domenica, Giugno 15, 2025
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EU approvate nuove direttive sul tabacco ed Ecig

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Il Parlamento Europeo ha votato ieri ( 8 ottobre 2013) la revisione delle normativa per il controllo dei prodotti del tabacco (TobaccoProducts Directive – TPD).
Il Parlamento ha respinto la proposta della commissione ENVI di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci che potranno essere vendute in negozi e tabaccai e non esclusivamente in farmacia.
Per quanto attiene le sigarette convenzionali è stata respinta la richiesta di ricoprire almeno il 75% dei pacchetti con immagini e scritte di avvertimento sui rischi del fumo, passa la proposta per coprirne il 65%. E’ stata rifiutata la proposta di vietare le sigarette slim (con un diametro inferiore ai 7,5 mm).
Saranno vietati i pacchetti da meno di 20 sigarette e l’uso del mentolo dal 2022.
L’opinione pubblica si divide, ci si aspettava norme più rigide a sostegno della lotta al fumo, e invece sembra che gli sforzi delle multinazionali del tabacco, siano serviti ad influenzare l’esito del voto (fonte “Indipendent”)
Il voto del Parlamento Europeo consentirebbe un margine di manovra per una regolamentazione equilibrata della sigaretta elettronica senza tuttavia mettere a rischio l’esistenza, l’evoluzione e il libero commercio del prodotto.
La scelta della commissione ENVI di imporre una normativa di tipo farmaceutico a un prodotto di largo consumo che viene utilizzato come sostitutivo sicuro della sigaretta convenzionale (e non come farmaco) era fondamentalmente sbagliata. La decisione di rigettare una regolamentazione di tipo farmaceutico per le sigarette elettroniche è
un primo grande passo per consentire che questi prodotti possano svolgere il loro ruolo nella riduzione dei danni causati dal fumo di tabacco.
Se è una buona notizia che le sigarette elettroniche non saranno considerate alla stessa stregua dei medicinali e che potranno essere vendute liberamente, tuttavia la situazione rimane immutata e particolarmente grave nei paesi EU che hanno deciso di normare le sigarette elettroniche come prodotti derivati dal tabacco.
Questa normazione è legge in Italia dall’Agosto 2013, ma andrebbe cancellata in quanto immorale, anticostituzionale e lesiva per la salute pubblica. Di fatto la legge obbliga al pagamento di pesanti accise (storicamente previste per poter far fronte all’aumento della spesa sanitaria dovuta all’aumentata prevalenza di malattie fumo-correlate)
sulle sigaretta elettroniche e accessori rendendoli assolutamente meno competitivi rispetto alla sigaretta convenzionale. Se questa scelta non sarà modificata in tempo, si subiranno riflessi negativi per la salute pubblica.
Una forma di regolamentazione per questi prodotti è tuttavia necessaria. Questo è il momento di spingere per proporre regole utili ed equilibrate a tutela del consumatore.
1) elevato standard qualitativo di produzione;
2) etichettatura precisa che indichi contenuti e dosagi;
3) indicazioni e limitazioni chiare sul loro utilizzo.
Ora più che mai, i produttori di sigarette e di liquidi elettronici devono dimostrare, e non solo pubblicizzare, che i loro prodotti sono di alta qualità.

Smettere di fumare: lo strano caso della citisina, è efficace, costa poco, ma nessuno ne parla

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La “citisina” è un alcaloide naturale sperimentato con successo su migliaia di fumatori a partire dagli anni settanta nei paesi dell’est europeo per far smettere di fumare.
Almeno una dozzina di studi clinici hanno confermato che la citisina è un farmaco sicuro ed efficace.
Il più rappresentativo tra questi è stato pubblicato nel 2011 sulla prestigiosa rivista medica internazionale “New England Journal of Medicine”. Si trattava di uno studio randomizzato controllato in doppio cieco su 740 fumatori intenzionati a smettere a cui veniva fornito un ciclo di trattamento con citisina o placebo. La percentuale di successo dopo 1 anno era pari all 2,4% nel gruppo trattato con placebo ed incrementava sino al 8,4% nel gruppo trattato con citisina. Tutto questo senza alcun significativo effetto collaterale, fatta eccezione per qualche banale disturbo gastrointestinale.
E tuttavia le autorità regolatorie europee continuano a negare le necessarie autorizzazioni per commercializzarla quale farmaco per la cura del tabagismo.
La citisina, (nome commerciale, Tabex) è un composto naturale estratto dai semi degli alberi di “Laburnum” (maggiociondolo) con struttura chimica e funzione farmacologica simile alla vareniclina (nome commerciale, Champix), prodotto di sintesi farmaceutica noto per la cura della dipendenza nicotinica. La citisina è efficace quanto la vareniclina e costa circa un decimo rispetto alle terapie farmacologiche esistenti. Le linee guida sul trattamento del tabagismo raccomandano l’uso di diversi farmaci per aiutare a smettere di fumare come ad esempio la terapia sostitutiva della nicotina (in forma di gomma, cerotti, pastiglie), la vareniclina o il bupropione (nome commerciale, Zyban), ma non fanno alcun cenno alla citisina. Perchè non si fa menzione di un farmaco efficace e ampiamente testato come la “citisina” ?
Uno dei principali vantaggi della citisina rispetto alle terapie farmacologiche autorizzate per il trattamento della dipendenza nicotinica (i.e. gomme o cerotti con nicotina, vareniclina, e bupropione) sta nel fatto che risulta molto più economica. Inoltre, la citisina richiede una durata del trattamento più contenuta (8 settimane rispetto alle 12 dei altri farmaci). Per questo, la citisina risulta molto più concorrenziale rispetto agli altri farmaci per il tabagismo.
In origine, la libera vendita della citisina era normata in diversi paesi dell’Europa centrale e orientale. Successivamente l’autorizzazione è stata revocata in molti di questi paesi con la loro entrata nella Unione europea. Ad oggi, l’autorizzazione alla commercializzazione della citisina viene esclusivamente concessa a Polonia e Russia, i paesi dove è stata originariamente utilizzata per far smettere.
L’Agenzia Europea del farmaco (European Medicines Agency – EMA) dovrebbe concedere la licenza di commercializzazione per questa promettente molecola, ma – come già successo per le sigarette elettroniche e il tabacco masticabile (i.e. Snus) – si prende tempo per preservare il monopolio delle grandi industrie farmaceutiche. L’EMA ha recentemente fatto richiesta di ulteriori conferme della efficacia e sicurezza della citisina sulla popolazione europea (come se polacchi e russi non fossero europei!).
La citisina rappresenta una opportunità per la salute dei fumatori europei intenzionati a smettere. Pertanto velocizzare una legislazione che permetta alla citisina di essere commercializzata liberamente è una priorità a sostegno dei numerosi fumatori che hanno diritto ad avere le migliori cure ad un prezzo concorrenziale.
Bibliografia
1. NICE Guidance: Smoking cessation services in primary care, pharmacies, local authorities and workplaces, particularly for manual working groups, pregnant women and hard to reach communities http://www.nice.org.uk/ph010
2. Cahill K, Stevens S, Perera R, Lancaster T. Pharmacological interventions for smoking cessation: an overview and network meta-analysis. Cochrane Database Syst Rev. 2013 May 31;5:CD009329. doi: 10.1002/14651858.CD009329
3. Tutka P, Zatoński W. Cytisine for the treatment of nicotine addiction: from molecule to therapeutic efficacy. Pharmacol Rep 2006;58:777-98.
4. Etter JF, Lukas RJ, Benowitz NL, West R, Dresler CM. Cytisine for smoking cessation: a research agenda. Drug Alcohol Depend 2008;92:3-8.
5. Gotti C, Guiducci S, Tedesco V, Corbioli S, Zanetti L, Moretti M, Zanardi A, Rimondini R, Mugnaini M, Clementi F, Chiamulera C, Zoli M. Nicotinic acetylcholine receptors in the mesolimbic pathway: primary role of ventral tegmental area alpha6beta2* receptors in mediating systemic nicotine effects on dopamine release, locomotion, and reinforcement. J Neurosci 2010;30:5311-25
6. West R, Zatonski W, Cedzynska M, Lewandowska D, Pazik J, Aveyard P, Stapleton J. Placebocontrolled trial of cytisine for smoking cessation. N Engl J Med. 2011;365(13):1193-200

Tabacco da masticare: a sostegno degli SNUS una lettera all’UE

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Un gruppo di scienziati esperti in cure antifumo ha inviato una lettera alla commissione europea sul tabacco, che si riunirà giorno 8 ottobre, a sostegno degli SNUS, il tabacco da masticare.
Di seguito la lettera completa tradotta in italiano, (Click here to read the english version) firmata anche dal Responsabile Scientifico LIAF Prof. Riccardo Polosa.
Egregio Signor Schulz,
Siamo un gruppo di esperti internazionali di salute pubblica e le scriviamo relativamente alla Direttiva sui Prodotti del Tabacco (Tobacco Products Directive – TPD) la cui prima lettura al Parlamento Europeo è prevista per l’8 ottobre.
Auspichiamo che ogni membro del Parlamento Europeo basi la propria valutazione riguardo al tabacco per uso orale (‘snus’) sulle prove scientifiche esistenti, e sostenga la revoca totale o parziale del divieto apposto su questo prodotto.
Con questa lettera vorremmo spiegare brevemente perché non sussiste alcuna giustificazione per questo divieto, e perché nel recente passato molti esperti ne abbiano chiesto la revoca in una nota firmata da 15 esperti mondiali e inviata al commissario Dalli nel 2011.
Purtroppo, tutte le argomentazioni scientifiche accuratamente documentate nella nota di cui sopra sono state sistematicamente ignorate quando la Commissione ha pubblicato la sua proposta di revisione della TPD nel dicembre 2012.
Un punto deve essere ben chiaro: il vietare un prodotto sicuro a basso rischio espositivo commercializzato quale sostituto delle sigarette convenzionali non avrà come effetto una riduzione del consumo di sigarette, piuttosto il contrario determinando più malattie e più morti fumo-correlate. Speriamo che questo sia un motivo sufficiente
per valutare a mente aperta e con onestà intellettuale la questione del divieto dello snus.
Divieto ingiustificato dello snus
Lo snus è vietato nell’UE (fatta eccezione per la Svezia) dal 1992. Il motivo alla base del divieto, in origine, era il timore che questo prodotto potesse istigare all’uso del fumo di tabacco nei giovani. Questo rischio è stato sempre e solo ipotetico, anzi i dati sull’utilizzo dello snus in Norvegia e in Svezia, dimostrano esattamente il contrario, che questo prodotto è un tramite per liberarsi dalla schiavitù dal fumo di sigaretta. Lo snus è usato come alternativa al fumo e come mezzo per uscire dalla dipendenza tabagica. Inoltre, lo snus non aumenta, piuttosto diminuisce l’insorgenza del fumo nei giovani. È principalmente grazie all’utilizzo dello snus che il numero di fumatori in Svezia e Norvegia risulta il più basso in Europa. Si è talvolta disquisito che lo snus dovrebbe essere vietato perché non è sicuro al 100 %, non tenendo dunque conto del suo grande impatto in termini di migliorata salute pubblica laddove è permessa la libera vendita. Pertanto non c’è motivo di considerare lo snus in modo differente rispetto agli altri prodotti a base di tabacco senza combustione.
Come con la sigaretta elettronica, ci sono buone ragioni per incoraggiare il suo utilizzo come alternativa al fumo per
le persone che non possono o non desiderano smettere.
Potenziale dello snus per la salute nel resto d’Europa.
La salute pubblica in Svezia e Norvegia è migliorata nettamente. Secondo il più recente sondaggio dell’Eurobarometro, la prevalenza di fumatori adulti in Svezia è solo del 13%, di gran lunga inferiore alla media europea del 28%. Nulla di ciò che consumiamo può essere sicuro al 100% o puro, ma i rischi associati all’uso dello snus sono dell’ordine del 95-99 % inferiori rispetto a quelli associati all?uso della sigaretta convenzionale.
Questo ha determinato la sostanziale riduzione delle malattie fumo-correlate (es. cancro polmonare, malattie
cardiovascolari, enfisema polmonare). Ad esempio, il tasso di mortalità per cancro del polmone in Svezia è la metà di quello della vicina Danimarca. La Svezia ha anche livelli significativamente più bassi di mortalità per cancro orale. Non è corretto sostenere, come fa la Commissione, che lo snus è ‘tossico e crea dipendenza’: è molto meno tossico e crea molta meno dipendenza rispetto alle sigarette, e il fatto che rilasci nicotina in quantità adeguate lo rende una valida alternativa al fumo. È questo il principio base della ‘tobacco harm reduction’ (‘riduzione del danno da tabacco’) capace di migliorare la salute dei cittadini europei.
Un divieto non etico.
Quando le persone usano lo snus invece di fumare riducono in modo significativo i loro rischi per la salute, a proprie
spese, di propria iniziativa, e senza procurare alcun danno a nessuno. Su quali basi un governo può giustificare l’uso di una legge europea atta a impedire loro di fare questo? La conseguenza, visibile in tutta l’Unione Europea al di fuori della Svezia, è più fumo, più morti, più malattie. Anche se un solo utente in una qualsiasi parte dell’Unione
europea volesse usarlo, perché una direttiva dell’Unione Europea dovrebbe vietarglielo? Non esiste, nelle azioni governative, alcun precedente in termini di divieto di prodotti molto più sicuri rispetto ai loro corrispettivi a rischio più elevato. Questa politica fortemente arbitraria pone importanti problemi etici e rende l’Unione Europea complice nel perpetuare danni e morti da fumo di sigaretta.
Una incoerente legislazione sul tabacco discredita l’UE.
L’approccio alla regolamentazione e legislazione dello snus si basa su un errore vecchio di 25 anni, che i funzionari si sono rifiutati di accettare o correggere. Non c’è alcuna spiegazione plausibile per mettere al bando la forma di tabacco più sicura al mondo tra le alternative conosciute, lo snus, quando la più pericolosa, la sigaretta tradizionale, è invece ampiamente disponibile in commercio. Tantomeno ci si spiega come mai il tabacco masticato sia consentito, mentre quello succhiato sia vietato. Come può un divieto essere coerente con il principio della libera circolazione delle merci, soprattutto quando sappiamo che l’impatto del prodotto è positivo per la salute lì dove non è vietato? Queste evidenti contraddizioni minano le basi di tale importante normativa. Tutti i rami della legislatura hanno l?obbligo legale e professionale di tenere conto dei progressi nella comprensione scientifica, e questo è particolarmente rilevante date le vite in gioco. È il tempo di prendersi le proprie responsabilità, e di correggere quell’errore vecchio di 25 anni che sta alla base del divieto dello snus.
Correggere le disposizioni in materia di snus nella Tobacco Products Directive.
Ci sono tre opzioni principali, che riportiamo in ordine di preferenza, la prima più fortemente auspicata e sostenuta.
1. Considerare lo snus come qualsiasi altro prodotto di tabacco senza combustione. Le definizioni nella direttiva possono essere modificate rimuovendo la discriminazione arbitraria tra lo snus e gli altri prodotti a base di tabacco senza combustione. Questo sarebbe l’approccio più semplice e plausibile.
2. Trattare lo snus come un nuovo prodotto a base di tabacco. Lo snus potrebbe passare attraverso lo stesso processo riservato all’introduzione di nuovi prodotti del tabacco, come per quelli che prevedono il riscaldamento (non la combustione) del tabacco, ai sensi dell’articolo 17 della TPD. Dato che lo snus non è mai stato disponibile sul mercato, ad eccezione della Svezia, è ragionevole trattarlo come un prodotto nuovo.
3. Consentire una deroga al divieto generale laddove lo snus viene tradizionalmente utilizzato. Ciò consentirebbe agli Stati membri di stabilire che lo snus sia da considerarsi prodotto tradizionale, e pertanto permetterne l’uso.
Con tale lettera, chiediamo e supportiamo anche l’elaborazione di un quadro normativo per tutti i prodotti a base di tabacco senza combustione, che ponga dei limiti alle sostanze contaminanti potenzialmente tossiche e dannose per la salute dell’uomo. Il gruppo di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa
di prodotti a base di tabacco senza combustione raccomanda esattamente questo, e tale approccio è sostenuto dal Royal College of Physicians del Regno Unito e da molti altri esperti.
Non esiste base scientifica, etica o legale per vietare lo snus, e ci auguriamo che Lei sosterrà una delle tre opzioni elencate sopra. Così facendo, favorirà certamente migliori condizioni di salute per i cittadini europei e sfiderà il dominio del fumo di sigaretta, che rappresenta la modalità in assoluto più pericolosa di assunzione di tabacco e nicotina.
Cordiali saluti,
Prof. Riccardo Polosa, MD, PhD Full Professor of Internal Medicine
Università degli Studi di Catania, Italy
Professor Martin Jarvis
Emeritus Professor of Health Psychology
Department of Epidemiology & Public Health
University College London, UK
Jacques Le Houezec, PhD
Consultant in Public Health, Tobacco dependence, France
Professor Karl Olov Fagerström PhD
Emeritus Professor of Psychology
President Fagerström Consulting AB
Professor Dr Michael Kunze
Head of the Institute for Social Medicine
Medical University of Vienna
Karl Erik Lund PhD
Norwegian Institute for Alcohol and Drug Research, Oslo Norway
Dr Lars Ramström
Director Institute for Tobacco Studies
Stockholm Sweden
Professor Tony Axell
Emeritus Professor Geriatric Dentistry
Consultant in Oral Medicine
Clive Bates
Former Director,
Action on Smoking & Health (UK) 1997-2003

Adolescenti: poco attratti dalle sigarette elettroniche

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Una indagine preliminare svolta da LIAF e Università di Catania sembra svelare che gli adolescenti pur conoscendo bene le sigarette elettroniche non sono attratti dall’utilizzarle.
Ecco le conclusioni dell’indagine svolta da LIAF in collaborazione con il Centro Prevenzione e Cura dell’Università di Catania per indagare la percezione degli adolescenti sulle sigarette elettroniche.
<<Dall’analisi dei risultati emerge che il fenomeno della sigaretta elettronica è sempre più noto tra la popolazione giovanile. Il 42% (53 soggetti) dei giovani che hanno risposto al questionario, ritiene che la sigaretta elettronica non sia una porta d’ingresso per il tabagismo, il 58% (73 soggetti fra cui 6 fumatori) ritiene invece che potrebbe aprire la strada al consumo di sigarette tradizionali. Probabilmente la componente gestuale della sigaretta elettronica richiama la dipendenza dalle sigarette tradizionali.
La maggior parte del campione, costituito da 130 studenti, conosce le sigarette elettroniche e le percepisce meno dannose per la salute rispetto alle sigarette tradizionali. Solo il 5% (9 persone) le ha utilizzate . Fra questi tre erano fumatori di tabacco.
Questi dati fanno presupporre che la sigaretta elettronica sebbene sia conosciuta tuttavia è poco o per nulla usata tra la popolazione adolescenziale>>.

Antifumo: la scuola diventa luogo di prevenzione

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Il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin hanno recentemente confermato le norme antifumo già annunciate a luglio nel Disegno di Legge Lorezin.
Dall’inizio di questo anno scolastico non sarà quindi possibile fumare nelle scuole neanche all’aperto. Il divieto viene esteso anche alle sigarette elettroniche.
La normativa invia ai giovani un messaggio molto forte in termini di prevenzione antifumo e coinvolge insegnanti e personale amministrativo. Si auspica che così facendo anche la scuola possa diventare promotrice di stili di vita sani.
Secondo il Rapporto Annuale sul Fumo del 2013 dell’Istituto Superiore di Sanità il 21,9% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni e il 19,1% delle ragazze fuma. Il 14% dei giovani inizia a fumare prima dei 15 anni, il 46,2% tra i 15 e i 17 anni, il 24,7% tra i 17 e i 20 anni. La motivazione principale è l’emulazione degli altri giovani per sentirsi grandi e parte del gruppo.
Un recente sondaggio americano rivela che il fenomeno ecig è in crescita tra gli studenti delle scuole superiori. Coloro che riferiscono di aver provato le ecig sono passati dal 3.3% del 2011 al 6,8% del 2012. Comunque il 76,3% di chi ha provato le ecig aveva comunque già cominciato con le ‘bionde’. Il sondaggio non è in grado di chiarire se l’utilizzo delle ecig per i giovani sia motivo di iniziazione al fumo o alternativa modaiola alle sigarette convenzionali.
Tuttavia un recente sondaggio italiano, condotto per conto della LIAF in una scuola media e in un liceo della città di Ragusa in Sicilia, non sembra confermare quanto affermato dai colleghi statunitensi. Infatti sebbene la larga maggioranza del campione (130 studenti in totale) conoscesse questo dispositivo e lo percepisse come meno dannoso per la salute rispetto alle sigarette convenzionali, solo il 5% l’aveva provato (9 persone) e fra questi tre fumavano regolarmente sigarette. Questi dati fanno presupporre che la sigaretta elettronica sebbene sia conosciuta tuttavia è poco o per nulla usata tra la popolazione adolescenziale. Il fenomeno, in dinamica evoluzione, merita comunque un continuo monitoraggio.
«Non bastano semplicemente norme restrittive per incentivare stili di vita più sani – commenta il Dott. Pasquale Caponnetto, Psicologo Clinico e Ricercatore del Centro Antifumo dell’Università di Catania – è fondamentale integrare tali normative con progetti concreti antifumo sia a scuola che a casa».
«È interessante notare che secondo la normativa i trasgressori che fumeranno a scuola saranno multati – spiega il Prof. Riccardo Polosa Responsabile Scientifico LIAF – mi chiedo chi controllerà e recupererà i soldi delle multe. Secondo un’inchiesta LIAF infatti ad oggi non c’è traccia di multe elevate a carico dei fumatori e degli eventuali proventi. Sarebbe interessante usare questi soldi per finanziare progetti antifumo».

Ecig: a Pavia il Vapefest

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LIAF ha il piacere di presentarvi il Vapefest Italy!!
Di seguito il comunicato pubblicato su http://assovapers.it
l Vapefest Italy che si terrà a Pavia il 21 e 22 settembre, punta soprattutto alla qualità dei contenuti e sarà un’occasione unica per confrontarsi su tutte le tematiche del mondo delle sigarette elettroniche: un ciclo di conferenze ed incontri per informarsi, discutere e approfondire tutti i dubbi e gli aspetti delle sigarette elettroniche.Per questo motivo il programma della manifestazione è ricco di interventi che nello specifico saranno:
L’unione fa la forza !!
L’apertura dei lavori fatta dall’Associazione Vapers Italiani, assieme al gruppo facebook “Svapolibero” per sottolineare l’importanza di unire la nostra voce per cercare di avere un peso sempre più concreto in questo mondo. Verranno inoltre presentate le altre associazioni di categoria del mondo delle e-cig ma anche un pubblico ringraziamento ai maggiori blog e forum italiani di settore che hanno supportato e supportano l’evento.
Le dipendenze fisiche e psicologiche
Un incontro di approfondimento con una psicologa che presenterà la dipendenza da nicotina, che caratterizza tutti i fumatori di sigarette tradizionali, ma anche la dipendenza da gestualità (il cosiddetto “effetto ciuccio”) che rende l’e-cig un metodo efficacie per smettere di fumare. Verrà inoltre affrontato anche il tema dell’ “acquisto compulsivo” che caratterizza molti vapers esperti che continuano a voler avere sempre il “giocattolo nuovo”.
L’eccellenza italiana nella produzione di liquidi per sigaretta elettronica
L’Italia è oramai leader consolidato nella produzione di liquidi per e-cig non tanto dal punto di vista della quantità quanto quello della qualità: direttamente dalla voce dei produttori, vedremo in dettaglio perchè i liquidi italiani sono sicuri e soprattutto verrà data una risposta concreta ai tanti attacchi che nelle ultime settimane si sono concentrati proprio sui produttori di liquidi.
Gli effetti della sigaretta elettronica sull’organismo umano
Un cardiologo presenterà una panoramica di tutti gli studi scientifici finora condotti sugli effetti reali dell’e-cig sull’organismo umano: un modo concreto per rispondere a chi dice che non esistono ancora studi reali, dimostrando che, a voler aprire gli occhi, la comunità scientifica è sempre più orientata verso l’approvazione ed il supporto delle sigarette elettroniche.
La tassazione sulle e-cig: gli errori del Governo nel calcolo della copertura finanziaria
Uno studio indipendente, commissionato e presentato da DEA Flavour, dimostra come la copertura finanziaria ipotizzata dallo Stato tassando le sigarette elettroniche (nello specifico i liquidi) non corrisponde a ciò che realmente il Governo spera di ricavare ma in realtà si potrebbe concretizzare come una fortissima penalizzazione di uno dei pochi mercati in crescita in Italia.
Smettere di Fumare con la Sigaretta Elettronica
Presentazione del libro di Cosimo Colasanto, giornalista de “Il Sole24Ore” e responsabile della testata giornalistica online “Salute 24” che illustra e presenta l’e-cig come un metodo reale e concreto, il primo dopo 50 anni di lotta al tabagismo, per smettere di fumare.
Svapo e sistemi avanzati
Una panoramica di approfondimento sui mods e sui sistemi di svapo avanzati che sono un passaggio quasi obbligato per i vapers di livello intermedio quando vogliono ottenere maggior soddisfazione dallo Svapo.
TAVOLA ROTONDA: il mondo della sigaretta elettronica
Un dibattito aperto fra tutti gli attori coinvolti in questo mondo: produttori, politici, giornalisti, vapers, associazioni di categoria, per fare il punto sul presente e sul futuro della sigaretta elettronica in Italia.
Non solo parole…
Il VapeFest non sarà una mostra espositiva benchè saranno presenti alcuni produttori di liquidi per presentare le loro novità ed anche alcuni negozi per poter provare alcuni nuovi prodotti del settore. Ma oltre ai contenuti informativi, il VapeFest è anche una festa per ritrovarci e conoscerci per condividere le nostre esperienze, ascoltare buona musica e divertirci: durante la serata di sabato si terrà una cena aperta a tutti e dalla mezzanotte in poi, per i più nottambuli, si terrà il “Midnight Vaping” in un pub prossimo all’evento, dove continuare a parlare e stare in compagnia.

Giornata Mondiale degli Svapatori

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LIAF per la prima volta in Italia, lancia la Giornata Mondiale degli Svapatori.
Si terrà il 19 settembre 2013 il World Vaping Day.
L’evento internazionale dedicato agli utilizzatori di sigarette elettroniche
L’inizitiva, nata a marzo dell’anno scorso grazie ad “ECCA UK” (Associazione Britannica dei consumatori di Ecig), ha già trovato il supporto delle grandi organizzazione E-cig internazionali come CASAA USA e ATACA Australia e in Italia è sostenuta in esclusiva da LIAF Lega Italiana Antifumo.
Per l’occasione LIAF invita le organizzazioni antifumo, le associazione che supportano le sigarette elettroniche, i produttori, i commercianti e tutti gli svapatori a firmare la petizione a sostegno delle sigarette elettroniche: https://www.liafmagazine.it/petizione.php
L’obiettivo del WVD (World Vaping Day) è di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica e le istituzioni sul fenomeno delle sigarette elettroniche.
Segnala a [email protected] l’evento che organizzerari nella tua città!
Scatta una foto del tuo evento e postala sulla pagina Facebook &Twitter di LIAF!!
(Non sono ammesse foto pubblicitarie o promozioni commerciali)
Usa l’ashtag #WorldVapingDay
Ulteriori informazioni sono disponibili su

Suggerimenti per regolamentare le ECIG

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Regolamentazione ECIG: no farmaco ma prodotto alimentare e dispositivo elettronico
Queste le indicazioni pubblicate da LIAF sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet
Il Prof. Riccardo Polosa e il Dott. Pasquale Caponnetto, consulenti LIAF Lega Italiana Antifumo e Ricercatori dell’Università di Catania esperti di sigarette elettroniche, pubblicano sulla prestigiosa rivista The Lancet, un articolo con preziosi suggerimenti per regolamentare le sigarette elettroniche.
Secondo gl esperti internazionali LIAF Polosa e Caponnetto, la soluzione per regolametare in modo equilibrato le sigarette elettroniche sarebbe quella di considerare i contenuti, quindi i liquidi, come prodotti alimentari, per cui esiste una specifica normativa internazionale che definisce ad esempio gli integratori alimentari.
Per i componenti elettrici può essere attivata la normativa esistente per i dispositivi elettrici in genere.
Evitare la normativa farmacologia eviterebbe di far lievitare i costi, rendendo cosí il prodotto più accessibile ai produttori e utilizzatori di sigarette elettroniche.
Grazie all’esperienza raccolta durante i numerosi studi clinici su sigarette elettroniche, gli esperti LIAF riportano sull’articolo di Lancet le esigenze più diffuse tra gli svapatori in merito alla sicurezza delle ecig e alla loro regolamentazione.
Infatti gli aspetti da attenzionare secondo Polosa e Caponnetto sarebbero 3:
1) un elevato standard qualitativo di produzione
2) una etichettatura precisa che indichi contenuti e dosagi
3) indicazioni chiare sull’utilizzo delle ecig con eventuali effetti collaterali
Al seguente LINK l’articolo completo in inglese
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Comunicazione LIAF

Regolamentazione ECIG: Lancet pubblica articolo LIAF

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Regolamentazione ECIG: no farmaco ma prodotto alimentare e dispositivo elettronico
Queste le indicazioni pubblicate da LIAF sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet
Il Prof. Riccardo Polosa e il Dott. Pasquale Caponnetto,  consulenti LIAF Lega Italiana Antifumo e Ricercatori dell’Università di Catania esperti di sigarette elettroniche, pubblicano sulla prestigiosa rivista The Lancet, un articolo con preziosi suggerimenti per regolamentare le sigarette elettroniche.
Secondo gl esperti internazionali LIAF Polosa e Caponnetto, la soluzione per regolametare in modo equilibrato le sigarette elettroniche sarebbe quella di considerare i contenuti, quindi i liquidi, come prodotti alimentari, per cui esiste una specifica normativa internazionale che definisce ad esempio gli integratori alimentari.
Per i componenti elettrici può essere attivata la normativa esistente per i dispositivi elettrici in genere.
Evitare la normativa farmacologia eviterebbe di far lievitare i costi, rendendo cosí il prodotto più accessibile ai produttori e utilizzatori di sigarette elettroniche.
Grazie all’esperienza raccolta durante i numerosi studi clinici su sigarette elettroniche, gli esperti LIAF riportano sull’articolo di Lancet le esigenze più diffuse tra gli svapatori in merito alla sicurezza delle ecig e alla loro regolamentazione.
Infatti gli aspetti da attenzionare secondo Polosa e Caponnetto sarebbero 3:
1) un elevato standard qualitativo di produzione
2) una etichettatura precisa che indichi contenuti e dosagi
3) indicazioni chiare sull’utilizzo delle ecig con eventuali effetti collaterali
Al seguente LINK l’articolo completo in inglese

ECIG: nasce Confesercenti per i venditori di vapore

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Si riporta di seguito il comunicato stampa pubblicato su CONFESERCENTI al seguente link:
Svapo, costituito il comitato promotore: “non siamo ‘venditori di fumo’, perchè accise come il tabacco?”
Nasce il sindacato Confesercenti dei rivenditori e produttori di vaporizzatori elettrici. Ieri, in occasione dell’assemblea costitutiva presso la sede nazionale, a Roma, è stato nominato il comitato promotore che si occuperà di formare l’associazione di categoria, la cui assemblea elettiva è prevista fra un mese. Obiettivo, proteggere un settore di grande valore sociale ed economico – occupa più di 5mila persone in oltre 3mila negozi in tutta Italia – sotto attacco da parte del fisco, puntando anche sulla qualificazione professionale degli imprenditori del comparto.
“Rivenditori e produttori di svapo – spiega Confesercenti in una nota – non sono ‘venditori di fumo’ in senso tradizionale: non si occupano, infatti, di prodotti legati al tabacco. Per questo riteniamo del tutto fuori luogo l’intervento dei monopoli di Stato e l’imposizione di accise assimilabili a quelle sui tabacchi, come prevede la legge 9 agosto n.99. La maxi-imposta prevista sull’hardware, che arriverà a imporsi dal primo gennaio per il 58,5% del prezzo finale, ucciderà un settore importante, che già soffre per l’indebolimento della domanda. Ed è doppiamente ingiusta, perché – oltre a trattare la categoria come la distribuzione del tabacco – tassa direttamente il vaporizzatore, che è un dispositivo hardware le cui componenti vengono comunemente utilizzate anche negli smartphone e in altri strumenti elettronici. L’assurdo, inoltre, è che questa tassazione è legata ad un provvedimento che dovrebbe favorire l’occupazione giovanile: ma l’80% degli imprenditori del settore e-cig ha meno di 40 anni, perché mettere in difficoltà dei giovani che hanno creato lavoro per loro stessi e per gli altri?”.
“A rischio – continua la nota – , oltre il valore aggiunto e i posti di lavoro creati dal settore, ci sono anche gli svapatori: come ha riferito il Ministero della Salute, gli utilizzatori regolari di e-cig sono già 500mila, e 1 milione di 600mila sono quelli occasionali. L’arrivo della maxi-imposta danneggerà quindi anche di 2 milioni consumatori, tra cui le decine di migliaia di persone che hanno smesso di fumare grazie alle svapo”.