamento delle tasse sulle sigarette, sul divieto di fumo in luoghi pubblici e sugli avvertimenti grafici sui pacchetti di sigarette, ma che si trova ora in disaccordo con molti dei suoi sostenitori storici riguardo la questione delle sigarette elettroniche.
<<Non ci sono prove che le sigarette elettroniche abbiano mai provocato danno o che abbiano creato le condizioni per nuove forme di dipendenza nei giovani o nei non fumatori – afferma Godshall – in una scala di rischio da 1 a 100, dove le gomme e i cerotti alla nicotina fanno punteggio 1 e le sigarette 100, le sigarette elettroniche probabilmente si attestano su un punteggio che non supera il valore di 2>>.
Se milioni di fumatori decidessero di convertirsi in massa al “vapore”, si otterrebbe un risultato senza precedenti in termini di riduzione della prevalenza del tabagismo. Un risultato positivo, ma difficile da digerire per gli enti e le associazioni impegnate nella lotta al tabagismo che sono solite attribuire alle politiche sociali paternalistiche e proibizioniste un ruolo primario per la riduzione della prevalenza dell’abitudine al fumo di sigaretta.
Va fatto osservare che il più netto declino della percentuale di fumatori negli Stati Uniti si è registrato nei decenni antecedenti gli anni ’90, quando si è fatto ricorso a semplici campagne informative riguardo i rischi del fumo di sigaretta. Questo declino ha subito un rallentamento nel ventennio appena trascorso, nonostante programmi antifumo sempre più elaborati e tattiche sempre più coercitive (es. tassazione elevata, limitazioni alla vendita e alla pubblicità, divieto di fumo nei luoghi pubblici.
Circa 50 milioni di americani continuano a fumare, e non perché sono troppo stupidi per capire che è pericoloso. Continuano a fumare per un particolare che i proibizionisti rifiutano di ammettere: la nicotina è una droga che procura benefici e la ritualità legata all’uso della sigaretta è una importante componente del benessere percepito dal fumatore. La nicotina è nota per la sua capacità di ridurre stress e ansia, di controllare il peso corporeo, di migliorare i tempi direazione e di migliorare la capacità di concentrazione.
<<È ora di essere onesti con i 50 milioni di americani e le centinaia di milioni di persone nel mondo che fumano – scrive il Dott. Rodu – i benefici derivanti dal fumo di tabacco sono molto reali, non immaginari ed è difficile per il fumatore rinunciarvi durante il tentativo di smettere>>.
È ora di sfatare il mito che la nicotina sia priva di vantaggi, e di concentrarsi sul modo in cui possiamo aiutare i fumatori nel continuare a godere dei benefici della nicotina senza però esporsi mix dannosi di sostanze tossiche e cancerogene per esempio promuovendo l’uso della sigaretta elettronica.
Da ex fumatore – sono stato un avido fumatore tempo fa, e sono stato schiavo delle gomme Nicorette per diversi anni – comprendo perfettamente le ragioni per cui i proibizionisti temono una qualsiasi accezione positiva della nicotina. In linea di massima sono d’accordo sul fatto che l’astinenza sia la migliore politica. Tuttavia, questo non significa che la strategia della deprivazione della nicotina sia una strategia che funzioni con tutti i fumatori. Nessuno sa esattamente quali benefici possano derivare da un uso regolare a lungo termine delle sigarette elettroniche, ma una cosa è certa: ogni volta che qualcuno accende una sigaretta farebbe invece molto meglio a usarneuna elettronica.

 

Primo Master in Europa in Smoking Cessation

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Il Master in Smoking Prevention and Cessation, diretto dal responsabile scientifico della LIAF, Prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale in cure antitabagiche, seguendo le direttive europee e rispondendo alla forte necessita dei fumatori di essere curati da medici esperti, formerà figure professionali in grado di prevenire, gestire ed eliminare i problemi fumo correlati.
Prospettive occupazionali

Il professionista esperto in Smoking Prevention and Cessation può operare in diversi contesti socio-sanitari sia pubblici che privati, come ospedali, scuole, cliniche private, studi medici polispecialistici, centri benessere, centri sportivi, nonché avviare autonomamente un proprio centro per la prevenzione e cura del tabagismo. Ad oggi la carenza di percorsi formativi mirati alla smoking cessation fanno si che le suddette figure professionali siano molto richieste sia in un contesto nazionale che internazionale.
Il Master si svolgerà presso l’Università di Catania, Facoltà di Medicina e Chirurgia, darà diritto all’acquisizione di 60 CFU ed è aperto a coloro i quali sono in possesso di lauree triennali e/o magistrali afferenti alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Psicologia, Odontoiatria, Farmacia, Scienze infermieristiche, Scienze della formazione, Scienze dell’educazione, Scienze motorie e titoli equipollenti.
Struttura del Master

Il Master si articolerà in 1500 ore complessive nell’arco di 12 mesi, con lezioni durante i week-end così ripartite:
1. n. 850 ore di formazione assistita che si articolano come segue:
• n. 400 ore di didattica frontale dedicata agli insegnamenti caratterizzanti e a quelli professionali;
• n. 50 ore di verifiche degli apprendimenti;
•n. 475 ore di stage per la formazione extra aula (di cui 300 ore di tirocinio, 175 ore di
project work)
2. n. 575 ore di studio personale.
Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a [email protected] oppure visionare il sito dell’Università di Catania cliccando qui

Medicina dello Sport: LIAF e Università di Catania vincono il Premio Nazionale Uliveto-SIMI

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Progetto “Primi calci al fumo”, campagna di sensibilizzazione antifumo
per i bambini delle scuole calcio
LIAF-Onlus Lega Italiana Antifumo, in collaborazione con il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, ha vinto il premio nazionale Uliveto e SIMI, Società Italiana di Medicina Interna dedicato alla medicina dello sport.
Il progetto vincitore intitolato “Primi calci al fumo”, ha come obiettivo la sensibilizzazione sul tema del tabagismo dei bambini tra 5 e 10 anni delle scuole calcio, con l’intento di influenzare i genitori fumatori a smettere.
Lo studio prevede il reclutamento di 100 bambini che parteciperanno ad un mini torneo di calcio. Ai partecipanti verranno inoltre distribuiti brochure informative e supporti didattici dell’OSSFAD, l’Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità; ai genitori verrà data la possibilità di seguire un percorso antifumo presso il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, Az. Osp. Policlinico- V. Emanuele.
<<Poter sviluppare il progetto “Primi calci al fumo” grazie all’importante iniziativa della SIMI e Uliveto è una valida occasione per fare prevenzione antifumo ai giovanissimi – afferma il Prof. Riccardo Polosa direttore del Centro Antifumo dell’Università di Catania e responsabile scientifico LIAF – e indurre i genitori a smettere>>.
<<Attuare una campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo di sigaretta sia passivo che attivo, associandola ad uno sport nazional popolare e divertente come il calcio è un’opportunità unica – afferma il Dott. Davide Campagna che ha ritirato il premio al Congresso SIMI tenutosi a Roma dal 22 al 25 ottobre>>.
Dott.ssa Gabriella Papale
Ufficio Stampa LIAF-ONLUS Lega Italiana Antifumo

Medicina dello Sport: LIAF e Università di Catania vincono il Premio Nazionale Uliveto-SIMI

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LIAF-Onlus Lega Italiana Antifumo, in collaborazione con il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, ha vinto il premio nazionale Uliveto e SIMI, Società Italiana di Medicina Interna dedicato alla medicina dello sport.
Il progetto vincitore intitolato “Primi calci al fumo”, ha come obiettivo la sensibilizzazione sul tema del tabagismo dei bambini tra 5 e 10 anni delle scuole calcio, con l’intento di influenzare i genitori fumatori a smettere.
Lo studio prevede il reclutamento di 100 bambini che parteciperanno ad un mini torneo di calcio. Ai partecipanti verranno inoltre distribuiti brochure informative e supporti didattici dell’OSSFAD, l’Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità; ai genitori verrà data la possibilità di seguire un percorso antifumo presso il Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, Az. Osp. Policlinico- V. Emanuele.
<<Poter sviluppare il progetto “Primi calci al fumo” grazie all’importante iniziativa della SIMI e Uliveto è una valida occasione per fare prevenzione antifumo ai giovanissimi – afferma il Prof. Riccardo Polosa direttore del Centro Antifumo dell’Università di Catania e responsabile scientifico LIAF – e indurre i genitori a smettere>>.
<<Attuare una campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo di sigaretta sia passivo che attivo, associandola ad uno sport nazional popolare e divertente come il calcio è un’opportunità unica – afferma il Dott. Davide Campagna che ha ritirato il premio al Congresso SIMI tenutosi a Roma dal 22 al 25 ottobre>>.

Campagna antifumo: i figli sono il miglior motivo per smettere

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Visite gratis al Centro Antifumo dell’Università di Catania per i visitatori dell’ExpoBimbo
<<I figli sono un ottimo motivo per smettere di fumare – afferma il Prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della LIAF-Onlus – tutelando così la salute dell’intera famiglia>>.
E’ per questo che la Lega Italiana Antifumo, riconfermando l’importante collaborazione con l’ExpoBimbo, si impegna in una campagna di sensibilizzazione sui danni provocati dal fumo di sigaretta, sostenendo concretamente i fumatori intenzionati a smettere.
Infatti tutti i visitatori dell’ExpoBimbo, che conserveranno il tagliando di ingresso, potranno usufruire nel mese di ottobre 2011 di una visita antifumo gratuita presso il “Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo” dell’Azienda Universitaria Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.
Per prenotarsi basterà recarsi presso lo stand LIAF, presente dal 7 al 9 ottobre all’Expobimbo a Le Ciminiere di Catania, dove medici esperti in cure antitabagiche saranno a disposizione per dare utili suggerimenti per smettere di fumare e misurare il grado di inquinamento polmonare.
Sarà inoltre possibile prenotare la visita gratuita presso il CPCT in via Plebiscito 626, palazzina 13; telefonando allo 0957435440 oppure 0957436413

Le sigarette elettroniche aiutano a ridurre la dipendenza tabagica

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<<Il fumo di sigaretta è una dipendenza difficile da eliminare – afferma il Prof. Riccardo Polosa , responsabile dello studio – sono quindi necessari nuovi metodi per combattere il tabagismo. Le sigarette elettroniche possono essere una alternative sicura alle sigarette tradizionali e simulando la gestualità tipica del fumatore, aiutano ad astenersi dal fumo di sigaretta>>.
Lo studio
Lo studio “Effetti delle sigarette elettroniche per la riduzione e cessazione della dipendenza tabagica: studio pilota prospettico a 6 mesi” ha monitorato la variazione delle abitudini di 40 fumatori, che non volevano smettere. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a 5 visite in 24 settimane in cui sono stati valutati l’uso del prodotto, il numero di sigarette fumate, l’esalazioni di monossido di carbonio. Le sigarette elettroniche utilizzate per lo studio clinico sono CATEGORIA® E-Cigarette.
I risultati
Il 32.5% dei partecipanti, alla 24esima settimana ha ridotto di almeno il 50% il numero di sigarette fumate al giorno, con una riduzione media da 25 a 6 sigarette tradizionali.
Di questi, il 12.5% ha ridotto di almeno 80% l’uso delle sigarette tradizionali, con una diminuzione da 30 a 3 sigarette al giorno.
Il 22,5% dei partecipanti, alla 24esima settimana, risultava aver completamente eliminato l’uso delle sigarette tradizionali.
Combinando il dato di riduzione con quello di completa cessazione, si registra una diminuzione complessiva nell’uso di sigarette pari al 55%.
La percezione e l’accettazione dei partecipanti delle sigarette elettroniche CATEGORIA® è stata positiva.
Cosa è una sigaretta elettronica
Le sigarette elettroniche sono un dispositivo a batteria, attraverso la vaporizzazione il fumatore introduce nel corpo nicotina senza gli elementi nocivi contenuti nelle sigarette tradizionali come catrame, monossido di carbonio, particolati e migliaia di elementi chimici dovuti alla combustione che causano disturbi respiratori, infarto, cancro.

Le sigarette elettroniche aiutano a ridurre la dipendenza tabagica

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Il primo studio clinico sulle E-cig presentato in Turchia al congresso internazionale per la ricerca sul tabagismo – SRNT
Le sigarette elettroniche aiutano a ridurre o eliminare l’uso delle sigarette nel 55% dei casi.
Questo il risultato dello studio clinico condotto dall’Università di Catania, in pubblicazione sulla rivista scientifica BMC Public Health, e presentato in anteprima all’incontro internazionale della Società per la Ricerca su Nicotina e Tobacco (SRNT), tenutosi ad Antalya, Turchia dall’8 all’11 settembre.
<<Il fumo di sigaretta è una dipendenza difficile da eliminare – afferma il Prof. Riccardo Polosa , responsabile dello studio – sono quindi necessari nuovi metodi per combattere il tabagismo. Le sigarette elettroniche possono essere una alternative sicura alle sigarette tradizionali e simulando la gestualità tipica del fumatore, aiutano ad astenersi dal fumo di sigaretta>>.
Lo studio
Lo studio “Effetti delle sigarette elettroniche per la riduzione e cessazione della dipendenza tabagica: studio pilota prospettico a 6 mesi” ha monitorato la variazione delle abitudini di 40 fumatori, che non volevano smettere. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a 5 visite in 24 settimane in cui sono stati valutati l’uso del prodotto, il numero di sigarette fumate, l’esalazioni di monossido di carbonio. Le sigarette elettroniche utilizzate per lo studio clinico sono CATEGORIA® E-Cigarette.
I risultati
Il 32.5% dei partecipanti, alla 24esima settimana ha ridotto di almeno il 50% il numero di sigarette fumate al giorno, con una riduzione media da 25 a 6 sigarette tradizionali.
Di questi, il 12.5% ha ridotto di almeno 80% l’uso delle sigarette tradizionali, con una diminuzione da 30 a 3 sigarette al giorno.
Il 22,5% dei partecipanti, alla 24esima settimana, risultava aver completamente eliminato l’uso delle sigarette tradizionali.
Combinando il dato di riduzione con quello di completa cessazione, si registra una diminuzione complessiva nell’uso di sigarette pari al 55%.
La percezione e l’accettazione dei partecipanti delle sigarette elettroniche CATEGORIA® è stata positiva.
Cosa è una sigaretta elettronica
Le sigarette elettroniche sono un dispositivo a batteria, attraverso la vaporizzazione il fumatore introduce nel corpo nicotina senza gli elementi nocivi contenuti nelle sigarette tradizionali come catrame, monossido di carbonio, particolati e migliaia di elementi chimici dovuti alla combustione che causano disturbi respiratori, infarto, cancro.
Ufficio Stampa LIAF – Onlus, Lega Italiana Antifumo
Dott.ssa Gabriella Papale

Se non fumi ti bacio!

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Le principali cause che abbassano il desiderio nei confronti di chi fuma e determinano delle barriere nelle relazioni interpersonali sono: l’alito cattivo, l’odore sgradevole della pelle, dei capelli e dei vestiti, denti e dita gialli.
Le abitudini legate alla dipendenza da fumo di sigaretta, come posacenere sporchi, cattivi odori in casa e auto, le spese per pacchetti ed accendini, oltre l’irritabilità del fumatore per l’astinenza da sigaretta, sono spesso cause di malcontento e litigi nelle coppie.
Inoltre il fumo di sigaretta accelera il processo di invecchiamento generale, la pelle perde elasticità ed assume un colorito spento, la gestualità tipica del fumatore fa aumentare precocemente le rughe sul viso, soprattutto quelle attorno le labbra.
Il ritorno dalle vacanze può essere un’ottima occasione per decidere di smettere. Smettere di fumare è un potente strumento di bellezza e di miglioramento delle relazioni interpersonali, la vostra pelle diventerà da subito luminosa, direte addio ad alito cattivo, odore sgradevole della pelle, dei capelli e dei vestiti, ed a denti e dita gialli ed avrete qualche soldo in più da spendere.
Una sigaretta in meno e 24.000 baci in più.
Il nuovo sondaggio pubblicato sulla homepage del sito LIAF, vuole scoprire quanti cambierebbero la sigaretta tradizionale con quella elettronica!

Gli inalatori di plastica aiutano a smettere di fumare

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Pubblicato il primo studio al mondo condotto dall’Università di Catania sull’European Respiratory Journal

Gli esperti in cure antitabagiche del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania e dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele hanno concluso e pubblicato il primo studio al mondo che valuta l’efficacia degli inalatori di plastica PAIPO per la dissuasefazione dalla dipendenza da nicotina sulla prestigiosa rivista scientifica European Respiratory Journal.
Lo studio clinico PAIPO ha dimostrato che i fumatori con una forte componente psico-gestuale hanno possibilità 3 volte maggiori di smettere di fumare grazie inalatori aromatizzati senza nicotina, rispetto a chi non li utilizza. Inoltre la manipolazione delle “sigarette finte” può dare sollievo dai sintomi di astinenza come stress e irritabilità.
La ricerca clinica ha coinvolto 120 fumatori per 24 settimane, 60 partecipanti sono stati dotati di inalatori e gli altri sono stati seguiti con un tradizionale programma antifumo, tutti sono stati sottoposti a test per verificare il grado di dipendenza tabagica fisica e psicologica.
<<L’unico studio al mondo sugli inalatori PAIPO, mostra una netta relazione tra dipendenza comportamentale e difficoltà nello smettere di fumare – afferma il Prof. Riccardo Polosa ideatore dello studio ed esperto internazionale in cure antitabagiche – si apre così una nuova prospettiva nella smoking cessation>>.
<<Per quei fumatori la cui gestualità e manipolazione della sigaretta è una parte importante della dipendenza – afferma il Dott. Pasquale Caponnetto psicologo e ricercatore che ha condotto lo studio – gli inalatori aromatizzati PAIPO possono essere un valido sussidio per smettere o ridurre il numero di sigarette fumate>>.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito http://www.echos-srl.it/index.php/it/