giovedì, Luglio 31, 2025
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#BackVapingBeatSmoking: la WVA al Parlamento Europeo

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WVA Back Vaping Beat Smoking

La World Vapers’ Alliance lancia la campagna Back Vaping.Beat Smoking con un incontro con i membri del Parlamento Europeo a Strasburgo e un’installazione artistica di protesta

Regolamentazione e lotta alla disinformazione: sono questi i due capisaldi dell’azione della World Vapers’ Alliance, che ha lanciato il tour della nuova campagna informativa Back Vaping. Beat Smoking.

Il tour on the road toccherà diversi paesi europei, tra cui Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Italia, Portogallo e Belgio, attraverso eventi, incontri con i rappresentanti politici e installazioni artistiche in grado di trasmettere il vero senso dell’iniziativa.

La campagna ha preso il via proprio a Strasburgo, dove la World Vapers’ Alliance (WVA) ha recapitato al Parlamento europeo un messaggio chiaro, ovvero che lo svapo può salvare 19 milioni di vite in Europa.

I rappresentanti della WVA si sono incontrati con diversi membri del Parlamento europeo per presentare la “Direttiva sui prodotti per lo svapo”, discutendo sulle decisioni che permettano ai prodotti a rischio modificato di essere ritenuti un valido strumento di salute pubblica.

In occasione dell’incontro, la WVA ha inoltre rivelato un’installazione artistica di protesta davanti alla sede del Parlamento europeo.

Back Vaping. Beat Smoking viene lanciata mentre la legislazione europea sul tabacco, la cosiddetta Direttiva sui prodotti del tabacco (TPD), è in fase di revisione da parte dei legislatori europei.

La World Vapers’ Alliance ha partecipato al bando sull’udienza pubblica della commissione europea per la presentazione delle prove in merito ai divieti sugli aromi e l’eccessiva regolamentazione.

La World Vapers’ Alliance funge così da cassa di risonanza per le voci della comunità europea dello svapo a Strasburgo e in tutta Europa, per fare in modo che lo svapo sia riconosciuto come un efficace strumento di riduzione del danno con il potenziale per salvare la vita di 19 milioni di fumatori in Europa.

Michael Landl, direttore della World Vapers’ Alliance ha dichiarato:

Sostenendo lo svapo, possiamo battere il fumo e salvare 19 milioni di vite attraverso una regolamentazione ragionevole. Il bando da parte dell’unione Europa ha registrato un numero record di 24.000 risposte, a dimostrazione del fatto che i consumatori vogliono adottare il principio della riduzione del danno da tabacco e lo svapo ha dimostrato di essere ad oggi uno degli strumenti più di successo in questo settore.

L’Unione Europea deve porre fine alle attuali discussioni in merito ai divieti degli aromi e lo svapo deve essere mantenuto accessibile e a prezzi ragionevoli. È giunto il momento che l’Unione Europea approvi pienamente il principio della riduzione del danno da fumo e renda il vaping lo strumento principale della sua azione”.

La campagna è stata lanciata oggi a Strasburgo, in Francia, con l’installazione artistica di protesta Don’t Let 19 Million Lives Fall e si diffonderà in dieci città in sei paesi tra ottobre e novembre 2022.

Ospiteremo eventi e proteste in Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Italia, Portogallo e Belgio per attirare l’attenzione su uno degli atti legislativi più cruciali per il futuro dello svapo. È tempo che i politici ascoltino i consumatori e la scienza“, ha affermato il direttore della WVA, Michael Landl.

La WVA ha anche lanciato una petizione contro le normative dannose per lo svapo come i divieti sugli aromi o l’elevata tassazione dei prodotti del vaping. Le firme saranno consegnate ai membri del Parlamento europeo al termine del tour a novembre.

(Dal comunicato stampa dell’associazione)

Maxi review UK su 400 studi internazionali: ecig meno dannose 

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uk review 400 ecig

Una review indipendente condotta dai ricercatori inglesi del King’s College di Londra su oltre 400 studi internazionali conferma che i prodotti privi di combustione, come le ecig, sono meno dannosi rispetto alle sigarette convenzionali

La domanda “le ecig sono meno dannose delle sigarette convenzionali?” non ha più margine di interpretazione: numerose review internazionali dimostrano che i prodotti a rischio modificato presentano una minor percentuale di rischio rispetto alle sigarette tradizionali.

Ultima in ordine di tempo a confermare l’asserzione, una review indipendente dei ricercatori del King’s College di Londra, che hanno portato a termine una delle più vaste e, fino ad ora, più approfondite review in materia di fumo elettronico.

I ricercatori inglesi hanno incluso nel report, commissionato dall’Office for Health Improvement and Disparities del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale, oltre 400 studi condotti a livello mondiale. 

I risultati?

Sebbene il vaping non sia totalmente privo di rischi, soprattutto per chi non ha mai fumato, comporta una piccola percentuale di rischio nel breve e medio termine se paragonato al ben più tossico fumo di sigaretta.

La review ha indagato diversi aspetti legati al vaping, compresi tipologie diversi di soggetti e di prodotti utilizzati, gli effetti sulla salute (sia in termini assoluti che quando paragonati al fumo convenzionale) e la percezione dei consumatori in merito ai rischi relativi.

Secondo i ricercatori, i fumatori che decidono di passare al vaping sperimentano una “riduzione sostanziale” nell’esposizione alle sostanze tossiche causa di cancro, patologie polmonari e cardiovascolari, ma avvertono comunque chi non ha mai fumato di non iniziare con nessuna delle alternative del consumo di tabacco.

Uno tra i maggior volumi di ricerca evidenziati dalla review, e dove quindi vi erano più prove a sostegno, riguarda i biomarcatori di esposizione: i livelli di nitrosammine specifiche del tabacco, composti organici volatili e altri componenti tossici implicati nelle principali malattie causate dal fumo sono stati trovati a livelli significativamente più bassi tra i vapers.

Tra chi svapa, i livelli complessivi di nicotina erano inferiori o simili a quelli dei fumatori.

Un dato interessante emerso dal report è sicuramente quello relativo alla percezione da parte dei consumatori dei rischi connessi allo svapo: nel 2021, solo il 34% degli adulti che fumavano percepiva che lo svapo era meno dannoso del fumo, mentre solo l’11% dei fumatori adulti sapeva che la nicotina non era la causa principale dei rischi per la salute legati al fumo di tabacco.

Per quanto riguarda l’abitudine tabagica in Inghilterra tra gli adulti, si evidenzia come i tassi del fumo siano diminuiti con l’aumento del vaping, ma la stessa tendenza non si sta verificando tra i più giovani.

Secondo il rapporto, il fumo tra gli 11 e i 18 anni di età è passato dal 6,3% nel 2019 al 6% nel 2022, mentre lo svapo è passato dal 4,8% all’8,6%.

Nell’ultimo anno, i tassi di svapo sono raddoppiati tra i giovani tra i 16 e i 18 anni, ma l’aumento più sorprendente riguarda l’uso dei nuovi dispositivi per il vaping usa e getta, che ora sono utilizzati da più della metà dei giovani vapers, rispetto al 7,8% dell’anno scorso.

La pubblicità, il packaging e la commercializzazione di prodotti usa e getta per i giovani dovrebbero essere attentamente valutati e, laddove sia necessario, si devono adottare misure proporzionate per ridurre l’attrattiva verso i giovani“, dichiarano gli autori dello studio, che mettono in guardia dell’aumento nell’uso di questi dispositivi tra le fasce più giovani della popolazione. 

Dovremmo garantire ai fumatori adulti il giusto supporto, che includa informazioni accurate sul minor rischio del vaping rispetto al fumo e su come i dispositivi privi di combustione possano aiutarli a smettere di fumare, offrendo al contempo il giusto supporto educativo ai giovani che non avrebbero mai fumato, per scoraggiarli dall’iniziare a svapare, oltre che migliorare le norme sull’età di vendita e sulle restrizioni pubblicitarie”, ha affermato Lion Shahab, professore di psicologia della salute e co-direttore del Tobacco and Alcohol Research Group, presso l’University College di Londra

Se questo equilibrio può essere raggiunto, le sigarette elettroniche possono svolgere un ruolo importante nel relegare le sigarette convenzionali ai libri di storia nel Regno Unito“.

Polosa a GTFN: “Adesso il Governo si occupi di riduzione del rischio”

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Fonte: Adnkronos

“Un confronto aperto, qualificato, maturo, e non pregiudiziale non può che essere un vantaggio per i fumatori e per la società. Bisogna andare oltre la circolazione di notizie sensazionalistiche, che molto spesso non rispecchiano alcuna solidità scientifica”. Non ha dubbi Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, intervistato dall’Adnkronos in occasione della dodicesima edizione del Global Tobacco and Nicotine Forum, il meeting più importante al mondo dedicato alla discussione delle politiche e del futuro delle industrie del tabacco e della nicotina, in programma a Washington del 27 al 29 settembre.

“Il dato Istat a Maggio 2022 – ricorda Polosa – ci ha detto che i fumatori in Italia sono circa 10 milioni, ovvero quasi il 19% della popolazione. I dati sembrano inoltre indicare un lieve aumento rispetto al 2019, che probabilmente dipende dal difficile periodo legato alla pandemia, che ha inciso pesantemente nelle abitudini di fumatori ed ex-fumatori”. A fonte di questo dato allarmante, però, non si registrano risultati incisivi nella lotta al tabagismo e anzi, sebbene smettere di fumare rimane la migliore scelta possibile che non tutti i fumatori vogliono o riescono a perseguire, Polosa osserva come “si tende a snobbare l’unica vera innovazione nel campo del controllo del tabagismo: il vapagismo e l’uso di prodotti combustion-free a tabacco riscaldato”.

“In Inghilterra – spiega l’esperto – una politica liberale nei confronti della sigaretta elettronica ha determinato un crollo nel numero di fumatori in quel Paese. Cosa stiamo aspettando in Italia? Bisogna ripartire da una cultura della salute consapevole, che includa la riduzione del rischio come soluzione integrante del problema tabagismo. In tempi di nuovi riassetti politici, credo proprio che al prossimo governo sia dato il compito di ristabilire le linee guida delle politiche di salute pubblica e determinare finalmente la strada verso la corretta prevenzione e l’adozione di politiche della riduzione del rischio”, aggiunge.

“Le politiche di riduzione del danno non riguardano solamente il mondo del tabagismo, ma le vediamo applicate con successo in altri settori, anche nella vita di tutti i giorni”, ricorda Polosa citando alcuni esempi concreti: “L’uso del casco in motorino, o della cintura in macchina, sono un esempio comune di situazione di vita reale dove si cerca di mitigare il rischio derivante da una situazione”.

“Parliamo quindi di un approccio multisettoriale, che permette di mitigare le conseguenze dannose a livello sociale, di salute ed economico di un’azione. Strategie che da anni vengono impiegate per quanto riguarda il consumo e la dipendenza da sostanze stupefacenti”, aggiunge.

“Purtroppo, per quanto riguarda il mondo del tabagismo e del controllo del tabacco, esistono differenze abissali a livello mondiale: ci sono paesi, come l’Inghilterra, dove le sigarette elettroniche sono parte integrante dell’attività promossa dagli organi di salute pubblica e vengono consigliate dal personale sanitario, e paesi meno tolleranti, dove vige tutt’ora un approccio “o smetti o muori”, che ormai sappiamo non portare ai risultati sperati”, puntualizza l’esperto.

Anche sul fronte della ricerca scientifica ci sono risultati significativi e l’Italia è pioniera in questo campo, come spiega Polosa: “Ormai le evidenze scientifiche che dimostrano la ridotta tossicità dei dispositivi elettronici rispetto al fumo combusto sono solide e ciò dipende da diversi fattori: in primis, il progresso tecnologico ha portato alla creazione e alla commercializzazione di prodotti più efficaci, con un impatto sicuramente diverso in termini di salute rispetto ai primi prototipi. In secondo luogo, abbiamo a disposizione dati nel lungo periodo che dimostrano il potenziale di questi strumenti anche nella diminuzione nelle comorbidità di determinate patologie, come ad esempio malattie polmonari, quali la Bpco o l’asma o malattie cardiovascolari”.

“Inoltre, le metodologie della ricerca di settore sono cambiate- aggiunge l’esperto -. Al Coehar abbiamo portato avanti un progetto che conta la partecipazione di svariati laboratori internazionali che hanno replicato in maniera indipendente e standardizzata alcuni tra i più noti studi del settore, per ovviare a uno dei principali punti deboli della ricerca di settore: la mancanza di replicabilità”.

“Siamo i primi al mondo ad aver valutato scientificamente i prodotti a rischio ridotto stabilendo imprescindibilmente alcuni criteri di efficacia che sono ormai ripetuti in tutti i Paesi”, continua Polosa: “Al Coehar siamo quasi a quota 100 pubblicazioni sul tema. L’Italia, con Catania in testa, ha scritto la storia di questo settore di ricerca e che le ecig siano molto meno dannose delle sigarette convenzionali è ormai un dato scientifico consolidato. Quello su cui adesso dobbiamo è l’azione sanitaria. Servono urgentemente interventi di salute pubblica che mirino a promuovere i prodotti a rischio ridotto come strumenti efficaci nella lotta al fumo”, conclude.

Presentati a Padova due nuovi progetti su salute mentale e fumo

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salute mentale Padova fumo

Pasquale Caponnetto, membro del CoEHAR, ha presentato durante il XXX congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia di Padova due nuovi protocolli, Genesis e Ceasefire, sulla dipendenza tabagica, la salute mentale e i dispositivi a rischio modificato.

Comprendere i meccanismi psicologici alla base di una dipendenza è uno dei pilastri fondamentali per scardinarla: l’abitudine tabagica, ad esempio, innesca una serie di comportamenti rituali che sono difficili da eradicare, soprattutto tra coloro che fumano da parecchio tempo.

Il supporto e l’assistenza dei professionisti della salute mentale nei percorsi dedicati alle cessazione dal fumo di sigaretta sono necessari per aumentare le possibilità di riuscita.

Il Congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia a Padova

Percorsi oggetto di diversi studi da parte del CoEHAR dell’Università di Catania.Nell’ambito del XXX congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia che si svolge a Padova dal 27 al 30 settembre, il prof. Pasquale Caponnetto, docente a contratto di psicologia clinica delle dipendenze dell’Università di Catania e membro del CoEHAR, ha presentato alla platea di esperti italiani due nuovi protocolli firmati dal centro di ricerca catanese, gli studi Genesis e Ceasefire.

Lo studio Genesis offre uno strumento di Health Epowerment per una popolazione, quella dei pazienti schizofrenici, che fino ad ora non è stata supportata attivamente nei protocolli di smoking cessation.

Il progetto Ceasefire fornisce evidenze sull’uso di prodotti a tabacco riscaldato associato a supporto psicologico come ulteriore arma per il trattamento antifumo.

Protocolli innovativi, che mettono al centro la salute mentale del paziente e i meccanismi ambientali e comportamentali che innescano la dipendenza, soprattutto in popolazioni sensibili come i pazienti schizofrenici.

Entrambi i progetti  prevedono un trattamento combinato di assistenza psicologica e utilizzo di dispositivi di nuova generazione privi di combustione, sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato in primis.

Un’occasione, quella del convegno, per sensibilizzare i professionisti del settore a nuovi metodi di ricerca, rendendoli partecipi degli importanti traguardi raggiunti dal CoEHAR nel campo della salute mentale e dell’utilizzo dei prodotti elettronici a rilascio di nicotina, dispositivi che mimano l’esperienza del fumo di sigaretta con un profilo di rischio molto più basso rispetto al fumo convenzionale.

Per ulteriori informazioni, alleghiamo il link del Congresso

A Catania, anche “Sharper” sarà contro il fumo

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Il 30 Settembre l’Europa festeggia la ricerca. Si terrà infatti come ogni anno in molte città d’Europa la “Notte dei Ricercatori”, un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005 che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei.

In Italia le città coinvolte sono: Ancona, Cagliari, Camerino, Catania, Genova, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia, Sassari, Terni e Trieste.

SHARPER è coordinato dalla società di comunicazione scientifica Psiquadro, in collaborazione con un consorzio che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN, cinque Università: l’Università Politecnica della Marche, l’Università di Cagliari, l’Università di Catania, l’Università di Palermo, l’Università di Perugia, il museo Immaginario Scientifico di Trieste, l’associazione Observa Science in Society. Partecipano inoltre come partner associati l’Università di Camerino, l’Università di Genova, l‘Università di Macerata e l’Università di Sassari.

L’obiettivo è di creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante

L’Università di Catania ha preparato un programma che spazia dai temi di frontiera della ricerca di base alle applicazioni tecnologiche nei campi più disparati. Interdisciplinarietà e sfide per il futuro sono il filo conduttore del programma.

Come ogni anno, anche il CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania, in collaborazione con la Lega Italiana Anti Fumo LIAF, saranno partner ufficiali dell’evento.

Nello specifico, a Piazza Università – Palazzo San Giuliano – LIAF accoglierà i fumatori che vogliono ricevere informazioni per smettere di fumare con i consulenti dedicati.

Alle ore 18.30 a Palazzo San Giuliano si terrà il CoEHAR Talk, un momento dedicato alla scienza e alla ricerca da condividere con gruppi di ricercatori e famiglie. A condurre il talk ci saranno il prof. Pasquale Caponnetto, coordinatore del CPCT Centro di Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico di Catania, ed il prof. Massimo Caruso, co-project leader del CoEHAR.

Stress ossidativo: quali sono gli effetti delle ecig?

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Una review indipendente del progetto Replica del CoEHAR ha paragonato gli effetti del fumo di sigaretta e dei prodotti a rischio ridotto sullo stress ossidativo, un fattore noto come il precursore delle cosiddette patologie fumo-correlate (condizioni cardiovascolari e polmonari, tumori).

Il panorama scientifico internazionale si orienta sempre di più verso una maggiore comprensione dei principi infiammatori causati dal fumo di sigaretta, soprattutto quando paragonati a quelli delle sigarette elettroniche.

Uno dei fattori principali alla base dell’insorgenza di specifiche patologie fumo-correlate è il cosiddetto stress ossidativo, termine che indica l’insieme delle alterazioni che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche quando queste sono esposte ad un eccesso di agenti ossidanti.

Alterazioni che possono essere indotte sia da fattori endogeni che esogeni: il fumo di sigaretta, insieme all’inquinamento, è una delle principali cause esogene che comporta un’alterazione della stabilità metabolica, deviazione che porta alla condizione di stress ossidativo.

Le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono ormai inseriti all’interno delle strategie di riduzione del danno, ma, se paragonate alle sigarette, qual è il loro impatto in termini di stress ossidativo?

Valutare i rischi connessi permette non solo di ampliare la base scientifica a sostegno delle scelte di milioni di fumatori e svapori in tutto il mondo, ma contribuire ad una maggiore comprensione dei meccanismi di infiammazione.

È per questo che i ricercatori del progetto Replica, uno dei principali progetti portati avanti dal CoEHAR, hanno condotto una review indipendente e completa sulla letteratura di settore, paragonando gli effetti in termini di stress ossidativo del fumo di sigaretta con quelli delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato.

Secondo la review “The Impact of Tobacco Cigarettes, Vaping Products and Tobacco Heating Products on Oxidative, sebbene le ecig siano meno dannose delle sigarette convenzionali, sono emerse limitazioni sperimentali e procedurali negli studi analizzati.

Gli studiosi hanno inoltre notato lacune in merito agli effetti degli aromi artificiali utilizzati per le sigarette elettroniche e sulle conseguenze del loro utilizzo a lungo termine.

L’uso di una varietà di modelli in vitro e in vivo e i regimi di puffing non standardizzati sono questioni importanti per la valutazione degli effetti dei dispositivi elettronici ed è fondamentale determinare se e come le condizioni di esposizione possano essere trasposte a situazioni del mondo reale.

LA REVIEW

Lo stress ossidativo è coinvolto nella patogenesi di diverse malattie respiratorie, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e le sue comorbidità, come l’asma, la fibrosi polmonare e la fibrosi cistica.

Sebbene gli effetti deleteri del fumo di sigaretta siano ben consolidati, è ancora in corso un dibattito sul potenziale effetto dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina sui livelli di stress ossidativo.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi in vitro e in vivo con conclusioni spesso diverse e talora in netto contrasto tra loro, segno che le limitazioni sperimentali possono condurre a risultati differenti che confondono la platea di consumatori e il regolatorio. 

Lo stress ossidativo e l’infiammazione derivanti dal fumo di sigaretta e dall’esposizione agli agenti inquinanti hanno un ruolo prevalente nel danno vascolare e nella disfunzione endoteliale.

È stata dimostrata una chiara relazione tra fumo e malattie cardiovascolari, tra cui aterosclerosi e ipertensione, malattie coronariche e insufficienza cardiaca.

Per quanto riguarda le ecig, la letteratura di settore evidenzia come, in realtà, ci sono dati limitati e contrastanti sui potenziali effetti sullo stress ossidativo correlato ai rischi cardiovascolari. 

Nonostante la rilevanza dei risultati riportati in questa revisione, sono emerse preoccupazioni per quanto riguarda i limiti sperimentali e procedurali notati, soprattutto per quanto riguarda i metodi di esposizione degli studi in vitro.

Inoltre, sono indispensabili ulteriori studi per valutare gli effetti degli aromi utilizzati nello svapo.

Alcuni di questi aromi sembrano possedere proprietà nettamente antiossidanti, mentre altri potrebbero avere un pericoloso potere pro-ossidante. Futuri studi dovrebbero valutare i diversi aromi ed il loro comportamento in base anche alle condizioni di utilizzo.

Ad oggi, le evidenze scientifiche disponibili costituiscono un puzzle di informazioni, che, nonostante i vari limiti discussi, mostra già un impatto ridotto degli ENDS sullo stress ossidativo rispetto al fumo di sigaretta, anche se non lo eliminano del tutto.

Cosa significa prevenire l’esposizione ai rischi del cancro? Lo studio pubblicato su The Lancet

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Il cancro è la seconda causa di morte nel mondo. Conoscere l’esposizione ai fattori di rischio gioca un ruolo importante quando si parla di prevenzione. Soprattutto dal momento in cui la metà dei decessi a causa del cancro è strettamente connessa a cause che sappiamo essere predicibili. L’uso di alcol e tabacco è ancora oggi tra le principali cause, a seguire l’obesità.

A confermarlo uno studio di cui fanno parte diversi medici dell’ateneo catanese pubblicato su The Lancet e che ha rilevato come 4,45 milioni di decessi per tumore siano associati a uno dei 34 fattori di rischio ritenuti prevenibili. Secondo il Global Burden of Disease (GBD) programma di ricerca sull’impatto delle principali malattie nel mondo, questo dato a livello globale rappresenta il 44,4%.

Sebbene alcuni tipi di tumore non siano prevenibili, si può lavorare per creare e supportare un ambiente che riduca al minimo l’esposizione ai noti fattori di rischio del cancro. Lo studio, finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation, non è il primo a giungere a questa conclusione ma l’ampiezza e la specificità lo contraddistinguono.

Ma quali sono gli aspetti più interessanti che sono emersi dallo studio?

Il primo è stato individuare il collegamento tra 23 forme di tumori e 34 diversi fattori di rischio e suddividerli in diverse categorie come quella ambientale e occupazionale, comportamentale o metabolica. La suddivisione dei dati per anno, fascia di età, sesso, causa e luogo ha consentito ai ricercatori dello studio di determinare quali abitudini sono state associate al maggior numero di decessi per cancro.

Ad avere importanza anche altri aspetti come quello di genere e quello geografico. Uomini e donne possono sviluppare diversi tipi di tumore o possono essere esposti ai rischi in modo diverso date le differenze anatomiche e biologiche.

Secondo i ricercatori c’è un nesso anche fra i decessi prevenibili dovuti al cancro e le fasce di povertà nel mondo. L’essere esposti ai rischi più comuni cambia tra le popolazioni a reddito più alto e quello a basso reddito. I primi tre fattori di rischio – fumo, consumo eccessivo di alcol e obesità – sono coerenti a livello globale e tra le nazioni più ricche, le nazioni più povere invece vedono il sesso non sicuro come il secondo fattore di rischio più alto. Nei paesi con meno risorse, le persone hanno maggiori probabilità di essere esposte al papillomavirus umano (HPV) e hanno meno probabilità di avere un accesso adeguato al trattamento e alle cure.

Ma ci siamo mai chiesti cosa significa prevenzione quando parliamo di tumori? Forse l’aspetto più importante dello studio si concentra proprio su questo punto. Prevenzione del cancro dovrebbe significare trovare dei validi modi per vivere una vita più sana.

Il 44% di rischio di ammalarsi di cancro potrebbe essere prevenuto se si prendesse sul serio ciò che bisogna fare per promuovere comportamenti più salutari. La ricerca che ha passato in rassegna 204 nazioni fra il 2010 e il 2019, mette in evidenza i progressi che possono essere compiuti quando grandi gruppi di epidemiologi, psicologici, medici e altri scienziati si uniscono per lavorare insieme e raccogliere questi dati. Modificare le abitudini potrebbe portare alla salvezza di milioni di persone.

In UK è vaping revolution: obiettivo paese senza fumo entro il 2030

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Lo svapo è aumentato rapidamente negli ultimi dieci anni fino a raggiungere livelli record in Gran Bretagna con circa 4,3 milioni di persone che sono vapers regolari. A dimostrarlo è il report pubblicato da Action on Smoking and Health (Ash) che spiega come l’8,3% degli adulti in Inghilterra, Galles e Scozia svapa, rispetto all’1,7% di dieci anni fa, che equivaleva a circa 800.000 persone.

Dei 4,3 milioni di vapers attualmente presenti in Gran Bretagna, circa 2,4 milioni sono ex fumatori, 1,5 milioni sono fumatori attuali e 350.000 non hanno mai fumato una sigaretta.

Le cifre mostrano anche che la percentuale degli attuali vapers che non hanno mai fumato è aumentata dal 4,9% dello scorso anno all’8,1% di quest’anno.

Nel 2022, anche il 35% degli attuali vapers fumava. Ma in questo gruppo, coloro che svapano quotidianamente fumano meno sigarette rispetto ai dual user che svapano meno frequentemente.

Il rapporto ha mostrato che le sigarette elettroniche stanno diventando particolarmente popolari tra i giovani, con i giovani tra i 18 ei 24 anni i maggiori consumatori nel 2022, con l’11%. Un dato preoccupante che si riferisce alla commercializzazione illegale tra i minori.

Hazel Cheeseman, vice amministratore delegato di Ash, ha affermato che l’aumento dei fumatori che passa allo svapo è una notizia epocale: “Le ecig – si legge in una nota – sono strumenti salvavita per coloro che lottano contro il fumo di sigaretta convenzionale“.

Allo stesso tempo, spiega Cheeseman: “Dobbiamo affrontare il recente aumento dello svapo giovanile e mettere in atto tutti gli sforzi più ampi per affrontare il problema. Il momento per l’azione del governo è ora“.

Oggi in Inghilterra ci sono cinque volte più vapers rispetto al 2012, con milioni di persone che hanno avuto accesso allo strumento per smettere di fumare con facilità e su consiglio regolare degli operatori sanitari.

Secondo gli autori, la rivoluzione dello svapo che si sta attuando in Gran Bretagna aiuterà il paese a raggiungere l’obiettivo di un “paese senza fumo entro il 2030”.

Ricerca ecig: Polosa e Goniewicz sono gli autori più influenti al mondo

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Una nuova analisi bibliometrica ha sancito che nella top ten degli studiosi più autorevoli nel campo della ricerca sulle sigarette elettroniche rientra a pieno titolo il lavoro svolto dal prof. Riccardo Polosa, eletto tra gli scienziati più influenti e prolifici del settore. Un riconoscimento della carriera professionale, ma anche una testimonianza dell’incredibile lavoro svolto dal CoEHAR e dall’Università di Catania.

La ricerca nel campo delle sigarette elettroniche è cambiata radicalmente nel corso di questo decennio, complice l’innovazione tecnologica e la necessità di fornire risposte chiare ed esaustive agli interrogativi che circondano questi prodotti.

Un trend che rispecchia l’animato dibattito sulle alternative a rischio ridotto al fumo tradizionale, che divide l’opinione pubblica e quella istituzionale tra chi ritiene sia giusto vietare in toto questi strumenti e chi invece li vede come un’alternativa efficace e salvavita per milioni di fumatori.

Nel 2013, il progetto ECLAT, condotto da un team di scienziati guidati dalla lungimiranza del prof. Riccardo Polosa, è stato il primo studio al mondo a valutare l’efficacia delle sigarette elettroniche come metodo alternativo per smettere di fumare

Da allora, la rete di collaborazioni tra l’Università di Catania e il CoEHAR, il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla riduzione del danno da fumo, ha contribuito ad alimentare il panorama scientifico con studi all’avanguardia che hanno aiutato sia i fumatori a smettere, sia le autorità di salute pubblica internazionali a decidere “secondo scienza”.

Una recente analisi “The Mapping of Global Research on Electronic Cigarettes: A Bibliometric Analysis”, ha cercato di fornire una panoramica completa del mondo della ricerca delle sigarette elettroniche tra il 2000 e il 2021.

Analizzando un totale di 7,979 risultati nel database, si è notato che il numero di ricerche è aumentato incredibilmente a partire dal 2010, raggiungendo il picco nel 2020.

Prese nel loro insieme, le pubblicazioni coinvolgono un totale di 19.837 ricercatori, e gli studiosi nella top ten della ricerca di settore contribuiscono da soli all’8.71% di tutta la produzione scientifica

Secondo la “Mapping of Global Research on electronic cigarettes”, il prof. Riccardo Polosa (CoEHAR, Centro di Eccellenza Internazionale per la Ricerca sulla Riduzione del Danno da Fumo, Università di Catania) e il prof. Maciej L. Goniewicz (Roswell Park Comprehensive Cancer Center, USA) sono gli autori più influenti e autorevoli nel campo della ricerca sulle sigarette elettroniche

Per il prof. Polosa: “L’emergere di prodotti alternativi a rischio ridotto, come le sigarette elettroniche, sta portando nuova speranza per milioni di fumatori in tutto il mondo. È ormai imperativo accelerare gli sforzi per ridurre la morbilità e la mortalità dovute al fumo di sigaretta, sovvenzionando i farmaci approvati per i percorsi di smoking cessation e promuovendo tecnologie innovative per la sostituzione dei prodotti da fumo“.

Nella top ten deli autori co-citati rientrano Konstantinos Farsalinos, in testa con 2281 citazioni, seguito da Maciej L. Goniewicz (2070, 1.88%), Jean-François Etter (1738, 1.60%), Peter Hajek (996, 0.90%), Riccardo Polosa (949, 0.86%), Christopher Bullen (936,0.85%), Jessica K. Pepper (886,0.81%), Neal Benowitz (823,0.74%). 

Anafe: “Allarme contrabbando ecig monouso. Tuteliamo gli adolescenti”

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L’estate 2022 si sta caratterizzando per il preoccupante aumento della diffusione tra i giovani di sigarette elettroniche monouso di contrabbando, commercializzate illegalmente sia tramite i social media sia attraverso alcune attività di distribuzione e rivendita all’ingrosso e al dettaglio. Si tratta di dispositivi non conformi alla normativa vigente in quanto presentano un serbatoio contenente un volume di prodotto liquido superiore a 2 ml e con una concentrazione nicotinica maggiore al livello massimo consentito dalla legge (fissato dalla normativa in 20 mg/ml, ovvero 2%), oltre a non avere affrontato le rigide analisi tecniche, tossicologiche e sulle emissioni a cui sono sottoposti i prodotti legali. È quanto avvertono con preoccupazione i produttori riuniti in Anafe Confindustria, l’Associazione Nazionale dei produttori di Fumo Elettronico.

“Siamo di fronte ad un fenomeno nuovo e allarmante. Per questo motivo stiamo segnalando costantemente da giorni alle autorità di Polizia tutti i casi di contrabbando di sigarette elettroniche, in particolare monouso. Questi prodotti illegali sono potenzialmente dannosi per la salute perché non corrispondono ai rigidi standard di qualità e alle verifiche di sicurezza previsti dalla normativa, in particolare per il contenuto di nicotina spesso ben oltre i limiti di legge. Un fenomeno pericoloso su cui è urgente porre l’attenzione soprattutto perché il target principale di questo commercio è rappresentato dai giovani, che vengono raggiunti anche tramite canali difficili da controllare come i social media”, dichiara Umberto Roccatti, presidente di Anafe.

Anafe Confindustria si pone come presidio di legalità e di lotta al consumo minorile e lavora al fianco delle forze dell’ordine per contrastare il contrabbando e prevenire situazioni che possano nuocere alla salute pubblica. “Oltre alla costante attività di segnalazione dei casi di contrabbando, l’Associazione ha pubblicato sul proprio sito un vademecum normativo che rappresenta un’indicazione chiara a tutti quegli operatori seri che vogliono continuare a operare nella legalità”, prosegue Roccatti.

Il vademecum descrive le principali violazioni di legge che si possono riscontrare sui prodotti liquidi da inalazione e rammenta che possono essere compravenduti solo e soltanto per il tramite di: rivendite di generi di monopolio (Tabaccai), esercizi autorizzati (negozi di sigarette elettroniche, farmacie e parafarmacie debitamente autorizzati), e-commerce da parte di depositari autorizzati nel territorio italiano.

“Pur essendo stato ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig rappresenta un’alternativa preferibile per i 12 milioni di fumatori che non riescono o non vogliono smettere di fumare, in ogni caso non vogliamo che i giovani inizino a fumare, neanche le e-cig. La legislazione è molto restrittiva e parla chiaro: la vendita di e-cig ai minori di 18 anni è assolutamente vietata e va impedita con ogni mezzo”, conclude Roccatti.