mercoledì, Luglio 23, 2025
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Congresso Internazionale ERS – La prospettiva del paziente 2: Martine Puhl

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Martine Puhl è una paziente che ha rappresentato U-BIOPRED al Congresso Internazionale ERS. In questo secondo articolo ci darà qualche informazione in più sul simposio U-BIOPRED che si è tenuto lunedi 8 settembre e durante il quale sono stati presentati cinque progetti molto interessanti.
La sessione è stata organizzata in una stanza molto grande. Ed era pieno. Affollato!”
U-BIOPRED è ora nella fase in cui le persone sono interessati a sentir parlare di risultati preliminari. E ci sono già risultati molto interessanti.
E’ stata data una occhiata sui dati dei biomarcatori specifici dei pazienti con asma grave che hanno partecipato allo studio U-BIOPRED. Questo potrebbe essere il primo passo verso farmaci più personalizzati? Le informazioni relative alla modellizzazione computerizzata per asma grave nel progetto AirPROM è promettente.
Essa ha portato alle domande:
Potranno questi due progetti davvero beneficiare gli uni dagli altri?
Saranno in grado di scoprire metodi e farmaci migliori per curare i pazienti con asma grave?
Anche la presentazione di Scott  Wagers di BioSci Consulting è stata molto interessante perché ha evidenziato i processi e collaborazioni del progetto U-BIOPRED che si sono tenute dietro le quinte. 
Il genere di cose che quando si è in tanti e si lotta e si partecipa ad un unico progetto, lottano con un solo obiettivo, succedono.  Ammiro l’analisi attenta al progetto U-BIOPRED visto dall’interno. Scott ha raccontato il numero impressionante di telefonate attese, fatte e ricevute nel corso degli anni. E, cosa più importante per me come un rappresentante dei pazienti, Scott ha messo in evidenza il nostro ruolo ed i metodi di come i pazienti vengono resi partecipi del progetto. 
Infine, è stato chiesto al nostro rappresentante David Supple di parlare del punto di vista del paziente all’interno del progetto. Ha raccontato di aver appreso tante lezioni, sia negative che positive.
Mi auguro vivamente che i suoi messaggi saranno presi in considerazione per i nuovi progetti che saranno portati a termini con il contributo dei pazienti perché, se volete un buon input, il gruppo va sostenuto. Ha bisogno di budget, tempo e persone dedicate.
Vorrei concludere con la citazione di Thomas Edison, segnalata dalla presentazione di Scott:
“Cavolo, non ci sono regole qui, stiamo cercando di realizzare qualcosa!”

I risultati di U-Biopred disponibili a ERS 2014

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U-Biopred partecipa a ERS 2014, il congresso internazionale organizzato dalla European Respiratory Society che si sta svolgendo in queste ore a Monaco di Baviera.
Una occasione importante per uno dei progetti di ricerca più diffusi al mondo. U-Biopred (Unbiased BIOmarkers in PREDiction of respiratory disease outcomes) raccoglie informazioni e campioni da parte di adulti e bambini per conoscere di più sui diversi tipi di asma e garantire una migliore diagnosi ed un più efficace trattamento della malattia.
In quest’ultimo anno è cresciuto in maniera rilevante. I dati raccolti sono stati analizzati con diversi tipi di approccio e siamo ormai arrivati al completamento della sperimentazione clinica.
A Monaco i ricercatori del progetto U-Biopred presenteranno i risultati relativi al 2013-2014. Obiettivi importanti che sono stati raggiunti grazie alla collaborazione e all’eccellenza dei metodi di studio utilizzati.
Ecco in sintesi i risultati (U-Biopred project update 2013-2014)):
• Completamento della sperimentazione clinica con 1.029 partecipanti allo studio
• Lo studio della parte 1 del WP5 sulla sicurezza è vicino al completamento
• I data base sono stati resi disponibili tramite la piattaforma di U-BIOPRED tranSMART
• I campioni finali sono stati conservati nella Biobanca, creata appositamente per il progetto
• Due nuove opportunità sono state concesse attraverso le sovvenzioni ENSO della IMI (Innovative Medicines Initiative) con le quali si potrà sviluppare un piano sostenibile e aggiungere tre impronte digitali extra per lo studio
• Sono stati sviluppati anche nuovi programmi di scrittura per i gruppi clinici, sia quelli pediatrici, sia quelli per adulti
Per consultare il programma completo delle sessioni dedicata ad U-Biopred nell’ambito di ERS 2014 è possibile visitare il sito alla pagina dedicata a “Meet the Experts“.

Monaco di Baviera – U-Biopred partecipa al congresso internazionale della European Respiratory Society

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Anche quest’anno U-BIOPRED partecipa al congresso internazionale promosso dalla European Respiratory Society (ERS): l’ERS International Congress 2014.
Esperti provenienti da tutto il mondo si incontreranno a Monaco di Baviera, dal 6 al 10 Settembre, per confrontarsi sui temi legati alla scienza di base ed alla medicina clinica ed in particolar modo alle malattie respiratorie.
Una occasione da non perdere per i ricercatori di U-Biopred che potranno presentare i risultati finora ottenuti nell’ambito di una sezione dedicata interamente al progetto internazionale per la cura dell’asma grave.
Sul sito U-Biopred (Unbiased BIOmarkers in PREDiction of respiratory disease outcomes) è possibile consultare il programma completo delle sezioni dedicate al “Meet the Experts”
E sempre a Monaco domani, 9 Settembre 2014, è previsto l’intervento del responsabile scientifico di LIAF e membro della ERS, il prof. Riccardo Polosa, che presenterà i risultati dello studio “Effetti delle sigarette elettroniche in fumatori asmatici”, condotto dai ricercatori dell’Università degli Studi di Catania in collaborazione con l’Università di Hull (UK) e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “International Journal of Environmental Research and Public Health”.
Evidenze scientifiche che sono di grande interesse pubblico per tutti i pazienti asmatici che vogliono smettere di fumare. Per il prof. Polosa, infatti: “E’ sorprendente valutare come molti asmatici fumatori paradossalmente non vogliono o non riescono a smettere di fumare ed ancor più importante aver capito che il vapore elettronico risulta sicuro anche quando inalato nelle vie aeree ipersensibili e infiammate di un asmatico”.
La ERS, Società Respiratoria Europea, è la principale organizzazione professionale nel suo settore in Europa. Impegnata a elevare il profilo di salute delle malattie respiratorie, i membri di questa organizzazione cercano di alleviare le sofferenze dei soggetti affetti malattie respiratorie promuovendo la salute dei polmoni attraverso la ricerca, la condivisione della conoscenza e tramite la formazione medica e del pubblico. Il Congresso che si sta svolgendo a Monaco in queste ore ha proprio l’obiettivo di condividere insieme alla comunità scientifica internazionale i risultati di importanti scoperte che possono cambiare e migliorare la vita delle persone.

Polosa risponde a Di Diase (SIC): “Allarmismo ingiustificato sulla nicotina”

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Continua il dibattito scientifico circa i rischi legati alla sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare. A prendere una posizione netta questa volta è il prof. Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania, firmatario insieme a Veronesi e Tirelli e ad altri 50 noti esperti mondiali di salute pubblica della lettera indirizzata all’OMS.
“È da irresponsabili questo allarmismo sulla nicotina che ne sovrastima i rischi in spregio alle evidenze scientifiche che dimostrano come questo psicostimolante di largo consumo non è cancerogeno, non provoca danni ai polmoni, e – ai dosaggi normalmente assunti dai fumatori – non è un veleno. Inoltre, sebbene la nicotina può provocare una accelerazione del battito cardiaco e un aumento della pressione, non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari”– ha affermato Polosa riferendosi alle recenti affermazioni del presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Matteo Di Biase, secondo cui i rischi della sigaretta elettronica sono simili a quelli derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale.

Polosa risponde a Di Biase (SIC): “Allarmismo ingiustificato sulla nicotina”

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Continua il dibattito scientifico circa i rischi legati alla sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare. A prendere una posizione netta questa volta è il prof. Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania, firmatario insieme a Veronesi e Tirelli e ad altri 50 noti esperti mondiali di salute pubblica della lettera indirizzata all’OMS.
“È da irresponsabili questo allarmismo sulla nicotina che ne sovrastima i rischi in spregio alle evidenze scientifiche che dimostrano come questo psicostimolante di largo consumo non è cancerogeno, non provoca danni ai polmoni, e – ai dosaggi normalmente assunti dai fumatori – non è un veleno. Inoltre, sebbene la nicotina può provocare una accelerazione del battito cardiaco e un aumento della pressione, non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari (come si evince dai dati del GFN 2014) ”– ha affermato Polosa riferendosi alle recenti affermazioni del presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Matteo Di Biase, secondo cui i rischi della sigaretta elettronica sono simili a quelli derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale.
Nei giorni scorsi, infatti, in seguito alla polemica suscita dalle affermazioni del prof. Umberto Veronesi sui benefici della sigaretta elettronica e l’eccessivo allarmismo delle istituzioni internazionali, oltre al commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, si sono espressi anche i cardiologi italiani. Il presidente della Società, il prof. Di Biase ha dichiarato: ”La sigaretta elettronica fa comunque male, anche se meno di quelle tradizionali, e non risolve il problema della dipendenza. Con l’e-cig – ha sottolineato – si assume comunque nicotina, e il rischio è quasi uguale a quelle tradizionali, almeno dal punto di vista cardiovascolare. Inoltre, a differenza delle sigarette, la quantità di sostanza contenuta non è definita, e si rischia di assumerne anche di più del normale. A questo si aggiunge il fatto che è proprio la nicotina a creare dipendenza, per cui se al fumatore si dà quella elettronica non si riuscirà a farlo smettere”.

Esperti a Oms: “Non si prendano posizioni su rischi non documentati”

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Quattro esperti internazionali di patologie fumo correlate rispondono all’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità circa i rischi delle sigarette elettroniche e la loro efficacia.
In un lettera – firmata da Umberto Veronesi e Carlo Cipolla, dell’Istituto Europeo di Oncologia Milano, Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania e Umberto Tirelli, del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano – gli scienziati invitano l’Oms a non rifuggire le potenzialità e l’efficacia delle e-cig e propongono invece di implementarne gli studi.
“Rinnoviamo l’invito all’OMS a non criminalizzare la sigaretta elettronica – scrivono – e a non lanciare allarmi basati su supposizioni, ma al contrario, promuoverne lo studio scientifico e l’utilizzo nella lotta al cancro e le malattie cardiovascolari. E’ inevitabile – continuano nella lettera – che la sigaretta elettronica sia invisa alle multinazionali del tabacco e ai produttori di tabacco, e la loro forza di lobby a livello mondiale si sta indirizzando accanitamente in questa direzione”.
Il potere economico, politico e sociale di questi colossi del mercato delle “bionde” non dovrebbe, secondo gli scienziati: “Spingere istituzioni mondiali e nazionali preposte alla salute dei cittadini a prendere posizioni contro la sigaretta elettronica sulla base di possibili rischi (del vapore, degli aromi e così via) non scientificamente documentati”.
Per il prof. Riccardo Polosa: “Le forme di regolamentazione proposte dall’Oms sono praticamente sproporzionate”. Nel suo personale commento, spiega che i rischi delle e-cig, cui si riferisce la proposta dell’Oms: “Sono veramente risibili, soprattutto se confrontati a quelli derivanti dal tabacco combustibile ”.
Secondo il professore, la citazione selettiva e superficiale (oltre che poco critica) delle evidenze scientifiche ha portato l’Oms: “Ad una totale mancanza del riconoscimento degli effetti positivi della ecig su milioni di utilizzatori. Quello che serve – spiega infatti – è una regolamentazione proporzionata che non distrugga il valore aggiunto che questi prodotti stanno portando agli (ex)fumatori che li utilizzano da tempo”.
Sulla base del concetto di “riduzione del danno”, fortemente sostenuto da esperti di tutto il mondo, il vapagismo sta confermando e il suo ruolo positivo nella vita dei fumatori quale alternativa concreta al tabagismo. E questo per il prof. Polosa: “Non può essere considerato un aspetto di poco conto”.
Nel protocollo sulla sigaretta elettronica che l’Istituto Europeo di Oncologia sta elaborando e che sarà pubblicato a fine anno, annunciano, “non si è verificato un solo singolo caso di tossicità o effetto collaterale”, in presenza invece di “una significativa efficacia nella disassuefazione dal fumo”.
“La sigaretta elettronica è uno strumento efficace per contrastare la gravissima tragedia del cancro al polmone – si legge nel testo della lettera – Se per ipotesi tutti fumatori di sigarette tradizionali passassero alla sigaretta senza tabacco si otterrebbe a breve una riduzione drastica del cancro polmonare, che nel tempo diventerebbe una malattia rara”.

La BBC vieta l’uso delle sigarette elettroniche nei propri uffici: una questione di “etichetta”, non di salute pubblica

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La BBC è stata duramente criticata da ECITA, l’associazione britannica che riunisce le industrie del settore e-cig, e dai due più noti esperti mondiali di vapagismo Polosa e Farsalinos per aver deliberatamente ignorato la scienza nel momento in cui ha deciso di vietare ai propri dipendenti di svapare all’interno dei propri uffici. Questo divieto è un fatto “spregevole” – hanno dichiarato gli esperti.
La critica è arrivata dopo che il responsabile del personale della BBC, Diane Dumas, ha risposto all’associazione ECITA con una scusa che ha lasciato tutti perplessi: “Comprendo che il divieto non ha una base medico-scientifica. Più che per un ‘problema di salute e sicurezza’, il divieto vuole essere semplicemente ‘un codice di comportamento’ basato esclusivamente sull’estetica e sul galateo”.
“In termini di codici di comportamento, qualunque organizzazione può dettare le proprie preferenze – ha commentato il prof. Riccardo Polosa dell’Università degli studi di Catania – Tuttavia, che la BBC vieti ai suoi dipendenti l’uso del più popolare sostituto della sigaretta convenzionale (che è tra le principali cause di morte nel mondo) è un fatto spregevole. La BBC sta dando un pessimo esempio negando la questione salute e sicurezza ed ignorando le evidenze scientifiche”.
“Le leggi antifumo vietano di fumare tabacco nei luoghi di lavoro per via del grave rischio che il fumo passivo rappresenta per la salute dei non fumatori. Studi scientifici hanno ripetutamente dimostrato che l’inalazione passiva di vapori dalle sigarette elettronicche non è in alcun modo comparabile al fumo passivo della sigaretta convenzionale. Eventuali decisioni dovrebbero essere basate su prove scientifiche piuttosto che su ideologie o preferenze personali” – ha poi affermato il prof. Konstantinos Farsalinos dell’Onassis Cardiac Center di Atene.
La BBC ha fatto sapere ad ECITA di aver consultato il suo personale prima di prendere la decisione, e sostiene che la scelta sia dovuta al fatto di voler mantenere un atteggiamento “coerente” in merito ad una questione sulla quale l’opinione pubblica internazionale è ancora nettamente divisa.
Secondo Katherine Devlin, Presidente di ECITA: “La BBC si sta muovendo su un terreno pericoloso, quello della fobia e del pregiudizio. Non si sarebbero mai sognati di permettere al personale omofobico di rifiutarsi di lavorare con gli omosessuali per paura di contrarre l’AIDS. Per lo stesso motivo, non dovrebbero consentire al personale vapofobico di buttare gli svapatori fuori dell’edificio”.
“La BBC è nota in tutto il mondo per i suoi valori di tolleranza e coraggio nell’andare sempre alla ricerca della verità, e ha bravissimi giornalisti scientifici. Perché sta ignorando i propri valori e le proprie competenze?” – ha aggiunto la Devlin.
Secondo ECITA, le organizzazioni devono affrontare la questione dell’uso della sigaretta elettronica all’interno dei propri locali con una duplice strategia di educazione e giusto compromesso. La BBC riconosce che ECITA ha adottato un approccio “costruttivo” nel proporre una soluzione più ragionevole per accogliere gli svapatori e fugare i timori del personale con le evidenze scientifiche. Tuttavia la BBC ritiene che sia “troppo presto” per rivedere la propria politica, e preferisce attendere altre prove.
“Una politica sbagliata non lo diventerà di meno con il passare del tempo. Così facendo, si costringeranno migliaia di persone a svapare in aree per fumatori, dove saranno esposti al fumo passivo delle sigarette convenzionali” – ha concluso la Devlin.
Quando la BBC ha annunciato il divieto, il suo ufficio stampa ha giustificato la decisione affermando che essa fosse il risultato di una consultazione con la British Medical Association, ossia l’associazione professionale e sindacale dei Medici nel Regno Unito.
“È obbligo del datore di lavoro tutelare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. Peccato però che la decisione presa dalla BBC non sia in linea con questa normativa – aggiunge la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF ed esperta in Medicina del Lavoro – Anzi, questo divieto sortirà l’effetto opposto: il pericolo di ricaduta nel vizio, per coloro che erano riusciti a smettere grazie all’e-cig, sarà ancora più elevato. Costringerli a uscire fuori per svapare, magari accanto ai fumatori in pausa sigaretta, va contro ogni logica di ‘diritto del lavoratore’ ”.

La LIAF guida l’FDA sulla imminente regolamentazione delle e-cig negli US

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L’FDA statunitense sta approntando una nuova regolamentazione per le sigarette elettroniche nel contesto dell’attuale Food, Drug & Cosmetic Act, tenendo conto della riduzione del rischio di questi prodotti nei confronti delle sigarette convenzionali. A tale proposito, LIAF ha inviato oggi un commento ufficiale, corredato di un corposo report tecnico-scientifico, per favorire l’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire la diffusione di un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.
Nonostante decenni di sforzi per ridurre l’uso del tabacco, il fumo di sigaretta continua ad essere la principale causa di malattie e morte prevenibili nel mondo. Negli Stati Uniti, per affrontare questo problema di salute pubblica, la Food and Drug Administration (FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) regolamenta sigarette, tabacco per sigarette, sigarette rollate e tabacco non combustibile nelle sue varie forme (es. tabacco da masticare) sotto la Food, Drug & Cosmetic Act. Da parecchi mesi, l’FDA intende includere sotto la stessa normativa anche le sigarette elettroniche, i sigari, il tabacco da pipa e da narghilè, ecc.
Se tale proposta venisse accettata, l’FDA avrebbe il potere di stabilire e implementare rigidi strumenti normativi anche per le e-cig, come ad esempio inutili e costosi test di qualità e limitazioni alla commercializzazione e alla pubblicità ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco.
L’FDA, a differenza degli enti governativi italiani, ha però uno strumento di consultazione pubblica per cui chiunque può inviare, in forma elettronica o cartacea, un commento su una qualsiasi proposta di legge. Un commento ricco di informazioni costruttive che comunica in modo chiaro e supporta le proprie affermazioni ha ovviamente molte probabilità di avere un impatto sul processo decisionale.
È per questo che LIAF, tramite il suo responsabile scientifico, prof. Riccardo Polosa, ha inviato un commento ufficiale su questa regolamentazione in itinere con l’auspicio che possa guidare l’FDA nell’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire la diffusione di un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.

La LIAF guida l’FDA sulla imminente regolamentazione delle e-cig negli US

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Nonostante decenni di sforzi per ridurre l’uso del tabacco, il fumo di sigaretta continua ad essere la principale causa di malattie e morte prevenibili nel mondo. Negli Stati Uniti, per affrontare questo problema di salute pubblica, la Food and Drug Administration (FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) regolamenta sigarette, tabacco per sigarette, sigarette rollate e tabacco non combustibile nelle sue varie forme (es. tabacco da masticare) sotto la Food, Drug & Cosmetic Act. Da parecchi mesi, l’FDA intende includere sotto la stessa normativa anche le sigarette elettroniche, i sigari, il tabacco da pipa e da narghilè, ecc.
Se tale proposta venisse accettata, l’FDA avrebbe il potere di stabilire e implementare rigidi strumenti normativi anche per le e-cig, come ad esempio inutili e costosi test di qualità e limitazioni alla commercializzazione e alla pubblicità ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco.
L’FDA, a differenza degli enti governativi italiani, ha però uno strumento di consultazione pubblica per cui chiunque può inviare, in forma elettronica o cartacea, un commento su una qualsiasi proposta di legge. Un commento ricco di informazioni costruttive che comunica in modo chiaro e supporta le proprie affermazioni ha ovviamente molte probabilità di avere un impatto sul processo decisionale.
È per questo che LIAF, tramite il suo responsabile scientifico, prof. Riccardo Polosa, ha inviato un commento ufficiale su questa regolamentazione in itinere con l’auspicio che possa guidare l’FDA nell’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire la diffusione di un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.
Riportiamo qui di seguito la traduzione del commento inviato.
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La Lega Italiana Antifumo (LIAF) ha il dovere morale di inviare un commento alla FDA in merito alla sua imminente regolamentazione sui tabacchi, avendo essa come missione la diffusione della “cultura del non fumo”. La LIAF sostiene attualmente una campagna a favore di prodotti alternativi che non richiedono combustione di tabacco, come le sigarette elettroniche (e-cig), per il loro potenziale nella riduzione del danno fumo-correlato.
Le e-cig sono prodotti semplici ma rivoluzionari. Sebbene emettano vapore, che assomiglia al fumo, non v’è alcuna combustione di tabacco, pertanto chi le usa regolarmente eviterà migliaia di sostanze chimiche tossiche tipicamente presenti nel fumo di sigarette convenzionali.
Le evidenze scientifiche indicano che l’uso di e-cig è un’alternativa di gran lunga meno dannosa del fumo. Anche se alcuni prodotti chimici tossici vengono rilasciati nel vapore elettronico, i loro livelli sono infinitamente minori rispetto a quelli rilasciati dal fumo di tabacco. Sondaggi, dati clinici, chimici e tossicologici sono stati spesso travisati o male interpretati dalle autorità sanitarie e regolatorie, tanto da farla apparire molto più pericolosa di quanto non lo sia in realtà. È ovvio che un certo rischio residuo associato all’uso delle e-cig può essere presente, ma questo è insignificante rispetto alle conseguenze devastanti del fumo. Inoltre, le e-cig vengono utilizzate dai fumatori come sostituto delle sigarette convenzionali o dagli ex fumatori per evitare la ricaduta nel vizio; in tal senso, qualsiasi valutazione del rischio non può prescindere da quello derivante dal continuare a fumare o dall’avere una recidiva.
Chiaramente, LIAF sa che sono necessarie ulteriori ricerche in numerosi settori chiave (ad esempio, nel design dell’atomizzatore e dei materiali dello stoppino per ridurre ulteriormente le emissioni tossiche, o nella tossicologia degli ingredienti per determinare il rischio relativo degli aromi da inalazione) e che i regolamenti devono semplicemente mirare a ridurre al minimo la diffusione delle e-cig tra i non fumatori e i giovani, e a garantire che i consumatori comprino prodotti che soddisfano elevati standard di qualità e sicurezza.
Tuttavia, qualunque decisione in questo senso non deve ne compromettere la varietà di scelta per i consumatori e ne minare la competitività dei prodotti a rischio inferiore (e-cig) a favore di quelli molto più dannosi (sigaretta convenzionale). I consumatori meritano e devono prendere decisioni informate, e la ricerca è sicuramente orientata a promuovere questa linea. In particolare, LIAF ritiene che i dati attuali sulla valutazione della sicurezza e del rischio delle e-cig siano sufficienti a scongiurare misure eccessivamente restrittive quale conseguenza dell’irrazionale applicazione del principio di precauzione.
Alleghiamo quindi una nostra valutazione critica sui dati da un totale di 107 studi clinici e di laboratorio relativamente ai potenziali rischi derivanti dall’uso della sigaretta elettronica, rispetto ai conosciuti e comprovati effetti devastanti derivanti dal fumo di sigarette di tabacco. Auspichiamo che l’FDA trovi questo documento utile per affinare le proprie normative sulle sigarette elettroniche.
Cordialmente,
Prof. Riccardo Polosa (1)
Responsabile Scientifico LIAF
Note:
(1) Riccardo Polosa, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania è stato valutato sulla rivista scientifica BMC Public Health come la più produttiva e influente voce autorevole sulle sigarette elettroniche, nel mondo. Vedasi tabella 6 in: http://www.biomedcentral.com/content/pdf/1471-2458-14-667.pdf

La “doppia faccia” del nuovo Decreto tabacchi: temuta escalation di prezzi per il fumo elettronico

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Accise maggiorate, nuovi prodotti “da inalazione” (sigarette elettroniche di nuova generazione) e strane manovre del Ministero dell’Economia e delle Finanze dietro alla bozza del decreto legislativo sulla tassazione dei tabacchi che sarà discussa a Settembre in Parlamento. Se la bozza di legge, da una parte, propone per tutti i nuovi prodotti da inalazione una tassazione ridotta al 60% delle accise per i tabacchi lavorati, dall’altra crea una netta disparità fiscale per i prodotti da inalazione a base di liquido.
Il nuovo decreto tabacchi sembra foriero di buone notizie, ma in realtà nasconde, e in maniera subdola, l’ennesima pugnalata al settore delle sigarette elettroniche facendo solo gli interessi delle multinazionali di tabacco. Ecco, in sintesi, il contenuto della nuova proposta di legge del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla tassazione dei tabacchi e che ignora le esperienze degli 800 mila consumatori italiani che hanno scelto la strada del vapagismo per chiudere con il tabacco.
La nuova proposta, infatti, è improntata a regolamentare il tabacco non combustibile e gli altri prodotti contenenti nicotina in modo diverso dalle sigarette convenzionali tenendo conto del loro profilo a basso rischio. Questo consentirebbe inoltre di pubblicizzare liberamente i prodotti “da inalazione” (per intenderci, sigarette elettroniche e i nuovi prodotti a tabacco riscaldato) e ne eliminerebbe il divieto di uso nei luoghi pubblici. Ma non è tutto oro quello che luccica. Il decreto, infatti, rischia di far lievitare considerevolmente i prezzi del vapore elettronico, rendendolo nettamente meno competitivo nei confronti del fumo di tabacco.
Se la bozza di legge, da una parte, propone per tutti i nuovi prodotti da inalazione una tassazione ridotta al 60% delle accise per i tabacchi lavorati, dall’altra crea una netta disparità fiscale per i prodotti da inalazione a base di liquido. La proposta infatti equipara arbitrariamente 10 ml di liquido a 80 sigarette convenzionali, e dato che su 80 sigarette l’accisa è pari a 10,65 €, ne consegue che su una confezione di liquido elettronico da 10 ml graverebbe una tassa di 6,39 €. Per effetto di questa tassa il prezzo al pubblico come minimo raddoppia. E non finisce qui. Le negoziazioni sono ancora in corso e alcune voci sostengono che un’altra equiparazione, altrettanto arbitraria e altrettanto bizzarra, potrebbe essere adottata, stavolta rifacendosi al numero di “boccate”. Se, come sostengono i Monopoli di Stato, a 1 ml di liquido elettronico corrispondono 300 svapate, e ad una “bionda” 10 boccate, l’equivalenza determinerebbe una tassa di 2,41 € per singolo ml. Il che significa che su una confezione di liquido da 10 ml potrebbe pesare una tassa di 24,10 €. Dalla padella alla brace!
La proposta di legge prevede inoltre la regolamentazione di una nuova tipologia di prodotto di imminente commercializzazione in Italia, la sigaretta che scalda il tabacco e non brucia (i.e. “Heat no Burn”) ideata dalla Phillip Morris International. Il produttore di questa nuova tipologia assicura una riduzione complessiva del rischio tossicologico che si attesta tra il 70 e il 90%. Maggiori informazioni sui prodotti Heat no Burn (HnB) sono state diffuse oggi sul quotidiano Avvenire in una intervista rilasciata dal Prof. Polosa.
Commentando la proposta, il Prof. Riccardo Polosa, professore di Medicina Interna e Direttore del Centro per la prevenzione e Cura al Tabagismo dell’Università degli Studi di Catania, oltre che consulente scientifico LIAF, ha detto: “Prodotti da fumo riclassificati come prodotti per inalazione? Tutto questo è ridicolo. Oltre che dalla combustione, fumo viene generato anche da fenomeni chimici non combustibili. Ma il vero problema non è questo – ha aggiunto Polosa – La distinzione tra prodotti a base di tabacco (combustibile, riscaldabile, masticabile, da sciogliere in bocca) e prodotti che non contengono assolutamente tabacco (come le e-cig attualmente in commercio) è l’unica che comprendo e dovrebbe essere alla base di una tassazione razionale!”.
Anche Massimiliano Mancini, presidente di Anafe – Confindustria, l’associazione di categoria dei produttori di sigarette elettroniche, e Massimiliano Federici, presidente di Fiesel – Confesercenti, l’associazione dei rivenditori di sigarette elettroniche, hanno criticato la proposta. Entrambi sono preoccupati per la mancanza di trasparenza nel processo svolto per l’adozione del presente decreto e per il comportamento non responsabile che pervade la burocrazia italiana.
È lecito chiedersi come mai la bozza di decreto tende a favorire un prodotto contenente tabacco nei confronti di un altro (ovvero la sigaretta elettronica) che non solo non ne contiene, ma rappresenta uno strumento potenziale di salute pubblica.
La LIAF un’opinione ce l’ha. Un recente studio del Centro Studi Casmef dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, che prende in esame i possibili effetti delle varie ipotesi di revisione dell’accisa sul tabacco, dimostra che all’aumentare delle accise sulle sigarette convenzionali non si è registrato l’atteso aumento delle entrate per l’erario, ma solo un’importante crescita dei “mercati paralleli” (ovvero mercato nero del tabacco di contrabbando). Lo studio conclude che qualsiasi scenario ipotizzato ha sempre e comunque un impatto negativo per l’erario nel triennio 2013-2015. Questo a dimostrazione del fatto che lo Stato italiano rimane in grave difficoltà finanziaria e non sa come fronteggiare le perdite derivanti dal calo delle vendite di sigarette convenzionali. La soluzione sarebbe stata quella di tassare anche le sigarette elettroniche, ma non ha funzionato per via del crollo del settore ancora poco maturo. Gli aspri scontri con il settore dello svapo ne sono un riflesso evidente.
La sigaretta che scalda il tabacco e non brucia rappresenta una soluzione al problema erariale. E non solo. La Philip Morris sta investendo 500 milioni di euro in Italia e darà lavoro a 600 persone. E si aggiudica un posto importante al tavolo negoziale. Heat no burn: riscalda ma non brucia, e il gioco è fatto. Il fumatore italiano medio tornerà a consumare tabacco ovunque, rasserenato dal rischio ridotto promesso dalla nuova tecnologia, e le tasche dello Stato torneranno a riempirsi grazie alle accise sul tabacco che graveranno sulla sigaretta a tabacco riscaldato, la quale usufruirà però di tutti gli effetti positivi derivanti dalla mancata applicazione dei divieti previsti per le sigarette tradizionali. Insomma ci guadagnano tutti, lo Stato, la Philip Morris, le aziende che investiranno nei nuovi prodotti HnB. E i fumatori che vogliono smettere? Per questo bisognerà attendere.