venerdì, Ottobre 31, 2025
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Congresso Internazionale ERS – La prospettiva del paziente 1: Martine Puhl

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Martine Puhl ha partecipato alla Congresso internazionale ERS come paziente promotore del progetto U-BIOPRED. Di seguito vi presentiamo le sue impressioni e le sue osservazioni nell’ambito dell’evento.
Sta iniziando il mio primo Congresso Internazionale ERS. Partecipo come paziente rappresentativo del progetto.
Mi sembra buono come inizio, arrivo qui al tavolo dei VIP, come paziente VIP. Quindi sono un paziente importante? Forse qualcosa di buono può venire dalla mia malattia … Presso lo stand U-BIOPRED ho ritrovato tutti, è stato bello come quando stavamo insieme. 
La cerimonia di apertura sta per iniziare e Sarah ci ha riservato dei posti in prima fila. Sono emozionata, potrei anche abituarmi a tutto questo!
Premi e onorificenze vengono assegnati a medici e professionisti. L’atmosfera è stimolante ed amichevole ma ci sono ancora buoni motivi per essere preoccupati ed inquieti”. 
Gli esperti affermano: “Solo cinque farmaci sono stati sviluppati negli ultimi 30 anni” e “Siamo molto indietro rispetto agli campi della Ricerca, come quello cardiovascolare ed il cancro. I costi della Ricerca sui farmaci sono ormai alle stelle, ora hanno raggiunto quasi 1 miliardo di euro!”
“Queste affermazioni mi hanno sconvolta – ha detto Martine – sapevo che ci fosse ancora molto da fare, ma non pensavo tanto, non ero consapevole del fatto che ci fosse così tanta urgenza”
E hanno continuato:
“… Ogni secondo in tutto il mondo una persona muore a causa di una malattia polmonare”
“… in Germania 311 persone muoiono ogni giorno a causa di una malattia polmonare”
“… perché la società accetta tutto questo in silenzio?”
E’ stato scioccante, mi ha colpito. Perché non lo si rende noto a tutti? Perché non esiste un piano d’azione efficace? Dove sono i Governi e le parti interessate? Dove sono i soldi per risolvere questo problema? Perché continuo a pensare che la mia malattia non viene presa sul serio?
Una nuova campagna Polmoni sani per la Vita è stata presentata proprio al Congresso. Il progetto ha lo scopo di aumentare la consapevolezza di quanto sia importante respirare aria pulita. Nessuno può evitare che l’aria sporca colpisca tutti!
“Polmoni Sani per la Vita è di certo un buon inizio. Una campagna solidale”.
All’Odeonsplatz, è bello vedere che un sacco di gente vuole che siano controllati i propri polmoni. Dimostra quanto sia vitale per loro la cura dei polmoni. Se non cambia nulla, purtroppo, il numero di persone affette da malattie e morte è destinato a salire. 
E per quanto riguarda il futuro?
Ad alcuni bambini a Monaco di Baviera è stata fatta questa domanda e per rispondere hanno presentato un interessantissimo cortometraggio che mostrava sia la loro visione negativa, sia quella positiva del futuro. Un messaggio davvero potente, tanto da far sperare vivamente che quella visione negativa non si avveri mai.
Tutti con una macchina d’ossigeno a passeggiare nel parco, tra alberi e natura.
Da paziente, io spero:
Che i ricercatori diventino più uniti e collaborino di più con i colleghi …
– Che questi possano ampliare la loro visione ad altri settori della ricerca, perché gli sviluppi siano più rapidi ..
– Che i governi facciano di tutto questo una priorità …
– Di aiutare, insieme a tutti, le persone con malattie polmonari a vivere una vita migliore …
 
–  di Sopravvivere …

Dalla Gran Bretagna una nuova alternativa al fumo che potrà essere prescritta come farmaco

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Che Voke non sia una sigaretta convenzionale, è chiaro. Ma non è neanche una sigaretta elettronica, né una sigaretta a tabacco riscaldato (ndr, heat-no-burn). Questo nuovo ritrovato tecnologico per smettere di fumare è molto simile ad un inalatore di nicotina farmaceutica. Si tratta infatti di un prodotto che non richiede combustione, calore o vaporizzazione per l’assunzione di nicotina. Non produce né cenere, né fumo. Non richiede nessuna batteria o altra fonte di energia. È molto simile ad un inalatare spray per asmatici. La bomboletta che contiene un gas medicale compresso addizionato di nicotina e di mentolo permette di precaricare un inalatore di plastica (simile ad una comune sigaretta). Questa permette al fumatore una esperienza pari a 15-20 tiri prima di esaurirsi e necessitare di una ulteriore precarica.

Voke ha ricevuto la licenza per la commercializzazione da parte dell’agenzia governativa che si occupa di regolamentare i farmaci ed i dispositivi medici in Gran Bretagna (i.e. Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency – MHRA), e sarà commercializzato dalla Nicoventures, consociata della British American Tobacco (BAT), azienda leader nella progettazione di modalità innovative per la erogazione di nicotina (i.e. nicotine delivery products). In particolare, la MHRA autorizza Nicoventures a immettere sul mercato questi dispositivi come prodotti farmaceutici utili per tutti quei fumatori che vogliono ridurre o smettere di fumare o utilizzare una alternativa a basso rischio di esposizione. Pertanto gli inalatori Voke dovranno essere prodotti, venduti e prescritti come un qualsiasi altro farmaco, ossia rigorosamente controllati in tutte le fasi di produzione e post-vendita, venduti in appositi luoghi, prescritti e monitorati da medici e specialisti.

Ricordiamo che la MHRA nel 2013 ha stabilito che qualsiasi prodotto contenente nicotina designato come aiuto per ridurre o smettere di fumare (incluse le sigarette elettroniche) dovrà essere regolamentato come farmaco. Attualmente, infatti, le sigarette elettroniche in Gran Bretagna rientrano nella legge generale di tutela dei consumatori, ma dal Maggio 2016, data in cui gli Stati membri dell’UE dovranno recepire la Direttiva europea sui prodotti del Tabacco (TPD), tutti i prodotti contenti nicotina saranno soggetti a pesanti restrizioni sulla commercializzazione e vendita. In alternativa, come suggerito dalla stessa MHRA, i produttori potranno rivolgersi all’agenzia britannica e richiedere la licenza per essere venduti come farmaco.

Le considerazioni che LIAF vuole fare su questo prodotto sono:
1. Dal punto di vista del fumatore britannico, la presenza di questo nuovo prodotto va ad ampliare il panorama di scelta a prescindere dal rilascio della licenza (anche se questo in linea teorica significa avere a disposizione un’alternativa più sicura rispetto ai prodotti già disponibili sul mercato);
2. Dal punto di vista della sanità pubblica, si tratta di capire quale siano le reali potenzialità di questo prodotto nell’ambito della cessazione o della riduzione del fumo di tabacco;
3. Per il mercato britannico delle sigarette elettroniche, l’ingresso di Voke potrebbe rappresentare invece una vera propria “stangata”. La licenza che portano in dote ne favorirà la prescrizione da parte degli specialisti come farmaci, facendo diventare Voke l’unica alternativa legale, a discapito del mercato delle sigarette elettroniche che attende da mesi l’approvazione di migliaia di nuovi dispositivi.
4. Dal punto di vista dello scenario mondiale, questa notizia sembra confermare la paura di tanti, ossia che le grandi multinazionali del tabacco stiano muovendo le grandi fila del nuovo settore, facendo in modo che le piccole imprese che non possono permettersi costosissimi test di laboratorio e di ricerca (peraltro inutili) siano automaticamente tagliati fuori, sia dalla MHRA che dalla TPD.

Tuttavia LIAF, nel sostenere metodi alternativi sicuri ed efficaci per smettere o ridurre di fumare, ritene che anche Voke, se opportunamente supportata da evidenze scientifiche sulla sua sicurezza e efficacia, possa rivelarsi un valido strumento per aiutare i milioni di fumatori che non riescono a smettere con altri metodi.

“L’uscita di Voke rappresenta un momento epocale – commenta la Prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF – Per la prima volta nella storia del tabagismo una multinazionale del tabacco immette sul mercato un farmaco per contrastare la dipendenza e i danni fumo correlati. Un segno di grande responsabilità che io inquadro in un processo di evoluzione delle multinazionali del tabacco in corporazioni della nicotina. Paradossalmente il maggiore contributo alla lotta contro il tabacco sembra venire proprio dalle multinazionali che lo producono.”

Congresso Internazionale ERS – La prospettiva del paziente 2: Martine Puhl

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Martine Puhl è una paziente che ha rappresentato U-BIOPRED al Congresso Internazionale ERS. In questo secondo articolo ci darà qualche informazione in più sul simposio U-BIOPRED che si è tenuto lunedi 8 settembre e durante il quale sono stati presentati cinque progetti molto interessanti.
La sessione è stata organizzata in una stanza molto grande. Ed era pieno. Affollato!”
U-BIOPRED è ora nella fase in cui le persone sono interessati a sentir parlare di risultati preliminari. E ci sono già risultati molto interessanti.
E’ stata data una occhiata sui dati dei biomarcatori specifici dei pazienti con asma grave che hanno partecipato allo studio U-BIOPRED. Questo potrebbe essere il primo passo verso farmaci più personalizzati? Le informazioni relative alla modellizzazione computerizzata per asma grave nel progetto AirPROM è promettente.
Essa ha portato alle domande:
Potranno questi due progetti davvero beneficiare gli uni dagli altri?
Saranno in grado di scoprire metodi e farmaci migliori per curare i pazienti con asma grave?
Anche la presentazione di Scott  Wagers di BioSci Consulting è stata molto interessante perché ha evidenziato i processi e collaborazioni del progetto U-BIOPRED che si sono tenute dietro le quinte. 
Il genere di cose che quando si è in tanti e si lotta e si partecipa ad un unico progetto, lottano con un solo obiettivo, succedono.  Ammiro l’analisi attenta al progetto U-BIOPRED visto dall’interno. Scott ha raccontato il numero impressionante di telefonate attese, fatte e ricevute nel corso degli anni. E, cosa più importante per me come un rappresentante dei pazienti, Scott ha messo in evidenza il nostro ruolo ed i metodi di come i pazienti vengono resi partecipi del progetto. 
Infine, è stato chiesto al nostro rappresentante David Supple di parlare del punto di vista del paziente all’interno del progetto. Ha raccontato di aver appreso tante lezioni, sia negative che positive.
Mi auguro vivamente che i suoi messaggi saranno presi in considerazione per i nuovi progetti che saranno portati a termini con il contributo dei pazienti perché, se volete un buon input, il gruppo va sostenuto. Ha bisogno di budget, tempo e persone dedicate.
Vorrei concludere con la citazione di Thomas Edison, segnalata dalla presentazione di Scott:
“Cavolo, non ci sono regole qui, stiamo cercando di realizzare qualcosa!”

I risultati di U-Biopred disponibili a ERS 2014

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U-Biopred partecipa a ERS 2014, il congresso internazionale organizzato dalla European Respiratory Society che si sta svolgendo in queste ore a Monaco di Baviera.
Una occasione importante per uno dei progetti di ricerca più diffusi al mondo. U-Biopred (Unbiased BIOmarkers in PREDiction of respiratory disease outcomes) raccoglie informazioni e campioni da parte di adulti e bambini per conoscere di più sui diversi tipi di asma e garantire una migliore diagnosi ed un più efficace trattamento della malattia.
In quest’ultimo anno è cresciuto in maniera rilevante. I dati raccolti sono stati analizzati con diversi tipi di approccio e siamo ormai arrivati al completamento della sperimentazione clinica.
A Monaco i ricercatori del progetto U-Biopred presenteranno i risultati relativi al 2013-2014. Obiettivi importanti che sono stati raggiunti grazie alla collaborazione e all’eccellenza dei metodi di studio utilizzati.
Ecco in sintesi i risultati (U-Biopred project update 2013-2014)):
• Completamento della sperimentazione clinica con 1.029 partecipanti allo studio
• Lo studio della parte 1 del WP5 sulla sicurezza è vicino al completamento
• I data base sono stati resi disponibili tramite la piattaforma di U-BIOPRED tranSMART
• I campioni finali sono stati conservati nella Biobanca, creata appositamente per il progetto
• Due nuove opportunità sono state concesse attraverso le sovvenzioni ENSO della IMI (Innovative Medicines Initiative) con le quali si potrà sviluppare un piano sostenibile e aggiungere tre impronte digitali extra per lo studio
• Sono stati sviluppati anche nuovi programmi di scrittura per i gruppi clinici, sia quelli pediatrici, sia quelli per adulti
Per consultare il programma completo delle sessioni dedicata ad U-Biopred nell’ambito di ERS 2014 è possibile visitare il sito alla pagina dedicata a “Meet the Experts“.

Monaco di Baviera – U-Biopred partecipa al congresso internazionale della European Respiratory Society

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Anche quest’anno U-BIOPRED partecipa al congresso internazionale promosso dalla European Respiratory Society (ERS): l’ERS International Congress 2014.
Esperti provenienti da tutto il mondo si incontreranno a Monaco di Baviera, dal 6 al 10 Settembre, per confrontarsi sui temi legati alla scienza di base ed alla medicina clinica ed in particolar modo alle malattie respiratorie.
Una occasione da non perdere per i ricercatori di U-Biopred che potranno presentare i risultati finora ottenuti nell’ambito di una sezione dedicata interamente al progetto internazionale per la cura dell’asma grave.
Sul sito U-Biopred (Unbiased BIOmarkers in PREDiction of respiratory disease outcomes) è possibile consultare il programma completo delle sezioni dedicate al “Meet the Experts”
E sempre a Monaco domani, 9 Settembre 2014, è previsto l’intervento del responsabile scientifico di LIAF e membro della ERS, il prof. Riccardo Polosa, che presenterà i risultati dello studio “Effetti delle sigarette elettroniche in fumatori asmatici”, condotto dai ricercatori dell’Università degli Studi di Catania in collaborazione con l’Università di Hull (UK) e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “International Journal of Environmental Research and Public Health”.
Evidenze scientifiche che sono di grande interesse pubblico per tutti i pazienti asmatici che vogliono smettere di fumare. Per il prof. Polosa, infatti: “E’ sorprendente valutare come molti asmatici fumatori paradossalmente non vogliono o non riescono a smettere di fumare ed ancor più importante aver capito che il vapore elettronico risulta sicuro anche quando inalato nelle vie aeree ipersensibili e infiammate di un asmatico”.
La ERS, Società Respiratoria Europea, è la principale organizzazione professionale nel suo settore in Europa. Impegnata a elevare il profilo di salute delle malattie respiratorie, i membri di questa organizzazione cercano di alleviare le sofferenze dei soggetti affetti malattie respiratorie promuovendo la salute dei polmoni attraverso la ricerca, la condivisione della conoscenza e tramite la formazione medica e del pubblico. Il Congresso che si sta svolgendo a Monaco in queste ore ha proprio l’obiettivo di condividere insieme alla comunità scientifica internazionale i risultati di importanti scoperte che possono cambiare e migliorare la vita delle persone.

Polosa risponde a Di Diase (SIC): “Allarmismo ingiustificato sulla nicotina”

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Continua il dibattito scientifico circa i rischi legati alla sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare. A prendere una posizione netta questa volta è il prof. Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania, firmatario insieme a Veronesi e Tirelli e ad altri 50 noti esperti mondiali di salute pubblica della lettera indirizzata all’OMS.
“È da irresponsabili questo allarmismo sulla nicotina che ne sovrastima i rischi in spregio alle evidenze scientifiche che dimostrano come questo psicostimolante di largo consumo non è cancerogeno, non provoca danni ai polmoni, e – ai dosaggi normalmente assunti dai fumatori – non è un veleno. Inoltre, sebbene la nicotina può provocare una accelerazione del battito cardiaco e un aumento della pressione, non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari”– ha affermato Polosa riferendosi alle recenti affermazioni del presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Matteo Di Biase, secondo cui i rischi della sigaretta elettronica sono simili a quelli derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale.

Polosa risponde a Di Biase (SIC): “Allarmismo ingiustificato sulla nicotina”

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Continua il dibattito scientifico circa i rischi legati alla sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare. A prendere una posizione netta questa volta è il prof. Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania, firmatario insieme a Veronesi e Tirelli e ad altri 50 noti esperti mondiali di salute pubblica della lettera indirizzata all’OMS.
“È da irresponsabili questo allarmismo sulla nicotina che ne sovrastima i rischi in spregio alle evidenze scientifiche che dimostrano come questo psicostimolante di largo consumo non è cancerogeno, non provoca danni ai polmoni, e – ai dosaggi normalmente assunti dai fumatori – non è un veleno. Inoltre, sebbene la nicotina può provocare una accelerazione del battito cardiaco e un aumento della pressione, non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari (come si evince dai dati del GFN 2014) ”– ha affermato Polosa riferendosi alle recenti affermazioni del presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Matteo Di Biase, secondo cui i rischi della sigaretta elettronica sono simili a quelli derivanti dal fumo di sigaretta convenzionale.
Nei giorni scorsi, infatti, in seguito alla polemica suscita dalle affermazioni del prof. Umberto Veronesi sui benefici della sigaretta elettronica e l’eccessivo allarmismo delle istituzioni internazionali, oltre al commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, si sono espressi anche i cardiologi italiani. Il presidente della Società, il prof. Di Biase ha dichiarato: ”La sigaretta elettronica fa comunque male, anche se meno di quelle tradizionali, e non risolve il problema della dipendenza. Con l’e-cig – ha sottolineato – si assume comunque nicotina, e il rischio è quasi uguale a quelle tradizionali, almeno dal punto di vista cardiovascolare. Inoltre, a differenza delle sigarette, la quantità di sostanza contenuta non è definita, e si rischia di assumerne anche di più del normale. A questo si aggiunge il fatto che è proprio la nicotina a creare dipendenza, per cui se al fumatore si dà quella elettronica non si riuscirà a farlo smettere”.

Esperti a Oms: “Non si prendano posizioni su rischi non documentati”

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Quattro esperti internazionali di patologie fumo correlate rispondono all’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità circa i rischi delle sigarette elettroniche e la loro efficacia.
In un lettera – firmata da Umberto Veronesi e Carlo Cipolla, dell’Istituto Europeo di Oncologia Milano, Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania e Umberto Tirelli, del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano – gli scienziati invitano l’Oms a non rifuggire le potenzialità e l’efficacia delle e-cig e propongono invece di implementarne gli studi.
“Rinnoviamo l’invito all’OMS a non criminalizzare la sigaretta elettronica – scrivono – e a non lanciare allarmi basati su supposizioni, ma al contrario, promuoverne lo studio scientifico e l’utilizzo nella lotta al cancro e le malattie cardiovascolari. E’ inevitabile – continuano nella lettera – che la sigaretta elettronica sia invisa alle multinazionali del tabacco e ai produttori di tabacco, e la loro forza di lobby a livello mondiale si sta indirizzando accanitamente in questa direzione”.
Il potere economico, politico e sociale di questi colossi del mercato delle “bionde” non dovrebbe, secondo gli scienziati: “Spingere istituzioni mondiali e nazionali preposte alla salute dei cittadini a prendere posizioni contro la sigaretta elettronica sulla base di possibili rischi (del vapore, degli aromi e così via) non scientificamente documentati”.
Per il prof. Riccardo Polosa: “Le forme di regolamentazione proposte dall’Oms sono praticamente sproporzionate”. Nel suo personale commento, spiega che i rischi delle e-cig, cui si riferisce la proposta dell’Oms: “Sono veramente risibili, soprattutto se confrontati a quelli derivanti dal tabacco combustibile ”.
Secondo il professore, la citazione selettiva e superficiale (oltre che poco critica) delle evidenze scientifiche ha portato l’Oms: “Ad una totale mancanza del riconoscimento degli effetti positivi della ecig su milioni di utilizzatori. Quello che serve – spiega infatti – è una regolamentazione proporzionata che non distrugga il valore aggiunto che questi prodotti stanno portando agli (ex)fumatori che li utilizzano da tempo”.
Sulla base del concetto di “riduzione del danno”, fortemente sostenuto da esperti di tutto il mondo, il vapagismo sta confermando e il suo ruolo positivo nella vita dei fumatori quale alternativa concreta al tabagismo. E questo per il prof. Polosa: “Non può essere considerato un aspetto di poco conto”.
Nel protocollo sulla sigaretta elettronica che l’Istituto Europeo di Oncologia sta elaborando e che sarà pubblicato a fine anno, annunciano, “non si è verificato un solo singolo caso di tossicità o effetto collaterale”, in presenza invece di “una significativa efficacia nella disassuefazione dal fumo”.
“La sigaretta elettronica è uno strumento efficace per contrastare la gravissima tragedia del cancro al polmone – si legge nel testo della lettera – Se per ipotesi tutti fumatori di sigarette tradizionali passassero alla sigaretta senza tabacco si otterrebbe a breve una riduzione drastica del cancro polmonare, che nel tempo diventerebbe una malattia rara”.

La BBC vieta l’uso delle sigarette elettroniche nei propri uffici: una questione di “etichetta”, non di salute pubblica

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La BBC è stata duramente criticata da ECITA, l’associazione britannica che riunisce le industrie del settore e-cig, e dai due più noti esperti mondiali di vapagismo Polosa e Farsalinos per aver deliberatamente ignorato la scienza nel momento in cui ha deciso di vietare ai propri dipendenti di svapare all’interno dei propri uffici. Questo divieto è un fatto “spregevole” – hanno dichiarato gli esperti.
La critica è arrivata dopo che il responsabile del personale della BBC, Diane Dumas, ha risposto all’associazione ECITA con una scusa che ha lasciato tutti perplessi: “Comprendo che il divieto non ha una base medico-scientifica. Più che per un ‘problema di salute e sicurezza’, il divieto vuole essere semplicemente ‘un codice di comportamento’ basato esclusivamente sull’estetica e sul galateo”.
“In termini di codici di comportamento, qualunque organizzazione può dettare le proprie preferenze – ha commentato il prof. Riccardo Polosa dell’Università degli studi di Catania – Tuttavia, che la BBC vieti ai suoi dipendenti l’uso del più popolare sostituto della sigaretta convenzionale (che è tra le principali cause di morte nel mondo) è un fatto spregevole. La BBC sta dando un pessimo esempio negando la questione salute e sicurezza ed ignorando le evidenze scientifiche”.
“Le leggi antifumo vietano di fumare tabacco nei luoghi di lavoro per via del grave rischio che il fumo passivo rappresenta per la salute dei non fumatori. Studi scientifici hanno ripetutamente dimostrato che l’inalazione passiva di vapori dalle sigarette elettronicche non è in alcun modo comparabile al fumo passivo della sigaretta convenzionale. Eventuali decisioni dovrebbero essere basate su prove scientifiche piuttosto che su ideologie o preferenze personali” – ha poi affermato il prof. Konstantinos Farsalinos dell’Onassis Cardiac Center di Atene.
La BBC ha fatto sapere ad ECITA di aver consultato il suo personale prima di prendere la decisione, e sostiene che la scelta sia dovuta al fatto di voler mantenere un atteggiamento “coerente” in merito ad una questione sulla quale l’opinione pubblica internazionale è ancora nettamente divisa.
Secondo Katherine Devlin, Presidente di ECITA: “La BBC si sta muovendo su un terreno pericoloso, quello della fobia e del pregiudizio. Non si sarebbero mai sognati di permettere al personale omofobico di rifiutarsi di lavorare con gli omosessuali per paura di contrarre l’AIDS. Per lo stesso motivo, non dovrebbero consentire al personale vapofobico di buttare gli svapatori fuori dell’edificio”.
“La BBC è nota in tutto il mondo per i suoi valori di tolleranza e coraggio nell’andare sempre alla ricerca della verità, e ha bravissimi giornalisti scientifici. Perché sta ignorando i propri valori e le proprie competenze?” – ha aggiunto la Devlin.
Secondo ECITA, le organizzazioni devono affrontare la questione dell’uso della sigaretta elettronica all’interno dei propri locali con una duplice strategia di educazione e giusto compromesso. La BBC riconosce che ECITA ha adottato un approccio “costruttivo” nel proporre una soluzione più ragionevole per accogliere gli svapatori e fugare i timori del personale con le evidenze scientifiche. Tuttavia la BBC ritiene che sia “troppo presto” per rivedere la propria politica, e preferisce attendere altre prove.
“Una politica sbagliata non lo diventerà di meno con il passare del tempo. Così facendo, si costringeranno migliaia di persone a svapare in aree per fumatori, dove saranno esposti al fumo passivo delle sigarette convenzionali” – ha concluso la Devlin.
Quando la BBC ha annunciato il divieto, il suo ufficio stampa ha giustificato la decisione affermando che essa fosse il risultato di una consultazione con la British Medical Association, ossia l’associazione professionale e sindacale dei Medici nel Regno Unito.
“È obbligo del datore di lavoro tutelare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. Peccato però che la decisione presa dalla BBC non sia in linea con questa normativa – aggiunge la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF ed esperta in Medicina del Lavoro – Anzi, questo divieto sortirà l’effetto opposto: il pericolo di ricaduta nel vizio, per coloro che erano riusciti a smettere grazie all’e-cig, sarà ancora più elevato. Costringerli a uscire fuori per svapare, magari accanto ai fumatori in pausa sigaretta, va contro ogni logica di ‘diritto del lavoratore’ ”.

La LIAF guida l’FDA sulla imminente regolamentazione delle e-cig negli US

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L’FDA statunitense sta approntando una nuova regolamentazione per le sigarette elettroniche nel contesto dell’attuale Food, Drug & Cosmetic Act, tenendo conto della riduzione del rischio di questi prodotti nei confronti delle sigarette convenzionali. A tale proposito, LIAF ha inviato oggi un commento ufficiale, corredato di un corposo report tecnico-scientifico, per favorire l’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire la diffusione di un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.
Nonostante decenni di sforzi per ridurre l’uso del tabacco, il fumo di sigaretta continua ad essere la principale causa di malattie e morte prevenibili nel mondo. Negli Stati Uniti, per affrontare questo problema di salute pubblica, la Food and Drug Administration (FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) regolamenta sigarette, tabacco per sigarette, sigarette rollate e tabacco non combustibile nelle sue varie forme (es. tabacco da masticare) sotto la Food, Drug & Cosmetic Act. Da parecchi mesi, l’FDA intende includere sotto la stessa normativa anche le sigarette elettroniche, i sigari, il tabacco da pipa e da narghilè, ecc.
Se tale proposta venisse accettata, l’FDA avrebbe il potere di stabilire e implementare rigidi strumenti normativi anche per le e-cig, come ad esempio inutili e costosi test di qualità e limitazioni alla commercializzazione e alla pubblicità ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco.
L’FDA, a differenza degli enti governativi italiani, ha però uno strumento di consultazione pubblica per cui chiunque può inviare, in forma elettronica o cartacea, un commento su una qualsiasi proposta di legge. Un commento ricco di informazioni costruttive che comunica in modo chiaro e supporta le proprie affermazioni ha ovviamente molte probabilità di avere un impatto sul processo decisionale.
È per questo che LIAF, tramite il suo responsabile scientifico, prof. Riccardo Polosa, ha inviato un commento ufficiale su questa regolamentazione in itinere con l’auspicio che possa guidare l’FDA nell’adozione di misure razionali ed equilibrate che possano favorire la diffusione di un prodotto dal grande potenziale per il miglioramento della salute pubblica.