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Comitato Scientifico LIAF: Non tutte sono sigarette elettroniche, differenze e similitudini

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A seguito delle ultime notizie diffuse dalla stampa in merito alle caratteristiche tecniche ed agli impatti sulla salute dei c.d. prodotti a “tabacco riscaldato”, il Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica promosso dalla Lega Italiana Anti Fumo, interviene sull’argomento fornendo una corretta chiave di lettura dei dati diffusi.

Al momento, sono presenti sul mercato due prodotti oggettivamente differenti fra loro che offrono un’alternativa al fumo di tabacco: le sigarette elettroniche e i dispositivi che riscaldano tabacco. Questi ultimi permettono di riscaldare una sigaretta appositamente modificata (c.d. heatsticks) composta di tabacco miscelato principalmente con glicerolo. La sigaretta elettronica, invece, è composta da una batteria e un atomizzatore che riscalda una soluzione a base di glicole propilenico, glicerolo, acqua, aromi ed, eventualmente, nicotina.

Dal punto di vista dell’impatto sulla salute dei due prodotti, se per le sigarette elettroniche è oramai acclarata la validità di questi strumenti nella lotta al tabagismo e nella riduzione dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale con diverse centinaia di studi scientifici indipendenti al loro attivo, per il tabacco riscaldato sono pubblicati solamente studi sponsorizzati dai produttori stessi.

Nell’agosto 2015, un rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England (Autorità dipendente dal Ministero della Salute inglese), ha dimostrato che le e-cig sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali e possono contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica European Addiction Research ha dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesterebbe a 4. E ancora, recenti studi hanno più volte dimostrato che le e-cig possono essere utilizzate come terapia per far smettere di fumare anche pazienti affetti da asma o da patologie cardiovascolari.

In conclusione, se per le e-cig, le prove scientifiche a supporto della riduzione del rischio sono numerose, per il tabacco riscaldato bisognerà attendere ricerche indipendenti che confermino la loro minore dannosità rispetto al tabacco tradizionale.

Dato che sigarette elettroniche non contengono tabacco, è ovvio che i due prodotti debbano essere considerati in modo distinto e separato sia per quanto attiene alle loro caratteristiche oggettive (le e-cig vaporizzano liquidi e mentre gli altri prodotti riscaldano tabacco) che per l’impatto sulla salute. Tale concetto deve essere chiaro per orientare correttamente le scelte dei consumatori e le politiche dei legislatori.

Tuttavia, resta inteso che qualsiasi tecnologia, strumento o azione volta alla riduzione del danno e del rischio tabagico – purché scientificamente provata – deve essere presa in seria considerazione.

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Il Comitato Scientifico Internazionale è composto da: Riccardo Polosa dell’Università degli Studi di Catania, Umberto Tirelli dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia, Carlo Cipolla dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), David Nutt dell’Imperial College di Londra, Mike Siegel della Boston University School of Public Health, Sally Satel dell’American Enterprise Institute, Kostantinos Farsalinos dell’Università di Patras, Jacques Le Houezec Consulente di Sanità Pubblica a Rennes, Marcus Munafo dell’Università di Bristol e Pasquale Caponnetto della Lega Italiana Anti Fumo.

Polosa al simposio internazionale sulle e-cig: “Potranno essere usate per somministrare farmaci”

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Si sta svolgendo in queste ore a La Rochelle, in Francia, il Simposio internazionale dedicato alle sigarette elettroniche per smettere di fumare.

Tra i noti relatori dell’evento, c’è anche il prof. Riccardo Polosa (coordinatore del Comitato Scientifico di LIAF e autore più importante al mondo nel campo della ricerca applicata alla sigaretta elettronica) con l’atteso intervento sulle future applicazioni della sigaretta elettronica alla medicina: “Le elettroniche potrebbero essere impiegate anche nella somministrazione di farmaci, assicurando una migliore efficacia, semplificando i metodi tradizionali e soprattutto assicurando una maggiore aderenza per i pazienti” – ha annunciato lo scienziato catanese.

Nel futuro – ha poi spiegato Polosa – potranno essere utilizzate per il miglioramento della salute umana, per l’applicazione terapeutica della nicotina e della cannabis e per somministrare farmaci respiratori”.

Il simposio francese sulle elettroniche parte dal contesto critico delle ultime osservazioni dell’OMS (che ricordiamo ha affermato di recente che nel ventunesimo secolo la prima causa di morte al mondo sarà proprio il fumo di sigaretta convenzionale) e ha l’obiettivo di presentare gli ultimi risultati della ricerca medica e scientifica in questo campo, di rivedere e valutare le tecnologie e le eventuali innovazioni dello strumento e di promuovere le e-cig come trattamento efficace per smettere di fumare con confort e piacere.

“La sigaretta elettronica – ha peraltro aggiunto Polosa durante il suo intervento – produce effetti positivi anche in alcune categoria di pazienti affetti da particolari malattie cardiovascolari e respiratori. Secondo i nostri studi, infatti – ha concluso – l’utilizzo di e-cig per smettere di fumare in pazienti affetti da ipertensione arteriosa porta ad una marcata riduzione della pressione sistolica e, considerando che uno dei rischi più alti per questi pazienti è l’aumento di peso, il passaggio alle elettroniche può portare ad ulteriori effetti positivi anche nel lungo termine”.

E-cig e bronchite negli adolescenti. R. Polosa: “Niente dimostra che sintomi riflessi portano a patologie respiratorie”

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Le sigarette elettroniche non sono innocue, anzi, raddoppiano il rischio di sviluppare i classici sintomi della bronchite cronica” – questo è il messaggio riportato qualche giorno fa su “Il Corriere della Sera“, in un articolo firmato dal giornalista Sergio Harari, con il quale si commentava lo studio pubblicato sull’American journal of Respiratory and Critical Care Medicine e condotto su una popolazione di 500 adolescenti americani.

Riccardo Polosa

“Lo studio citato nell’articolo del Corriere – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Comitato Scientifico LIAF – non è scevro da seri difetti dal punto di vista metodologico. Innanzitutto, da come viene definito, l’uso della ECIG in questa popolazione di studenti californiani è più attinente a forme di sperimentazione  occasionale che non all’uso quotidiano del prodotto. La sperimentazione  occasionale con ECIG da sola può determinare un aumento della tosse.

E’ stato più volte riportato, che la tosse è un sintomo comunemente associato allo svapo perché il vapore elettronico può causare irritazione e quindi scatenare il riflesso (fisiologico) della tosse. La letteratura è concorde nello stabilire che questo sintomo è transitorio; si manifesta con le prime svapate ma poi tende a scemare via via che si svapa. Si tratta di una normale forma di adattamento dell’organismo alla inalazione di miscele di PG/VG.

Il design dello studio citato nell’articolo del Corriere (i.e. sondaggio cross-sezionale con questionari) non permette di stabilire con certezza alcuna causa. Gli autori stanno semplicemente descrivendo una associazione tra uno stimolo irritativo e un sintomo riflesso, ma non c’è nulla che dimostri che sintomi riflessi possano condurre a patologie respiratorie vere e proprie.

E infine, va ricordato che studi prospettici condotti in cliniche specializzate hanno dimostrato che l’uso quotidiano di ECIG (fino a 1 anno) riduce nel tempo la tosse ed che il monitoraggio regolare (fino a 2 anni) dei sintomi respiratori in fumatori affetti da asma che sono passati allo svapo quotidiano, non ha dimostrato nessun aumento della tosse”.

E-cig – danni al cavo orale? F. Beatrice: “Non brucia ma vaporizza quindi è priva di combustione”

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Le sigarette elettroniche danneggiano la bocca come il tabacco“- è questo il titolo di un recente articolo pubblicato sulla rivista italiana “Ok Salute e Benessere” con il quale si commenta un nuovo studio della University of Rochester School of Medicine and Dentistry di New York che dimostrerebbe come i vapori rilasciati dai liquidi usati nelle sigarette elettroniche potrebbero infiammare i tessuti del cavo orale, anche senza nicotina esattamente come le sigarette tradizionali.

Un allarme infondato lanciato dallo studio e durato giusto poche ore al quale è presto seguita la risposta di uno dei più importanti esperti in materia, il dott. Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia, autore di numerosi testi sulla ricerca applicata alla sigaretta e membro del Comitato Scientifico di LIAF.

Di seguito, il commento dello scienziato:

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Fabio Beatrice

“Dire che la sigaretta elettronica infiamma i tessuti orali ed il paradonto e le gengive come la normale sigaretta non non è credibile sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. In primo luogo la e-cig non brucia ma vaporizza a circa 100 gradi e questo significa che è priva di combustione. Di conseguenza è palesemente errato proporre, come apparentemente viene fatto nell’articolo in questione, una sigaretta elettronica che brucia vapore. Si tratta di elementari nozioni di fisica.

Inoltre è dimostrato da IARC (International Agency for Research on Cancer) che la sigaretta, nella sua combustione compresa tra 400 e 1000 gradi, produce oltre 80 sostanze  cancerogene di classe A, cioè è cosa certa. La stessa sigaretta in quanto tale è di fatto un potente e certo cancerogeno.

Per quanto attiene alla nicotina, è la stessa rilasciata dalle sigarette. Il mentolo non appare neanche lontanamente paragonabile all’azione degli oltre 80 cancerogeni certi della normale sigaretta. Resta pertanto certa l’evidenza di una tossicità nettamente inferiore della e-cig  rispetto alla sigaretta.

La stima del Ministero della Salute della Gran Bretagna è per la e-cig di una tossicità inferiore nella misura del 95% rispetto alle sigarette. Tutti oramai concordano nel considerare l’elettronica quale potente strumento di riduzione del rischio nei fumatori resistenti alla cessazione“.

Pressione sanguigna: con l’ecig miglioramenti a lungo termine

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La sigaretta elettronica è un strumento prezioso per la riduzione del danno anche nei fumatori che soffrono di ipertensione arteriosa.  A dirlo è un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori, coordinati dal prof. Riccardo Polosa, pubblicato di recente su PUBMED e dal titolo “Controlli della pressione sanguigna in fumatori ipertesi che passano alla sigaretta elettronica“.

I ricercatori (Jaymin B. Morjaria del Royal Brompton & Harefield Hospital del Regno Unito, Pasquale Caponnetto, Eliana Battaglia e Cosimo M. Bruno dell’Università di Catania, Cristina Russo e Claudio Ciampi dell’Arnas Garibaldi di Catania e George Adam del Rex Hospital di Raleigh negli Stati Uniti) hanno dimostrato che, nei pazienti con ipertensione arteriosa, l’utilizzo della sigaretta elettronica come sostituto di quella convenzionale porta ad una marcata riduzione della pressione sistolica e diastolica, nonché a miglioramenti clinicamente rilevanti nel controllo della pressione sanguigna.

Peraltro, si è anche notato che il passaggio a regolare l’uso di e-cig in queste popolazioni di pazienti non è associato al consueto aumento di peso solitamente temuto: “Considerando che uno dei rischi più alti per lo sviluppo dell’ipertensione è anche l’aumento di peso che da post-cessazione da fumo – ha spiegato Polosa – il passaggio alle elettroniche può portare ad ulteriori effetti positivi anche nel lungo termine“.

Lo studio, condotto questa volta su pazienti ipertesi che facevano uso regolare di e-cigs, ha consentito di produrre un analisi diversa rispetto a quella realizzata pochi mesi fa dalla squadra di Polosa e da quella del prof. Konstantinos Farsalinos. “Adesso abbiamo il quadro completo – ha spiegato il responsabile scientifico LIAF – non credo sia solo la riduzione del consumo di tabacco a migliorare i dati della pressione arteriosa, c’è di più molto di più. Irituali e le abitudini comportamentali connessi allo svapo possono aiutare i fumatori con ipertensione ad alleviare l’ansia ed il desiderio (di solito associati con l’astinenza da fumo) e questo porta inevitabilmente anche ad una migliore stabilizzazione della pressione sanguigna“.

COP7 a Nuova Delhi: la sceneggiatura prevedibilie di uno spettacolo senza pubblico

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Si è conclusa a New Delhi la Settima Conferenza delle Parti organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma tanti i nodi da sciogliere che si evincono dal comunicato stampa diffuso ieri dal COP7, da cui emergono chiaramente le contraddizioni ed ambiguità che hanno contraddistinto la Conferenza fin dall’inizio dei lavori.

Gli annunciati atti risolutivi riguardanti l’implementazione delle politiche di controllo del tabacco non sono stati adottati, e non, come ha affermato la Direttrice del Segretariato, Dr. Vera Luiza da Costa e Silva, a causa delle presunte interferenze delle multinazionali del tabacco all’interno della riunione – che alla stessa non avevano accesso – , quanto per una sostanziale incapacità delle parti di trovare una posizione comune.

In merito alle sigarette elettroniche (Electronic Nicotine Delivery System), il verdetto del COP7 è stato invece molto chiaro: “le Parti che non hanno ancora vietato l’importazione, la vendita e la distribuzione di tali dispositivi, sono invitate a considerarne o la proibizione o la regolamentazione come farmaci o come prodotti del tabacco.” L’unica vera apertura ad un approccio più favorevole alle e-cig risiede nella richiesta di ulteriori ricerche scientifiche per dimostrare l’impatto sulla salute umana, soprattutto nel lungo termine.

Inoltre, altri temi fondamentali che dovevano essere approfonditi durante il COP7, come la necessità di ampliare le ricerche che prestino attenzione ai gruppi vulnerabili che fanno uso di tabacco, sono stati solo accennati, senza comprenderne evidentemente l’importanza.

La sceneggiatura dello spettacolo a New Delhi era prevedibile. Lotta serrata alle e-cigs con esclusione di pubblico, NGO e giornalisti sin dal primo giorno di lavoro. Non riesco a capire come decisioni così importanti debbano essere prese a porte chiuse senza il coinvolgimento dei diretti interessati. Tuttavia, anche se per molti aspetti negativo, il documento riconosce che la e-cig è una realtà in divenire che va implementata mediante regole che ne garantiscono qualità e sicurezza e si è evitata l’adozione di norme altamente penalizzanti” dichiara il coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulla sigaretta elettronica, prof. Riccardo Polosa. “Un risultato positivo, viste le premesse: le prove portate anche dal nostro Comitato Scientifico in questi ultimi mesi hanno dimostrato che si tratta di un prodotto che non va vietato, ma implementato, in termini di innovazione e ricerca per l’obiettivo di salvare milioni di persone che si ammalano e muoiono per i danni derivanti dall’utilizzo del tabacco. Proprio oggi, ad esempio, sono stati diffusi i risultati di una recente ricerca, firmata da alcuni membri del Comitato e pubblicata sull’International Journal of Environmental Research, che dimostra come anche nel caso di pazienti ipertesi che hanno smesso grazie alla ecig si registri una importante riduzione della pressione sanguigna” conclude Polosa.

Londra, il 17 Novembre riparte l’Ecigarette Summit

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Giovedì 17 Novembre a Londra riparte il Summit sulla sigaretta elettronica, un appuntamento ormai consolidato che si rinnova ogni anno insieme a gran parte degli esperti internazionali in tema di fumo e sigaretta elettronica.

Tra i temi più accesi dell’edizione 2016, quello dell’utilizzo della sigaretta elettronica e del suo possibile effetto gateway per minori e non fumatori.

Si parlerà anche di pubblicità, marketing e della nuova regolamentazione anche in seguito alle novità che arriveranno dalle decisioni prese al COP7 di Nuova Delhi, conclusosi – ricordiamo – proprio pochi giorni fa.

L’evento inglese, inoltre, dopo il successo delle prime edizionisi concentrerà sulla crescente diffusione delle elettroniche a livello mondiale e sulle scelte di politiche sanitarie seguite dai diversi Stati coinvolti.

Questo importante vertice mondiale, che riunisce scienziati, medici, opinion leader, tecnici, politici e giornalisti di tutto il mondo, si è ormai guadagnato la fama di “evento neutro” perchè non ha occupato particolari posizioni nell’ambito dell’acceso dibattito scientifico internazionale sui danni e/o vantaggi che seguiranno una corretta diffusione delle e-cig.

Questo rende l’appuntamento ancora più atteso.

Scarica il programma

COP 7 – Esperti sollevano preoccupazioni circa presunte proposte di divieto delle e-cig

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Gli esperti della riduzione del danno tabacco sollevano preoccupazioni circa presunte proposte di divieto delle sigarette elettroniche. 

Esperti con una grande esperienza di ricerca indipendente sulla sigaretta elettronica e che hanno da tempo sostenuto una regolamentazione basata sulle evidenze scientifiche, ha espresso proprio ieri le loro preoccupazioni circa alcune presunte proposte di divieto avanzate da una minoranza di soggetti che stanno partecipando in queste ore al COP 7 – la Settima Conferenza delle Parti che si sta svolgendo a Nuova Delhi promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS.

“Un crescente corpo di evidenze scientifiche – dicono gli esperti in un comunicato stampa diffuso ai media di tutto il mondo – sta dimostrando che le elettroniche sono sostanzialmente molto meno dannose dei prodotti da tabacco combustibile. Stanno aiutando milioni di persone a smettere definitivamente di fumare, riducendo i rischi di malattie fumo correlate. C’è un chiaro beneficio di aver accesso a standard di elevata qualità per salute pubblica di tutti, basterebbe adottare un regolamentazione appropriata.

Secondo alcune voci – spiegano gli esperti – compresi rumors diffusi sui social media, ci sarebbero delegazioni di paesi con poca o nessuna esperienza sul tema che starebbero guidando l’agenda del COP7 a proibire le sigarette elettroniche. Questa linea di azione sarebbe un errore enorme e arrecherebbe un danno incalcolabile a milioni di fumatori. Ci auguriamo che queste voci siano infondate e che non siano un riflesso del clima attuale e delle reali intenzioni dei delegati del COP 7 dell’OMS.

Le sigarette elettroniche rappresentano la più grande opportunità di questa epoca per prevenire e ridurre i danni da fumo. Incoraggiamo i delegati a cogliere questa grande opportunità”.

Il commento del Comitato Scientifico sul report OMS sulle sigarette elettroniche

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Mentre a Nuova Delhi procede il COP 7 – la Settima Conferenza delle Parti promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il “Comitato Scientifico Internazionale per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica” (formato da Riccado Polosa, Umberto Veronesi, Umberto Tirelli, Fabio Beatrice, Pasquale Caponnetto, Carlo Cipolla, Marcus Munafo, David Nutt, Mike Siegel, Sally Satel, Konstantinos Farsalinos, Jacques Le Houezec), prendendo spunto dall’analisi critica che alcuni rappresentanti della comunità scientifica internazionale hanno descritto in un documento ufficiale a cui hanno collaborato diversi scienziati (tra cui gli stessi Riccardo Polosa e Konstantinos Farsalinos del Comitato), porta a conoscenza i punti chiave del documento che passa al vaglio punto per punto il report sull’e-cig diffuso lo scorso settembre dall’OMS, riscontrando molteplici inesattezze e imprecisioni. 

Di seguito i punti più importanti del documento:

  • Le e-cig non contengono tabacco

Nella terminologia dell’OMS le e-cig vengono chiamate ENDS (Electronic Nicotine Delivery System): per ENDS si intende uno strumento che “scalda una soluzione (e-liquid) per creare un aerosol che spesso contiene aromi, normalmente dissolti con Glicole Propilenico e/o Glicerina. Tutti gli ENDS contengono nicotina”. Gli ENNDS (Electronic Non Nicotine Delivery System) invece non contengono nicotina. Di conseguenza, le e-cig non prevedono l’uso di tabacco pertanto tale strumento non può essere in alcun modo paragonato ai prodotti a tabacco riscaldato o c.d. di “nuova generazione”.

  • L’OMS enfatizza i rischi potenziali delle e-cig piuttosto che vagliarne le opportunità 

Nel complesso, il rapporto non si concentra sull’analisi della sigaretta elettronica come alternativa al fumo di sigaretta convenzionale ma solo sui rischi che lo strumento potrebbe rappresentare, senza dunque riconoscere adeguatamente le profonde opportunità sulla riduzione del rischio per la salute dei fumatori che passano allo svapo. Sebbene la FCTC (Framework Convention on Tobacco Control) riconosca la valenza del concetto di “riduzione del danno” come strategia chiave per il controllo del tabagismo, fatta eccezione per rari casi, il rapporto OMS analizza le e-cig come una minaccia anziché ravvisarne le potenzialità per la salute pubblica.

  • Vi è una inesatta quantificazione del rischio

Il report dell’OMS fornisce una valutazione distorta (decisamente peggiorativa) dei rischi legati all’utilizzo delle e-cig. In termini tossicologici, la discussione pone eccessiva enfasi su rischi trascurabili derivanti da livelli di esposizione in realtà risibili. In tossicologia, difatti, non è la semplice presenza di un agente potenzialmente offensivo che determina un danno all’organismo, bensì la concentrazione perché è “la dose che rende letale un veleno”.

  • Assenza di paragone con il vero nemico: il fumo di sigaretta

Nel report dell’OMS non si fa riferimento specifico al paragone con il fumo di sigaretta convenzionale nonostante dai dati riportati risulti che gli svapatori sono nel 99% dei casi fumatori o ex fumatori o aspiranti tali. Pertanto, il confronto con il fumo diventa rilevante soprattutto ai fini della impostazione di norme adeguate per un migliorato controllo del tabagismo.

  • Vengono travisati i reali rischi correlati al vapore passivo

La sezione sui rischi legati all’esposizione passiva di aerosol prodotti dalle e-cig non fornisce alcuna prova che esistano reali rischi per gli astanti. L’affermazione che “possono potenzialmente provocare effetti negativi sulla salute” non riflette le evidenze scientifiche proprio perché, anche in questo caso, il problema non è la presenza di particolari sostanze chimiche bensì la loro concentrazione negli ambienti e nei luoghi pubblici.

  • Viene sminuito il ruolo delle e-cig nel percorso di disassuefazione 

Il documento OMS non valuta correttamente il ruolo che le e-cig possono avere nella cessazione dal fumo di sigaretta e, acriticamente, riporta le conclusioni di studi scientifici gravati da numerosi errori metodologici. Prendendo in considerazione la totalità delle prove (tra cui studi clinici controllati, studi osservazionali, abitudini d’uso della sigaretta elettronica e della modalità di fumare, l’esperienza della terapia sostitutiva della nicotina e l’esperienza degli svapatori) si può trovare la conferma, invece, che le e-cig stanno aiutando molti fumatori a smettere e a superare le crisi che portano a ricadute.

  • Il marketing può essere utilizzato come strumento per la lotta al tabagismo

La stragrande maggioranza degli obiettivi del marketing delle e-cig è la promozione di prodotti alternativi al fumo a basso rischio e destinati a fumatori adulti. Tuttavia, il documento OMS si riferisce a questi prodotti come strumenti che possono influenzare in negativo lo stile di vita.

  • Gli aromi sono essenziali per l’appetibilità della e-cig come alternativa al fumo 

Sul tema degli aromi, l’OMS tenta di confondere le acque affermando che questa caratteristica dei liquidi rappresenta un problema poiché risulta particolarmente attrattiva per gli adolescenti. In realtà, la disponibilità di una ampia gamma di aromi è parte integrante dell’appetibilità del prodotto anche per gli adulti. Le citazioni sono molto selettive e ci sono parecchi fraintendimenti tra coloro che supportano questa tesi. Si fa riferimento a diverse citazioni che riflettono opinioni o argomenti speculativi, trascurando gli studi più importanti che dimostrano solo un interesse marginale da parte degli adolescenti nei confronti degli aromi.

  • Motivazioni ingiustificate per proporre il divieto delle e-cig 

Nella discussione delle proposte di norme per il controllo del tabagismo, si suggerisce – sebbene in maniera velata – che gli stati che non hanno vietato l’importazione, la vendita e la distribuzione delle e-cig possono comunque pretendere in futuro norme più stringenti tra cui la opzione, non formalizzata ufficialmente dalla OMS, di bandire le e-cig.

  • Le argomentazioni sul divieto sono estremamente povere di contenuto data l’ampia diffusione di sigarette 

L’atteggiamento dell’OMS in questo senso non è etico. Come è possibile negare ai fumatori la possibilità di dismettere il consumo di tabacco con l’aiuto delle e-cig che vantano un profilo di rischio tossicologico enormemente più basso? Non vi è alcun supporto scientifico che dimostri che un divieto di questo genere possa tradursi in un miglioramento certo per la salute pubblica.

  • Proposte normative fatte senza il supporto di analisi di costo-efficacia 

Vengono avanzate proposte normative senza alcuna prova a sostegno del loro rapporto costo-efficacia. Ogni proposta dovrebbe basarsi su analisi oggettive. Le norme andrebbero testate sulla proporzionalità e sulle possibili conseguenze indesiderate. L’OMS non ha applicato nessuna disciplina nel menu di possibili opzioni normative proposto dall’OMS.

  • Non c’è nessuna valutazione delle possibili conseguenze non intenzionali 

Non vi è alcun riconoscimento della probabilità di “conseguenze non intenzionali” che potrebbero derivare dalle proposte normative del documento dell’OMS. In particolare, va notato che alcune di queste potrebbero avere effetto di segno opposto determinando una involontaria crescita del numero di fumatori.

Caro Prof, i tuoi principi saranno la nostra missione

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8 novembre 2016 – Muore Umberto Veronesi.

Il Comitato Scientifico per la Ricerca sulle Sigarette Elettroniche, di cui l’oncologo era membro ufficiale fin dalla sua costituzione, avvenuta in seno alla LIAF – Lega Italiana Anti Fumo nello scorso luglio, esprime il più profondo cordoglio alla famiglia dell’amico e collega che si era unito insieme a tanti altri eminenti scienziati nella lotta al tabagismo tramite l’uso delle sigarette elettroniche.

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“Il mio dolore é per l’uomo che il mondo intero ha perso, per il collega che la comunità scientifica internazionale stimava e ammirava, per l’amico e maestro di molti noi. Ci ha onorato più volte per la sua presenza e per la collaborazione dimostrata. Grazie a lui abbiamo vinto tante battaglie ed i suoi principi rimarranno la nostra missione” – ha dichiarato il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Comitato Scientifico che aveva fortemente voluto la presenza di Veronesi al suo interno.

Veronesi è stato sostenitore e promotore dell’utilizzo della sigaretta elettronica come metodo efficace per smettere di fumare e per riuscire a salvare la vita di milioni di persone. “Per me è stato un maestro che ho venerato a dir poco – dice il prof. Umberto Tirelli dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano – la lotta contro il fumo è stata una delle sue battaglie più riuscite e quella per la sigaretta elettronica è stata un altro esempio di lungimiranza. Come Ministro per la Sanità si è battuto per la legge antifumo e alla fine anche quella è diventata realtà. All’estero siamo orgogliosi di essere italiani proprio grazie al suo lavoro”.

Perdiamo un uomo ed uno scienziato innovatore e capace di leggere il futuro – ha aggiunto il prof. Carlo Cipolla dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia di Milano) –  spesso impegnato in battaglie contro un sistema medico ingessato e pigro e contro lobby fortissime, come quella dei produttori di sigarette. La sperimentazione sulla sigaretta elettronica usata nei malati di tumore e di infarto in fase acuta è stato un esempio coraggioso. La battaglia contro il fumo e la creazione di una nuova branca medica, la Cardioncologia, oggi in espansione in tutto il mondo, sono gli elementi che ci hanno maggiormente legati ed il suo costante stimolo scientifico ed umano sono stati la nostra vera forza”.

L’Istituzione che ha fondato lo mantiene vivo e presente  tra noi” – sono le parole del dott. Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia.

Ed infine, insieme alla LIAF, Veronesi è stato più volte promotore di iniziative volte alla promozione e sensibilizzazione di stili di vita sani. “La vicinanza alla nostra causa è stata e sarà per noi sempre motivo di orgoglio, ci mancherà la sua determinazione e il suo approccio umano alla scienza” – così conclude la prof.ssa Lidia Proietti, presidente della Lega Italiana Anti Fumo.