sabato, Giugno 14, 2025
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Nuova tassa sulla sigaretta elettronica: il “pasticcio” burocratico

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“Il 6 dicembre scorso sul giornale “Italia Oggi” è stata pubblicata una interessante disamina sulla questione della tassazione della sigaretta elettronica, firmata dal giornalista Stefano Sansonetti.
L’autore ha commentato, con dovizia di particolari e richiamando spesso la normativa, il “pasticcio” dell’iter burocratico che ha segnato l’approvazione della famigerata “supertassa” sulle sigarette elettroniche
Dal primo gennaio 2014, come è noto, viene stabilito il prelievo fiscale del 58,5% sulle sigarette elettroniche. Ma per far si che questo dispositivo normativo venga messo in pratica era necessaria, come già precisato dal DL n. 76 del 2013, l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. “Passaggio fondamentale – si legge nell’articolo – perchè è da questo che dipendono tutti gli iter autorizzativi indispensabili alle imprese che intendono continuare a commercializzare sigarette elettroniche”.
Ma, questa approvazione si è concretizzata ben oltre i termini stabiliti dal DL: “Il decreto attuativo in questione “non è mai arrivato entro il 31 ottobre scorso – continua l’autore – lo si dava praticamente per disperso, fino a quando sul sito dei Monopoli di Stato è spuntata fuori qualche giorno fa una bozza”.
Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.
Ciò che risulta strano sia per l’autore dell’articolo, sia per LIAF , è che il testo è stato comunque pubblicato fuori dai limiti previsti dal DL e comunque, come sostiene Sansonetti: “Troppo tardi per un’entrata a regime delle vendite che a questo punto potrebbe non arrivare prima di giugno”. Il pasticcio procedurale, dunque, determinerà probabilmente il mancato incasso per il Fisco dei 117 milioni di euro attesi per l’anno in corso dalla tassazione delle sigarette elettroniche.
Con una nota dell’Ufficio di controllo sugli atti del ministero dell’economia, datata 3 dicembre 2013 “la Corte dei conti sbertuccia il decreto Saccomanni” – spiega il giornalista.
L’autorità competente, infatti, avrebbe premesso, innanzitutto “di aver dato corso per ragioni di correntezza al provvedimento, in considerazione della necessità di scongiurare la paralisi del settore, con le intuibili ricadute in termini di mancate entrate per le casse dello Stato”. Nel frattempo, però aggiunge anche l’accusa più grave circa il ritardo dell’approvazione del decreto: “L’adozione del decreto così a ridosso dell’entrata in vigore delle disposizioni, ha limitato drasticamente lo svolgimento del controllo preventivo di legittimità da parte dell’Ufficio che non ne ha potuto effettuare i necessari provvedimenti”.
Per il Presidente LIAF Sebastiano Antonio Pacino, la gaffe legislativa sembra abbastanza chiara: “Che dal primo gennaio la tassazione venga applicata o no ancora non è dato saperlo – ha dichiarato – ma che dietro l’approvazione del decreto ci sia un pasticcio burocratico è l’unica cosa che al momento sembra certa”.

Valutazione superficiale e fuorviante dei dati sulle sigarette elettroniche: bacchettata agli Editori del Lancet.

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Secondo il Prof. Polosa ed il Dott. Pasquale Caponnetto le affermazioni rilasciate dagli Editori per cui “le sigarette elettroniche stanno diventando una porta d’ingresso al fumo tradizionale, un prodotto che spinge i giovani a iniziare a fumare”, sono fuorvianti in quanto non suffragate dai risultati degli studi scientifici citati. Anzi, una attenta lettura del report diffuso a settembre dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense (CDC) dimostra esattamente il contrario. Non esistono di fatto dati a sostegno della tesi che le e-cig siano popolari tra i giovani e li spingano poi a far uso di ‘bionde’. Il report del CDC non dimostra un incremento nell’uso regolare quotidiano di e-cig tra gli adolescenti, ma piuttosto che il numero di ragazzi che aveva provato a svapare era aumentato (essenzialmente una misura della sperimentazione che è tipica della fase adolescenziale). Va precisato che questo fenomeno della sperimentazione era documentato nel 90.6% dei ragazzi che già fumavano tabacco, mentre la percentuale nei non fumatori giovani era solo pari allo 0,5%. Da questo si può solo concludere che sperimentare un prodotto nuovo piace, e non è insolito tra i giovani – specie se già fumatori.

“Lo studio del CDC e i dati scientifici attualmente disponibili provano che non esiste per i giovani non fumatori una transizione dalla e-cig alla sigaretta convenzionale – specifica Caponnetto – semmai questi dati nel loro complesso confermano che l’uso di e-cig è poco popolare tra i giovani”. Priva di fondamento quindi la tesi che vuole vedere incriminata la e-cig come porta di entrata al tabagismo così come precisato in una nostra recente nota:

https://www.liafmagazine.it/page.php?id=146-le-ecig-inducono-al-tabagismo-nuove-evidenze-scientifiche-dicono-di-no

Un’altra affermazione degli Editori di “Lancet Oncology” che viene confutata dagli esperti dell’Università di Catania è quella che “le sigarette elettroniche rappresentano anche un serio pericolo per le attuali norme antifumo”. La tesi che le e-cig possano destabilizzare le leggi antifumo perpetua preoccupazioni di tipo meramente ideologico e non è supportata da alcun dato scientifico.

“Non esiste un solo studio che dimostri che ‘svapare’ in luoghi dove vige il divieto di fumare vada a minare l’efficacia delle norme antifumo – precisano nella loro nota Polosa e Caponnetto – ed è inverosimile che le persone abbiano difficoltà a distinguere il vapore dal fumo di tabacco”. Tutti i test sul vapore emesso dalle e-cig non hanno finora evidenziato nessuna particolare rischio per la salute pubblica. Pertanto – spiegano – non vi è alcuna giustificazione per estendere le normative esistenti a tutela della salute del non fumatore anche allo svapo. Anzi – aggiungono – l’uso di sigarette elettroniche dove è proibito fumare non solo potrebbe incoraggiare più fumatori a passare ad un prodotto che riduce il rischio di malattie fumo-correlate, ma anche stigmatizzare (anzichè legittimare) ancora di più l’uso di sigarette convenzionali. Come più volte dichiarato dal Prof. Polosa: “L’uso delle e-cig è una via d’uscita dal tabagismo”.

Nella loro nota, Polosa e Caponnetto, concordano con gli Editori di “Lancet Oncology”  che una regolamentazione è comunque necessaria al fine di evitare che le e-cig possano in futuro diventare popolari tra i non fumatori e essere utilizzate indiscriminatamente nelle scuole. E tuttavia mettono in guardia circa il pericolo che può derivare da una regolamentazione troppo rigida e onerosa con il rischio di rendere le e-cig poco attraenti per i fumatori e meno concorrenziali delle sigarette convenzionali sul piano del prezzo di vendita. Una regolamentazione ragionevole di questi prodotti dovrebbe semplicemente seguire le buone prassi di produzione, assicurando così che i liquidi utilizzati nelle sigarette elettroniche rispettino gli standard di qualità, non contengano sostanze contaminanti o impurità, e che vengano accuratamente etichettate.

“Sono rimasto positivamente sorpreso nel vedere pubblicata le nostre precisazioni in questa prestigiosa rivista medico-scientifica. È raro che autorità blasonate facciano retromarcia e ammettano pubblicamente la inesattezza e la falsità delle proprie affermazioni, e pertanto gli Editori sono da lodare per la loro integrità intellettuale” – ha dichiarato il Prof. Polosa.

Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

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Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

 

La scorsa settimana, la Commissione europea ha fatto circolare una nuova proposta “riservata” per la regolamentazione delle sigarette elettroniche. Il documento è stato inviato solo a coloro che, a Bruxelles, stanno negoziando il futuro delle e-cigarette a porte chiuse – ovvero, rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo. Questa non è una proposta finale, ma fornisce di certo ai negoziatori qualcosa su cui discutere.
Il documento con tale nuova proposta è consultabile all’interno della lettera aperta firmata da otto esperti internazionali in tabagismo e indirizzata ai parlamentari nazionali ed europei.
<<La nuova proposta è francamente agghiacciante – dichiara il Prof. Riccardo Polosa, uno degli otto esperti internazionali firmatari della lettera – Non è accettabile che si riproponga la equiparazione della sigaretta elettronica a un farmaco o, peggio ancora, a una sigaretta convenzionale. Questi prodotti non condividono nulla né con l’una né con l’altra categoria, e tuttavia si cerca di farla passare come un mix di entrambi facendosi beffa della salute di milioni di fumatori europei>>
Se questa proposta venisse attuata, farebbe uscire fuori dal mercato ogni prodotto presente oggi e limiterebbe gravemente le opzioni per i prodotti futuri – oltre a renderne il loro sviluppo commercialmente impraticabile. Statene certi.
Redazione LIAF
Ai Membri del Parlamento Europeo
Ai Membri del Parlamento Italiano
Gentile Onorevole,
Il fumo di sigaretta è la principale causa di morte e di malattie evitabili negli stati dell’Unione Europea. Il tasso dei fumatori è mediamente pari al 29 % della popolazione adulta, con picchi sino al 50 % in alcuni paesi dell’UE, e con 700.000 decessi ogni anno. I programmi anti-fumo tradizionali hanno realizzato solo piccoli progressi in favore della riduzione di questa piaga. Ma lì dove gli approcci convenzionali per smettere di fumare stentano ad avere successo, le sigarette elettroniche stanno invece aiutando moltissimi fumatori a passare ad un’alternativa più sicura. Con una stima di 7-12 milioni di utenti nell’UE, le sigarette elettroniche rappresentano oramai una alternativa concreta alle sigarette convenzionali.
Molto ancora andrebbe fatto per incoraggiare questa tendenza positiva per la salute pubblica, eppure la bella storia della sigaretta elettronica potrebbe essere sul punto di sfumare. La recente revisione della Direttiva europea sui Prodotti del Tabacco (Tobacco Products Directive – TPD) ha proposto di regolamentare le sigarette elettroniche alla stessa stregua dei prodotti medicinali. Ma la regolamentazione dei medicinali è notoriamente costosa, particolarmente lunga e complessa, anticoncorrenziale e pertanto tende a soffocare l’innovazione. Metterebbe fuori mercato molti dei prodotti attualmente in commercio. Il Parlamento europeo ha saggiamente rigettato questa proposta, stabilendo una loro commercializzazione come prodotti di libero consumo. Il Consiglio e la Commissione (dichiaratamente a favore della regolamentazione farmacologica) devono ora avviare la negoziazione con il Parlamento europeo (che ha rigettato tale regolamentazione).
A sorpresa, si apprende ora che la Commissione vuole forzare nella TPD un nuovo emendamento che di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali (mentre logicamente non lo sono), e che prevede: il divieto sull’uso degli aromi (parte importante dell’esperienza degli utilizzatori); l’imposizione di limiti arbitrari sul contenuto di nicotina consentito (che metterebbe fuori mercato la maggior parte dei prodotti esistenti); la proibizione di prodotti ricaricabili (che molti consumatori preferiscono); l’introduzione di rigide limitazioni sulla pubblicità come per le sigarette convenzionali. Queste proposte, nel loro complesso, avranno l’effetto di soffocare il mercato della sigaretta elettronica e pertanto di limitare l’impatto positivo di questi prodotti sulla salute pubblica.
Paradossalmente, forzando la regolamentazione in questa direzione si andranno a creare le condizioni per una maggiore diffusione delle sigarette di tabacco rispetto alle molto più sicure sigarette elettroniche. Esortiamo a fare opposizione a questo tentativo di far rientrare dalla finestra una regolamentazione che il Parlamento europeo aveva già legittimamente fatto uscire della porta.
Cordiali saluti,
Prof Riccardo Polosa, Professore Ordinario di Medicina Interna, University of Catania, Italy.
Prof Gerry Stimson, Emeritus Professor, Imperial College London, London, UK
Prof Peter Hajek, Wolfson Institute of Preventive Medicine Barts and Queen Mary University, London, UK
Dr Lynne E. Dawkins, University of East London, UK
Dr Miroslaw Dworniczak, Poznan, Poland
Dr Konstantinos Farsalinos, Onassis Cardiac Surgery Center, Greece and University Hospital Gathuisberg, Belgium
Dr Michał Kozłowski, eSmoking Institute, Poznan, Poland
Prof Demetrios Kouretas, School of Health Sciences and Vice Rector of University of Thessaly, Greece
Dr Jacques Le Houezec, Consultant in Public Health, Rennes, France
Dr Gérard Mathern, Saint-Chamond, France
Dr Philippe Presles, Institut Moncey, Paris, France
Prof Andrzej Sobczak, Medical University of Silesia, Katowice, Poland
Prof Aristides Tsatsakis, University of Crete, Greece

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Nuovo allarme per le sigarette elettroniche: inviata una lettera aperta ai parlamentari europei e nazionale

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Nonostante il voto del Parlamento Europeo contro una regolamentazione farmacologica delle e-cig, la Commissione Europea cerca di ribaltare la decisione. La Lega Italiana Anti Fumo diffonde la lettera di protesta di otto esperti internazionali in tabagismo indirizzata ai parlamentari nazionali ed europei.
“La nuova proposta è francamente agghiacciante – dichiara il Prof. Riccardo Polosa, uno degli otto esperti internazionali firmatari della lettera – Non è accettabile che si riproponga la equiparazione della sigaretta elettronica a un farmaco o, peggio ancora, a una sigaretta convenzionale. Questi prodotti non condividono nulla né con l’una né con l’altra categoria, e tuttavia si cerca di farla passare come un mix di entrambi facendosi beffa della salute di milioni di fumatori europei”
Sul sito di LIAF è possibile consultare il testo completo della lettera indirizzata al Parlamento Europeo e al Parlamento Italiano.

Primo Forum Industriale sulla Sigaretta Elettronica a New York

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C’era eccitazione nell’aria al forum inaugurale sulle sigarette elettroniche (E-cig) organizzato dalla banca di affari Wells Fargo a New York. Presenti i più importanti leader del settore (Njoy, Fin, V2 Cigs, Johnson Creek, Ballantyne, Logic, E-Lites, BLU Ecig, Vapor Corp, and Victory Ecig) nonché investitori, esperti di salute pubblica, consulenti per le procedure normative, e giornalisti da tutto il mondo.
Il dibattito, diretto con perizia da uno degli analisti più attenti del settore – Bonnie Herzog di Wells Fargo Securities, ha inquadrato e approfondito le tendenze e le opportunità di un settore in rapida crescita.
Dal confronto è emerso che:
  1. il mercato è in forte espansione con spazio per tutti, sia per la industria indipendente che per i Big del Tabacco;
  2. si profila una rapida internazionalizzazione del mercato: nel futuro potrebbero nascere partenariati tra le imprese di paesi diversi;
  3. le E-cig sono ancora in una prima fase di sviluppo e si attendono cambiamenti significativi già a partire dai prossimi mesi;
  4. i margini di profitto rimangono elevati e decisamente più appetibili rispetto a quelli delle sigarette convenzionali;
  5. i leader del settore si stanno differenziando puntando sia sulla tecnologia che sulla qualità e visibilità del loro prodotto.
Si è ribadito che il business delle E-cig rappresenta una opportunità di straordinaria importanza per la salute pubblica. David Sweanor, professore di Diritto presso l’Università di Ottawa e esperto di legislazione del tabacco, ha moderato una tavola rotonda con altri nomi noti della salute pubblica, David Abrams, Clive Bates e Jean -Francois Etter, che hanno discusso le potenzialità delle E-cig in termini di riduzione del danno da malattie fumo-correlate.
Il dibattito ha chiarito che:
  1. le E-cig sono sostanzialmente molto meno dannose delle sigarette convenzionali e rappresentano una valida alternativa per i fumatori;
  2. le evidenze scientifiche su questi prodotti sono ancora limitate e quelle disponibili spesso fraintese o denigrate creando confusione e incertezza sulla loro bontà;
  3. è imperativo incrementare la sperimentazione di qualità sulle E-cig e convertire a questi prodotti quanti più fumatori possibili;
  4. la regolamentazione futura di questi prodotti dovrà consentire (anziché soffocare) l’innovazione e la più ampia diffusione possibile.
Le autorità sanitarie e i legislatori devono imparare a comprendere le importanti differenze tra E-cig e sigarette convenzionali. Solo così si potranno concretizzare le speranze per una seria regolamentazione di questi prodotti e per una salute migliore. Su questo tema si sono confrontati Neil Wilcox (BLU/Lorillard), David Graham (NJOY), e il consulente di salute pubblica Scott Ballin.
Si è convenuto all’unanimità che una regolamentazione è necessaria, ma che deve essere ben distinta da quella che regola i prodotti derivati dal tabacco. A detta degli intervenuti, Mitch Zeller (l’attuale Direttore del Dipartimento per i prodotti del tabacco della FDA) è allineato con questa corrente di pensiero per cui la imminente nuova regolamentazione dei prodotti contenenti nicotina (incluse quindi anche le E-cig) sarà verosimilmente calibrata in base allo specifico livello di rischio per la salute.
Suggeriti alcuni dei principi base che dovrebbero ispirare una regolamentazione sensata:
  1. Incoraggiare ricerca e innovazione;
  2. Adottare rigorosi standard di qualità;
  3. Stabilire che le E-cig sono prodotti intesi solo per fumatori adulti.
Nel complesso si è respirata aria di grande ottimismo a New York. “Forse anche troppa – ha commentato il Prof. Riccardo Polosa presente all’evento newyorkese – la mia impressione è che sia stato sottovalutato il rischio che decisori troppo rigidi e zelanti possano imporre norme devastanti per il settore e quindi per la salute”.
“In Italia stiamo correndo lo stesso rischio – ha aggiunto il Presidente LIAF, Sebastiano Antonio Pacino – invece di sostenere un settore che può rilanciare il Made in Italy nel mondo, lo si paralizza con una tassazione iniqua che avrà ripercussioni negative anche per la salute”.

Abolito il divieto di svapare nei luoghi pubblici

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Da oggi si torna a svapare liberamente nei luoghi di lavoro, nei ristoranti, nei bar, nelle pizzerie e al cinema. Ma non nelle scuole. Grazie ad un emendamento presentato nei giorni scorsi dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan (PDL), è stata stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia che estendeva alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per le sigarette convenzionali.
Le norme antifumo nei luoghi pubblici (Legge Sirchia) sono state introdotte per la tutela del non fumatore contro le sostanze tossiche presenti nel fumo passivo . Ma contrariamente al fumo di tabacco, il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non rappresenta un reale pericolo per la salute. Pertanto, non aveva senso estenderle alle sigarette elettroniche. Si è trattato dell’ennesimo caso di irrazionale parificazione della ecig alla “bionda” sulla scia di una maldestra applicazione del principio di precauzione.
Da oggi viene anche ridimensionato il divieto alla pubblicità su stampa, TV, radio e Internet per le sigarette elettroniche (permangono i divieti per i minori).
Quindi aboliti due importanti divieti che hanno contribuito ad innescare la profonda crisi del settore e la inversione del numero di fumatori che hanno ridotto il consumo di tabacco grazie a questo prodotto.
“Il divieto di svapare nei luoghi pubblici – sostiene il Prof. Riccardo Polosa – responsabile scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) – è un ostacolo alla diffusione di questo importante strumento di salute pubblica”
“Questo dietrofront è un deciso, importante passo in avanti verso la porta d’uscita dal tabagismo” – è quanto ha dichiarato Polosa.
La svolta sul divieto di svapare e sui limiti alla pubblicità è frutto di iniziative congiunte tra esponenti del governo, esperti del mondo medico-scientifico e associazioni di settore (ANAFE, FIESEL e LIFE) dalla quali è emersa la volontà di garantire ai fumatori una via d’uscita alternativa al fumo di sigaretta.
Ma al di la di queste considerazioni positive, rimane comunque netta la sensazione che questo repentino dietrofront sui divieti nei luoghi pubblici e sulla pubblicità rappresenti solo un contentino per calmierare le giuste istanze dei consumatori e delle associazione di settore. La LIAF ritiene che lo Stato debba fare di più per sostenere e rilanciare un prodotto alternativo che potrebbe aiutare a salvare decine di migliaia di persone dalle patologie fumo-correlate. Per esempio, si potrebbe modificare la norma che estende alle sigarette elettroniche la stessa tassazione (accisa) applicata ai tabacchi lavorati.

Effetti grafici shock: un sito mostra i danni da fumo

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Si chiama Tobacco Body ed e’ un originale progetto antifumo realizzato in collaborazione con la Società Oncologica Finlandese.
Il sito Tobacco Body che presenta una grafica di alta qualità permette di visualizzare due corpi, uno di donna e uno di uomo, e di confrontare su diverse parti del corpo i danni provocati dal fumo di sigaretta apprezzandone immediatamente le differenze con le corrispondenti aree del non fumatore.
La campagna antifumo finlandese ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui danni meno conosciuti, infatti oltre alle note malattie causate dal fumo di tabacco come il cancro e i disturbi cardio circolatori, le immagini shock permettono di esplorare forme di danno meno note, come quelle a carico dell’apparato riproduttore, della pelle, dei capelli, e dello stomaco.
Cliccando su ogni parte del corpo una breve spiegazione illustra nel dettaglio i disturbi che il fumo apporta. Ad esempio molti sottovalutano che il fumo di sigaretta incide negativamente sulla sessualità. Il ridotto afflusso di sangue causa impotenza e sterilità sia negli uomini che nelle donne. Inoltre il feto può essere danneggiato durante la gravidanza se la madre fuma.
Anche acne, rughe precoci, perdita dei capelli e infiammazioni gengivali vengono enumerati tra quei disturbi che i fumatori non considerano.

La sigaretta elettronica: “Porta d’uscita dal fumo convenzionale”

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La Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) ha partecipato al primo appuntamento istituzionale sulla sigaretta elettronica che si è svolto il 29 ottobre presso la Sala del Cenacolo del Complesso della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina, a Roma.
Un momento di confronto e dibattito organizzato da Anafe-Confindustria in collaborazione con Fiesel-Confesercenti (le due principali associazioni di categoria che riuniscono i produttori e gli esercenti di sigarette e liquidi per sigarette elettroniche) che ha visto la partecipazione di Governo, Parlamento, Istituzioni e Associazioni di categoria durante il quale si è discusso della regolamentazione e della tassazione della sigaretta elettronica in seguito alla normativa
introdotta a giugno di quest’anno.
Tra i relatori Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, e Massimiliano Federici, per Fiesel Confesercenti. Presenti, per il Ministero della Salute, il Direttore Generale della Prevenzione, Carlo Ruocco e per l’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità, Roberta Pacifici.
Un lungo applauso ha accompagnato e seguito l’atteso intervento del direttore scientifico di LIAF, il Prof. Riccardo Polosa: “Nel 2012 si è registrata una riduzione dei consumi del tabacco mai vista in tutta la storia della lotta al tabagismo in Italia. Questa riduzione è da imputare alla ampia diffusione della sigaretta elettronica in Italia”.
Polosa si è poi rivolto a quanti demonizzano la diffusione di questo sostituto delle “bionde” ricordando che: “La sigaretta elettronica non è una porta d’entrata al fumo convenzionale, ma una porta d’uscita”.
Ed è solo verificando e assimilando le sempre più numerose evidenze scientifiche a favore di questi prodotti che il legislatore dovrebbe muovere il suo intento: “La normativa che si intende costruire deve ispirarsi rigorosamente a dati scientifici e non ad opinioni personali – ha continuato il Prof. Polosa – il divieto nei luoghi pubblici, se necessario, può anche essere accettato, ma non si può permettere di ostacolare il processo di evoluzione di un prodotto che se di qualità può risultare utile per la salute pubblica”.
Ricordiamo che con la Legge 99/2013 – contenente raccomandazioni sulla regolamentazione della sigaretta elettronica – oltre all’IVA, su questi prodotti graverà una pesantissima accisa del 58.5%. Un aumento che sta determinando una profonda crisi del settore, con un calo del 50% sui consumi e un impatto disastroso sul mercato, sulla filiera produttiva, e soprattutto sulla salute dei cittadini. E’ quanto infatti hanno ricordato due rappresentanti del mondo della sigaretta elettronica, l’avv. Filippo Fioretti, di Simmons & Simmons, e Massimiliano Begotti, di LIFE, Lega Italiana Fumo Elettronico.
A tal proposito, all’incontro sono intervenuti diversi esponenti del Governo, che si sono concentrati sulla crisi del settore e sul modo migliore di trovare una soluzione soprattutto nell’intento di tutelare la salute e il diritto dei fumatori che vogliono smettere di farlo. Tra questi, il Presidente della Commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan, l’on. Fabio Lavagno (SEL), l’On. Aris Prodani (Movimento 5 Stelle) e l’On. Ignazio Abrignani (Vicepresidente X Commissione Attività Produttive, PDL).
La politica fiscale italiana, infatti, si pone in netto contrasto con l’articolo 32 che recita «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» in quanto – per via della accisa del 58.5% – il prodotto digitale risulterà così poco competitivo rispetto alle “bionde” da scoraggiare molti fumatori che pensavano di affrancarsi dal fumo di tabacco e di migliorare il loro stato di salute in questa maniera.
Ogni fumatore in più che viene scoraggiato a smettere di fumare tabacco costerà alla sanità pubblica perché ha una più alta propensione alla malattia fumo-correlata.
In conclusione, i rappresentanti istituzionali e le associazioni intervenuti ieri si sono chiesti se la decisione del governo rispecchia davvero gli interessi della salute pubblica dato che, come dimostrano i risultati diffusi dalle numerose ricerche scientifiche, è stato dimostrato che la sigaretta elettronica è uno dei metodi al momento più popolari ed efficaci per smettere di fumare. L’intento a questo punto è quello di cercare di emendare in tempo la Legge 99/2013 con proposte coerenti e in linea con le evidenze della letteratura scientifica.

ExpoBimbo 2013: 600 visite antifumo

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Per il quarto anno consecutivo LIAF ed i suoi volontari (Dr.ssa Angela Alamo, Dr.ssa Marilena Maglia, Dr.ssa Cinzia Luca, Dr.ssa Mirella Paternò, Silvia Longo, Sottile Giulia, Marta Tortorici, Cristina Baldi, Federica Marano, Federica Scrofani) partecipa alla fiera per l’infanzia Expobimbo registrando circa 600 visite antifumo!
LIAF Lega Italiana Antifumo in collaborazione con i Centri Antifumo dell’Az. Ospedaliera “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania ha partecipato ad Expobimbo, la fiera dedicata ai genitori e ai loro bimbi, che si è tenuta presso l’Ente Fiera di Etnapolis Catania dal 18 al 20 ottobre.
L’equipe di medici e psicologi esperti in cure antitabagiche hanno effettuato circa 600 visite antifumo ai partecipanti di Expobimbo.
Anche quest’anno LIAF ritiene un successo la partecipazione ad Expobimbo per la prevenzione antitabagica.
<<Siamo onorati di potere aiutare concretamente sempre più genitori a vivere meglio. I bimbi sono i più bravi motivatori nell’aiutare i grandi a smettere di fumare – afferma il Dr. Pasquale Caponnetto, del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania e responsabile scientifico per l’area psicologica della LIAF-Onlus>>.
<< Di anno in anno incrementa il numero di persone che si recano allo stand LIAF di Expobimbo per lo screening gratuito antifumo a dimostrazione dell’importante gemellaggio LIAF-Expobimbo – afferma il Dott. Antonio Pacino Presidente LIAF >>.
Di seguito i dati delle visite effettuate ad Expobimbo e dei fumatori, circa il 10% ogni anno, che si sono recati presso il Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Ateneo di Catania (CPCT).
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ExpoBimbo: Prevenzione Antifumo per mamme e papà

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LIAF in collaborazione con il Policlinico Rodolico di Catania partecipa anche quest’anno ad ExpoBimbo la fiera dedicata all’infanzia per aiutare mamme e papà a smettere di fumare e comprendere i danni che il fumo può causare anche ai loro piccoli.
Presso lo stand LIAF e del Centro Prevenzione e Cura del Policlinico G. Rodolico sarà possibile ricevere i consigli di medici e psicologi esperti in cure antifumo. Sarà inoltre possibile eseguire il test del monossido di carbonio per verificare il grado di inquinamento dei propri polmoni e prenotare una visita presso gli ambulatori antifumo dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania.
ExpoBimbo, giunto alla settimana edizione, si terrà dal 18 al 20 ottobre a Catania presso gli espositivi di Etnapolis.
 <<Siamo lieti di partecipare ad ExpoBimbo – afferma il Dott. Pasquale Caponnetto psicologo clinico dell’Università di Catania e consulente LIAF – anche quest’anno la fiera dell’infanzia sarà un’importante momento per far conoscere ai genitori i rischi del fumare che comporta dal concepimento, alla gravidanza fino al fumo passivo che può subire il neonato>>.
<< Sono stati numerosissime le persone che nelle precedenti edizioni di Expobimbo si sono recati allo stand LIAF di Expobimbo per uno screening gratuito antifumo – afferma il Dott. Antonio Pacino Presidente LIAF – e anche quest’anno ci aspetttiamo una grande partecipazione>>.