Torna l’appuntamento “LIAF nelle scuole 2025”, un progetto portato avanti in collaborazione con il CoEHAR di Catania e dedicato alla promozione della cultura antifumo e della salute tra i giovani
L’edizione 2025 del progetto “LIAF nelle scuole” fa tappa al liceo artistico Statale “MM Lazzaro” di Catania. Il progetto annuale portato avanti da LIAF e nato in collaborazione con il CoEHAR ha come obiettivo principale quello di promuovere la cultura antifumo, e della salute a 360 gradi, tra i giovani studenti delle scuole italiane. Il progetto si articola in giornate dedicate all’interazione con i giovani adulti di domani, testando le loro conoscenze sul mondo del tabagismo e dei danni che il fumo di sigaretta provoca alla salute, attraverso test di approfondimento e dimostrazioni scientifiche svolte dagli esperti e dagli scienziati di LIAF e CoEHAR.
Come sempre, la giornata ha alimentato un dibattito vivace tra i ragazzi. Tra loro infatti è emerso interesse e partecipazione nei confronti dei temi affrontati. Nelle prossime settimane, i ragazzi sotto la supervisione dei propri insegnanti invieranno ai referenti di LIAF una serie di proposte comunicative e grafiche per veicolare una nuova campagna antifumo e antivaping dedicata ai giovani ma vista dai loro stessi occhi.
All’evento hanno partecipato come sempre: il prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR dell’Università di Catania; la dr.ssa Elena Granata, presidente della Lega Italiana Anti Fumo; il prof. Massimo Caruso, ricercatore di Biochimica del Dipartimento Biometec dell’Università di Catania; il dr. Giuseppe Carota, post-Doc presso Dipartimento Biometec università di Catania; la dr.ssa Eleonora Uccello, specializzando del dipartimento DISFOR e la dr.ssa Valeria Nicolosi.
Un’analisi condotta studiando i dati provenienti da un sondaggio statunitense, ha rivelato che tra i fumatori adulti americani che riportano una cessazione duratura a 6 mesi, il metodo più popolare utilizzato per smettere è rappresentato dai prodotti a base di nicotina, in primis le sigarette elettroniche.
Sono passati anni dall’avvento delle sigarette elettroniche nel mercato internazionale: i prodotti si sono evoluti, le preferenze dei consumatori affinate e l’interesse scientifico di ricercatori e scienziati nel campo della cessazione si è orientato verso l’analisi dei rischi e dei benefici associati all’uso dei prodotti a rischio modificato, valutandone l’utilizzo all’interno delle strategie di riduzione del danno, con obiettivo primario quello di ottenere una cessazione duratura dal fumo di sigaretta.
Strategie che ancora non godono di un consenso unanime e che, per questo, molto spesso, non vengono valutate come soluzioni alternative per coloro che hanno difficoltà a smettere di fumare utilizzando i metodi tradizionali.
Una battaglia ancora più evidente in suolo americano, dove l’FDA ha varato un percorso molto stringente per l’approvazione e l’introduzione nel mercato dei prodotti per lo svapo.
Ottenere dati di consumo reale sui fumatori che decidono di smettere e sulle loro preferenze, potrebbe fornire un’ulteriore chiave di lettura per un’apertura, anche parziale, verso i prodotti per lo svapo all’interno delle scelte sanitarie dei vari paesi.
Infatti, una recente analisi condotta sui dati estrapolati dal National Health Interview Survey (NHIS) del 2022, ha rivelato che tra i circa 2,9 milioni di adulti americani che riportano una cessazione costante a sei mesi, o oltre, lo strumento preferito utilizzato è rappresentato dai prodotti a base di nicotina, in primis le sigarette elettroniche.
Tra i i metodi più comunemente usati, vi sono infatti i prodotti a base di nicotina (53,9%, 1,5 milioni di adulti statunitensi), in particolare le sigarette elettroniche, usate da sole o in combinazione con altri metodi (40,8%, 1,2 milioni di adulti statunitensi). Fanalini di coda nelle preferenze degli americani come strategie di cessazione, le quit line, il counseling e altri interventi non a base di farmaci o nicotina (6,3%, 0,2 milioni di adulti statunitensi).
“Abbiamo utilizzato i dati del National Health Interview Survey (NHIS) del CDC, che ha indagato quali metodi avessero usato gli adulti americani che avevano smesso completamente di fumare (per almeno sei mesi) o che avevano provato a smettere nell’ultimo anno. Abbiamo scoperto che 2,9 milioni di adulti statunitensi hanno smesso di fumare nel 2022, e che i prodotti a base di nicotina, tra cui gomme, cerotti e soprattutto le sigarette elettroniche, sono stati di gran lunga i metodi più comunemente riportati per smettere di fumare tra quelli indagati dal NHIS; più della metà di coloro che hanno smesso completamente di fumare ha utilizzato prodotti a base di nicotina, e più di un quarto ha usato solo sigarette elettroniche senza altri metodi” spiega Floe Foxon, di Pinney Associates, tra i contributors dello studio.
“Questo si traduce in 1,5 milioni di adulti statunitensi che hanno smesso nel 2022 grazie ai prodotti a base di nicotina, e 0,7 milioni che hanno smesso grazie alle sigarette elettroniche. In confronto, i farmaci e i metodi che non prevedono sostegni farmacologici o a base di nicotina sono risultati essere molto meno popolari; circa l’8% di coloro che hanno smesso completamente di fumare ha usato metodi farmacologici, e circa il 6% ha utilizzato metodi non farmacologici e non a base di nicotina. Tuttavia, questi metodi sono stati di aiuto per un piccolo campione di adulti. Abbiamo anche riscontrato che, rispetto ai 13,1 milioni di adulti che hanno provato ma non sono riusciti a smettere, i 2,9 milioni che hanno smesso erano più giovani e avevano più probabilità di usare le sigarette elettroniche, sebbene queste associazioni possano essere mediate da altri fattori, come eventuali barriere che impediscono l’ accesso ai prodotti”.
Tuttavia, una parte significativa degli adulti cerca ancora di smettere senza alcun aiuto, una situazione che sottolinea la necessità di interventi mirati e la promozione di metodi basati su evidenze scientifiche.
Dott.ssa Foxon, i risultati suggeriscono che alcune popolazioni hanno maggiori difficoltà a smettere. Perché, secondo lei, le persone con meno stabilità emotiva trovano più difficile smettere di fumare?
Non sono una psicologa, ma ci sono alcune evidenze scientifiche che suggeriscono che alcune persone che fumano lo facciano come una sorta di “auto-medicazione”, utilizzando la nicotina per regolare deficit di attenzione e disfunzioni emotive (vedi, ad esempio, Gehricke et al. 2007 in N&TR). Per chiarire, non voglio dire che fumare sia sano: semplicemente, alcune persone che fumano percepiscono determinati benefici nel farlo, anche se questi benefici non sono mai maggiori dei rischi insiti nel fumo. Nel nostro studio, abbiamo rilevato che la prevalenza di sintomi depressivi di gravità nulla/minima era più alta tra la popolazione generale degli Stati Uniti rispetto agli adulti che hanno provato, senza riuscirci, a smettere. Ciò potrebbe significare che gli individui che soffrono di depressione e disturbi mentali trovino difficile smettere di fumare perché eliminare la nicotina significa privarsi di una sorta di sollievo mentale. I prodotti a base di nicotina a minor rischio potrebbero rivelarsi particolarmente efficaci in questa specifica popolazione. Ma sto solo speculando…
Secondo lei, come dovrebbero essere strutturati i centri o i servizi di cessazione per raggiungere efficacemente le popolazioni vulnerabili?
Mentre scrivo, il Centro per i Prodotti del Tabacco della Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha appena autorizzato la commercializzazione di 20 prodotti a base di nicotina, comprese le bustine aromatizzate, come “utili per la protezione della salute pubblica” (APPH). Questo si aggiunge ai 50 prodotti (sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e snus nei gusti tabacco e menta/mentolo) precedentemente autorizzati. Sulla base dei risultati del nostro studio, che rileva che i prodotti a rischio ridotto sono i più popolari per smettere di fumare, credo che gli sforzi di cessazione del fumo negli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi maggiormente sul passaggio a prodotti meno dannosi.
Pensa che i prezzi elevati delle sigarette possano fungere da deterrente? O sono necessarie ulteriori misure per aiutare le persone a smettere di fumare?
Esistono evidenze scientifiche che attestano come l’aumento del prezzo delle sigarette funzioni da barriera e impedisca l’accesso al fumo per alcune persone, in una determinata misura. Tuttavia (e non avevo apprezzato questa prospettiva finché non ho ascoltato il prof. Robert Beaglehole, presidente di Action on Smoking and Health [ASH] in Nuova Zelanda), queste tasse sono “regressive” per chi non smette, nel senso che gli adulti a basso reddito che fumano spenderanno una proporzione maggiore del loro reddito per sigarette tassate più alte rispetto agli adulti a reddito più elevato. Il risultato è che, mentre alcuni adulti smetteranno di fumare dopo un aumento del prezzo delle sigarette, altri che non possono o non vogliono smettere perderanno semplicemente più del loro reddito, il che potrebbe significare meno cibo sulla tavola per loro e per i loro figli, meno sicurezza finanziaria e, in generale, standard di vita più bassi.
Questo è qualcosa che mi preoccupa davvero: prezzi più alti andranno a discapito delle persone che fumano, che in generale già vivono con una qualità della vita inferiore, per qualcosa che non possono evitare, a causa della loro dipendenza dalle sigarette. In generale, non sono un sostenitore della mentalità “smetti o muori”. Credo che ci sia un argomento morale da fare: il rendere disponibili prima metodi alternativi per smettere di fumare (inclusi i prodotti a base di nicotina, i farmaci e i metodi non farmacologici) è un’ alternativa più etica rispetto al fare in modo che le persone che già lottano finanziariamente lottino ancora di più. Sappiamo che sigarette e sigarette elettroniche sono sostituti economici con elasticità incrociata dei prezzi, per cui un aumento del prezzo delle sigarette è associato a una maggiore domanda di sigarette elettroniche. Pertanto, l’effetto degli aumenti dei prezzi (ad esempio, tramite aumenti fiscali) sul tabacco combustibile può essere massimizzato rendendo disponibili come sostituti le sigarette elettroniche e altri prodotti meno dannosi.
Riparte il progetto LIAF nelle scuole 2025. Con l’inizio del nuovo anno, riparte il progetto di promozione della cultura antifumo nelle scuole promosso da Lega Italiana Anti Fumo con la collaborazione dei docenti e degli esperti del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania.
Da più di vent’anni ormai, la Lega Italiana Anti Fumo diffonde le informazioni sugli stili di vita sani e la tutela della salute tra i giovani di tutto il mondo. LIAF nelle scuole è il progetto partito nel 2020 grazie alla collaborazione di numerosi volontari ed esperti di politiche anti-tabagismo che organizza e promuove interventi di formazione nelle scuole tra giovani e operatori della formazione. Con un programma di interventi di carattere scientifico e formativo che si amplia e cambia di volta in volta, sulla base delle esigenze dei gruppi scolastici coinvolti, LIAF nelle scuole ha già incontrato più di 10 mila studenti in tutta Italia, coinvolgendo anche gruppi di giovani provenienti da paesi diversi per momenti di formazione e approfondimento sui temi legati alle abitudini tabetiche. Durante gli incontri di formazione, gli studenti vengono coinvolti in esperimenti di laboratorio, momenti di interazione e valutazione delle conoscenze relative alle politiche antifumo in Italia e nel mondo.
Il primo appuntamento di questo nuovo anno si terrà mercoledì 22 gennaio presso l’ISS G.B. Vaccarini di Catania. A presiedere l’incontro, fortemente voluto dalla dirigenza scolastica e dai responsabili di promozione della salute dell’Istituto, ci saranno ancora una volta gli esperti del CoEHAR e alcuni volontari della LIAF. Tra loro: il direttore del CoEHAR, prof. Giovanni Li Volti, il presidente LIAF, dr.ssa Elena Granata, i docenti dell’Università di Catania, prof. Massimo Caruso e prof. Pasquale Caponnetto, il dottorando del CoEHAR, dr. Giuseppe Carota e la studentessa vincitrice della borsa di studio del Tobacco Harm Reduction Scholarship Program, Chiara Giardina. A moderare l’incontro con un focus specifico sulla storia di LIAF nelle scuole, la dr.ssa Valeria Nicolosi, giornalista ed esperta di comunicazione sociale.
Ricordiamo che i responsabili di promozione della salute degli Istituti scolastici che intendono organizzare o promuovere interventi di formazione volti a dissuadere i giovani dall’intraprendere percorsi di tabagismo possono contattare direttamente la Lega Italiana Anti Fumo (inviando email a: [email protected]) o il CoEHAR (inviando email a [email protected]).
CoEHAR in Caritas e’ il progetto di donazione e assistenza che la società ECLATsrl (spin off dell’Università di Catania) in collaborazione con il CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’ateneo catanese) e l’associazione LIAF (Lega Italiana Anti Fumo) hanno avviato per sostenere la CaritasDiocesana di Catania aiutando le persone in difficoltà economiche e sociali anche a smettere di fumare.
Nell’ambito delle nostre attività progettuali e di studio sui soggetti fumatori affetti da particolari patologie e/o che non riescono a smettere di fumare da soli, abbiamo negli ultimi anni raggiunto risultati epocali in termini di cessazione delle abitudini da fumo da parte dei soggetti coinvolti e soprattutto in termini di riduzione del danno. Purtroppo, le ricerche epidemiologiche internazionali dimostrano che il fumo di sigaretta convenzionale è la principale causa delle disuguaglianze nella salute tra gli individui e anche la prima causa di morte tra le classi sociali più svantaggiate. Sebbene i costi economici necessari per sostenere l’abitudine al fumo siano sempre più alti, il fumo tradizionale oggi rappresenta una dipendenza patologica che caratterizza un status di disagio economico, un basso livello di istruzione e scarso accesso alle informazioni sanitarie.
Sulla base di questa premessa, CoEHAR, LIAF e ECLAT hanno avviato a sostegno di Caritas Catania un progetto di donazione, assistenza alla cessazione, informazione sanitaria, valutazione e monitoraggio rivolto a circa100 soggetti fumatoriin condizioni di disagio economico e/o socialeche non riescono a smettere di fumare da soli.
Nello specifico si tratta di:
Una donazione Caritas di un quantitativo pari a n.100 sigarette elettronichee n. 10.000 ricariche, necessarie al consumo di un mese circa per ciascun svapatore.
Attività di valutazione dello stato di salute dei pazienti effettuata grazie alla collaborazione dei volontari LIAF e degli specialisti del CoEHAR.
Attività di monitoraggio periodica (bi-settimanale e/o mensile) dello stato di salute dei fumatori che decidono di passare ai prodotti senza combustione.
Attività di formazione/informazione su pratiche di buona salute e stili di vita sani condotta dai volontari del CoEHAR.
I fumatori verranno accolti dai volontari LIAF per una prima valutazione dello stato di salute generale alla quale seguirà la donazione del dispositivo con relativa ricarica e il monitoraggio mensile dell’abitudine da fumo.
CoEHAR, nonostante la dimensione globale del suo lavoro di ricerca scientifica, continua a sostenere il territorio siciliano nella battaglia verso la tutela della salute e i diritti delle persone.
CoEHAR in Caritas è stato presentato venerdì 20 dicembre alle ore 18 presso la sede della Caritas Diocesana di Catania in via Acquicella, 104. Presenti il direttore di Caritas Catania, don Nuccio Puglisi; le autorità CoEHAR, il prof. Riccardo Polosa, il prof. Giovanni Li Volti ed il prof. Pasquale Caponnetto; i membri del CoEHAR; il presidente LIAF, Elena Granata, gli specialisti di Caritas, dr. Giovanni Mangano e tutti i volontari che in questi giorni di intensa attività hanno supportato e sostenuto i fumatori in difficoltà.
LIAF – Lega Italiana Anti Fumo, ECLAT (spin-off dell’Università di Catania) e CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania lanciano un concorso di idee per progetti innovativi, originali e pratici, basati sull’applicazione del principio di riduzione del danno da fumo.
Il concorso è aperto a studenti di Medicina e Chirurgia degli ultimi tre anni di corso, dottorandi e giovani laureati (entro tre anni dal conseguimento del titolo) provenienti dagli atenei italiani.
PREMESSA
La riduzione del danno è il principio cardine del nostro approccio scientifico. Utilizzare strumenti alternativi e meno dannosi rispetto al fumo convenzionale, come sigarette elettroniche, e prodotti a tabacco riscaldato, permette di mitigare i danni del tabagismo. Il CoEHAR si dedica a studiare i fattori che alimentano la dipendenza da fumo e a individuare soluzioni efficaci per la disassuefazione.
In medicina, la riduzione del rischio è già applicata in ambiti come alcolismo, oncologia e malattie infettive. Nel tabagismo, invece, fatica a essere accettata. Numerosi studi, molti dei quali condotti presso l’Università di Catania, dimostrano che prodotti che erogano nicotina senza il fumo da combustione possono migliorare la salute di soggetti con patologie fumo-correlate, come BPCO, problemi cardiovascolari e diabete.
“Si muore per il catrame, non per la nicotina“: questa, infatti, non causa cancro né danni polmonari, ma le sostanze generate dalla combustione sono altamente nocive. La riduzione del danno implica interventi per diminuire l’impatto del fumo sul sistema sanitario, garantendo sicurezza e dignità a tutti.
Ricerca, approccio clinico, educazione sanitaria e condivisione di buone pratiche sono strumenti essenziali per promuovere il principio di riduzione del danno da fumo.
COME PARTECIPARE
I partecipanti dovranno inviare un elaborato scritto contenente una proposta progettuale, articolata in più punti chiave, su come applicare al meglio in Italia il principio di riduzione del danno da fumo.
A titolo di esempio ecco una lista di temi trattabili:
Sviluppo di strategie ospedaliere per integrare strumenti di riduzione del danno nel trattamento dei pazienti fumatori.
Modelli di collaborazione interdisciplinare tra medici di base, specialisti e altri operatori sanitari per creare percorsi di cura personalizzati per fumatori.
Iniziative “social” per incentivare i giovani a smettere di fumare.
Forum per la diffusione di informazioni scientifiche corrette sulla riduzione del rischio.
Campagne di educazione sanitaria per informare la popolazione sui rischi del fumo e sui benefici della riduzione del danno.
Studio di interventi per specifiche patologie (es. BPCO, diabete, malattie cardiovascolari) con approcci di riduzione del danno.
Progettazione di strumenti digitali (app, chatbot) per aiutare i fumatori nella transizione verso alternative meno dannose.
Ricerca sull’impatto psicologico della riduzione del danno tra i fumatori e strategie di supporto psicologico mirate.
Organizzazione di workshop ed eventi dedicati ai fumatori per promuovere la conoscenza e l’adozione di strategie di riduzione del rischio.
Valutazione di impatto economico della riduzione del danno sul sistema sanitario nazionale.
Creazione di materiali didattici interattivi per scuole e università, volti a diffondere il principio della riduzione del danno.
Studio delle barriere culturali e sociali all’adozione della riduzione del danno nel tabagismo.
Gli elaborati, che dovranno essere inediti, personali e sviluppati espressamente per il concorso, dovranno rispettare i seguenti requisiti:
Gli elaborati saranno esaminati da una giuria composta da membri esperti provenienti da CoEHAR, LIAF ed ECLAT. La valutazione si baserà su tre criteri principali:
Originalità della proposta progettuale.
Applicabilità pratica delle soluzioni proposte.
Efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati.
I dieci migliori elaborati saranno selezionati per il loro potenziale innovativo e il loro contributo alla promozione del principio di riduzione del danno da fumo.
PREMI
Le 10 migliori proposte saranno pubblicate sui siti web dedicati alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo in Italia e nel mondo e sottoposte alla valutazione degli esperti del CoEHAR e dei loro collaboratori internazionali per una possibile applicazione concreta nel contesto di riferimento.
Per ogni progetto approvato per lo sviluppo successivo sarà offerto un premio di €1000.
Inoltre, i dieci vincitori riceveranno da LIAF una copia del nuovo Manuale di MEDICINA INTERNA: Metodologia, Semeiotica, Fisiopatologia, Clinica, Terapia Medica a cura del Prof. Ettore Bartoli, una guida pratica ed essenziale per l’esercizio della professione medica, del valore di €120.
MODALITÀ DI INVIO DELL’ELABORATO L’elaborato, in formato .doc, .dox o .pdf, dovrà essere inviato entro venerdì 14 febbraio all’indirizzo e-mail: [email protected].
Nel corpo dell’e-mail è necessario indicare:
Nome e cognome
Data di nascita
Indirizzo di residenza
Professione
Università di appartenenza o eventuale affiliazione
E-mail e recapito telefonico
Il trattamento, la diffusione e la comunicazione dei dati personali saranno effettuati nel rispetto della normativa vigente, in conformità al Regolamento UE 2016/679 (GDPR).
AVVISO 4 marzo 2025: NOMINATA LA COMMISSIONE LIAF, COEHAR E ECLAT CHE VALUTERA’ GLI ELABORATI RICEVUTI.
LA COMMISSIONE SI RIUNIRA’ MARTEDì 11 MARZO ALLE ORE 10.
Si comunica che sono pervenute n. 13 proposte progettuali da parte di studenti e ricercatori appartenenti a 5 diversi atenei italiani.
Per la Commissione Giudicatrice del Concorso di Idee su Medicina Interna sono stati nominati:
Presidente: Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR, Università di Catania
Elena Granata, presidente LIAF
Sergio Rassu, coordinatore scientifico del Manuale di Medicina Interna
Antonio Sebastiano Pacino, amministratore, ECLAT srl
Claudio Saitta, esperto di sistemi di IA, ECLAT srl
Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica, Università di Catania
Le decisioni della Commissione saranno comunicate ufficialmente ai partecipanti e agli organi competenti. La data e le modalità per la consegna dei premi saranno stabiliti in sede di valutazione e sarà inviata comunicazione a tutti i partecipanti.
AVVISO 17 MARZO 2025: PUBBLICATA LA GRADUATORIA FINALE
La Commissione di valutazione si è riunita in data 11 marzo 2025 alle ore 10.00 per valutare i 13 progetti pervenuti. Si riporta di seguito la graduatoria ottenuta dalla somma dei punteggi assegnati a ciascuna proposta, per ogni criterio stabilito nelconcorso di idee.
GRADUATORIA VINCITORI
Posizione
Partecipante
Progetto
Innovazione
applicabilità
Efficacia
Punteggio Totale
1°
Andrea Panvini (Università di Catania)
App Breath per percorsi di cessazione
15
15
17
47
2°
Alessandro Pecchi (Università di Modena)
La musica a sostegno della riduzione del danno
17
14
15
46
3°
Pierluca Macripò (Università di Modena)
App NoSmokeCoach con supporto psicologico e educazione sanitaria
14
15
16
45
4°
Francesco Gaetano Risicato (Università di Catania)
Universal Vape Monitoring System (UVMS)
17
13
15
45
5°
Domenico Impellizzeri (Università di Catania)
Percorso di smoking cessation con terapie psicologiche e farmaci
13
17
15
45
6°
Alessandra Bonfiglio (Università di Foggia)
Piattaforma digitale innovativa
15
15
14
44
7°
Francesco Moncada (Università di Catania)
Cerotto gengivale smart per la riduzione del danno
15
12
16
43
8°
Dario Carmelo Santapaola (Università di Catania)
App per smettere di fumare e crescita personale
15
13
15
43
9°
Tomaso Leonardo Porcheddu (Università di Sassari)
AID-T: Artificial Intelligence, Digital and Taxation
16
11
16
43
10°
Cristiana D’Aprile (Università di Foggia)
Comic for Health Interattivi
15
14
12
41
11°
Noemi Meli Bongiorno (Università di Foggia)
App “SmokOut” con applicativi di gamification
12
13
13
38
12°
Federica Maria Catalano (Università di Torino)
Progetto di prevenzione e analisi di contesto
11
9
14
34
13°
Pietro Serafini (Università di Modena)
Progetto per aumentare il prezzo delle sigarette e pubblicità via social
9
9
12
30
ESITO DELLA VALUTAZIONE
La Commissione ha deliberato di assegnare il primo premio del Concorso di Idee a: Andrea Panvini per il progetto “App Breath per percorsi di cessazione”. Motivazione: il progetto dello studente Andrea Panvini è quello che maggiormente raggiunge l’obiettivo del concorso tenendo conto del criterio di efficacia e innovazione. Punteggio totale. Al vincitore sarà assegnato un premio di €.1000 per lo sviluppo del progetto.
Tutti e 13 i partecipanti al concorso, per il potenziale innovativo ed efficace dei loro progetti, riceveranno in omaggio una copia del Manuale di Medicina Interna oggetto del concorso.
I dettagli per la consegna o la spedizione saranno concordati via email con i singoli partecipanti.
Tra i 10 migliori elaborati (come da classifica dal primo al decimo classificato) che verranno disseminati tramiti i siti web dedicati alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo, la commissione decide di assegnare tre premi per categoria:
MIGLIOR PROGETTO PER INNOVAZIONE: Alessandro Pecchi (Università di Modena) “La musica a sostegno della riduzione del danno”
MIGLIOR PROGETTO PER APPLICABILITA’: Domenico Impellizzeri (Università di Catania) “Percorso di smoking cessation con terapie e farmaci”
MIGLIOR PROGETTO PER EFFICACIA: Pierluca Macripò (Università di Modena) “App NoSmokeCoach con supporto psicologico e educazione sanitaria”
Per la cerimonia di premiazione si rimanda all’organizzazione dell’evento in data da definirsi.
Un’innovativa revisione condotta dal Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo (CoEHAR) dell’Università di Catania, ha analizzato gli studi e le prove in merito all’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare. Pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence, lo studio rappresenta una delle analisi più complete mai realizzate, sintetizzando i risultati di 16 revisioni sistematiche e includendo dati provenienti da 24 trial controllati randomizzati (RCT).
Le sigarette elettroniche si sono rivelate piè efficaci degli altri trattamenti utilizzati nei percorsi di cessazione in 8 delle 11 meta-analisi considerate.
Non è emersa alcun dato che indichi che le sigarette elettroniche siano meno efficaci rispetto agli altri trattamenti utilizzati da chi vuole smettere.
Sebbene i risultati sul confronto tra i dispositivi elettronici (ENDS) e le terapie sostitutive della nicotina tradizionali(NRT) siano contrastanti, i dati tendono a favorire i dispositivi elettronici in termini di efficacia.
Problemi relativi agli studi analizzati: deviazioni non dichiarate dai protocolli in quattro revisioni, assenza di protocolli pubblicati in due casi e discussioni non chiare in cinque revisioni con riferimenti selettivi ai risultati.
Catania, 4 dicembre 2024 – I metodi tradizionali per smettere di fumare, attualmente integrati nelle linee guida di salute pubblica in molti Paesi, non raggiungono tassi di cessazione soddisfacenti a livello di popolazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, il tasso medio di cessazione è del 7,5% a 12 mesi. Una recente analisi sugli interventi per smettere di fumare ha rilevato che il tasso di cessazione a 6 mesi per gli interventi più intensivi, che combinano supporto comportamentale e trattamenti farmacologici, è stato del 15,2%. Tuttavia, senza trattamento farmacologico, il tasso di successo scende all’8,6%. Le sigarette elettroniche offrono una soluzione alternativa per aiutare i fumatori a smettere. Ma i dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, se paragonati ad altri trattamenti o approcci per smettere di fumare, sono più o meno efficaci?
Una recente revisione condotta dal team di ricerca di In Silico, un progetto guidato dal CoEHAR dell’Università di Catania, ha rilevato che le sigarette elettroniche sono più efficaci rispetto ad altri trattamenti utilizzati per la cessazione dal fumo.
“I dati della nostra revisione possono favorire l’integrazione delle strategie di riduzione del danno nelle politiche di salute pubblica di molti Paesi“, spiega la Dott.ssa Renée O’Leary, prima autrice della revisione. “Tuttavia, la revisione evidenzia una lacuna critica nelle strategie di cessazione esistenti, con tassi di successo a lungo termine per le sigarette elettroniche ancora modesti, pari al 10%-12%, e con i dati sulle ricadute che non ancora sufficientemente studiati. Sono necessari nuovi trattamenti e approcci innovativi”.
Nonostante i risultati promettenti, lo studio sottolinea anche la necessità di una maggiore rigore scientifico nel settore. “La nostra analisi evidenzia gap significativi in molti studi. Una ricerca trasparente ed equilibrata è essenziale per costruire la fiducia in questi dispositivi e orientare positivamente le politiche di salute pubblica”.
“Questo studio fornisce prove solide a sostegno del potenziale dei dispositivi a rischio modificato come strumento efficace per smettere di fumare, ma richiama anche l’attenzione sulla necessità di linee guida cliniche più performanti e di un’ulteriore analisi dei risultati nel lungo periodo“, ha dichiarato il Prof. Riccardo Polosa, co-autore dello studio e fondatore di CoEHAR.
Mentre il dibattito sulle sigarette elettroniche continua a polarizzare la comunità della salute pubblica, questa revisione ne rafforza il ruolo come componente promettente di strategie strutturate e complesse per il controllo del tabacco.
Secondo i dati preliminari pubblicati dal team di ricerca del progetto VERITAS, chi fa uso esclusivo di sigarette elettroniche, senza una pregressa storia di tabagismo alle spalle, non riporta danni significativi ai polmoni e sintomi respiratori clinicamente rilevanti
Smettere di fumare deve rappresentare il gold standard per ogni fumatore: l’esposizione ai componenti tossici sprigionati dalla combustione è provato essere un fattore di rischio per patologie polmonari e cardiovascolari, nonché un’aggravante per altre condizioni, come il diabete o l’infertilità.
Eppure, molti continuano a sperimentare i prodotti del tabacco senza rendersi conto dei danni che questa scelta può comportare per la propria salute nel lungo periodo. L’avvento dei prodotti privi di combustione ha cambiato le carte in tavola, rendendo possibile approcciare questi strumenti senza aver mai provato altri prodotti del tabacco prima o preferendoli alle sigarette.
La tecnologia completamente diversa dei prodotti elettronici a rilascio di nicotina permette una ridotta esposizione a componenti dannosi per la salute: una riduzione attestata del rischio tra l’80% e il 90%. Nonostante questi dati, molte autorità di salute pubblica equiparano le sigarette elettroniche a quelle tradizionali, confondendo il consumatore che, nell’indecisione su quale prodotto utilizzare, continua con la categoria più dannosa.
Tra le obiezioni principali alle sigarette elettroniche, permane la mancanza di dati sui reali effetti per cuore e polmoni. Purtroppo, molti studi e trial randomizzati includono nel loro design di indagine soggetti che spesso presentano un pregressa storia di tabagismo alle spalle.
Come dividere e capire quale sia il danno provocato dalle sigarette tradizionali fumate prima e quale invece quello provocato dalle ecig?
Un quesito molto difficile, quasi impossibile da risolvere, a meno di non riuscire a studiare gli effetti del fumo elettronico su svapatori esclusivi, ovvero persone che non presentano un passato da fumatori incalliti.
Un obiettivo che si è posto il progetto veritas del CoEHAR, il primo studio al mondo condotto su una campione rilevante ad indagare gli effetti dell’uso esclusivo delle sigarette elettroniche tra svapatori senza una storia pregressa di fumo.
Pubblicato su Scientific Reports, lo studio ha valutato i sintomi respiratori e gli effetti sulla salute dei polmoni tra gli adulti che non sono mai stati fumatori abituali ma usano sigarette elettroniche, offrendo una rara panoramica degli effetti sulla salute dello svapo in questa specifica popolazione.
Guidato dai ricercatori del CoEHAR e dai suoi collaboratori nel mondo, lo studio ha confrontato i sintomi respiratori tra una coorte di utilizzatori di sigarette elettroniche e un gruppo di controllo che non aveva mai fumato sigarette convenzionali. I risultati indicano che chi non ha mai fumato ma utilizzato solo dispositivi elettronici non presenta sintomi respiratori clinicamente rilevanti.
Lo studio, inoltre, sottolinea l’importanza di distinguere tra risultati statistici e clinicamente significativi quando si valutano gli impatti sulla salute delle sigarette elettroniche.
“VERITAS getta le basi per una ricerca longitudinale per valutare ulteriormente gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche sulla salute respiratoria. Questi dati sono fondamentali per dare forma a politiche di salute pubblica basate su prove scientifiche, soprattutto mentre lavoriamo per differenziare gli effetti dello svapo da quelli del fumo tradizionale” – ha spiegato il prof. Riccardo Polosa, fondatore di CoEHAR.
“Ciò che rende unico il progetto VERITAS non è solamente la sua presenza capillare in sei aeree geograficamente diverse” spiega Jeffrey Zamora, primo autore dello studio “ ma la possibilità di avere dati sulle reali condizioni di utilizzo delle sigarette elettroniche, dalle tipologie maggiormente utilizzate (ricaricabili, usa e getta, con pod), alle preferenze legate agli ormi, sino alla distruzione tra gruppi soci culturali diversi”.
Risultati principali:
Il progetto VERITAS rappresenta il primo studio al mondo condotto su una campione rilevante ad indagare gli effetti dell’uso esclusivo delle sigarette elettroniche tra svapatori senza una storia pregressa di fumo.
Studio: I primi risultati sugli effetti respiratori delle e-cig su un campione di circa 750 partecipanti sono appena stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
Sintomi minimi: la maggior parte degli utilizzatori di sigarette elettroniche (83,3%) ha riferito di aver “raramente” o “mai” manifestato sintomi respiratori, come tosse o mancanza di respiro.
Impatto statistico vs. clinico: gli utilizzatori di sigarette elettroniche hanno ottenuto un punteggio medio leggermente più alto sulla Respiratory Symptom Evaluation Scale (RSES). Tuttavia, la differenza era ben al di sotto della soglia di rilevanza clinica.
Modelli di utilizzo: le sigarette elettroniche usa e getta sono stati i dispositivi più comunemente utilizzati tra i partecipanti, con i gusti alla frutta come scelta popolare.
Esclusione di fattori confondenti della storia del fumo: a differenza di studi precedenti, questa ricerca ha escluso i partecipanti con una storia di fumo consolidata, affrontando una limitazione importante nella comprensione degli effetti sulla salute di chi aveva già precedentemente fumato rispetto a chi ha solo svapato
In occasione della Giornata mondiale del diabete 2024, è importante porre l’accento sulla prevenzione e sulla correzione delle abitudini poco salutari, come il fumo di sigaretta, che incidono fortemente sul decorso patologico di patologie invalidanti, come il diabete.
Il diabete è una patologia che colpisce 537 milioni di adulti in tutto il mondo: in occasione della Giornata mondiale del diabete, è importante ricordare tutte quelle cattive abitudini, in particolare il fumo, che rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica e aggravano il quadro clinico dei pazienti.
Il tema di quest’anno enfatizza il benessere olistico del paziente, affrontando sia la salute fisica che quella mentale. In linea con questa missione, CoEHAR sta guidando lo studio DIASMOKE Free, un’iniziativa globale per supportare i pazienti diabetici nello smettere di fumare o nel ridurre i danni attraverso alternative senza fumo.
Proprio su questa linea di prevenzione, il CoEHAR da anni porta avanti il progetto DIASMOKE, una delle pietre miliari degli studi del CoEHAR che coinvolge Paesi diversi e ha lo scopo di aiutare i pazienti affetti da diabete a smettere di fumare o ridurre il danno fumo correlato passando a prodotti senza combustione.
Come dichiara la prof.ssa Lucia Frittitta, direttrice del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania, cui afferisce proprio il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo: “La diagnosi tempestiva e una gestione multidisciplinare del paziente sono necessari per ottenere il miglioramento della condizione patologica, anche alla luce delle possibili terapie oggi attuabili per ridurre il danno e fornire una maggiore protezione del paziente affetto da diabete. Stiamo esplorando attivamente varie strategie per ridurre i danni per i pazienti diabetici derivanti da scelte di vita non sane”.
CoEHAR è pienamente impegnato in questi obiettivi.
“Oggi, ci uniamo a milioni di persone in tutto il mondo per celebrare la Giornata mondiale del diabete, un’importante opportunità per aumentare la consapevolezza sul diabete, una condizione che colpisce oltre 537 milioni di adulti in tutto il mondo. Mentre riflettiamo sul tema di quest’anno, sottolineiamo il valore della diagnosi precoce, dell’istruzione continua e del supporto accessibile per le persone con diabete. Ciò è in linea con il nostro studio in corso DIASMOKE FREE, in cui stiamo studiando l’impatto della cessazione del fumo e della riduzione del danno da tabacco sulla gestione del diabete e sui risultati generali sulla salute – spiega il Prof. Riccardo Polosa, fondatore di CoEHAR – Lo studio sottolinea il nostro impegno nell’aiutare le persone a fare cambiamenti di stile di vita informati che possono migliorare profondamente il controllo del diabete e la qualità della vita.“
La ricerca indica che smettere di fumare porta a risultati migliorati come una migliore perfusione degli arti, un aumento dei tassi di sopravvivenza senza amputazione e un miglioramento della funzione erettile. Lo studio Diasmoke che il CoEHAR porta avanti insieme al gruppo di ricerca che coinvolge anche la Polonia fornisce prove in merito alla cessazione da fumo sul decorso delle complicazioni relative al diabete.
“Le attuali linee guida per la cessazione del fumo spesso trascurano le sfide uniche che i fumatori affrontano – afferma il prof. Edward Franek del Centro di Ricerca Clinica dell’Accademia di Scienze di Varsavia – Molti pazienti, nonostante comprendano il grave impatto del fumo, hanno difficoltà a smettere a causa della persistenza dell’abitudine. Per affrontare questo problema, i nuovi sistemi elettronici di erogazione della nicotina, che possono ridurre il danno di oltre il 95%, offrono una soluzione pratica e mitigano le comorbilità associate a gravi malattie. Con lo studio DIASMOKE Free stiamo sperimentando un approccio alternativo, con risultati nella vita reale, che supporta coloro che hanno difficoltà a smettere da soli.”.
In vigore da ieri in Inghilterra la nuova proposta di legge sul piano di lotta al fumo del governo inglese. Si chiama Tobacco and Vapes Bill e riguarda una serie di restrizioni per la lotta al fumo ed il contrasto al vaping tra i minori. Il prof. Riccardo Polosa, fondatore CoEHAR, il primo Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, commenta così:
“Il Regno Unito ha una lunga storia nella lotta al tabagismo, rappresentando un modello virtuoso per governi e organizzazioni di salute pubblica a livello globale. Già agli albori della diffusione delle sigarette elettroniche come supporto per smettere di fumare, il governo britannico si era distinto attraverso provvedimenti innovativi, integrando questi dispositivi senza combustione nei percorsi di cessazione.
Il recente aggiornamento normativo per la tutela dei fumatori prosegue in questa direzione, basandosi su evidenze scientifiche. Come indicato nel comunicato del Ministero della Salute Pubblica britannico: “se sei un fumatore e vuoi smettere di fumare tabacco, svapare può essere un modo utile per raggiungere il tuo obiettivo”. Tuttavia, pur essendo tra l’80% e il 90% meno dannosi rispetto alle sigarette convenzionali, alcuni di questi prodotti hanno iniziato a diffondersi tra i minori, rendendo necessario un intervento di contrasto allo svapo giovanile, al pari del fumo e di altre dipendenze.
Le nuove normative introdurranno in Regno Unito una serie di restrizioni per i rivenditori, limitando la vendita incontrollata delle e-cig ai minori. Con l’innalzamento dell’età minima di acquisto dei prodotti del tabacco e un adeguato finanziamento dei servizi di cessazione, il governo mira a costruire un futuro più sano, prevenendo il cancro e proteggendo i giovanissimi da nuove forme di dipendenza. Il tutto senza demonizzare un prodotto che ha aiutato milioni di fumatori a smettere.
A questo proposito, va sottolineato che la grande diffusione degli aromi non ha mai rappresentato un pericolo per i consumatori di sigarette elettroniche. Anzi vale il contrario. Diversi studi, tra cui quelli del CoEHAR dell’Università di Catania, evidenziano che l’aggiunta di aromi consente ai fumatori adulti di personalizzare il proprio percorso di disuassefazione, aumentando le possibilità di successo nel raggiungere l’obiettivo di smettere di fumare. Di conseguenza, il previsto divieto delle e-cig monouso a partire dal 2025 merita una rivalutazione basata su evidenze scientifiche più approfondite riguardo ai potenziali rischi legati a questa specifica tipologia di prodotto”
Dal 28 al 31 ottobre, il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania (DISFOR) ospita i lavori dell’Annual Meeting on Addiction, la conferenza internazionale dedicata alle dipendenze
Catania, 22 Ottobre 2024 – I massimi esperti mondiali nel campo delle dipendenze patologiche e della ricerca sulle terapie più efficaci, si riuniranno a Catania dal 28 al 31 ottobre per partecipare all’Annual Meeting on Addiction, la conferenza internazionale dedicata alle novità nel campo del trattamento delle dipendenze.
Per la prima volta in assoluto, il meeting sarà organizzato fuori dagli Stati Uniti: grazie all’impegno dei docenti dell’Università di Catania afferenti al Dipartimento di Scienze della Formazione (DISFOR), il prof. Pasquale Caponnetto e la prof.ssa Maria Quattropani, Catania diventerà il palcoscenico internazionale della ricerca applicata alle dipendenze patologiche e ai trattamenti integrati psicologico-clinici per sconfiggerle.
Focus di quest’anno è “Health Empowerment by Harm Reduction”: il dibattito si orienterà quindi sulle possibilità rappresentate dalle strategie di riduzione del danno nel perseguire un benessere psicologico e fisico duraturo e costante.
“Siamo orgogliosi di aver portato per la prima volta in Italia il prestigioso congresso mondiale e ospitare così i lavori della conferenza presso il nostro Ateneo” racconta il prof. Pasquale Caponnetto. “Il meeting rappresenta un importante momento di incontro e condivisione, che ci permetterà di valutare i trattamenti più innovativi nel campo delle dipendenze. Si tratta di una grande opportunità per l’ateneo catanese di condividere i risultati della ricerca clinica con un network internazionale di grande prestigio scientifico”.
L’evento, organizzato dalla Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica del DISFOR dell’Università di Catania, in collaborazione con il COEHAR e con la Lega Italiana Anti Fumo, vedrà la partecipazione di ricercatori, psicologi, medici e studenti di tutto il territorio impegnati in interventi scientifici sul tema delle dipendenze patologiche, della psicologia clinica, della riduzione del danno. I relatori che parteciperanno all’evento provengono dai centri di ricerca di alcune tra le più prestigiose università americane, centri di riferimento per lo studio delle dipendenze, tra cui il Moffitt Cancer Center, dell’Università di Pittsburgh, del Dartmouth College e della George Washington University.
A fare da cornice all’evento, alcune delle location più belle della città etnea, tra cui Palazzo Ingrassia, il Monastero dei Benedettini e il complesso “Le Verginelle”. Non mancheranno peraltro eventi collegati e attività sociali per conoscere al meglio la città etnea e le sue meraviglie.
Infine, nell’ambito dei lavori dell’Annual Meeting on Addiction, mercoledì 30 ottobre si terrà a Catania anche la Conferenza nazionale del CoEHAR promossa, come ogni anno, per diffondere e promuovere le novità in ambito scientifico della ricerca sulla riduzione del danno da fumo. A coordinare i lavori della conferenza ci saranno come sempre, il prof. Giovanni Li volti e il prof. Riccardo Polosa, rispettivamente direttore e fondatore del CoEHAR.
Il 29 ed il 30 ottobre, le due giornate di formazione saranno aperte anche al pubblico di medici, psicologi, studenti ed esperti del settore.