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Ecig – Il 23 e 24 Settembre a Catania riunione del Comitato Tecnico Europeo di Normazione

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I comuni prodotti da svapo utilizzati dai fumatori per smettere di fumare non hanno nulla a che vedere con i prodotti presenti sul mercato nero statunitense. E’ necessario ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, in Europa è già monitorato.

Proprio il 23 e 24 Settembre, per la prima volta a Catania, si riunirà la Commissione CEN/TC 437 (Electronic cigarettes and e-liquids) nata in seno alla Comitato Europeo di Normazione (CEN) che ha il compito di sviluppare standard tecnici di qualità e sicurezza per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche in Europa. Al centro del dibattito dei 50 esperti europei, tra cui i delegati di UNI Ente Italiano di Normazione, ci sarà anche la questione americana

Settembre il mese giusto per smettere

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Tutti i periodi dell’anno sono buoni per smettere di fumare ma il mese di settembre è ancora più propizio per cercare di raggiungere questo obiettivo. A spiegarci in perché nel video che oggi vi proponiamo è il Prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT Centro Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico “Vittorio Emanuele di Catania”.

Quali sono i periodi migliori per smettere di fumare è perché settembre è considerato il mese più vantaggioso?

Generalmente i periodi di relax sono quelli prediletti. La motivazione coincide spesso con un bisogno di cambiamento.

Dopo l’estate, ad esempio, inizia il cosiddetto periodo dei buoni propositi, si è più propensi ad intraprendere un percorso importante per la nostra vita sia fisicamente che psicologicamente.

Anche l’inizio di Gennaio è un momento altrettanto positivo per trovare la spinta in più e intraprendere un vero percorso di smoking cessation.

Quali sono gli strumenti più utilizzati per smettere di fumare e quali quelli meno dannosi?          

Tutti i trattamenti per smettere di fumare sono per definizione pro-salute, l’unico strumento che, con certezza, risulta essere dannosa è la sigaretta convenzionale. Secondo la nostra esperienza al Centro antifumo del Policlinico di Catania, la strada più efficace è l’utilizzo di prodotti alternativi abbinati ad una consulenza specifica in smoking cessation. La possibilità di essere seguiti in un percorso per uscire dal tabagismo rende più facile il raggiungimento dell’obiettivo di salute finale.

Come si fa ad accedere ai programmi del CoEHAR?                        

Basta telefonare di persona, e non su indicazioni di amici e parenti, al numero 095-3781537. La segreteria è attiva 24 ore su 24 e una volta registrati i dati i nostri ricercatori vi contatteranno.

Oltre le normali visite di routine, oggi è possibile anche partecipare a progetti di ricerca gratuiti condotti dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo. Far parte di questi programmi consente un approccio personalizzato e specifico per ogni tipologia di esigenza.

Come si fa a smettere di fumare?

Qualche mese fa da queste pagine abbiamo lanciato l’elenco dei 10 consigli utili a smettere di fumare.

Il primo resta di certo la volontà! La capacità di essere determinati a smettere. Poi sono necessari percorsi specializzati di counselling e infine la scelta di strumenti meno dannosi come le sigarette elettroniche. Tre strumenti che, se abbinati, rappresentano il trio perfetto per vincere.

USA: Arrestato il produttore di migliaia di liquidi illegali

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A man poses for a picture, as he vapes at home in Ciudad Juarez, Mexico January 28, 2019. Picture taken January 28, 2019. REUTERS/Jose Luis Gonzalez - RC1253AEC970

Produceva da 3000 a 5000 cartucce contraffatte contenenti oli di THC ogni giorno. E’ con questa accusa che nel Wisconsin è stato arrestato il ventenne Tyler Huffhines che secondo gli inquirenti aveva messo su, insieme a 10 persone, una vera e propria realtà tecnologica. Huffhines è stato arrestato con in tasca 500.000 dollari in contanti.

L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione della Drug Enforcement Administration e del Kenosha Drug Operations Group. Le indagini, come sappiamo, sono partire dopo l’allarme lanciato dalla Food and Drug Administration.

Non è ancora certo se l’operazione nel Wisconsin è collegata alle malattie ma il quantitativo ritrovato potrebbe essere un enorme indizio.

Proprio stamane il prof. Riccardo Polosa ha rilasciato ai media italiani una nota di commento sull’accaduto: “Finalmente siamo vicini ad una svolta! Speriamo che i media e le autorità di mezzo mondo ritrattino quanto di negativo e confusionario si è detto sulle sigarette elettroniche in queste settimane e che – soprattutto – si riesca quanto prima ad individuare e ritirare dal mercato tutti i pericolosissimi prodotti illegalmente commercializzati da questo irresponsabile. Come ho affermato in altre occasioni non c’e’ alcun motivo di preoccupazione per i milioni di svapatori che nei prodotti a rischio ridotto hanno invece trovato una via d’uscita dal fumo“.

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Proprio ieri, peraltro, lo scienziato catanese era intervenuto con un lancio di agenzia commentando così i titoli dei giornali:

Siamo alle prese con una vergognosa campagna di disinformazione dei fatti avvenuti e di demonizzazione dei tranquillissimi prodotti da svapo contenenti nicotina” ha detto il prof. Riccardo Polosa (direttore del CoEHAR).

Stiamo confondendo i fischi con i fiaschi! I comuni prodotti da svapo utilizzati dai fumatori per smettere non hanno nulla a che vedere con i prodotti presenti sul mercato nero statunitense e che stanno causando un serio problema di salute pubblica.

Come ho sostenuto più volte – ha spiegato il professore – è necessaria ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione di nuova tipologia a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, è già monitorato.

I casi di malattie respiratorie verificatisi negli Stati Uniti sono – come riportano diversi quotidiani americani – stati associati al consumo di liquidi THC o CBD contenenti estratti oleosi mai utilizzati prima. Le autorità sanitarie statunitensi hanno lanciato l’appello di non svapare prodotti non certificati o comprati illegalmente. E’ riduttivo – ha aggiunto Polosa – credere che il problema sia solo statunitense, queste situazioni possono accadere ovunque. Pertanto, nel tentativo di tutelare i consumatori italiani da queste eventualità è necessario costruire un proficuo rapporto di collaborazione tra enti regolatori, esperti della materia e produttori.

Evidenze scientifiche hanno dimostrato – ha continuato Polosa – che la combinazione di supporto psicologico e farmaci produce i migliori risultati in termini di disassuefazione dal fumo. Tuttavia, un recente studio randomizzato e controllato condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra ha dimostrato che il supporto psicologico abbinato all’uso di e-cig risulta addirittura più efficace rispetto all’assunzione dei tradizionali farmaci antifumo.

Forse scegliere solo di svapare per smettere di fumare potrebbe non portare a risultati miracolosi, ma comunque è la soluzione più pratica e veloce per ridurre i danni da fumo. Come affermato da Public Health England, la massima autorità in tema di salute pubblica in UK, le e-cig risultano essere almeno il 95% meno dannose delle bionde. E sulla questione nicotina, è bene ricordare che, una volta dissociata dalle tossine cancerogene presenti nel catrame da combustione del tabacco delle sigarette convenzionali, non è causa dei gravi e noti problemi medici associati al consumo di sigarette; pertanto a me sembra che il consumo di nicotina abbia opposizioni moralistiche piuttosto che scientifiche”.

Riguardo la notizia dei casi riscontrati dal CDC in USA di “gravi danni ai polmoni associati al fumo di sigarette elettroniche”, il Prof. Polosa conclude:

La mia opinione è che dobbiamo capire bene il fenomeno prima di puntare il dito contro i prodotti da svapo. Una semplice analisi mostra che tali strumenti contenenti nicotina non hanno mai mietuto nessuna vittima in questi ultimi 10 anni. Quello che sembra strano dai dati dei casi americani è l’insieme di patologie e sintomi correlati. Come può un solo prodotto, in questo caso la sigaretta elettronica, produrre una così larga varietà di patologie e sintomi? Dobbiamo provare il nesso di causalità e serve davvero un’indagine in merito.”

Per il professor Polosa, inoltre, si deve scongiurare il rischio che molti dei casi analizzati non siano correlati alla pratica della “miscela fai da te”, ovvero il tentativo di cerarsi autonomamente e senza controllo le sostanze da inalare. “I pazienti da noi studiati che hanno abbandonato l’utilizzo delle sigarette a favore di quelle elettroniche hanno dimostrato un miglioramento nelle condizioni respiratorie generali. Penso che nei casi sopracitati si sta parlando di sostanze non ufficiali o approvate che possono aver provocato i danni di cui si parla. Un singolo elemento non può indurre una così vasto numero di patologie”.

English version 

Sigarette elettroniche abbinate a supporto psicologico e comportamentale

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Un nuovo studio condotto in Nuova Zelanda e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet Respiratory Medicine dimostra ancora una volta l’efficacia dell’utilizzo combinato di cerotti con nicotina e sigarette elettroniche (con e senza nicotina) per aiutare i fumatori a smettere di fumare.

Questo trial è stato condotto utilizzando sigarette elettroniche di seconda generazione e liquidi da svapo scelti sulla base delle indicazioni dei produttori stessi. I partecipanti, fumatori motivati a smettere di fumare, sono stati divisi in maniera randomizzata in tre gruppi: a) utilizzo esclusivo di soli cerotti contenenti 21 mg di nicotina; b) utilizzo combinato di cerotto e sigarette elettroniche contenenti nicotina ed infine utilizzo di cerotti con sigarette elettroniche nicotine free. Sia partecipanti che ricercatori non conoscevano il livello di nicotina contenuto nei liquidi delle sigarette elettroniche e per tutti i tre gruppi valeva la regola dell’utilizzo di un solo cerotto giornaliero abbinato all’utilizzo a piacere della sigaretta elettronica solo nei due gruppi in cui era previsto.

I partecipanti hanno inoltre ricevuto supporto comportamentale specialistico per un periodo di 6 mesi.

Dai risultati ottenuti tra il marzo 2016 e il novembre 2017, si evince che il 50% dei partecipanti nel gruppo che ha utilizzato soli cerotti contenenti nicotina ha mancato il controllo finale, con percentuali che scendono al 32% e 33% per gli altri due gruppi, evidenziando cosi l’importanza di uno strumento atto a saturare la dipendenza gestuale come la sigaretta elettronica, con o senza nicotina, ed in grado di favorire l’aderenza alle visite, elemento cruciale per stabilire qualsiasi cambiamento di lifestyle.

Questa informazione ha grande importanza per i professionisti della salute che si occupano di dipendenze dove uno dei principali problemi è l’abbandono delle terapie e dei controlli” – ha spiegato il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.

I ricercatori della Nuova Zelanda hanno coinvolto e fornito aiuto e sostegno a più di 1000 fumatori di sigarette convenzionali dimostrando che a sei mesi dalla data concordata per smettere di fumare, la percentuale di astinenza dal fumo di sigarette era significativamente più alta nel gruppo che utilizzava la combinazione di cerotti e sigarette elettroniche. Inoltre, in quest’ultimo gruppo, il trial ha portato a una diminuzione del numero di sigarette fumate al giorno di oltre il 50%, proporzione nettamente maggiore che negli altri due gruppi, dove le percentuali si aggirano sul 20%.

L’implicazione clinica di questa scoperta – ha aggiunto Caponnetto – dovrebbe favorire l’introduzione definitiva della sigaretta elettronica, abbinata alle classiche terapie antifumo e al supporto comportamentale. Un trittico vincente nella sconfitta definitiva della dipendenza da fumo. A livello psicocomportamentale molti fumatori avvertono la mancanza della gestualità che nè i cerotti o gomme alla nicotina né il supporto comportamentale riescono a soddisfare”.

Entro i tre mesi dall’inizio dello studio neozelandese, solo il 50% dei partecipanti in tutti e tre i gruppi utilizzava ancora il cerotto, a differenza del 67% del totale che continuava ad utilizzare la sigaretta elettronica e al 56% utilizzante sigarette elettroniche prive di nicotina. Il tutto a rinforzare il fondamentale della sigaretta elettronica non solo quale strumento di cessazione ma anche di prevenzione delle ricadute.

Le percentuali sono ancora più interessanti se si considera un’analisi contestuale considerato che, all’inizio dello studio la Nuova Zelanda non aveva ancora approvato la vendita dei prodotti da svapo, costringendo pertanto i partecipanti ad utilizzare esclusivamente i prodotti forniti dai ricercatori e riducendo di molto la loro libertà nel reperire i liquidi desiderati.

Come dichiarato dal prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR: “L’utilizzo combinato di consulenza professionale e sigarette elettroniche produce ottimi risultati in termini di disassuefazione dal fumo. In questi giorni – ha concluso il direttore – abbiamo letto troppo spesso della mancanza di evidenze scientifiche sull’efficacia delle elettroniche, Bufale! ECLAT, che è il primo studio al mondo che ha affrontato questo campo di ricerca, ha confermato la bontà delle elettroniche per ridurre i danni da fumo già più di un decennio fa. Oggi, gli studi condotti in questo campo sono migliaia, pubblicati su riviste scientifiche di indiscutibile prestigio, condotti presso centri di ricerca indipendenti e di alto impatto scientifico e diversi aspetti sono stati ampiamente analizzati. L’unico passo in avanti che la ricerca deve fare è quello di seguire standard di riferimento condivisi da tutta la comunità scientifica e guidare la pratica clinica”. 

La FDA vieta l’utilizzo di oli con THC

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Comunicazione ufficiale della FDA americana

La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti rimane profondamente preoccupata per gli incidenti che hanno causato tre vittime in queste settimane. L’autorità sta lavorando a stretto contatto con i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), così come con le autorità sanitarie per indagare il più rapidamente possibile.

Mentre il lavoro dei funzionari sanitari federali e statali è in corso, la FDA sta fornendo ai consumatori alcune informazioni per proteggersi.

In particolare, molti dei campioni testati nell’ambito di questa indagine sono stati identificati come prodotti di svapo contenenti tetraidrocannabinolo (o THC, un componente psicoattivo della pianta di marijuana) e, inoltre, la maggior parte di quei campioni con THC testato conteneva anche quantità significative di acetato di vitamina E, una sostanza presente nei prodotti di consumo topici o negli integratori alimentari, ma i dati sono limitati sui suoi effetti dopo l’inalazione.

Sebbene la FDA non disponga di dati sufficienti per concludere che l’acetato di vitamina E è la causa della lesione polmonare di questi casi, l’agenzia ritiene che sia prudente evitare di inalare questa sostanza.

I consumatori sono invitati a evitare l’acquisto di prodotti da svapo per strada e ad astenersi dall’utilizzare olio di THC. E’ sconsigliata qualsiasi modifica o aggiunta di sostanze ai prodotti acquistati nei negozi.

Inoltre, si ricorda, che nessun giovane dovrebbe usare prodotti da svapo indipendentemente dalla sostanza.

Almeno uno dei decessi sembra essere correlato a prodotti illeciti di svapo di THC. In molti casi di malattia segnalati negli USA, i pazienti hanno riconosciuto l’uso recente di prodotti di svapo contenenti THC.

È importante notare che sono necessarie ulteriori informazioni per comprendere meglio se esiste una relazione tra prodotti o sostanze specifici e le malattie segnalate.

La FDA sta analizzando i campioni presentati da un certo numero di stati per la presenza di una vasta gamma di sostanze chimiche, tra cui nicotina, THC e altri cannabinoidi insieme a agenti di taglio / diluenti e altri additivi, pesticidi, oppioidi, veleni, metalli pesanti e tossine.

Nessuna sostanza è stata identificata in tutti i campioni testati.

È importante sottolineare che l’identificazione di eventuali composti presenti nei campioni sarà un pezzo del puzzle ma non risponderà completamente alle domande su ciò che sta causando queste malattie.

CDC e la FDA incoraggiano il pubblico a presentare alla FDA rapporti dettagliati di eventuali problemi imprevisti relativi alla salute o ai prodotti correlati al tabacco o alle sigarette elettroniche tramite il portale di segnalazione sulla sicurezza online.

Leggi la dichiarazione del prof. Riccardo Polosa

India: Riccardo Polosa sollecita il governo a riconsiderare il divieto sulle elettroniche

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New Delhi 27 Agosto 2019 – Dopo l’invito del Ministero della Salute indiano di bandire ogni forma di sigaretta elettronica in tutti gli stati, il prof. Riccardo Polosa è volato in queste ore a Nuova Delhi chiamato dalla Heart Care Foundation of India per un incontro con formale con il direttore generale della Indian Council Medical Research – ICMR.

Intervistato anche dalla televisione nazionale indiana, lo scienziato catanese sta sollecitando il Governo a riconsiderare la raccomandazione del divieto assoluto dei dispositivi a rischio ridotto proprio per il bene della salute pubblica nazionale.

Nella foto, con il prof. Riccardo Polosa, da sinistra, il prof. Ron Borland del Cancer Council Victoria, il prof. Bharat K. Bhargava direttore generale della Indian Council Medical Research ICMR e il prof. K K Aggarwal presidente della Heart Care Foundation of India

Lo scorso 12 Agosto, infatti, il direttore del CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania), insieme ad un nutrito gruppo di esperti del settore (oltre sessanta scienziati provenienti dal mondo accademico internazionale), ha inviato al direttore generale dell’ICMR (in foto) una lettera ufficiale contenente una valutazione acritica dei dati sull’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica pubblicati sul loro Libro Bianco sui sistemi di rilascio di nicotina, diffuso proprio negli scorsi mesi.

Scarica la lettera inviata al Governo indiano

Le prove raccolte su quel documento si basano su studi di scarsa qualità” – ha detto il prof. Polosa. 

Secondo gli esperti, il Libro Bianco indiano enuncia le preoccupazioni legate all’uso di e-cig e derivanti dai risultati di studi condotti senza seguire standard scientifici universalmente riconosciuti. Si sottolineano nel documento la poca conoscenza degli effetti negativi sulla salute, i rischi derivanti dallo svapo passivo, il rischio per i dual user, per l’utilizzo di e-cig tra i giovani e la mancanza di efficacia per far smettere definitivamente di fumare. 

Gli scienziati guidati dal prof. Polosa hanno invece ricordato ai membri del Ministero che studi autorevoli dimostrano l’efficacia di questi strumenti nella riduzione del danno causato dal fumo di sigaretta. Ad esempio:

  • Il Public Health England (PHE) ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che è improbabile che le sigarette elettroniche abbiano più del 5% del rischio di sigarette di tabacco.
  • Il National Health Service (NHS) del Regno Unito ha di recente condotto un sondaggio in 200 scuole dell’Inghilterra dimostrando che i tassi di fumo dei giovani diminuiscono a un ritmo incoraggiante.
  • Negli Stati Uniti un’analisi di un ampio sondaggio sulla popolazione statunitense ha indicato che il sostanziale aumento dell’uso di sigarette elettroniche tra il 2010 e il 2015 è stato significativamente associato a un aumento della cessazione del fumo.
  • La Food and Drug Administration americana e l’Agenzia dei regolatori dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito (MHRA) raccomandano persino l’uso a lungo termine della nicotina sotto forma di alternative, se necessario, per mantenere la cessazione del fumo e prevenire le ricadute. 

Affrontare il problema del tabagismo con un approccio unilaterale, vietando l’utilizzo delle e-cig, sarebbe deleterio” – ha spiegato Polosa.

Attraverso una robusta valutazione dei dati del Ministero, il rapporto degli scienziati mira a fornire libero accesso alle informazioni per una più equilibrata alfabetizzazione della salute.

In un paese dove l’uso del tabacco uccide circa 1 milione di persone ogni anno e dove le sigarette vengono vendute liberamente nei negozi – ha concluso – diffondere alternative più sicure potrebbe aiutare a rafforzare le misure di controllo del tabacco. Spero che l’ICMR possa presto rivedere i contenuti del White Paper e di conseguenza cancellare la raccomandazione di mettere al bando le e-cig in India“.

È difficile capire perché il libro bianco dell’ICMR raccomanda un divieto assoluto di sigarette elettroniche per il “maggiore interesse di proteggere la salute pubblica“, mentre le sigarette convenzionali continuano a essere vendute liberamente.

Nuova Delhi ha l’opportunità di migliorare la salute pubblica integrando politiche di controllo del tabacco esistenti con la promozione di forme meno dannose di nicotina.

Negli USA 94 casi di malattia ai polmoni tra giovani svapatori. Per Polosa: “assenti dimostrazioni certe che colleghino questi casi alle e-cig”

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Secondo un comunicato dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ci potrebbero essere 94 casi di grave malattia polmonare collegati alle sigarette elettroniche segnalati negli Stati Uniti dal 28 giugno al 15 agosto 2019.

I casi hanno riguardato principalmente adolescenti e giovani adulti che “avevano fatto uso di e-cig” e sono stati riportati in 14 diversi Stati, ma ben 30 si sono verificati nel solo Wisconsin. I pazienti hanno manifestato tosse, respiro corto, affaticamento e, in alcuni casi, gravi difficoltà respiratorie che hanno richiesto la ventilazione.

Secondo i medici statunitensi:

  • Sono necessarie ulteriori informazioni per determinarne la causa delle malattie”
  • anche se “sappiamo che le sigarette elettroniche sono generalmente ritenute più sicure delle tradizionali”.

Il commento del prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR

<<L’uso di e-cig è stato recentemente collegato a diverse, troppe, malattie dell’apparato respiratorio tra cui polmonite lipoide, emorragia alveolare diffusa, polmonite da ipersensibilità  polmonite eosinofila, asma bronchiale, BPCO e persino cancro polmonare. Quello che però da medico mi chiedo è come possa un singolo fattore essere causa di condizioni respiratorie così diverse tra loro. Il conto non quadra. E non esiste alcuna dimostrazione del nesso di causalità e tantomeno della plausibilità biologica dei fenomeni riportati. Mi spiace dirlo, ma la credibilità medico-scientifica sembra aver raggiunto il suo minimo storico. Non mi sorprende che il rapporto di fiducia tra medicina e società si sia così tanto deteriorato.>>

Necessarie ricerche di buona qualità e innovazione

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Questo è il tempo della ricerca sulle sigarette elettroniche. Ogni giorno il numero di pubblicazioni scientifiche in tutto il mondo sembra proliferare e, sebbene punti di vista opposti sull’efficacia di questi prodotti continuino ad alimentare il dibattito scientifico, l’interesse su questi temi è più alto che mai e i prodotti senza senza combustione continuano ad essere scelti da milioni di persone.

Ricerche di buona qualità – ha detto il direttore del CoEHAR, Riccardo Polosa, commentando il suo recente editoriale sulla più prestigiosa rivista di Medicina Interna al mondo – saranno sempre più importanti per stabilire la tollerabilità, la sicurezza e l’efficacia. E l’innovazione tecnologica consentirà miglioramenti qualitativi rivoluzionari“.

Internal and Emergency Medicine” ha infatti di recente pubblicato una speciale collana editoriale, in collaborazione con SIMI – Società Italiana di Medicina Interna, dal titolo: “Health impact of electronic cigarettes and heated tobacco systems” dedicata appunto all’impatto sulla salute dell’uso dei prodotti senza combustione.

Lanciata lo scorso 14 agosto, la collana presenta un editoriale firmato dal prof. Riccardo Polosa (direttore del CoEHAR), dal prof. Kostantinos Farsalinos (membro del Comitato Scientifico di LIAF) e dal prof. Domenico Prisco, ordinario di Medicina Interna nell’Università di Firenze.

Tra i sette studi evidenziati nella collana, vi sono anche due studi condotti dai ricercatori greci che sottolineano la crescente evidenza che i prodotti da svapo possono aiutare a smettere o ridurre il numero di sigarette fumate e che la motivazione più importante sta proprio nella possibilità di usare le e-cig come prodotti di consumo, e non come medicine.

Anzi, i tratti tipicamente ricreativi di questi prodotti li rendono una scelta più semplice. Utilizzando le ecig per “smettere di fumare” si avvia un processo ricreativo con cui il fumatore può godere, sostituendo l’abitudine dannosa del fumo con quella benefica dello svapo, degli stessi stimoli o delle stesse sensazioni del fumo della bionda. E’ bene ricordare, inoltre, che le elettroniche non rappresentano più del 5% dei rischi derivati dal fumo di una convenzionale bionda.

Dal punto di vista qualitativo, la continua evoluzione dello strumento può consentire anche un maggior rilascio di nicotina, che ricordiamo non rappresenta un problema. Di recente, ad esempio, i sali di nicotina hanno ampliato le proprietà sensoriali e aumentato la soddisfazione dello svapatore nell’utilizzo del prodotto. E sebbene siano necessarie ulteriori evidenze scientifiche, è importante lavorare sempre di più sull’appeal dei prodotti a rischio ridotto.

L’editoriale pone attenzione anche su un altro tema importante che riguarda la riduzione del rischio di cancro al polmone grazie all’utilizzo di e-cig: “Assessing the lung cancer risk reduction potential of candidate modified risk tobacco products“.

L’interesse di tutta la comunità scientifica su questi temi lascia ben sperare che nei prossimi anni l’attenzione sulle possibilità offerte da questi strumenti sarà sempre più crescente” – ha detto Riccardo Polosa.

Non a caso, nel tentativo di colmare le tante lacuna di conoscenza, alcuni scienziati hanno recentemente progettato e lanciato un ambizioso studio clinico randomizzato, multicentrico e controllato.

La ricerca in evoluzione nel corso degli ultimi anni ha ulteriormente supportato il minor danno delle sigarette elettroniche rispetto al fumo, cosa che abbiamo notato nella nostra prima revisione sistematica della letteratura scientifica nel 2014. L’aggiunta dei prodotti a tabacco riscaldato nell’arsenale della riduzione del danno può aiutare ancora di più i fumatori che vogliono smettere. Ma la ricerca dovrebbe essere intensificata, in particolare per questi prodotti che sono stati commercializzati più di recente e mancano quindi del livello di prove disponibili per le sigarette elettroniche” così chiude Kostantinos Farsalinos.

English versione

Quando il commensale accanto fuma a cena

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Riceviamo spesso vari quesiti sulle norme antifumo in Italia. In molti ci chiedete come è possibile tutelarci dal fumo passivo tramite gli strumenti legislativi. A rispondere ad alcune delle vostre domande oggi è il prof. Venerando Rapisarda, membro del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania, ed esperto di ambiente e fumo.  

La domanda

Sono un non fumatore che detesta il fumo e si trova spesso a discutere con chi a ristorante, negli spazzi all’aperto, fuma tranquillamente rovinando il mio pasto. Siamo alla ricerca, con un gruppo di amici che la pensano come me, di capire se è permesso tale comportamento o se ho il diritto di chiedere di non fumare al mio vicino di tavolo, con riferimento ad eventuali normative da richiamare in caso di preteso rispetto del diritto“.

La risposta

Prof. Nando Rapisarda

Le principali norme che regolamentano il fumo negli ambienti outdoor sono:

  • D.Lgs. 104/2013: che regolamenta il fumo nei locali interni ed esterni degli istituti scolastici statali e paritari. Il decreto impone l’estensione del divieto di fumo, già previsto nei locali chiusi (Legge 3/03), alle aree all’aperto di pertinenza degli istituti scolastici statali e paritari. Inoltre, vieta (art. 4) l’utilizzo delle sigarette elettroniche nei locali chiusi delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, comprese le sezioni di scuole operanti presso le comunità di recupero e gli istituti penali per i minorenni, nonché presso i centri per l’impiego e i centri di formazione professionale;
  • D.Lgs. 6/16 che recepisce la Direttiva Europea 2014/40/UE. Tra le novità introdotte vi sono anche: il divieto di fumo in autoveicoli in presenza di minori e donne in gravidanza; il divieto di fumo nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pediatrici, nonché nelle pertinenze esterne dei singoli reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia. 
  • Inoltre, si ricorda l’obbligo di non fumare per motivi di sicurezza, laddove vi sono materiali infiammabili (es. distributori di carburante), ecc. Ma in questi casi è prevista un esplicita cartellonistica che ricorda l’obbligo di non fumare.
  • Per altre normative specifiche sarà necessario rifarsi ad eventuali specifici provvedimenti comunali o disposizioni, chiaramente indicate (es. cartellonistica), dai gestori di esercizi aperti al pubblico (es. ristorante).
  • In taluni casi, specie nei ristoranti, anche se si tratta di un ambiente outdoor, vengono identificate vere e proprie aree, attrezzate per il consumo di cibi, ad uso esclusivo dei fumatori.
  • Infine, vale la pena ricordare il senso civico che ciascun di noi deve avere nelle relazioni con gli altri e nella condivisione degli spazi comuni. 

Una nuova revisione suggerisce che l’uso delle sigarette elettroniche non solleva preoccupazioni significative sulla salute

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La mancanza di informazioni chiare sulle sigarette elettroniche potrebbe far aumentare il numero di morti per malattie fumo correlate.

12 agosto 2019 (Catania, Italia) – I fumatori devono aver fiducia che svapare con le sigarette elettroniche è meno dannoso ai polmoni del fumare sigarette secondo una nuova revisione della scienza attinente. Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista, Expert Review of Respiratory Medicine (Revisione di esperti della medicina respiratoria), afferma che ci sono prove crescenti che mostrano che le emissioni di aerosol delle sigarette elettroniche sono relativamente sicure rispetto al fumo di tabacco.

Condotto dal prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il Center of Excellence for the Acceleration of Harm Reduction (Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo) presso l’Università degli Studi di Catania, The effect of e-cigarette aerosol emissions on respiratory health: a narrative review(L’effetto delle emissioni di aerosol delle sigarette elettroniche sulla salute respiratoria: una revisione dei fatti) fornisce una valutazione critica della ricerca pubblicata sugli effetti delle sigarette elettroniche sul sistema respiratorio. 

Riccardo Polosa

Per i fumatori che vogliono fare qualcosa per la loro salute, la nostra revisione mostra che passare alla sigaretta elettronica è un’opzione molto buona se non vogliono o non possono smettere completamente. Nessuno può provare che le sigarette elettroniche siano sicure al 100%, ma tutta la scienza mostra che le sigarette elettroniche sono molto più sicure del fumo” – ha affermato il prof. Polosa. 

Polosa ha aggiunto anche: “Concordiamo con il Public Health England e il Royal College of Physicians of London che sia ragionevole procedere sulla base che le sigarette elettroniche siano almeno il 95% meno rischiose del fumo”.

I risultati indicano che la mancanza di un resoconto chiaro e accurato degli studi sperimentali ha condotto ad affermazione confuse sui rischi delle sigarette elettroniche per la salute respiratoria. 

I milioni di morti risultanti dal fumo delle sigarette illustrano una tragedia continua, immediata e prevedibile di cui si deve tener conto completamente in un’analisi razionale dei rischi – benefici” – ha spiegato lo scienziato catanese.

“A nostro parere ci sono prove raccolte crescenti che suggeriscono che sostituire le sigarette con le sigarette elettroniche è un metodo efficace per contenere l’uso di sigarette a base di tabacco. Sfortunatamente la comprensione dei consumatori dei rischi relativi è falsata e, negli ultimi anni, meno fumatori adulti hanno percepito le sigarette elettroniche come meno dannose delle sigarette a base di tabacco. Queste percezioni sbagliate hanno conseguenze reali e richiedono correzioni.” 

L’articolo scritto da Polosa e il suo gruppo di ricerca è il primo tentativo di correggere la maggior parte di queste percezioni sbagliate e di fornire una fonte autorevole quando si comunica al pubblico come migliorare la salute personale e pubblica dei fumatori. Gli ex fumatori che usano attualmente le sigarette elettroniche e i fumatori che intendono usare le sigarette elettroniche al posto del fumo hanno il diritto di conoscere le informazioni reali sui rischi e benefici potenziali di questi prodotti. Il miglioramento della comunicazione dei rischi legati al fumo può promuovere più cambiamenti positivi tra i fumatori che non vogliono smettere o non possono smettere ed eventualmente può ridurre o prevenire alcune delle morti per malattie respiratorie causate dal fumo di tabacco.

Gli autori della revisione hanno scoperto anche che i fumatori che hanno sostituito le bionde con le sigarette elettroniche hanno riscontrato miglioramenti nei sintomi da fumo (tosse, catarro) e hanno manifestato livelli più bassi di monossido di carbonio emesso. Questi risultati sono stati ancora più benefici per i fumatori che sono passati definitivamente alle sigarette elettroniche. 

Per i fumatori con malattie quali l’asma e la malattia polmonare ostruttiva cronica (COPD), l’uso delle elettroniche ha un effetto benefico sui sintomi, sebbene i dati aggiuntivi siano necessari per determinare l’effetto completo che le sigarette elettroniche possono avere sulla funzionalità polmonare. 

Donald Tashkin

Il prof. Donald Tashkin, pneumologo e professore presso la David Geffen School of Medicine alla University of California, spiega: “Produrre risultati accurati per determinare i rischi e i benefici dell’uso delle sigarette elettroniche richiede un miglioramento sostanziale dei piani di ricerca attuali. Ovviamente, solo gli eventuali studi ampi e a lungo termine degli svapatori che non hanno mai fumato possono fornire i dati definitivi per mostrare qualsiasi impatto potenziale che l’uso di prodotti da svapare può avere sulla salute a lungo termine.” 

Il prof. Polosa conclude: “Non basta sfiduciare la ricerca non istruttiva o anche fuorviante dovuta a problemi con la metodologia e l’interpretazione di questi studi. È urgente affrontare gli errori comuni e sviluppare raccomandazioni metodologiche robuste e realistiche in modo da valutare adeguatamente l’impatto dell’uso di sigarette elettroniche sulla salute umana in condizioni d’uso normali. L’adozione di metodi standardizzati può rendere possibile una migliore scienza per la riduzione del danno da tabacco.”

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