lunedì, Luglio 21, 2025
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A Londra gli esperti concordano: riduzione del rischio ed efficacia delle e-cig sono dimostrate scientificamente

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“Studi clinici sulla sigaretta elettronica dimostrano effetti positivi sul consumatore in termini di riduzione del danno e del rischio, sia in soggetti sani che in coloro che soffrono di particolari patologie come gli asmatici e gli schizofrenici” – è quanto ha dichiarato il prof. Riccardo Polosa nel suo intervento al Summit sulle sigarette elettroniche che si è tenuto giovedì 13 Novembre presso la Royal Society di Londra.

Un appuntamento importante che ha visto riuniti numerosi esperti di tabagismo di tutto il mondo. Al centro del dibattito i danni causati dal fumo e le possibili alternative per cercare di combattere questa piaga. I morti per malattie fumo correlate sono – come abbiamo spesso ricordato – milioni nel mondo. Per Polosa – che è anche direttore scientifico di LIAF: “La sigaretta elettronica è una valida ed efficace alternativa per smettere di fumare definitivamente, per passare – come sostiene – dal tabagismo al vapagismo”.

Per il prof. Robert West – docente di Psicologia della Salute e direttore degli studi sul tabacco presso il Centro di Ricerca sul Cancro del Regno Unito: “Mentre aumenta nel mondo il numero di svapatori che continuano ad essere anche fumatori (che utilizzano cioè sia la sigaretta elettronica che quella convenzionale), aumenta anche il numero di fumatori che decide di passare definitivamente a quella elettronica smettendo completamente di fumare”.

West ha esposto i dati provenienti dal suo modello di studio “Smoking Toolkit Study” che si occupa di monitorare mensilmente l’uso della sigaretta elettronica in Gran Bretagna. Se da un lato i dati dimostrano una prevalenza di soggetti dual users (che svapano e fumano), dall’altro si riscontra un aumento del numero di single users che smettono di fumare definitivamente.

Da segnalare anche l’intervento di Louise Ross, responsabile dello Stop Smoking Service di Leicester, che ha condiviso la sua esperienza presso un Centro Antifumo britannico esponendo al pubblico i feedback positivi ricevuti dai fumatori ai quali veniva proposta la sigaretta elettronica come metodo per uscire dal tabagismo,

Le analisi degli scienziati sono state per la maggior parte un rafforzativo della tesi sostenuta nelprimo studio al mondo sulle sigarette elettroniche di seconda generazione, condotto proprio da LIAF e dai medici del Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo del “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania. “Sei mesi di uso regolare con e-cig di seconda generazione hanno reso possibile una riduzione del consumo di tabacco di almeno la metà in un buon 30% dei partecipanti – ha spiegato Polosa durante la presentazione dello studio – passando da una media di 25 a 6 sigarette al giorno”.

 

Vape shop study: Diventa anche tu promotore di salute

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VAPE SHOP STUDY
TERZO APPUNTAMENTO
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TRE GIORNI IN STREAMING CON IL VAPE SHOP STUDY 

Giovedì 14 Gennaio dalle 14.00 alle 16.00
Giovedì 28 Gennaio dalle 14.00 alle 16.00
Giovedì 4 Febbraio dalle 14.00 alle 16.00

Il corso è accessibile ad un numero limitato di partecipanti 
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CORSO DI FORMAZIONE PER DIVENTARE PROMOTORI DI SALUTE

LIAF è lieta di annunciare che sono aperte le iscrizioni per il terzo appuntamento con il VAPE SHOP STUDY, il corso di formazione ed approfondimento per diventare Promotori di Salute, che si svolgerà (ATTENZIONE!) on-line, in diretta streaming, solo per un numero limitato di partecipanti.
Il corso è diviso in tre appuntamenti e ha la durata complessiva di 6 ore, più la fase di verifica e valutazione dei contenuti. Le date per la partecipazione sono: Giovedì 14 Gennaio dalle 14.00 alle 16.00, Giovedì 28 Gennaio dalle 14.00 alle 16.00, Giovedì 4 Febbraio dalle 14.00 alle 16.00.

Ogni anno in Europa muoiono circa 700 mila persone a causa del fumo. I ricercatori LIAF si battono da tempo per ridurre questa piaga e trovare soluzioni alternative per far smettere di fumare è la loro missione.
DA OGGI ANCHE TU PUOI CONTRIBUIRE ALLA RICERCA CONTRO IL FUMO

LIAF – Lega Italiana Anti Fumo e Università degli studi di Catania,
  
presenta il progetto
“VAPE SHOP STUDY”
Un programma di formazione e ricerca e finalizzato al miglioramento delle potenzialità e dell’efficacia delle sigarette elettroniche
Si tratta di un percorso formativo e di ricerca – promosso dai medici specialisti del Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania e dai ricercatori LIAF Lega Italiana Anti Fumo – che coinvolge tutti gli operatori del settore delle sigarette elettroniche, in particolare i negozianti, e che si propone di formare i “Promotori di Salute” del domani, in grado di accompagnare i fumatori in un percorso di assistenza e consulenza utile per smettere definitivamente di fumare.

Il VAPE SHOP STUDY ha visto già la partecipazione di decine di Promotori di Salute nell’ambito del primo incontro di presentazione tenutosi presso l’Hotel Ibis di Milano lo scorso 10 Maggio 2015. Molti dei negozianti che hanno aderito, stanno già accompagnando i loro nuovi clienti in un percorso di uscita dal tabagismo con l’utilizzo della sigaretta elettronica come metodo alternativo per smettere di fumare. La partecipazione allo studio, infatti, consente di offrire ai propri clienti la partecipazione ad un percorso di smoking cessation, attraverso un preciso calendario di incontri personalizzati presso i negozi aderenti al programma che prevedono un monitoraggio attento e specifico dell’abitudine tabagica.

Diversi studi hanno testimoniato l’efficacia della consulenza specializzata per smettere di fumare.
Abbandonare la bionda, con l’aiuto dei “promotori di salute”, è più facile.
Il progetto “VAPE SHOP STUDYè rivolto a tutti coloro, soprattutto negozianti,
che presenteranno richiesta di adesione.
ATTENZIONE!
LE ISCRIZIONI CONTINUANO FINO AD ESAURIMENTO DEL NUMERO DI POSTI DISPONIBILI !
SCOPRI I VANTAGGI DI VAPE SHOP STUDY
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MAGGIORI DETTAGLI SUL VAPE SHOP STUDY
1. Come diventare promotori di salute
1.1. La Formazione professionale
Il progetto VAPE SHOP STUDY prevede una serie di giornate formative che si svolgeranno in tutta Italia (secondo un calendario di incontri che sarà pubblicato sul sito internet www.liafmagazine.it) e che saranno dedicati alla formazione sul campo dei soggetti iscritti.
Oltre alla formazione standard utile a diventare promotore di salute, il corso è obbligatorio per:
  • comprendere bene le modalità e le finalità dello studio,
  • imparare ad utilizzare il monitor eCo e tutti gli altri strumenti in dotazione,
  • comprendere meglio come compilare correttamente i questionari per il monitoraggio dell’abitudine tabagica dei fumatori reclutati.
1.2 Argomenti del corso e durata degli incontri formativi
I corsi formativi dedicati alla professionalizzazione dei negozianti di sigarette elettroniche e degli operatori del settore, iscritti al progetto VAPE SHOP STUDY, saranno condotti dal prof. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro Antifumo del Policlinico di Catania e docente di psicologia clinica dell’Università degli Studi di Catania, con l’illustre collaborazione del noto direttore scientifico di LIAF, il prof. Riccardo Polosa, primario di Medicina Interna del Policlinico Universitario di Catania e più importante autore al mondo nella campo della ricerca applicata sulla sigaretta elettronica. Gli incontri si svolgeranno nell’ambito di una giornata formativa della durata di 6/8 ore complessive, che si ripeterà più volte, nel rispetto delle richieste e delle esigenze di tutti i partecipanti in più località della penisola.
1.3 Programma
Gli argomenti del corso saranno divisi in tre moduli per consentire ai partecipanti di ottenere la giusta formazione:
Modulo A) Presentazione, spiegazione del progetto VAPE SHOP STUDY e modalità di raccolta dati
Modulo B) Utilizzo ed efficienza del Misuratore eCO
Modulo C) Come diventare “Promotori di salute”
1.4 Attività di supporto
Il materiale didattico e quello necessario per il monitoraggio e la racconta dati dell’abitudine tabagica dei fumatori, comprese le slide ed i testi, sarà forniti direttamente dai docenti. Il corso prevede una serie di simulazioni in aula che saranno oggetto di valutazione da parte del comitato direttivo LIAF.
1.5 Feedback e supporto diretto dei docenti
Viste le finalità del corso e gli obiettivi da perseguire, i partecipanti al progetto saranno divisi in gruppi di studio. Ogni gruppo avrà un proprio referente LIAF a cui poter rivolgersi in ogni momento per assistenza, consulenza specifica e supporto diretto. Il consulente LIAF sarà a totale disposizione del negoziante in tutte le fasi del progetto VAPE SHOP STUDY, dalla formazione iniziale, alla raccolta dei dati financo al monitoraggio dell’abitudine dei fumatori.
1.6 Il ruolo del negoziante e gli obiettivi formativi
Il percorso formativo, che è alla base del programma, consentirà ai negozianti di cambiare totalmente le modalità di approccio e consulenza con i propri clienti. Il negoziante potrà finalmente acquisire le competenze necessarie e riconosciute per assistere i fumatori in un percorso utile a smettere di fumare, specifico e personalizzato. A lui saranno richieste una serie di competenze pregresse, indispensabili per la partecipazione al programma e per le quali è prevista una valutazione in sede formativa, tra queste: professionalità, serietà, competenza sul campo, conoscenza approfondita degli strumenti alternativi per smettere di fumare, tra queste appunto le sigarette elettroniche, conoscenze informatiche di base, ottima capacità di relazione ed interazione comunicativa e personale.
Con il superamento della fase formativa e la consegna dell’attestato di partecipazione al corso, il negoziante potrà iniziare ad accompagnare i propri clienti fumatori in un percorso di assistenza e comunicazione utile ad aprire la “porta di uscita dal fumo”.
In seguito, lo stesso diventerà parte integrante della fase di monitoraggio prevista dal VAPE SHOP STUDY e volta a valutare in maniera attenta e precisa i cambiamenti dell’abitudine tabagica di coloro che utilizzano le e-cig. I dati raccolti (secondo le modalità indicate in fase di formazione) saranno necessari alla pubblicazione ed alla presentazione del primo studio scientifico al mondo effettuato secondo questi criteri.
2. Perché partecipare al Vape Shop Study?
2.1 I vantaggi del progetto
Il programma prevede una serie di azioni di grande importanza formativa e professionale e di rilevanza internazionale:
FORMAZIONE PROFESSIONALE SUL CAMPO: Il progetto inizia con una giornata intensiva di formazione sul counselling antifumo, sull’uso di questionari ed attrezzature necessarie per lo svolgimento dello studio. Si prevede la creazione di una cartella informatizzata per la raccolta dati e la generazione di un database utile per l’analisi dei dati.
ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE: L’adesione al programma consente il rilascio di un attestato finale di partecipazione, la pubblicazione di un articolo scientifico unitario e la promozione e diffusione dei dati in tutti i canali di comunicazione integrata. L’attestato consente al negozio di diventare socio e negozio autorizzato LIAF – Lega Italiana Anti Fumo.
RILEVANZA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE: VAPE SHOP STUDY è il primo studio al mondo che coinvolgerà i rappresentanti del settore secondo queste modalità. Un esempio virtuoso che sarà base di partenza per importanti progetti scientifici internazionali. Per questo motivo lo studio sarà oggetto di una press release nazionale ed internazionale, che sarà lanciata sia nella fase finale dello studio.
2.2 Lo studio ed il monitoraggio
Ciascun negoziante, al termine del corso di formazione, diventerà attivamente parte integrante del VAPE SHOP STUDY e come tale dovrà partecipare alla fase di monitoraggio e raccolta dati dell’abitudine tabagica dei fumatori che passano alla sigaretta elettronica o che scelgono di smettere di fumare con altri strumenti.
Per un più efficace raggiungimento degli obiettivi, ogni negozio dovrà reclutare gratuitamente un certo numero di fumatori che vogliono smettere (il numero sarà indicato in fase di formazione) e proporre loro un ventaglio di scelte possibili. La risposta data dal fumatore sarà l’inizio dello studio e del monitoraggio. Maggiori informazioni sulla raccolta dati saranno fornite prima in aula ed in seguito durante la fase di monitoraggio degli incontri con i fumatori.
3. L’impatto comunicativo del VAPE SHOP STUDY e i vantaggi del progetto
3.1 Il kit di comunicazione personalizzato
La partecipazione al progetto ed il superamento della fase iniziale del corso di formazione prevede anche il rilascio di un Kit di comunicazione dedicato al progetto che consente a ciascun esercizio commerciale o rivenditore autorizzato di promuovere la propria immagine come aderente al VAPE SHOP STUDY e soggetto autorizzato da LIAF – Lega Italiana Anti Fumo.
Lo staff LIAF rilascerà ad ogni negozio:
n. 1 Manifesto
n. 3 Locandine
Materiale didattico/scientifico dedicato alla raccolta dati
3.2 La mappa dei VAPE SHOP LIAF
La partecipazione al progetto prevede l’identificazione e la promozione del proprio negozio come centro di promozione di salute, aderente alla Lega Italiana Anti Fumo.
Sul sito LIAF è disponibile la mappa italiana dei negozi che aderiscono al programma di monitoraggio e consulenza specifica per smettere di fumare, VAPE SHOP STUDY, così da consentire ai soggetti interessati e a tutti i nostri utenti di scegliere, secondo le esigenze e le richieste di ognuno, il centro più vicino al proprio indirizzo.
3.3 Articolo scientifico e presentazione accademica dello studio
I risultati del VAPE SHOP STUDY verranno presentati nell’ambito di una presentazione internazionale alla quale potranno partecipare tutti gli iscritti al progetto. Il progetto LIAF è il primo studio al mondo effettuato seguendo criteri statistici e scientifici di questo tipo. Sarà il punto di partenza, l’esempio per molti altri Paesi del mondo.
4. Come partecipare al programma
Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione al progetto ed inviarlo via email a: [email protected], allegando copia della ricevuta di versamento della quota di partecipazione pari a euro 500,00 e copia di un documento di riconoscimento.
4.1 La quota di partecipazione
La quota di partecipazione è pari a euro 500,00 per ogni negozio partecipante e ha anche l’obiettivo di istituire presso l’Università degli Studi di Catania un comitato scientifico dedicato al progetto.
La quota comprende:
1- Iscrizione e partecipazione al corso di formazione condotto dai ricercatori di sigarette elettroniche più esperti al mondo (R. Polosa, P. Caponnetto, L. Proietti, D. Saitta)
2- Attestato di partecipazione
3- Materiale didattico e di supporto
3- Kit di comunicazione personalizzato
4- Consulenze ed assistenza continua in tutte le fasi del progetto
5- Iscrizione nella Mappa del VAPE SHOP LIAF
6- Partecipazione attiva alla promozione e diffusione dei risultati del progetto
7- Sostegno alla Ricerca finalizzata per combattere il fumo di sigarette convenzionali
4.2 Il misuratore eCO – caratteristiche tecniche
Dopo aver concluso e superato il corso di formazione, il negoziante dovrà utilizzare il misuratore eCO (misuratore del monossido di carbonio esalato) per effettuare la misurazione ed il monitoraggio dell’abitudine tabagica dei fumatori reclutati durante gli appuntamenti in programma.
Il costo di questo prodotto non è compreso nella quota di partecipazione. Il misuratore rimarrà a disposizione ed a vantaggio del negozio anche a conclusione del programma di studio.
Per informazioni sul VAPE SHOP STUDY basta inviare email a [email protected]
o contattare il cell. 349/1843563


 VAPE SHOP STUDY

PRIMO APPUNTAMENTO
DOMENICA 10 MAGGIO 2015
HOTEL IBIS MILANO CENTRO
CORSO DI FORMAZIONE PER DIVENTARE PROMOTORI DI SALUTE
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PERCHE’ PARTECIPARE AL VAPE SHOP STUDY? 
LE VIDEO TESTIMONIANZA DEI NOSTRI PROMOTORI DI SALUTE

E-CIG Summit 2014: tra i relatori anche il prof. Riccardo Polosa

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Royal Society di Londra, appuntamento giovedì 13 Novembre 2014 con il Summit sulle Sigarette Elettroniche 2014 (Scienza, Regolamentazione e Salute Pubblica).
E-cigarette Summit anche quest’anno radunerà scienziati, responsabili politici, operatori sanitari, medici, pubblico interessato e soggetti coinvolti nella produzione e diffusione delle sigarette elettroniche di tutto il mondo. I relatori si concentreranno sulle evidenze scientifiche, cercando di esaminare in maniera capillare l’impatto che le elettroniche stanno avendo sulla Salute Pubblica.
La questione della regolamentazione delle sigarette elettroniche divide ancora Scienza, Politica e Sanità. Per approvare misure di controllo del tabacco efficaci, sarebbe opportuno favorire la diffusione della migliore alternativa per smettere di fumare, rappresentata in questo momento dalla sigaretta elettronica, ma la questione è ancora controversa.
Ogni Paese presenta, interpreta e realizza la propria normativa ed in questo contesto, ad esempio, anche la TPD (Tobacco Products Directive – 2014/40/EU) avrà conseguenze di portata enorme. Proporre standard di regolamentazione appropriati sarà di vitale importanza per sfruttare le opportunità che le sigarette elettroniche possono offrire al fumatore.
Al Summit 2014 gli esperti esamineranno e valuteranno le ultime evidenze scientifiche a supporto dell’efficacia dell’e-cig, senza dimenticare i dibattiti importanti che riguardano le forme di sicurezza per bambini e non fumatori, la pubblicità, il marketing, l’uso nei luoghi pubblici ed il nuovo conflitto d’interesse derivante dalla duplice veste delle industrie di tabacco, che da un lato producono e commercializzano tabacco, dall’altro invece diffondono e promuovono prodotti utili alla riduzione del danno causato dallo stesso.
Il convegno sarà suddiviso in una serie di incontri di alto livello alla quale saranno presenti esperti del settore e che favoriranno l’interazione dei relatori attraverso dibattiti, tavole rotonde e discussioni aperte.
Le sigarette elettroniche rappresentano un passo indietro nella lotta al fumo o il più importante passo avanti nella riduzione del danno che trasformerà interamente la Sanità Pubblica?
Da qualunque posizione si voglia vedere questa analisi, il dato certo è che questo “argomento” è il più importante degli ultimi anni.
Per Riccardo Polosa: “La scienza ha già mostrato la sua forza. Uno studio appena pubblicato ha dimostrato ancora una volta l’efficacia delle e-cig come metodo per smettere di fumare.  Più si va avanti con la produzione, più si innova e più migliorano i risultati, in termini di efficacia e sicurezza, di questi prodotti”.

Primo studio al mondo su e-cig di seconda generazione: conferma su sicurezza e migliorata efficacia

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Dopo ECLAT, il team dell’Università degli studi di Catania è ancora protagonista mondiale con un nuovo studio sulle sigarette elettroniche. La scorsa settimana, sulla prestigiosa rivista scientifica BMC Public Health, i ricercatori del Centro Antifumo dell’Ateneo Catanese, con la collaborazione dell’Università di Hull (UK), hanno pubblicato il primo studio clinico al mondo condotto con sigarette elettroniche di seconda generazione, meglio note come vaporizzatori personali (modelloe-go).
Lo studio, che ha coinvolto un campione di 50 fumatori non intenzionati a smettere, ha dimostrato un’importante riduzione del consumo di sigarette mediante l’uso di vaporizzatori personali nicotinizzati (0.9%) con prodotti di alta qualità made in Italy.
“Questo nuovo studio è l’ennesima prova che il vapagismo è una arma vincente contro il tabagismo” – ha annunciato il Prof. Riccardo Polosa – Direttore del Centro Antifumo e primo autore della ricerca.
“Sei mesi di uso regolare con e-cig di seconda generazione hanno reso possibile una riduzione del consumo di tabacco di almeno la metà in un buon 30% dei partecipanti – ha spiegato Polosa – passando da una media di 25 a 6 sigarette al giorno, e addirittura – continua Polosa – il 36% dei fumatori nello studio ha smesso del tutto di fumare. Di questi, un buon 15% non utilizzava più neanche la sigaretta elettronica a fine studio.”
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Per comprendere la novità rivoluzionaria di questo studio scientifico, è importante distinguere le sigarette elettroniche in due diversi tipi: i dispositivi di prima generazione (o cigalike), che generalmente imitano nelle dimensioni e nell’aspetto le sigarette convenzionali e sono costituiti da piccole batterie al litio, ricaricabili o usa e getta, e cartomizzatori/cartucce già riempiti di liquido; ed i dispositivi di seconda generazione (o personal vaporizers), oggetti molto diversi dalle “bionde”, costituiti principalmente da batterie ricaricabili ad alta capacità, con atomizzatori molto performanti in cui il liquido nel serbatoio viene rifornito dal consumatore ogni qual volta si esaurisce.
“I dati di efficacia e di sicurezza delle e-cig di prima generazione nello studio ECLAT risultano oggi ampiamente migliorati in questo studio con e-cig di seconda generazione – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, Psicologo Clinico e Ricercatore del Centro Antifumo. Inoltre, come prevedibile con prodotti di qualità più elevata, il livello di gradimento per le e-cig di seconda generazione è stato molto elevato con la maggioranza (76%) dei partecipanti che ha completato tutte le visite previste dallo studio”.
Il trial clinico prevedeva uno stretto monitoraggio circa l’uso di un prodotto di seconda generazione. I partecipanti sono stati seguiti per 6 mesi presso il Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo (CPCT) dell’Università degli Studi di Catania – con visite di follow-up cadenzate a 4, 8, 12, e 24 settimane.
Il confronto dei risultati attuali (con e-cig di seconda generazione) con quelli ottenuti durante ECLAT (con e-cig di prima generazione) mostra un netto miglioramento dei tassi di riduzione del fumo (il 22,5% in ECLAT contro il 36% in coloro che adesso hanno usato e-cig di seconda generazione).
“Una spiegazione per questo notevole successo può essere attribuito all’alto livello di soddisfazione che il fumatore prova quando utilizza e-cig di seconda generazione – concludono gli autori –. I personal vaporizers risultano infatti essere più performanti e tecnologicamente efficaci rispetto ai vecchi prodotti, confermandosi come attrattivi e validi sostituti delle sigarette convenzionali”.
La costante evoluzione tecnologica e i migliorati standard di qualità e sicurezza di questi prodotti faranno si che le prossime generazioni di e-cig saranno così competitive rispetto alle “bionde” che il sogno di un mondo libero dal fumo potrà diventare realtà.
Gli autori ringraziano LIAF per il supporto alla ricerca e Flavourart (www.flavourart.it) per la contribuzione alle spese di pubblicazione.
Per leggere lo studio originale in lingua inglese:

Germania, una sentenza importante per la diffusione dello svapo: “Fumare non è come svapare”

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La Corte d’appello del Nord Reno-Westfalia, in Germania, finalmente cita la scienza in una contesa giuridica che rappresenta un passo avanti nella storia del Vapagismo.
In una sentenza che sta facendo il giro del web, il giudice tedesco da’ ragione ad un ristoratore costretto a vietare lo svapo ai suoi clienti: “La legislazione sul tabacco in Germania non contiene esplicite disposizioni sulla sigaretta elettronica” – commentano dal tribunale.
Il divieto vigente cita il verbo “fumare”, vietando questo comportamento nei luoghi chiusi e anche nei posti di lavoro. Ma con questo termine si intende – dice il giudice: “L’inalazione di fumo prodotto dalla combustione di tabacco”. Visto che – spiega: “Il liquido vaporizzato (anche con nicotina) non è un prodotto del tabacco in senso giuridico”, la legge di protezione contro il fumo passivo: “non va applicata allo svapo passivo poiché, mancando la combustione, i rischi per gli astanti non sono assolutamente comparabili”.
“Questo è un grande passo avanti nella lotta contro il fumo, perchè crea un precedente legale importante – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – I giudici tedeschi hanno ribadito l’incostituzionalità evidente nel divieto di fumo esteso anche allo svapo. Perché in Italia e in molti altri paesi europei questa evidenza non salta agli occhi di tutti?”.
La normativa antifumo in Italia, dopo una serie di peripezie, è finalmente arrivata, proprio questo anno, ad una decisione definitiva: è vietato fumare nelle scuole ed il divieto coinvolge tutti, dagli alunni agli insegnanti (come raccontato in un nostro recente articolo). Il divieto però viene esteso anche alle sigarette elettroniche. Ma svapare è come fumare? Un recente sondaggio italiano, condotto per conto della LIAF in una scuola media e in un liceo della città di Ragusa in Sicilia, non sembra confermare questo, nemmeno in termini di percezioni per i giovani fumatori. Infatti, sebbene la larga maggioranza del campione (130 studenti in totale) conoscesse le sigarette elettroniche e le percepisse come meno dannose per la salute rispetto alle sigarette convenzionali, solo il 5% l’aveva provato (9 persone) e fra questi tre fumavano regolarmente sigarette. Questi dati fanno presupporre che la sigaretta elettronica sebbene sia conosciuta tuttavia è poco o per nulla usata tra la popolazione adolescenziale. Peraltro come spesso affermato dai ricercatori LIAF, l’assenza del processo di combustione, presente invece nel fumo di sigarette convenzionali, rende questi dispositivi di gran lunga meno dannosi rispetto al fumo.
In un nostro recente articolo – che qui vi riproponiamo “La BBC vieta l’uso delle sigarette elettroniche nei propri uffici: una questione di “etichetta”, non di salute pubblica” – abbiamo raccontato la vicenda che ha visto protagonista l’emittente televisiva più importante al mondo, la BBC, colpevole di aver vietato lo “svapo” nei propri uffici e di aver costretto per di più molti svapatori ad uscire fuori per svapare: “magari accanto ai fumatori in pausa sigaretta – ha commentato il presidente di LIAF, Lidia Proietti – e andando contro ogni logica di diritto del lavoratore”. In quell’occasione, uno dei portavoce dell’emittente ha giustificato il divieto proposto come una scelta di “codice di comportamento” e non come un “problema di salute e sicurezza”. Certi – ha affermato il responsabile del personale della BBC, Diane Dumas: “che il divieto non ha una base medico-scientifica”.
In seguito al nostro articolo, di recente, la BBC ha diffuso un documentario sulle sigarette elettroniche per commentare il successo e la diffusione di questo prodotto in tutto il mondo. Il link del documentario ha già fatto il giro del globo. Che sia stato un modo per giustificare ai milioni di svapatori un comportamente probabilmente errato? Noi non lo sappiamo ma ci piace credere che lo svapo prima o poi sostituirà il fumo, salvando milioni di vite. 

Veronesi, Tirelli e Polosa intervengono sulla lettera dei presidenti di Aiom e “Insieme contro il cancro” a Matteo Renzi: “Commento fuori luogo”

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I Presidenti dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e della Fondazione “Insieme Contro il Cancro”, Stefano Cascinu e Francesco Cognetti, hanno inviato di recente una lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in seguito alla sua visita ai futuri stabilimenti della Philip Morris di Zola Predosa (BO). Gli oncologi hanno preso posizione accusandolo tra le righe di aver sottovalutato i gravi danni alla salute che il tabacco comporta tra tumori e malattie cardiovascolari.
La nuova fabbrica della Philip Morris in Italia, però, non produrrà sigarette convenzionali, ma un nuovo dispositivo a metà tra una sigaretta elettronica e una classica a base di tabacco. Si chiama Heat no Burn, assomiglia a una sigaretta convenzionale ma non si accende, non vi è combustione, piuttosto tabacco riscaldato, e gli studi condotti dalla PMI assicurano danni alla salute notevolmente ridotti. L’azienda ha comunque comunicato che attenderà che l’Autorità di controllo e i numerosi test ai quali saranno sottoposti questi prodotti diano una risposta certa sulla scarsa tossicità o innocuità del nuovo prodotto.
“Commento fuori luogo” ecco come il prof. Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Tumori di Aviano, apostrofa la lettera degli oncologi dell’AIOM. “Non solo confondono la heat no burn con la sigaretta elettronica, ma tutte quelle parole spese sulle loro seppur notevoli attività in tema di sensibilizzazione antifumo, sembrano più un pretesto per farsi pubblicità che un vero appello al Presidente del Consiglio”.
“L’iniziativa della Philip Morris potrebbe segnare un punto di svolta nell’atteggiamento delle istituzioni verso l’intero settore dei prodotti a basso rischio per smettere di fumare, incluse le sigarette elettroniche – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, professore di Medicina Interna all’Università di Catania. – “Da scienziato e medico, il mio compito non è fare dietrologia ma promuovere ricerca e salute. Ben vengano dunque le innovazioni, purché scientificamente valide”.
A proposito di sigarette elettroniche, recentemente gli esperti Umberto Veronesi e Carlo Cipolla dello IEO, insieme a Riccardo Polosa e a Umberto Tirelli, avevano sottolineato, in una lettera a Roberta Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità, che la guerra alle e-cig che è in atto nel nostro Paese nuoce solo ai fumatori. “Se per ipotesi tutti i fumatori di sigarette tradizionali passassero alla sigaretta elettronica si avrebbe a breve una riduzione drastica delle morti fumo correlate, che contano ben 2 milioni di persone all’anno nel mondo soltanto per il tumore del polmone, di cui 40 mila in Italia” ricorda Veronesi a margine di un intervento sulle sigarette elettroniche.

Polosa a Euroscientist: “Non vedo sforzi significativi dall’UE” ed in Italia: “Regolamentazione schizofrenica”

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Intervista al giornalista Anthony King per “Euroscientist” 
Riccardo Polosa dirige il Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo dell’Università degli Studi di Catania, in Italia. E’ autore di oltre 250 pubblicazioni, tra articoli e libri, su temi inerenti la pneumologia, l’immunologia clinica e la dipendenza da tabacco. Direttore scientifico di LIAF Lega Italiana Anti Fumo, Polosa è il più importante esperto al mondo nel campo delle sigarette elettroniche e le sue opinioni sulla loro regolamentazione sono condivise e seguite da molti.
Qual è la sua opinione sull’impatto che la sigaretta elettronica può avere sul fumo?
Come scienziato ed esperto di metodi alternativi per smettere di fumare, credo che la sigaretta elettronica sia lo strumento più promettente per aiutare i fumatori a smettere o ridurre il loro consumo di tabacco. Oltre a numerosi studi clinici e indagini di ricerca, la nostra esperienza quotidiana personale in un affollato Centro Antifumo indica che le elettroniche sono più efficienti delle terapie sostitutive della nicotina (NRT) o di altri farmaci antifumo. Noi crediamo che il motivo del loro successo sia dovuto al fatto che per molti fumatori le sigarette elettroniche sostituiscono anche molti dei rituali associati al fumo, esse facilitano un cambiamento nel comportamento: da fumare a svapare. Per i fumatori, il passaggio dai prodotti combustibili del tabacco ai vaporizzatori di nicotina, molto meno nocivi, è uno dei migliori investimenti per la salute. Il mio gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato che i fumatori asmatici che sono passati ad un uso regolare di sigarette elettroniche ne hanno beneficiato fortemente perché, non solo hanno smesso di fumare o hanno ridotto di molto il numero di sigarette fumate, ma hanno anche segnalato un sostanziale miglioramento dei sintomi respiratori e della funzione polmonare.
Come vede l’approccio europeo sulle sigarette elettroniche in merito alla Ricerca ed alla regolamentazione?
Purtroppo non ho visto alcun serio sforzo da parte dell’Unione Europea per far progredire le nostre conoscenze attuali sulle e-cig. Non è stata investita alcuna somma per finanziare la Ricerca indipendente. Ma grande sforzo, invece, è stato fatto per sabotare il potenziale positivo delle sigarette elettroniche sulla Salute pubblica. Da un lato, l’Unione Europea ha espresso preoccupazione per la mancanza di prove scientifiche indipendenti sull’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche. Tuttavia, d’altro canto, l’UE ha sottovalutato, travisato o addirittura selettivamente ignorato le prove scientifiche già esistenti.
L’approccio dell’UE, da un punto di vista normativo, riflette l’atteggiamento immorale e poco professionale che ha caratterizzato la campagna europea di demonizzazione nei confronti di questi prodotti. Infatti, la Direttiva UE sui prodotti del tabacco (TPD) chiede restrizioni nella produzione, nella vendita e nella pubblicità che sono sproporzionate e ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco. Una restrizione legalizzata alla diffusione e innovazione di questo prodotto sono il vero scopo di questa direttiva.
È stato spesso detto che gli Stati Uniti hanno meglio affrontato questo problema, soprattutto in termini di approccio strategico e di finanziamenti alla ricerca?
Sono d’accordo, ma solo in una certa misura. La Food and Drug Administration (FDA) sembra avere un approccio più strategico. Sembra riconoscere, meglio di altre agenzie di regolamentazione, il valore del discorso informato con esperti, industria e consumatori. Inoltre, 273 milioni di dollari saranno spesi nei prossimi cinque anni, tra FDA, National Institute of Health (NIH) e National Institute on Drug Abuse (NIDA), per finanziare la Ricerca sul tabacco e sulle sigarette elettroniche.
Questa potrebbe sembrare una buona idea. Ma le prove a supporto della normativa saranno così tante da determinare un blocco della produzione normativa, sovraccaricata e confusa dalla mole di indagini scientifiche. Ed inevitabilmente la ricerca sarà allineata alle esigenze dell’agenda politica. Questo rischio è reale dato che molti di coloro che hanno appena ricevuto questi fondi hanno già fatto dichiarazioni chiare sulla loro posizione in merito alla ricerca sulla sigaretta elettronica.
Come descriverebbe l’approccio italiano alla regolamentazione delle sigarette elettroniche?
Potrei definire l’approccio del governo italiano alla regolamentazione delle elettroniche come “schizofrenico”. In pochi mesi, i nostri politici sono passati da un divieto ad una tassa, dalla soppressione del divieto ad una riconsiderazione della soppressione. La Legge 99/2013, art.18, è di certo dannosa per gli svapatori ed i negozianti, perché le misure fiscali contenute nella legge determineranno quasi un raddoppio del prezzo di vendita delle e-cig e dei suoi accessori, promuovendo al contrario una posizione dominante delle sigarette tradizionali, con conseguenze negative per la salute pubblica.
Ironia della sorte, questa guerra contro le sigarette elettroniche in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del consumo di tabacco, ma la sua rinascita, invece.
Mi auguro che la timida apertura dimostrata negli ultimi mesi dai nostri politici verso una revisione della legislazione non sia solo un miraggio. Ma sia il segno di una reale presa di coscienza delle conseguenze indesiderate che tale regolamento sproporzionato potrebbe avere per migliaia di fumatori e svapatori.
Per visionare l’intervista originale in inglese, clicca qui 

Parte STOP alle sigarette! In occasione di Expo Bimbo 2014 centinaia le iscrizioni

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali. L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”.
Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania. “STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”.
Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”.
E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone. Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito www.liafmagazine.it
In occasione di EXPO BIMBO 2014 – la manifestazione fieristica che si è svolta presso il Centro Commerciale di Etnapolis – lo stand di LIAF ha ricevuto centinaia di richieste di iscrizione al programma.
Un successo che il presidente, prof.ssa Lidia Proietti si aspettava: “STOP intende parlare ai fumatori delle piccole realtà territoriali, vogliamo essere un presidio territoriale capace di parlare a tutti. In un momento così difficile per il nostro Paese – ha aggiunto – noi stiamo offrendo ai cittadini la possibilità di sperare in aspettative di vita migliori e di avere una vita più sana e più pulita”.

A Catania si è detto: “STOP!” LIAF presenta il programma per dire basta alle sigarette tradizionali

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Vuoi smettere di fumare e stai cercando una soluzione innovativa? Al “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania, via al progetto per dire “STOP!” alle sigarette convenzionali.
L’Università degli Studi di Catania, leader mondiale nella lotta al tabagismo, e LIAF – Lega Italiana Anti Fumo presentano il programma “STOP!”.
Un progetto di ricerca che offre ad ogni paziente la possibilità di entrare a far parte di un percorso medico assistenziale gratuito, utile per smettere di fumare più velocemente grazie alla consulenza personalizzata dei medici del Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo (CPCT) del “Policlinico Vittorio – Emanuele” di Catania. “STOP alle sigarette” offre ai pazienti un percorso di supporto psicologico e clinico, nel rispetto dei tempi e delle esigenze di ogni fumatore, attraverso il quale sarà possibile utilizzare tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta convenzionale per riuscire a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Ogni anno, solo in Europa, si stimano circa 700 mila morti per malattie fumo correlate. Una piaga che deve essere fermata. Per il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo e ordinario di Medicina Interna del Policlinico di Catania: “Si tratta di una grande opportunità per tutti fumatori della provincia etnea, una importante occasione per farsi accompagnare davanti l’agognata porta d’uscita dal fumo”. Ma “STOP!” è anche un modo per aiutare la Ricerca: “Per sostenere i nostri ricercatori – ha detto il dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT di Catania – che all’interno dei laboratori del Policlinico cercano quotidianamente di trovare una soluzione definitiva per far smettere di fumare milioni di persone”. E’ un compito arduo che potrebbe consentire di salvare milioni di vite in tutto il mondo. STOP!, infatti permetterà di dire basta non solo alle sigarette dei singoli fumatori ma anche a quelle di milioni di persone.
Il progetto è aperto a tutti i fumatori, residenti nella provincia di Catania e partecipare è semplicissimo, basta compilare il modulo di iscrizione presente sul sito www.liafmagazine.it.
In occasione della tre giorni di eventi nell’ambito della manifestazione fieristica EXPO BIMBO 2014, presso lo stand LIAF è stato possibile partecipare al programma e prenotare le iscrizioni. L’iniziativa, voluta fortemente dal presidente LIAD, Lidia Proietti, ha già riscontrato un enorme successo.
Continuate con le iscrizioni, i ricercatori LIAF vi aspettano !

A Mosca l’OMS decide: e-cig come sigarette tradizionali

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Mosca capitale del tabacco in occasione della sesta sessione della Conferenza delle Parti (COP 6) per la Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (acronimo in inglese, FCTC). Dal 13 al 18 Ottobre, la capitale della Federazione Russa ha ospitato più di 1.500 rappresentanti provenienti da 195 paesi del mondo, intervenuti per discutere e decidere il futuro del tabacco e della sua regolamentazione, con l’obiettivo di “tutelare la salute di milioni di persone eliminando il commercio illecito dei prodotti da tabacco”.
Diverse le decisioni importanti che sono state adottate nel corso della sei giorni moscovita. Tra le principali azioni quelle mirate all’incremento della tassazione del tabacco e quelle mirate al contenimento della diffusione dei prodotti masticabili a base di tabacco. Nel mirino anche le sigarette elettroniche. Il COP6 ha, infatti, proposto una parificazione delle e-cig alle “bionde” che prevede per il vapore elettronico il divieto di promozione, pubblicità e sponsorizzazione, oltre che una tassazione. Su questo ultimo punto LIAF si era già espressa molto negativamente.
“La posizione finale del COP6 sul tabacco masticabile e sulle sigarette elettroniche non tiene alcun conto delle evidenze scientifiche che testimoniano chiaramente i benefici di questi prodotti. – ha commentato Riccardo Polosa, dell’Università degli Studi di Catania – Non solo si è fatto un gigantesco passo indietro nella lotta al tabagismo, ma lo si è fatto cosi velocemente e senza indugi che se avessero adottato questa prontezza di riflessi per il caso Ebola, l’epidemia non esisterebbe”.
“La richiesta di maggiori imposte da parte di FCTC porterà a un incremento del commercio illegale. La pretesa di tassare il tabacco masticabile alla stessa stregua delle sigarette combustibili causerà più danno che beneficio. E ancora peggio, il limitare la diffusione del vapagismo non farà altro che rivitalizzare il tabagismo.” ha aggiunto Polosa.
Già qualche mese fa Polosa, insieme agli esperti Umberto Veronesi e Umberto Tirelli, aveva invitato l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – in una lettera firmata con altri 53 scienziati – a non rifuggire le potenzialità e l’efficacia delle e-cig, proponendo invece di promuoverne la diffusione e di implementare la ricerca scientifica in questo campo.
La Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (FCTC) è il primo trattato internazionale negoziato sotto il controllo dell’OMS. E’ stata adottata dall’Assemblea mondiale della sanità il 21 maggio 2003 ed è entrato in vigore il 27 febbraio 2005. “La FCTC è un punto di riferimento importante per promuovere la salute pubblica. Essa fornisce una nuova dimensione giuridica per la cooperazione internazionale nel settore sanitario ed è uno dei trattati che è stato approvato e condiviso più rapidamente ed ampiamente nella storia delle Nazioni Unite” – ha detto Veronika Skvortsova, Ministro della Salute della Federazione Russa. La FCTC, infatti, è stata sviluppato in risposta alla globalizzazione dell’epidemia di tabacco ed è un trattato basato sul principio che afferma il diritto di tutte le persone ad alti standard di qualità della salute.”
Nelle intenzioni il compito dell’FCTC è nobile. Peccato che i delegati abbiano deciso di svolgere i propri lavori in privato, dietro porte chiuse. Infatti, pubblico e giornalisti – compresi quelli già accreditati all’evento – sono stati esclusi senza valida giustificazione. Cittadini, scienziati, operatori sanitari e politici di tutto il mondo saranno legittimamente indignati e scandalizzati da questa modalità procedurale poco ortodossa. E una cattiva procedura porta cattivi risultati.
Il presidente di LIAF, prof.ssa Lidia Proietti, lancia oggi il suo appello forte e chiaro: “Affidatevi alla scienza e non alla ideologia! Regolamentare la sigaretta elettronica come un prodotto da tabacco solo perché gli assomiglia sarebbe come disconoscere i benefici offerti da questo strumento per milioni di fumatori. Proprio per questo – aggiunge la Proietti – ci siamo recentemente appellati al Ministro Lorenzin nella speranza di far valere la ragione e non il pregiudizio”.