mercoledì, Novembre 5, 2025
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“Il fumo mi inganna?”

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Papa Francesco incontrando i giovani ha detto: “Non siate schiavi del telefono”. Limitate l’uso di internet e anche l’uso di droga, alcol e fumo.

Il Vescovo di Acireale, S.E. Mons. Raspanti ha oggi incontrato Gabriella Finocchiaro e parlando di fumo ha spiegato: “Bisogna che i giovani inizino a chiedersi: mi rende felice o mi inganna?”.

Il fumo spiega il Vescovo è: “Una dipendenza che ti porta dentro un cerchio facendoti sentire soddisfatto rispetto alle delusioni del mondo che ti sta intorno. Ma chi sta intorno a te davvero? “

“Il fumo fa davvero il mio bene o mi inganna?” – questo dovrebbero chiedersi i giovani di oggi che iniziano a fumare già in tenera età.

L’appello di Papa Francesco richiama ad una maggiore attenzione alla realtà delle cose, alla vita vera ad una giusta visione del mondo e invita i nostri giovani a condurre una vita in totale pienezza ma senza farsi ingannare dalle dipendenze.

Il presidente di Vapitaly tra gli influenti dello svapo

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A poche settimane da Vapitaly 2019, il presidente del più importante evento del vaping nazionale interviene ai microfoni della Lega Italiana Anti Fumo intervistato dalla giornalista Gabriella Finocchiaro per la rubrica “Gli influenti dello svapo”.

Multe a chi fuma in ospedale

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Non si ferma la prevenzione antifumo da parte delle Forze dell’Ordine. L’ultimo episodio è avvenuto a Napoli dove sono state elevate multe ad alcuni pazienti, familiari e persino ad un medico, tutti sorpresi a fumare nei reparti e nei cortili degli ospedali.

Il blitz contro i trasgressori delle norme antifumo si è svolto  all’ospedale del Mare e Villa Betania, nel napoletano. Le multe,  nel complesso, ammontano a 15.000 euro sanzionati ai familiari dei degenti, ai ricoverati e persino a un medico napoletano sorpreso a fumare nel cortile prospiciente ai locali ospedalieri.

I blitz si sono concentrati nei reparti, lungo i corridoi e per le scale dei 7 piani in cui è strutturato il plesso principale dell’ospedale del Mare e nei locali ospedalieri di Villa Betania oltre alle aree esterne di entrambi i presidi.

Già da tempo anche a Catania, le iniziative “smoke free” avviate dal “Policlinico – Vittorio Emanuele”già dal 2017 , con la collaborazione della Lega Italiana Anti Fumo LIAF e dell’Università degli Studi di Catania hanno già ottenuto importanti risultati ma non abbastanza. I divieti esposti vicino al pronto soccorso e nei reparti di ginecologia e medicina interna hanno ridotto e limitato l’abitudine dei fumatori di fumare vicino le porte d’ingresso dei padiglioni.

Ma non ci siamo ancora – ha detto il responsabile del CPCT – Centro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico, Pasquale Caponnetto – diversi fumatori si posizionano ancora nelle pertinenze della struttura e i controlli saranno presto avviati

Sono stati posizionati negli scorsi mesi più di duecento cartelli informativi in tutti i reparti della struttura e nelle aree “no smoking” indicate dal Ministero della Salute. I cartelli “Spegnimi”, dedicati alla nota campagna di comunicazione LIAF al quale si ispira il progetto “Policlinico Smoke Free”, indicano per ciascuna patologia il danno causato dal fumo e invitano a rivolgersi al Centro Antifumo etneo diretto dal prof. Riccardo Polosa.

Abbiamo avviato una serie di progetti di ricerca innovativi in ambito di tabagismo e vapagismo che vedranno la massiccia partecipazione di centinaia di fumatori – ha detto il direttore del CoEHAR Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo, prof. Riccardo Polosa – per i quali è previsto un programma di assistenza e consulenza gratuita in tutto il percorso antifumo. Il fumo – ha concluso – è tra le peggiori piaghe al mondo e causa ogni anno più di settanta mila morti solo in Italia. Contrastarlo è dovere di tutti”.

Dunque, attenzione sempre maggiore al rispetto delle regole e soprattutto alla propria salute e a quella degli altri.

In Spagna una piattaforma con i medici per la Riduzione del danno da fumo

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Articolo di Valeria Nicolosi e Gabriella Finocchiaro

Una piattaforma indirizzata ai Medici e totalmente dedicata alla Riduzione del Danno da Fumo grazie al “cigarillo electrónico“, cosi gli spagnoli chiamano la sigaretta elettronica.

https://www.porlareducciondedanoportabaquismo.org

E’ il nuovo sito, nato da una idea di Carmen Escrig, dottore in biologia cellulare e genetica dell’Università di Madrid, che sta muovendo le coscienze di centinaia di medici spagnoli.

Lo scorso settembre, infatti, ANESVAP e MOVE hanno organizzato il primo vertice sulla riduzione del danno da fumo in Spagna. All’incontro era presente anche il direttore CoEHAR, Riccardo Polosa.

L’occasione è stata utile proprio per avviare un dialogo costruttivo e permanente con gli operatori della salute.

Oggi la piattaforma è guidata da diversi coraggiosi medici spagnoli che si muovono per dimostrare al governo come una politica che promuove la riduzione del rischio per combattere la diffusione del tabagismo, sulla scia dell’esempio anglosassone, può salvare migliaia di vite.

Finora, la piattaforma conta medici, scienziati, professori, specialisti del settore e tra questi anche personalità famose.

Tra le altre iniziative, la piattaforma avrà un comitato scientifico formato da medici di fama nazionale che valuterà tutta la letteratura scientifica disponibile e promuoverà la raccolta di fondi per gli studi sulla Riduzione del Rischio anche in Spagna.

Ricordiamo che il primo ed unico Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo è proprio quello nato pochi mesi fa nell’Università degli Studi di Catania e diretto da Riccardo Polosa.

Che le sigarette elettroniche possano provocare attacchi epilettici è inverosimile

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Qualcuno ha addirittura citato Benjamin Franklin per commentare il nuovo paper pubblicato dalla FDA – Food and Drug Administration (l’Autorità statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici):

One of the greatest tragedies in life is the murder of a beautiful theory by a gang of brutal facts”. 

Le sigarette elettroniche potrebbero provocare attacchi epilettici”. E’ questo il nuovo allarme lanciato dalla FDA che purtroppo prevediamo troverà ampio spazio sulle testate giornalistiche di mezzo mondo.

Secondo la nota autorità statunitense, si sarebbero registrati casi di attacchi epilettici tra utilizzatori di sigarette elettroniche.

Le cause potrebbero essere riconducibili alla deglutizione, probabilmente accidentale, di liquidi contenenti nicotina.

La letteratura  scientifica, a tal proposito, ha più volte riportato una correlazione tra assunzione di nicotina e episodi di epilessia.

Quello che l’agenzia non precisa è che dal 2010 al 2019 i casi di epilessia registrati sono stati in totale 35 tra coloro che hanno dichiarato di aver fatto uso di sigaretta elettronica e che questo numero è ridicolmente basso se confrontato con i 3.5 milioni di casi di epilessia registrati nello stesso lasso di tempo negli US.

Pertanto, l’allarme lanciato dalle autorità americane non è comprovato dalle evidenze ed è semplicemente quello che l’FDA vuole che sia: un allarme” – secondo quanto sostiene stamane il prof. Riccardo Polosa .

Sebbene gli esperti dell’FDA ci tengano a precisare che i casi potrebbero essere di più di quelli registrati, è inammissibile che un’autorità sanitaria di così alto profilo possa lanciare un’allerta epilessia sulla base di una manciata di casi riportati da consumatori e per nulla verificati dagli operatori sanitari. A conti fatti stiamo parlando di 3 o 4 casi all’anno con i quali si vuole spaventare e confondere il pubblico. Quale è il dato di riferimento su cui rapportare una incidenza presunta di 3-4 casi all’anno? Qual è il dato di incidenza di attacchi epilettici nella popolazione generale e nei fumatori negli US?” – questo è quanto si è chiesto il direttore del CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da fumo dell’Università degli Studi di Catania.

Anche se – ha spiegato lo scienziato catanese – il fumo di sigaretta è incluso nella lista dei sospetti per alcuni casi di epilessia, non è dato sapere quale sia la sostanza killer responsabile dello scatenamento e comunque ci sono pochi dati che associano il fumo di sigaretta all’attacco epilettico”. 

Inoltre, qualsiasi analisi che voglia chiarire un rapporto di causa-effetto tra fumo (o nicotina) ed epilessia necessita di una valutazione seria e approfondita degli altri più noti e comuni fattori scatenanti come stress emotivo, deprivazione del sonno, affaticamento, o persino la comparsa di febbre. 

E’ banale persino precisare che se l’FDA avesse ragione nell’affermare che la nicotina emessa dai prodotti da svapo dia epilessia, milioni di svapatori dovrebbero esserne affetti già da tempo. 

In oltre 10 anni di esperienza sul campo non mi è mai capitato un solo attacco epilettico tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche che seguiamo al CPCT Centro di Prevenzione e Cura del Tabagismo di Catania” – ha concluso Polosa.

Centro Antifumo di Catania: “I minori iniziano fumando, non svapando”

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Troppi i giovani che fumano ed è ancora troppo facile comprare le sigarette per i minori. Questi i dati della terza indagine della sorveglianza Gyts (Global Youth Tobacco Survey), realizzata in oltre 180 Paesi del mondo e finalizzata al monitoraggio dei comportamenti legati all’uso dei prodotti del tabacco fra gli adolescenti, presentata stamane al ministero della Salute. 

I prodotti da fumo più utilizzati tra i giovani italiani di 13-15 anni sono le sigarette di tabacco (1 su 5 le fuma quotidianamente) e le sigarette elettroniche (18%). Riguardo la sigaretta elettronica, invece, i dati mostrano in soli 4 anni che la sua diffusione è diventata paragonabile a quella della sigaretta tradizionale.

Troppo facile ancora l’accesso all’acquisto di sigarette tradizionali presso le tabaccherie malgrado l’inasprimento della normativa.

L’accesso alla sigaretta elettronica è prettamente di comunità: 8 ragazzi su 10 la ottengono da un amico, il resto l’ha acquistata attraverso diversi canali (rivenditore, farmacia, Internet, ecc).

I dati sulla volontà di smettere di fumare non sembrano cambiare nel tempo. Risulta alta la percezione dei ragazzi di poter smettere quando vogliono (81%), però poco più della metà ha tentato realmente di farlo negli ultimi 12 mesi. Solo 1 intervistato su 2 ha ricevuto un aiuto per riuscire in questo intento.

Dati importanti che però non convincono completamente i ricercatori del CPCT entro per la Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania:

Riceviamo ogni anno giovani fumatori tra i 17 e i 25 anni, sia uomini che donne, che hanno bisogno di curare il tabagismo. Abbiamo numerosi accessi e tutti arrivano per smettere di fumare le bionde“.

A confermarlo è la dott.ssa Marilena Maglia, una delle ricercatrici del CoEHAR che da anni collabora con il Centro Antifumo del Policlinico di Catania. In una recente intervista la dottoressa Maglia ha spiegato la difficoltà di trattare questo tipo di pazienti fumatori.

“L’importante – spiega Marilena Maglia – è creare un’alleanza sincera e duratura con loro. Per far smettere di fumare i giovani è impensabile far leva sulla paura. Il divieto di consentire loro di utilizzare le e-cig per ridurre i danni da fumo non è sempre la soluzione più efficace. Bisognerebbe invece valutare la situazione caso per caso“.

A proposito dei dati di Global Youth Tobacco, abbiamo chiesto alla dott.ssa Maglia quanti casi sono stati registrati nel Centro di ricerca catanese rispetto a giovani che hanno iniziato con la sigaretta elettronica senza prima passare dal fumo di sigaretta convenzionale:

“Nessuno” – ha detto.

In America ancora fumatori in calo

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Una buona notizia arriva dall’America dove si fuma sempre meno. Nelle prime quattro settimane del mese di marzo, le vendite di sigarette hanno subito un fortissimo calo.  

Secondo i dati di Nielsen, azienda leader mondiale nelle ricerche di mercato, rispetto a un anno fa il volume delle vendite è diminuito dell’8,8 per cento.

Questo calo, è dovuto ad un numero sempre crescente di fumatori che abbandona la sigaretta tradizionale per passare al vaping. 

La vendita di sigarette elettroniche, dunque, continua a crescere  guadagnando fette di mercato mese dopo mese. 

Questo calo rappresenta un’ulteriore conferma della crisi che l’industria del tabacco ha iniziato ad affrontare dalla seconda metà del 2018, momento in cui il mercato delle sigarette ha iniziato a registrare un calo nelle vendite consistente, mediamente superiore al 5%. 

L’impatto di questa crisi è di per sé significativo, poiché un calo annuo dell’1% nei volumi di sigarette vendute si traduce in circa 125 milioni di pacchetti di sigarette combustibili che scompaiono dal mercato statunitense.

Ma se in America diminuiscono i fumatori, in Italia qual è la situazione ?  

Sono 12,2 milioni i fumatori e rappresentano il 23,3% della popolazione (22,3% nel 2017). Diminuiscono le donne tabagiste: il 19,2% rispetto al 20,8 dello scorso anno contro il 27,7% degli uomini rispetto al 23,9% del 2017. Gli ex fumatori sono invece il 12,9% e i non fumatori il 63,8%. Tra i 25 e i 44 anni abbiamo la prevalenza più alta di fumatori tra i maschi (35,7). Mentre nella fascia d’età 45-64 anni la prevalenza più alta è tra le donne (26,2). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi. Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica la prevalenza di uomini fumatori è uguale su tutto il territorio. La prevalenza delle donne invece è più alta al Nord (22,6%) rispetto al Sud (17,8) e al Centro (13,8). Si fumano principalmente sigarette confezionate (92,3%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo prevalente di sigarette fatte a mano (16,9%), significativamente più diffuso tra i giovani. 

Inoltre, in Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 1,1 milioni. Di questi il 60,3% sono fumatori, il 32,3% sono ex-fumatori e il 7,4% non ha mai fumato. Per quanto riguarda l’uso dei prodotti del tabacco di nuova generazione (tabacco riscaldato), li ha provati il 2,7% della popolazione, circa 1,4 milioni di persone. Di questi il 54,5 sono fumatori, l’11,4 ex fumatori e il 34,1 non ha mai fumato. La notorietà di questi prodotti in tre anni è quasi triplicata passando dal 21,5% al 52,3%. 

Questi sono solo alcuni dati del rapporto nazionale italiano sul fumo 2018.

Che cosa ci riserverà in termini statistici il 2019? Lo scopriremo a breve …

Il Santone dello svapo: “Ho smesso senza avere voglia di farlo”

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Ai microfoni di Gabriella Finocchiaro per la rubrica Gli influenti dello svapo, uno dei youtuber più noti del settore: il Santone dello Svapo.

Un validissimo strumento per aiutare i fumatori a smettere. Io mi sono trovato a smettere senza avere voglia di farlo“.

La Nuova Zelanda promuove le e-cig con una campagna di informazione

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Una bella ed efficace iniziativa viene lanciata dalla Nuova Zelanda: l’obiettivo è quello di incentivare il passaggio a forme di consumo del tabacco meno dannose – tra le quali vi sono incluse le sigarette elettroniche – che siano propedeutiche, in un secondo momento, alla completa cessazione.

La HPA (Health Promotion Agency) ha spiegato quelli che saranno i termini e gli obiettivi di questa iniziativa , tramite una nota diramata dal proprio sito ufficiale: “Abbiamo lavorato allo sviluppo di una campagna di informazione pubblica per incoraggiare e supportare i fumatori a passare al vaping”.

Per molti tabagisti incalliti, spesso passare allo ‘svapo‘, ossia all’utilizzo di una e-cigarette, rappresenta il primo passo per smettere di fumare completamente. 

I ricercatori hanno affermato che i risultati dello studio sarebbero applicabili anche all’Australia poiché, come ha spiegato Tony Blakely, docente dell’Università di Melbourne e uno degli autori principali della ricerca: “Nuova Zelanda ed Australia sono ragionevolmente simili in termini di percentuale di fumatori e malattie legate al fumo”.

Secondo l’indagine, pubblicata da ‘Epidemiology‘, il risultato più probabile di un aumento dell’utilizzo di e-cigarette sarebbe un beneficio per la salute equiparabile all’aggiunta di 19 giorni di salute alla vita di ogni neozelandese.

Poiché l’impatto a lungo termine dell’uso delle sigarette elettroniche è ancora incerto, la ricerca quantifica il ‘guadagno’ di “healthy days” in un range che va da due a 37 giorni; in generale, l’impatto complessivo viene considerato positivo sulla base di presupposti altamente realistici.

Lo studio sottolinea inoltre come una maggiore diffusione del vaping – attraverso la liberalizzazione del mercato delle sigarette elettroniche – porterebbe anche dei benefici di natura economica: il risparmio sarebbe stato quantificato in 3.4 miliardi di dollari neozelandesi (una media tra un minimo di 370 milioni e oltre 7 miliardi).

Rispetto  all’Australia, dove la commercializzazione delle sigarette elettroniche è soggetta a diversi tipi di limitazioni, la Nuova Zelanda ha di recente rimosso alcune restrizioni, consentendo agli adulti di accedere alla nicotina vaporizzata senza bisogno della prescrizione medica.

Viene anche raccomandato  che i prodotti per il vaping vengano venduti corredati da consigli qualificati sulle modalità di utilizzo. 

Coral Gartner, ricercatore e professore associato dell’Università di Queensland e coautore dello studio, ha spiegato che “politiche più severe sulle sigarette tradizionali, come ad esempio la riduzione dei punti vendita, potrebbe funzionare in tandem con un più ampio accesso ai prodotti per il consumo di nicotina vaporizzata, così da ottenere il massimo vantaggio dal punto di vista della salute pubblica“.

Inoltre, ha sottolineato ancora Gartner, vanno adottate misure che limitino il fenomeno del fumo giovanile tramite determinate restrizioni e una specifica regolamentazione per la distribuzione dei prodotti per lo svapo.

Ma in Italia qual è la situazione?

Sappiamo che ormai da tempo c’è il divieto di fumare nei luoghi pubblici ma può essere aggirato inalando una sigaretta elettronica (il cosiddetto ‘svaping’ o ‘svapo’, all’italiana) poiché questo genere di dispositivo, salvo alcune limitazioni, può essere utilizzato laddove le comuni sigarette sono vietate.

Esse rappresentano un’alternativa meno dannosa per la salute rispetto alle tradizionali sigarette e spesso sono la prima scelta di chi intende progressivamente smettere di fumare.

Anche noi auspichiamo un’efficace campagna di informazione in Italia, poiché tutto ciò che limita o addirittura elimina e incoraggia a smettere di fumare, ci rende più belli e sani …provare per credere !!!!

Nel mondo resterà solo l’Etna a fumare

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Il CoEHAR, il Centro di Ricerca dell’Università degli Studi di Catania per la Riduzione del Danno da Fumo, ha premiato ieri un gruppo di studenti del Liceo Statale Francesco De Sanctis di Paternò con uno dei bonus cultura previsti dal progetto “Education for a smoke Free World“.

I ragazzi di Paternò hanno partecipato ad una intera giornata di escursione sull’Etna, guidata dall’associazione Maremonti. Con loro c’erano anche i docenti dell’istituto, i referenti del centro universitario e alcuni giornalisti del territorio.

“Nel mondo resterà solo l’Etna a fumare” ha detto il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, durante la cerimonia inaugurale svoltasi lo scorso Dicembre presso la Torre Biologica dell’Università degli Studi di Catania.

Ricordiamo che “Education for a smoke Free World” è il progetto che ha coinvolto gli studenti di tre scuole del comprensorio etneo che hanno realizzato video amatoriali per combattere il fumo. In palio, una serie di Bonus Cultura per gli studenti, ovvero giornate dedicate alla scoperta di luoghi e tradizioni del territorio siciliano.

Già nelle scorse settimane, gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “Antonio Bruno” di Biancavilla e dell’Istituto Comprensivo Statale “Campanella/Sturzo” di Catania hanno partecipato alla mostra dedicata a Salvador D’Alì allestita al Castello Ursino.

Ieri, invece, è stata la volta del De Sanctis di Paternò, premiato appunto con una visita guidata tra i sentieri del vulcano, tra meraviglie della natura e panorami mozzafiato.