martedì, Giugno 10, 2025
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Allenati che ti passa!

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L’attività fisica è utile per combattere la depressione e aiuta a smettere di fumare. E’ il risultato di uno studio scientifico condotto dai ricercatori dell’ Université de Montpellier.
Ề noto che i fumatori che presentano sintomi depressivi hanno un bisogno di fumare doppio rispetto agli altri fumatori. Un recente studio dell’Università francese evidenzia come l’attività fisica possa essere un aiuto tutto naturale per raggiungere il doppio obiettivo di smettere di fumare e combattere i sintomi depressivi.
Negli Stati Uniti l’abitudine al fumo è in declino, ma la depressione, tuttavia, è in continua salita. La tutela della salute psichica è da tempo riconosciuta come componente fondamentale della stato di salute generale di una persona e la relazione tra salute psichica e salute fisica è sicuramente un tema assai complesso.
Lo studio di Bernard dell’Università di Montpellier rileva il modo in cui la salute fisica può essere correlata alla sofferenza psichica, come quella che avverte chi soffre di sintomi depressivi. “La nostra speranza è che questo studio sensibilizzi ricercatori e clinici sul ruolo promettente dell’attività fisica come elemento di cura per la depressione e la dipendenza da sigaretta ” – ha affermato l’autore principale.
Bernard ed i suoi colleghi hanno seguito un gruppo di partecipanti per 18 mesi così da far completare, ad alcuni, un piano di allenamento di base che comprendeva attività semplici come lunghe passeggiate. Quelli che si erano esercitati avevano molta più probabilità di smettere alla fine dei 18 mesi ed esibivano inoltre una riduzione dei sintomi astinenziali post allenamento.
Il team di ricerca non ha studiato la neurotrasmissione dei partecipanti allo studio, ma la scienza ha già dimostrato più e più volte che l’attività fisica consente il rilascio di una molteplicità di sostanze chimiche nel cervello che favoriscono lo star bene quali ad esempio le endorfine. Anche se l’attività fisica comporta uno sforzo, l’allenamento procura nei soggetti alti livelli di entusiasmo. L’attività fisica aiuta anche a promuovere la creatività e a preservare la salute degli organi in età avanzata.
Nel 2010 gli americani hanno speso più di 11 miliardi dollari per l’acquisto di antidepressivi. Mentre questi farmaci aiutano a contenere i sintomi, non sempre risolvono la causa principale della depressione di una persona. “Purtroppo, afferma il coautore dello studio, il Prof. Grégory Moullec della Concordia University, l’evidenza non è ancora abbastanza forte per convincere i governi ad investire di più in cure comportamentali piuttosto che su campagne a favore dei farmaci”. Si tratterebbe di una politica sanitaria diversa che ancora in pochi hanno il coraggio di seguire. Infatti, continua lo studioso canadese: “C’è ancora scetticismo circa gli effetti dell’attività fisica rispetto alle strategie farmacologiche. Ma se continuiamo a condurre studi ambiziosi, utilizzando una metodologia di alto livello, riusciremo a sapere quali interventi siano più efficaci degli altri. La ricerca è ciò che condurrà alla verità”.
Fonte: Bernard P, Ninot G, Moullec G, et al. Smoking Cessation, Depression, and Exercise: Empirical Evidence, Clinical Needs, and Mechanisms. Nicotine and Tobacco Research. 2013.

E-cig – Polosa, Tirelli e Veronesi: “Sono molto meno dannose delle sigarette tradizionali”

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 Globalmente 1,3 miliardi di persone fumano e l’Oms stima che nel 21° secolo vi saranno fino a un miliardo di morti premature legate al tabacco, tutte completamente prevenibili. Tale tributo di morte e malattie richiede che siamo implacabili nella nostra ricerca di tutti i possibili modi pratici ed etici per ridurre questo fardello.
Negli ultimi tre decenni la politica del controllo del tabacco ha divulgato con successo i danni associati al fumo, ha incoraggiato misure per ridurre il fumo e ha ridotto drasticamente il fumo in alcune parti del mondo soprattutto i paesi industrializzati (ma allo stesso tempo in molti paesi in via di sviluppo il fumo è ancora in aumento).
Ma nei paesi industrializzati molte persone continuano a fumare – quasi il 20% della popolazione adulta del Regno Unito, quasi il 30% in paesi come la Spagna, la Francia e l’Italia. La maggior parte dei fumatori vuole smettere di fumare, ma molti trovano difficile rinunciare alla nicotina, o semplicemente non vogliono. “Le sigarette elettroniche, che hanno la stessa gestualità delle sigarette convenzionali, possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali che derivano dalla combustione di tabacco e carta, assenti nelle sigarette elettroniche”, riferiscono Riccardo Polosa, Professore di Medicina Interna dell’Università di Catania, Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e Umberto Veronesi Direttore Scientifico dell’IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “C’è da rimanere sbigottiti – aggiungono – di fronte alle recenti dichiarazioni delle Società Scientifiche di area respiratoria. Come è possibile insistere nel sostenere che le e-cig siano dannose quando nei paesi in cui l’uso è molto diffuso, come in Gran Bretagna e Francia, si registrano importanti passi avanti intermini di migliorata salute pubblica?”.
“La prova che l’inalazione di aerosol di e-cig possa danneggiare i polmoni è inesistente – proseguono Polosa, Tirelli e Veronesi-. Piuttosto, sembra vero il contrario. Studi clinici e sondaggi di ricerca hanno dimostrato che i fumatori con malattie dell’apparato respiratorio (es. asma e BPCO) che sono passati all’uso regolare di e-cig ne hanno tratto un sostanziale beneficio, con miglioramenti in termini di sintomatologia respiratoria e funzione polmonare. Questo dato è importante dato che i pazienti con asma e BPCO – particolarmente vulnerabili alle sostanze irritanti a livello respiratorio – non lo sono per gli aerosol di e-cig”.
“Una riflessione va fatta: a differenza delle sigarette di tabacco commercializzate affinché un non fumatore diventi fumatore, le e-cig vengono vendute come alternative per tutti quei fumatori decisi ad affrancarsi dal fumo di tabacco. Che i non fumatori non rappresentano un target commerciale per questi prodotti è chiaramente dimostrato dai corposi dati epidemiologici statunitensi, anglosassoni e francesi. Pertanto, è improprio considerarle come una nuova minaccia per la salute pubblica. La gente ‘fuma per la nicotina, uno stupefacente tra i più difficili da liberarsi, ma muore a causa del fumo’, che deriva dalla combustione e dalle sostanze cancerogene, almeno 70, aspirate nei polmoni”, hanno dichiarato Umberto Tirelli e Umberto Veronesi.
Per contrastare alcuni interventi contro le sigarette elettroniche, 53 scienziati da tutto il mondo – tra i quali gli italiani Veronesi, Tirelli e Polosa – hanno scritto ai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per ricordare che parificare le molto meno rischiose e-cig alle sigarette convenzionali rischia di inviare un messaggio erroneo ai milioni di fumatori di sigarette elettroniche che hanno smesso di fumare o che continuano a fumare ma senza il contatto con le sostanze cancerogene alla base del tumore del polmone e di tante altre malattie oncologiche e non.
“Milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”, concludono i tre esperti.

E-cig – Polosa, Tirelli e Veronesi: “Sono molto meno dannose delle sigarette tradizionali”

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Come riportano gli esperti, studi clinici e sondaggi di ricerca hanno dimostrato che i fumatori con malattie dell’apparato respiratorio che sono passati all’uso regolare di e-cig ne hanno tratto un sostanziale beneficio. Per questo 53 scienziati di tutto il mondo hanno scritto all’Oms per ricordare che parificare le e-cig alle sigarette convenzionali rischia di inviare un messaggio erroneo ai fumatori.
Globalmente 1,3 miliardi di persone fumano e l’Oms stima che nel 21° secolo vi saranno fino a un miliardo di morti premature legate al tabacco, tutte completamente prevenibili. Tale tributo di morte e malattie richiede che siamo implacabili nella nostra ricerca di tutti i possibili modi pratici ed etici per ridurre questo fardello. Negli ultimi tre decenni la politica del controllo del tabacco ha divulgato con successo i danni associati al fumo, ha incoraggiato misure per ridurre il fumo e ha ridotto drasticamente il fumo in alcune parti del mondo – soprattutto i paesi industrializzati (ma allo stesso tempo in molti paesi in via di sviluppo il fumo è ancora in aumento).
Ma nei paesi industrializzati molte persone continuano a fumare – quasi il 20% della popolazione adulta del Regno Unito, quasi il 30% in paesi come la Spagna, la Francia e l’Italia. La maggior parte dei fumatori vuole smettere di fumare, ma molti trovano difficile rinunciare alla nicotina, o semplicemente non vogliono. “Le sigarette elettroniche, che hanno la stessa gestualità delle sigarette convenzionali, possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali che derivano dalla combustione di tabacco e carta, assenti nelle sigarette elettroniche”, riferiscono Riccardo Polosa, Professore di Medicina Interna dell’Università di Catania, Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e Umberto Veronesi Direttore Scientifico dell’IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “C’è da rimanere sbigottiti – aggiungono – di fronte alle recenti dichiarazioni delle Società Scientifiche di area respiratoria. Come è possibile insistere nel sostenere che le e-cig siano dannose quando nei paesi in cui l’uso è molto diffuso, come in Gran Bretagna e Francia, si registrano importanti passi avanti intermini di migliorata salute pubblica?”.
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=209-le-societa-scientifiche-respiratorie-contro-le-e-cig-polosa-attacco-gratuito-accecati-da-un-costrutto-ideologico
“La prova che l’inalazione di aerosol di e-cig possa danneggiare i polmoni è inesistente – proseguono Polosa, Tirelli e Veronesi-. Piuttosto, sembra vero il contrario. Studi clinici e sondaggi di ricerca hanno dimostrato che i fumatori con malattie dell’apparato respiratorio (es. asma e BPCO) che sono passati all’uso regolare di e-cig ne hanno tratto un sostanziale beneficio, con miglioramenti in termini di sintomatologia respiratoria e funzione polmonare. Questo dato è importante dato che i pazienti con asma e BPCO – particolarmente vulnerabili alle sostanze irritanti a livello respiratorio – non lo sono per gli aerosol di e-cig”.
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=193-e-cig-e-asma-migliori-condizioni-respiratorie-negli-asmatici-fumatori
“Una riflessione va fatta: a differenza delle sigarette di tabacco commercializzate affinché un non fumatore diventi fumatore, le e-cig vengono vendute come alternative per tutti quei fumatori decisi ad affrancarsi dal fumo di tabacco. Che i non fumatori non rappresentano un target commerciale per questi prodotti è chiaramente dimostrato dai corposi dati epidemiologici statunitensi, anglosassoni e francesi. Pertanto, è improprio considerarle come una nuova minaccia per la salute pubblica. La gente ‘fuma per la nicotina, uno stupefacente tra i più difficili da liberarsi, ma muore a causa del fumo’, che deriva dalla combustione e dalle sostanze cancerogene, almeno 70, aspirate nei polmoni”, hanno dichiarato Umberto Tirelli e Umberto Veronesi.
Per contrastare alcuni interventi contro le sigarette elettroniche, 53 scienziati da tutto il mondo – tra i quali gli italiani Veronesi, Tirelli e Polosa – hanno scritto ai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per ricordare che parificare le molto meno rischiose e-cig alle sigarette convenzionali rischia di inviare un messaggio erroneo ai milioni di fumatori di sigarette elettroniche che hanno smesso di fumare o che continuano a fumare ma senza il contatto con le sostanze cancerogene alla base del tumore del polmone e di tante altre malattie oncologiche e non.
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=201-53-esperti-scrivono-all-oms-le-e-cig-aiutano-a-ridurre-i-danni-tra-loro-gli-italiani-polosa-tirelli-e-veronesi
“Milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”, concludono i tre esperti.
(Fonte: Quotidianosanità.it)

Le Societa’ scientifiche respiratorie contro le e-cig. Polosa: “Attacco gratuito. Accecati da un costrutto ideologico”

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Le Societa’ scientifiche respiratorie contro le e-cig. Polosa: “Attacco gratuito. Accecati da un costrutto ideologico”.
“Nonostante le evidenze dimostrano che svapare è molto più sicuro che fumare, che le sigarette elettroniche non contengono tabacco e non presentano i rischi della combustione, che milioni di fumatori nel mondo utilizzano con successo questi prodotti per smettere di fumare e che i sintomi respiratori di fumatori con malattie polmonari ostruttive che hanno adottato le sigarette elettroniche sono nettamente migliorati, le più note Società Scientifiche di Medicina Respiratoria (n.d.r. FIRS – Forum of International Respiratory Societies) si ostinano a sostenere che questi prodotti rappresentano un pericolo per la salute pubblica e che vadano addirittura banditi” è quanto dichiara la Prof.ssa Lidia Proietti, Presidente di LIAF, commentando il contenuto di un recente comunicato diffuso dal FIRS in relazione alle sigarette elettroniche.
Ma mentre queste Società Scientifiche si piccano di demonizzare la molto meno pericolosa sigaretta elettronica che non ha ucciso una sola persona, nessun cenno al fatto che le sigarette convenzionali rimangano largamente disponibili sul mercato anche se responsabili di milioni di morti. Viene da pensare ad un attacco gratuito che mira a confondere i professionisti della salute e i fumatori sugli effetti di un prodotto che ha tangibilmente dimostrato di essere un valido strumento di uscita dal tabagismo.
Ma per quale motivo queste Società Scientifiche, sfruttando la propria autorevolezza, insistono nel mantenere lo status quo di milioni di fumatori? I cinici potrebbero affermare che una situazione talmente “destabilizzante” per il mondo del tabacco potrebbe far perdere a questi medici un numero altissimo di pazienti affetti da malattie polmonari fumo-correlate e la loro naturale fonte di reddito. Ma forse la verità è che i referenti di queste istituzioni sono accecati da un costrutto puramente ideologico dove le evidenze scientifiche, seppur evidenti, non giocano alcun ruolo dato che non supportano la loro ideologia. La loro avversione per qualsiasi cosa che possa ricordare la sigaretta convenzionale è talmente accesa e sanguigna che si manifesta anche contro tutte le più convincenti e solide prove.
La polemica tra gli esperti di salute mondiale si è consumata anche in Italia tra le pagine del Corriere della Sera. “Le sigarette elettroniche, tanto di moda in questi anni, potrebbero essere molto meno innocue di quanto non si creda e forse non servono neanche a smettere di fumare” – scrive lo pneumologo Sergio Harari in un articolo pubblicato lo scorso 18 luglio 2014 nel quale egli stesso ha illustrato alcuni contenuti del documento FIRS e la proposta che la diffusione del fumo elettronico venga “vietata o limitata e, qualora concessa, regolata con le stesse norme utilizzate per la commercializzazione delle sigarette tradizionali”.
Affermazioni forti che hanno subito provocato la replica del prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna, l’autore più produttivo e autorevole nel panorama scientifico internazionale nel settore e-cig:
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=206-riccardo-polosa-lo-scienziato-che-ha-prodotto-piu-pubblicazioni-al-mondo-nel-campo-della-sigaretta-elettronica
Polosa ha risposto come sia: “ … evidente che chi ha scritto il comunicato sembra misconoscere il concetto di riduzione del danno da tabacco. La sigaretta elettronica è stata sempre promossa come prodotto sostitutivo del fumo. I dati raccolti negli ultimi cinque anni dimostrano come il vapore delle e-cig sia fino a 2000 volte meno tossico rispetto al fumo di tabacco, ed è scandaloso che società scientifiche blasonate facciano finta di dimenticarsene … Il vapagismo è una valida porta di uscita dal tabagismo. Negarlo, e in questo modo, fa male alle persone e alla credibilità della comunità scientifica”.
“Mi spiace dirlo, – ha continuato Polosa – ma questa ingerenza delle Società Medico-scientifiche nelle scelte e nei comportamenti dei fumatori non tiene in nessun conto l’umiltà e l’empatia, elementi distintivi di una professione medica improntata al principio del giuramento di Ippocrate”.
E’ possibile che milioni di fumatori stiano scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita. Il tono del documento FIRS e degli elementi più conservatori della comunità medica è che le opinioni e le esperienze degli utenti semplicemente non contano o sono aneddoti senza valore.
LIAF consiglia a tutti i medici che hanno assunto una visione sprezzante o semplicemente superficiale nei confronti di questi prodotti di leggere alcune delle numerose testimonianze esistenti e di ricordare a sé stessi il vero e più profondo significato della professione medica.

Rischio e-cig bassissimo. A dirlo è uno studio tossicologico che ha dimostrato la presenza di errori grossolani da parte dell’UE

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Errori matematici di base da parte dei funzionari dell’Unione Europea hanno portato a classificare il liquido delle sigarette elettroniche alla stregua di una sostanza altamente pericolosa come la stricnina e la formaldeide, quando invece il liquido risulta essere meno rischioso dei comuni detersivi.
A dirlo è un’analisi condotta dai tossicologi di Bibra Toxicology advice & consulting e commissionata da ECITA, l’associazione britannica che riunisce le industrie del settore e-cig.
Rivisto e approvato anche dal più famoso scienziato al mondo nel campo della nicotina, il prof. Riccardo Polosa, nonché dall’eminente tossicologo, prof. Bernd Meyer, e dal noto dott. Jacques Le Houezec, esperto di salute pubblica, il report tossicologico mostra come i funzionari europei abbiano erroneamente classificato i liquidi per sigarette elettroniche al pari di sostanze altamente velenose come la stricnina o altamente cancerogene come la formaldeide.
Applicando il Regolamento europeo CLP per la classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze e miscele, l’UE ha fatto rientrare alcuni liquidi nella categoria 2 e altri nella categoria 3, imponendo l’uso di messaggi e pittogrammi di pericolo e di morte, quando invece la confezione dei liquidi per e-cig non richiederebbe nessun tipo di avviso formale di pericolo. Secondo i tossicologi, infatti, i liquidi con le più alte concentrazioni di nicotina dovrebbero essere classificati come categoria 4 – la stessa in cui rientrano i detersivi domestici –, e dunque le loro confezioni dovrebbero riportare solo un segnale di attenzione. Inoltre, la stragrande maggioranza dei liquidi in commercio, che hanno concentrazioni di nicotina al di sotto dei 25mg/ml o del 2,5%, non rientrano nemmeno nella categoria 4, per cui non richiedono alcun tipo di avvertimento.
Gli scienziati calcolano che più di 500 mg di nicotina sarebbero necessari per uccidere una persona. Sarebbe come bere più di due bottiglie di liquido da 10 ml contenenti una forte concentrazione del 2,5%. Poiché la nicotina è un potente emetico sarebbe molto difficile consumare una bottiglia senza vomitare.
ECITA ritiene che i rischi derivanti dall’ingestione accidentale di nicotina possono essere gestiti grazie all’utilizzo di tappi “a prova di bambino” e alla condivisione di forme di buon senso. L’associazione britannica invita inoltre tutti i suoi membri ad usare una chiara etichettatura sui prodotti che non lasci spazio a fraintendimenti.
“Si stima che oltre 29 milioni di cittadini europei svapano. Questo dimostra che è il momento per i politici di fare in modo che i loro funzionari diano informazioni corrette”, ha detto Katherine Devlin, presidente dell’organizzazione ECITA.
“Il lato positivo che stiamo osservando all’interno dei governi è una radicale rivalutazione delle e-cig. Come dimostrato dalle evidenze scientifiche, esse sono di gran lunga più sicure delle sigarette convenzionali e hanno permesso di abbassare i livelli di tabagismo a tutte le età. I politici stanno riconoscendo che le politiche di sanità pubblica devono essere basate su prove e non su ideologie o pregiudizi”, ha aggiunto la Devlin.
I funzionari di Bruxelles sono inoltre sotto accusa per aver grossolanamente esagerato con la stima della quantità di nicotina inalata attraverso le sigarette elettroniche. Nel report si legge che, utilizzando un liquido dalla concentrazione di nicotina massima consentita dalla normativa europea, ossia 20mg/ml, o 2%, la nicotina inalata è un terzo di quella che si assumerebbe dal fumo della sigaretta di tabacco.
“I dati del Bibra report sono corretti. L’UE continua a sbagliarsi, creando forme di allarmismo ampiamente manipolate dai media di tutto il mondo” commenta il prof. Polosa, reduce dal Forum mondiale sulla Nicotina tenutosi a Varsavia, dove ha parlato proprio delle bufale mediatiche sulla sigaretta elettronica. “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. La nicotina non è cancerogena, non provoca danni ai polmoni e ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. Gli sforzi della ricerca scientifica e delle normative europee dovrebbero invece concentrarsi sugli aromi presenti nei liquidi, per stabilire standard di qualità e sicurezza, come si fa già con gli aromi alimentari”.

Riccardo Polosa: lo scienziato che ha prodotto più pubblicazioni al mondo nel campo della sigaretta elettronica

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L’Università di Catania è tra le istituzioni scientifiche più produttive al mondo nella ricerca applicata alle sigarette elettroniche, seconda solo alla blasonata “Food and Drug Administration” (FDA) statunitense. Il prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna dell’Ateneo catanese, risulta inoltre essere l’autore più produttivo e autorevole nel panorama scientifico internazionale grazie alle sue ricerche nel settore e-cig.
A dirlo è una recente analisi bibliometrica pubblicata sula rivista “Bmc Public Health” – dal titolo “Worldwide research productivity in the field of electronic cigarette: a bibliometric analysis” – che mette a fuoco tutte le pubblicazioni prodotte dal 2007 al 2014 sulla sigaretta elettronica. I ricercatori hanno analizzato 356 documenti pubblicati in 27 paesi nel mondo dimostrando che, con il 3,9% delle pubblicazioni, l’Ateneo catanese sale sul podio al secondo posto, seguendo la FDA che si aggiudica il primato con il 4,2% delle pubblicazioni totali. Al terzo posto invece l’Università della California, San Francisco, con il 3,7% di documenti prodotti.
Si tratta del primo studio che utilizza indicatori bibliometrici per descrivere l’attività del mondo scientifico nella ricerca sulle sigarette elettroniche. Sulla base delle conoscenze degli autori è stata valutata la quantità e la qualità della ricerca, che ha mostrato peraltro un aumento promettente in molti paesi.
Gli Usa si aggiudicano il primato nella pubblicazione di studi scientifici su e-cig con il 33,7% del totale, seguiti da Regno Unito e Italia con l’11,5% e l’8,1% di studi scientifici pubblicati rispettivamente. Il numero totale di citazioni scientifiche al momento dell’analisi dei dati è di 2.277.
Ma se l’Università di Catania occupa orgogliosamente il secondo posto del podio, il primato assoluto nella ricerca sulla sigaretta elettronica rimane comunque all’Ateneo nella figura del prof. Riccardo Polosa. Con quindici pubblicazioni a firma del suo gruppo di ricerca sulle e-cig, Polosa risulta essere l’autore più produttivo al mondo nella ricerca di strumenti alternativi per smettere di fumare. Noto per la sua intensa attività di studio in diverse aree della medicina, Polosa è anche a capo di un team di ricercatori da anni impegnato nella lotta al fumo di sigaretta.
Nella classifica degli autori più importanti, al secondo posto, si legge anche il nome del dott. Pasquale Caponnetto, coordinatore del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania e membro del team di Polosa.
Tra i dieci articoli più citati in ambito internazionale, quello riguardante lo studio pilota sulla riduzione/cessazione del consumo di tabacco grazie all’utilizzo di e-cig, pubblicato dal team di Polosa nel 2011 dalla rivista Bmc Public Health: “Effect of an electronic nicotine delivery device (e-Cigarette) on smoking reduction and cessation: A prospective 6-month pilot study”.

Riccardo Polosa: lo scienziato che ha prodotto più pubblicazioni al mondo nel campo della sigaretta elettronica

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L’Università di Catania è tra le istituzioni scientifiche più produttive al mondo nella ricerca applicata alle sigarette elettroniche, seconda solo alla blasonata “Food and Drug Administration” (FDA) statunitense. Il prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna dell’Ateneo catanese, risulta inoltre essere l’autore più produttivo e autorevole nel panorama scientifico internazionale grazie alle sue ricerche nel settore e-cig.
A dirlo è una recente analisi bibliometrica pubblicata sula rivista “Bmc Public Health” – dal titolo “Worldwide research productivity in the field of electronic cigarette: a bibliometric analysis” – che mette a fuoco tutte le pubblicazioni prodotte dal 2007 al 2014 sulla sigaretta elettronica. I ricercatori hanno analizzato 356 documenti pubblicati in 27 paesi nel mondo dimostrando che, con il 3,9% delle pubblicazioni, l’Ateneo catanese sale sul podio al secondo posto, seguendo la FDA che si aggiudica il primato con il 4,2% delle pubblicazioni totali. Al terzo posto invece l’Università della California, San Francisco, con il 3,7% di documenti prodotti.
Si tratta del primo studio che utilizza indicatori bibliometrici per descrivere l’attività del mondo scientifico nella ricerca sulle sigarette elettroniche. Sulla base delle conoscenze degli autori è stata valutata la quantità e la qualità della ricerca, che ha mostrato peraltro un aumento promettente in molti paesi.
Gli Usa si aggiudicano il primato nella pubblicazione di studi scientifici su e-cig con il 33,7% del totale, seguiti da Regno Unito e Italia con l’11,5% e l’8,1% di studi scientifici pubblicati rispettivamente. Il numero totale di citazioni scientifiche al momento dell’analisi dei dati è di 2.277.
Ma se l’Università di Catania occupa orgogliosamente il secondo posto del podio, il primato assoluto nella ricerca sulla sigaretta elettronica rimane comunque all’Ateneo nella figura del prof. Riccardo Polosa. Con quindici pubblicazioni a firma del suo gruppo di ricerca sulle e-cig, Polosa risulta essere l’autore più produttivo al mondo nella ricerca di strumenti alternativi per smettere di fumare. Noto per la sua intensa attività di studio in diverse aree della medicina, Polosa è anche a capo di un team di ricercatori da anni impegnato nella lotta al fumo di sigaretta.
Nella classifica degli autori più importanti, al secondo posto, si legge anche il nome del dott. Pasquale Caponnetto, coordinatore del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania e membro del team di Polosa.
Tra i dieci articoli più citati in ambito internazionale, quello riguardante lo studio pilota sulla riduzione/cessazione del consumo di tabacco grazie all’utilizzo di e-cig, pubblicato dal team di Polosa nel 2011 dalla rivista Bmc Public Health: “Effect of an electronic nicotine delivery device (e-Cigarette) on smoking reduction and cessation: A prospective 6-month pilot study”.
Riccardo Polosa: the world most prolific scientist in the field of electronic cigarette
The University of Catania is one of the most productive scientific institutions in the world in applied research to electronic cigarettes, second only to the “Food and Drug Administration” (FDA). Riccardo Polosa, Professor of Internal Medicine at the University of Catania, is instead the most productive and influential author in the international scientific scene thanks to his research in the field of e-cig.
These data are shown by a recent bibliometric analysis, published on the prestigious scientific journal “BMC Public Health” with the title”Worldwide research productivity in the field of electronic cigarette: a Bibliometric analysis”. The study focuses on all publications produced from 2007 to 2014 on electronic cigarettes. The researchers analyzed 356 papers published in 27 countries around the world, demonstrating that, with 3.9% of the publications, the University of Catania is on the podium in second place, after the FDA who won the first place with 4.2% of total publications. In third place, instead, the University of California, San Francisco, with 3.7% of the documents produced.
This is the first study that uses bibliometric indicators to describe the activities of the scientific research on electronic cigarettes. Based on the knowledge of the authors, the quantity and quality of research were assessed, showing a promising increase in many countries.
The U.S. won the record in the publication of scientific studies on e-cig with 33.7% of the total, followed by UK and Italy with 11,5%, and 8,1%1% of published scientific studies, respectively. The total number of scientific citations at the time of data analysis is 2,277.
But if the University of Catania proudly occupies the second place of the podium, the absolute primacy of research about the electronic cigarette remains in the figure of prof. Riccardo Polosa, professor at the same University. With fifteen publications signed by its research group on e-cig, Polosa appears to be the most productive in the world for his research on the alternative methods to quit smoking. Known for his intense study in several areas of medicine, Polosa is also the head of a team of researchers for years engaged in the fight against tobacco smoking.
In the ranking of the most important authors, in second place, we read the name of Dr. Pasquale Caponnetto, coordinator of the Center for the Prevention and Treatment of Nicotine Addiction at the University of Catania, and Polosa’s team member.
Among the ten most cited articles in the international arena, the paper about the pilot study on smoking cessation/reduction through the use of e-cig, published in 2011 by Polosa’s team in the journal BMC Public Health: “Effect of an electronic nicotine delivery device (e-Cigarette) on smoking reduction and cessation: A prospective 6-month pilot study.”

Liquidi per e-cig: errore grossolano degli esperti dell’UE sulla classificazione del rischio

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Errori matematici di base da parte dei funzionari dell’Unione Europea hanno portato a classificare il liquido delle sigarette elettroniche alla stregua di una sostanza altamente pericolosa come la stricnina e la formaldeide, quando invece il liquido risulta essere meno rischioso dei comuni detersivi.
A dirlo è un’analisi condotta dai tossicologi di Bibra Toxicology advice & consulting e commissionata da ECITA, l’associazione britannica che riunisce le industrie del settore e-cig.
Rivisto e approvato anche dal più famoso scienziato al mondo nel campo della nicotina, il prof. Riccardo Polosa, nonché dall’eminente tossicologo, prof. Bernd Meyer, e dal noto dott. Jacques Le Houezec, esperto di salute pubblica, il report tossicologico mostra come i funzionari europei abbiano erroneamente classificato i liquidi per sigarette elettroniche al pari di sostanze altamente velenose come la stricnina o altamente cancerogene come la formaldeide.
Applicando il Regolamento europeo CLP per la classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze e miscele, l’UE ha fatto rientrare alcuni liquidi nella categoria 2 e altri nella categoria 3, imponendo l’uso di messaggi e pittogrammi di pericolo e di morte, quando invece la confezione dei liquidi per e-cig non richiederebbe nessun tipo di avviso formale di pericolo. Secondo i tossicologi, infatti, i liquidi con le più alte concentrazioni di nicotina dovrebbero essere classificati come categoria 4 – la stessa in cui rientrano i detersivi domestici –, e dunque le loro confezioni dovrebbero riportare solo un segnale di attenzione. Inoltre, la stragrande maggioranza dei liquidi in commercio, che hanno concentrazioni di nicotina al di sotto dei 25mg/ml o del 2,5%, non rientrano nemmeno nella categoria 4, per cui non richiedono alcun tipo di avvertimento.
Gli scienziati calcolano che più di 500 mg di nicotina sarebbero necessari per uccidere una persona. Sarebbe come bere più di due bottiglie di liquido da 10 ml contenenti una forte concentrazione del 2,5%. Poiché la nicotina è un potente emetico sarebbe molto difficile consumare una bottiglia senza vomitare.
ECITA ritiene che i rischi derivanti dall’ingestione accidentale di nicotina possono essere gestiti grazie all’utilizzo di tappi “a prova di bambino” e alla condivisione di forme di buon senso. L’associazione britannica invita inoltre tutti i suoi membri ad usare una chiara etichettatura sui prodotti che non lasci spazio a fraintendimenti.
“Si stima che oltre 29 milioni di cittadini europei svapano. Questo dimostra che è il momento per i politici di fare in modo che i loro funzionari diano informazioni corrette”, ha detto Katherine Devlin, presidente dell’organizzazione ECITA.
“Il lato positivo che stiamo osservando all’interno dei governi è una radicale rivalutazione delle e-cig. Come dimostrato dalle evidenze scientifiche, esse sono di gran lunga più sicure delle sigarette convenzionali e hanno permesso di abbassare i livelli di tabagismo a tutte le età. I politici stanno riconoscendo che le politiche di sanità pubblica devono essere basate su prove e non su ideologie o pregiudizi”, ha aggiunto la Devlin.
I funzionari di Bruxelles sono inoltre sotto accusa per aver grossolanamente esagerato con la stima della quantità di nicotina inalata attraverso le sigarette elettroniche. Nel report si legge che, utilizzando un liquido dalla concentrazione di nicotina massima consentita dalla normativa europea, ossia 20mg/ml, o 2%, la nicotina inalata è un terzo di quella che si assumerebbe dal fumo della sigaretta di tabacco.
“I dati del Bibra report sono corretti. L’UE continua a sbagliarsi, creando forme di allarmismo ampiamente manipolate dai media di tutto il mondo” commenta il prof. Polosa, reduce dal Forum mondiale sulla Nicotina tenutosi a Varsavia, dove ha parlato proprio delle bufale mediatiche sulla sigaretta elettronica. “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. La nicotina non è cancerogena, non provoca danni ai polmoni e ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. Gli sforzi della ricerca scientifica e delle normative europee dovrebbero invece concentrarsi sugli aromi presenti nei liquidi, per stabilire standard di qualità e sicurezza, come si fa già con gli aromi alimentari”.
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Forum Globale sulla Nicotina – Riccardo Polosa: “Il pericolo della nicotina è sovrastimato. Non provoca danno ai polmoni”

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Nella mattinata di sabato, in sessione plenaria, l’atteso intervento del responsabile scientifico di LIAF, Prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna dell’Università di Catania e membro del team di esperti nazionali del tavolo tecnico per il monitoraggio sugli effetti delle sigarette elettroniche.
Ai giornalisti presenti a Varsavia, Riccardo Polosa ha dichiarato: “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. Si tratta di uno psicostimolante di largo consumo, e ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. La nicotina non è cancerogena e non provoca danni ai polmoni”.
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=159-sigaretta-elettronica-sicurezza-e-salute-il-prof-polosa-risponde
Per quello che riguarda le sigarette elettroniche, invece, ha aggiunto Polosa durante il suo intervento: “La ricerca scientifica deve concentrarsi sugli aromi presente nei liquidi, di cui sappiamo poco dal punto di vista tossicologico, soprattutto quando questi vengono vaporizzati”.
“Unica considerazione da fare sulla nicotina è quella della dipendenza” secondo Maciej Goniewicz, ricercatore presso il Roswell Park Cancer Institute Buffalo di New York, il primo centro oncologico negli Stati Uniti, fondato nel 1898. “Benché possa leggermente accelerare battito cardiaco e pressione, poiché agisce da vasocostrittore, la nicotina non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari”.
A Varsavia, presenti anche molti degli scienziati firmatari della lettera inviata al Direttore Generale dell’OMS Margaret Chan lo scorso maggio, tramite la quale è stata rappresentata la preoccupazione che l’OMS intenda parificare le sigarette elettroniche a quelle convenzionali con effetti assolutamente controproducenti per la salute pubblica.
https://www.liafmagazine.it/page.php?id=201-53-esperti-scrivono-all-oms-le-e-cig-aiutano-a-ridurre-i-danni-tra-loro-gli-italiani-polosa-tirelli-e-veronesi
“Questo Forum Globale sulla Nicotina è una storica pietra miliare della salute pubblica e vuole rappresentare un deciso punto di svolta nella direzione della politica di controllo del tabacco in oltre quattro decenni” – ha detto l’organizzatore del convegno, il Prof. Gerry Stimson della London School of Tropical Medicine and Hygiene. L’agenda strategica generata nel corso del Forum polacco prevede, infatti, di vigilare sulle prossime pianificazioni dell’OMS in vista della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC COP 6) che si terrà a Mosca, dal 13 al 18 ottobre di quest’anno.
“Sappiamo già da tempo che le persone fumano per la nicotina e muoiono per effetto della combustione del tabacco – è arrivato il momento di separare l’elemento nicotina dal dibattito sul tabagismo e di informare il pubblico sulla realtà dei fatti. Abbiamo bisogno di oltrepassare i miti del diciannovesimo secolo secondo cui una dose di 60 mg di nicotina è letale, e discutere invece di come integrare i nuovi prodotti contenenti nicotina, come la sigaretta elettronica, nella lotta contro il fumo” – ha concluso Stimson.

Forum Globale sulla Nicotina: cambio di rotta nel sistema di controllo del tabagismo

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Il Forum Globale sulla Nicotina tenutosi a Varsavia è giunto al termine della due giorni di lavori e ha visto riuniti attorno allo stesso tavolo operatori del settore, produttori, consumatori (i.e. Svapatori), scienziati, esperti di salute e di politiche pubbliche.
In mattinata, in sessione plenaria, l’atteso intervento del responsabile scientifico di LIAF, Prof. Riccardo Polosa (in foto), ordinario di Medicina Interna dell’Università di Catania e membro del team di esperti nazionali del tavolo tecnico per il monitoraggio sugli effetti delle sigarette elettroniche.
Ai giornalisti dell’agenzia stampa ANSA presenti a Varsavia, Riccardo Polosa ha dichiarato: “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. Si tratta di uno psicostimolante di largo consumo, e ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. La nicotina non è cancerogena e non provoca danni ai polmoni”.
 Per quello che riguarda le sigarette elettroniche invece, aggiunge Polosa, “la ricerca scientifica deve concentrarsi sugli aromi presente nei liquidi, di cui sappiamo poco dal punto di vista tossicologico, soprattutto quando questi vengono vaporizzati”.
“Unica considerazione da fare sulla nicotina è quella della dipendenza” secondo Maciej Goniewicz, ricercatore presso il Roswell Park Cancer Institute Buffalo di New York, il primo centro oncologico negli Stati Uniti, fondato nel 1898. “Benché possa leggermente accelerare battito cardiaco e pressione, poiché agisce da vasocostrittore, la nicotina non è un fattore di rischio significativo per eventi cardiovascolari”.
A Varsavia, presenti anche molti degli scienziati firmatari della lettera inviata al Direttore Generale dell’OMS Margaret Chan lo scorso maggio, tramite la quale è stata rappresentata la preoccupazione che l’OMS intenda parificare le sigarette elettroniche a quelle convenzionali con effetti assolutamente controproducenti per la salute pubblica.
“Questo Forum Globale sulla Nicotina è una storica pietra miliare della salute pubblica e vuole rappresentare un deciso punto di svolta nella direzione della politica di controllo del tabacco in oltre quattro decenni” – ha detto l’organizzatore del convegno, il Prof. Gerry Stimson della London School of Tropical Medicine and Hygiene. L’agenda strategica generata nel corso del Forum polacco prevede, infatti, di vigilare sulle prossime pianificazioni dell’OMS in vista della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC COP 6) che si terrà a Mosca, dal 13 al 18 ottobre di quest’anno.
“Sappiamo già da tempo che le persone fumano per la nicotina e muoiono per effetto della combustione del tabacco – è arrivato il momento di separare l’elemento nicotina dal dibattito sul tabagismo e di informare il pubblico sulla realtà dei fatti. Abbiamo bisogno di oltrepassare i miti del diciannovesimo secolo secondo cui una dose di 60 mg di nicotina è letale, e discutere invece di come integrare i nuovi prodotti contenenti nicotina, come la sigaretta elettronica, nella lotta contro il fumo” – ha concluso Stimson.