sabato, Giugno 14, 2025
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“Svapo day”, i manifestanti: “Rendeteci Liberi!”

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“Svapo Libero” – è questo lo slogan che centinaia di cittadini italiani ieri mattina hanno urlato tra le strade del centro di Milano.
La giornata dello “Svapo Day- La protesta” si è contraddistinta per essere stata una manifestazione pacifica ma affollata. Tantissime le persone accorse a Piazza San Babila e provenienti da tutta Italia per aderire al movimento di indignazione contro l’assurda tassazione del 58,5% sulle sigarette elettroniche. Una tassa che, non solo ucciderà il mercato mettendo in ginocchio le aziende produttrici e i negozianti ma, soprattutto, non permetterà al consumatore di scegliere liberamente, “Rendeteci Liberi” – urlavano infatti ieri gli svapatori.
Secondo gli organizzatori si sarebbero già raccolte circa duemila firme e la protesta continuerà anche oggi. Mentre a Roma, infatti, scienziati ed esperti del settore discutono insieme ai rappresentanti del Ministero della Salute su come affrontare le criticità derivanti da una normativa troppo rigida sulle sigarette elettroniche, la protesta continua davanti alla sede dei Monopoli di Stato ed i manifestanti “non si fermeranno” – hanno annunciato.
Abbiamo raccolto il pensiero di alcuni di loro: “Continueremo fino a che non arriverà un segnale concreto” – ci dicono. “La protesta questa volta parte dal basso – hanno aggiunto – e lo Stato si renderà conto che non siamo pochi e che vogliamo essere liberi di scegliere per noi stessi e per la nostra salute”.
La LIAF sostiene le manifestazioni di questi giorni: “Perché un sistema di salute pubblica diverso è possibile – ha spiegato il presidente, Lidia Proietti – e la tassazione sulle e-cig non produce effetti positivi né per i consumatori, né per lo Stato”.

LIAF partecipa ai lavori del tavolo tecnico del Ministero della Salute per la sigaretta elettronica

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La LIAF, Lega Italiana Anti Fumo – il prossimo 27 gennaio – prenderà parte al primo incontro del tavolo tecnico permanente per il monitoraggio sugli effetti delle e-cigs e dei prodotti derivati dal tabacco che si svolgerà nella sede del Ministero della Salute a Roma alla presenza di autorevoli rappresentanti del panorama scientifico nazionale. Tra questi Fabrizio Oleari, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità; Rosa Draisci, del Centro Nazionale per le Sostanze Chimiche; Luca Pani, Direttore AIFA; Umberto Veronesi, Direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, Silvio Garattini, dell’Istituto Mario Negri; Riccardo Polosa, Direttore della Clinica Medica del Policlinico Universitario di Catania e, insieme a loro, il neo presidente di LIAF, Lidia Proietti.

Come stabilito nella Legge n. 99/2013, l’incontro ha lo scopo di proporre e lanciare una serie di iniziative per studiare il ruolo che le sigarette elettroniche possono avere in termini di miglioramento della salute pubblica oltre a valutare gli sviluppi che la regolamentazione a livello europeo potrebbe apportare sulla normativa vigente.

“Cogliamo l’occasione per ringraziare il Ministro Beatrice Lorenzin per l’avvio di questo importante tavolo tecnico e per la sensibilità dimostrata nei confronti dell’impegno di LIAF sul tema della sigaretta elettronica – è quanto dichiara il presidente Proietti – questo invito è un giusto riconoscimento alla intensa attività scientifica svolta dalla Lega Italiana Anti Fumo in Italia e nel mondo”.

Secondo il Prof. Polosa – responsabile scientifico di LIAF – l’iniziativa, però, poteva e doveva essere proposta mesi fa, prima dell’approvazione della supertassa sulle e-cig: “Il tavolo ministeriale si riunisce con forte ritardo, con una Legge iniqua già approvata sulla testa di tutti, senza alcuna risorsa finanziaria e con lo spettro di scarsa possibilità di successo dato che – ha spiegato – sicuramente il dispositivo normativo stà già modificando il panorama del tabagismo e del vapagismo sul palcoscenico nazionale”.

Si rischia di fatto di monitorare, non tanto l’effetto di un prodotto potenzialmente innovativo per la salute pubblica, quanto l’effetto di una Legge immorale e poco etica. In ogni caso, gli incontri istituzionali ai quali la LIAF parteciperà con fare propositivo potranno sicuramente agevolare il dibattito e la sintesi necessaria per mettere a punto le iniziative scientifiche e normative necessarie per promuovere un nuovo ed innovativo sistema di tutela per la salute, con particolare riferimento ai pazienti affetti da patologie fumo-correlate.

ll prof. Riccardo Polosa risponde. Sigaretta elettronica, sicurezza e salute.

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A nome di tutti gli svapatori e di quei fumatori ancora indecisi se passare alla e-cig, LIAF da la parola al prof. Riccardo Polosa, esperto internazionale di tabagismo e malattie fumo-correlate, nonché autore del primo studio al mondo che ha indagato la sicurezza e l’efficacia delle sigarette elettroniche (studio ECLAT).
Riccardo Polosa
Professore Ordinario di Medina Interna e d’Urgenza presso l’Università di Catania. Noto Pneumologo, si è inoltre specializzato nel Regno Unito in Allergologia e Immunologia Clinica. E’ Direttore della Scuola di Specializzazione in Reumatologia dell’Università di Catania, e Professore Onorario all’Università di Southampton (UK).
1. overdose da nicotina
  • Prof. Polosa, pensa che l’overdose da nicotina possa rappresentare una reale fonte di preoccupazione per gli utilizzatori di sigaretta elettronica? Che consiglio darebbe agli svapatori per ridurne al minimo il rischio?
“Non credo questa sia una preoccupazione reale per lo svapatore medio. In generale, i fumatori (e per analogia gli svapatori) quantificano la loro assunzione di nicotina in base al feedback che ricevono dal loro corpo. Sensazioni di vertigine o nausea sono segno di un’eccessiva assunzione di nicotina. Sensazione di stanchezza, intontimento e confusione sono segno invece di bassi livelli circolanti di nicotina. Di conseguenza, i fumatori auto-regolano l’assunzione di nicotina per soddisfare le loro esigenze psico-fisiche. Con l’eccezione di coloro che sono affetti da gravi patologie psichiatriche, è raro che lo svapatore medio sperimenti sintomi da sovradosaggio (ad esempio, agitazione progressiva, nausea, vomito, tachipnea – respiro accelerato -, tremori e perdita di coscienza). Per minimizzare l’overdose da nicotina in coloro che svapano per la prima volta, il buon senso suggerirebbe un graduale aumento della concentrazione di nicotina nel liquido per e-cigs partendo da una concentrazione medio/bassa (a seconda del livello di nicotina presente nella loro marca di sigarette convenzionali).”
2. “allergia” al glicole propilenico
  • Alcune persone sono allergiche al glicole propilenico, in particolare – c’è pericolo di qualche reazione allergica generalizzata? Quali sintomi dovrebbero insospettire i neo-svapatori?
“Gli esseri umani entrano in contatto con una grande varietà di sostanze e possono verificarsi reazioni irritative o allergiche (ipersensibilità) in soggetti predisposti. Il glicole propilenico (PG) e il sottoprodotto della sua pirolisi, la formaldeide, non fanno eccezione. La maggior parte delle reazioni cutanee al PG sono irritanti in natura; tuttavia a volte capita anche una vera e propria sensibilizzazione allergica. Negli svapatori che si sono sensibilizzati, il contatto diretto con il PG può causare delle piccole (1-2 mm) papule, pustole e vescicole intorno alla bocca o nella mucosa orale, associate a bruciore, sensazione di puntura nelle zone colpite. Tuttavia, lo sviluppo di sintomi generalizzati a tutto il corpo dopo l’esposizione orale al PG è raro. Il mio consiglio in questi casi è quello di evitare l’agente incriminato (ad es. il PG) e di orientarsi verso prodotti contenenti solo glicerina vegetale”.
3. patologie in cui sarebbe sconsigliato svapare
  • Ci sono particolari condizioni di salute in cui lei sconsiglierebbe al fumatore di utilizzare le sigarette elettroniche, o di esercitare cautela? Per esempio, alcune persone hanno segnalato un peggioramento della psoriasi dopo aver iniziato a svapare – cosa consiglierebbe in una situazione di questo tipo?
“Nel rispetto del principio di precauzione, andrebbe evitato svapare durante la gravidanza, se affetti da malattie cardiovascolari, asma bronchiale o bronchite cronica ostruttiva (BPCO), nei casi di sensibilizzazione chimica multipla (MCS), e in alcune condizioni psichiatriche. Tuttavia va ricordato
che queste patologie sono parimenti (se non di più) controindicate per il fumo di tabacco e che lo svapare è un comportamento molto meno dannoso rispetto al fumare. Pertanto l’applicazione acritica del principio di precauzione nel caso delle e-cig dovrebbe essere riconsiderato. Ad esempio, abbiamo recentemente completato uno studio che ha evidenziato migliori risultati clinici e funzionali nei fumatori con asma dopo l’astinenza dal fumo di tabacco con uso a lungo termine di sigarette elettroniche. Inoltre, in un recente studio prospettico su pazienti schizofrenici cronici fumatori, abbiamo dimostrato che l’uso regolare di sigarette elettroniche può ridurre notevolmente il consumo di sigarette convenzionali senza causare significativi effetti collaterali e senza peggioramento dei sintomi psichiatrici:
Sono sorpreso di apprendere che alcune persone hanno segnalato un peggioramento della psoriasi dopo aver iniziato a svapare. Questo è del tutto insolito perché il peggioramento della psoriasi è notoriamente attribuito ad un aumento dello stress, e ciò è più verosimile che avvenga quando si cerca di smettere senza alcun aiuto. Inoltre, da uno studio recente, prospetta l’esatto opposto, e cioè che la nicotina possa mitigare i sintomi della psoriasi:
4. sigaretta elettronica e gravidanza
  • Prof. Polosa grazie per aver accennato al tema della gravidanza. Le sigarette elettroniche possono rappresentare una ragionevole alternativa per le fumatrici che cercano di minimizzare i danni fumo-correlati al loro bambino? o il rischio derivante dall’assunzione quotidiana di nicotina, in qualsiasi forma, rimane comunque alto?
“E’ noto quanto dannoso sia il fumo di sigaretta in gravidanza ed è essenziale per le donne incinte smettere di fumare il più presto possibile. La nicotina attraversa facilmente la placenta ed entra nella circolazione fetale determinando, oltre tutta una serie di effetti negativi per il nascituro, un basso peso alla nascita. Tuttavia, studi condotti in Svezia hanno concluso che la riduzione del peso alla nascita risulta significativamente più contenuta per le consumatrici di ‘snus’ – tabacco per uso orale raffinato, a basso contenuto di nitrosammine specifiche del tabacco – rispetto alle fumatrici di sigarette convenzionali. Per le gestanti che non riescono a smettere di fumare, i vantaggi dello smettere assumendo nicotina in forma purificata, superano i rischi derivanti dalle sostanze tossiche del fumo di tabacco. Penso che le sigarette elettroniche siano da rivalutare anche in questo contesto specifico”.
5. tossicità al silicio
  • C’è molta confusione relativamente al materiale più sicuro da usare per gli stoppini (wick) – ha qualche consiglio per gli svapatori su questo argomento? Pensa che gli stoppini di silicio, per esempio, possano causare patologie polmonari come ad es. la silicosi?
“La presenza di particelle di silicio è di scarso significato per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, a meno che non si sia a conoscenza della presenza della sua forma cristallina (silice, o biossido di silicio; SiO2) e attualmente non vi è alcuna prova di questa presenza nell’aerosol delle sigarette elettroniche. La silicosi è una forma di malattia professionale polmonare caratterizzata da flogosi e cicatrizzazione del tessuto polmonare. Si determina dopo esposizione prolungata a polvere di silice (non a particelle di silicio); i primi sintomi respiratori compaiono da 10 a 30 anni dopo la prima esposizione. Anche nell’eventualità in cui si scopra che gli attuali stoppini di silicio generino livelli significativi di silice, la tecnologia della sigaretta elettronica si innova ad un ritmo così veloce che in pochi anni sarà ridotto al minimo questo seppur ipotetico rischio. Per queste ragioni, le preoccupazioni relative al potenziale pericolo di silicosi negli svapatori abituali sono squisitamente teoriche”.
6. tossicità al cromo
  • Alcuni utilizzatori sono anche preoccupati per l’esposizione al cromo esavalente come conseguenza delle alte temperature utilizzate quando si ossida uno stoppino d’acciaio (conosciuto come mesh). Questa loro preoccupazione è giustificata? Ha qualche consiglio da dare per ridurre al minimo il rischio?
“L’acciaio inossidabile è una lega metallica contenente almeno l’11 % di cromo; il cromo nell’acciaio inossidabile allo stato solido non è un pericolo per la salute. Il cromo esavalente può formarsi quando si esegue una “lavorazione a caldo” come la saldatura su acciaio inox. In queste situazioni, l’alta temperatura ossida il cromo nel suo stato esavalente. Il cromo esavalente è molto tossico, si trova in quantità nel fumo di tabacco, ed è noto per provocare tumore ai polmoni. La formazione di cromo esavalente in corso di vaporizzazione non è stata mai studiata, ma cromo esavalente può generarsi quando si arroventano gli stoppini d’acciaio (le mesh) per ossidarli. Il vero problema è che non sappiamo se da questo preliminare processo di ossidazione derivi poi una instabilità dei legami ionici del cromo con conseguente rilascio di cromo tossico anche alle normali temperature operative. In assenza di prove certe, consiglio di usare stoppini organici naturali (ad es. cotone)”.

La protesta – Svapo Day, uniti contro la tassa sulle e-cig

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La LIAF – Lega Italiana Anti Fumo sostiene la manifestazione pubblica spontanea che si terrà domenica 26 Gennaio a Piazza San Babila, dalle ore 12.00 alle ore 18.00 e lunedì 27 gennaio, dalle 12.00 alle 13.00, davanti alla sede dei Monopoli di Stato.
Come sottolineato dagli organizzatori, la protesta non avrà etichette, né bandiere politiche.
“L’obiettivo della manifestazione – scrivono in una nota – è quello di difendere il mondo delle sigarette elettroniche da un decreto ingiusto, incostituzionale, inapplicabile”.
I manifestanti chiedono che venga modificata la legge che introduce la famigerata supertassa sulle e-cig che stabilisce un prelievo fiscale del 58,5%.
LIAF si batte con forza da mesi contro una normativa miope che non tiene conto dei risultati delle ricerche scientifiche. Per il neo presidente LIAF, Lidia Proietti, infatti: “La diffusione delle sigarette elettroniche può solo portare benefici alla salute pubblica nazionale, prima di tutto diminuendo mortalità e morbidità da patologie fumo-correlate ed in secondo piano assicurando un sostanziale risparmio economico al sistema sanitario nazionale. Il legislatore – ha concluso – ha l’obbligo etico e morale di approvare una regolamentazione proporzionata e basata su dati scientifici”.

Lidia Proietti è il nuovo Presidente della LIAF

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 “E’ con estremo piacere che ho accettato l’incarico di Presidente della LIAF, oramai da anni importante punto di riferimento per la lotta contro il fumo – ha dichiarato il neo Presidente Prof.ssa Lidia Proietti – Sono grata per la fiducia che mi è stata accordata e mi impegno ad essere all’altezza, sia sul piano
scientifico che organizzativo, dei Presidenti che mi hanno preceduta, soprattutto – ha aggiunto – adesso che la LIAF è impegnata nel sostegno della ricerca sul fumo elettronico”.
Il dott. Pacino lascia la Presidenza dopo cinque anni di mandato, portato a termine con grande impegno e costanza. “In questi anni siamo riusciti ad avviare e concludere tanti progetti importanti che hanno consentito di diffondere la cultura antifumo a 360 gradi. Al mio successore, a cui auguro buon lavoro,
lascio un compito arduo, ma sono sicuro che saprà con forza e determinazione portare avanti le battaglie di LIAF”.
Una Presidenza importante quella del dott. Pacino che lascia in eredità tante iniziative avviate con entusiasmo e portate avanti con successo.
Solo per citarne alcune, ricordiamo:
– il progetto europeo U-BIOPRED sull’asma grave e sul ruolo del fumo su questa patologia
– il progetto volto a misurare l’influenza di stand espositivi per la sigaretta elettronica sul numero di accessi al Centro Antifumo dell’Azienda “Policlinico-V. Emanuele” di Catania
– il progetto DIASMOKE volto a valutare il miglioramento del quadro clinico e delle complicanze nei fumatori diabetici che smettono grazie all’utilizzo di un nuovo farmaco (Vareniclina)
– l’intensa attività di ricerca culminata con lo studio per chiarire l’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche (es. Studio ECLAT)
– nell’ambito della sigaretta elettronica, il sostegno continuo alle istituzioni, ai media, alle associazioni di categoria e ai consumatori:
Partecipazione al primo appuntamento istituzionale sulla e-cig alla Camera dei Deputati

Positivo anche il giudizio espresso dal Responsabile scientifico di LIAF, Prof. Riccardo Polosa, che congratulandosi con il neo Presidente ha ricordato la necessità di continuare a portare avanti la battaglia contro le patologie fumo-correlate.
“Sono grato al Presidente Pacino per l’attività condotta in questi anni, ed esprimo le mie più sincere congratulazioni alla Prof.ssa Proietti, grande esperta di salute pubblica. Sono convinto che le battaglie della LIAF continueranno – ha aggiunto Polosa – per rendere maggiormente consapevoli i fumatori del rischio che corrono, per tutelare i non fumatori, e per sostenere la ricerca scientifica sul tabagismo e sulla sigaretta elettronica”.
LIDIA PROIETTI
Nata a Roma nel 1947, Lidia Proietti è già direttore di UOC di Medicina del Lavoro e Medico Competente Coordinatore, nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico V. Emanuele di Catania. Docente di Medicina del Lavoro presso l’Università di Catania, è anche socia della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII, ) e della Società Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM). La sua attività scientifica si compendia di numerose pubblicazioni a stampa su riviste italiane e straniere, relazioni e comunicazioni a Congressi nazionali ed internazionali. Ha svolto e coordinato attività di ricerca nell’ambito dell’Igiene del lavoro, delle Patologie da lavoro, delle problematiche ambientali ed occupazionali, della promozione della salute dei lavoratori con particolare riguardo anche alle problematiche legate alla abitudine al fumo dei lavoratori. Alcuni lavori scientifici relativi alla abitudine al fumo sono stati fatti in collaborazione con il Prof. R. Polosa.

Gli esperti invitano l’EU a tener conto delle evidenze scientifiche per una regolamentazione equilibrata delle e-cig

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Alcune settimane fa denunciavamo come i legislatori europei avessero tramato per introdurre modifiche sostanziali alla normativa che dovrà disciplinare la diffusione delle sigarette elettroniche in Europa (articolo 18 della Tobacco Product Directive – TPD). In particolare, questa revisione risulta essere farcita di misure arbitrarie e sproporzionate che non tengono assolutamente conto delle evidenze scientifiche sulle e-cig.
Il Prof. Riccardo Polosa e il Dott. Pasquale Caponnetto, consulenti scientifici della LIAF e ricercatori dell’Università di Catania, insieme con altri 13 esperti internazionali noti per la loro attività di ricerca nell’ambito dei prodotti contenenti nicotina, hanno inviato ieri alla Commissione Europea e a tutti i Membri del Parlamento Europeo una lettera che rettifica in modo sistematico diversi punti dell’ articolo 18 della TPD. Tutti punti che travisano palesemente i risultati delle evidenze scientifiche da loro prodotte.
<<Una ampia diffusione delle sigarette elettroniche può salvare centinaia di migliaia di vite nella sola Comunità Europea – afferma Polosa – e il legislatore ha l’obbligo etico e morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche. Questa lettera lo inchioda alle sue responsabilità>>.
<<Confidiamo che questo nostro documento possa assistere il legislatore europeo a una più completa e piena comprensione dei dati dei nostri studi e che possa ispirare modifiche appropriate all’attuale testo della TPD – ha aggiunto Caponnetto>>.

Lettera al Mediatore Europeo: svapatori, commercianti ed esperti denunciano la Commissione Europea per abuso di potere

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ECCA, DADAFO, ACVODA, NDS, WVO, sono solo alcune delle associazioni di svapatori che da tutta Europa, insieme alla LIAF, agli esperti in tabagismo e salute pubblica, alle associazioni di imprese del settore e-cig, hanno sottoscritto una lettera indirizzata al Mediatore Europeo – in UE conosciuto come Ombudsman – per denunciare un caso di abuso nella gestione della revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD), con particolare riferimento all’Articolo 18 sulle sigarette elettroniche.
L’organo sotto accusa è la Commissione Europea, ritenuta colpevole di aver condotto in maniera faziosa, e contro ogni requisito di legge previsto dai Trattati Europei, il processo legislativo che ha portato alla proposta di un nuovo emendamento della TPD, in completa divergenza con la proposta votata l’8 ottobre 2013.
La lettera denuncia un sotterfugio adottato dalla Commissione Europea per bypassare gli articolati passaggi del processo legislativo previsto dall’UE per l’adozione di una Direttiva Europea. Facendo passare il nuovo testo prodotto dalla Commissione Europea come una proposta di modifica della già esistente Direttiva TPD, si evitano, infatti, ben quattro passaggi: una nuova consultazione con le parti interessate (svapatori, imprese, esperti); una nuova giustificazione basata su prove scientifiche; la valutazione d’impatto secondo i principi di sussidiarietà e proporzionalità; la valutazione e il voto da parte dei governi nazionali degli Stati Membri.
Tali passaggi, obbligatori quando si presenta la proposta di una nuova Direttiva, sono stati del tutto elusi dalla Commissione Europea, che ha pensato bene di imporre come piccola modifica un testo ben cinque volte più lungo del primo emendamento, e talmente diverso come impianto e ideologia da essere a tutti gli effetti una nuova proposta di legge.
Per i contenuti della nuova proposta, leggere qui:
Si riaccende in UE la battaglia per il futuro delle sigarette elettroniche

È un grave abuso procedurale quello denunciato dai numerosi firmatari della lettera, per di più condotto a porte chiuse in una negoziazione a tre – il cosiddetto “trialogo” tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei – che non ha mai chiesto il parere fondamentale dei consumatori, vero perno di tutta la questione. Se lo scopo dell’Articolo 18 della TPD è salvaguardare gli utilizzatori di e-cig, i primi soggetti a dover essere interpellati sono proprio loro. Altrimenti sarebbe come fare un intervento chirurgico senza il paziente, o – per restare in casa – come avviare un percorso antifumo senza il fumatore.
L’Ombudsman è un organo indipendente e imparziale che chiede conto all’amministrazione dell’UE e conduce indagini su casi di cattiva amministrazione nell’azione di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Unione europea. Quello che si chiede all’Ombudsman in questa lettera di denuncia non è di giudicare le misure che si intendono prendere all’interno della TPD riguardo alle sigarette elettroniche, né di dare un giudizio sui milioni di svapatori e imprese di e-cig che perderanno un’opportunità di salute o di lavoro per una normativa ingiustificata.
Quello che si chiede all’Ombudsman è di:
1. indagare sulla cattiva amministrazione di un processo legislativo che dovrebbe essere condotto a porte aperte, tenendo in considerazione le esperienze dei consumatori, gli interessi delle aziende e le evidenze scientifiche degli esperti
2. richiedere alla Commissione Europea di sottoporre il nuovo emendamento alla normale prassi prevista per la proposta di nuove leggi
3. vigilare sul rispetto, da parte degli organi di governo europei, dei principi e delle procedure previste dai Trattati, di cui la Commissione Europea dovrebbe essere garante.
Peccato che in Italia non esista una figura come quella dell’Ombudsman cui rivolgersi per l’abuso procedurale, da parte del nostro governo, che ha visto come protagonista la e-cig. In Italia, non solo non sono mai stati consultati gli esperti del mondo della scienza e della medicina, ma addirittura si fuorviano, quando non si ignorano, i dati scientifici provenienti dagli studi fatti sul territorio nazionale. Non solo non si tengono in considerazione le esperienze positive di migliaia di consumatori, si pensa persino di penalizzarli imponendo un’imposta sul consumo che farà lievitare il prezzo del prodotto del 58% e, di conseguenza, fallire centinaia di negozi e produttori di e-cig, oltre che indurre gli svapatori a riprendere a fumare.
I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica quando sono passati, nel giro di pochissimi mesi, da un divieto a una tassa, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa.
“In Italia non avremmo un Ufficio garante del cittadino, ma abbiamo un uomo cui rivolgerci – interviene il Presidente della LIAF, dott. Sebastiano Antonio Pacino – Ci impegniamo fin da ora a inviare una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, entro pochissimi giorni, per la mala gestione della questione e-cig da parte del nostro Parlamento”.
Per consultare il testo della lettera originale inviata al Mediatore Europeo, cliccare qui:

Sigaretta elettronica: tutta una questione di interessi finanziari

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Siamo rimasti positivamente sorpresi nell’apprendere del voto dei membri del Parlamento Europeo contro la regolamentazione farmaceutica delle sigarette elettroniche, proposta dalla Commissione europea, durante la prima lettura della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD), lo scorso 8 ottobre 2013. Sembrava che i parlamentari avessero finalmente compreso i rischi derivanti da un eccesso di regolamentazione di un prodotto pensato per ridurre i danni alla salute causati dal fumo di tabacco. Ci sbagliavamo.

Dall’oggi al domani, a porte chiuse, e con una consultazione ristretta a pochi, i legislatori europei sono infatti riusciti a introdurre modifiche sostanziali al TPD approvato in Ottobre, stravolgendo le norme del documento relative alle e-cigs. Il nuovo documento appena approvato è pieno di misure arbitrarie e sproporzionate. E avrebbe potuto essere molto peggio, se non fosse stato per l’intervento determinato di alcuni deputati coraggiosi che si sono battuti duramente in sede di consultazione per limitare i danni.

In buona sostanza, questo nuovo documento rende le sigarette elettroniche molto meno attraenti per quei fumatori di sigarette convenzionali indecisi se passare o meno ad un prodotto con un rischio per la salute nettamente ridotto. Nel dettaglio, il nuovo testo introduce il limite arbitrario di 20 mg/ml per la massima concentrazione di nicotina consentita nei liquidi, divieti pubblicitari rigorosi quanto quelli attualmente in vigore per le sigarette convenzionali, oltre a svariate prove di laboratorio (per nulla dettagliate), monitoraggio e requisiti di conformità.

Purtroppo, nessuna considerazione è stata riservata all’opportunità di mettere le basi per norme di sicurezza per i liquidi o per standard operativi per i dispositivi. Un semplice quadro normativo che garantisce la protezione dei consumatori e la qualità del prodotto, e che può disciplinare anche le e-cig, esiste già. Ad esempio, i liquidi possono essere commercializzati o come integratori alimentari o come cosmetici, mentre la vendita delle parti elettroniche, batterie e parti di ricambio sono già disciplinate dalle direttive vigenti per i prodotti di consumo elettronici.

Le eccessive (e perlopiù inesistenti) preoccupazioni per la salute che hanno costituito la principale ossessione dei legislatori dell’UE nel corso delle negoziazioni sull’e-cigs possono sembrare stupide scuse. Ma in realtà non sono affatto stupide. A dire il vero, sono scuse intelligenti. Così intelligenti che sono riuscite nel loro scopo di far valere regole restrittive in sintonia con una maldestra applicazione del principio di precauzione. Quindi, il fatto che il nuovo documento miri a rendere le e-cigs molto meno attraenti per i fumatori è del tutto intenzionale…

Guardiamo in faccia la realtà, le decisioni in materia di prodotti del tabacco sono sempre ed esclusivamente ispirate da ragioni finanziarie e non dalla preservazione dello stato di salute. Dopo settimane e settimane di snervanti tira e molla con i “legislatori” dell’EU, siamo arrivati alla conclusione che tutto questo ha ben poco a che fare con la medicina o la scienza, è tutta una questione politica e finanziaria. Abbiamo affrontato brevemente questo punto  nell’articolo pubblicato sul Lancet dai nostri consulenti scientifici, Prof. Riccardo Polosa e Dott. Pasquale Caponnetto:

Simili conclusioni si possono trarre dall’attuale situazione in Italia. Dal 1 Gennaio 2014, le e-cigs saranno regolamentate come prodotti del tabacco. Le misure includeranno: accise, un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco (i.e. Monopolio di Stato), divieto di svapare nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni della pubblicità. Nessun dibattito scientifico è stato consentito, nessun parere degli svapatori e delle loro famiglie è stato preso in considerazione: in testa all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana vi è stato l’obiettivo di “distruggere le e-cigs il più presto possibile”. Queste misure draconiane stanno già spingendo all’esodo in terra straniera un settore che in pochi anni aveva dato segni di prosperità e attività, migliaia di negozi stanno chiudendo, e coloro che attualmente svapano non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero, oppure di ritornare a fumare. L’Italia è ben conosciuta per i suoi processi legislativi lunghie laboriosi. Per la sigaretta elettronica, l’intero iter è stato completato in meno di 6 mesi! A buon intenditore…

Chiaramente, la crescente popolarità delle e-cigs rappresenta una minaccia per gli interessi di molti, compresi i governi nazionali – per via dei grossi ricavi generati dalle accise sul tabacco. Solo se questi ostacoli saranno superati, una regolamentazione realmente sensata e razionale delle e-cigs potrà essere concordata, e milioni di vite salvate.

Bocciato l’Emendamento per le sigarette elettroniche. Per il firmatario, On. Prodani: “Tutto e’ assurdo”.

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E’ stato bocciato stamane in Commissione Finanza l’emendamento firmato dall’On. Aris Prodani (M5S) n. 1.1480 circa la regolamentazione delle sigarette elettroniche in Italia.
La proposta intendeva sostituire l’imposta di consumo con una imposta di fabbricazione, che grava sui produttori, riferita ai liquidi contenenti nicotina o altre sostanze, atti ad essere somministrati mediante vaporizzazione per mezzo di strumenti meccanici e/o elettronici pari a 20 centesimi di euro per millilitro. Una disposizione che avrebbe prodotto effetti positivi sulla concorrenza e avrebbe contribuito a lasciare libero il prezzo del prodotto al dettaglio.
“Nonostante gli annunci mediatici dei giorni scorsi, il risultato di oggi è stato che l’emendamento proposto non è passato in Commissione – ha dichiarato l’On. Prodani ai microfoni di LIAF – Per alzata di mano, il testo è stato votato solo dai rappresentanti del Movimento Cinque Stelle e questo non ne ha consentito l’approvazione”. I gruppi presenti adesso dovranno prendersi le responsabilità del caso. Pare – continua Prodani – che ci sia una volontà precisa di non portare avanti la battaglia a sostegno del settore delle e-cig”.
Nell’ambito della seduta il viceministro Stefano Fassina avrebbe fatto presente che, dal punto di vista del Governo, il parere contrario espresso nei confronti dell’emendamento Prodani è stato determinato dall’assenza di “un’adeguata copertura finanziaria”.
Di contro Prodani conferma che: “Lo Stato sta bloccando uno dei pochi settori produttivi in crescita proponendo una tassa – che ricordiamo sarà in vigore dal 1 gennaio 2014 – del 58,5%. L’emendamento di oggi avrebbe trasmesso fiducia ai produttori e alle imprese e invece abbiamo dato un’ulteriore risposta negativa”.
Anche l’On. Sabrina Capozzolo (Pd) componente della I Commissione Finanza ha espresso parere positivo circa la sospensione della tassazione e ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà un mozione che potrebbe rappresentare un appiglio in più per la regolamentazione: “Si tratta di una tassazione esagerata su un prodotto commerciale sul quale non si fa nessun tipo di analisi – ci ha spiegato – non ci si chiede se fa bene o male, si attacca solo il settore e basta. Già domani – ha confermato la Capozzolo – presenterò una mozione con l’intento di proporre in qualche modo un momento di riflessione sulla questione. Siamo passati ad una tassazione senza valutare una regolamentazione – ha aggiuto – bisogna proporre una tassazione che consenta allo Stato di portare avanti il settore ma con una tassa regolare e normale perchè dal primo gennaio tutti coloro che hanno i punti vendita dovranno mettersi a norma ma non avendo i tempi potrebbero essere costretti a chiudere”.
“Questa misura draconiana rischia di soffocare il prodotto digitale per rilanciare il fumo di tabacco – dichiara il Presidente della LIAF, dott. Sebastiano Antonio Pacino – Avevamo una grande opportunità di rilancio della salute pubblica in Italia, con molti fumatori che avevano finalmente trovato nella ecig un valido strumento per affrancarsi dal fumo di sigaretta e per migliorare il loro stato di salute. Questa opportunità viene negata da un sistema politico miope e irresponsabile. Nonostante questo, continuiamo a renderci disponibili verso le Istituzioni per offrire il nostro supporto scientifico e legale a favore di una regolamentazione equa delle sigarette elettroniche”.

Lettera ai Parlamentari italiani ed europei

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Egregi Membri del Parlamento italiano,

Vorremmo richiamare la vostra attenzione su uno sviluppo significativo nella negoziazione della revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (TPD).

L’8 ottobre, il Parlamento Europeo ha respinto la proposta della Commissione Europea di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci.

La Commissione Europea ha ora prodotto una nuova proposta informale basandosi su un consistente Emendamento elaborato dal Parlamento Europeo durante la Prima Lettura dell’8 ottobre, ma aggiungendovi molte disposizioni e restrizioni aggiuntive.

Il nuovo ‘testo proposto’ è cinque volte più lungo del testo della prima proposta della Commissione, e adotta un approccio completamente diverso.

Invece di classificare e regolare le e-cigarette come medicinali, stabilisce una regolamentazione dettagliata all’interno della stessa Direttiva sui Prodotti del Tabacco, gran parte della quale sarebbe controproducente per la salute e sproporzionata, a nostro avviso.

Questa nuova proposta per l’articolo 18 della Direttiva TPD  potrebbe facilmente presentarsi come una nuova proposta legislativa di Direttiva completamente a se stante, e invece è in corso di negoziato attraverso il processo del trialogo, ovvero in una corsa affannata per raggiungere un accordo a porte chiuse nella negoziazione tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europei.

Questa proposta non è stata oggetto di esame nei parlamenti nazionali e non è stato aperta alla consultazione con le imprese, i consumatori e i professionisti della salute pubblica coinvolti.

Non vi è alcuna documentazione di supporto basata su prove scientifiche per giustificare la proposta e nessuna valutazione d’impatto per esaminare le sue conseguenze o la sua compatibilità con i principi di proporzionalità, non discriminazione, sussidiarietà né con le regole del nostro  mercato interno.

Crediamo che ci siano due questioni da prendere in esame:

1 . Dato che questo importante aspetto della proposta è radicalmente diverso dall’Approccio Generale del Consiglio Europeo, la Commissione Affari Europei del Senato italiano dovrebbe esaminare di nuovo tale proposta prima che il Governo prenda una posizione durante la Prima Lettura del Consiglio, che sarà probabilmente a Dicembre? Le norme italiane suggeriscono di sì.

2. Dato l’emendamento significativo, il legislatore europeo avrebbe dovuto far esaminare il testo modificato ai parlamenti nazionali dando loro la possibilità di fornire ulteriori pareri motivati sulla nuova proposta? Il Protocollo dell’UE sull’Applicazione dei principi di Sussidiarietà e di Proporzionalità suggerisce che avrebbe dovuto.

Abbiamo aggiunto un’appendice con tutti i documenti citati che spero riterrete utile.

Lasciando da parte i requisiti procedurali, crediamo che la negoziazione di grandi cambiamenti attraverso un processo chiuso di consultazione a tre sia il modo peggiore di fare politica e legislazione. Una proposta che interesserà, positivamente o negativamente, la salute di milioni di utenti e le prospettive di migliaia di aziende grandi e piccole, si sta negoziando a porte chiuse e senza rispettare nessuno dei requisiti della legislazione dell’UE: la giustificazione basata sulle prove, la valutazione d’impatto e, soprattutto, la consultazione con gli interessati – consumatori, aziende ed esperti di sanità pubblica.

Crediamo, a questo punto, che l’approccio più pragmatico sia il seguente:

(1) Raggiungere un accordo rapido e soddisfacente sulla TPD, solo per quanto riguarda le parti relative ai prodotti a base di tabacco – non ci dovrebbe essere alcun problema su questo punto.

(2) In via provvisoria, regolamentare le e-cigarette applicando e facendo rispettare la già esistente corposa normativa sulla sicurezza e tutela del consumatore, e spronare il settore affinché raggiunga standard più elevati.

(3) Prendere in considerazione l’Emendamento proposto dal Parlamento Europeo per svilupparlo in una nuova proposta legislativa, che abbia una giustificazione basata su prove scientifiche, una valutazione di impatto e una consultazione, e che miri a sviluppare un quadro normativo realizzabile, proporzionato, e compatibile con le diverse regole dei mercati interni degli Stati dell’UE.

Vorremo sottolineare che non c’è alcun problema evidente che richiede una risposta normativa urgente sulla questione e-cigarette in questo momento. Non vi è alcuna prova che l’e-cig costituisca una “porta d’accesso” al fumo, né alcun segno di marketing deliberatamente rivolto ai bambini, né infine alcuna prova che l’e-cig sia pericolosa per la salute dell’uomo. In realtà l’esperienza finora è molto positiva, con milioni di utilizzatori che hanno ridotto o abbandonato del tutto l’uso del tabacco. È quindi giunto il momento di progettare la regolamentazione di questi prodotti importanti e dirompenti in modo da massimizzare gli effetti per la salute pubblica. Ciò avverrà solo se il processo è aperto e trasparente.