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CoEHAR in Caritas: presentato venerdì 20 dicembre a Catania

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CoEHAR in Caritas e’ il progetto di donazione e assistenza che la società ECLATsrl (spin off dell’Università di Catania) in collaborazione con il CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’ateneo catanese) e l’associazione LIAF (Lega Italiana Anti Fumo) hanno avviato per sostenere la Caritas Diocesana di Catania aiutando le persone in difficoltà economiche e sociali anche a smettere di fumare. 

Nell’ambito delle nostre attività progettuali e di studio sui soggetti fumatori affetti da particolari patologie e/o che non riescono a smettere di fumare da soli, abbiamo negli ultimi anni raggiunto risultati epocali in termini di cessazione delle abitudini da fumo da parte dei soggetti coinvolti e soprattutto in termini di riduzione del danno. Purtroppo, le ricerche epidemiologiche internazionali dimostrano che il fumo di sigaretta convenzionale è la principale causa delle disuguaglianze nella salute tra gli individui e anche la prima causa di morte tra le classi sociali più svantaggiateSebbene i costi economici necessari per sostenere l’abitudine al fumo siano sempre più alti, il fumo tradizionale oggi rappresenta una dipendenza patologica che caratterizza un status di disagio economico, un basso livello di istruzione e scarso accesso alle informazioni sanitarie.

Sulla base di questa premessa, CoEHAR, LIAF e ECLAT hanno avviato a sostegno di Caritas Catania un progetto di donazione, assistenza alla cessazione, informazione sanitaria, valutazione e monitoraggio rivolto a circa 100 soggetti fumatori in condizioni di disagio economico e/o sociale che non riescono a smettere di fumare da soli

Nello specifico si tratta di:

  • Una donazione Caritas di un quantitativo pari a n.100 sigarette elettronichee n. 10.000 ricariche, necessarie al consumo di un mese circa per ciascun svapatore. 
  • Attività di valutazione dello stato di salute dei pazienti effettuata grazie alla collaborazione dei volontari LIAF e degli specialisti del CoEHAR. 
  • Attività di monitoraggio periodica (bi-settimanale e/o mensile) dello stato di salute dei fumatori che decidono di passare ai prodotti senza combustione. 
  • Attività di formazione/informazione su pratiche di buona salute e stili di vita sani condotta dai volontari del CoEHAR. 

I fumatori verranno accolti dai volontari LIAF per una prima valutazione dello stato di salute generale alla quale seguirà la donazione del dispositivo con relativa ricarica e il monitoraggio mensile dell’abitudine da fumo. 

CoEHAR, nonostante la dimensione globale del suo lavoro di ricerca scientifica, continua a sostenere il territorio siciliano nella battaglia verso la tutela della salute e i diritti delle persone. 

CoEHAR in Caritas è stato presentato venerdì 20 dicembre alle ore 18 presso la sede della Caritas Diocesana di Catania in via Acquicella, 104. Presenti il direttore di Caritas Catania, don Nuccio Puglisi; le autorità CoEHAR, il prof. Riccardo Polosa, il prof. Giovanni Li Volti ed il prof. Pasquale Caponnetto; i membri del CoEHAR; il presidente LIAF, Elena Granata, gli specialisti di Caritas, dr. Giovanni Mangano e tutti i volontari che in questi giorni di intensa attività hanno supportato e sostenuto i fumatori in difficoltà.

Concorso di idee per studenti di Medicina su riduzione del danno da fumo (GRADUATORIA)

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LIAF – Lega Italiana Anti Fumo, ECLAT (spin-off dell’Università di Catania) e CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania lanciano un concorso di idee per progetti innovativi, originali e pratici, basati sull’applicazione del principio di riduzione del danno da fumo.

Il concorso è aperto a studenti di Medicina e Chirurgia degli ultimi tre anni di corso, dottorandi e giovani laureati (entro tre anni dal conseguimento del titolo) provenienti dagli atenei italiani.

PREMESSA

La riduzione del danno è il principio cardine del nostro approccio scientifico. Utilizzare strumenti alternativi e meno dannosi rispetto al fumo convenzionale, come sigarette elettroniche, e prodotti a tabacco riscaldato, permette di mitigare i danni del tabagismo. Il CoEHAR si dedica a studiare i fattori che alimentano la dipendenza da fumo e a individuare soluzioni efficaci per la disassuefazione.

In medicina, la riduzione del rischio è già applicata in ambiti come alcolismo, oncologia e malattie infettive. Nel tabagismo, invece, fatica a essere accettata. Numerosi studi, molti dei quali condotti presso l’Università di Catania, dimostrano che prodotti che erogano nicotina senza il fumo da combustione possono migliorare la salute di soggetti con patologie fumo-correlate, come BPCO, problemi cardiovascolari e diabete.

Si muore per il catrame, non per la nicotina“: questa, infatti, non causa cancro né danni polmonari, ma le sostanze generate dalla combustione sono altamente nocive. La riduzione del danno implica interventi per diminuire l’impatto del fumo sul sistema sanitario, garantendo sicurezza e dignità a tutti.

Ricerca, approccio clinico, educazione sanitaria e condivisione di buone pratiche sono strumenti essenziali per promuovere il principio di riduzione del danno da fumo.

COME PARTECIPARE

I partecipanti dovranno inviare un elaborato scritto contenente una proposta progettuale, articolata in più punti chiave, su come applicare al meglio in Italia il principio di riduzione del danno da fumo.

A titolo di esempio ecco una lista di temi trattabili:

  1. Sviluppo di strategie ospedaliere per integrare strumenti di riduzione del danno nel trattamento dei pazienti fumatori.
  2. Modelli di collaborazione interdisciplinare tra medici di base, specialisti e altri operatori sanitari per creare percorsi di cura personalizzati per fumatori.
  3. Iniziative “social” per incentivare i giovani a smettere di fumare.
  4. Forum per la diffusione di informazioni scientifiche corrette sulla riduzione del rischio.
  5. Campagne di educazione sanitaria per informare la popolazione sui rischi del fumo e sui benefici della riduzione del danno.
  6. Studio di interventi per specifiche patologie (es. BPCO, diabete, malattie cardiovascolari) con approcci di riduzione del danno.
  7. Progettazione di strumenti digitali (app, chatbot) per aiutare i fumatori nella transizione verso alternative meno dannose.
  8. Ricerca sull’impatto psicologico della riduzione del danno tra i fumatori e strategie di supporto psicologico mirate.
  9. Organizzazione di workshop ed eventi dedicati ai fumatori per promuovere la conoscenza e l’adozione di strategie di riduzione del rischio.
  10. Valutazione di impatto economico della riduzione del danno sul sistema sanitario nazionale.
  11. Creazione di materiali didattici interattivi per scuole e università, volti a diffondere il principio della riduzione del danno.
  12. Studio delle barriere culturali e sociali all’adozione della riduzione del danno nel tabagismo.

Gli elaborati, che dovranno essere inediti, personali e sviluppati espressamente per il concorso, dovranno rispettare i seguenti requisiti:

  • Formati accettati: .doc, .dox, .pdf.
  • Lunghezza massima: 3 pagine, inclusi grafici e/o tabelle.
  • Carattere: “Times”, dimensione 12.

VALUTAZIONE

Gli elaborati saranno esaminati da una giuria composta da membri esperti provenienti da CoEHAR, LIAF ed ECLAT. La valutazione si baserà su tre criteri principali:

  • Originalità della proposta progettuale.
  • Applicabilità pratica delle soluzioni proposte.
  • Efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

I dieci migliori elaborati saranno selezionati per il loro potenziale innovativo e il loro contributo alla promozione del principio di riduzione del danno da fumo.

PREMI

  • Le 10 migliori proposte saranno pubblicate sui siti web dedicati alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo in Italia e nel mondo e sottoposte alla valutazione degli esperti del CoEHAR e dei loro collaboratori internazionali per una possibile applicazione concreta nel contesto di riferimento.
  • Per ogni progetto approvato per lo sviluppo successivo sarà offerto un premio di €1000.
  • Inoltre, i dieci vincitori riceveranno da LIAF una copia del nuovo Manuale di MEDICINA INTERNA: Metodologia, Semeiotica, Fisiopatologia, Clinica, Terapia Medica a cura del Prof. Ettore Bartoli, una guida pratica ed essenziale per l’esercizio della professione medica, del valore di €120.

MODALITÀ DI INVIO DELL’ELABORATO
L’elaborato, in formato .doc, .dox o .pdf, dovrà essere inviato entro venerdì 14 febbraio all’indirizzo e-mail: [email protected].

Nel corpo dell’e-mail è necessario indicare:

  • Nome e cognome
  • Data di nascita
  • Indirizzo di residenza
  • Professione
  • Università di appartenenza o eventuale affiliazione
  • E-mail e recapito telefonico

Il trattamento, la diffusione e la comunicazione dei dati personali saranno effettuati nel rispetto della normativa vigente, in conformità al Regolamento UE 2016/679 (GDPR).

AVVISO 4 marzo 2025: NOMINATA LA COMMISSIONE LIAF, COEHAR E ECLAT CHE VALUTERA’ GLI ELABORATI RICEVUTI.

LA COMMISSIONE SI RIUNIRA’ MARTEDì 11 MARZO ALLE ORE 10.

Si comunica che sono pervenute n. 13 proposte progettuali da parte di studenti e ricercatori appartenenti a 5 diversi atenei italiani.

Per la Commissione Giudicatrice del Concorso di Idee su Medicina Interna sono stati nominati:

  • Presidente: Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR, Università di Catania  
  • Elena Granata, presidente LIAF 
  • Sergio Rassu, coordinatore scientifico del Manuale di Medicina Interna
  • Antonio Sebastiano Pacino, amministratore, ECLAT srl 
  • Claudio Saitta, esperto di sistemi di IA, ECLAT srl 
  • Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica, Università di Catania
  • Stefano Caliciuri, direttore SigMagazine 
  • Segreteria: Valeria Nicolosi, responsabile comunicazione CoEHAR 

Le decisioni della Commissione saranno comunicate ufficialmente ai partecipanti e agli organi competenti. La data e le modalità per la consegna dei premi saranno stabiliti in sede di valutazione e sarà inviata comunicazione a tutti i partecipanti.

AVVISO 17 MARZO 2025: PUBBLICATA LA GRADUATORIA FINALE

La Commissione di valutazione si è riunita in data 11 marzo 2025 alle ore 10.00 per valutare i 13 progetti pervenuti. Si riporta di seguito la graduatoria ottenuta dalla somma dei punteggi assegnati a ciascuna proposta, per ogni criterio stabilito nelconcorso di idee.

GRADUATORIA VINCITORI

PosizionePartecipanteProgettoInnovazioneapplicabilitàEfficaciaPunteggio Totale
Andrea Panvini (Università di Catania)App Breath per percorsi di cessazione15151747
Alessandro Pecchi (Università di Modena)La musica a sostegno della riduzione del danno17141546
Pierluca Macripò (Università di Modena)App NoSmokeCoach con supporto psicologico e educazione sanitaria14151645
Francesco Gaetano Risicato (Università di Catania)Universal Vape Monitoring System (UVMS)17131545
Domenico Impellizzeri (Università di Catania)Percorso di smoking cessation con terapie psicologiche e farmaci13171545
Alessandra Bonfiglio (Università di Foggia)Piattaforma digitale innovativa15151444
Francesco Moncada (Università di Catania)Cerotto gengivale smart per la riduzione del danno15121643
Dario Carmelo Santapaola (Università di Catania)App per smettere di fumare e crescita personale15131543
Tomaso Leonardo Porcheddu (Università di Sassari)AID-T: Artificial Intelligence, Digital and Taxation16111643
10°Cristiana D’Aprile (Università di Foggia)Comic for Health Interattivi15141241
11°Noemi Meli Bongiorno (Università di Foggia)App “SmokOut” con applicativi di gamification12131338
12°Federica Maria Catalano (Università di Torino)Progetto di prevenzione e analisi di contesto1191434
13°Pietro Serafini (Università di Modena)Progetto per aumentare il prezzo delle sigarette e pubblicità via social991230

ESITO DELLA VALUTAZIONE

La Commissione ha deliberato di assegnare il primo premio del Concorso di Idee a: Andrea Panvini per il progetto “App Breath per percorsi di cessazione”. Motivazione: il progetto dello studente Andrea Panvini è quello che maggiormente raggiunge l’obiettivo del concorso tenendo conto del criterio di efficacia e innovazione. Punteggio totale. Al vincitore sarà assegnato un premio di €.1000 per lo sviluppo del progetto.

Tutti e 13 i partecipanti al concorso, per il potenziale innovativo ed efficace dei loro progetti, riceveranno in omaggio una copia del Manuale di Medicina Interna oggetto del concorso.

I dettagli per la consegna o la spedizione saranno concordati via email con i singoli partecipanti. 

Tra i 10 migliori elaborati (come da classifica dal primo al decimo classificato) che verranno disseminati tramiti i siti web dedicati alla ricerca sulla riduzione del danno da fumo, la commissione decide di assegnare tre premi per categoria: 

  • MIGLIOR PROGETTO PER INNOVAZIONE: Alessandro Pecchi (Università di Modena) “La musica a sostegno della riduzione del danno
  • MIGLIOR PROGETTO PER APPLICABILITA’: Domenico Impellizzeri (Università di Catania) “Percorso di smoking cessation con terapie e farmaci
  • MIGLIOR PROGETTO PER EFFICACIA: Pierluca Macripò (Università di Modena) “App NoSmokeCoach con supporto psicologico e educazione sanitaria” 

Per la cerimonia di premiazione si rimanda all’organizzazione dell’evento in data da definirsi.

Una nuova revisione conferma l’efficacia delle ecig per smettere di fumare ma sottolinea la necessità di interventi più strutturati

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revisione ecig

Un’innovativa revisione condotta dal Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo (CoEHAR) dell’Università di Catania, ha analizzato gli studi e le prove in merito all’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare. Pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence, lo studio rappresenta una delle analisi più complete mai realizzate, sintetizzando i risultati di 16 revisioni sistematiche e includendo dati provenienti da 24 trial controllati randomizzati (RCT).

LINK ALLO STUDIO https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0376871624014455?via%3Dihub

Risultati principali

  • Le sigarette elettroniche si sono rivelate piè efficaci degli altri trattamenti utilizzati nei percorsi di cessazione in 8 delle 11 meta-analisi considerate.
  • Non è emersa alcun dato che indichi che le sigarette elettroniche siano meno efficaci rispetto agli altri trattamenti utilizzati da chi vuole smettere.
  • Sebbene i risultati sul confronto tra i dispositivi elettronici (ENDS) e le terapie sostitutive della nicotina tradizionali(NRT) siano contrastanti, i dati tendono a favorire i dispositivi elettronici in termini di efficacia.
  • Problemi relativi agli studi analizzati: deviazioni non dichiarate dai protocolli in quattro revisioni, assenza di protocolli pubblicati in due casi e discussioni non chiare in cinque revisioni con riferimenti selettivi ai risultati.

Catania, 4 dicembre 2024 – I metodi tradizionali per smettere di fumare, attualmente integrati nelle linee guida di salute pubblica in molti Paesi, non raggiungono tassi di cessazione soddisfacenti a livello di popolazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, il tasso medio di cessazione è del 7,5% a 12 mesi. Una recente analisi sugli interventi per smettere di fumare ha rilevato che il tasso di cessazione a 6 mesi per gli interventi più intensivi, che combinano supporto comportamentale e trattamenti farmacologici, è stato del 15,2%. Tuttavia, senza trattamento farmacologico, il tasso di successo scende all’8,6%. Le sigarette elettroniche offrono una soluzione alternativa per aiutare i fumatori a smettere. Ma i dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, se paragonati ad altri trattamenti o approcci per smettere di fumare, sono più o meno efficaci?

Una recente revisione condotta dal team di ricerca di In Silico, un progetto guidato dal CoEHAR dell’Università di Catania, ha rilevato che le sigarette elettroniche sono più efficaci rispetto ad altri trattamenti utilizzati per la cessazione dal fumo.

“I dati della nostra revisione possono favorire l’integrazione delle strategie di riduzione del danno nelle politiche di salute pubblica di molti Paesi“, spiega la Dott.ssa Renée O’Leary, prima autrice della revisione. “Tuttavia, la revisione evidenzia una lacuna critica nelle strategie di cessazione esistenti, con tassi di successo a lungo termine per le sigarette elettroniche ancora modesti, pari al 10%-12%, e con i dati sulle ricadute che non ancora sufficientemente studiati. Sono necessari nuovi trattamenti e approcci innovativi”.

Nonostante i risultati promettenti, lo studio sottolinea anche la necessità di una maggiore rigore scientifico nel settore. “La nostra analisi evidenzia gap significativi in molti studi. Una ricerca trasparente ed equilibrata è essenziale per costruire la fiducia in questi dispositivi e orientare positivamente le politiche di salute pubblica”.

Questo studio fornisce prove solide a sostegno del potenziale dei dispositivi a rischio modificato come strumento efficace per smettere di fumare, ma richiama anche l’attenzione sulla necessità di linee guida cliniche più performanti e di un’ulteriore analisi dei risultati nel lungo periodo“, ha dichiarato il Prof. Riccardo Polosa, co-autore dello studio e fondatore di CoEHAR.

Mentre il dibattito sulle sigarette elettroniche continua a polarizzare la comunità della salute pubblica, questa revisione ne rafforza il ruolo come componente promettente di strategie strutturate e complesse per il controllo del tabacco.

Uso esclusivo di ecig: i mai-fumatori non riportano danni ai polmoni

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polmoni veritas

Secondo i dati preliminari pubblicati dal team di ricerca del progetto VERITAS, chi fa uso esclusivo di sigarette elettroniche, senza una pregressa storia di tabagismo alle spalle, non riporta danni significativi ai polmoni e sintomi respiratori clinicamente rilevanti

Smettere di fumare deve rappresentare il gold standard per ogni fumatore: l’esposizione ai componenti tossici sprigionati dalla combustione è provato essere un fattore di rischio per patologie polmonari e cardiovascolari, nonché un’aggravante per altre condizioni, come il diabete o l’infertilità.

Eppure, molti continuano a sperimentare i prodotti del tabacco senza rendersi conto dei danni che questa scelta può comportare per la propria salute nel lungo periodo. L’avvento dei prodotti privi di combustione ha cambiato le carte in tavola, rendendo possibile approcciare questi strumenti senza aver mai provato altri prodotti del tabacco prima o preferendoli alle sigarette.

La tecnologia completamente diversa dei prodotti elettronici a rilascio di nicotina permette una ridotta esposizione a componenti dannosi per la salute: una riduzione attestata del rischio tra l’80% e il 90%. Nonostante questi dati, molte autorità di salute pubblica equiparano le sigarette elettroniche a quelle tradizionali, confondendo il consumatore che, nell’indecisione su quale prodotto utilizzare, continua con la categoria più dannosa.

Tra le obiezioni principali alle sigarette elettroniche, permane la mancanza di dati sui reali effetti per cuore e polmoni. Purtroppo, molti studi e trial randomizzati includono nel loro design di indagine soggetti che spesso presentano un pregressa storia di tabagismo alle spalle.

Come dividere e capire quale sia il danno provocato dalle sigarette tradizionali fumate prima e quale invece quello provocato dalle ecig?

Un quesito molto difficile, quasi impossibile da risolvere, a meno di non riuscire a studiare gli effetti del fumo elettronico su svapatori esclusivi, ovvero persone che non presentano un passato da fumatori incalliti.

Un obiettivo che si è posto il progetto veritas del CoEHAR, il primo studio al mondo condotto su una campione rilevante ad indagare gli effetti dell’uso esclusivo delle sigarette elettroniche tra svapatori senza una storia pregressa di fumo.

Pubblicato su Scientific Reports, lo studio ha valutato i sintomi respiratori e gli effetti sulla salute dei polmoni tra gli adulti che non sono mai stati fumatori abituali ma usano sigarette elettroniche, offrendo una rara panoramica degli effetti sulla salute dello svapo in questa specifica popolazione.

Guidato dai ricercatori del CoEHAR e dai suoi collaboratori nel mondo, lo studio ha confrontato i sintomi respiratori tra una coorte di utilizzatori di sigarette elettroniche e un gruppo di controllo che non aveva mai fumato sigarette convenzionali. I risultati indicano che chi non ha mai fumato ma utilizzato solo dispositivi elettronici non presenta sintomi respiratori clinicamente rilevanti.

Lo studio, inoltre, sottolinea l’importanza di distinguere tra risultati statistici e clinicamente significativi quando si valutano gli impatti sulla salute delle sigarette elettroniche.

VERITAS getta le basi per una ricerca longitudinale per valutare ulteriormente gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche sulla salute respiratoria. Questi dati sono fondamentali per dare forma a politiche di salute pubblica basate su prove scientifiche, soprattutto mentre lavoriamo per differenziare gli effetti dello svapo da quelli del fumo tradizionale” – ha spiegato il prof. Riccardo Polosa, fondatore di CoEHAR.

Ciò che rende unico il progetto VERITAS non è solamente la sua presenza capillare in sei aeree geograficamente diverse” spiega Jeffrey Zamora, primo autore dello studio “ ma la possibilità di avere dati sulle reali condizioni di utilizzo delle sigarette elettroniche, dalle tipologie maggiormente utilizzate (ricaricabili, usa e getta, con pod), alle preferenze legate agli ormi, sino alla distruzione tra gruppi soci culturali diversi”.

Risultati principali:

  • Il progetto VERITAS rappresenta il primo studio al mondo condotto su una campione rilevante ad indagare gli effetti dell’uso esclusivo delle sigarette elettroniche tra svapatori senza una storia pregressa di fumo.
  • Studio: I primi risultati sugli effetti respiratori delle e-cig su un campione di circa 750 partecipanti sono appena stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
  • Sintomi minimi: la maggior parte degli utilizzatori di sigarette elettroniche (83,3%) ha riferito di aver “raramente” o “mai” manifestato sintomi respiratori, come tosse o mancanza di respiro. 
  • Impatto statistico vs. clinico: gli utilizzatori di sigarette elettroniche hanno ottenuto un punteggio medio leggermente più alto sulla Respiratory Symptom Evaluation Scale (RSES). Tuttavia, la differenza era ben al di sotto della soglia di rilevanza clinica. 
  • Modelli di utilizzo: le sigarette elettroniche usa e getta sono stati i dispositivi più comunemente utilizzati tra i partecipanti, con i gusti alla frutta come scelta popolare. 
  • Esclusione di fattori confondenti della storia del fumo: a differenza di studi precedenti, questa ricerca ha escluso i partecipanti con una storia di fumo consolidata, affrontando una limitazione importante nella comprensione degli effetti sulla salute di chi aveva già precedentemente fumato rispetto a chi ha solo svapato

Giornata mondiale del diabete, salute e benessere il tema del 2024

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giornata mondiale del diabete

In occasione della Giornata mondiale del diabete 2024, è importante porre l’accento sulla prevenzione e sulla correzione delle abitudini poco salutari, come il fumo di sigaretta, che incidono fortemente sul decorso patologico di patologie invalidanti, come il diabete.

Il diabete è una patologia che colpisce 537 milioni di adulti in tutto il mondo: in occasione della Giornata mondiale del diabete, è importante ricordare tutte quelle cattive abitudini, in particolare il fumo, che rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica e aggravano il quadro clinico dei pazienti.

Il tema di quest’anno enfatizza il benessere olistico del paziente, affrontando sia la salute fisica che quella mentale. In linea con questa missione, CoEHAR sta guidando lo studio DIASMOKE Free, un’iniziativa globale per supportare i pazienti diabetici nello smettere di fumare o nel ridurre i danni attraverso alternative senza fumo.

Proprio su questa linea di prevenzione, il CoEHAR da anni porta avanti il progetto DIASMOKE, una delle pietre miliari degli studi del CoEHAR che coinvolge Paesi diversi e ha lo scopo di aiutare i pazienti affetti da diabete a smettere di fumare o ridurre il danno fumo correlato passando a prodotti senza combustione. 

Come dichiara la prof.ssa Lucia Frittitta, direttrice del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania, cui afferisce proprio il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo: “La diagnosi tempestiva e una gestione multidisciplinare del paziente sono necessari per ottenere il miglioramento della condizione patologica, anche alla luce delle possibili terapie oggi attuabili per ridurre il danno e fornire una maggiore protezione del paziente affetto da diabeteStiamo esplorando attivamente varie strategie per ridurre i danni per i pazienti diabetici derivanti da scelte di vita non sane”. 

CoEHAR è pienamente impegnato in questi obiettivi. 

Oggi, ci uniamo a milioni di persone in tutto il mondo per celebrare la Giornata mondiale del diabete, un’importante opportunità per aumentare la consapevolezza sul diabete, una condizione che colpisce oltre 537 milioni di adulti in tutto il mondo. Mentre riflettiamo sul tema di quest’anno, sottolineiamo il valore della diagnosi precoce, dell’istruzione continua e del supporto accessibile per le persone con diabete. Ciò è in linea con il nostro studio in corso DIASMOKE FREE, in cui stiamo studiando l’impatto della cessazione del fumo e della riduzione del danno da tabacco sulla gestione del diabete e sui risultati generali sulla salute – spiega il Prof. Riccardo Polosa, fondatore di CoEHAR – Lo studio sottolinea il nostro impegno nell’aiutare le persone a fare cambiamenti di stile di vita informati che possono migliorare profondamente il controllo del diabete e la qualità della vita.

La ricerca indica che smettere di fumare porta a risultati migliorati come una migliore perfusione degli arti, un aumento dei tassi di sopravvivenza senza amputazione e un miglioramento della funzione erettile. Lo studio Diasmoke che il CoEHAR porta avanti insieme al gruppo di ricerca che coinvolge anche la Polonia fornisce prove in merito alla cessazione da fumo sul decorso delle complicazioni relative al diabete. 

Le attuali linee guida per la cessazione del fumo spesso trascurano le sfide uniche che i fumatori affrontano – afferma il prof. Edward Franek del Centro di Ricerca Clinica dell’Accademia di Scienze di Varsavia – Molti pazienti, nonostante comprendano il grave impatto del fumo, hanno difficoltà a smettere a causa della persistenza dell’abitudine. Per affrontare questo problema, i nuovi sistemi elettronici di erogazione della nicotina, che possono ridurre il danno di oltre il 95%, offrono una soluzione pratica e mitigano le comorbilità associate a gravi malattie. Con lo studio DIASMOKE Free stiamo sperimentando un approccio alternativo, con risultati nella vita reale, che supporta coloro che hanno difficoltà a smettere da soli.”. 

IL PROF. POLOSA SUL TOBACCO AND VAPES BILL INGLESE

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In vigore da ieri in Inghilterra la nuova proposta di legge sul piano di lotta al fumo del governo inglese. Si chiama Tobacco and Vapes Bill e riguarda una serie di restrizioni per la lotta al fumo ed il contrasto al vaping tra i minori. Il prof. Riccardo Polosa, fondatore CoEHAR, il primo Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, commenta così:

Il Regno Unito ha una lunga storia nella lotta al tabagismo, rappresentando un modello virtuoso per governi e organizzazioni di salute pubblica a livello globale. Già agli albori della diffusione delle sigarette elettroniche come supporto per smettere di fumare, il governo britannico si era distinto attraverso provvedimenti innovativi, integrando questi dispositivi senza combustione nei percorsi di cessazione.

Il recente aggiornamento normativo per la tutela dei fumatori prosegue in questa direzione, basandosi su evidenze scientifiche. Come indicato nel comunicato del Ministero della Salute Pubblica britannico: “se sei un fumatore e vuoi smettere di fumare tabacco, svapare può essere un modo utile per raggiungere il tuo obiettivo”. Tuttavia, pur essendo tra l’80% e il 90% meno dannosi rispetto alle sigarette convenzionali, alcuni di questi prodotti hanno iniziato a diffondersi tra i minori, rendendo necessario un intervento di contrasto allo svapo giovanile, al pari del fumo e di altre dipendenze.

Le nuove normative introdurranno in Regno Unito una serie di restrizioni per i rivenditori, limitando la vendita incontrollata delle e-cig ai minori. Con l’innalzamento dell’età minima di acquisto dei prodotti del tabacco e un adeguato finanziamento dei servizi di cessazione, il governo mira a costruire un futuro più sano, prevenendo il cancro e proteggendo i giovanissimi da nuove forme di dipendenza. Il tutto senza demonizzare un prodotto che ha aiutato milioni di fumatori a smettere.

A questo proposito, va sottolineato che la grande diffusione degli aromi non ha mai rappresentato un pericolo per i consumatori di sigarette elettroniche. Anzi vale il contrario. Diversi studi, tra cui quelli del CoEHAR dell’Università di Catania, evidenziano che l’aggiunta di aromi consente ai fumatori adulti di personalizzare il proprio percorso di disuassefazione, aumentando le possibilità di successo nel raggiungere l’obiettivo di smettere di fumare. Di conseguenza, il previsto divieto delle e-cig monouso a partire dal 2025 merita una rivalutazione basata su evidenze scientifiche più approfondite riguardo ai potenziali rischi legati a questa specifica tipologia di prodotto” 

L’Università di Catania ospita per la prima volta l’Annual Meeting on Addiction, la conferenza internazionale dedicata alla dipendenze 

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annual meeting on addiction

Dal 28 al 31 ottobre, il Dipartimento di Scienze della Formazione dellUniversità di Catania (DISFOR) ospita i lavori dell’Annual Meeting on Addiction, la conferenza internazionale dedicata alle dipendenze 

Catania, 22 Ottobre 2024 – I massimi esperti mondiali nel campo delle dipendenze patologiche e della ricerca sulle terapie più efficaci, si riuniranno a Catania dal 28 al 31 ottobre per partecipare all’Annual Meeting on Addiction, la conferenza internazionale dedicata alle novità nel campo del trattamento delle dipendenze. 

Per la prima volta in assoluto, il meeting sarà organizzato fuori dagli Stati Uniti: grazie all’impegno dei docenti dell’Università di Catania afferenti al Dipartimento di Scienze della Formazione (DISFOR), il prof. Pasquale Caponnetto e la prof.ssa Maria Quattropani, Catania diventerà il palcoscenico internazionale della ricerca applicata alle dipendenze patologiche e ai trattamenti integrati psicologico-clinici per sconfiggerle.

Focus di quest’anno è “Health Empowerment by Harm Reduction”: il dibattito si orienterà quindi sulle possibilità rappresentate dalle strategie di riduzione del danno nel perseguire un benessere psicologico e fisico duraturo e costante. 

Siamo orgogliosi di aver portato per la prima volta in Italia il prestigioso congresso mondiale e ospitare così i lavori della conferenza presso il nostro Ateneo” racconta il prof. Pasquale Caponnetto. “Il meeting rappresenta un importante momento di incontro e condivisione, che ci permetterà di valutare i trattamenti più innovativi nel campo delle dipendenze. Si tratta di una grande opportunità per lateneo catanese di condividere i risultati della ricerca clinica con un network internazionale di grande prestigio scientifico”. 

L’evento, organizzato dalla Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica del DISFOR dell’Università di Catania, in collaborazione con il COEHAR e con la Lega Italiana Anti Fumo, vedrà la partecipazione di ricercatori, psicologi, medici e studenti di tutto il territorio impegnati in interventi scientifici sul tema delle dipendenze patologiche, della psicologia clinica, della riduzione del danno. I relatori che parteciperanno all’evento provengono dai centri di ricerca di alcune tra le più prestigiose università americane, centri di riferimento per lo studio delle dipendenze, tra cui il Moffitt Cancer Center, dellUniversità di Pittsburgh, del Dartmouth College e della George Washington University.  

A fare da cornice all’evento, alcune delle location più belle della città etnea, tra cui Palazzo Ingrassia, il Monastero dei Benedettini e il complesso Le Verginelle”. Non mancheranno peraltro eventi collegati e attività sociali per conoscere al meglio la città etnea e le sue meraviglie. 

Infine, nell’ambito dei lavori dell’Annual Meeting on Addiction, mercoledì 30 ottobre si terrà a Catania anche la Conferenza nazionale del CoEHAR promossa, come ogni anno, per diffondere e promuovere le novità in ambito scientifico della ricerca sulla riduzione del danno da fumo. A coordinare i lavori della conferenza ci saranno come sempre, il prof. Giovanni Li volti e il prof. Riccardo Polosa, rispettivamente direttore e fondatore del CoEHAR.

Il 29 ed il 30 ottobre, le due giornate di formazione saranno aperte anche al pubblico di medici, psicologi, studenti ed esperti del settore. 

Troppo vecchi per smettere di fumare? La scienza dice no

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smettere di fumare

Secondo uno studio pubblicato da American Journal of Preventive Medicine, anche smettere di fumare a 75 anni può allungare l’aspettativa di vita

Quante volte ti sarà capitato di sentir dire la frase “non è mai troppo tardi per smettere di fumare”? E, la maggior parte di esse, avrai pensato sicuramente che si trattasse solo di una diceria. 
Ma fortunatamente non è così.

Infatti, anche smettere di fumare ad un’età piuttosto avanzata, diciamo ad esempio intorno ai 75 anni, può portare ad un aumento dell’aspettativa di vita.

È quanto emerge da uno studio condotto negli USA e pubblicato dalla rivista American Journal of Preventive Medicine. Secondo questa ricerca, che si è occupata in particolare del rapporto tra fumo e longevità, rinunciare alle sigarette a 75 anni di età aumenterebbe del 14% le probabilità di vivere un anno in più.

E, addirittura, se hai iniziato a fumare da giovane e decidi di smettere all’età di 65 anni, le probabilità di allungare l’aspettativa di vita aumentano ancora di più, salendo al 23%.

Oltre ad accrescere l’aspettativa di vita, i fumatori di età avanzata che decidono di dire stop alle sigarette, ottengono ottimi risultati anche in termini di qualità di vita.
Diversi studi hanno infatti dimostrato che, indipendentemente dall’età in cui decidi di dire addio al fumo, il rischio di insorgenza di tumori diminuisce e non si rischierebbe più l’aggravamento o la perdita della funzionalità polmonare e la progressione del rischio cardiovascolare.

A tal proposito uno studio pubblicato sul Jama Network Open che ha preso in esame i dati sulla salute di circa tre milioni di coreani dal 2002 al 2019, ha dimostrato che se si smette di fumare entro i 50 anni, il rischio di ammalarsi di cancro ai polmoni è del 57% in meno rispetto a chi fuma.

Anche chi abbandona la sigaretta dopo i 50 anni vede diminuire il rischio del 40%. In conclusione, a 75 anni non si è mai troppo vecchi per “salutare” le sigarette: direi addio al fumo ti può regalare anni di vita. E se il percorso è troppo difficile, rivolgersi a professionisti della cessazione garantirà un percorso studiato ad hoc sulle tue esigenze e aumenterà le chance di successo.

E se il tuo cuore perdesse battiti perché fumi?

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Il fumo di sigaretta è tra i principali fattori di rischio modificabili per l’insorgere di malattie cardiovascolari, ad oggi tra le principali cause di morte in Italia. La buona notizia è che il danno per cuore e arterie è reversibile e si può invertire il trend negativo per la salute: basta smettere di fumare.

Quando si parla di malattie cardiovascolari, si intendono una serie di condizioni patologiche che incidono sulla salute dei vasi sanguigni e del cuore. In Italia, così come in gran parte dei paesi occidentali, le patologie cardiovascolari sono tra le principali cause di morte o di invalidità. Secondo i dati ISTAT del 2021, nel nostro paese, le malattie cardiovascolari hanno rappresentato il 30,8% di tutti i decessi (27,7% per gli uomini e 33,7% per le donne).

Queste malattie sono spesso prevenibili in quanto non sono specificatamente legate a elementi come età dell’individuo, sesso o un’eventuale familiarità, ma dipendono anche da fattori modificabili come l’obesità, la mancanza di attività fisica, l’abuso di alcol e il fumo.

Ed è proprio il fumo di sigaretta che rappresenta oggi uno tra i più importanti fattori modificabili per un gran numero di patologie, in primis le malattie che coinvolgono il cuore e i vasi sanguigni.

Ma cosa succede al nostro sistema cardiovascolare quando fumiamo?

Il fumo danneggia gravemente le arterie, rendendole meno elastiche e creando di conseguenza una circolazione più difficoltosa. Inoltre, fumare sigarette può comportare un aumento dei livelli del cosiddetto colesterolo “cattivo” o LDL, riducendo allo stello tempo i livelli di quello “buono” o HDL. Questo può comportare nel tempo l’insorgere dell’arteriosclerosi, ovvero la formazione di vere e proprie placche sulle pareti arteriose che, in caso di distacco, possono condurre a fenomeni gravi, come infarti del miocardio, ictus o trombi.

Studi epidemiologici diversi confermano che si parla di un rischio di almeno 3 volte maggiore per i fumatori di incorrere in cardiopatie coronariche rispetto ai non fumatori. Non solo, ma il rischio cresce sia con l’aumentare dell’età, sia con l’abitudine tabagica: più sigarette si fumano e per più anni si indugia in questa abitudine, più saranno gravi le ripercussioni sul sistema cardiocircolatorio. Tirando una somma, un fumatore “perde” almeno 8 anni di vita rispetto a un non fumatore. E tutto questo solo a causa di una sigaretta.

Tra le sostanze che maggiormente influiscono sull’insorgere di malattie a danno del cuore, vi sono la nicotina e il monossido di carbonio.  La nicotina aumenta la pressione arteriosa, incrementando la produzione di adrenalina, che comporta a sua volta un lavoro più gravoso per il cuore, che è costretto a pompare il sangue più velocemente. Allo stesso tempo, la nicotina favorisce la coagulazione del sangue.

Il monossido di carbonio, invece, diminuisce la quantità di ossigeno che viene trasportato agli organi e ai tessuti del corpo. Insieme, queste due sostanze formano un cocktail micidiale che, se protratto nel tempo, comporta eventi irreversibili con esiti a volte fatali.

Un quadro particolarmente rilevante soprattutto per coloro che convivono con altre patologie, come malattie respiratorie o diabete: il fumo diventa un fattore di rischio anche per queste condizioni pregresse, aggravando il quadro clinico del paziente.

Come possiamo accorgerci se qualcosa non va?

Prestiamo attenzione ai piccoli segnali che il nostro corpo ci invia: difficoltà respiratorie, palpitazioni, ritmi cardiaci poco regolari, gonfiori agli arti. Se uno di questi sintomi dovesse reiterarsi nel tempo o colpire con una maggiore intensità, ci si dovrebbe subito rivolgere al proprio medico o a una struttura sanitaria.

È possibile invertire il processo?

La notizia positiva è che la situazione è reversibile: come dicevamo, infatti, il fumo è un fattore di rischio evitabile, pertanto smettere si traduce in miglioramenti nel giro di poco tempo. Già dopo un anno, il rischio di malattie cardiovascolari diminuisce e dopo cinque si rientra in parametri più che accettabili. Bisogna aspettare però un lasso di tempo più lungo, almeno 10-15 anni, affinché la situazione per cuore e arterie si normalizzi. Ma tutto parte da una singola decisione: smettere è una delle armi principali per azzerare gli effetti dannosi della sigaretta. 

Dire addio al fumo non è l’unica scelta che abbiamo: se decidiamo di smettere possiamo accelerare il processo di “guarigione” grazie a un’attività fisica costante e moderata, che contribuisce al ripristino delle funzioni ottimali del nostro corpo.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: una dieta mediterranea varia con un limitato apporto di sodio migliora la salute. Si quindi a frutta, verdura, legumi e pollame; da evitare, invece, cibo molto zuccherati, insaccati e carni rosse.

Accanto a questi radicali cambiamenti nello stile di vita, ci si deve attenere a una regola d’oro: la prevenzione. Effettuare check up regolari con il proprio medico significa mantenere e limitare la possibilità che insorgano gravi malattie cardiocircolatorie. È importante quindi tenere monitorata la pressione arteriosa, il battito cardiaco e gli esami del sangue.

E se non riuscissi a smettere?

È importante in questo caso tenere a mente che smettere rientra nell’interesse della propria salute. È comprensibile che, soprattutto in presenza di un’abitudine che si è protratta per molti anni, sia difficile smettere, anche dopo che ci si è rivolti al proprio medico e si sono seguiti i metodi tradizionali di cessazione.  

In tali casi, è possibile valutare l’utilizzo dei prodotti elettronici a rischio modificato. Questa particolare categoria di prodotti non va a intendersi come uno sostituto della sigaretta tradizionale, bensì come un mezzo alternativo per riuscire a ottenere un cessazione duratura, mantenendo inalterate, perlomeno in un primo momento, tutte le abitudini e i rituali legati alla sigaretta.

A differenza del fumo, però, questi prodotti permettono di assumere nicotina, che ricordiamo essere causa di dipendenza e non di patologie specifiche, come quelle cardiocircolatorie, sotto forma di vapore, che viene prodotto a una temperatura inferiore rispetto a quella di combustione.

Le sostanze tossiche sprigionate dai dispositivi elettronici sono così di molto inferiori a quelle delle sigarette tradizionali, e di conseguenza implicano un effetto diverso in termini di rischi per la salute. Suggeriamo sempre di rivolgersi a specialisti della cessazione e al proprio medico per valutare le proprie esigenze e il quadro clinico di riferimento

Polosa e Li Volti a Bandung per il lancio del nuovo CoEHAR Indonesia

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Bandung CoEHAR Indonesia

Il CoEHAR, il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla riduzione del danno da fumo, sigla un accordo di collaborazione con l’Università di Padjadjaran, Indonesia, che  porterà alla creazione di un polo di ricerca nella regione 

Le attività del CoEHAR, il centro fondato dal prof. Riccardo Polosa e ad oggi guidato dal direttore Giovanni Li Volti, da sempre mirano a creare solidi rapporti di collaborazione con alcune delle eccellenze internazionali nel campo della ricerca applicata ai danni da fumo. 

Uno spirito, quello che pinge verso l’internazionalizzazione di risorse ed eccellenze lavorative, che ha portato il CoEHAR a siglare un accordo di collaborazione con l’Università indonesiana di Padjadjaran.

Il documento, sottoscritto a Bandung, costituisce infatti un impegno formale delle parti a collaborare per la creazione e l’avvio di un nuovo CoEHAR in Indonesia, che fungerà da centro regionale per la ricerca, la sensibilizzazione e l’educazione sulla riduzione del danno da fumo nella regione Asia-Pacifico. 

A capo delle attività asiatiche un team composto dal prof. Ronny Lesmanail dott. M.Kes., e la dott.ssa Amaliya, già partner di alcuni importanti progetti di ricerca del CoEHAR. 

Questo centro regionale fungerà da hub per la collaborazione tra ricercatori, professionisti della sanità pubblica e decisori politici nella regione Asia-Pacifico, migliorando l’impatto degli sforzi globali in tema di riduzione del danno da fumo.

Secondo le statistiche internazionali diffuse anche dall’OMS, si stima che nel 2022 solo in Indonesia ci fossero quasi 80 milioni di fumatori di età pari o superiore a 15 anni. Questo dato posiziona il paese al 3° posto a livello mondiale in termini di numero di consumatori di tabacco. 

Il fumo di sigaretta convenzionale è ancora oggi in Indonesia il 2° fattore di rischio più elevato che causa morti e disabilità combinate e le cause di decesso maggiori restano ictus, cardiopatia ischemica, BPCO e cancro ai polmoni. Implementare la ricerca sulla riduzione del danno da fumo nelle regioni asiatiche è indispensabile. 

I risultati della ricerca condotta dal team del CoEHAR dell’Università di Catania stanno cambiando il mondo contribuendo a rivoluzionare le politiche volte alla tutela della salute pubblica in molti Paesi nel mondo. Sostenere il fronte indonesiano del CoEHAR è per noi motivo di grande orgoglio ma anche una promessa di ulteriore impegno per cambiare le sorti di un paese flagellato da abitudini e stili di vita malsani” – ha detto il prof. Riccardo Polosa.

I paesi a basso e medio reddito dall’area asiatica rappresentano un terreno di indagine e attività diverso e sfaccettato. Il nostro obiettivo – ha aggiunto il prof. Giovanni Li Volti – è implementare le attività di ricerca con lo sviluppo di progetti comuni che possano utilizzare appieno sia le risorse umane, sia quelle tecnologiche di tutti i poli universitari coinvolti e delle istituzioni che a vario titolo contribuiranno al cambiamento e all’interscambio di conoscenze e competenze”.

I rapporti tra le due Università, già regolati da un precedente Accordo quadro di cooperazione sottoscritto nel 2020, e da un Accordo di mobilità siglato nel 2023, per favorire e promuovere attività di ricerca, di mobilità e di formazione congiunte nel campo della riduzione del danno da fumo, si consolidano dunque con la sottoscrizione di questa lettera di intenti che pone le basi per la definizione di un Accordo operativo di Collaborazione che verrà siglato nei prossimi mesi a Catania, per meglio regolare i rapporti tra i due centri di ricerca, il sostegno e la guida strategica del CoEHAR al nuovo centro indonesiano, e l’avvio di diverse attività per i prossimi 5 anni, includendo training accademici, mobilità e scambio, conduzione di progetti di ricerca congiunti e attività in partnership che porteranno allo sviluppo di un network globale con sede proprio nell’area asiatica. 

Un risultato epocale accolto con entusiasmo anche dagli esperti indonesiani che considerano l’avvio delle nuove attività una svolta in termini di impatto scientifico e anche economico. Secondo il prof. Ronny Lesmana, infatti: “Attraverso i nostri sforzi congiunti in ambito accademico e di ricerca, possiamo contribuire in modo significativo ad affrontare numerose problematiche in Indonesia, in particolare nella provincia di Giava Occidentale, nell’Asia orientale, nell’Asia Pacifica e a livello globale, concentrandoci sulla riduzione del danno da fumo e migliorando lo stile di vita e la salute di milioni di persone”. 

“Il lavoro svolto in questi anni in collaborazione con i colleghi siciliani ci ha già fatto raggiungere risultati importanti sia nel campo della ricerca sia nella promozione di nuovi stili di vita in Indonesia. Continueremo sulla stessa via con ulteriore impegno e costante dedizione” – ha concluso la prof.ssa Amaliya.

Presenti alla firma dell’accordo anche le autorità scientifiche del governo italiano tra cui l’Addetto all’Istruzione e alla Cultura dell’Ambasciata italiana in Indonesia, Roberto Carniel