venerdì, Luglio 25, 2025
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E-cig e asma: ecco le prime prove sulle migliorate condizioni respiratorie negli asmatici fumatori

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L’asma è una delle principali cause di disabilità al mondo e la malattia cronica più comune nei bambini e giovani adulti, soprattutto a causa della sua insorgenza precoce. Si stima che 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrano di asma, e si prevede che questo numero aumenterà sino a 400 milioni entro il 2025.
La situazione è peggiorata dal fatto che molti asmatici sono anche fumatori, con una prevalenza del tutto sovrapponibile a quella della popolazione generale. Fumo e asma rappresentano un connubio malsano: da un lato, il fumo di sigaretta incide negativamente sull’asma, aggravando i sintomi e aumentandone la frequenza, e inoltre le terapie farmacologiche antiasmatiche di fondo risultano molto meno efficaci in coloro che fumano; dall’altro lato, il soggetto allergico che fuma ha una più alta probabilità di evolvere verso forme di malattie allergiche più gravi.
Diventa dunque prioritario anche per i soggetti asmatici smettere di fumare, o ridurre il numero di sigarette, per migliorare le proprie condizioni di salute generale, ridurre la frequenza dei sintomi respiratori diurni e notturni e permettere una migliore risposta alle cure farmacologiche.
E’ in questo contesto che un team di ricercatori dell’Università di Catania e dell’Università di Hull (UK) ha condotto una valutazione retrospettiva su pazienti asmatici fumatori che usavano regolarmente la sigaretta elettronica da almeno 10 mesi. Lo studio, supportato da LIAF e da SET Srl, è stato pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista internazionale “International Journal of Environmental Research and Public Health”.
Analizzando retrospettivamente le cartelle cliniche, si è confermato che gli asmatici fumatori non sono in grado di gestire i sintomi dell’asma, con elevato numero di esacerbazioni e frequente uso di farmaci. Tuttavia, quelli che avevano cominciato a utilizzare la sigaretta elettronica, non solo avevano smesso completamente di fumare o ridotto abbondantemente il numero di sigarette fumate, ma riportavano anche un miglioramento sostanziale nei dati delle spirometrie, nella frequenza e nella durata delle esacerbazioni di malattia, e nel controllo dei sintomi respiratori. Inoltre, i pazienti non riportavano alcun aggravamento della sintomatologia respiratoria o evento avverso derivante dall’uso dell’e-cig, nemmeno in coloro che di norma riferivano bocca asciutta e gola irritata tra i principali sintomi.
“Questi risultati sono di grande interesse in primo luogo perchè è noto che molti asmatici fumatori paradossalmente non vogliono smettere o non ci riescono e secondariamente perchè è sorprendente osservare che il vapore elettronico risulta sicuro anche quando inalato nelle vie aeree ipersensibili e infiammate di un asmatico” commenta il prof. Polosa, primo autore dello studio. “I dati confermano l’efficacia e la sicurezza di questi prodotti anche in popolazioni a rischio, e dimostrano che molti dei danni infiammatori delle vie aree risultano reversibili, con notevole miglioramento della funzionalità respiratoria e della sintomatologia asmatica. Dunque migliore qualità di vita per gli svapatori asmatici!”
“Il successo dell’e-cig nei soggetti asmatici si può spiegare con il grande effetto compensatorio a livello fisico e comportamentale che l’e-cig offre – spiega il Dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del CPCT e co-autore dello studio – Nelle visite di follow-up, questi pazienti sembravano essere rinati. Riuscire a controllare la dipendenza dalla sigaretta era la più grande conquista perché aveva permesso loro un controllo dei sintomi dell’asma su cui avevano ormai perso le speranze”.
“Siamo felici di aver sostenuto una ricerca così importante perché questo piccolo studio apre le porte a ulteriori indagini che potranno espandere questi risultati preliminari e dare risposte a medici, esperti di tabagismo e pazienti, e orientare le scelte degli enti regolatori verso un riconoscimento dell’e-cig come mezzo per ridurre il danno provocato dal fumo di tabacco anche nei soggetti asmatici” chiosa la prof.ssa Lidia Proietti, presidente della LIAF.
Lo studio è gratuitamente consultabile sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, a questo link:
Per citare lo studio:
Polosa R, Morjaria J, Caponnetto P, Caruso M, Strano S, Battaglia E, Russo C. Effect of Smoking Abstinence and Reduction in Asthmatic Smokers Switching to Electronic Cigarettes: Evidence for Harm Reversal. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2014; 11(5):4965-4977.

Global Forum on Nicotine 2014

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L’arrivo di nuovi sistemi di somministrazione della nicotina, insieme ad altre alternative a basso rischio, ha da tempo avviato rapidi cambiamenti nell’approccio scientifico, nella percezione del pubblico, e nel panorama normativo internazionale relativamente all’utilizzo della nicotina.
Questo nuovo paradigma sta avendo un grande impatto su tutte le parti interessate, tra cui:
i consumatori – che ora hanno a disposizione una più ampia gamma di fonti di nicotina;
i ricercatori – che stanno adottando un nuovo programma di ricerca e nuovi metodi per studiare l’uso di prodotti contenenti nicotina;
gli esperti di salute pubblica e politiche di controllo del tabagismo – che intravedono il ruolo di questi prodotti nel panorama della riduzione del danno da fumo di tabacco;
le istituzioni politiche e le organizzazioni nazionali e internazionali di controllo del tabagismo – che si ritrovano a dover elaborare nuovi quadri normativi per prodotti altamente innovativi;
i produttori e distributori – che sviluppano nuovi dirompenti prodotti o si trovano a fronteggiare la concorrenza di nuovi modelli di business.
E’ in questo contesto che nasce l’idea di organizzare il primo Forum Mondiale sulla Nicotina (Global Forum on Nicotine – GFN), che si terrà a Varsavia il 27 e 28 giugno 2014, presso il Warsaw Hotel Marriott. Idea ampiamente voluta e sostenuta dalla LIAF Lega Italiana AntiFumo, e da molte associazioni di categoria.
Il ritmo dei cambiamenti e degli sviluppi della tecnologia e dei prodotti disponibili ha prodotto infatti una serie di diverse e spesso contraddittorie risposte. Si è dunque ritenuto necessario e imprescindibile far riunire al più presto tutti gli attori coinvolti.
Questi gli obiettivi del GFN:
1. esaminare lo stato attuale del dibattito circa l’utilizzo della nicotina nel mondo;
2. esaminare criticamente gli studi scientifici sulla sicurezza e l’uso della nicotina;
3. favorire una tavola rotonda tra politici, scienziati, produttori, distributori e consumatori;
4. facilitare lo sviluppo di reti tra i diversi settori.
I temi della conferenza saranno:
Valutazione scientifica della dipendenza da nicotina
Normativa nazionale e internazionale sui prodotti contenenti nicotina
Nuova agenda scientifica sulla nicotina
L’esperienza dello “snus” scandinavo
Opinioni e preferenze dei consumatori sui prodotti contenenti nicotina
Standard di sicurezza ed efficacia delle sigarette elettroniche
Regolamentazione in Europa – Direttiva sui Prodotti del Tabacco
Il futuro della nicotina e del tabacco
Organizzazione Mondiale della Sanità, Convenzione quadro sul controllo del tabacco, e FDA
Tossicità acuta e a lungo termine della nicotina
Evoluzione futura dei metodi di somministrazione della nicotina
Farmacologia e farmacocinetica della nicotina
Impatto sul tabagismo
Economia dei nuovi prodotti contenenti nicotina
Opinioni degli esperti delle politiche di sanità pubblica
I relatori confermati del GFN sono i seguenti:
Prof. Riccardo Polosa, Università degli Studi di Catania, Italia
Dr. Konstantinos Farsalinos , Onassis Cardiac Surgery Center, Atene, Grecia
Dr. Maciej Goniewicz, Roswell Park Cancer Institute, Buffalo, USA
Prof. Andrzej Sobczak, Institute of Occupational Medicine and Environmental Health, Sosnowiec, Polonia
Dr. Lynne Dawkins, School of Psychology, University of East London, Gran Bretagna
Prof. Gerry Stimson, London School of Hygiene and Tropical Medicine, and Imperial College London, Gran Bretagna
Prof. Peter Haje, Queen Mary University, London, Gran Bretagna
Prof. Karl Lund, Norwegian Institute for Alcohol and Drug Research (SIRUS), Norvegia
Hazel Mabe, Interessengemeinschaft E-Dampfen and European United Vapers Network, Germania
Robert Mrówczyński, SUEP (Polish Vapers Association), Polonia
Cynthia Cabrera, SFATA (Smokefree Alternatives Trade Association), USA
Dr. Mirosław Dworniczak, Scientific Journalist and Consultant, Polonia
Dr. Delon Human, Health Diplomats, Svizzera
Leon Kośmider, Institute of Occupational Medicine and Environmental Health, Sosnowiec, Polonia
Lou Ritter, American E-Liquid Manufacturing Standards Association, USA
Dr. Jacques le Houezec, Francia
Dr. Karl Fagerström, Smokers Information Center, Svezia
Clive Bates, Counterfactual Consulting, Gran Bretagna
Charles Hamshaw-Thomas, Zandera Ltd, Gran Bretagna
Rebecca Taylor, MEP, Gran Bretagna
Lars Ramström, Institute for Tobacco Studies, Svezia
Prof. Linda Bauld, University of Stirling and UK Centre for Tobacco and Alcohol Studies, Gran Bretagna
Deborah Arnott, ASH UK (Framework Convention Alliance), Gran Bretagna
Per informazioni, iscrizioni e programma dettagliato, consultare il sito ufficiale del Global Forum on Nicotine:

Giornata Mondiale dell’Asma: anche quest’anno visite gratuite al Policlinico

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In occasione della Giornata Mondiale dell’Asma, indetta per oggi martedì 6 maggio dall’Organizzazione Internazionale GINA (Global Iniziative for Asthma), anche quest’anno il Reparto di Medicina Interna e D’Urgenza del Policlinico di Catania ha offerto visite e spirometrie gratuite per i pazienti asmatici.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con la LIAF, rientra nel progetto di ricerca europeo U-BIOPRED dedicato alla scoperta di nuovi farmaci per la gestione dell’asma grave. Si tratta di un appuntamento importante a sostegno della Ricerca e della tutela della salute pubblica.
“L’attesa per la giornata mondiale dedicata all’asma certifica il successo di questo appuntamento che ogni anno vede impegnati centinaia di ricercatori in tutto il mondo che si battono per trovare cure adeguate e sufficienti per i pazienti affetti da asma grave – ha ricordato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente della LIAF – La nostra Onlus è stata felice di sostenere questa importante iniziativa grazie alla quale le persone affette da asma hanno potuto ricevere gratuitamente cure specializzate e consulenza”.
Purtroppo, i numeri confermano una diffusione sempre più ampia dell’asma in soggetti fumatori. La lotta al tabagismo quindi diventa prioritaria.
<<Uno studio che verrà pubblicato a breve su una importante rivista internazionale, anche grazie al sostegno della LIAF, ha confermato l’utilità delle sigarette elettroniche nei soggetti asmatici – commenta a tal proposito il Prof Polosa, docente di Immunologia Clinica e Allergologia all’Università di Catania e responsabile scientifico LIAF – Nello specifico, si è evidenziato che i pazienti asmatici fumatori che passavano alla sigaretta elettronica mostravano significativi miglioramenti nel controllo dell’asma e nei dati spirometrici”.
In attesa dell’imminente pubblicazione di questo studio, vi invitiamo a consultare nei prossimi giorni il sito LIAF per tutti i dettagli dello studio.
Per ulteriori informazioni sul progetto di ricerca europeo U-Biopred è possibile visitare http://www.ubiopred.european-lung-foundation.org/

U-BIOPRED vince il premio Bio-IT World Best Practice Award

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U-BIOPRED vince il premio premio Bio-IT World Best Practice Award come miglior esempio al mondo nella ricerca contro l’asma grave.
Il premio, nella categoria Ricerca e Sviluppo di nuovi farmaci, ha riguardato l’innovazione nell’utilizzo del Portale del progetto voluto e creato per la ricerca di biomarcatori chiave dell’asma grave.
Utilizzando lo strumento di gestione delle informazioni, i partner del progetto sono stati infatti in grado di condividere in modo sicuro grandi volumi di dati con facilità.
U-BIOPRED ha condiviso il riconoscimento con la Fondazione TranSMART, che ha sviluppato il software.
Per ulteriori informazioni, guarda l’intervista al dott. Ioannis Pandis, del progetto U-Biopred:
Per altre informazioni su questi premi:

Sigarette elettroniche, un appello al Ministro per sostenerne la diffusione

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Nelle scorse settimane, la LIAF ha infatti lanciato una petizione on line che ha già raggiunto quasi 6000 firme a favore delle sigarette elettroniche. Si tratta soprattutto di ex fumatori che hanno ricavato beneficio dall’uso della sigaretta elettronica, che – secondo i promotori dell’iniziativa – è un prodotto che ha potenzialità enormi per agevolare chi ha intenzione di smettere di fumare.
“Seimila firmatari sono un numero molto importante – ha osservato il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico di LIAF e docente di Medicina Interna nell’ateneo catanese e Direttore del’UOC di Medicina Interna e d’Urgenza e del relativo Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo, AOU Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania – sebbene questa cifra rappresenti soltanto la punta dell’iceberg di un vasto popolo di fumatori che vuole scegliere di determinare la propria condizione di tabagismo e di vapagismo in maniera differente”.
Da qui la necessità di rivolgere un appello alle massime istituzioni del Paese, per chiedere di vigilare sulla nuova regolamentazione della sigaretta elettronica – considerata una valida alternativa alla sigaretta convenzionale – e soprattutto per consentire ai milioni di fumatori italiani di scegliere liberamente come e quando smettere di fumare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene il fumo la più grave minaccia per la salute dell’uomo. Sebbene anche i dati dell’Istituto Superiore di Sanità abbiano evidenziato come la recente diffusione di questi prodotti abbia determinato una significativa contrazione dei consumi di tabacco (in Inghilterra, per esempio, si è arrivati all’8% in meno in un solo anno), in Italia non si fanno passi avanti.
Al contrario, è stata introdotta (con il decreto legge nr. 76 del 28 giugno 2013) una tassazione che penalizza l’uso della sigaretta elettronica, che comporta comunque dei rischi assolutamente inferiori alle “bionde”, equiparandola ai prodotti del tabacco tradizionale, che apportano ogni anno allo Stato una riserva fiscale di circa 10 miliardi di euro l’anno.
Ciò ha evidentemente scoraggiato, anziché incentivarli, i potenziali utilizzatori e “svuotato” i negozi dei rivenditori che, se appositamente formati, potrebbero invece avere un ruolo importante nella corretta informazione ai cittadini. Al contrario, investire su questi strumenti – sostiene la LIAF -, potrebbe ridurre nel tempo sensibilmente i costi della sanità legati alla cura delle malattie fumo-correlate.
La LIAF da anni si batte contro il tabagismo e per la tutela della salute pubblica. Più volte gli studi condotti dalla Lega Italiana Anti Fumo, anche grazie ai ricercatori dell’Università di Catania, hanno dimostrato, infatti, che la sigaretta elettronica è una valida alternativa per smettere di fumare. Nonostante questo, “il problema reale rimane rappresentato dall’informazione e dalla formazione sui rischi – ha sottolineato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente di LIAF e docente di Medicina del Lavoro -. La sigaretta elettronica può essere un validissimo aiuto per tanti fumatori intenzionati a liberarsi dalla schiavitù del tabagismo, nell’ambito di terapie strutturate, e meriterebbe rispetto dalle Istituzioni”.
Infine, il dott. Pasquale Caponnetto – responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo – AOU Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania – ha ricordato le difficoltà riscontrate dal settore delle e-cig: “I negozi sono vuoti, e i pazienti che arrivano al nostro centro antifumo sono sempre più spaventati dalle false notizie diffuse dai media sulla sicurezza della sigaretta elettronica”. Il problema per le sigarette elettroniche è dato dalla percezione del rischio perchè l’informazione scorretta starebbe distruggendo un settore dalle forti potenzialità. “Nonostante questo – ha continuato Caponnetto – gli svapatori sono ancora numerosi e tutti soddisfatti. Questo dovrebbe dare da pensare alle autorità e anche al personale medico dei centri antifumo.”
Il Ministero della Salute ha poi avviato i lavori di un tavolo tecnico sul tabagismo che – secondo Polosa – si è posto degli obiettivi non coerenti: “Chiediamo al Ministro Lorenzin di avviare un dialogo aperto e fattivo basato sulle evidenze scientifiche – ha concluso Polosa – confrontandoci sugli aspetti positivi e negativi delle sigarette elettroniche, e di vigilare sull’operato del tavolo tecnico ministeriale sul tabagismo che, a nostro avviso, sta prendendo una direzione non coerente con gli obiettivi iniziali”.
Leggi la lettera al Ministro Lorenzin

Pausa sigaretta per i dipendenti pubblici durante l’orario di lavoro

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“Lavoro come educatrice d’infanzia in un Asilo Comunale e purtroppo convivo con colleghe che durante l’orario di lavoro si assentano dalle cinque alle sei volte al giorno per fumare. Esiste un riferimento normativo da consultare?”.
Questo è il quesito che è pervenuto qualche giorno fa alla redazione di LIAF, suscitando la nostra attenzione.
A porre la domanda è stata la maestra di un asilo nido comunale che, quotidianamente, si trova costretta ad occuparsi da sola dei bambini della sua classe perché le colleghe, che dovrebbero rimanere con lei costantemente, si assentano più volte durante la giornata per uscire in giardino a fumare una sigaretta.
La risposta potrebbe sembrare ovvia dal punto di vista etico, ma da quello normativo non è così chiara.
Abbiamo interpellato il presidente di LIAF, la Prof.ssa Lidia Proietti, che è docente di Medicina del Lavoro presso l’Università degli Studi di Catania e già Direttore dell’Unità Operativa di Medicina del Lavoro presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” della stessa città.
“Nel caso in questione – ci spiega la Proietti – si tratta di pubblici dipendenti che si assentano spesso durante l’orario di lavoro per fumare. Se tali dipendenti non fumano nei luoghi di lavoro, in teoria, non possono essere sanzionati per il mancato rispetto della legge Sirchia: l’art. 51 della L.3 del gennaio 2003 (legge Sirchia) stabilisce, infatti, il divieto di fumo nei luoghi chiusi, per la tutela della salute dei non fumatori, in applicazione della normativa europea (2001/37/CE) concernente il tabacco e la difesa dal fumo passivo. Né possono essere sanzionati per il mancato rispetto del D. lgs. 81/2008, ossia il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro”.
“Nella segnalazione della signora si configura invece – continua la Proietti – un grave illecito dovuto al frequente allontanarsi arbitrario e non autorizzato dal datore di lavoro. Fare pausa circa 5-6 volte durante il turno di lavoro comporta un aggravio del lavoro per il restante personale e un concreto rischio di una non adeguata assistenza ai piccoli. Secondo i calcoli, infatti, si tratterebbe di più di 1 ora al giorno di assenza per ciascun dipendente, considerato che la pausa per una sigaretta è in genere di circa 10 minuti, se non di più (spesso la sigaretta si associa al caffè). Si configura quindi anche un danno nei confronti del proprio datore di lavoro per ridotta produttività”.
“Tenuto conto di questo – conclude la Proietti – il riferimento normativo per il caso proposto dalla nostra maestra è il Contratto di lavoro delle educatrici di infanzia degli asili comunali, dove è fatto divieto di allontanarsi dal servizio se non per ragioni di lavoro e con permesso esplicito”.

 

Avvelenamento da e-cig? Le 5 sostanze più pericolose le abbiamo in casa!

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Lo scorso 23 marzo 2014, il New York Times ha riportato la notizia che il liquido alla nicotina utilizzato nelle sigarette elettroniche sia altamente nocivo.
Matt Richtel, autore dell’articolo, dipinge la ricarica di nicotina liquida per le e-cig come la sostanza più pericolosa a memoria d’uomo, e riporta alcuni dati dell’American Association of Poison Control Centers (AAPCC), secondo cui il numero di segnalazioni per ingestione o contatto accidentale di liquido per e-cig è salito a 1.351 nel 2013, aumentando del 300% rispetto al dato del 2012.
Due giorni dopo l’uscita dell’articolo di Richtel, l’AAPCC – che possiede il database (NDPS) di tutti i casi di esposizione umana a veleni raccolti su segnalazioni telefoniche ai centri antiveleno americani – ha rilasciato un comunicato stampa sull’incremento del numero di segnalazioni riguardanti le e-cig nel 2013.
Tuttavia, se si legge con attenzione il comunicato, queste segnalazioni non sono tutte riferite solo al liquido alla nicotina, ma in generale a tutti i prodotti e-cig, incluse le cartucce. Inoltre queste segnalazioni non sono ancora state verificate, procedimento che solitamente avviene a fine anno quando si pubblica il report annuale che contiene i numeri definitivi. Tale avvertimento dell’AAPCC voleva più che altro essere un sollecito rivolto agli adulti americani affinché badino a tenere e-cig e liquidi alla nicotina al di fuori dalla portata dei bambini, e utilizzino il prodotto seguendo le istruzioni specifiche riportate sulle confezioni.
L’ultimo report disponibile è riferito al 2012; in quell’anno sono state effettuate 3.373.025 di chiamate al centro antiveleni. Di queste chiamate, poco più di due milioni denunciavano esposizioni umane, mentre le restanti erano solo richieste di informazioni o falsi allarmi. Ma forse il dato più eclatante è che i risultati del report mostrano come le prime 5 più frequenti cause di avvelenamento accidentale siano: gli antidolorifici (11,6% dei casi), i cosmetici/prodotti per la cura personale (7,9%), le sostanze per la pulizia domestica (7,2%), i sedativi/ipnotici/antipsicotici (6,1%) e i corpi estranei/giocattoli (4,1%). Anche alcune chiamate relative alla sigaretta elettronica sono state registrate fra i dati raccolti dal report, ma il numero di casi segnalati è davvero basso – pari a 459 (di fatto 447 casi riguardavano il dispositivo della sigaretta elettronica e/o la cartuccia contenente la nicotina, mentre solamente 12 si riferivano alla nicotina contenuta nel liquido dell’e-cig). Si evince chiaramente che solo lo 0,01% del totale delle chiamate registrate nel 2012 era connesso alla sigaretta elettronica. A confronto, il numero di chiamate per prodotti contenenti tabacco è stato molto più elevato, pari a 8.200 (di cui 5.881 legate alla sigaretta convenzionale). Peccato che di tutto questo il giornalista del New York Times non fa menzione. Se avesse letto anche il report del 2012 sarebbe stato in grado di dare la logica spiegazione per l’incremento delle segnalazioni dovute a e-cig nel 2013.
Per LIAF, questa spiegazione la fornisce il prof. Riccardo Polosa, responsabile scientifico della LIAF. “Nel 2013, il numero di e-cig vendute negli USA si è praticamente triplicato rispetto all’anno precedente. È ovvio quindi aspettarsi che il numero di segnalazioni aumenti di conseguenza. Comunque sia, il numero di segnalazioni rappresenta solo una percentuale irrisoria rispetto al volume del venduto. Semmai il vero problema è che qualche adulto sembra essere incapace di utilizzare correttamente questi prodotti e di tenerli a distanza dai bambini.”
La prof.ssa Lidia Proietti, presidente LIAF ed esperta di Igiene e Medicina del Lavoro, ha così commentato “Se aumentasse il numero di iscritti alle piscine, state certi che il numero di segnalazioni per esposizione ai prodotti chimici contenuti nell’acqua delle vasche si moltiplicherebbe in misura esponenziale. La strumentalizzazione dell’avvertimento dell’AAPCC dimostra ancora una volta l’ennesimo tentativo, da parte delle agenzie di stampa, di diffondere terrore nei confronti di un prodotto che rappresenta invece uno strumento importante di aiuto per tutti coloro che vogliono smettere di fumare.”

Conferenza stampa: LIAF lancia un appello al Ministro Lorenzin

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LIAF convoca la stampa per presentare i risultati della petizione popolare in difesa della sigaretta elettronica.
Mercoledì 23 Aprile alle ore 10.30 nei locali del Rettorato dell’Università di Catania, al Palazzo Centrale, si terrà la conferenza stampa per presentare la nuova iniziativa della LIAF – Lega Italiana Anti Fumo: una lettera aperta indirizzata al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Si tratta di un appello rivolto alle massime istituzioni del Paese per chiedere di vigilare sulla nuova regolamentazione della sigaretta elettronica e soprattutto per consentire ai milioni di fumatori italiani di scegliere liberamente come e quando smettere di fumare. Il direttore scientifico di LIAF, il prof. Riccardo Polosa, insieme al suo team di ricercatori, presenterà alla stampa il risultato della petizione popolare in difesa della sigaretta elettronica, che ha già raggiunto quasi 6000 firme.
L’incontro sarà anche occasione per illustrare i risultati degli ultimi studi condotti dal Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo di Catania, pubblicati e diffusi in ambito internazionale. Evidenze scientifiche che dimostrano tangibilmente come la sigaretta elettronica possa rappresentare un valido strumento per smettere di fumare o almeno di ridurre il numero di sigarette fumate, con notevoli benefici in termini di riduzione del rischio.
La missiva, indirizzata al Ministro Lorenzin, sarà firmata dai rappresentanti istituzionali di LIAF e dell’Università degli Studi di Catania. Un modo concreto per rilanciare un dialogo costruttivo tra Politica, Istituzioni e Scienza.
Interverranno:
– Prof. Giacomo Pignataro – Rettore dell’Università degli Studi di Catania
– Prof.ssa Lidia Proietti – Presidente LIAF
– Prof. Riccardo Polosa – Direttore scientifico LIAF
– Dott. Pasquale Caponnetto – Responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo – AOU Policlinico – Catania
Per firmare la petizione popolare, clicca qui: https://www.liafmagazine.it/petizione.php

Valori di rischio: 100 sta alla bionda, come 4 sta alla sigaretta elettronica

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Un recente studio internazionale del Drug Science (Comitato scientifico indipendente sulle droghe), confrontando i danni provocati dai vari prodotti contenenti nicotina, ha stimato che la sigaretta elettronica ha un indice di rischio pari a 4, dove quello delle bionde tradizionali è considerato 100.
Contrariamente ai timori espressi da autorità di sanità pubblica il rischio rappresentato dalle e-cig è solo una frazione delle sigarette convenzionali, a dimostrazione del fatto che non tutti i prodotti contenenti nicotina sono ugualmente pericolosi.
Come si evince dai dati elaborati nello studio, i prodotti combustibili come sigarette e cigarilli risultano molto più dannosi rispetto a tutti gli altri. Cerotti, gomme e inalatori contenenti nicotina non sono completamente esenti da rischi, ma a confronto dei prodotti combustibili la minaccia che possono rappresentare per la salute pubblica è irrilevante. Le e-cig sono collocate in questo gruppo a bassa pericolosità, con un indice di rischio pari a 4, considerato 100 quello delle “bionde”. Per le e-cig non sono stati ascritti rischi di mortalità o malattie correlate, né economici o incidentali.
Il prof. Riccardo Polosa, tra i 12 esperti autori dello studio, ha così commentato questo nuovo studio: “Che non tutti i prodotti contenenti nicotina sono ugualmente pericolosi è un fatto noto a tutti. Ma per la prima volta è finalmente disponibile una scala del rischio oggettiva che illustra in modo immediato e intuitivo il reale livello di pericolosità di questi prodotti. LIAF è orgogliosa di offrire al mondo uno strumento utilissimo per i consumatori, per i medici, e per i legislatori. Quale prodotto usare, quale raccomandare, quale regolamentare, quale bandire, contro quale esercitare restrizioni commerciali: a queste e ad altre domande questo studio risponde, in un’ottica di politica innovativa del controllo della diffusione del tabacco e della riduzione del danno espositivo”.

La classifica dei prodotti contenenti nicotina: e-cig fra i meno pericolosi

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In tutto il mondo, le autorità sembrano orientate a limitare la commercializzazione della sigaretta elettronica, se non a bandirla del tutto. Il proverbio “La prudenza non è mai troppa” sembra ispirare le loro decisioni, e con sondaggi che indicano un 44% di persone incerte circa il grado di sicurezza delle e-cig non deve sorprendere che i legislatori siano così diffidenti. E se invece l’essere troppo prudenti li trattenesse dal vincere la decennale lotta contro il tabagismo e dal salvare milioni di vite umane?
Un nuovo studio condotto da un team di esperti in diverse aree della salute pubblica, del diritto e dell’economia, pubblicato questa settimana nella rivista European Addiction Research, e sovvenzionato da LIAF e da Euroswiss Health, è giunto a una conclusione che insegna come i proverbi talvolta non dovrebbero essere presi troppo sul serio.
Nello scorso luglio, il Comitato scientifico indipendente sulle droghe – Drug Science – ha convocato presso la Royal Society di Londra un pool di esperti internazionali con competenze professionali variegate, dalla psicologia alla tossicologia, dalla farmacologia alla clinica, dal diritto all’economia, per confrontare i diversi profili di rischio degli attuali prodotti contenenti nicotina.
La metodologia utilizzata sfrutta le differenti competenze e conoscenze degli esperti (procedimento di “conferencing process”) che vengono collettivamente rielaborate da software informatici dedicati. Questo modo di procedere è stato già utilizzato con successo dai decisori britannici per risolvere importanti questioni di salute pubblica tra cui quella dello stoccaggio delle scorie nucleari e quello della diffusione delle droghe leggere e pesanti.
Gli esperti hanno preso in considerazione in totale 14 fattori di rischio per 12 prodotti, tra cui sigarette, narghilè, tabacco da masticare, E-cig, e cerotti alla nicotina. Tra i diversi fattori di rischio, oltre alla mortalità e alla morbilità correlate all’uso del prodotto, sono stati anche considerati la dipendenza, l’incidenza sul reddito, le avversità familiari, l’avvelenamento accidentale, gli incendi domestici e persino il rischio di conflitti internazionali e il contrabbando. Ovviamente, questi fattori non hanno lo stesso peso per i diversi prodotti contenenti nicotina, come dimostrano le valutazioni individuali ponderate e considerando il loro impatto sia sul singolo che sulla collettività. Il risultato è una classifica di questi prodotti basata su stime del loro livello di rischio.
Contrariamente ai timori espressi da autorità di sanità pubblica, giornalisti e politici, il rischio rappresentato dalle e-cig è solo una frazione di quello delle “bionde” a dimostrazione del fatto che non tutti i prodotti contenenti nicotina sono ugualmente pericolosi. Infatti, il loro rischio relativo si riduce in misura impressionante lungo una ripida pendenza, al cui estremo più alto si collocano le sigarette convenzionali.
scaladirischio
Come si evince dai dati elaborati nello studio, i prodotti combustibili come sigarette e cigarilli risultano molto più dannosi rispetto a tutti gli altri. Cerotti, gomme e inalatori contenenti nicotina non sono completamente esenti da rischi, ma a confronto dei prodotti combustibili la minaccia che possono rappresentare per la salute pubblica è irrilevante. Le e-cig sono collocate in questo gruppo a bassa pericolosità, con un indice di rischio pari a 4, considerato 100 quello delle “bionde”. Il valore 4 è principalmente imputabile al rischio di perpetuare nel tempo una dipendenza. Nessun rischio di mortalità o malattie correlate, né rischi economici o incidentali sono stati ascritti alla e-cig.
Il primo autore dello studio, il prof. David Nutt dell’Imperial College di Londra, ha dichiarato che: “Ogni metodo che permette di ridurre drasticamente il numero di vittime da fumo di tabacco è un grande trionfo per la salute pubblica. Questo studio indica che passando da prodotti ad alto rischio, come le sigarette convenzionali, a prodotti a basso rischio, come l’e-cig o i cerotti, si può ridurre in modo sostanziale l’impatto sul danno sostenuto dal singolo e dalla collettività.”
Il prof. Riccardo Polosa, tra i 12 esperti autori dello studio, ha così commentato: “Che non tutti i prodotti contenenti nicotina sono ugualmente pericolosi è un fatto evidente a tutti. Ma finalmente ora è disponibile una scala del rischio oggettiva che ne illustra in modo immediato e intuitivo il loro reale livello di pericolosità. LIAF è orgogliosa di offrire al mondo uno strumento utilissimo per i consumatori, per i medici, e per i legislatori. Quale prodotto usare, quale raccomandare, quale regolamentare, quale bandire, contro quale esercitare restrizioni commerciali: a queste e ad altre domande questo studio risponde, in un’ottica di politica innovativa del controllo della diffusione del tabacco e della riduzione del danno espositivo.”
Il documento, pubblicato nella rivista European Addiction Research, è consultabile gratuitamente qui: http://www.karger.com/Article/FullText/360220