lunedì, Giugno 23, 2025
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Mark Slis, fumatore incallito salvato dallo svapo

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L’ondata di panico causata dalle morti sospette negli Stati Uniti ha generato una serie di provvedimenti a catena che interessano la compravendita dei comuni prodotti da svapo.

A seguito della denuncia dell’FDA, secondo la quale l’azienda JUUL ha violato le norme federali spacciando i propri prodotti come più sani rispetto alla sigaretta convenzionale, il Presidente Trump ha proposto un bando completo dei prodotti da svapo aromatizzati.

A questo proposito, si è riunita qualche giorno fa la commissione del Michigan per valutare un decreto che sanziona la vendita e il possesso di prodotti aromatizzati con una pena fino 6 mesi di reclusione.

In questa occasione è diventata virale la testimonianza di Mark Slis, scienziato e titolare di un negozio per prodotti da svapo.

La storia di Mark Slis, fumatore incallito salvato dallo svapo

Mark, 55 anni, fumatore incallito per 40, ha provato qualsiasi metodo immaginabile per smettere di fumare, sia negli Stati Uniti sia all’estero, ipnosi compresa. Quasi rassegnato, mentre passeggiava per le vie della sua città natale, si accorge di un nuovo negozio. Incuriosito, entra e 20 minuti dopo dichiara di “essere uscito da non fumatore”.

Un ragazzo di 19 anni con un diploma di licenza superiore è riuscito laddove nessuno ha avuto successo in 30 anni, ne il governo, ne gli organi di sanità pubblica ne la comunità medica, ovvero farmi smettere di fumare. Non è costato un centesimo ne allo stato ne al governo federale. È servita solo una spiegazione di un prodotto molto semplice ed ha funzionato”.

A distanza di un anno, acquista quello stesso negozio con l’idea di aiutare altre persone a smettere di fumare.

L’esperienza di Mark spicca sopratutto per i dati che porta a sostegno della sua tesi: secondo le sue stime, non considerando differenze di popolazione tra adulti e minorenni, sul totale di abitanti dello stato del Michigan, i suoi clienti, passati e presenti, sono il 2.7% del totale.

Secondo mark proprio la varietà di aromi sarebbe alla base del successo della sigaretta elettronica: senza, lo strumento perderebbe il suo appeal costringendo i fumatori abituali a ricadere nella dipendenza.

Dall’analisi caso per caso della situazione in USA sembra emergere chiaramente che le patologie emerse a danno del sistema respiratorio debbano essere ricondotte più probabilmente all’utilizzo di prodotti illegali contenenti estratti olii di THC o CBD.

In merito alla questione, il professor Riccardo Polosa non ha dubbi:

Come ho affermato in altre occasioni non c’e’ alcun motivo di preoccupazione per i milioni di svapatori che nei prodotti a rischio ridotto hanno invece trovato una via d’uscita dal fumo. L’ago non è la causa di una overdose, dunque non incolpiamo lo strumento per la malattia. Non si dovrebbero confondere i pericolosi prodotti da svapo contenenti marijuana e provenienti dal mercato illegale con le sigarette elettroniche a base di nicotina la cui compravendita in Europa è regolata dalla normativa vigente”.

La Notte dei Ricercatori anche per il CoEHAR

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Torna venerdì 27 settembre l’appuntamento annuale con la Notte Europea dei Ricercatori, la manifestazione promossa dalla Commissione Europea nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska–Curie volta ad avvicinare i cittadini di centinaia di città europee al vasto mondo della ricerca.

Motore della quattordicesima edizione della manifestazione saranno ancora una volta i “citizen scientist”, a sottolineare l’importanza della “scienza democratica” e del coinvolgimento dei cittadini stessi nella ricerca scientifica. 

La Notte Europea dei Ricercatori sarà l’evento centrale della Settimana della Scienza, in programma dal 21 al 28 settembre con un calendario ricco di iniziative di divulgazione scientifica per valorizzare il ruolo della ricerca e dei ricercatori nel dibattito sociale.

A Catania SHARPER è coordinato dai Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN in uno sforzo congiunto con l’Università degli Studi di Catania in collaborazione con tutte le principali istituzioni di ricerca della città e con le associazioni e realtà culturali del territorio.

Il 27 settembre 2019 il centro di Catania e i laboratori di ricerca della città, i luoghi storici e gli spazi di vita quotidiana torneranno ad ospitare laboratori, spettacoli, talk e attività pensate e realizzate per un pubblico di tutte le età.

Il CoEHAR sarà presente in Piazza Università, stand 17 dalle ore 18 con un talk su “Strategie per smettere di fumare” a cura del prof. Pasquale Caponnetto.

Il programma completo di tutti gli eventi che si svolgeranno a Catania  è scaricabile dal  sito: www.sharper-night.it/sharper-catania 

Le morti in America. L’analisi caso per caso

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In un articolo recentemente comparso su CEI, Competitor Enterprise Institute, si cerca di analizzare nel dettaglio l’epidemia collegata all’utilizzo della sigaretta elettronica. La necessità dei media di vendere una storia, le strategie di gruppi anti-prodotti da svapo e i comunicati di agenzia di salute pubblica hanno utilizzato il caos generato dalla situazione per giustificare iniziative che prevedono il bando di prodotti destinati al mercato della sigaretta elettronica. Entrando nel dettaglio però, si nota come non ci siano prove e dati inconfutabili che indichino i normali prodotti contenenti nicotina come responsabili di questo avvelenamento.

Secondo il dott. Konstantinos Farsalinos dobbiamo considerare che questa epidemia è ristretta sia geograficamente che temporalmente, ovvero riguarda una determinata area in un lasso di tempo piuttosto contenuto. Questi elementi di specificità fanno pensare più a una caso di avvelenamento che a una subitanea controindicazione nell’utilizzo della sigaretta elettronica, peraltro presente nel mercato in diverse modalità da più di una decina di anni.

Si deve quindi tenere in considerazione l’ipotesi che questi casi siano da ricollegare a un utilizzo improprio dello strumento piuttosto o a un consumo di liquidi illegali.

Analizzando la mappa fornita dal CDC si ricavano i seguenti dati:

  • ARKANSANS: 4 casi confermati e 4 da investigare
  • CALIFORNIA: 70 casi possibili 2 morti.
  • La prima morte riguarda un paziente di almeno 55 anni con problemi di salute cronici che aveva svapato prodotti a base di THC.
  • La seconda morte riguarda un soggetto che secondo indiscrezioni era stato ricoverato in precedenza per utilizzo di prodotti con THC
  • COLORADO: 2 casi confermati e 2 da investigare. Dei due casi confermati, in uno si ammetteva l’utilizzo di prodotti contenti THC
  • DELAWARE: 3 casi possibili
  • GEORGIA: 3 casi confermati e 10 sotto controllo. I 3 casi confermati riguardano persone con precedente uso di prodotti a base di THC
  • HAWAII:1 caso possibile
  • IDAHO: 4 casi possibili
  • ILLINOIS: 52 casi confermati e 12 da investigare. Alcuni di questi pazienti hanno dichiarato di aver acquistato e svapato prodotti acquistati illegalmente a base di THC.
  • INDIANA: 30 possibili casi e 1 decesso.
  • IOWA: 13 casi.
  • KENTUCKY: 5 casi da investigare
  • LOUISIANA: 13 casi.
  • MARYLAND: 15 casi. Alcuni di questi hanno utilizzato prodotti a base di THC. Alcuni di questi prodotti sono risultati positivi all’acetato di vitamina E, ma non si sa quanti e quali.
  • MICHIGAN: 6 casi. Alcuni confermati utilizzavano prodotti a base di THC
  • MINNESOTA: 33 casi confermati e 18 sotto investigazione. 1 morte di un individuo che ha messo di aver svapato prodotti illegali contenti THC. Tutti i casi riportati ammettono l’uso di sostanze illegali THC
  • NEBRASKA: 1 caso confermato 5 sotto controllo. Tutti i casi riguardano prodotti con THC.
  • NEVADA: 1 caso.
  • NEW JERSEY: 3 casi confermati e 19 sospetti. Molti di loro hanno utilizzato prodotti con THC
  • NEW MEXICO: 71 casi. Tutti i casi hanno utilizzato prodotti contenenti acetato di vitamina E.
  • NORTH CAROLINA: 5 casi. Tutti ammettono di aver svapato liquidi illegali contenti THC
  • NORTH DAKOTA: 1 caso
  • OHIIO: 3 casi confermati e 11 otto controllo. 
  • OREGON: 2 casi e 1 decesso. Il prodotto conteneva cannabis. Non son chiare le modalità di acquisto e se abbia svapato altri prodotti.
  • SOUTH CAROLINA: 3 casi confermati e 8 da investigare
  • SOUTH DAKOTA: 2 casi
  • TENNESSEE: 10 casi
  • TEXAS: 17 casi confermati e 12 sotto controllo. Il 90% ammette l’uso di prodotti contenenti THC
  • UTAH: 42 casi confermati e 14 da investigare. Quasi la totalità ammette l’uso e il consumo di prodotti illegali a base di THC
  • VERMONT: 1 caso
  • VIRGINIA: 8 casi 
  • WASHINGTON: 3 casi 
  • WEST VIRGINIA: 1 caso possibile
  • WISCONSIN: 34 casi confermati e 20 sotto controllo. Anche qui la quasi totalità ammette di aver svapato cannabis

Non facenti parte della mappa del CDC:

  • MASSACHUSETTS: 38 casi.
  • MISSOURI: 2 casi confermati e 7 tenuti sotto controllo.
  • PENNSYLVANIA:17 casi sospetti e 30 tenuti sotto controllo. Nessun dei casi riportati cita marijuana legale o per scopi medici, bensì riportano l’utilizzo di prodotti da svapo illegali a base THC
  • WYOMING: 1 caso

Dopo 38 anni di fumo diventa svapatore:”Pensavo a quanto mi sarebbe rimasto da vivere”

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450 casi di malattie polmonari e sei morti: si apre così il bilancio della settimana negli Stati Uniti, con Donald Trump sempre più intenzionato a ritirare dal commercio i prodotti aromatizzati per le sigarette elettroniche, seguendo l’esempio di città come San Francisco, dove la vendita è già stata vietata. E intanto sul The Times, ecco un articolo che riporta il commento del prof. Riccardo Polosa.

Anche in Europa cresce la tensione: è stata fortemente criticata la nota pubblicata da Public Health England che definiva le sigarette elettroniche 20 volte più sicure di quelle tradizionali.

Ed è in questo contesto che si inserisce la storia di Stephen Bleach, pubblicata sul Times: accanito fumatore di Marlboro rosse per 38 anni, grazie alla sigaretta elettronica ha migliorato il proprio stile di vita e le proprie condizioni di salute.

“Il tabacco mi faceva puzzare. Mi costringeva ad uscire dall’ufficio, rabbrividendo per il nevischio di febbraio. Mi ha invecchiato la pelle, rendendola piena di rughe e i miei denti sono diventati marroni. Mi faceva tossire e ansimavo ogni qualvolta accennavo una corsa. Mano a mano che gli anni passavano cominciavo a pensare a quanto mi restava da vivere”.

La storia di Stephen è simile a quella di molti altri fumatori nel mondo: è passato dalle gomme alla nicotina ai cerotti, senza risultato. Ha pensato di farsi le proprie sigarette, convincendosi che fossero meno cancerogene di quelle confezionate.

Nel 2017 compra la prima sigaretta elettronica non perché volesse provare un ultimo tentativo, ma solo perché sembrava “pulita e facile da usare”.  

“É stata una rivelazione. Mi forniva tutto quello di cui avevo bisogno senza la puzza e i danni da prodotti cancerogeni”.

Riguardo le morti sospette negli Stati Uniti, di cui ancora non si conosce il fattore comune, sempre ammesso che ci sia, il fatto di utilizzare prodotti con THC o acetato di vitamina E rende la situazione diversa rispetto a quella europea.

“A differenza dell’America, tutte le sigarette elettroniche prodotte da noi hanno standard di controllo e produzione molto severi, approvati dalla Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency”.

Intervenuto sulla questione, il prof. Riccardo Polosa del CoEHAR ha dichiarato “L’ago non è la causa di una overdose, dunque non incolpiamo lo strumento (la sigaretta elettronica, ndr) per la malattia. Non si dovrebbero confondere i pericolosi prodotti da svapo contenenti marijuana provenienti dal mercato illegale con le sigarette elettroniche a base di nicotina con licenza utilizzate per smettere di fumare da milioni di persone nel mondo”.

Secondo Clive Bates, ex direttore di ASH, Action on Smoking and HealthQueste morti sono da collegare a prodotti a base di marijuana illegali, ma vengono strumentalizzate per intensificare un panico morale già esistente. Il bando proposto da Trump significa semplicemente che meno persone passeranno dal tabacco alla sigaretta elettronica. Proteggerà il tabacco da un concorrente forte, portando a più fumatori e molte più morti. Non posso pensare a un modo di agire meno scientifico ed etico di questo”.

La questione rimane. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità parliamo di 8 milioni di morti fumo correlate all’anno.“Una volta disassociato dalla tossicità del fumo del tabacco, la nicotina non è più causa di gravi problematiche mediche” ha dichiarato Polosa “così contrastarne il consumo a vita diventa una posizione morale, non una scientifica.

Ecig – Il 23 e 24 Settembre a Catania riunione del Comitato Tecnico Europeo di Normazione

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I comuni prodotti da svapo utilizzati dai fumatori per smettere di fumare non hanno nulla a che vedere con i prodotti presenti sul mercato nero statunitense. E’ necessario ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, in Europa è già monitorato.

Proprio il 23 e 24 Settembre, per la prima volta a Catania, si riunirà la Commissione CEN/TC 437 (Electronic cigarettes and e-liquids) nata in seno alla Comitato Europeo di Normazione (CEN) che ha il compito di sviluppare standard tecnici di qualità e sicurezza per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche in Europa. Al centro del dibattito dei 50 esperti europei, tra cui i delegati di UNI Ente Italiano di Normazione, ci sarà anche la questione americana

Settembre il mese giusto per smettere

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Tutti i periodi dell’anno sono buoni per smettere di fumare ma il mese di settembre è ancora più propizio per cercare di raggiungere questo obiettivo. A spiegarci in perché nel video che oggi vi proponiamo è il Prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT Centro Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico “Vittorio Emanuele di Catania”.

Quali sono i periodi migliori per smettere di fumare è perché settembre è considerato il mese più vantaggioso?

Generalmente i periodi di relax sono quelli prediletti. La motivazione coincide spesso con un bisogno di cambiamento.

Dopo l’estate, ad esempio, inizia il cosiddetto periodo dei buoni propositi, si è più propensi ad intraprendere un percorso importante per la nostra vita sia fisicamente che psicologicamente.

Anche l’inizio di Gennaio è un momento altrettanto positivo per trovare la spinta in più e intraprendere un vero percorso di smoking cessation.

Quali sono gli strumenti più utilizzati per smettere di fumare e quali quelli meno dannosi?          

Tutti i trattamenti per smettere di fumare sono per definizione pro-salute, l’unico strumento che, con certezza, risulta essere dannosa è la sigaretta convenzionale. Secondo la nostra esperienza al Centro antifumo del Policlinico di Catania, la strada più efficace è l’utilizzo di prodotti alternativi abbinati ad una consulenza specifica in smoking cessation. La possibilità di essere seguiti in un percorso per uscire dal tabagismo rende più facile il raggiungimento dell’obiettivo di salute finale.

Come si fa ad accedere ai programmi del CoEHAR?                        

Basta telefonare di persona, e non su indicazioni di amici e parenti, al numero 095-3781537. La segreteria è attiva 24 ore su 24 e una volta registrati i dati i nostri ricercatori vi contatteranno.

Oltre le normali visite di routine, oggi è possibile anche partecipare a progetti di ricerca gratuiti condotti dal CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo. Far parte di questi programmi consente un approccio personalizzato e specifico per ogni tipologia di esigenza.

Come si fa a smettere di fumare?

Qualche mese fa da queste pagine abbiamo lanciato l’elenco dei 10 consigli utili a smettere di fumare.

Il primo resta di certo la volontà! La capacità di essere determinati a smettere. Poi sono necessari percorsi specializzati di counselling e infine la scelta di strumenti meno dannosi come le sigarette elettroniche. Tre strumenti che, se abbinati, rappresentano il trio perfetto per vincere.

USA: Arrestato il produttore di migliaia di liquidi illegali

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A man poses for a picture, as he vapes at home in Ciudad Juarez, Mexico January 28, 2019. Picture taken January 28, 2019. REUTERS/Jose Luis Gonzalez - RC1253AEC970

Produceva da 3000 a 5000 cartucce contraffatte contenenti oli di THC ogni giorno. E’ con questa accusa che nel Wisconsin è stato arrestato il ventenne Tyler Huffhines che secondo gli inquirenti aveva messo su, insieme a 10 persone, una vera e propria realtà tecnologica. Huffhines è stato arrestato con in tasca 500.000 dollari in contanti.

L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione della Drug Enforcement Administration e del Kenosha Drug Operations Group. Le indagini, come sappiamo, sono partire dopo l’allarme lanciato dalla Food and Drug Administration.

Non è ancora certo se l’operazione nel Wisconsin è collegata alle malattie ma il quantitativo ritrovato potrebbe essere un enorme indizio.

Proprio stamane il prof. Riccardo Polosa ha rilasciato ai media italiani una nota di commento sull’accaduto: “Finalmente siamo vicini ad una svolta! Speriamo che i media e le autorità di mezzo mondo ritrattino quanto di negativo e confusionario si è detto sulle sigarette elettroniche in queste settimane e che – soprattutto – si riesca quanto prima ad individuare e ritirare dal mercato tutti i pericolosissimi prodotti illegalmente commercializzati da questo irresponsabile. Come ho affermato in altre occasioni non c’e’ alcun motivo di preoccupazione per i milioni di svapatori che nei prodotti a rischio ridotto hanno invece trovato una via d’uscita dal fumo“.

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Proprio ieri, peraltro, lo scienziato catanese era intervenuto con un lancio di agenzia commentando così i titoli dei giornali:

Siamo alle prese con una vergognosa campagna di disinformazione dei fatti avvenuti e di demonizzazione dei tranquillissimi prodotti da svapo contenenti nicotina” ha detto il prof. Riccardo Polosa (direttore del CoEHAR).

Stiamo confondendo i fischi con i fiaschi! I comuni prodotti da svapo utilizzati dai fumatori per smettere non hanno nulla a che vedere con i prodotti presenti sul mercato nero statunitense e che stanno causando un serio problema di salute pubblica.

Come ho sostenuto più volte – ha spiegato il professore – è necessaria ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione di nuova tipologia a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, è già monitorato.

I casi di malattie respiratorie verificatisi negli Stati Uniti sono – come riportano diversi quotidiani americani – stati associati al consumo di liquidi THC o CBD contenenti estratti oleosi mai utilizzati prima. Le autorità sanitarie statunitensi hanno lanciato l’appello di non svapare prodotti non certificati o comprati illegalmente. E’ riduttivo – ha aggiunto Polosa – credere che il problema sia solo statunitense, queste situazioni possono accadere ovunque. Pertanto, nel tentativo di tutelare i consumatori italiani da queste eventualità è necessario costruire un proficuo rapporto di collaborazione tra enti regolatori, esperti della materia e produttori.

Evidenze scientifiche hanno dimostrato – ha continuato Polosa – che la combinazione di supporto psicologico e farmaci produce i migliori risultati in termini di disassuefazione dal fumo. Tuttavia, un recente studio randomizzato e controllato condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra ha dimostrato che il supporto psicologico abbinato all’uso di e-cig risulta addirittura più efficace rispetto all’assunzione dei tradizionali farmaci antifumo.

Forse scegliere solo di svapare per smettere di fumare potrebbe non portare a risultati miracolosi, ma comunque è la soluzione più pratica e veloce per ridurre i danni da fumo. Come affermato da Public Health England, la massima autorità in tema di salute pubblica in UK, le e-cig risultano essere almeno il 95% meno dannose delle bionde. E sulla questione nicotina, è bene ricordare che, una volta dissociata dalle tossine cancerogene presenti nel catrame da combustione del tabacco delle sigarette convenzionali, non è causa dei gravi e noti problemi medici associati al consumo di sigarette; pertanto a me sembra che il consumo di nicotina abbia opposizioni moralistiche piuttosto che scientifiche”.

Riguardo la notizia dei casi riscontrati dal CDC in USA di “gravi danni ai polmoni associati al fumo di sigarette elettroniche”, il Prof. Polosa conclude:

La mia opinione è che dobbiamo capire bene il fenomeno prima di puntare il dito contro i prodotti da svapo. Una semplice analisi mostra che tali strumenti contenenti nicotina non hanno mai mietuto nessuna vittima in questi ultimi 10 anni. Quello che sembra strano dai dati dei casi americani è l’insieme di patologie e sintomi correlati. Come può un solo prodotto, in questo caso la sigaretta elettronica, produrre una così larga varietà di patologie e sintomi? Dobbiamo provare il nesso di causalità e serve davvero un’indagine in merito.”

Per il professor Polosa, inoltre, si deve scongiurare il rischio che molti dei casi analizzati non siano correlati alla pratica della “miscela fai da te”, ovvero il tentativo di cerarsi autonomamente e senza controllo le sostanze da inalare. “I pazienti da noi studiati che hanno abbandonato l’utilizzo delle sigarette a favore di quelle elettroniche hanno dimostrato un miglioramento nelle condizioni respiratorie generali. Penso che nei casi sopracitati si sta parlando di sostanze non ufficiali o approvate che possono aver provocato i danni di cui si parla. Un singolo elemento non può indurre una così vasto numero di patologie”.

English version 

Sigarette elettroniche abbinate a supporto psicologico e comportamentale

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Un nuovo studio condotto in Nuova Zelanda e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet Respiratory Medicine dimostra ancora una volta l’efficacia dell’utilizzo combinato di cerotti con nicotina e sigarette elettroniche (con e senza nicotina) per aiutare i fumatori a smettere di fumare.

Questo trial è stato condotto utilizzando sigarette elettroniche di seconda generazione e liquidi da svapo scelti sulla base delle indicazioni dei produttori stessi. I partecipanti, fumatori motivati a smettere di fumare, sono stati divisi in maniera randomizzata in tre gruppi: a) utilizzo esclusivo di soli cerotti contenenti 21 mg di nicotina; b) utilizzo combinato di cerotto e sigarette elettroniche contenenti nicotina ed infine utilizzo di cerotti con sigarette elettroniche nicotine free. Sia partecipanti che ricercatori non conoscevano il livello di nicotina contenuto nei liquidi delle sigarette elettroniche e per tutti i tre gruppi valeva la regola dell’utilizzo di un solo cerotto giornaliero abbinato all’utilizzo a piacere della sigaretta elettronica solo nei due gruppi in cui era previsto.

I partecipanti hanno inoltre ricevuto supporto comportamentale specialistico per un periodo di 6 mesi.

Dai risultati ottenuti tra il marzo 2016 e il novembre 2017, si evince che il 50% dei partecipanti nel gruppo che ha utilizzato soli cerotti contenenti nicotina ha mancato il controllo finale, con percentuali che scendono al 32% e 33% per gli altri due gruppi, evidenziando cosi l’importanza di uno strumento atto a saturare la dipendenza gestuale come la sigaretta elettronica, con o senza nicotina, ed in grado di favorire l’aderenza alle visite, elemento cruciale per stabilire qualsiasi cambiamento di lifestyle.

Questa informazione ha grande importanza per i professionisti della salute che si occupano di dipendenze dove uno dei principali problemi è l’abbandono delle terapie e dei controlli” – ha spiegato il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.

I ricercatori della Nuova Zelanda hanno coinvolto e fornito aiuto e sostegno a più di 1000 fumatori di sigarette convenzionali dimostrando che a sei mesi dalla data concordata per smettere di fumare, la percentuale di astinenza dal fumo di sigarette era significativamente più alta nel gruppo che utilizzava la combinazione di cerotti e sigarette elettroniche. Inoltre, in quest’ultimo gruppo, il trial ha portato a una diminuzione del numero di sigarette fumate al giorno di oltre il 50%, proporzione nettamente maggiore che negli altri due gruppi, dove le percentuali si aggirano sul 20%.

L’implicazione clinica di questa scoperta – ha aggiunto Caponnetto – dovrebbe favorire l’introduzione definitiva della sigaretta elettronica, abbinata alle classiche terapie antifumo e al supporto comportamentale. Un trittico vincente nella sconfitta definitiva della dipendenza da fumo. A livello psicocomportamentale molti fumatori avvertono la mancanza della gestualità che nè i cerotti o gomme alla nicotina né il supporto comportamentale riescono a soddisfare”.

Entro i tre mesi dall’inizio dello studio neozelandese, solo il 50% dei partecipanti in tutti e tre i gruppi utilizzava ancora il cerotto, a differenza del 67% del totale che continuava ad utilizzare la sigaretta elettronica e al 56% utilizzante sigarette elettroniche prive di nicotina. Il tutto a rinforzare il fondamentale della sigaretta elettronica non solo quale strumento di cessazione ma anche di prevenzione delle ricadute.

Le percentuali sono ancora più interessanti se si considera un’analisi contestuale considerato che, all’inizio dello studio la Nuova Zelanda non aveva ancora approvato la vendita dei prodotti da svapo, costringendo pertanto i partecipanti ad utilizzare esclusivamente i prodotti forniti dai ricercatori e riducendo di molto la loro libertà nel reperire i liquidi desiderati.

Come dichiarato dal prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR: “L’utilizzo combinato di consulenza professionale e sigarette elettroniche produce ottimi risultati in termini di disassuefazione dal fumo. In questi giorni – ha concluso il direttore – abbiamo letto troppo spesso della mancanza di evidenze scientifiche sull’efficacia delle elettroniche, Bufale! ECLAT, che è il primo studio al mondo che ha affrontato questo campo di ricerca, ha confermato la bontà delle elettroniche per ridurre i danni da fumo già più di un decennio fa. Oggi, gli studi condotti in questo campo sono migliaia, pubblicati su riviste scientifiche di indiscutibile prestigio, condotti presso centri di ricerca indipendenti e di alto impatto scientifico e diversi aspetti sono stati ampiamente analizzati. L’unico passo in avanti che la ricerca deve fare è quello di seguire standard di riferimento condivisi da tutta la comunità scientifica e guidare la pratica clinica”. 

La FDA vieta l’utilizzo di oli con THC

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Comunicazione ufficiale della FDA americana

La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti rimane profondamente preoccupata per gli incidenti che hanno causato tre vittime in queste settimane. L’autorità sta lavorando a stretto contatto con i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), così come con le autorità sanitarie per indagare il più rapidamente possibile.

Mentre il lavoro dei funzionari sanitari federali e statali è in corso, la FDA sta fornendo ai consumatori alcune informazioni per proteggersi.

In particolare, molti dei campioni testati nell’ambito di questa indagine sono stati identificati come prodotti di svapo contenenti tetraidrocannabinolo (o THC, un componente psicoattivo della pianta di marijuana) e, inoltre, la maggior parte di quei campioni con THC testato conteneva anche quantità significative di acetato di vitamina E, una sostanza presente nei prodotti di consumo topici o negli integratori alimentari, ma i dati sono limitati sui suoi effetti dopo l’inalazione.

Sebbene la FDA non disponga di dati sufficienti per concludere che l’acetato di vitamina E è la causa della lesione polmonare di questi casi, l’agenzia ritiene che sia prudente evitare di inalare questa sostanza.

I consumatori sono invitati a evitare l’acquisto di prodotti da svapo per strada e ad astenersi dall’utilizzare olio di THC. E’ sconsigliata qualsiasi modifica o aggiunta di sostanze ai prodotti acquistati nei negozi.

Inoltre, si ricorda, che nessun giovane dovrebbe usare prodotti da svapo indipendentemente dalla sostanza.

Almeno uno dei decessi sembra essere correlato a prodotti illeciti di svapo di THC. In molti casi di malattia segnalati negli USA, i pazienti hanno riconosciuto l’uso recente di prodotti di svapo contenenti THC.

È importante notare che sono necessarie ulteriori informazioni per comprendere meglio se esiste una relazione tra prodotti o sostanze specifici e le malattie segnalate.

La FDA sta analizzando i campioni presentati da un certo numero di stati per la presenza di una vasta gamma di sostanze chimiche, tra cui nicotina, THC e altri cannabinoidi insieme a agenti di taglio / diluenti e altri additivi, pesticidi, oppioidi, veleni, metalli pesanti e tossine.

Nessuna sostanza è stata identificata in tutti i campioni testati.

È importante sottolineare che l’identificazione di eventuali composti presenti nei campioni sarà un pezzo del puzzle ma non risponderà completamente alle domande su ciò che sta causando queste malattie.

CDC e la FDA incoraggiano il pubblico a presentare alla FDA rapporti dettagliati di eventuali problemi imprevisti relativi alla salute o ai prodotti correlati al tabacco o alle sigarette elettroniche tramite il portale di segnalazione sulla sicurezza online.

Leggi la dichiarazione del prof. Riccardo Polosa

India: Riccardo Polosa sollecita il governo a riconsiderare il divieto sulle elettroniche

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New Delhi 27 Agosto 2019 – Dopo l’invito del Ministero della Salute indiano di bandire ogni forma di sigaretta elettronica in tutti gli stati, il prof. Riccardo Polosa è volato in queste ore a Nuova Delhi chiamato dalla Heart Care Foundation of India per un incontro con formale con il direttore generale della Indian Council Medical Research – ICMR.

Intervistato anche dalla televisione nazionale indiana, lo scienziato catanese sta sollecitando il Governo a riconsiderare la raccomandazione del divieto assoluto dei dispositivi a rischio ridotto proprio per il bene della salute pubblica nazionale.

Nella foto, con il prof. Riccardo Polosa, da sinistra, il prof. Ron Borland del Cancer Council Victoria, il prof. Bharat K. Bhargava direttore generale della Indian Council Medical Research ICMR e il prof. K K Aggarwal presidente della Heart Care Foundation of India

Lo scorso 12 Agosto, infatti, il direttore del CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania), insieme ad un nutrito gruppo di esperti del settore (oltre sessanta scienziati provenienti dal mondo accademico internazionale), ha inviato al direttore generale dell’ICMR (in foto) una lettera ufficiale contenente una valutazione acritica dei dati sull’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica pubblicati sul loro Libro Bianco sui sistemi di rilascio di nicotina, diffuso proprio negli scorsi mesi.

Scarica la lettera inviata al Governo indiano

Le prove raccolte su quel documento si basano su studi di scarsa qualità” – ha detto il prof. Polosa. 

Secondo gli esperti, il Libro Bianco indiano enuncia le preoccupazioni legate all’uso di e-cig e derivanti dai risultati di studi condotti senza seguire standard scientifici universalmente riconosciuti. Si sottolineano nel documento la poca conoscenza degli effetti negativi sulla salute, i rischi derivanti dallo svapo passivo, il rischio per i dual user, per l’utilizzo di e-cig tra i giovani e la mancanza di efficacia per far smettere definitivamente di fumare. 

Gli scienziati guidati dal prof. Polosa hanno invece ricordato ai membri del Ministero che studi autorevoli dimostrano l’efficacia di questi strumenti nella riduzione del danno causato dal fumo di sigaretta. Ad esempio:

  • Il Public Health England (PHE) ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che è improbabile che le sigarette elettroniche abbiano più del 5% del rischio di sigarette di tabacco.
  • Il National Health Service (NHS) del Regno Unito ha di recente condotto un sondaggio in 200 scuole dell’Inghilterra dimostrando che i tassi di fumo dei giovani diminuiscono a un ritmo incoraggiante.
  • Negli Stati Uniti un’analisi di un ampio sondaggio sulla popolazione statunitense ha indicato che il sostanziale aumento dell’uso di sigarette elettroniche tra il 2010 e il 2015 è stato significativamente associato a un aumento della cessazione del fumo.
  • La Food and Drug Administration americana e l’Agenzia dei regolatori dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito (MHRA) raccomandano persino l’uso a lungo termine della nicotina sotto forma di alternative, se necessario, per mantenere la cessazione del fumo e prevenire le ricadute. 

Affrontare il problema del tabagismo con un approccio unilaterale, vietando l’utilizzo delle e-cig, sarebbe deleterio” – ha spiegato Polosa.

Attraverso una robusta valutazione dei dati del Ministero, il rapporto degli scienziati mira a fornire libero accesso alle informazioni per una più equilibrata alfabetizzazione della salute.

In un paese dove l’uso del tabacco uccide circa 1 milione di persone ogni anno e dove le sigarette vengono vendute liberamente nei negozi – ha concluso – diffondere alternative più sicure potrebbe aiutare a rafforzare le misure di controllo del tabacco. Spero che l’ICMR possa presto rivedere i contenuti del White Paper e di conseguenza cancellare la raccomandazione di mettere al bando le e-cig in India“.

È difficile capire perché il libro bianco dell’ICMR raccomanda un divieto assoluto di sigarette elettroniche per il “maggiore interesse di proteggere la salute pubblica“, mentre le sigarette convenzionali continuano a essere vendute liberamente.

Nuova Delhi ha l’opportunità di migliorare la salute pubblica integrando politiche di controllo del tabacco esistenti con la promozione di forme meno dannose di nicotina.