“Quando ho cominciato a pensare di voler smettere di fumare, ho sentito scoppiare dentro di me una specie di terremoto”. Era l’ansia che si faceva strada e: “Improvvisamente ho cambiato subito idea”. E’ la frase tipica di un fumatore che vuole intraprendere un percorso per smettere di fumare ed improvvisamente viene assalito da fastidiosi stati di ansia. Secondo gli studi condotti dal Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, la decisione di voler smettere di fumare è spesso seguita da un incremento dei livelli di ansia. Ma questo stato può risultare positivo solo se moderato. Secondo la dott.ssa Marilena Maglia, infatti: “Livelli d’ansia moderati sono facilitanti perché aumentano l’attenzione e la costanza, ed inevitabilmente i risultati finali sono raggiungibili più facilmente. Al contrario, stati di ansia più gravi possono avere come conseguenze improvvise effetti fisiologici debilitanti e ricadute”. Ma perché si soffre di ansia di astinenza da Fumo? Secondo il dott. Pasquale Caponnetto, i fattori che influenzano maggiormente la presenza di uno stato ansioso riguardano la difficoltà e l’importanza attribuita alla sigaretta e lo stato di equilibrio interiore, tra cui soprattutto i livelli di autostima ed autoefficacia. Smettere di fumare, dunque, sarebbe direttamente proporzionale alla nostra “sicurezza personale”. Più ci crediamo imbattibili, più saremo in grado di farcela. La presenza di stati di ansia elevati ostacola il raggiungimento dei nostri obiettivi. Cosa fare allora per combattere l’ansia? Talvolta può bastare un corso di yoga. In alcuni casi, invece, è necessario l’aiuto di un esperto per imparare tecniche specifiche di respirazione, rilassamento mentale e muscolare. Ma ricordate, l’ansia è una patologia che può essere diagnosticata solo da clinici tramite colloqui, osservazione e la somministrazione di test validi ed attendibili. Se leggera, l’ansia può essere produttiva e stimolante, può aiutarci a raggiungere con successo i nostri traguardi, e può anche agevolare il nostro percorso di liberazione dal fumo di sigaretta. Solo se in aumento ed ingestibile, allora si consiglia di consultare uno specialista.
Speciale “For Men” di Marzo: “I 7 metodi più curiosi per smettere di fumare”
“27 modi per smettere di fumare” – è il titolo dello speciale pubblicato sulla rivista “For Men” di Marzo e firmato da Manuela Stefani e Roberta Maresci. Una ricerca interessante per consigliare agli “aitanti” lettori della testata – specializzata sullo stile di vita degli uomini – quali e quanti sono i metodi utilizzati in questo momento nel mondo per riuscire a smettere di fumare. Come ci raccontano le due giornaliste: “Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno muoiono in Italia circa 70 mila persone a causa del fumo. Per chi fuma il rischio di morire di enfisema è duplicato, quello di ictus è raddoppiato, quello di infarto aumenta da 2 a 4 volte e cresce anche il rischio di disfunzioni erettili”. Chi smette di fumare giorno per giorno migliora la propria salute e ottiene benefici. “Già dopo 20 minuti, ad esempio, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tornano nella norma, dopo 2 giorni l’organismo si è liberato dalla nicotina e ricomincia a recuperare gusto e olfatto e dopo 1 anno il rischio cardiovascolare si è dimezzato rispetto a quello di chi continua a fumare”. Nel frattempo la tecnologia avanza e le strategie per smettere di fumare aumentano, “For Men” ne presenta 27 e noi ne abbiamo selezionato 7 per Voi. Si tratta dei più curiosi ma anche dei meno costosi. Acqua – bere acqua è un buon metodo per smettere di fumare e se si beve dal rubinetto di casa è anche il metodo più economico e “limpido”. App – esistono diverse applicazioni che supportano costantemente il paziente che vuole smettere di fumare. Su questi dispositivi sono in corso studi scientifici, ma la loro diffusione è già abbastanza importante e spesso è possibile scaricarle gratuitamente dai vari store. Frutta e verdura – le patate, i pomodori, i peperoni e le melenzane contengono nicotina quindi mangiarle può aiutare a ridurre il fumo. Libri di autoaiuto – leggere libri che stimolano e raccontano come smettere di fumare a volte può aiutare a ridurre il vizio. Liquirizia – masticare una bacchetta di liquirizia contiene nicotina ma sostituisce anche la gestualità della sigaretta. Può aiutare ma può anche far aumentare la pressione arteriosa. SMS – farsi mandare messaggini stimolanti dal proprio medico o dal proprio consulente – o meglio ancora da uno degli specialisti del Centro Anti Fumo più vicino a casa tua – può aiutare a smettere di fumare stimolando la forza di volontà e infondendo sicurezza nel paziente. Videogiochi – come affermato da uno dei consulenti scientifici di LIAF, il dott. Pasquale Caponnetto dell’Università degli Studi di Catania, esiste un videogame Super Smoky che attraverso un avatar mostra i danni del fumo nell’arco di 20 anni ma non esistono ancora studi in merito all’efficacia di questo strumento e comunque il costo si aggira intorno ai 30/50 euro.
Troppe parole e pochi risultati concreti: ecco le conclusioni del Convegno ISS a Roma
Lettera aperta al preseidente Giorgio Napolitano. LIAF – Lancia un appello per la tutela della costituzione
Lettera aperta al Presidente della Repubblica. Appello di LIAF per la tutela della costituzione italiana
Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Prof. Giorgio Napolitano,
La Lega Italiana Anti Fumo, LIAF Onlus, ha deciso di scriverLe in rappresentanza delle centinaia di migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche di tutta Italia. I cosiddetti “svapatori” si trovano oggi a dover fronteggiare una situazione paradossale: resistere al tentativo dello Stato, garante del diritto alla salute dei suoi cittadini (Art. 32 della Costituzione), di vanificare le loro speranze di successo contro la dipendenza e i danni da fumo di sigaretta. Si perchè per molti “svapatori” la sigaretta elettronica è una concreta via di fuga dal tabagismo, così efficace da aver da sola contribuito alla più significativa riduzione di consumo di tabacco di tutti i tempi; nel solo 2012 si è registrata una riduzione pari all’8% rispetto al 2011 (dati DOXA sul tabagismo e sull’uso della sigaretta elettronica in Italia).
Ci rivolgiamo a Lei per segnalare il grave abuso procedurale, da parte del nostro Governo e del nostro Parlamento, che sta segnando la sorte di questi prodotti in Italia. Dal 1° Gennaio 2014, è infatti entrata in vigore una legge (Legge 99/2013) che norma le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco. Come per questi, le misure adottate ora includono: ingenti accise (58.5%), un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco, divieto di utilizzazione nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni nella pubblicità.
Gli abusi procedurali e le penalizzazioni per gli “svapatori”
Senza entrare nel merito dei contenuti della Legge e delle sue ripercussioni negative in tema di salute pubblica, vorremmo fare rilevare come – prima di prendere una decisione così importante, peraltro in tempi record per quella che è la normale prassi legislativa italiana – non solo non è stata mai consultata la comunità scientifica competente in materia, ma addirittura sono state ignorate le evidenze scientifiche provenienti dagli studi fatti in tutto il mondo.
E non solo. La Legge 99/2013 é penalizzante per gli “svapatori”; le misure fiscali contenute nella Legge fanno lievitare il prezzo di vendita delle sigarette elettroniche (e accessori) di quasi tre volte favorendo così di fatto competitività e predominio delle sigarette convenzionali, con tutte le conseguenze negative per la salute che ben conosciamo. Le misure draconiane adottate dal Governo stanno già costringendo alla chiusura molte attività commerciali, e coloro che attualmente “svapano” non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero (col rischio di utilizzare prodotti dalla dubbia qualità) oppure di ritornare a fumare tabacco, unico vero dramma di tutta questa vicenda.
È sconsolante doverlo dire, ma questa Legge non ha alcuna valenza per la salvaguardia della salute. Serve solo a preservare gli interessi di grosse multinazionali. Per questo motivo l’iter legislativo di questa Legge è stato condotto a porte chiuse, in maniera sbrigativa e superficiale, ma soprattutto senza tener conto della voce dei diretti interessati, gli “svapatori”.
I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica essendo passati, nel giro di poche settimane, dal divieto di “svapare” nei luoghi pubblici a una supertassa sul consumo, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa. Inoltre, è sorprendente notare come la delegazione italiana al Parlamento Europeo abbia votato – giustamente – a favore di una libera commercializzazione della sigaretta elettronica e non come prodotto farmaceutico o derivato del tabacco. Risulta pertanto incomprensibile comprendere per quale ragione il Parlamento Italiano abbia contemporaneamente manovrato per legiferare in maniera diametralmente opposta.
Con la presente noi vogliamo denunciare che è solo per via di certi conflitti di interesse che i nostri deputati si sono ostinatamente affrettati a distruggere il settore delle sigarette elettroniche e le speranze degli “svapatori”. Come non criticare la scelta di utilizzare la procedura del Decreto Legge per forzare questa tassa? Il DL è un provvedimento che va adottato dal Governo in casi di straordinaria necessità e urgenza. Ma nel caso delle sigarette elettroniche non ne era ravvisabile né la necessità né tantomeno l’urgenza. I dati sulla pericolosità del fumo passivo da tabacco erano già noti alla fine degli anni ’80, ma a nessuno è venuto in mente di adottare un DL ad hoc in osservanza dell’art. 32 della Costituzione. Si sono dovuti attendere ben 25 anni per l’entrata in vigore della Legge Sirchia.
Nella fretta, i nostri deputati hanno persino trascurato specifici aspetti procedurali contenuti nel DL n. 76 del 2013, secondo cui il dispositivo normativo sulle sigarette elettroniche poteva essere messo in pratica solo dopo l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. Decreto che non è stato adottato entro il 31 ottobre e che poi, all’improvviso, è saltato fuori sul sito dei Monopoli di Stato sotto forma di bozza. Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Questa pratica rappresenta un abuso di tipo procedurale.
Una così importante questione di salute pubblica che riguarda milioni di fumatori italiani, oltre che centinaia di migliaia di “svapatori”, non può essere liquidata nel giro di 6 mesi e senza alcuna consultazione con le parti interessate e la comunità scientifica.
Appello al Presidente
Signor Presidente, Le chiediamo di vigilare sul rispetto della Costituzione. La legge 99/2013 va infatti nella direzione opposta all’articolo 32 che garantisce: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». E’ inoltre moralmente inaccettabile. Quello che Le chiediamo è di intervenire, inviando un Suo autorevole messaggio alle Camere (art. 69, co. 1, lett. i) per rilanciare il dialogo tra la politica e la scienza, onde superare il regime censorio introdotto con la legge in parola, e guidare il Governo verso una regolamentazione proporzionata che sia accettabile dal punto di vista etico-morale. Pretendiamo che gli “svapatori” e le loro famiglie vengano tutelati, e che vengano difesi i diritti dei fumatori che potrebbero avvicinarsi alla sigaretta elettronica, attratti da un prodotto innovativo, dal prezzo competitivo, che li aiuti a ridurre o smettere di fumare come sta già avvenendo in diverse parti del mondo.
La Legge 99/2013 di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali, le quali a differenza di quelle elettroniche contengono livelli molto elevati di carcinogeni e altre sostanze tossiche pericolose per la salute. Tale Legge è dunque ingiusta e irragionevole perché espressione di una “demonizzazione” della sigaretta elettronica aprioristica e infondata. Stigmatizzare questo prodotto come pericoloso per la salute, ma poi sfruttarlo per cercare di rimpinguare l’erario pubblico, rappresenta l’esempio più vistoso di un impoverimento della politica.
Piuttosto la sigaretta elettronica è un mezzo attraverso cui – come dimostrato da studi puntuali in materia – può essere validamente contrastato il tabagismo. La sigaretta elettronica può rappresentare una straordinaria opportunità di miglioramento della salute pubblica, la conquista di una mèta che decenni di spot e di campagne antifumo e di norme demagogiche non sono mai riusciti a raggiungere.
Il legislatore ha l’obbligo etico-morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche.
Certi di un suo interesse e riscontro positivi,
nell’accomiatarci confermiamo la nostra disponibilità per il dialogo con le Istituzioni.
Catania, 19 Febbraio 2014
Il Presidente LIAF
prof.ssa Lidia Proietti
Il Vice Presidente LIAF
prof. avv. Agatino Cariola
Il Responsabile Scientifico LIAF
prof. Riccardo Polosa