venerdì, Maggio 3, 2024
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La Vita in Fumo

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Quando accendete la prima sigaretta? A metà mattinata? Dopo pranzo? O appena alzati dal letto? Si tratta della domanda chiave del questionario di Fagerstrom, usato dai ricercatori per stabilire il grado di dipendenza nicotinica nei fumatori. Ovviamente, quelli che cominciano a fumare appena svegli accusano una forte dipendenza nicotinica. Chi ha sviluppato dipendenza dall’alcaloide contenuto nel tabacco sente infatti il bisogno di mantenere stabile il livello di nicotina del sangue, raggiungendo una soglia che può variare a seconda del consumo. «Dato che nel corso del riposo notturno la nicotina viene progressivamente eliminata dall’organismo, al mattino il fumatore si sveglia in uno stato di astinenza, e cerca subito le sigarette», spiega il Prof. Riccardo Polosa, responsabile del Centro Antifumo dell’Università di Catania e Presidente della Lega Italiana AntiFumo (LIAF).

Rispetto ad altre droghe, per esempio l’alcool, la nicotina ha la caratteristica di sviluppare dipendenza nella stragrande maggioranza dei consumatori, anche se in forma relativamente blanda. Ecco perché chi fuma riesce di solito a convivere, anche se con scarso entusiasmo, con i divieti. Il che non significa che possa rinunciare senza sforzo alla tentazione del tabacco. La nicotina infatti agisce a livello cerebrale innescando in diverse parti del cervello vari circuiti neuronali che portano alla liberazione di diversi neurotrasmettitori; tra questi la noradrenalina, legata ai meccanismi dell’attenzione, e la dopamina, che ha un importante ruolo fisiologico legato al soddisfacimento di appetiti fondamentali come la fame, la sete o il desiderio sessuale. Si tratta di un meccanismo che la nicotina ha in comune con altre sostanze psicoattive, e che ne spiega le attrattive. Tanto più che questa sostanza ha la capacità di stimolare una forma di adattamento neurologico — forse solo parzialmente reversibile — che potrebbe spiegare quel ”rischio ricadute” cui sono soggetti i fumatori che cercano di smettere, e che viene di solito attribuito con imprecisione a cause psicologiche.

La maggior parte dei danni imputati al fumo di sigaretta non deriva dal principio attivo, la nicotina, ma dalle altre sostanze, oltre 4000, prodotte dalla combustione del tabacco e responsabili di varie patologie tra le quali spicca, per gravità e frequenza, il tumore al polmone. La nicotina si limita a provocare gli effetti psicoattivi ricercati da chi fuma, e capaci di innescare la dipendenza e il comportamento compulsivo: «Stimola l’attenzione e la concentrazione, distende, allevia l’ansia e l’umore depresso, ha un effetto anoressizzante» precisa ancora il Prof. Polosa.

La dipendenza ha comunque una solida base fisiologica: quando la nicotina viene a mancare si manifesta uno stato di astinenza contraddistinto da tensione, irritabilità, insonnia, cefalea, astenia e vertigini. L’abitudine di cui la maggior parte dei fumatori fatica a liberarsi è però qualcosa di più complesso in quanto non è facile distinguere tra dipendenza da nicotina e dipendenza da sigaretta.

Il Benvenuto del Presidente

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Porto il saluto a tutti i visitatori del sito della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF) che mi onoro di rappresentare in qualità di Presidente. La LIAF è un’organizzazione di volontariato senza scopo di lucro che opera per ottenere una migliore qualità della vita attraverso attività mirate alla riduzione del vizio del fumo. Credo che un tema così importante ci obblighi moralmente a dare tutto il nostro sostegno alla lotta contro il fumo. Da questo dipende non solo la nostra salute, ma anche quella dei nostri figli e delle future generazioni. Non dobbiamo mai stancarci di ricordare ai nostri cari e al nostro prossimo che il fumo fa male, sempre e comunque; che non esistono eccezioni per cui il fumo possa essere considerato qualcosa di neutrale.

Tengo a precisare, che non siamo per la criminalizzazione dei fumatori, vogliamo semplicemente lanciare un messaggio per tutti coloro che volessero smettere di fumare, e questo messaggio è semplice e lineare: “possiamo aiutarvi”.

Le nostre iniziative non vogliono essere sterili enunciazioni di slogan che trovano scarso riscontro nella realtà socio-sanitaria del cittadino bensì vogliono essere attività che rispondano alle esigenze dei cittadini nell’ottica di una società più sana e più rispettosa dei diritti della salute del prossimo.

Concludo, rinnovando un augurio per un futuro sempre migliore e senza fumo.

Prof. Riccardo Polosa

Presidente LIAF

I segni positivi dello smettere di fumare

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“Smettendo di fumare potrà capitare di avere sempre la bocca secca, tossire, ma questi sono i segnali della reale guarigione del tuo Corpo! In tempi diversi per ciascun individuo, nella norma mai troppo lunghi, passeranno e man mano ti accorgerai di tutti i benefici dello smettere di fumare..

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Dopo 2 giorni l’olfatto ed il gusto migliorano: i cibi sembreranno molto più saporiti, e potrai sentire molti odori che prima neanche percepivi. In questi primi giorni potresti iniziare ad avere più tosse e catarro, ma sono segni che i tuoi polmoni di stanno disintossicando e stanno reagendo bene al cambiamento

Dopo 1 anno
Dopo un anno senza fumo avrai dimezzato il rischio di attacco cardiaco”