sabato, Luglio 19, 2025
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Solo in Italia, ogni giorno 165 milioni di cicche cancerogene disperse nell’ambiente

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LIAF ritiene il fumo di sigarette un grave danno per la salute delle persone e per il rispetto dell’ambiente. Partendo dal danno da fumo diretto, passando per il fumo passivo fino al fumo di terza mano, LIAF intende sensibilizzare l’opinione pubblica anche sul danno causato dal tabagismo all’ambiente e indirettamente sull’uomo.
Fumare una sigaretta significa immettere in ambiente più di 4000 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di queste sostanze chimiche resterà nel filtro, andando a contaminare anche quella parte di sigaretta non fumata che chiamiamo cicca o mozzicone. Nelle cicche troveremo moltissimi inquinanti: nicotina, benzene, gas tossici, polonio-210, e acetato di cellulosa, materiale di cui è costituito il filtro.
In Italia il numero di fumatori ammonta a circa 11 milioni, ovvero il 22% della popolazione. Considerato che il numero medio di sigarette fumate da ciascun fumatore è di 15 sigarette al giorno, possiamo affermare che ogni giorno vengono immesse nell’ambiente circa 165 milioni di cicche di sigarette. Senza contare il numero elevatissimo di cicche che ogni anno si accumula nelle nostre città e che rappresentano da sole, circa la metà dei rifiuti mondiali raccolti nelle aree urbane (parchi, strade) e il 40% di quelli raccolti nel Mar Mediterraneo.
In base a numerose indagini, il mozzicone viene visto da fumatori come un rifiuto ambientale relativamente accettabile ma così non è. I famosi “san pietrini”, diffusi in tutti i centri storici italiani, sono intasati di cicche di sigarette e questo chiaramente oltre a creare danno all’ambiente produce anche conseguenze negative per la salvaguardia del patrimonio storico e culturale italiano. Inoltre, questi residui però sono tossici e per smaltirli come rifiuti speciali occorrono dai 5 ai 6 anni di tempo. E’ possibile, infatti, affermare che il carico nocivo immesso in ambiente con i mozziconi di sigaretta è alquanto rilevante. Una cicca contiene: nicotina, polonio, composti organici, gas tossici, catrame e acetato di cellulosa. Tutte sostanze che se non dismesse nel giusto modo possono causare gravi danni all’ambiente ed alle persone.
Ogni anno in media i mozziconi gettati contengono le seguenti sostanze:
  • Nicotina 324 tonnellate
  • Polonio-210 1872 milioni di Bq
  • Composti organici volatili 1800 tonnellate
  • Gas tossici 21,6 tonnellate
  • Catrame e condensato 1440 tonnellate
  • Acetato di cellulosa 12240 tonnellate
A questo punto emerge la necessità di classificare le cicche come un rifiuto tossico per l’ambiente e trattarle come tale. E a tal proposito, nel 2008, in una direttiva quadro sui rifiuti, l’Unione europea ha introdotto il concetto di «responsabilità estesa del produttore», per cui l’azienda produttrice è responsabile delle spese di raccolta, trasporto e smaltimento del prodotto stesso.
Dal 1° luglio 2015 sarà vietato gettare mozziconi di sigaretta per la strada. Le città e gli esercizi commerciali come ristoranti o centri commerciali dovranno dotarsi di appositi contenitori di cicche di sigarette attraverso i quali sarà più semplice smaltire i rifiuti tossici dei mozziconi. La legge c’è, manca solo un ultimo passaggio al Senato: poi chi sarà pizzicato a buttare un mozzicone di sigaretta a terra (ma anche un chewingum), nelle acque e negli scarichi, rischia di pagare una multa dai 30 ai 150 euro. Ma la vera domanda è? Saranno davvero effettuate queste multe? E chi controllerà?
Proprio su questo argomento il presidente LIAF, Lidia Proietti, è intervenuta più volte sottolineando il grave rischio che le cicche di sigarette rappresentano per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Come ricorda la prof. Proietti: “I residui provocano danni di diversa natura: innanzitutto alla salute perché sono altamente cancerogeni, poi all’ambientale perché liberano sostanze tossiche, danni legati all’ostruzione dei sistemi di reflusso delle strade, ad esempio il sistema di reflusso dei tombini in cui le cicche si aggiungono al materiale ed al terriccio che già scorre per le vie cittadine, danni all’immagine delle città e dei centri storici ed infine, ma non di meno, un grave danno economico causato da più fattori di rischio”.
La soluzione per la prof.ssa Proietti sarebbe quella di “avviare campagne di sensibilizzazione per spiegare ai fumatori i danni causati dalle cicche di sigarette” e ha aggiunto il presidente “una serie di azioni condivise sia sul campo della normativa, che su quello della gestione dei rifiuti per introdurre un sistema di raccolta differenziata dedicato soltanto ai mozziconi di sigaretta”.

Formaldeide nelle sigarette elettroniche e rischio cancro. Prof. Polosa (LIAF): “si tratta di valutazioni non realistiche”

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In merito alle notizie diffuse dalla stampa internazionale sullo studio pubblicato dal New England Journal of Medicine secondo il quale gli “svapatori” rischiano il cancro 15 volte in più rispetto ai consumatori di sigarette convenzionali, il prof. Riccardo Polosa – direttore scientifico LIAF Lega Italiana Anti Fumo, primario di Medicina Interna nel Policlinico Universitario di Catania e considerato l’autore più produttivo al mondo nel campo della ricerca applicata alla sigaretta elettronica – ha dichiarato:
“Lo studio si basa sulla valutazione di soggetti che svapano in condizioni non realistiche. In condizioni normali, ossia a bassi voltaggi – spiega il professore – non viene prodotta alcuna formaldeide, mentre in condizioni di uso altamente improbabili e non assolutamente realistiche (cioè ad alti voltaggi) livelli importanti di formaldeide venivano misurati. In queste ultime condizioni, il surriscaldamento prodotto è tale da danneggiare l’atomizzatore e da generare un vapore dal gusto orribile che lo svapatore non è in grado di tollerare. Pertanto, continua a non esistere un rischio aumentato di cancro al polmone quando le e-cig vengono utilizzate in condizioni di uso normali. Piuttosto, notiamo una continua insistenza ad utilizzare in maniera non realistica le sigarette elettroniche per le valutazioni scientifiche”.

Polosa sulla nuova proposta Lorenzin: “I fumatori sono soggetti da assistere e non da nascondere”

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“Accogliamo con piacere le buone intenzioni della nuova proposta di legge del Ministro Lorenzin, tuttavia ritengo che per ridurre i tassi del livello di tabagismo in Italia non basti limitare la libertà altrui ma attivare azioni di comunicazione e sensibilizzazione che possano rendere i cittadini consapevoli delle gravissime conseguenze alle quali il fumo può portare, dalle malattie alla morte”. Sono le parole del prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico di LIAF – Lega Italiana Anti Fumo a commento della proposta di limitare il fumo nei parchi, in auto, alla presenza di minori o ancora di aumentare la diffusione di immagini dissuasive nei pacchetti di sigarette.
“Portare avanti la lotta al fumo in Italia è sacrosanto. Proseguire verso le linee indicate dalla direttiva europea sul tabacco è nostro dovere e la proposta del Ministro va verso questa direzione“. Nonostante ciò, riferendosi alla lettera firmata dai più importanti registi italiani che chiedono una maggiore libertà di espressione per i loro film, Polosa spiega: “Non credo che dettare limiti o regole per l’espressione culturale italiana possa davvero ridurre il numero di fumatori in Italia – ha aggiunto il professore -. Il fumo è una dipendenza fisica e psicologica che può portare alla morte e i fumatori sono soggetti che vanno assistiti e accompagnati in un percorso mirato di cessazione, non da nascondere agli occhi di tutti ma da aiutare. Campagne di sensibilizzazione antifumo sarebbero la soluzione più importante, e sono state proprio queste ad essere mancate in questi anni”.

Un anno con LIAF. Solo nel 2014 l’85% dei pazienti ha smesso di fumare

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Nel 2014, l’85% dei pazienti assistiti presso il Centro Antifumo del Policlinico di Catania ha smesso definitivamente di fumare o ridotto di almeno la metà il numero di sigarette fumate al giorno. Grazie ad un approccio integrato, caratterizzato da colloqui motivazionali, terapie farmacologiche di supporto e sigarette elettroniche, i ricercatori LIAF hanno aiutato centinaia di fumatori. Il 2014 è stato anche l’anno della battaglia a cuore aperto per proporre una regolamentazione delle sigarette elettroniche equilibrata ed efficace in tutti gli Stati del mondo. Tanti progetti in arrivo nel 2015.
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Anche quest’anno la battaglia contro il fumo ha raggiunto risultati importanti e LIAF, in collaborazione con il Centro Antifumo del “Policlinico – Vittorio Emanuele” e l’Università degli Studi di Catania è riuscita ancora una volta a diffondere e promuovere la cultura del non fumo aiutando centinaia di persone a smettere di fumare.
Più della metà dei pazienti assistiti nei laboratori catanesi della Lega Italiana Anti Fumo ha smesso definitivamente. Un’alta percentuale di fumatori è passata dal tabagismo al vapagismo (termine coniato dai ricercatori LIAF per descrivere il comportamento dei fumatori di sigarette convenzionali che decidono di passare alla sigaretta elettronica); l’esperienza ed i risultati scientifici degli studi condotti nei laboratori siciliani hanno fatto il giro del mondo e sono stati oggetto di decine di pubblicazioni scientifiche nelle più blasonate riviste mediche internazionali. Il prof. Riccardo Polosa – responsabile scientifico LIAF e Direttore del reparto di Medicina Interna e d’Urgenza del Policlinico Universitario di Catania – è stato definito l’autore più importante al mondo nel campo della ricerca applicata sulle e-cig. Questo è molto altro è accaduto nel 2014, iniziative importanti e risultati di successo che lasciano sperare in un 2015 pieno di novità.
Il 2014 è stato l’anno della battaglia a cuore aperto. Si ricorda la lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per sensibilizzare l’attività del Parlamento italiano, che ha suscitato l’interesse dei vertici dello Stato, o quella indirizzata ai membri del Parlamento Europeo e sottoscritta da più di 53 esperti di tutto il mondo, che ha raggiunto quasi un milione di lettori. O ancora quella inviata al Ministro della Salute canadese ed, infine, quella inoltrata al mediatore europeo.
Il dibattito acceso, ed ancora oggi infuocato, sulla regolamentazione e la commercializzazione della sigaretta elettronica ha dominato la scena pubblica, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. La proposta di una legislazione equilibrata ed efficace ha portato il prof. Polosa sul palco istituzionale di centinaia di congressi, non per ultimo il suo importante intervento all’FDA statunitense. Washington, New York, Varsavia, Roma, Londra, Milano, Monaco, Barcellona, Madrid sono solo alcune delle città che hanno visto Polosa intervenire come esponente illustre ed esperto internazionale di patologie fumo correlate: “Abbiamo combattuto duramente e lo stiamo ancora facendo perché per noi la sigaretta elettronica non solo può riuscire a far smettere di fumare milioni di persone, ma può salvare centinaia di vite e consentire ai singoli Stati di ridurre notevolmente la spesa pubblica per la programmazione delle Politiche sanitarie” – ha spiegato.
La presenza sul territorio, le iniziative volte a coinvolgere direttamente i fumatori in un percorso per uscire dalla porta del fumo sono state le attività più importanti che hanno consentito ai ricercatori di sostenere ed assistere concretamente i fumatori. I meeting, i convegni (come il No Tobacco Day), le conferenze, i progetti integrati per assistere gratuitamente i pazienti nel difficile percorso per dire STOP alle sigarette, i congressi ed il dibattito dentro e fuori dalla rete virtuale sono solo alcune delle azioni di questo 2014 che ci lasciamo alle spalle. Un anno che si è concluso con la presentazione del Vape Shop Study, il primo studio al mondo che coinvolgerà direttamente i negozianti di sigarette elettroniche e che sarà punto di partenza per una piattaforma scientifica internazionale.
Nell’ambito di un incontro tenutosi nei locali del Centro antifumo etneo, in occasione della presentazione dei risultati del 2014, Polosa ha ricordato: “Poter divulgare le nostre scoperte ci rende orgogliosi di quello che facciamo, ma soprattutto ci dà la forza di andare avanti, di continuare a combattere per tutelare e difendere la salute dei nostri pazienti”.
Per il presidente LIAF, prof.ssa Lidia Proietti, il 2014 è stato il primo anno alla guida del team della Lega Italiana Anti Fumo: “Un periodo intenso, pieno di soddisfazioni e di nuove avventure. Nonostante le difficoltà, i nostri ricercatori – ha aggiunto – hanno continuato a lavorare ogni giorno per sostenere ed aiutare tutti i fumatori”.
“Nel 2014, l’85% dei nostri pazienti ha smesso definitivamente di fumare o ridotto di almeno la metà il numero di sigarette fumate al giorno. Grazie ad un approccio integrato, caratterizzato da interviste motivazionali, terapie farmacologiche di supporto e sigarette elettroniche siamo riusciti a salvare centinaia di fumatori” – ha detto il prof. Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica e responsabile del Centro Antifumo etneo. Inizia adesso un nuovo anno, tanti progetti in programma ma tutti con un solo titolo: LIBERI DAL FUMO!

L’intervento del prof. Riccardo Polosa all’FDA statunitense per una migliore regolamentazione delle e-cig

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“Sono prima di tutto un medico che ogni giorno visita pazienti affetti da patologie fumo correlate. Il mio gruppo di lavoro si occupa da anni della ricerca clinica e comportamentale applicata alla lotta al fumo e ha già pubblicato oltre 20 studi sul tema del vapagismo in prestigiose riviste internazionali”.
E’ con queste parole che il prof. Riccardo Polosa (nella foto), direttore scientifico di LIAF e ordinario di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania, ha aperto ieri il suo intervento all’incontro organizzato dall’FDA statunitense a Washington DC (USA).
L’intervento ha spaziato da temi epidemiologici a studi clinici, dalle analisi tossicologiche al ruolo degli standard di qualita’ e sicurezza.
“Nel Regno Unito (ma anche in Francia e negli Stati Uniti), dove le sigarette elettroniche vengono commercializzate senza restrizioni come prodotti di libero consumo, vengono regolarmente documentati benefici sostanziali in termini di salute pubblica: il primo e più importante è quello della costante riduzione del dato di prevalenza tabagica nella popolazione ” – ha spiegato.
Diversi studi clinici e di popolazione concordano sul potenziale delle ecig come strumento per la riduzione del consumo di sigarette convenzionali. Le meta-analisi di questi studi dimostrano che l’utilizzo della ecig aiuta molti fumatori a ridurre o a smettere completamente. Il completo sdoganamento da bionda a elettronica sembra realizzarsi in modo naturale e spontaneo e va interpretato come “beneficio collaterale”.
“Inoltre va ricordato – continua Polosa – come molti utilizzatori che col tempo smettono di fumare abbandonano anche la sigaretta elettronica. Questo aspetto e’ meritevole di valutazioni approfondite soprattutto nei sondaggi di popolazione”
Questo importante aspetto era stato evidenziato nel corso di una intervista LIAF relativa ad unapprofondimento sui risultati dello studio ECLAT.
Gran parte della comunita’ scientifica, i media e gli enti regolatori sembrano particolarmente concentrati sui potenziali danni che possono derivare dall’utilizzo di sigarette elettroniche, ignorando che questi prodotti possono esercitare tutta una serie di effetti positivi.
“Ad esempio nei pazienti fumatori asmatici – ha spiegato Polosa – l’uso regolare di e-cig può migliorare non solo la fisiologia respiratoria ma consente anche effetti positiva di migliorata condizione dell’asma”.
Fatte queste premesse, il Prof. Polosa ha elencato le sue proposte per una regolamentazione più equilibrata delle ecig in America e nel mondo.
“Bisogna evitare il ricorso a un uso indiscriminato del principio di precauzione e bisogna stare attenti alla eccessiva proliferazione di studi scientifici inutili che di fatto rischiano di minare la nostra comprensione dell’universo sigaretta elettronica. Considerando che l’obiettivo finale è quello di tutelare la salute delle persone, bisogna concentrare gli sforzi, sia in America che in tutto il resto del mondo, sugli standard di qualità e sicurezza dei prodotti e sul monitoraggio continuo del dato combinato vapagismo-tabagismo” – ha concluso Polosa.

Polosa invitato all’FDA per parlare di sigarette elettroniche nel mondo

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Il prof. Riccardo Polosa, docente dell’Università degli studi di Catania, è l’unico ricercatore europeo ad essere stato invitato a un incontro promosso dall’FDA – U.S. Food and Drug Administration, l’organizzazione governativa americana che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.

Si terrà nei giorni 10 e 11 Dicembre al White Oak Conference Centre di Silver Spring (nei pressi di Washington DC, USA), il workshop dedicato alle politiche di salute pubblica riguardanti il tabagismo ed il vapagismo. Un appuntamento di respiro internazionale al quale parteciperanno scienziati, specialisti, esperti di salute pubblica e di politiche sanitarie da tutto il mondo. Questa delegazione internazionale dovrà assistere i rappresentanti istituzionali e i soggetti interessati ad inquadrare correttamente il fenomeno delle sigarette elettroniche indicando gli standard di qualità e sicurezza più appropriati per questa tipologia di prodotti e le strategie più corrette per monitorare i loro effetti sulla salute del singolo e delle popolazioni. Le decisioni dell’FDA per la futura regolamentazione delle sigarette elettroniche all’interno di una politica di riduzione del danno fumo correlato saranno basate sulle informazioni che verranno scambiate nei giorni 10 e 11 Dicembre al White Oak Conference Centre.

Il focus della prima giornata di lavori sarà la sicurezza legata alle caratteristiche delle e-cig (in particolare ai materiali e al design dei dispositivi, ai solventi e agli ingredienti utilizzati per i liquidi, e alle valutazioni in ambito tossicologico per gli aerosol), la valutazione del rischio legato al packaging, e l’impatto ambientale derivante dall’uso e scarto di e-cig e liquidi. La seconda giornata di lavori affronterà il tema degli effetti dell’e-cig sulla salute del singolo e della collettività.

Ogni anno nel mondo milioni di persone muoiono a causa del fumo. Da anni la ricerca si batte per sconfiggere questo flagello e l’Università degli studi di Catania si è distinta per le scoperte e gli studi effettuati sul campo. Ricordiamo che proprio di recente lo stesso prof. Riccardo Polosa è stato ribattezzato da un noto studio americano come “l’autore più produttivo al mondo nel campo della ricerca applicata sulla sigaretta elettronica”.

La squadra dei ricercatori dell’Ateneo capitanata dallo stesso docente ha raggiunto, infatti, risultati eccellenti che sono stati oggetto di pubblicazioni scientifiche diffuse in tutto il mondo. Il primo studio del gruppo di ricerca catanese pubblicato nell’Ottobre del 2011 è stato visionato da quasi 100.000 lettori.

“Sono onorato di rappresentare l’Europa ad un appuntamento così importante – ha dichiarato Polosa – Sarà di certo occasione per presentare i risultati dell’attività svolta nel nostro Ateneo e per raccontare le esperienze positive dei pazienti del nostro Centro Antifumo. Lavoriamo da anni in questo campo ed i nostri risultati dimostrano scientificamente che la sigaretta elettronica ha un potenziale enorme in termini di salute pubblica” – ha aggiunto.

“La chiamata alle armi dell’FDA fa ben sperare – ha commentato Lidia Proietti, già docente dell’Ateneo e Presidente della Lega Italiana AntiFumo – Ci auguriamo che la loro condotta possa essere da esempio per una programmazione partecipata della regolamentazione sui prodotti da tabacco anche qui, dall’altra parte dell’Oceano.”

Come affermano dal’FDA : “L’organizzazione è a conoscenza del recente aumento significativo dell’uso di sigarette elettroniche nel mondo” ed è per questo che diventa importante capire e ricevere informazioni utili a garantire una regolamentazione equilibrata ed efficace: “C’è molto da imparare su questi prodotti relativamente nuovi” – scrivono.

Lo scopo dell’incontro, che è solo il primo di una serie di seminari già pianificati, è quello di raccogliere informazioni scientifiche e stimolare la discussione tra gli operatori del settore, cosi da poter fotografare in maniera chiara ed efficace l’attuale diffusione delle sigarette elettroniche nel mondo ed i possibili risvolti per la salute pubblica mondiale.

Sigarette elettroniche: impatto rassicurante per la salute pubblica nel Regno Unito

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E’ stato pubblicato pochi giorni fa un articolo, su una sezione della BBC dedicata alla salute, che fa ben sperare in merito al futuro delle sigarette elettroniche.
Secondo i dati ufficiali diffusi dall’ONS – Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito il rischio che la sigaretta elettronica possa invogliare i vapagisti a diventare tabagisti è infondato.
I dati dell’ONS sono chiari. Dimostrano che gli utilizzatori di sigarette elettroniche sono prevalentemente fumatori o ex-fumatori che si sono convertiti a un nuovo prodotto. Solo in rari casi si documentano non fumatori che decidono di darsi all’e-cig. Le elettroniche infatti – come sostengono gli esperti – vengono preferite alle convenzionali principalmente per smettere di fumare o ridurre il consumo di tabacco, e sono viste dagli utenti come una valida alternativa alle bionde.
E non è tutto. La percentuale di fumatori nel Regno Unito è crollata dal 46% nel 1974 al 19% nel 2013 e anche se non è certo che il fenomeno e-cig abbia contribuito a favorire questo trend positivo, sicuramente non lo ha ostacolato. Sfuma così la preoccupazione che questi prodotti possano rinormalizzare il consumo di tabacco. Piuttosto ne rappresentano una porta d’uscita.
Per il prof. Kevin Fenton, noto esperto di Salute Pubblica britannico, “Una regolamentazione delle e-cig equilibrata ed efficace potrà aiutare a gestire i rischi e a massimizzare il potenziale di questi prodotti utili per smettere di fumare – e ha aggiunto – anche riducendo notevolmente le malattie fumo correlate che uccidono quasi 80 mila persone in Inghilterra ogni anno”.
Anche il dott. Penny Woods , direttore esecutivo della British Lung Foundation, si è dimostrato propositivo sull’argomento e ha affermato: “Questi dati sono rassicuranti e dovrebbero finalmente porre fine alla preoccupazione che le sigarette elettroniche spingano le persone a fumare. Tuttavia – ha continuato – il fenomeno è in evoluzione e va monitorato”.
La LIAF, che da anni si batte contro il tabagismo, più volte ha denunciato il pericolo derivante da posizioni ideologiche poco rispettose delle evidenze scientifiche o da manipolazioni dei dati della ricerca scientifica per tutelare interessi di gruppi politici e della comunità medico-scientifica:
“Certamente le politiche antifumo dell’ultimo trentennio hanno giocato un ruolo importante nel sensibilizzare le persone sui rischi altissimi derivanti dal consumo di tabacco.” – ha commentato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF – ma il ruolo delle e-cig è positivo e bisogna pensare in termini di integrazione di questi prodotti nelle attuali politiche di controllo del tabagismo”

Polosa: “Finalmente un riconoscimento istituzionale sul potenziale delle e-cig, adesso è tempo di salvare le vite”

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“Se il 50% dei fumatori passasse a far uso di sigarette elettroniche, in Italia si potrebbero salvare 19 mila vite ogni anno e risparmiare quasi 2 miliardi di costi sanitari” – sono i dati emersi dalX Congresso della Società italiana di tabaccologia (Sitab) conclusosi da poco a Torino.
Dati attendibili e riferibili a quelli già diffusi da LIAFnegli ultimi anni di intensa attività. Globalmente 1,3 miliardi di persone fumano e l’Oms stima che nel 21° secolo vi saranno fino a un miliardo di morti premature legate al tabacco, tutte completamente prevenibili. Secondo il report 2013 dell’ISS, sono 500 mila in Italia gli utilizzatori abituali di e-cig e di questi è ragionevole stimare che circa il 10% smetta di fumare.
“E’ facile intuire che circa 50 mila persone hanno già sostituito le bionde con le e-cig facendo risparmiare 60 milioni di euro alle casse dello Stato – commenta il presidente LIAF, prof.ssa Lidia Proietti – Se provassimo ad estendere lo stesso ragionamento agli oltre 10 milioni di fumatori in Italia, potremmo affermare serenamente che circa un milione di persone potrebbe smettere di fumare, con un risparmio stimato per il SSN di oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro”.
“La sigaretta elettronica rappresenta una valida alternativa al fumo, è utile per smettere di fumare o ridurre il consumo di tabacco e la sua diffusione potrebbe far ridurre i costi del sistema sanitario italiano in maniera esponenziale. Finalmente anche l’Istituto Superiore di Sanità lo ha riconosciuto. Adesso è tempo di salvare le vite dei milioni di fumatori a cui può essere data una nuova opportunità” – è quanto afferma Riccardo Polosa, docente dell’Università degli Studi di Catania e direttore scientifico di LIAF, che commenta così i dati presentati dall’ISS al Sitab, secondo i quali un fumatore su due può abbandonare l’uso della sigaretta tradizionale con una significativa riduzione del danno respiratorio grazie a un uso guidato della sigaretta elettronica.
Considerato l’autore più produttivo al mondo nel campo della Ricerca sulla sigaretta elettronica, il prof. Polosa, insieme ai ricercatori LIAF, ha condotto diversi studi che hanno dimostrato scientificamente che la sigaretta elettronica è senza dubbio meno dannosa delle sigarette convenzionali, ed è un valido strumento per la riduzione o la cessazione del consumo di tabacco, nonché per la riduzione del danno provocato dal fumo, anche in popolazioni vulnerabili.
Svapare sembra essere la miglior soluzione ad oggi conosciuta per uscire dal tabagismo. A dirlo è stato anche uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista medico-scientifica ADDICTION – che dimostra come in assoluto le sigarette elettroniche rappresentano il metodo più efficace per smettere di fumare.

HEAT NO BURN: Il lancio oggi a Milano

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Si chiama iQOS il nuovo prodotto della Philip Morris International (PMI) che si lancia oggi in Italia in 430 punti vendita del milanese. Stiamo parlando del dispositivo a tabacco riscaldato (c.d. heat no burn), di cui vi avevamo riferito qualche mese fa in un nostro articolo. Heat no burn (HnB) riscalda ma non brucia e sembra assicurare una riduzione complessiva del rischio tossicologico che si pone tra il 70 e il 90%, essenzialmente in virtù della mancata combustione del tabacco.
Il dispositivo HnB (iQOS) si presenta come una penna stilografica contenente all’interno un elemento riscaldante che permette l’introduzione di una sigaretta Marlboro appositamente modificata (c.d. Marlboro HeatStick), con tabacco finemente triturato e miscelato con glicole propilenico.
La sigaretta riscaldata è simile alla sigaretta elettronica ma, a differenza di questa, utilizza una matrice solida composta da tabacco imbevuto di glicole propilenico che permette la produzione di “aerosol di tabacco”. L’e-cig utilizza, invece, una matrice liquida composta da glicerina e glicole propilenico, che produce vapore in cui è presente nicotina.
iQOS produce dunque nuvole come una bionda, ma con un’importante riduzione di molti degli elementi tossici rilasciati dalla combustione del tabacco. Tuttavia, il profilo di assorbimento della nicotina da una Marlboro HeatStick risulta sovrapponibile a quello di una Marlboro rossa convenzionale.
Dopo il lancio di iQOS in Giappone poche settimane fa, ora tocca a Milano fare da città test. Chissà come reagiranno gli italiani di fronte a una sigaretta riscaldata ad alta tecnologia che avrà lo stesso prezzo di una Marlboro classica.
“Attualmente, la Marlboro HeatSticks in Italia è soggetta alla stessa tassazione della sigaretta convenzionale – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – Auspichiamo che in futuro la legislazione italiana preveda un diverso trattamento economico per i prodotti a rischio ridotto. Ma mentre per le e-cig le prove scientifiche a supporto della riduzione del rischio sono tante, per iQOS bisognerà prima dimostrare con ricerche indipendenti la sua eventuale appartenenza a questa categoria.”
“Qualsiasi tecnologia, strumento o azione volti alla riduzione del danno e del rischio tabagico, purchè scientificamente provato, devono essere presi in seria considerazione – ha dichiarato il presidente LIAF, prof.ssa Lidia Proietti – E’ importante però stabilire il loro esatto posizionamento all’interno di una scala del rischio”.
Il Direttore Esecutivo di PMI, Andre Calantzopoulos, ha dichiarato che la sua azienda ha speso circa 2 miliardi di dollari in un decennio per lo sviluppo di prodotti di tabacco a rischio ridotto, e ora è pronta a entrare in un mercato che ha già visto la proliferazione delle sigarette elettroniche. “L’industria del tabacco è alle prime fasi di un processo di trasformazione”, ha commentato Calantzopoulos.

Tabacco masticabile, gli esperti scrivono a FDA: “E’ più sicuro delle bionde”

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Anche il tabacco masticabile può essere una valida alternativa al fumo. A dirlo sono stati diciassette esperti di tabagismo di tutto il mondo – tra cui il nostro prof. Riccardo Polosa – che hanno firmato insieme una lettera indirizzata all’FDA per valutare i rischi legati all’uso dello SNUS, il cosiddetto tabacco masticabile prodotto e consumato principalmente nei Paesi del Nord Europa.
Secondo gli scienziati, questo prodotto non ha gli stessi rischi legati alla sigaretta convenzionale perché non esiste in esso il processo di combustione che – come sappiamo – è l’elemento più dannoso per la salute dei fumatori. Lo SNUS viene comunemente usato per essere posizionato in bocca, tra il labbro e la gengiva superiore, e per essere poi masticato o assaporato per un periodo di tempo che può variare da pochi secondi a svariati minuti.
In Svezia ed in Norvegia, dove la polvere masticabile è molto utilizzata come sostituto delle bionde, le morti per malattie fumo correlate sono diminuite e, soprattutto, molti fumatori hanno smesso di esserlo usando lo SNUS come alternativa.
Oggetto della missiva degli esperti sono state dunque una serie di osservazioni in merito all’etichettatura dei prodotti da tabacco come lo SNUS, che riporta messaggi fuorvianti che possono disincentivare i fumatori dal passare ad alternative di certo meno dannose della sigaretta convenzionale.
“L’attuale avviso generico ‘ATTENZIONE: Questo prodotto non è un’alternativa sicura al fumo’ è troppo ambiguo per essere considerato utile ad aiutare gli utenti a prendere decisioni circa l’uso del tabacco” – scrivono nella lettera gli esperti.
L’FDA dovrebbe riservare maggiore attenzione a questi prodotti e dovrebbe soprattutto informare i fumatori in maniera corretta e precisa. Per gli scienziati, tale etichettatura dovrebbe essere sostituita con un’altra frase simile a questa, ad esempio: “ATTENZIONE! Questo prodotto del tabacco non è sicuro, ma presenta rischi sostanzialmente inferiori per la salute rispetto alla sigaretta convenzionale”.
“La lotta contro il fumo è una battaglia importante che riguarda tutti – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, tra i firmatari della lettera – In prima fila dovrebbero stare le istituzioni di tutto il mondo, pronti a condividere una regolamentazione che prenda spunto dalle evidenze scientifiche e valuti la riduzione del danno e del rischio garantita da alcune valide alternative alla sigaretta convenzionale, come lo snus e le sigarette elettroniche”.